Allegro. Ma non troppo.

Dove eravamo rimasti?

Nono capitolo... di già? Tutto è nelle mani di Jane, L'episodio è interamente diretto da lei. (38%)

Parole fumanti

Jane offrì l’ultima tazza fumante a Felicità che, senza curarsi della temperatura della cioccolata, si scottò la lingua al primo avido sorso. Jane ne provò pena. Chissà dopo quante ore passa l’effetto di quelle gocce, si disse scuotendo la testa.
L’ispettore Rogers era seduto nella poltrona di fronte alla sua. Aveva la faccia segnata dal colpo di spazzola di Agatha e teneva lo sguardo basso sul pavimento. Aveva rifiutato la cioccolata e sembrava l’uomo più desolato del mondo ora che il destino l’aveva messo di fronte a un secondo omicidio senza avergli offerto l’occasione di risolvere il primo.
Il signor Finn era più pallido e più spettinato del solito mentre Agatha, sorseggiando la cioccolata con la schiena ben dritta e lo sguardo serafico, osservava il muso nero dell’ispettore con gli occhi scintillanti di soddisfazione.
C’era un silenzio assoluto, e del resto con due morti nel giardino metri c’era poco da stare allegri e mettersi a discutere. Ma di cose da dire ce n’erano e Jane stava aspettando il momento buono per aprire bocca. Fu Rogers a darle un buon motivo per parlare.
– Credo che tornerò in commissariato – disse infatti l’ispettore a un certo punto, infilandosi il cappello in testa.
– In commissariato, signore? – chiese subito Jane. Le scappò un sorriso e Rogers s’irrigidì.
– Signorina, cosa vuole che faccia? Devo consultarmi con i colleghi, tornare qui con qualcuno di loro per i rilievi. Non posso fare tutto da solo.
– Io potrei aiutarla.
– Non vedo come una cameriera potrebbe essermi d’aiuto in un caso di duplice omicidio.
– Lei ha tutta l’aria d’avere una gran fretta di andarsene da qui.
L’ispettore si tolse il cappello.
– Cosa sta insinuando?
– Niente, ispettore – disse Jane con un nuovo, ampio sorriso.
– E allora sentiamo, come pensa d’aiutarmi?
Jane si guardò attorno, prima di rispondere, e all’improvviso avvertì il brivido che le mancava da troppo tempo, quello che le dava la certezza d’essere la persona giusta al momento giusto. Il signor Finn sembrava ancora più spaesato e Agatha tradiva una certa eccitazione per la nuova arrabbiatura dell’ispettore. Felicità si era addormentata con la tazza tra le mani, indifferente a tutto. Jane sorrise ancora una volta.
– Che idea si è fatto di tutta questa storia? – domandò, alzandosi.
L’ispettore sbuffò.
– Condividerò i miei ragionamenti con i colleghi, non certo con lei.
– Peccato che lei non abbia nessun collega con cui ragionare.
– Che cosa significa?
Nella voce di Rogers si mosse una nota indecisa.
– Significa che ora ne parlerà con me- disse Jane. Gli andò vicino. – Avrà notato di certo che sul corpo di Henry ci sono dei sottili fili di stoffa verde.
– E con questo?
– Cosa ne pensa?
L’ispettore si alzò con un movimento brusco, andò verso la finestra. Il corpo del maggiordomo era ancora là sotto, reso meno orribile a vedersi da uno strato di neve clemente.
– Se ci tiene tanto a saperlo, penso che quei fili non siano finiti lì per caso, considerando che la signorina Agatha ha un abito proprio di quel colore.
La governate non si preoccupò di quelle parole, ma raddrizzò ancora di più la schiena con fare orgoglioso. Rogers le rivolse uno sguardo torvo.
– Quei fili non sono finiti lì per caso, sono d’accordo con lei. Eppure si sbaglia, ispettore – disse Jane, e così dicendo rise.
L’ispettore rimise il cappello in testa e cercò gli occhi del padrone di casa.
– Signor Finn, penso che possa ben capirmi se rinnovo la mia intenzione di lasciare questa casa per farvi ritorno con i miei collaboratori nel minor tempo possibile.
Finn non ebbe il tempo di rispondere perché Jane s’intromise nel discorso.
– Non le interessa scoprire chi si nasconde dietro l’omicidio di Henry. Vero, ispettore? – disse la cameriera. – Naturale. Del resto non le importa nemmeno scoprire il nome dell’assassino di Jacob perché lei ha bisogno di una sola cosa. Trovare quello che Jacob teneva nascosto in attesa d’incontrarla.
L’ispettore mollò un pugno alla parete vicina. Un piatto di porcellana appeso al chiodo finì ai suoi piedi, frantumandosi.
Finn si alzò.
– Non capisco nulla dei vostri discorsi, ma due persone sono morte in casa mia! Parlate in modo chiaro, se sapete qualcosa, e alla svelta.
Jane si passò le mani tra i capelli, aggiustò qualche ciocca dietro le orecchie.
– Ha ragione, signor Finn, ma vede… non esiste nessun Benjamin Roberts.
– Sta dicendo un sacco di sciocchezze, signorina – ribatté Rogers cercando di darsi un contegno. Ma aveva la fronte lucida, gli occhi gonfi di rabbia, le mani che vibravano nell’aria come per colpire un bersaglio invisibile.
Il signor Finn scosse la testa, incredulo, mentre Agatha, per nulla sconvolta, si fece avanti e parlò.
– Jacob nascondeva qualcosa, è vero – disse, avvicinandosi a Jane. – Henry l’aveva scoperto e ne aveva parlato con lui. Si conoscevano da una vita, ma Jacob reagì male, gli disse di non immischiarsi. Li ascoltai per puro caso qualche tempo fa.

Il finale sarà...

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274 Commenti

  • Ciao, Athelas!
    sei una delle prime autrici con cui ho interagito su questa piattaforma, bentornata! Ricordo vagamente il racconto, è passato del tempo, ma sono davvero felice che tu abbia deciso di tornare a completarlo. Io dico: Allebro. Ma non troppo e spero vivamente che al termine di questo racconto, tu decida di continuare con uno nuovo.

    Alla prossima!!

  • Ciao Athelas, non posso che complimentarmi per questa storia. È accattivante e scorrevole, sono arrivata al penultimo capitolo senza accorgermene. Ho apprezzato molto lo stile, in particolare la ricerca accurata delle parole. Inoltre, la tua ironia rappresenta sicuramente un valore aggiunto.
    Sono curiosa di leggere il finale, anche se immagino ci terrai sulle spine ancora per un po’… Ma, come direbbe il tuo ispettore, è un “classico”. ☺️

  • Ovviamente allegro, ma non troppo ?
    Athelas! Non sai quante volte ti ho pensato in tutto questo tempo. E tu che fai, ti ripresenti dopo due anni, non dici una parola e fai parlare solo i tuoi personaggi. Ah ah, forse fai bene ???
    Intanto, se permetti, faccio secco un vitello grasso e preparo un banchetto in tuo onore.
    Ciao, a presto

  • Cioccolata calda e camino acceso, anche se non amo troppo la cioccolata calda (e con questa mi sono inimicato almeno i 3/4 della popolazione mondiale, te compresa immagino). Il camino acceso però mi piace e anche l’idea di riunirli tutti in una stanza e dar loro modo di confrontarsi. Attendo il prossimo con curiosità. Mi rimangano ancora parecchi dubbi. Anzi diciamola meglio: non ho altro che quelli. Ciao

  • L’ispettore che li sorprende accanto al corpo mi sembra una bella soluzione, ricca di possibilità.
    Ci tiri fuori un nuovo cadavere a due capitoli dalla fine, il mistero di Jane è ancora totale ma comincia a insospettire seriamente Flinn….
    Non so assolutamente come andrà a finire ma non me lo perderei per niente al mondo.
    🙂

  • Peccato, avrei proprio voluto che l’ispettore tornasse in scena, ma mi sa che non ha speranze.
    Ciao, Athelas.
    Siamo quasi alla fine ed è stato un piacere leggere ogni capitolo: atmosfere, personaggi, tutto reso senza sbavature e con uno stile che ammiro sinceramente.
    Io pensavo di avere beccato un indizio importante nei primi capitoli e faccio il tifo per lui, anche se ho l’impressione che le indagini stiano andando da tutt’altra parte.
    Per il ciclo “non ci ho capito niente”.
    Ciao, a presto

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