E poi ci troveremo

Sparito

Si guarda intorno curiosa.

Tutto nella stanza le appare familiare e confortante, ogni dettaglio riecheggia di ricordi affettuosi, come una vecchia foto in cui ci si riscopra bambini.

«Non è cambiato niente, qui. Tutto è esattamente come quando c’erano i tuoi.»

«Tranne quella. Ti immagini la faccia di mia madre a vederla appesa in salotto?», sogghigna l’uomo, additando il quadro che campeggia sul muro, proprio sopra l’ampio divano sgualcito: la fotografia di una spiaggia al tramonto su cui quattro uomini nudi, di spalle, brindano innalzando le birre al sole calante.

La risata di Sanna è immediata e genuina. Sente sciogliere per un momento la tensione e l’inquietudine degli ultimi giorni.

«Riconoscerei quelle chiappe ovunque: le avete mostrate al mondo intero, un marchio di fabbrica. I globe-trotter dal culo al vento. La spiaggia però non la riconosco, non è uno dei viaggi che ho fatto con voi.»

«No, ci avevi già mollato. È il viaggio in Croazia, l’ultimo. Prima che Pietro… l’incidente. Prima che tuo fratello vendesse la moto.»

«E sposasse la stronza. A proposito di Sirio, è per lui che sono qui, lo sai. Devi aiutarmi, Giò.»

L’uomo si passa una mano tra i capelli, scostando le lunghe ciocche dal viso.

Intessute di fili bianchi, quelle ciocche, nota Sanna quasi sovrappensiero.

«Non vedo come potrei aiutarti, non so nulla più di quello che ti ho detto al telefono, non ho idea di dove sia. Non mi ha detto nulla.»

«So che non c’entri – gli sorride la donna, quasi a volerlo rassicurare – ma vorrei capire e tu sei l’ultimo ad averlo visto, che io sappia. Vorrei che mi raccontassi la serata, com’è andata.»

«Farò del mio meglio. Vuoi qualcosa da bere, intanto? Caffè, acqua minerale, una birra, se per te non è troppo presto.»

«Vada per la birra, quella foto me ne ha dato voglia. Chi se ne frega se è presto, in questa casa mi sembra di fare un tuffo nel passato, mi sento una ventenne.»

Il divano, afflosciato dal peso degli anni, sprofonda quando Sanna si siede, quasi ad avvolgerla nell’abbraccio del passato.

«Sono tre settimane che non dà segni di vita, nessuno sa dov’è, ha il telefono spento.»

«Hai provato a parlare con Giusy?»

«L’ho chiamata – risponde con una smorfia – mi ha detto che quel coglione è sicuramente da qualche parte a sbronzarsi o a farsi delle canne, visto che a cinquant’anni ha ancora il cervello di un adolescente minorato. E di non presentarmi a casa, tanto di suo non c’è più nulla: si è sbarazzata di tutte le sue cose appena è riuscita a sbatterlo fuori, meglio tardi che mai, ha aggiunto, nel caso il messaggio non fosse chiaro.»

L’uomo si passa di nuovo la mano tra i capelli: «Non è mai stata tenera, né diplomatica. Mi sono beccato certe amabilità, da lei, negli anni. Che è a causa di pezzenti come me se Sirio è un fallito è una delle più gentili.

Però, forse, non ha torto: non a trattarlo da coglione, intendo, ma sul fatto che magari è solo partito a fare un po’ la festa, a smaltire la vendita del negozio, la separazione. O a celebrarli.»

«Ma perché non mi avrebbe detto nulla, in quel caso? Mi bastava un SMS che dicesse che andava tutto bene. No, è successo qualcosa. Parlami dell’altra sera.»

Giovanni beve un lungo sorso di birra e si asciuga la bocca con il dorso della mano: «Che posso dirti? Sirio era normale, cioè, era eccitato, cazzo, come me, il concerto, l’evento, ci siamo divertiti un sacco. Era su di giri, non lo vedevo così da una vita.»

Sanna vorrebbe prendersi a schiaffi: avrebbe dovuto esserci anche lei, con loro. Come da ragazzi, quando si accodava al fratello maggiore per ogni uscita, festa, baldoria, avventura. Si&Sa gli inseparabili. Fino all’età adulta, poi la vita li ha allontanati. Da qualche anno si vedono poco, ognuno con i suoi impegni, preoccupazioni, obblighi.

Ma il concertone di Vasco avrebbe dovuto essere l’eccezione. Sirio aveva insistito tanto: «Vieni, sorellina, sarà un viaggio nel tempo, vieni!»

Aveva detto sì, aveva promesso, ma all’ultimo minuto Pierre-Henry le aveva frapposto mille problemi, pregandola di restare, che c’era bisogno di lei al Domaine per le visite guidate di giapponesi, che non avrebbe potuto cavarsela senza di lei.

E Sirio è andato al concerto solo con Giovanni. Nessuno lo ha più visto da allora.

La voce dell’amico la riporta al presente.

«Non so che dirti, era felice come un ragazzino, ha cantato a squarciagola tutta la sera.»

«Perché non siete andati via insieme, dopo? Com’è possibile tu non sappia dov’è andato, non doveva dormire da te?»

«Eravamo insieme nella ressa, all’uscita, ma a un tratto ha rallentato per rispondere al telefono, nel fiume di gente che spingeva verso l’uscita l’ho perso di vista. L’ho aspettato fuori, ma dato che  non arrivava ho pensato che ci saremmo trovati direttamente a casa. Ma non è rientrato.»

«Sai chi era al telefono?»

«Alfredo, l’ho sentito dire “Ciao Alf”.»

Sanna sussulta a quel nome, eco di cattivi ricordi, di dolore, di rimpianti. Non le ispira nulla di buono. Non vuole pensarci, la scomparsa di suo fratello non può essere colpa d’Alfredo.

Come prosegue l'indagine di Sanna?

  • Prova a sfruttare la pista della telefonata: Alfredo (75%)
    75
  • Si reca dalla ormai ex cognata, forse sa qualcosa o nonostante tutto nella sua casa c'è qualche indizio (15%)
    15
  • Continua a parlare con Giovanni, gli chiede di visitare la stanza in cui dormiva Sirio (10%)
    10
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290 Commenti

  • Ciao Befana! Avevo letto il finale del tuo racconto subito dopo la pubblicazione ma poi, per una serie di eventi complessi, non ho più avuto modo di commentare. Ti ringrazio per questa storia con la quale sei riuscita, ancora una volta, a regalarci uno sguardo speciale sul mondo attraverso protagonisti molto umani e vicini. Mi piace la tua capacità di scovare nella quotidianità la traccia per aprire storie sempre nuove. Che brava! Questo rapporto tra fratello e sorella è davvero ben raccontato. Ti aspetto presto con un nuovo incipit.
    Buona domenica 🙂

  • Ciao befana!
    Un’altra storia conclusa, un altro spaccato di umanità messo a nudo.
    Il racconto è gradevole e scritto bene come al solito. Se devo essere sincero, la cosa che più mi è mancata, per quanto l’avessi sostanzialmente preannunciato dalle prime battute è proprio “il morto” 😀
    So che sei un’estimatrice del genere “Giallo”, per questo mi aspettavo che ti cimentassi nel genere, perché ero molto curioso di vedere come lo declinavi.
    Beh, a pensarci bene, l’hai appunto declinato così: a modo tuo! 😀
    Con molta personalità e bravura e senza indulgere a banalità o al melenso.
    Quindi brava, una volta di più.
    Ciao, a presto

    • Ciao, Jaw,
      mi mancavi. Tra l’altro, qualche giorno fa, riordinando i miei file di testo, ho trovato un tuo abbozzo di incipit con un pub dall’insegna di legno… mi chiedevo se e quando mai lo pubblicherai e/o continuerai. 🙂
      Hai perfettamente ragione, per il genere: non osavo, ma per una gara ho scritto un noir che, mi hanno detto in più d’uno, era poco noir ma un bel racconto. Credo che ne trarrò il mio prossimo incipit (se riesco da un racconto di 10000 caratteri a tirar fuori un incipit di 5000) e lì il morto c’è!
      Ma ci penserò tra qualche settimana, questo era soprattutto un omaggio al Vasco della mia adolescenza e forse anche a tutti quei quarantenni che come me il passaggio dai 20 ai 40 l’hanno vissuto un po’ senza accorgersene, e poi arriva il momento in cui “adesso che non mi consolo
      guardando una fotografia…
      Però ricordo chi voleva
      Un mondo meglio di così
      Ancora tu che ci fai delle storie ma dai
      Cosa vuoi tu più di così
      E cosa conta chi perdeva
      Le regole sono così
      È la vita ed è ora che cresci
      Devi viverla così…”
      Ciao, Mr Jaw

  • Proprio un bel finale, Sanna e Siro si ritrovano, parlano, si dicono cose che forse non si sono mai detti, scherzano e poi quella domanda sussurrata ad un orecchio e quella risposta… Bello, ma bello, bello, bello. Io ho due sorelle, non le vedo spesso perché vivono entrambe a Londra. La più grande ha solo un anno meno di me (siamo praticamente cresciuti insieme). Con lei c’è sempre stato un rapporto speciale, spesso anche conflittuale, ma la verità è che non credo esista al mondo persona che mi conosca meglio… e che meglio mi capisca.

    • Grazie, Lou.
      In realtà io un rapporto così non l’ho vissuto: i miei fratelli sono parecchio più stagionati di me, ci vogliamo bene ma, se loro sono cresciuti insieme, io sono cresciuta con loro già grandi. Ma i miei figli hanno poca differenza d’età, son sempre stati complici e amici (anche feroci nemici talvolta), mi piacerebbe se potessero conservare e sviluppare un legame così una volta adulti. Aiuta avere l’appoggio e la comprensione di chi ti conosce da sempre. E un po’ ti assomiglia.
      Grazie per i “bello”: l’ho rigirato e riscritto un tot di volte sto finale, non mi ci stava mai tutto.
      Ciao

  • Ciao,
    Siamo arrivati in fondo, Sirio sta bene e Sanna ha ritrovato il fratello e quella parte di lei che era andata sbiadendo nella corsa verso la maturità. È stato un bel viaggio, scandito dai versi di canzoni che ricordano i giorni di tanti anni fa, quando contava vivere, più che sopravvivere.
    Spero davvero di ritrovarti in un altro racconto, a parte Maan, che mi tiene comunque un’ottima compagnia!
    Alla prossima, cara Befana!

    • Grazie, K.
      sì per ora cerco di fare arrivare in porto Maan e di terminare un po’ di cose. Anche se ho già un’idea di nuovo inizio: un racconto brevissimo nato per un gioco e che mi piacerebbe estendere qui per vedere la direzione che prenderebbe ma vorrei dedicargli tempo, allora per qualche settimana ci rifletto.
      Intanto, leggerò la tua storia in canzoni 🙂
      Ciao

    • Sai che, sembra uno stereotipo, ma più ci faccio caso e più trovo che tutti diventano adulti “in funzione” dei genitori? Chi calcandone le orme chi facendo di tutto per andare in direzione opposta… Mi sa che la freudiana uccisione del padre in realtà non riesce mica spesso.
      Grazie delle belle parole.
      Sono andata a cercare le nuove spine, l’altro giorno, ma non c’erano nuovi capitoli.;-)
      Ciao

  • Ed eccoci alla fine.
    Dunque, che possiamo dire?
    La coerenza mi pare ci sia stata. Forse il ruolo del marito è stato messo un po’ in secondo piano, ma alla fine il suo ruolo era proprio quello. Stare in secondo piano.
    Ho apprezzato il fatto di aver apprezzato 🙂 Sirio sin da subito. Non so perché, ma mi è stato simpatico da prima che entrasse fisicamente nella storia. Magari perché è un bambinone 🙂
    Tecnicamente non saprei dirti nulla di costruttivo, quindi sto zitto.
    Se ci sta spazio anche per me su quel furgone ci verrei volentieri. Ho studiato un po’ anche io enologia, però preferisco la birra 😀
    Ciao Bef,

    a presto

    • Giuro che non mi sono ispirata a te per Sirio, né fisicamente né altro! ahahah
      Il marito era volutamente secondario: i “problemi” non hanno niente a che fare con lui, che per Sanna resta l’uomo ideale, i suoi interrogativi riguardano l’origine delle scelte che ha fatto. Quello che mi dispiace è aver lasciato sullo sfondo i genitori, il loro carattere e il loro suicidio, avevo tutta una storia in testa che era ben legata a quella dei loro figli, ma non sono proprio riuscita a trovare lo spazio. Pazienza, resterà nella mia testa.
      Quanto al furgone, potessi, mi ci imbarcherei anche io e, sono sicura, che la birra non mancherà sul truck di Sirio, ci mancherebbe altro 😉
      Ciao

    • No, ero felice di concludere, non ho pianto, i protagonisti sono sereni, sono soddisfatta anche se ho riscritto il finale e continua a suonarmi un dialogo un po’ forzato per farci stare tutto, e malgrado ciò tutto non c’è stato. Spero prima o poi di provare a fare un vero giallo.
      Ciao

    • Sono molto contenta che ti sia piaciuto: l’ho riscritto più volte e anche se questa era la versione che mi pareva migliore continuo a trovare il dialogo un po’ forzato per farci stare tutte le risposte, ma non ho trovato altro modo.
      E un finale in cui nessuno piange! 😉
      Ciao!

  • Ciao cara,
    sono stata indecisa fino all’ultimo tra futuro (dopo tanto passato ci vorrebbe…) e perdono,..alla fine ho scelto quest’ultimo…perchè mi sembra che possa essere un’ottima chiusa per le storie dentro la tua storia: quella fra Sanna e Sirio, ma anche fra Sanna e Alfredo (ehi, mica mi dimenticherai Alfredo vero?)… e quella coi genitori suicidi…
    Mi è piaciuto il verbo aspergere al posto di bagnare, ma mi ha stonato “La donna – anzichè Sanna – allaccia i sandali”. L’ho trovato più impersonale, non so…giusto per trovare difetti dove non ce ne sono 😉
    Apprezzo sempre molto la tua scrittura fluida e soprattutto “vera”.
    Buona notte!

    • La donna mi serviva solo per evitare l’ennesima ripetizione di Sanna, non ho trovato di meglio. 🙂
      Il mio maggiore rimpianto è non essere riuscita a inserire e “chiudere” la storia dei genitori entro il finale, ma non ce l’ho proprio fatta, non potevo tralasciare niente del resto, loro sono rimasti sullo sfondo, spero che Sanna potrà riappacificarsi anche con quell’aspetto del suo passato, prima o poi.
      A rileggerci, sotto queste o altre spoglie 😉

  • Ciao Befana 🙂
    Ho votato per il perdono 😉
    La suspense c’è stata, magari non in forma di colpo di scena eppure è dal primo episodio che m’interrogo sul destino di Sirio. Il perdono ora sarà un ottimo argomento di dialogo tra fratello e sorella. Dopo tante cose non dette, immagino che dovranno trovare il modo per riallacciare il loro legame. Sanna sarà anche stata assente in un certo periodo della vita di Sirio, eppure Ivan riferisce a Sanna che Sirio era certo che la sorella si sarebbe messa in mezzo per capire il motivo della sua sparizione. C’è già un bel terreno per aprirsi al perdono, in questa convinzione.
    A presto per il finale!

    • In realtà non è stata assente, solo poco pronta a correre da lui quando glielo ha chiesto, si è limitata a restarsene nella sua routine confortante e parlargli per telefono.
      Ma lui sapeva che non avrebbe sopportato di essere lasciata totalmente all’oscuro delle sue intenzioni, si è un po’ vendicato. Mi sono immaginata Sirio come uno che tutta la vita ha cercato di fare quello che sembrava giusto per gli altri e non è che sia arrivato a grandi cose. Ora ha deciso di agire per sé, prima di non averne più il tempo.
      “Ci fosse anche solo una probabilità, giocala”… Ormai ho una citazione vaschiana per ogni occasione ?

    • No, figurati, non è un problema tuo.
      Il “ricordo marcante” è la trasposizione esatta dell’espressione “souvenir marquant”: come ho già cercato di giustificarmi con Gabriele, dato che Sanna, come la sua autrice, vive da vent’anni in Francia, che parli un italiano meticciato di francese ci sta. (Certo, era involontario, ma arrampicandomi sugli specchi posso dargli un suo perché XD).
      “Aspergere” è un po’ aulico, ma lo rivendico, non mi piacevano né schizzare né bagnare o che so io, mi piaceva l’immagine delle goccioline che le volavano sulle caviglie.
      Quanto all'”assentire ecc..” hai ragione: è brutto, l’ho cambiato diverse volte in tutte le variazioni di “fa cenno di sì con la testa in modo deciso” ma non mi piacevano o non ci stavano con i caratteri e volevo che l’assentimento fisico ci fosse. Non chiedermi perché, non lo so, ma ci tenevo. 🙂
      Ho meno temo per rileggere e “fignolare”, per usare un altro neologismo, in questo momento, immagino che si veda.
      Ciao, Lou e grazie grazie

    • Grazie,
      ho cambiato il “contorno” dei dialoghi un sacco di volte perché faccio fatica, e amo poco, a scrivere le didascalie, ma volevo tentare di dare “consistenza” ai personaggi e alla scena. Non un dialogo disincarnato scritto nero su bianco ma una conversazione tra amici d’infanzia in un parco assolato d’estate. Non so se è riuscito, ma è quello che tentavo di fare.
      Ciao 🙂

  • Basta parlare del passato 😀 sono praticamente nove capitoli di malinconiche rimembranze 😀
    Il perdono? Sinceramente non c’è nulla da perdonare a nessuno. Anche in questo caso si percepisce per tutto il racconto un latente senso di colpa, però se è vero che non ci si può perdere perennemente dentro i fatti propri, non ci si può neanche perdere dentro quelli degli altri.
    Rimane il futuro.
    Si dai, votiamo per il futuro.

    • Ma no dai, in questo capitolo i ricordi sono in gran parte a base di Oktober Fest, malinconici no!
      in realtà ci sono parecchi “perdoni” in sospeso di cui parlare, ma accetto il tuo punto di vista, ho lasciato la scelta apposta.
      In ogni caso il futuro ci sarà, quello arriva sempre, che lo si voglia o no!
      Ciao, sarcastico, alla prossima

    • Il titolo cita il pensiero di Sanna in fine di capitolo, sarebbe stato strano di censurarlo per farne una versione beneducata.
      Il ben scritto è soprattutto grazie allo staff che ha accettato la mia richiesta di sopprimere un enorme scambio di nomi da parte mia 😉
      Ciao, Alessandra, grazie

  • Ti ho mandato in parità, per ora, ma il buon Alfredo non potevo lasciarlo ancora lì ad aspettare.
    Pietro è l’amico morto, vero? Il desiderio da esaudire è di Pietro allora. Colpo di scena: Sirio sposa Ivan. No?
    Non farci caso, è tardi e non sono molto lucido. Brutta idea pubblicare di sabato sera…

  • Ciao Befy, molto bello questo capitolo, sia per lo scambio con Nadia, sia per quello con Giovanni.
    A volte Sanna sa essere molto dura con se stessa, come in chiusura di capitolo. Spero che possa ritrovare Sirio… e anche un po’ di autostima.
    Tra poco siamo già al nono episodio?!? Ma dai, è volata!
    A presto 😉

    • Bé, che sia spesso più concentrata sulle sue fisime che su quelle degli altri è abbastanza vero. Forse non è l’unica.
      Ho cercato di parlare un po’ più di Sirio, stavolta, per controbilanciare, mi restano due capitoli per mettere tutto quello che avevo in testa e non c’è entrato finora…. bisognerà fare delle scelte, credo.
      Ciao

  • Beh, una telefonata prima di partire per la Germania ci sta tutta…e poi io voglio sapere di Alfredo!
    Ciao befana! Ti leggo sempre con piacere, però quest’ultimo episodio l’ho trovato un pò meno scorrevole. In particolare, non mi ha convito il brusco passaggio dal ricordo della conversazione con Nadia al momento in cui Giovanni raggiunge Sanna: l’ho trovato poco fluido. Ad un certo punto c’è anche una svista, dici che è morto Ivan 😉
    Forse è stato pubblicato più frettolosamente degli altri, senza l’ultima rilettura? Ho avuto questa impressione…
    Comunque sono ansiosa di svelare il mistero…alla prossima!

    • Sul passaggio tra i due blocchi ho cercato come renderlo più evidente (all’inizio lei scuoteva la testa riflettendo alla vastità della Germania e lui arrivava chiedendo se c’è l’avesse con lui per il ritardo) , ma cozzavo nel conto dei caratteri, ho sperato che passasse comunque, visto che all’inizio si sa che è nel parco ad aspettare Giovanni e in attesa riflette alla mattinata. C’ho provato.
      Per il frettoloso no, ho pubblicato in fretta, si, perché mi convinceva e ne avevo il tempo, dovevo approfittarne. Per lo scambio di nomi, ho riletto un sacco di volte, facendo attenzione…. e mi è scappato lo stesso. Mettiamolo sul conto dei neuroni che evaporano, alla mia età ?
      Ciao

    • Confesso che se prevalesse “torna a casa” non avrei niente di pronto in testa, dovrei improvvisare, ma ci voleva una terza opzione. Le altre due però valgono uguale: se chiama e il fratello non c’è stato, cosa va a fare in Germania? La birra è buona, mi dirai…
      Per i Metallica, ti lascio sciegliere l’idolo di Pietro e l’acconciatura vintage ?
      Ciao

  • RIeccomi, befana. Avrei votato per la telefonata, ma il movente (parlare con Alfredo) non mi convince. E allora che faccia questo viaggio, per cercare il fratello e ritrovare sé stessa.
    Il refuso Ivan/Pietro mi ha un po’ confuso, in prima lettura.
    Dunque Sirio vuole realizzare anche un sogno di Pietro? Questo sembrano dire le indagini 🙂
    Bellissima la descrizione del corteggiamento a Nadia: dove la ex moglie vedeva un tombeur de femmes c’era invece un povero diavolo dai sentimenti puri.
    Mi ha intenerito e fatto riflettere su quanto le passioni siano in grado di accecarci.
    Ciao, brava, buon weekend 😉

    • Mannaggia, e dire che c’ero s’tata attenta, credevo d’avere ricontrollato bene, quelle 10/15 volte, per non scambiare i nomi!!!!!!!!! (I punti esclamativi rimpiazzano le parolacce). Ho chiesto per mail allo staff di cortesemente togliere il soggetto sbagliato, se fossero così magnanimi, se no pace!
      Ti dirò, Giusy e Pietro sono un po’ il sunto di diverse coppie che ho conosciuto che si sono ostinate a restare insieme per anni, a volte per sempre, per rabbia, dispetto, pura abitudine, ognuna con il suo motivo ma mai giusto. Volendo, anche questo un tema molto “vaschesco”, vd. “La nostra relazione”, bellissima canzone.
      Ciao

    • Diciamo che le mie citazioni filmiche sono sempre abbastanza autobiografiche 😉
      Quanto alla coppia sbagliata, sarò sfortunata io, ma ne ho incontrate tante di coppie che non si sa per quale ragione stiano insieme e quando la si sa, non è una buona ragione. Erano giovani, e in realtà nella storia “globale” che mi feci nella mia testa il matrimonio di quei due ha una storia e delle ragioni precise, ma ho sempre più il dubbio che non troveranno spazio in questi 10 capitoli.
      Ciao

      P.S. Proprio brava: sono stata attenta attenta e sono riuscita a infilare un Ivan al posto di Pietro. Che catastrofe!

  • Buonasera Befana 🙂
    Mi è piaciuto molto il dialogo tra zia e nipote, infatti alla fine del capitolo ci sono rimasta un po’ male… aspettavo il seguito. Dialogo sciolto e leggero, proprio ben raccontato.
    L’opzione di una nuova donna accanto a Sirio poteva essere un buon motivo per vederlo sparire eppure… non ci avevo proprio pensato.
    Sogni d’oro 🙂

  • Par condicio… Chissà se indagare nella vita sentimentale di Sirio possa aiutare Sanna a fare un po’ di chiarezza nella sua, ne avrebbe bisogno.
    Mi piace molto l’atmosfera malinconica che si respira in questo racconto, accentua il mistero della scomparsa di Sirio ma anche il senso di colpa di Sanna, brava 🙂

    • Ah ah ah, sì, l’espressione l’ho inventata per l’occasione ma il concetto è parte integrante di me ormai, che parlo “da Rital” per i francesi e “con la r moscia e l’accento sull’ultima vocale” per gli italiani, decisamente autobiografico. Ma solo quello!
      Per le scelte, sì, tanto di entrambi volevo parlare, bastava decidere le dosi 🙂
      Ciao

  • Rieccomi, befana. Ho votato per la parte condicio. La nipotina avrà qualche anno in più di sedici, ma il suo fraseggio mi è molto familiare 😀 Lo hai reso benissimo, tra l’altro togliendomi il dubbio che il verbo “sclerare” fosse slang regionale… mi sa che lo faccio usare ad Agata 😀 . Sanna, in fin dei conti, sta risolvendo un giallo familiare, di quelli che non hanno nessun vero colpevole. La tua prosa è sempre profonda e coinvolgente.
    Ciao, ti auguro una buona settimana

    • Parte condicio e parte napoletano… lo so che è colpa del correttore ma mi faceva ridere!
      In realtà sclerare temevo fosse passato di moda perché era dei miei tempi ma a quanto pare è intramontabile, schizare è una mia improvvisazione per diventare schizo. La nipotina dovrebbe averne solo 2 in più di 16, siamo lì!
      Mi sa che ognuno è un po’ colpevole del proprio giallo! ?
      Ciao

  • Ciao befana,
    chissà perchè non mi convince l’idea che Sirio si sia impelagato in una nuova storia d’amore…lo vedo più rivolto a dare un senso alla proprio vita…anche se l’amore in effetti ne è una parte importante. Vabbè, è solo una sensazione… 😉
    Per il prossimo…par condizio: io darei ad entrambi lo stesso spazio, perchè è importante vedere le cose da punti di vista diversi 😉
    Un saluto… et une joyeuse dimanche!

  • Se questa Nadia c’entra davvero in questa storia, allora io punto tutto su di lei.
    Sai, per qualche motivo non avevo pensato a una donna.
    Avevo solo immaginato motivazioni filosofiche spicciole che avessero indirizzato Sirio a fare quello che ha fatto.
    Certo, in tutto ciò non ho minimamente considerato tutte le diatribe mentali della protagonista, mi sono solo concentrato sulla scomparsa del fratello. Che egoista 😀

  • Questo non-giallo (tranquilla, non lo dico in tono denigratorio, perché sai che anche il mio…) ha sempre più una connotazione psicologica e questo è un taglio che mi piace (tant’è che anch’io…). Non credo che tu possa avere difficoltà a chiudere il racconto nei prossimi tre capitoli, ma forse Christian si aspetta una svolta da vero giallo (che non credo sia nelle tue intenzioni).
    Vincerà – credo – la par condicio, ma fosse per me approfondirei la storia di Nadia perché potrebbe essere fondamentale per la storia.

    • Figurati l’ho detto da subito che non era un vero giallo. (Pensa che per le OL devo scrivere un noir in meno di 3 giorni!)
      Ti confesso che per un attimo temevo di non avere di che fare 10 capitoli ma di finire entro i 10 mai. In ogni caso Nadia e Ivan fanno parte della mia idea, ho lasciato decidere ai lettori solo in quale proporzione.
      Ciao

    • Accipicchia che entusiasmo e io che temevo mi rimproveraste di aver rimesso insieme troppi fili e ritirato in ballo Ivan che non lo volevate, sono contenta che ti sia piaciuto. Ero rimasta un attimo persa dal risultato dell’ultima votazione poi ho trovato l’idea e il capitolo è uscito ?
      Ciao

  • Non sapevo proprio cosa votare, alla fine ho assecondato la massa: la chiama la nipote e…
    Ah bene, un bel capitolo infarcito di ricordi… Citazioni a parte, a me la storia della capsula del tempo ha fatto pensare più a Ligabue che a Vasco (Te la ricordi ‘Ho messo via’? Canzone orribile che ha segnato la mia definitiva rottura col Liga… Anche se c’era almeno una frase memorabile nel testo “ho messo via un po’ di consigli (…) li ho messi via perché a sbagliare sono bravissimo da me”).
    L’episodio è scritto bene, notevoli alcuni passaggi, efficace l’effetto nostalgia dei bei tempi andati (che non mi ha depresso, tutt’altro).
    Sirio ‘che scrive lettere che nessuno mai leggerà’, mi ha ricordato qualcuno…
    Bravissima Befana!

    • Ahaha, per fortuna che non sono una fan oltranzista di Vasco, se no tirarmi in ballo il Liga la prendevo male! (In realtà il mio apprezzamento del Ligabue si è fermata al bar Mario XD). Vasco è solo nel letto ormai disfatto e nella foto che non consola (e nel mio giochino in chiusura dei capitoli, ma quello ahimè non lo ha colto nessuno), i ricordi sono solo di Sanna e dei suoi cari.
      Questa cosa della nipote non assecondava me, ma dopo molto piangere sulle “scelte versate” del pubblico credo di aver trovato la chiave del prossimo capitolo: sono quasi convinta.
      Grazie, Lou, anche ma non soltanto per non averlo trovato deprimente!
      Ciao

      P.S. Mi sa che i “Siri” che preferiscono scrivere a parlare sono più di quel che si crede 😉

      • Quando ero ragazzo li odiavo i fan del Vasco. Mai sopportati.
        I Litfiba erano un po’ troppo per me, che in fondo ero un bravo ragazzo, e il 666 e quella roba lì mi facevano temere per la mia anima.
        Ligabue, il primo Ligabue, mi piaceva, mi piacevano i suoi testi e, ti dirò, anche la sua musica… Poi però è arrivato Sopravvissuti e Sopravviventi e Ho messo via il Liga o, meglio, l’ho proprio lanciato dal balcone (Dicembre 1993, Disco volante su Napoli? No, il mio CD di S&S che sfida la gravità per tre piani, ruotando su sé stesso a velocità supersonica e spargendo tutt’intorno riflessi di raggi solari arancio pallido, uno shuriken destinato a conficcarsi nel braccio in posa da culturista del cactus della signora Carfora… e lì rimasto per un periodo indefinito, a infastidire uccelli e a vibrare nel vento…

        • Ah ah ah! Inquinatore di cactus, vergogna!
          Io amavo anche i Litfiba, ne ho fatto parecchi concerti, ma non li ho mai associati al 666. Ligabue mi sono fermata a Piccola stella senza cielo, il primissimo album, insomma. Di Vasco mi sono innamorata con Vivere una favola, dovevo avere 14 anni, poi ne ho esplorato il prima, magnifico e molto avanti per l’epoca. direi che ho smesso con gli spari sopra ma continuo ad amare molto la prima parte della su produzione. Però non sono mai stata una fan intransigente e intollerante di nessuno, né in letteratura né in film né in musica, credo non sia nella mia indole.
          Ciao

  • Contattiamo Ivan con l’aiuto di Giovanni.
    Bella questa carrellata tra le foto del foto del passato con qualche citazione di Vasco e qualche osservazione davvero sentita, … resta serio come chi sa che non invecchierà, la collana che non toglieva mai… brava come sempre, Marie.

  • Bello questo capitolo, mi ha fatto ripensare a quando si viveva in compagnia degli amici, sui motorini, a girare il mondo in tondo. Che strano ,pare che, alla fine, si sia passati tutti per gli stessi sentieri, corridoio, spazi aperti. Tante vite, tutte diverse ma in fondo, tutte legate. Essere giovani é così bello! Grazie, mi hai fatto tornare in mente un sacco di cose belle!

    • Grazie a te: mi hai tirato un po’ su il morale, da alcuni commenti qua sotto sembra che il capitolo abbia depresso i lettori, giuro che non era mia intenzione.
      Penso che tu abbia ragione, mi sa che si è tutti giovani più o meno nello stesso modo, ognuno a modo suo: gli amici, i sogni, l’autonomia, anche quando è solo quella del primo motorino 🙂

  • Bellissimo capitolo… e potevo avere dubbi quando Befana è alle prese con le emozioni che escono da una scatola piena di ricordi?
    Brava, davvero molto bello. L’appunto su Pietro, sul finale, è toccante.
    A questo punto chiederei ancora un aiuto a Giovanni per rintracciare Ivan 😉

    (ps: proprio per trovare il pelo nell’uovo… a proposito degli occhi della madre, avrei lasciato “… in un mare di rughe…”, non di “rughine”. Bazzecola).

    A presto, un abbraccio.

  • Ciao befana,
    anche in questo ennesimo episodio ho colto una poesia malinconica che me lo ha reso bello, perchè corrisponde un pò allo stato d’animo in cui verso ultimamente….e che tu sai rendere benissimo con i piccoli gesti e i frammenti di vita di Sanna e di tutti quelli che costituiscono il suo mondo, passato e presente.
    Aiutiamo Sanna adesso a venire fuori dal turbine emozionale…ho votato per la nipote.
    E’ sempre un piacere leggerti, e, in relazione al precedente episodio, volevo dirti che i dialoghi mi sono sembrati un’ottima scelta narrativa per seminare indizi e “tasselli informativi”. a me no dispiaccio affatto 😉
    Buona domenica!

    • Sei sempre molto gentile, sono contenta che ti sia piaciuto, ho fatto molta fatica a scrivere questo capitolo, non mi piaceva mai!
      Pensavo anche io di aver messo un po’ di malinconia, ancora, ma sembra che per alcuni sia più una depressione grave, che uno spleen, cercherò di mettere meno lacrime per il futuro. 😉
      Ciao

  • Capitolo intenso e intriso di malinconia, brava davvero a renderla vivida. Per il prossimo ho votato per la nipote; questa ricerca spasmodica di trovare qualcuno che possa metterla in contatto con Sirio deve finire prima o poi, e quale miglior contatto quale la nipote?
    Ciao e buona domenica 🙂

    • Ma no! Tutte a scatafascio, no: Giovanni, per quel poco che ne sappiamo, vive sereno, Sirio aveva un lavoro poco felice e un lavoro che non era quello dei suoi sogni. Tu hai 20 anni, ma tra quelli che ne hanno il doppio, i casi di questo tipo non sono mica rari, e la maggior parte non vedono proprio il problema! 😉 Ha persino deciso di darci un taglio e inseguire quello che vuole davvero, non è una cosa triste; difficile, che fa paura, ma triste no. Pietro ok, ma, anche se avete tutto il diritto di aver perso il dettaglio, il suo incidente a partire dal quale il gruppo si è allentato è già citato nel primo capitolo. Di Ivan sappiamo che è emigrato, il motivo c’è ma a quanto pare non lo vedremo nel prossimo capitolo!. Nulla dice che non viva una vita felice. E Sanna sta rimettendo forse in questione le sue scelte, ma fino ad allora non sembrava insoddisfatta della sua vita.
      Non volevo deprimere nessuno, giuro 😉
      Ciao

  • Ciao befana,
    siccome fra i due litiganti il terzo gode, ho optato per la telefonata che distrae…anche se…io voglio sapere come va a finire con Alfredo, eh?
    Sempre piacevole la tua lettura: e i c… che si sprecano danno quel giusto colore ad una situazione in cui c’è bisogno di sfogare le proprie emozioni 😉
    Buona notte!

  • Alfredo ha ragione, è ora di parlare con lui…
    Attraverso i dialoghi hai portato avanti la storia in maniera intelligente e che incuriosisce sempre di più. Comprendo il senso di colpa, spesso ci chiediamo se fare le cose quando le facciamo non sia inutile perchè non le abbiamo fatte quando dovevamo… mi sono capita da sola. Domanda: è per mancanza di spazio ( The Incipit limita) o per scelta narrativa che hai portato avanti la storia avvalendoti quasi esclusivamente dei dialoghi?

    • Si, il senso di colpa giustificava anche la frenesia con cui Sanna cercava di ritrovare un fratello adulto e apparentemente partito di sua volontà. Il non esserci stata quando lui ne aveva bisogno motivava un po’ la cosa. L’abuso di dialoghi è volontario ma un po’ per necessità: ho in mente diversi elementi della storia e del presente dei personaggi che motivano le loro scelte passate e quelle attuali, vorrei farle emergere tutte e con i 10 per 5000 caratteri mi trovo alle strette: le spiegazioni didascaliche inserite nel testo non mi piacciono, farli uscire da accenni nei dialoghi è il solo modo che ho trovato. Spero di riuscire a non fare tutti i capitoli così. 🙂
      Ciao

    • Figurati, leggi quando puoi/vuoi, non c’è mica la prescrizione medicale! 😉
      In realtà non volevo metterci tutti questi dialoghi, ma ho un sacco di elementi in testa ed è l’unico modo che ho trovato per farli emergere senza appesantire troppo la lettura, almeno spero. Credo che dovremo aprire la scatola.
      Ciao

    • Eh, sì anch’io vorrei metterci le tre cose ma dovevo dare delle priorità anche perché nei due ultimi capitoli ho già dovuto togliere un sacco di cose che contavo mettere, spero di riuscire a inserirle prima o poi, come tornare su quel background, che non è che l’ho buttato lì così, ha un suo perché.
      Ti ringrazio di quel benissimo, “leggermente” esagerato 😉
      Ciao

  • Tutto dialoghi questo episodio, ti stai mettendo alla prova? Ottimo, prova riuscita. Vabbè, per renderli più realistici hai riempito il confronto tra Sanna e Giovanni di esclamazioni… falliche (spero che così il mio commento non vada in moderazione), ma ci sta. Non so cosa significhi “sorrata”.
    Credo che Sanna debba parlare con Alfredo, è una persona a modo, la scatola può aspettare ancora un po’.

    • Dici che dovevo variare le parolacce, ma quella fallica è sicuramente quella più di uso comune, quasi una virgola nel parlato.
      In realtà mi sono posta il problema del capitolo tutto dialogo ma non ho trovato altro per esplicitare rapidamente diversi dettagli senza fare troppi spiegoni. Alfredo, penso anch’io che non sia cattivo e due parole se le meriti, ma con quella scelta mi ritocca un dialogo-fiume.
      Ciao
      P.S. Sorrata è la deformazione del napoletano “soreta” (si scrive così?) che lo so che vuol dire tua sorella, ma dalle mie bande si usa come nomignolo affettuoso-prendingiro per le sorelle.

  • La telefonata di Sirio, ovvio! Un bel colpo di scena che hai sapientemente lasciato cadere proprio nelle ultime battute. Ma torniamo al racconto, scorrevole come al solito, ho ritrovato qualche analogia con un altro racconto (i segreti del castagno), per esempio la visita dei luoghi dell’infanzia e la scatola di legno. Le analogie effettivamente si fermano qui 🙂
    Un paio di appunti. Dialogo: “Tu sei? La sorella, che scemo”. Manca una pausa tra la domanda e l’illuminazione, che avresti potuto rendere chiudendo il virgolettato e introducendo un’azione, per esempio.
    Altro appunto sempre nel dialogo: «E?» Non ricordo di aver mai trovato questa forma. In genere vengono associati dei puntini di sospensione. Vedi tu…
    Per il resto, un racconto che incuriosisce il lettore, che si prende le giuste pause e gode di uno stile raffinato. A presto.

    • Non ho letto I racconti del castagno, in realtà seguo pochi racconti qui sul sito al momento, ho sempre più cose da fare (o che vorrei fare) che tempo per farle.
      Venendo ai tuoi appunti: hai ragione su tutto. È vero, tra chi sei? e la risposta avrebbe dovuto sbuffare, o grattarsi la fronte o fare un gesto; e sì, la “E” così è strana, sarebbe stato meglio un “E quindi” o i puntini di sospensione, ma volevo comunque tenere la forma di “interrogatorio” ansioso e non avevo più spazio. Non è una giustificazione ma è la sola spiegazione che ho: credo che il capitolo faccia 5000 cc precisi. In prima stesura ne faceva più di 8000! Ho passato due giorni a togliere e spurgare, tutto quello che ho lasciato volevo che ci fosse e ho ridotto al minimo i caratteri per dirlo. Forse se mi fossi data qualche giorno in più avrei potuto fare meglio, ma ero già in ritardo e non volevo lasciar passare due settimane intere.
      Grazie mille della tua attenzione, a presto

  • Beh, visto che Sirio stiamo cercando, sulla telefonata di Sirio mi concentrerei no?
    Ciao befana, è davvero un piacere leggerti…queste gocce di memoria che stillano dal tuo racconto…struggenti e vivide allo stesso tempo (i genitori abbracciati davanti al camino). E’ molto bello il tuo dire/non dire, attraverso immagini ed emozioni in pillole.
    Bella la frase R”impiange quell’epoca spensierata, in questi giorni colmi di inquietudini.” riferita all’infanzia.
    Anch’io quando penso alla mia infanzia rivedo solo sole. Non una sola giornata di pioggia.
    Buona domenica 😉

    • Ma sì l’infanzia è piena di giorni di pioggia: con la mantellina e gli stivali di gomma a saltare nelle pozzanghere per infangarsi tutti! In realtà quando guardo i miei figli mi rendo conto che la famosa “spensieratezza” dell’infanzia scompare verso i 4 anni circa, ma chi non pagherebbe per avere solo dei crucci di bambino tutta la vita?
      Grazie delle belle parole, davvero

  • Ciao Befy 🙂 che bello questo capitolo. C’è molta nostalgia tra le righe e si respira qualcosa di irrisolto e doloroso, tuttavia sento un forte impulso a guardare avanti, ad andare oltre.
    Sono curiosa e vorrei dare una sbirciata alla scatola… però scelgo di continuare con la telefonata di Sirio.
    Buonanotte 🙂

  • Dovrei rimproverarti più spesso… ora i dialoghi sono perfetti, meglio di quelli dell’episodio precedente. La tua nota caratteristica resta comunque il passo che tieni, rilassato, meditativo, leggermente venato di malinconia.
    Mettiamo la telefonata al centro del prossimo episodio.

  • Mi piace come sovrapponi il viaggio alla ricerca del fratello con il viaggio nella memoria, le due parti sono bilanciate e legate bene, e il “triangolo” con Alfredo e il marito accentua ancora di più la commistione tra presente e passato.
    Questa volta però ho un appunto da farti, avrei rimandato la telefonata di Sirio, avrei esteso la preoccupazione di Sanna, così non ha il tempo nemmeno di spaventarsi che subito sa che il fratello è vivo, ma è solo la mia opinione e si sa che tendo al dramma 😀
    La scatola, forse la telefonata non rivela indizi utili…

    • Dici? A me pareva che il dubbio sul suicidio ormai non ci fosse più: ha venduto casa, se contava morire a che pro. Cerca un furgone, parla di cambiare vita… Però il dubbio se aspettare ancora a farlo chiamare l’ho avuto: ho deciso più che altro per avere tre linee di ricerca ugualmente valide. E che abbia chiamato non vuol dire che si farà trovare, magari vuole confondere ancor più le tracce.
      La tua opinione è sempre molto rispettata da queste parti 🙂
      Ciao

  • Ciao! Storia interessantissima, mi interesserebbe sapere anche cosa c’è dentro la scatola, ma la telefonata adesso è troppo importante… Chissà, mentre riceve la telefonata, comincia distrattamente ad aprire la scatola ed a scoprire cosa nasconde. Comunque, davvero brava, ti sei cimentata in tanti generi diversi, e sempre ottime narrazioni. Io sono un principiante, anche se leggo, ed immagino, spesso. Sono tornato dopo un anno ad aggiungere un episodio alla mia storia, ho avuto troppi casini l’anno scorso, ma non ho smesso di pensarci, anche se mi intimidisce un po’. Quest’anno la voglio finire. Non so se è il tuo genere, ma un tuo parere mi piacerebbe sentirlo. Buona giornata e buona scrittura!

    • Sono d’accordo con te: difficile pensare che possa ignorare o la telefonata o la scatola. Era più per sapere quale elemento mettere al centro del prossimo capitolo. Ti ringrazio dei complimenti, non sono sicura di essere riuscita a esplorare tutti i generi in modo proficuo, ma di sicuro, nel mio piccolo, questo sito ha migliorato il mio modo di scrivere.
      Non ho capito cosa ti intimidisca, ma penso che tu faccia bene a voler terminare il racconto, le storie abbandonate mettono sempre tristezza 🙂

  • Buondì Bef,
    io mi concentrerei sulla telefonata.
    Finalmente c’è stato un accenno di reperibilità da parte Sirio. Appare ovvio che Sanna voglia sapere cosa si siano detti.
    Ora bisogna capire se Sirio si sia infilato in qualche situazione estrema, e quindi non ha voluto tirare in mezzo la sorella, oppure è stato semplicemente preso dalla sua passione di cuoco errante (e per cui probabilmente ha venduto la proprietà di famiglia).
    Tuttavia egli non ha mai nascosto questo suo desiderio, quindi la faccenda immagino sia più complessa.
    In ogni caso s’inizia a vedere una traccia concreta.
    Bel capitolo, mi è piaciuto molto.
    Mi piace sempre quando c’è qualcuno che insegue qualcosa in cui crede. Alla fine l’energia positiva della speranza ha sempre un suo perché 🙂
    Ciao,

    a presto

    • Eh bé, chi non ha amai avuto il fantasma recondito di mollare tutto per inseguire un sogno abbandonato?
      In realtà è evidente che della telefonata si parlerà, impossibile che Sanna la ignori, volevo solo decidere su quale aspetto concentrare maggiormente il prossimo episodio.
      L’opzione Sirio si è messo nei guai non mi aveva ancora sfiorata: interessante.
      Ciao

  • Ciao Befana. Mi piace il modo che hai scelto per raccontarci questa storia.
    Mi piacciano i tuoi personaggi e la tua scrittura.
    Restano parecchi punti interrogativi, risposte da cercare nel passato e nel presente.
    Al povero marito, lontano e cornuto, direi di concedere almeno un paio di minuti di algida conversazione, di quelle che non rassicurano abbastanza e che magari lo convinceranno a…

    • Hai ragione, il povero marito temo resti un personaggio sullo sfondo, evocato qui e là, lontano dalle azioni che si svolgono a sua insaputa. È dura gestire in modo equo tanti personaggi nello spazio limitato dei dieci capitoli. Spero di riuscire a dare un po’ di spazio anche a lui, perché tra l’altro l’ho immaginato pieno di qualità positive.
      Ciao, Lou

    • Nella mia testa la correlazione tra passato e presente è forte anche nelle ragioni che hanno spinto Sirio a partire, ma non so se lo è nel senso che intendi tu.
      Tanto per ora la ho presente la traccia della storia ma è ancora abbastanza vaga, restano parecchi dettagli da definire. E uno me lo hai fatto notare tu in un precedente commento: credo di avere più o meno trovato la soluzione. ^^
      Ciao, buona fine d’estate

  • Capitolo intenso e scritto come si deve, difficile trovare sbavature, forse un tempo verbale che non vale nemmeno la pena di sottolineare.
    Per quanto riguarda le opzioni, ho votato quella che mi sembra la più plausibile, anche se non scontata, ossia che il suo obiettivo primario è trovare Sirio. Capisco che non è mai facile mettere da parte il caos che la divora dentro, ma sarà sempre in tempo a farlo, o almeno credo.
    Ciao carissima, buon ferragosto 🙂

    • No, dai, ho riletto tante di quelle volte: ho ancora lasciato un tempo verbale alla cappio di cane?! Argh.
      Mi sa che siete tutti molto più saggi di me, io l’avrei lasciata gestire i disastri sentimentali, invece è sicuramente meglio cercare di sapere cosa combina Sirio.
      Ciao e buon ferragosto anche a te.

  • Le critiche, se sono costruttive, servono tantissimo. Io le preferisco ai commento positivi che servono solo ad accrescere l’Io dell’autore e frenarne la crescita (mi sa che molti lettori/autori lo fanno a bella posta).
    Insomma, stavolta ai dialoghi sei stata attenta e il risultato si vede.
    Ti invito invece a non riflettere sulla mia definizione di “fascino algido” della tua scrittura, perché la lucidità e il garbato distacco del tuo narratore è la forza del tuo stile, senza mai un cedimento, un eccesso di pathos o un rallentamento.

    • Ehi Napo, infatti non mi sono mica offesa, tant’è che ho seriamente riflettuto alla questione dei dialoghi ne ho riletti parecchi e ho spulciato diversi consigli e guide. Ho cercato di spiegare à Chiara e à te (mica facevo il copia e incolla) come li pensavo e lavoravo io. I dialoghi di questo capitolo erano già scritti quando ho letto il tuo commento. Ho solo accorciato un paio di battute e lasciato un paio di ripetizioni (questo è stato durissimo, argh!)
      Sulle critiche sono d’accordo con te, ho avuto uno scambio in proposito proprio ieri.
      Quanto a riflettere sull’algidità dello stile, non intendevo dire che cercherò di cambiare, solo che rifletterò a cosa possa significare e se sono d’accordo.
      Ciao e buon ferragosto

  • RIeccomi, befana. Ho votato per mettere da parte il caos. Mi piace come si è svolta la “indagine” fin qui: a ogni capitolo è corrisposto un nuovo personaggio, mostrato con una profondità di sfaccettature rara, per dire che avevi solo cinquemila caratteri a disposizione. Se poi ci aggiungi che li hai disseminanti di riferimenti… e scrivo disseminati per fingere di averne trovato più di due a capitolo 😀
    Riflettendo su ciò che ho letto di tuo, mi ha colpito ricordare ogni singolo capitolo come un dialogo in senso ampio: un confronto tra il personaggio principale e gli altri.
    Poi magari è una scemenza, ma per quanto mi riguarda fa parte del fascino di ciò che scrivi.
    Ciao, ti auguro una montagna di ottimi giorni 🙂

    • Grazie davvero,
      anche se credo tu abbia dato molti più anime e significati a queste pagine di quanti ne abbiano davvero. Disseminato? Forse sì, perché a volte mi rendo conto che sto citando anche senza averlo deciso (ad esempio il titolo del 3 capitolo), ma direi che è disseminato solo di riferimenti a Vasco, l’idea mi è venuta pensando e ascoltando il suo concerto/celebrazione, e il racconto è decisamente dedicato alle sue canzoni (anche se penso che lui non ne saprà mai nulla), e forse un po’ anche al (la grande fortuna di) crescere in Emilia. Per il resto, temo di non essere mai originale, i temi sono poi sempre quelli: quali scelte guidano la nostra vita, come le facciamo queste scelte, scegliamo davvero quello che volevamo, scegliamo quello che è meglio, c’è sempre tempo per tornare indietro o mollare tutto e ricominciare? E poi c’è un fratello scomparso da ritrovare, certo, anche quello. 🙂
      Un mare di ottimi giorni anche a te

  • Alfredo non ha perso l’occasione buona 🙂
    Capitolo intenso, in particolare il paragrafo sulle parole che alleggeriscono l’anima, bello ed efficace.
    L’antica paura legata al testamento mi ha incuriosito, spero svelerai qualcosa presto.
    A questo punto, direi di mettere da parte tutto e concentrarsi su Sirio, e far ricomparire Alfredo e il marito più avanti per complicargli la vita 😉

    • Infatti è agli altri che le fa sciupare, tutte le occasioni! 😉
      Vedi, ho fatto bene, nella mia idea iniziale il capitolo andava oltre, restava sul dopo notte, su una conversazione tra i due. Mi è venuto il dubbio se facessi bene, allora l’ho chiuso prima (anche perché tutto quello che volevo metterci sforava tipo di 2000 caratteri) e ho fatto scegliere a chi legge cosa debba fare Sanna ora. Basta scenate rosa, stiamo sul giallo!
      Ciao

      P.S. Ero rimasta allusiva sulla paura di Sanna ma pensavo si capisse (illusa): teme che il fratello voglia suicidarsi, dopo separazione, perdita del negozio, è partito senza dare segni di vita, se poi ha deciso di fare testamento… Perché questa paura in Sanna sia antica… lo sapremo poi. Spero.

  • Befana!!
    Intanto sono contenta che qualcuno dia segni di vita anche ad Agosto…e poi..mi hai lasciato senza parole…un capitolo semplicemente bellissimo! Il garbo con cui hai saputo descrivere l’incontro fra loro, l’imbarazzo (la tensione palpabile fra loro) e poi la scena d’amore..wow!! Ho scelto di proseguire con lui, contro ogni logica…
    Ciao!
    Ps: una curiosità. ..lui l’aveva messa nei guai?? Lei che va dalla madre mi puzza…anche da me c’e una fanciulla nei guai… 🙂
    Ps2:sono a Riccione adesso, e c’è un centro commerciale che si chiama Le Befane!!! Non c’entra nulla, lo so!!!

    • È vero, il centro commerciale tra Rimini e Riccione si chiama Le Befane…non è della mia famiglia, giuro! 😉
      Sul problema tra Alfredo e Sanna, sonno volutamente rimasta sul vago, mica scendo in dettagli adesso, ma abbiamo avuto tutti vent’anni, problemi di coppia che fanno scappare lui non c’è ne sarà solo uno ma poi neanche migliaia… è un giallo, e mi sembra che le tue capacità deduttive siano ottime. 🙂
      Sono contenta che ti sia piaciuto: avevo paura che mi si dicesse “e mi’ che c’azzecca” questa roba col giallo, ma la storia mi era nata in testa con questo vecchio amore irrisolto, non ci volevo rinunciare.
      Ciao

  • Data la mia propensione a tenere bassi i livelli di ansia, ho optato per rispondere al marito.
    Poi però metterà ordine e si rimetterà sulle tracce di Siro.
    Ho riletto i capitoli precedenti, ora è tutto un po’ più chiaro. Quando ci sono tanti personaggi in così poco spazio narrante bisogna tendo a confondermi, più che altro perché tendo a dimenticare i nomi. Quando ho letto il silmarillion volevo spararmi.
    Sono curioso di sapere come andrà avanti questa storia.

  • Mi è piaciuto il loro incontro e il modo in cui hai introdotto il nuovo personaggio. Mi è piaciuto ancora di più lo scambio di battute, lei che lo accusa di essere fuggito proprio nel momento in cui aveva più bisogno di lui e dopo questo, ho immaginato l’amore tra di loro rabbioso e appassionato, come a voler recuperare qualcosa ma nello stesso tempo cercando di tenere a freno il cuore. Trovo in questo dualismo la vera forza del capitolo.
    Ottima chiusura e in quanto alle scelte, secondo me Sanna cercherà di prendere le distanze da quanto è appena successo; in fondo “è scappata come se il letto bruciasse”, quindi non è ancora pronta per ricominciare.
    Un appunto, quando definisci la voce di lei “stridente”, la prima cosa che mi è venuta in mente è una porta che stride. A presto nel mio o nel tuo 🙂

    • L’idea che avevo in testa era più o meno “aveva sentito la sua voce diventare più acuta, stridere quasi come fosse di metallo”, ho sintetizzato per problemi di spazio. Dici che ho sintetizzato male? Stridula? Tagliente?
      Per l’incontro, pensavo a due che si sono amati profondamente da ragazzi e che nel momento in cui uno scoglio si è frapposto l’uno è scappato e l’altra in reazione ha deciso di non vederlo mai più. Un rapporto che in realtà non si è concluso, è rimasto in sospeso, tra parentesi, per vent’anni. Boh, me lo sono immaginato così.
      Ciao e grazie di tutto

  • “Due informazioni e un indirizzo”.

    Questo giallo diventerà senza dubbio la scusa per indagare la psicologia dei tuoi personaggi, per farli riflettere e cambiare direzione. Far vivere per davvero le persone che inventi sulla carta è una delle tue caratteristiche peculiari 🙂
    Leggendo il commento di Napo, sono tornata indietro e ho riguardato i dialoghi: non avevo mai veramente fatto caso alle parole che utilizzi (che a me paiono abbastanza colloquiali, non letterarie), ma alla costruzione complessa della frase sì. Temo che nessuno parli senza anacoluti e ripetizioni, con una sintassi coerente, però al mio occhio questa “pecca” non aveva mai dato fastidio.

    E alla tua domanda “Quanti Miles o Moris conosci?”, devo rispondere: “Nemmeno uno!” 😀 Forse perché non sono emiliana (?)

    • Sì, i nomi di battesimo insoliti fanno parte del folklore emiliano, come i tortellini e… il ballo liscio! ^^
      Allora: i dialoghi. Ne ho riletti parecchi, anche nei romanzi degli scrittori veri, quelli che amo, a mio parere sono raramente davvero realistici. I personaggi della narrativa raramente “parlano come mangiano” (forse anche perché essendo di carta non mangiano? 😉
      Posso solo dirti quali principi cerco di seguire scrivendo i dialoghi (non dico che ci riesco, solo quello che provo a fare): cerco di non mettere un linguaggio sfasato in bocca ai personaggi, un bambino di strada non parlerà come un glottologo e un professore di teologia non dirà “shalla!”. Ogni tanto cerco (faticosamente) di caratterizzare i diversi personaggi dando loro una “voce”: tic di linguaggio, parole ricorrenti; ma qui con i caratteri limitati questo di solito non trova spazio.
      Infine, dopo aver letto tanti, ma tanti consigli e “mode d’emploi” su come scrivere dialoghi, ho adottato il partito preso (molto opinabile ma non l’ho inventato io, l’ho solo adottato) di rispettare la sintassi anche nei dialoghi, magari semplificandola: meno subordinate, farsi più corte. Di evitare eccessi di parole gergali, espressioni orali e dialettismi. A meno che non si scriva un documentario sui quartieri spagnoli, non mi pare il caso di strafare scrivendo con accenti, dialetti marcati (il lettore se lo immagina che un fornaio emiliano non parlerà come un notaio ragusano), eccetera: strafare con il mimetismo del parlato, rischia di rendere il dialogo ancora più artificioso.
      Insomma, questa è la scuola di pensiero che ho adottato, non dico che sia giusta né che riesca a metterla in pratica, ma dovevo sceglierne una.
      In realtà, fondamentalmente cerco di ridurre al minimo i discorsi diretti, ma stranamente qui su The Incipit sembra che a ogni racconto io aggiunga sempre più spazio ai dialoghi. Forse perché con tutti quegli a capo fanno risparmiare caratteri, chissà!

      Ti ho scritto un papiro, che non so nemmeno se leggerai, ma visto che ne avete parlato in due, ho cercato di spiegare il mio pensiero.

      Ciao, e grazie come sempre

      P.S. Sulle ripetizioni e anacoluti hai senza dubbio ragione, ma sono talmente di coccio che quando rileggo le ripetizioni, anche quelle che ho volutamente lasciato, mi disturbano e le tolgo. Cercherò di controllarmi! ^^

  • Mi ero perso questo episodio (per fortuna non sei andata avanti a scriverne altri).
    La tua scrittura mi colpisce, ma non so bene perché. Tecnicamente – non è la prima volta che te lo dico – i tuoi dialoghi sono sbagliati: tutti i personaggi parlano con la stessa voce (la tua) con uno stile letterario e poco discorsivo. Nonostante ciò, o forse proprio per questo, hanno un loro fascino algido che non saprei meglio definire.

    • In 43 anni di vita, credo che nessuno non solo non avesse mai detto o scritto, ma nemmeno pensato di associare l’aggettivo “algido” a me, al mio pensiero, carattere, modo di fare, parlare o qualsivoglia altro aspetto (eccetto forse la pelle sbiadita anche in pieno agosto). La scrittura algida è una première assoluta. Mi ha fatto molto sorridere.
      Ci rifletterò.
      Ciao

    • Se lo chiede anche la sorella.
      Questa cosa della prima parte me l’avete scritto in diversi, spero di riuscire a migliorare il principio perché ho bisogno di usarlo ancora il presente che evoca il passato attraverso le sensazioni di Sanna, nei prossimi capitoli. Se non riesco, chiedo venia 🙂
      Ciao

  • Ciao Befana,
    che bello poter leggere ancora una tua storia !
    L’atmosfera di questo racconto mi ha colpita molto, nonostante sia un giallo ha una qualità quasi intimista che lo rende fresco e originale. Bello ! 🙂
    Voto per due informazioni e un indirizzo, abbondiamo XD

    Alla prossima !

  • Rieccomi per commentare 🙂

    Il capitolo è stato un po’ più difficile da leggere, ma mi è piaciuto molto il rapporto tra la zia e la nipote 🙂
    Dalla descrizione sembra che Sirio sia voluto sparire intenzionalmente. Il Giallo si sviluppa vediamo dove ci portano le nuove informazioni.

    Ciao 🙂
    PS: il “sentiero dei ricordi” è stato bellissimo 🙂

    • Grazie,
      pedalare sul sentiero dei ricordi piaceva molto anche a me, anche se ultimamente lo faccio più in macchina che pedalando, vergogna!
      Sì a quanto pare la mia idea di scrivo di oggi ma vi racconto anche ieri non è stata agevolissima da leggere. Spero di riuscire ad aggiustarla perché contavo usarla, almeno, anche per il prossimo capitolo. Ci rifletterò.
      Grazie, Red

  • Ciao befana,
    continua il tempo dei ricordi, e il tuo giallo mi appare sempre più come un viaggio nelle emozioni…è bello quando si riscoprono: dovremmo ricordarci di farlo tutti i giorni 😉
    Mi ha colpito molto la frase “Pensiamo che i genitori siano lì per sempre, che ci sia il tempo di parlare, ma non è così.”…l’ho pensato molto spesso lo scorso anno, quando mia madre ha avuto problemi di salute. Oggi è sempre con me e io continuo a litigarci 2 volte su 3 che ci sentiamo, ma quel pensiero mi accompagna. Bene ricordarlo!
    Ho optato per una via di mezzo, due informazioni 😉

    • Hai un debole per le diciottenni tatuate? XD
      Sì, nel voler riassumere la giornata precedente e la ricerca infruttuosa di Alfredo, mi sa che ho fatto un po’ di casino con i tempi verbali, avrei dovuto fare tutto con un passato prossimo lineare prima di tornare al presente….non so, quando li leggo nei libri i balzi temporali sembrano sempre così semplici e scorrevoli, quando cerco di scriverli, meno!
      Se deve dargli un secondo indirizzo mi sa che me lo devi suggerire tu, ne ho uno solo in mente 🙂

  • due info e un dress

    ma qualche volta… hai cambiato i tempi verbali in corso d’opera e mi hai costretta a rileggere, tuttavia devo ammettere che l’episodio è vivido, ho visto ogni cosa… il parco, la bici, il telefono sul letto; il dialogo tra zia e nipote è stato toccante e fa riflettere. Continuo a chiedermi dove mi stai portando e la cosa mi intriga.

    • Ah, i tempi verbali!
      Volevo mantenere la narrazione al momento presente eppur riassumere i due giorni passati. Poi ho cercato di di separare un prima e un dopo anche nel ricordo. Rileggendo adesso so già che avrei dovuto cominciare con “aveva chiamato appena..”, e anche sul resto della consecutio ho i miei dubbi. Eppure avevo riletto un mare di volte!
      Dive ti porto? Sulle tracce di Sirio
      Ciao

  • Appena arrivata la notifica, mi sono fiondata. Un altro bel capitolo che mi conferma la tua bravura. Capita raramente di leggere qualcosa e di pensare che sarebbe perfetto per un libro, succede quando il confine tra esordienti e professionisti si fa sottile. Ma torniamo al capitolo. Sono felice che abbia vinto la mia scelta. alla fine fa un passo verso il suo ex, anche se non riesce a raggiungerlo. Ti stai prendendo i tuoi tempi, come è giusto che sia per i primi capitoli, intanto ti prepari la strada aggiungendo altri personaggi e spiegando particolari importanti che riguardano la sua vita, la sua famiglia. Per quanto riguarda la critica, posso solo dirti che stona la frase che Sanna dice alla segretaria di Alfredo: “lei non sa chi sono io”. Anche se il significato è chiarissimo, è il fastidio di ascoltare una frase che generalmente viene pronunciata da persona spocchiose a stonare. Per il resto, nulla da eccepire, uno stile veramente ottimo e un racconto che merita 🙂 Bravissima.

  • NOOOOOOO
    E TU QUA SEI?
    ahahahahah, CON VASCOOOO????? adesso ho capito il tuo commento… (su te che hai scritto una storia con Vasco come sfondo….) A proposito mi sono piovute stellne sul cell… non era necessario ubriacarmi, lo sai che da te voglio solo quelle MERITATE!!!

    “E poi ci troveremo” è il titolo più bello che abbia letto negli ultimi anni! Poi hai definito il concertone come un viaggio nel tempo e per questo meriti pure l’applauso. Ma tu c’eri? Scusa la divagazione… sì… il giallo mi piace… per l’atmosfera che hai creato ma per ora non vedo come possa essere originale cercare qualcuno che scompare… però qualcosa mi dice che mi stupirai e mi metto comoda perchè ti avevo promesso che superato il mio trauma – e non l’ho superato ma non sarebbe immaginabile – ti avrei letta fino alla fine dei miei giorni. Non so se ho detto proprio così ma va bene… 😉
    Voto Telefonata. Alfredo. E’ sempre colpa d’Alfredo. E poi il concerto lo ha aperto con quella… e se eravamo a Modena, Modena Park, era per colpa d’Alfredo…. Seguo!!!!!!!!!!!!!

    • Due annotazioni:
      1 – volevo le stelline… ma da te mi aspettavo selezione alla porta ahahahah se hai votato tutto significa che sono promossa, quindi grazie. Ci tenevo a precisare.
      2 – Anch’io ho scritto un giallo su una sparizione ( lo sai, l’ultima storia di Marta) per questo dicevo dell’originalità… io mentre la scrivevo mi davo le chiodate da sola e allora ti mettevo in guardia…ahahahah ma tu saprai andare alla grande!

      • Ah, ma io quando mi metto lì a stellare stello seriamente 😉

        Sull’originalità non mi ero nemmeno posta la domanda, tanto la scomparsa è solo un pretesto per le solite domande: perché ho perso i contatti con mio fratello e con gli amici, viviamo la vita che avremmo voluto, e le altre te lo dico poi se no non mi leggi più. 😉
        Il titolo è bello ma non l’ho scritto io, spero di poterne usare tante delle parole del sig. Rossi.
        E no, non sono andata al concerto, sbarcavo a Modena una settimana troppo tardi. Ho vissuto la soddisfazione della città a giochi fatti. 🙂
        Ma poi sarà davvero sempre colpa d’Alfredo? Facile scaricargli tutte le responsabilità! Ahah
        Ciao

        • Devo contraddirti: il titolo lo hai scritto tu.
          Vasco ha scritto una frase: e poi ci troveremo come le star a bere del whisky al Roxy Bar
          Ma decidere di estrapolare “e poi ci troveremo” è un altro discorso ed è una ottima idea.
          E ti contraddico anche su Alfredo: è sempre colpa sua. Perchè non c’è trstimonianza del contrario. 😉

  • Ciao Befana,
    il tuo nome ha attirato la mia attenzione (a proposito, come ti è venuto in mente? Se posso chiederlo…) e sono stata tentata di leggere il tuo racconto, anche se non vado matta per i gialli.
    Ho avuto però fin da subito l’impressione che sarà un giallo più che altro “emozionale”.
    Mi è piaciuta l’atmosfera che hai creato…i ricordi, gli amici vicini o lontani, un disagio tutto da scoprire che ha condotto ad una fuga.
    E poi, ovviamente, il sottofondo di Vasco 😉
    Ho optato per la telefonata, che va per la maggiore.
    Buon pomeriggio!
    ps: ma tu sei stata al concerto?

    • Ciao,
      Befana dalle mie parti si può usare un po’ come strega, nel senso di donna (attempata ma non solo) un po’ arcigna, che ha sempre qualcosa da ridire, da brontolare, ma senza troppa cattiveria, una megera ma in senso affettuoso. Profana si riferiva alla totale inesperienza di scrittura creativa (quando mi sono iscritta qui non avevo ancora mai provato davvero a scrivere narrativa) ma anche alla mia totale allergia per le religioni, qualsiasi esse siano: non cercate nelle mie righe sacralità o misticismo, non ci sono. Lo pseudonimo è nato così 🙂

      Quanto al mio “giallo”, hai perfettamente ragione. Il concerto di Vasco purtroppo ho dovuto perderlo, ma ascoltandolo e ripensando a Vasco e a tutti i concerti suoi frequentati in gioventù mi sono venuti in mente questi personaggi. Vedremo se arriveranno dove vorrei.
      Ciao e grazie di essere passata

    • Hai ragione, temevo che chiudendo il capitolo sulla telefonata tutti votassero quella, ma non volevo rinunciare a terminare con “Colpa d’Alfredo”.
      Credo che, che incontriamo o no la cognata, della separazione, e del matrimonio, si parlerà in ogni caso, prima o poi.
      Ciao

  • Ciao Befana e scusa se ti chiamo ancora così, ma in tutta onestà lo preferisco a Marezia e varianti varie. Manco un po’ dal sito e oggi ci sono capitato un po’ per caso. Dunque un giallo? Bene, vorrà dire che avrò una scusa per seguirti stavolta o, almeno, provarci… Non ho mai letto niente di tuo e mi intriga cominciare dal genere con cui sono più a mio agio. Preferii non affrettare il giudizio e aspettare prima di esprimere opinioni, proprio perché come autrice ti leggo per la prima volta.
    Per ora ti dico solo che voto Alfredo… La pista è ancora calda e va seguita!
    Ciao

    • Non so come devo prendere il fatto che tu preferisca “befana” al mio nome, ma lo pseudonimo l’ho scelto io e ne assumo tutti i risvolti 😉

      Sono felice di trovarti qui ma temo che il mio giallo non avrà granché a vedere con i tuoi: né delitti né investigatori, ho scritto giallo per non finire come sempre in “avventura” e perché vorrei strutturare tutti i capitoli come una caccia agli indizi che permettano di ritrovare Sirio. Di noir cvi sarà ben poco. Spero di riuscire a metterci un po’ di suspense, vedremo.
      Ciao

  • “Pista della telefonata: Alfredo”.

    Marezia, com’è stato bello vedere tra le mail che befana profana aveva scritto un altro racconto! Non ti fermi mai 😀 Ma come fai?!
    Ed è un giallo, che non vedo l’ora di leggere, anche perché è un genere che non avevi ancora sperimentato. In bocca al lupo, quindi.

    I nomi dei protagonisti (Sirio e Sanna), così particolari in mezzo a nomi più comuni, hanno un significato specifico?

    • In realtà avevo più o meno pronto un altro incipit che non c’entrava niente, poi c’è stato il concerto dei quarant’anni di carriera di Vasco che mi ha fatto pensare a quanto le sue canzoni siano state importanti nella mia adolescenza e in quella di tanti della mia generazione e non solo. Ho pensato a tutti quei 40/50enni padri di famiglia, professionisti più o meno realizzati, sull’erba di un prato a cantare a squarciagola “Vita spericolata” o “siamo solo noi” e mi sono venuti in mente questi personaggi. Non so quanto sarà davvero un giallo, al limite un giallo esistenziale.
      Sirio e Sanna mi suonavano bene e dato che la storia è legata all’Emilia, terra in cui i nomi esotici o insoliti sono parte del folklore come i tortellini! Quanti Miles o Moris conosci? Io più di un paio! 😉
      Sirio e Sanna hanno anche un nesso con i loro genitori, ma se ne parlerà, spero, più i là nel racconto.
      A presto

  • Ciao Befana
    Che piacere ritrovarti così presto!
    Il genere mi ha stupito…non eri tu che una volta hai detto che non saresti riuscita a scrivere un giallo? Ma forse mi sbaglio…
    Che dire? Ho trovato il capitolo malinconico, ma solo per una mia particolare predisposizione d’animo di questi ultimi tempi: il passato, ciò che è stato e ciò che invece sarebbe potuto
    essere…anche io ho tanti bei ricordi con mio fratello (minore) e questo incipit li ha fatti …ricordare!!!
    Intrressante, pieno di promesse da dischiudere..io sentirei Alfredo.
    Buon fine settimana 🙂

    • Ciao Cinzia,
      hai doppiamente ragione, la malinconia fa da tela di sfondo ma sepro non diventi troppo pesante, e hai ragione continuo a pensare di non essere in grado di scrivere un giallo: ho scelto quel genere per uscire dal solito indistinto “avventura”, ma di giallo co sarà solo la mancanza di informazioni di Sanna e la sua ricerca del fratello, né cadaveri né assassini né detective sagaci.
      Ciao e grazie

  • Ciao! Rieccomi, pur con il pc fuori uso (motivo della latitanza). Questo primo capitolo promette bene, mi piace l’aura di mistero che già si intravede.
    Per ora è troppo presto per fare chissà quale commento, mi limito a dire che, personalmente, sentirei Alfredo. Mi pare che Giovanni non ne sappia poi molto (a meno che non stia mentendo) e una visita all’ex cognata mi pare meno utile di una telefonata ad Alfredo, che non pare proprio una bella persona…

    • Secondo me nessuno ne sa davvero qualcosa, ma forse ognuno può avere, senza saperlo, informazioni o indizi sulla scomparsa di Sirio.
      Almeno così spera Sanna, se no non saprà dove cercare.
      Al momento questa idea di storia mi piace, spero di riuscire a farne qualcosa di carino.
      Boh.
      Ciao

  • Ti seguo anche questa volta. Non ce l’hai fatta ad aspettare fino a settembre, eh?
    Stile riconoscibile, il tuo: cambi il genere, ma il passo è quello di sempre. È un complimento? Non so. Uno stile riconoscibile è una gran bella cosa. Fossi in te, proverei a creare un nuovo account e scrivere un racconto senza rivelare la tua vera identità. Un espediente già utilizzato da altri su questo sito (me compreso). In fondo il pregio maggiore di TI è poter sperimentare.
    Tornando al nuovo racconto, di solito non esprimo giudizi al primo episodio, quindi stavolta sono già andato oltre.
    Ho votato – unico finora – per continuare il dialogo tra Sanna e Giovanni, perché un cambio repentino di indirizzo non mi sembra consono al tuo modo di sviluppare il racconto. Immagino Sanna come una donna riflessiva, per niente impulsiva. E questo giallo me lo immagino psicologico, non di certo un poliziesco o un noir.

    • In realtà volevo assolutamente pubblicare in questo finesettimana: vorrei renderlo il più contemporaneo possibile, poiché è nato ascoltando pezzi del concerto-celebrazione di Vasco. Il racconto inizia tre settimane dopo il concerto, che ha avuto luogo il 1 luglio.
      Sullo stile, è sicuro, ma è così che scrivo, tranne forse quando gioco a gareggiare in contest per racconti di genere; ma è così che so scrivere, farlo in modo diverso, che non mi appartiene, mi suonerebbe finto. Però ho già riflettuto a provare a scrivere sotto mentite spoglie, ma lo farò quando avrò un’idea davvero diversa da ciò che ho fatto fin qui. L’eros è finora la cosa che più mi ispira per scrivere con un’altra identità, chissà.
      Sul non poliziesco, certo, hai ragione, su Sanna non so, in fondo ha mollato tutto per inseguire un fratello adulto e vaccinato che forse ha solo voglia di cambiare aria per un po’.
      Ciao

    • Madamo (?) FueGod,
      si figuri se potrei volergliene, non ho mai sopportato fanatismi e oltranzismi di qualsivoglia specie. Spero che però non ti dispiaccia ma l’opera del sig. Rossi aleggerà in filigrana dell’intero racconto, che vorrebbe essere, tra le altre cose, un omaggio alla sua penna troppo spesso sminuita, bistrattata e disprezzata da tanti intellettuali e sedicenti tali in Italia. Penna, e voce stonata, che tanta importanza hanno avuto nell’adolescenza di Sanna e dei suoi amici, nonché della loro autrice.
      Però al momento sembreresti essere l’unico a aver notato gli omaggi insiti nelle righe 🙂
      Ciao, egregio

      P.S. Grazie per aver sottolineato la suspense, temevo sinceramente latitasse

    • Secondo me ne hai dimenticata una terza: il rapporto di Sanna con se stessa, con il passato, il presente, forse il futuro che vorrebbe.
      Questo racconto nella mia testa ha almeno due scopi, due fil rouge come si diceva una volta.
      Chissà se riuscirò a svilupparli e se voi li leggerete.
      Ciao

  • La telefonata a questo Alfredo mi sembra la pista più logica da seguire, non fosse altro che Sanna lo conosce e ha suscitato in lei ricordi non troppo piacevoli.
    Benvenuta nel mondo del giallo, Befana, sono sicuro che saprai sfornarne uno coi fiocchi e le premesse ci sono tutte.
    Naturalmente seguo, a presto 😉

  • Ciao, sono felice che tu abbia iniziato una nuova storia. Intanto ti becchi tre incipitpoints, perché naturalmente seguo il racconto. Dunque, nel primo capitolo non ci sono indizi, come è giusto che sia, intanto iniziamo a prendere confidenza con i personaggi, anche se alcuni, che secondo me saranno basilari nella storia, sono ancora celati. Il primo è Sirio, che probabilmente ritroveremo solo negli ultimi capitoli e l’altro, quello che ha immediatamente stuzzicato la mia curiosità è Alfredo. Come mai Sanna sussulta sentendo quel nome? Dici che non le ispira nulla di buono, forse perché l’ha fatta soffrire e se…? Sto andando troppo avanti. Però la mia scelta è stata proprio questa: chiamare Alfredo. Brava, mi piace il mistero. A presto 🙂

    • Cercherò di coltivarlo, allora, il mistero. La mia paura è di finire ancora a scrivere una storia di pochi fatti e molti sentimenti, sarà un “giallo” un po’ a parte, senza assassini e senza inquirenti, però spero davvero di farne una caccia all’uomo e agli indizi.
      Secondo me qualcuno già c’è.
      Credo proprio che cercheremo di rintracciare Alfredo.
      Ciao e grazie

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