Ritorno a Sundial Bridge

Dove eravamo rimasti?

Per il prossimo capitolo, scegliere un fiore tra… Libro (58%)

Solo ciò che è necessario è pesante, solo ciò che pesa ha valore (Milan Kundera)

Dalla telefonata con Noah le ore sono passate con una rapidità sorprendente ed ora sono qui, seduta nella sua cucina. Un’altra volta. L’idea di una cena al ristorante l’ha scartata quasi subito, non ci sarebbe stata privacy ha detto. E lui vuole che ci conosciamo, perciò eccomi qua. Mi sento come una scolaretta il primo giorno di scuola, in attesa che il maestro le spieghi cosa fare.

«Gli occhi fissi al di là del cortile sul muro della casa di fronte, proprio come Tomàš.»

«Chi?» chiedo, spostando lo sguardo dalla finestra al mio interlocutore. Indossa un paio di jeans scuri a vita bassa che gli stanno un incanto, una maglia bianca con lo scollo a V che mostra un ritaglio del suo torace glabro. Ed è scalzo. Ha messo via le scarpe non appena siamo entrati in casa, dopo avermi chiesto il permesso. Temeva che non lo avrei gradito. Lui non sa che, a piedi nudi, è tremendamente sexy.

«Uno dei protagonisti de “L’insostenibile leggerezza dell’essere”» ribatte Noah, porgendomi una copia del libro. «Come lui, ti starai chiedendo se è meglio stare con me o rimanere sola». Aggira il bancone della penisola e viene a sedersi accanto a me. «Non esiste alcun modo di stabilire quale decisione sia la migliore, perché quello che avviene soltanto una volta è come se non fosse mai avvenuto.»

Mi chiedo se ne abbia citato un verso. È un libro che ho letto, ai tempi del liceo. Non ne ricordo un granché. «Mi stai dicendo che devo cogliere l’attimo?»

«Non lo dico io» mi strizza l’occhio, sornione. «Ma Kundera.»

Veramente lo diceva Orazio, molto tempo prima.

«Sai, quando ti sei addormentata nel mio letto, ho passato la notte a pensare a come mi sarei sentito quando te ne saresti andata». Mi guarda ammaliato, come in estasi davanti ad un dipinto. Non ricordo di essere mai stata guardata così da qualcuno, nemmeno da Giorgio. «Un’insostenibile leggerezza, ecco quello che ho provato». Gli occhi fissi sui miei. È un luccichio quello che vedo? «Quando andavo via dall’appartamento di una cliente, tornavo ad essere libero. Una sensazione straordinaria: nessun legame uguale nessuna responsabilità.»

«Sei sempre stato di quest’idea?»

«No» sospira, come per assolvere la coscienza. «Dopo il divorzio da mia moglie, ho lasciato Sacramento e mi sono trasferito qui con Nathan. Mi sono ripromesso di lasciar perdere l’amore e di dedicarmi solo a quelle che Tomàš definisce “amicizie erotiche”». Smette di parlare, ma non distoglie lo sguardo da me.

«E come mai?»

«Quando ti senti tradito, non credi più a niente». Posa la sua mano sulla mia e quel gesto così spontaneo smuove qualcosa in me.

Mi sembra di avere di nuovo vent’anni: quando il cuore ti frulla nel petto e ti chiedi cosa sia; quando ti basta uno sguardo o una carezza per farti perdere il controllo; quando le domande sono superflue e vivi il momento come fosse l’ultimo.

Incrocia le sue dita alle mie, le stringe forte. Sono calde e quel calore mi pervade con piccole scosse.

«Era malata e non me l’ha detto, perché ci stavamo separando. Non voleva la mia compassione, così era scritto nella lettera che mi ha fatto pervenire la madre dopo la sua morte». La sua bocca si richiude. Lo sguardo fisso sulle nostre mani intrecciate, mentre il mio è fermo su di lui.

Che angoscia. In questi casi non so mai cosa fare, temo sempre di dire la cosa sbagliata e finisco per restare in silenzio.

All’improvviso, torna a guardare me e mi sorride. Ecco l’appiglio che cercavo. «Perché vi siete lasciati?»

«Il classico dei cliché: mi ha tradito con il mio migliore amico» ride, sprezzante. «Non so ancora se essere arrabbiato con lei per avermi tradito o avermi tenuto nascosta la malattia.»

«Non esiste classifica che tenga, in questi casi.»

«Sì, lo penso anch’io». Lascia andare la mia mano e mi afferra per i fianchi. L’attimo dopo sono stretta a lui. No, avvinghiata è più appropriato. Mi sudano le mani e il cuore sembra impazzito: un ECG traccerebbe un’onda anomala, in questo momento. «Ma sono pronto a rimettermi in gioco per te» sostiene, tornando serio. «Se lo vuoi anche tu.»

Questa è un’altra di quelle circostanze in cui le parole fanno le valigie, aprono la finestra e preferiscono suicidarsi piuttosto che formulare qualcosa di sensato. Ma perché capitano tutte a me?

«Ti ho lasciata senza parole?». Sguaina il sorrisetto impertinente del suo repertorio oramai consolidato.

Ho paura di sapere cosa gli stia passando per la testa in questo momento, quindi cerco di buttarla sul ridere. «No, scherzi? È che quando le cerco, le parole giocano a nascondino. Sai come…»

No, questa volta si sono completamente volatilizzate. Quando un paio di labbra si posa sulle tue, le parole si rendono inopportune. Un bacio non ha bisogno di essere raccontato. Un bacio va assaporato, gustato come un gelato al cioccolato che ti inebria i sensi, solleticandoti il palato e lambendoti le labbra. Un bacio abbatte ogni barriera, persino quella innalzata dalle parole.

Il bacio avrà abbattuto tutte le barriere di Giulia?

  • Forse (33%)
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  • No (7%)
    7
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202 Commenti

  • Oggi pesco storie interrotte, fortunatamente questo mi da la possibilità di leggere con calma i capitoli precedenti.
    Mi piace come scrivi, la trova una storia alla ricerca di se stessi e l’amore nonè che un tramite, o almeno così mi è sembrato. Voto per forse perchè le incertezze sono dureda comabattere….Spero che tornerai appena tiè possibile.
    Io intanto voto e aspetto.
    Appena puoi siamo qua!

  • Ciao Anna… è dal primo pomeriggio che inseguo il tuo racconto. Prima ho letto… dopo un po’ ho votato… ora finalmente riesco a commentare.
    Questa storia è frizzante e leggera e la madre di Giulia è fantastica con quella telefonata e lo smalto fresco che deve asciugare.
    La scena del risveglio nel letto dello sconosciuto è davvero raccontata così bene che mi sono immaginata la scena alla perfezione. Bravissima!
    Ora mi aspetto un “sì”, minimo! Complimenti e buona serata!

  • Rieccomi, Anna. Ma sì, le ha abbattute, e come direbbe Orazio a Clarabella di fronte a una grigliata di pesce: “Carpe diem et trote gnam!”.
    Anch’io ho letto L’insostenibile eccetera da adolescente, ricordo solo che mi era piaciuto, nonostante non l’avessi trovato particolarmente leggero come il titolo poteva suggerire 😀
    Tenerone, Noah, nella realtà diffiderei un po’ di lui, ma in fondo, anche se non si dovesse dimostrare vero amore, che male c’è a scambiare qualche tenerezza con uno che ti attizza anche solo denudandosi un piede? 😀
    Ciao, ti auguro un’ottima settimana!

  • Sì, scusa sono inguaribile, quindi Sì.
    La tua prosa è poetica e a tratti essanziale, un insieme di onde dinamiche che portano il lettore fino all’ultimo capoverso senza aver acceso quella dannata sigaretta che si era portato appresso quando aveva iniziato a leggere il tuo episodio convinto che lo avrebbe fatto fumando. Invece si arriva alla fine e si rimane male, cavolo ma che è finito?
    Anna il tuo modo di raccontare convince e premia chi crede in te perché non lo deludi mai.
    Ti ho fatto dei complimenti? Lo sai che non li so fare. Era solo la verità.

  • Anna ma che fai mi copi le opzioni?!?!
    Ah, ah, ah, mi è proprio scappato da ridere quando le ho viste 😉
    E anche tu hai fatto una virata decisa verso il rosa… bello!
    Sono stata indecisa per un po’ tra “sì”, e “forse”, che, forse, era più in linea col personaggio di Giulia…ma poi quello che lei pensa mi ha guidato verso la scelta finale: un bacio rende superflue le parole e ti inebria i sensi…e secondo me lei aveva solo bisogno di sentirsi inebriata…
    Quindi alla fine ho optato per il sì.
    Il capitolo è bello, coinvolgente, anche lui si confessa e si scopre un lato diverso…forse mi è sembrato solo un po’ improvviso il totale trasporto di lui verso lei (è addirittura disposto a rimettersi in gioco conoscendola così poco..), ma sull’amore non si può mai giudicare e tutto può essere, quindi…viva l’amore!! 😉
    Al gran finale…tuo e mio 😉

  • So di aver fatto una scelta fin troppo romantica, ma ho optato per il “sì”. Considera che nel racconto di Danio ho votato per una strage, quindi direi che a te è andata decisamente meglio 🙂
    Scherzi a parte, scrittura elegante e raffinata, che ormai credo sarei in grado di riconoscere. La trama ha virato sul rosa ma ho imparato ad apprezzare il genere, soprattutto se le vicende sono ben articolate e costruite come questa. Nono capitolo, quindi ci ritroveremo nel finale e qualcosa mi dice che saprai renderlo indimenticabile. A presto ♥

  • Rosa puro stavolta, con qualche vena d’ironia. Hai cambiato più volte registro in questo racconto, capitolo dopo capitolo, e tutto sommato su questa piattaforma si può, se si vuole sperimentare, o forse si deve, se si gioca fino in fondo con l’interattività con i lettori. Diciamo che, giunti alla fine, vedo pochi margini per recuperare il dualismo e il sogno dei primi capitoli. Sbaglio?
    Forse

  • Ho scelto il libro: se deve convincerla di essere un tipo di spessore, con una profondità intellettuale e d’animo, il ragazzo secondo me punta su un bel libro. Poesia? “Io l’amavo” di Anna Gavalda, per convincerla che il marito non la meritava ed è una buona cosa che l’abbia mollata? Un manuale per disinibirsi? Decide lui, io suggerisco 🙂
    La mamma mi ha fatto ridere e mi hai fatto pensare che tra le persone che conosco, spesso i più “bacchettoni” sono cresciuti con genitori moderni e “liberati”, e viceversa.
    Speriamo che Giulia non si irrigidisca ancora di più per reazione alla mamma, ma è riuscita a telefonare, sembra già un passo nella buona direzione. 🙂
    Ciao, Anna, è sempre un piacere leggerti

  • Cioccolatini, li adoro…ahimè 🙁
    Bel capitolo, giocato sull’equivoco e già m’immaginavo la faccia della nostra protagonista mentre sentiva l’ansimare della signora 🙂
    In effetti Giulia si fa troppe seghe mentali, e che sia la “vecchia” della famiglia non ci sono dubbi. Mancano due capitoli, confido in un suo lasciarsi andare oppure mandare al diavolo tutti, sono certo che ci riuscirai benissimo.
    Ciao e al prossimo 🙂

  • Rieccomi, Anna. Oddio, ammetto che la domanda mi mette un po’ in crisi… ma visto che ci proponi di scegliere un fiore scelgo… cioccolatini 😀
    Sempre molto divertente e scorrevole, Giulia più pudica della propria madre, dev’essere traumatico per lei scoprirlo 😀
    Su Noah, a parte il nuovo lavoro, dobbiamo ancora scoprire qualcosa, quel “non è come sembra” o giù di lì è per il momento orfano di spiegazione 🙂
    Ciao, ti auguro una buonanotte e un buon risveglio 🙂

  • CIao, avevo letto il primo capitolo e poi mi sono fermato per un po’…tanto 🙂
    Molto carino e scorrevole, ho recuperato tutto in poco tempo. Non credo di poterti dare consigli utili. Mi domando solo se sia vero che Noah abbia cambiato lavoro veramente. Non credo che si lasci un lavoro da accompagnatore di punto in bianco 🙂

  • Ciao Anna,
    leggere un tuo episodio è sempre piacevolissimo! Hai quest’ironia sottile e garbata che mi piace moltissimo 😉
    Per la prossima direi un libro, perchè è una cosa più particolare…e poi, con le bellissime citazioni che fai sempre ad inizio episodio, sono sicura che sceglierai un testo molto significativo.
    Ma la domanda parlava di scelta tra fiori?!? C’è un refuso?
    Una buona serata!

  • Avrei scelto i fiori, come sapientemente hai suggerito nella domanda (lol), ma il cioccolato non si batte, perciò… E poi non si regalano fiori e/o cioccolatini?
    La protagonista del tuo racconto è deliziosa; credo sia la sua insicurezza a renderla irresistibile. Quindi Noah è (anche) un bravo ragazzo. Bene, bene, prevedo qualcosa di dolce, cioccolato a parte.
    Ho solo una critica riguardo all’atteggimento della mamma un po’ troppo moderno, ma non farci caso, io ho una mentalità ottocentesca e non faccio testo. Scritto e condotto al massimo della forma. Sei bravissima 🙂

  • Considerato il lapsus freudiano, scelgo fiori.
    Bel ritmo, testo dalla grande leggibiltà e dialoghi efficaci. Non so come tornerai al binomio protagonista e suo alter ego… a meno che non sia tutto un sogno o anche la sceneggiatura di una sit-com.
    Brava

  • Rieccomi, Anna. Mi spiace, ma ho dovuto votare “la mamma”, penso che Giulia non sia ancora abbastanza Juls per chiamare Noah, e mi farebbe arrabbiare se cercasse l’ex 😀
    Molto, molto carino. Uso questo termine non per sminuire la tua validissima scrittura, ma proprio perché “bello” e l suoi superlativi sarebbero aggettivi troppo seriosi per descrivere due capitoli che mi hanno intrattenuto e divertito parecchio. Complimenti! questa tua declinazione del rosa mi piace parecchio.
    Ciao, ti auguro sette clutch piene di ottime giornate 😀
    (P.S.: ignoranza mia, non sapevo cosa fosse una clutch, l’ho cercato e all’inizio credevo che Giulia avesse fatto cadere un disco di frizione)

  • Ok, piccola domanda che non c’entra con l’episodio (ma con la storia sì): che fine hanno fatto alter-ego, libro e protagonisti di questo? Ritorneranno nell’ultimo episodio o non li vedremo mai più (come la capacità della “mia” Crystal di vedere le anime)?

    Questo episodio mi è piaciuto come quello precedente.

  • La mamma…un lido tranquillo dove approdare dopo tutte le, troppe emozioni inaspettate tutte insieme 😉
    Ciao Anna, davvero meraviglioso questo ennesimo episodio…pubblicato velocissimo stavolta!
    Dal balconcino che spunta dalla vestaglia al capello catturapolvere, mi fai sempre sorridere con la tua stupenda ironia…adoro l’ironia!!!
    Una buona serata 😉

  • Ho votato la mamma, se non altro perché le hanno smollato i bambini da ieri…. sì lo so ma te l’ho detto che la romance non fa per me, sono troppo terrà terra ?
    A parte gli scherzi, gli sviluppi con tanto di escort gemelli californiani mi fa pensare a un telefilm romantico americano tipo quelli del pomeriggio Mediaset, ma in senso buono, eh? Perché la scrittura è sempre godibilissima e divertente, tra i pensieri nascosti di Giulia, il gesticolare della sorella e i bisticci/dialoghi tra le due.
    Ciao

    P.S. Però io farei fatica a credere alla sincerità di un accompagnatore di mestiere

  • Il tuo è un lavoro perfetto. Non uso questa parola molto spesso, anzi, non la uso quasi mai. Però nel tuo caso, calza alla “perfezione” (giusto per ripetermi. eheheh). Le descrizioni, i personaggi, la trama, ogni cosa è scritta nel modo giusto, così come dovrebbe essere. Una lezione di scrittura, praticamente. Ma torniamo alla storia.
    Un gemello con capelli? Interessante e anche intraprendente a quanto leggo (fantastica la scena del caschè). Mi piace questa variante e seguo con maggiore interesse gli sviluppi. La scelta era quasi d’obbligo: Noah il seduttore ♥
    Bravissima, non ti mollo!

  • Dico Sara come la maggioranza, anche se la chiusa dell’episodio porterebbe naturalmente a scegliere il seduttore incallito, ma tant’è…
    Avrei voluto farti un po’ di annotazioni ai margini ma lo farò in privato 😉
    Storia che continua a piacermi molto.

  • Ciao Anna,
    devo farti davvero i complimenti per questo capitolo, mi è piaciuto moltissimo!
    Ironico, ben descritto, con uno scambio di battute tra i personaggi davvero godibile. Che dire di più? Brava!
    Io voto il seduttore incallito, non potrebbe essere altrimenti 😉
    Un caro saluto!

  • Ho scelto Sara, perché se mia sorella mi facesse una roba così avrei due tre casette da dirle! 😉
    La frenesia di pensieri della tua protagonista continua a essere realista e delizioso, quella cosa Dell urlare su uno sconosciuto e le sfumature di viola delle orecchie mi ha fatto morire. (Forse perché in vita mia le mie orecchie hanno assunto tutti i tipi di sfumature, ahah).
    Ho una sola obiezione, ma non all’autore, a Giulia: cosa sono questi pregiudizi stereotipati? Perché una che “si corica” la prima sera, come dicono i francesi, non dovrebbe essere degna di interesse e conoscenza?
    A presto

  • Le storie che preferisco su The Incipit sono quattro e la tua rientra nella quaterna. A parte la trama che è frizzante al pari dei migliori rosa attualmente sul mercato, mi piace molto il tuo stile. Riesci in poche righe o anche solo in poche battute a inquadrare un personaggio. Non a caso ho scelto proprio il seduttore incallito, che ho preso in simpatia per l’atteggiamento informale, ironico e scanzonato, perché mi sono sempre piaciuti gli uomini di questo tipo. Anche se il mio racconto è in dirittura di arrivo (domani posterò l’ultimo capitolo), non intendo perdermi il resto dei capitoli. A presto 🙂

  • Rieccomi, Anna. Ho votato per l’invito a pranzo, magari dalla sorella curiosa del resoconto sulla notte folle 😀
    La cesura tra primo e secondo capitolo mi ha disorientato, lo ammetto: mi aspettavo una storia completamente diversa. Però il resocondo intimo e profondo, punteggiato da ironia e episodi spassosi è gradevolissimo. La tua scritura è accurata e l’introspezione è resa così bene che a un certo punto mi veniva da dire alla tua protagonista: “Ma va’ là! Lasciati andare!”. 🙂
    Ciao, Anna, ti auguro un sacco di ottime giornate

    • Ciao Erri, intanto grazie per essere passato 🙂 quanto al tuo disorientamento iniziale, devo dire che questa storia nasce come racconto breve che trova la sua conclusione alla fine del primo capitolo che ho modificato per darle un seguito qui. I capitoli successivi sono frutto delle scelte dei lettori e non ti nascondo che non so ancora come andrà a finire.
      Auguro anche a te un sacco di ottime giornate 🙂

  • Un invito a pranzo: penso che il fascinoso calvo voglia darle delle spiegazioni.
    Delizioso, Anna, davvero delizioso, non somiglio gran che alla tua Giulia, ma per quanto riguarda le discussioni, anche frammentarie e tempestose, tra parti distinte del proprio cervello (mente, io, chiamalo come vuoi), mi ci riconosco in pieno! 🙂
    Ciao

  • Devo dire che il tuo è uno di quei racconti che aspettavo con interesse. Ci avevi lasciati in una situazione come dire… molto scomoda. Insomma svegliarsi e trovare un perfetto sconosciuto nel letto è abbastanza traumatico. Capitolo scorrevole e non ho usato questa espressione a caso, perché è volato via in un attimo. Succede quando ci piace molto quello che leggiamo. Dunque, vedo che hai pensato bene di lasciarci con un altro interrogativo: se non c’è stato niente tra loro (almeno è quello che lui lascia intendere), com’è finita lì? Perché gli abiti erano sparsi ovunque? Sono sicura che troverai un’ottima ragione per tutto e lo farai, magari, a cena. Brava, ti seguo. 🙂

  • Ciao Anna.
    Secondo me c’è un invito a pranzo. Ottimo questo incontro che lei registra col senso di colpa e quasi plana sulla sua vita/non vita in cui “chiede scusa ai suoi figli per essere una donna”, in pratica per avere delle esigenze, per essere umana. Vorrebbe essere perfetta per loro, ma nessuno lo è. A conferma del senso di colpa, l’osservazione interiore di lei: ho quarant’anni portati benissimo. . Lui “la rincorre” ala fine: non è come pensi… tutto da scoprire. Mi piace.

    • Ciao cara, è che spesso noi donne ci lasciamo imprigionare dai ruoli che ricopriamo: l’essere madri prevale sull’essere donna e questo comporta la negazione di certi bisogni e l’inevitabile prevaricazione del senso di colpa quando si cede alle tentazioni 😉
      Sono contenta che la storia continui a piacerti 🙂

  • Ciao Anna,
    ti faccio i miei complimenti per questo ennesimo, bellissimo, capitolo 😉
    Sai scandagliare con vera maestria l’animo di Giulia: da timida e insicura quale sono (anche se ultimamente meno…per fortuna) posso dirti che mi sono ritrovata nei suoi pensieri 😉
    Comunque questo sconosciuto non è niente male, mi è sembrato amichevole…per questo per la prossima direi proprio no la lite, ma un invito a pranzo..visto che l’incontro inaspettato c’è già stato!
    Ti faccio una sola osservazione: nell’ultima frase, quando ho letto “MI sento dire” pensavo che fosse Giulia ad aver parlato, non avevo capito che era il tipo. Personalmente mi tornerebbe di più “LO sento dire”
    Un caro saluto!

    ps: abbiamo pubblicato insieme, se anche tu vuoi passare a lasciarmi le tue impressioni mi fa piacere 😉

  • Giulia ha per caso incontrato Saitama, dato che si è trovata a letto con un pelato? 😀 XD

    Più che Gary Sinise/Mac Taylor, io mi sarei immaginato di trovare David Caruso/Horatio Caine ed i suoi occhiali da sole. 😛

    “Tecnicamente, però, è colpa di Sara.”
    Se sapesse di essere la protagonista di un racconto di The Incipit, Giulia darebbe la colpa ai lettori e non a Sara (o a sé stessa). 😀 XD

    Secondo me, ci sarà un invito a pranzo. Tra Giulia e Sara, forse?

    (Quante volte ho scritto “Giulia” o “Sara”, in questo commento? XD)

  • Ciao Anna,
    mi è piaciuto molto il gioco di punti di vista e alter ego degli incipit introduttivi, l’ho trovato molto stimolante !
    Complimenti anche per quest’ultimo capitolo, mi ha divertita la situazione della povera protagonista, costretta suo malgrado a uscire per socializzare.
    La tua protagonista è caratterizzata molto bene, emergono i suoi limiti e i suoi punti di forza e il lettore riesce a sviluppare empatia nei suoi confronti. Però, proprio per farle fare qualcosa di più temerario, voto per sveglia lo sconosciuto 🙂
    A presto !

  • Ho scelto che raccatta le sue cose e scappa via perché mi sembra la cosa più adatta al suo carattere, per come l’abbiamo vista finora, anche se non mi sembra la cosa migliore da fare.
    La farse sulle termiti che mi mangino viva mi ha fatto morire, delizioso, il dialogo interiore della nostra Giulia. Però una che il marito l’ha mollata in quel modo e rifiuta di flirtare con altri perché se no non mi riprende più, non si può sentire, che figliola triste, che riprenda la vita e l’orgoglio in mano, acciderbola! 😉
    Bellissimo capitolo, l’ho davvero molto apprezzato.

  • Ciao Anna
    in questo periodo sono su TheIncipit molto poco, anche se vedo che vari bravi autori hanno storie in corso.
    Avevo iniziato a leggerti e non volevo lasciare a metà la tua storia, finché mi riesce la seguo. Il capitolo mi è piacuto. Non ho dubbi sulla tua bravura. Nei tuoi racconti c’è un retrogusto di timidezza e pudore, in netto contrasto con il trend dei giorni di oggi – mondo diviso tra vincitori e perdenti, senza appello. – .
    Non scappa e chiede spiegazioni, o meglio, cerca di capire.
    🙂

  • Conoscendo Giulia, credo proprio che la sua prima reazione sia quella di scappare via inorridita. Sicuramente si è ubriacata e ha finito per cedere alle avance dell’uomo misterioso e ci è finita a letto. Ed è anche quello per cui ho votato anche se, vedendo bene, mi trovo in minoranza.
    Ottimo capitolo Anna, al prossimo 🙂

  • Ciao Anna,
    approdo adesso alla tua storia e devo dire che il capitolo che hai appena pubblicato è quello che mi è piaciuto di più…davvero bello! Ben descritto soprattutto: hai saputo rendere benissimo l’atmosfera di certi ambienti che non sono altro che delle grandi passerelle 🙂
    Davvero super il colpo di scena finale. ..e scambiamo due parole con questo sconosciuto 😉

  • Non avevo cliccato sul tasto “segui la storia” e rischiavo di perdermi il seguito. Per fortuna ho dato un’occhiata alle ultime uscite e sono rimasta piacevolmente sorpresa dal nuovo capitolo. Grande prova di scrittura sotto tutti i punti di vista, la cosa che ho apporezzato di più, sono le metafore. Il finale è il pezzo forte e per certi versi mi ha ricordato la scena di un film di cui non ricordo assolutamente il titolo, sorry. Comunque lei si sveglia e non ricorda assolutamente nulla. Nel film mi sembra che fugga via, invece io ho scelto la telefonata a Sara, magari nascosta in bagno. Ti segnalo solo una ripetizione (le sue mani /le sue ordinazioni). Per il resto è un capitolo stilisticamente perfetto e una storia con grosse potenzialità. Brava.

  • Raccattare le proprie cose ed andarsene via di soppiatto? Un classico.
    E siccome in questo episodio ho avuto la conferma che Giulia è una mia versione femminile quasi fedele all’originale (sì, anch’io mi sarei fatto pressoché tutti i problemi che si è fatta lei in questo episodio e negli scorsi), rimarrei sicuramente mella stanza. Ma di sicuro non sveglierei neanche il tizio (nel mio caso sarebbe stata una tiziA).
    Chiamare Sara? Io probabilmente non mi sarei neanche fatto convincere per buttarmi 😀 (Ma qui si va troppo sul personale e non voglio annoiare nessuno con questi argomenti).
    In conclusione, non so cosa scegliere.

    Domanda: per caso mi hai spiato per creare Giulia? 😀 XD

  • Giulia lo sveglia, spiegazioni!

    ” Non c’è persona in tutta Italia e in tutto il pianeta che abbia meno voglia di me di andare in giro per locali. E invece eccomi qui, inchiodata a questo sgabello e costretta a mostrare un sorriso che ammazzi la noia prima che sia lei ad ammazzare me. La fioca luce proveniente dai faretti a binario sul soffitto, che rischiarano le bottiglie di liquore dietro il bancone, mi ricorda quanto sia lontana da casa. È lì che dovrei essere. Mi sento in colpa, come se stessi tradendo i miei figli. …”
    HAI VINTO TUTTO.

  • Follie.
    Ciao cara, dopo averti trovata e letta e seguita laggiù dove tu sai , ti ho ritrovata anche quaggiù dove il sole non tramonta mai. Nel senso che , lo dico e lo ripeto, The Incipit resta la mia famiglia, il resto è solo vetrina affollata….

    Mi piace molto come stai portando avanti questa storia, vorrei che Giulia prendesse in mano la sua vita… in modo folle… fuori dagli schiemi, perchè le gioverebbe…

  • Molto bella la prima parte, sei riuscita a rendere con parole mirate, le certezze che si sgretolano, un mondo che viene giù, come i classici castelli di sabbia. Ho trovato alcuni passaggi particolarmente calzanti tipo “anche i pensieri sono intrappolati da qualche parte” che stanno a indicare l’immobilità psico-fisica dovuta a una situazione paralizzante.
    Per le scelte, ci ho pensato su, ma non mi sembra sia il caso di fare follie. Accetta l’invito, ma poi prende un taxi e succede qualcosa, perché il destino a volte è beffardo e si diverte a crearti dei problemi oppure dei diversivi o magari… Qui entra in gioco l’autrice con la sua sensibilità e capacità. Livello stilistico ottimo, una lettura piacevole e una trama molto interessante. A presto e grazie.

  • Per me è sicuramente un basta piangersi addosso, non mi sembra il caso che continui ad autofalgellarsi dandosi tutte le colpe del mondo compreso quella del disamoramento del marito.
    Esca con la sorella, le basta dire di sì, se no invece di un rosa ci scrivi un noir con protagonista suicida 😉
    È sempre meglio uscire a prendere una boccata d’aria Quando tutto ci sembra nero.
    Ciao

    • Ciao Marezia, le donne per natura sono più riflessive degli uomini (o paranoiche, dal loro punto di vista), perciò è inevitabile per loro star lì a rimuginare su tutti i se e tutti i ma, però questo è un rosa quindi è meglio che la scrittrice esca di casa o finirà per davvero con lo scrivere un noir 😉

  • Il rimbalzo quasi elastico dell’esplosione interiore mentre all’esterno la situazione sembra precipitare con calma e impassibilità assolute. Un’immagine quasi pittorica.
    Mi piace, poi, la riluttanza comprensiva verso la sorella. Direi che sarebbe opportuno che ci passasse sopra e uscisse a divertirsi : dopotutto, questo è un racconto rosa e il nadir non m può durare troppo a lungo!

  • Ciao Anna
    Credo che la protagonista abbia bisogno di pensare e scrivere aiuta a riordinare le idee, perciò voto computer.
    Ho notato che inizi ogni capitolo con una bella citazione, questa storia mi hanno fatto venire in mente questa poesia, che forse conosci:
    “Bussano alla porta.
    Chi è?
    Nascondo la polvere della mia solitudine
    Sotto il tappeto,
    preparo un sorriso
    e apro”
    (Maram al-Masri)
    🙂

  • Premetto che non so cosa farei se venissi tradito (non ho mai avuto questa “fortuna” perché la “mia ragazza” è sempre con me -se capisci che intendo 😉 -).
    Ok, scherzi a parte, sono indeciso tra “al diavolo le follie, me ne resto a casa” (sì, io sono quasi agorafobico 🙂 ) e “vengo, ma sicuramente non mi divertirò” (e questa è una cosa che mi capita spesso, quando esco).

  • Ciao Anna,
    mi sono imbattuta nella tua storia perché ultimamente mi interessa leggere di sentimenti….il che non signifuca necessariamente amore, ma tutte le meravigliise sfaccettature delle emozioni umane….in questo terzo capitolo le hai sapute descrivere benissimo, mi ha affascinata e resa davvero partecipe, dopo un capitolo iniziale cge, a dire la verità, mi aveva un po spiazzata e confusa.
    Io dico che la nostra protagonista fa un tentativo ma….
    Saluti, Cinzia

  • Comincio a volerle bene. Per il suo bene è meglio restare con i piedi per terra e affrontare la realtà.

    La descrizione della fine del suo amore è toccante, scritta bene, meravigliosamente resa. Mi piace molto il tuo modo di descrivere il suo mondo. Chissà quante persone hanno provato questi sentimenti e non sono riusciti a renderli.
    Complimenti.

  • Affrontiamo la realtà: scappare dai problemi non è mai servito a nessuno. Sono curiosa di sapere di più sulle scelte della protagonista nella vita reale!
    Questo capitolo mi è piaciuto moltissimo per la sua comunicatività e per il disperato appello al marito così sfuggente, estraneo al nucleo famigliare e a quei sentimenti una volta vividi. Mi sono quasi sentita male leggendo alcuni passaggi, ma la crudele realtà va affrontata che lo i voglia o meno!
    Un bacione ?

  • Sì, la realtà fa schifo. Il più delle volte. Per questo motivo ho votato di tuffarsi nella storia fittizia ma vitale.
    In fondo faccio così anch’io: “entrare” nei racconti che scrivo poiché so di poter far “andare come voglio” gli eventi della storia siccome ne sono l’autore. Ed è con questo metodo che mantengo la sanità mentale. Il più delle volte, almeno.

  • La metafora della striscia di ceretta è bellissima! 🙂
    Confesso che nel dialogo con l’alterego mi sono un po’ persa, per quello ho scelto quell’opzione, per capire meglio
    Sono curiosa, anche se l’idea di ritrovarmi protagonista di un “romanzo harmoy” mi farebbe effetto peggiore di un incubo, ahaha 😉
    A presto

  • Dentro e fuori dalla vicenda. Voglio accapigliarmi per capire con chi sto parlando (sarà che sono una mente contorta!) ; mi incuriosisce come la protagonista sia, in un certo senso, vittima del suo alter ego capriccioso, che si palesa quando vuole! Ho votato per il salto nel mondo reale. Brava come al solito. Ti seguo :)))

  • Bentornata. Ho deciso di seguirti anche se – sarò sincero – il tema che vuoi trattare non mi attira. Non mi piacciono i metaracconti, peggio ancora le simil-biografie di autori in crisi, ma sono curioso di vedere come te la caverai. Comunque complimenti per il coraggio.
    A questo punto ho scelto il ritorno al mondo reale, mi sembra ovvio.

  • Ciao Anna, bentornata 🙂
    Già il fatto di partire in prima persona mi obbliga a togliermi il cappello, trovo sia una forma di scrittura adatta solo a chi sa scrivere veramente bene.
    Per quanto riguarda la trama, hai scelto un tema di certo inflazionato ma non per questo meno interessante di altri: lo scrittore/ice alle prese con il famoso blocco. Più di altri però, hai voluto inserire non solo il suo alter ego, ma anche i personaggi di un sogno e ciò renderà sicuramente più godibile il racconto.
    Naturalmente seguo e ti faccio ancora i miei complimenti 🙂

  • Perché mi sembra di aver già sentito Akira Kurosawa? (Spero solo di non averlo confuso con Akira Toriyama…)

    Direi di continuare con la scrittrice ed il suo alter ego, magari con i due personaggi sullo sfondo. 🙂

    Va bene calarsi nel personaggio, ma mi sa che la protagonista ha leggermente esagerato. XD

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