REVOLVER AGATA

“Qualche cosa si era rotta nel motore”

La tempesta di sabbia crepitava sulla carlinga accartocciata. Insisteva su un’elica malconcia: le tre pale, cigolando, ruotavano di pochi gradi, si fermavano e ripartivano alla raffica successiva.
La donna distolse lo sguardo da quel movimento ipnotico.
Non provava dolore, ma il fatto di essere schiacciata dalle spalle in giù da un intrico di ferraglia che solo pochi minuti prima era stato un velivolo, e la tormenta che le mulinava intorno, non deponevano a favore della possibilità di essere a casa per cena.
Sentiva la sabbia calda ammassarsi a ricoprirle il collo e la testa.
Sospirò: «Eh, cara mia, pare proprio che la tua storia finisca qui!». Parlare da sola riusciva sempre a farla sentire meno sola.
«Prima che ti trovino, avrai fatto la fine della patata arrosto sotto la cenere».
Provò l’impulso di grattarsi la nuca insabbiata e le scappò una risatina nel constatare di non esserne in grado.
«Che tortura, morire morendo dal prurito!».
Le si rizzarono i capelli per un brivido che le percorse…
«La schiena? Magari! Il collo. E basta».
Più in basso non sentiva nulla.
Accanto a lei, irraggiungibili, vide i suoi occhiali, già sepolti per metà da una mini duna di granelli quasi impalpabili.

Qualcosa colpì la montatura facendola tintinnare. Un secondo dopo la tempesta si acquietò.
Cos’era stato?
I
l vetro della lente ingrandiva una sfera scura e irregolare. Un sasso? No, sembrava
«Una tsantsa del Rio delle Amazzoni?».
«Pardon, Madame?», replicò la sfera.
Parecchi secondi di silenzio furono colmati dallo stridio della tempesta che riprendeva vigore.
«A dir poco incredibile!», commentò infine la donna. «Voglio dire, da una tsantsa brasiliana mi aspetterei parole in shuar. O al limite in portoghese. Invece… francese!».
Un peduncolo, al polo nord dell’oggetto, vibrò come un’ugola appesa al contrario: «Shuar? Mai sentito. Il francese lo conosco molto bene, ma me la cavo anche con il portoghese. E l’italiano».
«Vedo, complimenti!».
L’oggetto rotolò più vicino, lei vide che le ombre che aveva scambiato per i fori di occhi e bocca erano più simili a balani: tronchi di cono cavi, come vulcani.
«Mi perdoni, cos’è una tsantsa?».
A ogni parola, i vulcani soffiavano sabbia.

«Oh, è una testolina bollita e rinsecchita. Più o meno come sarà la mia zucca quando, tra migliaia di anni, la troveranno gli archeologi. Tanto, del resto del corpo è rimasto poco».
«Mi spiace».
«Cose che capitano, non è il caso di rattristarsi. Ho avuto una vita lunga, e non lascio nessuno oltre una gatta scorbutica».
Declamò al cielo una poesia estemporanea:
«Oh, Rosa!
Pulciosa!
Ti mancherò?
Boh!
».
Tornò alla prosa: «A proposito, fingendo che tu esista davvero, come devo chiamarti?».
«Il mio nome è Besìs Sandùdz».
«Agata, piacere. Come mai da queste parti, Besìs? Ti hanno condannato ai servizi sociali e ti tocca assistere una vecchia moribonda?».
«No, Madame. Potremmo dire che lo schianto del suo aereo mi ha risvegliato da un lungo sonno».
La donna tossì: «Dolente di averti disturbato!».
«Tutt’altro. Quando, tempo fa, sono precipitato, mi sono conficcato in profondità e lì sono rimasto. Come vede, niente zampe né artigli per scavare».
«Mi correggo, allora: felice di averti aiutato».
Agata agitò la testa per scostare la sabbia calda dalle orecchie: «Ma non illuderti troppo. Tra poco tu, io e l’aereo saremo sommersi per sempre».
Besìs rotolò fino a sfiorarle il naso: 
«Non è detto, Madame».
Il mondo di Agata cominciava a perdere luce e colore. Faceva sempre più fatica a parlare:
«In che senso?».
«Sono una stella cadente. Caduta».
La donna chiuse gli occhi, ma nonostante il respiro affannato non rinunciò a ridere:
«Ma certo! Quindi devi realizzare un mio desiderio!».
«No».
«No?».
«Non mi ha visto cadere, Madame, spiacente».
«Toh, guarda! E io che già pensavo di chiederti di sollevare questo pesantissimo ultraleggero!».
«Una volta che tocco il suolo, non posso realizzare i sogni», ribadì Besìs. «L’interazione gravito/dimensionale mi inibisce il traslatore. E poiché si tratta di reindirizzare il flusso di ebius spaziotemporale, convogliato dai miei crateri, fino a intersecare una realtà parallela…».
«Bla bla bla! Basta, Einstein, non mi interessa! Se non puoi fare nulla, fa nulla. Fammi compagnia, mi basta».
«Va bene. Vorrei solo farle sapere che posso fare il contrario», specificò Besìs.
«Ossia?».
«Qui non posso rendere reale un sogno, ma posso far sì che la realtà diventi sogno».
«Mi prendi in giro?».
«Non mi permetterei».
«A che mi servirebbe? Mi vedi, sto già delirando, parlo con un sasso del deserto! Ho pochi minuti di vita davanti e tu mi proponi di dormire?».
«No. Le propongo di risvegliarsi da questo spiacevole sogno».
«Questo non è affatto un sogno», obiettò Agata.
«Non ancora, ma può diventarlo».
La donna guardò Besìs con aria di sfida: «Be’, che aspetti allora?».
«Se vuole, procedo subito».
«Subito, sì, prima che…».

Si udì il gracidio sputacchiante di una moka: un pennacchio di gas sbuffò da un cratere, poi tutto sfumò.
Nel buio, una voce dall’accento francese sussurrò: «Vedrai, piccola Agata, ci divertiremo!».

Eccomi di nuovo qua. Un po' in ritardo, ma con rinnovato impegno e dedizione. Su quale mezzo di trasporto ambientiamo il prossimo capitolo?

  • Che domande! Su un aereo, ovviamente. Dentro, però, non sotto! (13%)
    13
  • Boh, si chiama Agata, me ne ricordo una che aveva a che fare con l'Orient Express. Su un treno! (44%)
    44
  • È Agosto, aria di vacanze. Ci starebbe bene una nave da crociera. (44%)
    44
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312 Commenti

  • Buonasera Erri 🙂 questo racconto è un sogno ad occhi aperti. Sei stato bravissimo! Sarà che sono nella fase “acrime in tasca”, ma questo finale mi ha commossa.
    “Sospinta da un’eruzione di lava incandescente, la piccola Agata scomparve tra le stelle.” Bellissimo.
    Erri: complimenti! Spero di rileggerti presto 🙂
    Buonissima notte!

  • Ma che carino!
    Lo so, non è un capolavoro di espressione scritta ma mi esce dal cuore. E poi è già scritto benissimo il tuo finale. Compensa!
    Ho adorato la cosa dell’Astragata: un bijou! E più che condivisibile.
    E tanto di cappello per la spiegazione del soprannome Revolver: lo avevi in mente dall’inizio e per questo lo hai messo in bocca a Besis o hai improvvisato sul finale?
    In ogni caso, Chapeau, Monsieur.
    Baci

    • Buonasera, befana. Grazie! Il tuo “carino” per me vale molto e mi fa felice, so che i tuoi complimenti non sono mai scontati e ti ringrazio anche per questo, per la tua sincerità.
      Il titolo su cui ho indugiato parecchio era “Revolving Agata” e voleva alludere al fatto che la vita di Agata veniva “riavvolta” di tanto in tanto (all’inizio non sapevo che l’unico riavvolgimento sarebbe stato quello iniziale 🙂 )
      Il termine però non mi convinceva, non volevo introdurre parole in inglese nel titolo e avevo bisogno di qualcosa di più ambiguo per non scoprire subito le carte.
      Alla fine “revolver” mi è sembrato perfetto: legato a “orbitare” in inglese (sì, Agata doveva fare l’astronauta), significato non dissimile dal riavvolgere come lo intendevo io (il “cerchio della vita” che torna al punto di partenza), allusivo verso un carattere forte e avventuroso della protagonista (ha ispirato il capitolo della colluttazione col pazzo), ultima coincidenza con la ghiera del microscopio (in francese, cosa potevo volere di più? 😀 ) ad indicare un’attenzione di Agata verso la scienza…
      Quindi, sì, avevo in mente da un pezzo di “spiegare” il titolo.
      Grazie di cuore dei complimenti, grazie di… boh, di pancreas 😀 per avermi accompagnato fin qui, per me significa molto.
      Ciao, ti auguro un’ottima serata

  • Ciao Erri.
    Finale stupendo, come sempre.
    Salutare i personaggi che avevi creato con tanta cura mi ha rattristato un po’, ma non vedo l’ora di leggere la tua prossima storia!
    Quando hai scritto la storia si storiegratissumisura.com potresti dirmelo? così posso andare subito a leggerla!
    Passa da me, se hai voglia!
    Ciao, ti auguro una giornata piena di sorrisi!

    • Buonasera, Gabriele!
      Ti ringrazio per i complimenti, sei troppo buono. Quello del “non abbiamo fatto altro che salutarci”, a voler essere cattivi, è una pura constatazione 😀
      Ma a dirti la verità, mi piaceva che il lettore partecipasse di questa situazione: due vite che si incontrano, ogni tanto, senza quasi interagire (almeno non nel senso che si assegna a questa parola), ma che rimangono profondamente influenzate l’una dall’altra.
      Pochi minuti condivisi diventano vite intere cambiate, anzi, create, per entrambi.
      Non ho scritto esplicitamente Bignami perché non volevo “disporre a mio piacimento delle sue ceneri”; non lo so, mi sembrava quasi irrispettoso, anche perché è morto da pochissimo… ma è il mio punto di vista, forse a qualcuno può apparire più irrispettoso lo scimmiottamento del cognome.
      Strobilata… ah ah, contavo sulla memoria a breve termine del lettore che avrebbe permesso di rendere un termine inventato abbastanza trasparente. In questo caso l’idea era sdrammatizzare un minimo l’atmosfera malinconica del finale.
      Grazie, ti ringrazio di cuore per avermi seguito sin qui, ci vediamo presto!

  • Ciao Erri,
    scusa per il ritardo, ultimamente non riesco ad essere molto presente sul sito ;-(
    Il finale con Agata astronauta è stato un vero colpo di genio, mi è piaciuto moltissimo!
    Tutta la storia è stata davvero molto originale e ben raccontata come sempre.
    Personalmente però ho molto sofferto la limitatezza dei caratteri, nel senso che alcuni passaggi mi sono risultati più oscuri (nonostante le tue gentili spiegazioni).
    Secondo me varrebbe la pena che tu scrivessi per conto tuo la storia, andando a briglia sciolta, perchè l’idea di fondo è valida.
    Detto questo di auguro una buona serata e una buonissima prossima scrittura 😉

    • Buonasera, Artelisa.
      Ti ringrazio moltissimo per i complimenti e per le osservazioni 😀
      Capisco le tue perplessità, i cinquemila caratteri impongono scelte a volte dolorose. Io poi parto sempre da idee che necessiterebbero di troppe spiegazioni. Ho pensato molte volte di fare come suggerisci, sviluppare la storia senza troppi vincoli di lunghezza. Ciò che finora mi ha frenato è il fatto che mi rendo conto che è proprio il limite dei cinquemila caratteri che mi permette di focalizzare la narrazione, scegliere cosa è necessario scrivere e cosa no, sintetizzare, limare. Senza questo vincolo, paradossalmente, certe scelte mi risultano più difficili.
      Però ti confesso che mi sto seriamente interrogando se sia il caso di sviluppare la prossima storia direttamente su TI o se forse non sia meglio scriverla a parte.
      Ci devo pensare 🙂
      Grazie di cuore per avermi accompagnato sin qui, ti auguro un’ottima settimana.

    • Buonasera, Tinarica. Grazie infinite per i tuoi complimenti, per me sono veramente preziosi. Sapere poi che ti ho incuriosito abbastanza da invogliarti a leggere un altro mio racconto è altrettanto importante per me.
      Doppie grazie, insomma 🙂
      Per quanto riguarda “B6…”: sì, il titolo in francese voleva suggerire l’assonanza. Visto che ci sono, la svelo tutta.
      B 612, il nome di un noto asteroide, si legge in francese come B Sixcentdouze, che si pronuncia (più o meno) “be sissandudz”. Ricorda qualcosa?
      Io però penso che il nome vero dell’asteroide sia Besìs Sandùdz e che il francese a cui si è presentato la prima volta che è caduto abbia erroneamente capito “B612” 😀 😀
      Ti ringrazio un sacco per avermi accompagnato fin qui!
      Ciao, buona serata!

  • Ciao Erri,
    Bravo! 🙂 Ti faccio un applauso rumoroso quanto una tempesta solare! 😉
    Besìs è di una materia strana, giusto? Non è normale roccia, non è un minerale, è fatto di sogni, è fatto di poesia. 🙂
    Bravissimo! Continua così! Continua a volare tra le stelle, restando sopra noi terrestri, guardandoci da lassù, raccontando le meraviglie che ti si riflettono negli occhi.
    Ciao, Erri, alla prossima storia! 😉

    • Buongiorno, Fior.
      Hai colto perfettamente il punto: Besìs Sandùdz, come direbbe un inglese che ha scritto tanto, è fatto della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni 🙂
      Anche per questo mi è piaciuto essere costretto a non approfondire troppo la sua natura, così che potesse diventare, almeno un po’, parte dei sogni del lettore.
      E sono particolarmente contento che un commento come questo provenga dalla mia lettrice più giovane: per me significa che questa storia, con un taglio un po’ più drammatico rispetto alle precedenti, può forse ambire a un pubblico un po’ più ampio di quello dei miei vetusti coetanei 😀
      Grazie, grazie di cuore, ti auguro una settimana bella come un’aurora boreale 😀
      Post Scriptum per eventuali miei coetanei che dovessero leggere questo commento: No, dai, scherzavo… Non siamo mica così vecchi… Siamo nel fiore degli anni! 😀

  • Finale perfettamente in linea con i capitoli precedenti, sono contenta che Besìs sia stato/a nuovamente presente… Adesso sono curiosa di sapere cosa ti inventerai, ogni storia che scrivi è un’avventura in cui coinvolgi non solo i personaggi, ma anche tutti i tuoi lettori, grazie!?

    • Buongiorno, keziarica. A dirti la verità, rileggendolo ho trovato alcuni passaggi che mi sono sembrati un po’ confusi, anche se non riguardano la “sostanza” di Besìs.
      Lì volevo rimanere comunque un po’ vago. Senza contare che, se pure avessi voluto approfondire la cosa, non avrei avuto abbastanza caratteri 😀
      Ti ringrazio tantissimo per i complimenti, per avermi seguito sin qui, per avermi fatto conoscere le tue opinioni.
      Ciao, ci vediamo presto.

  • Ciao Erri, quanto tempo!
    Mi spiace se arrivo solo ora, ma ho appena scritto il nuovo capitolo e mi scuso con te per essere stato assente per tanto tempo.
    ho letto i capitoli che mi mancavano dalla tua storia tutto d’un fiato, col sorriso perennemente stampato sul volto, gli occhi che brillavano…
    Insomma, la tua storia è FANTASTICA, con personaggi FANTASTICI, e un modo di scrivere davvero, ma davvero FANTASTICO!
    Spero che tu abbia voglia di passare da me, mi farebbe felice!
    un abbraccio!

  • Buongiorno Erri, non mi sono ancora complimentata con te per il successo ottenuto e per la copertina, quindi lo faccio ora: complimentissimi, ti sei meritato davvero tutto!?
    Allora…. ho voluto votare l’opzione meno scelta, pur sapendo che avrebbe vinto comunque lo scienziato e che quindi non ti avrei capovoltato i risultati, perché mi ero affezionata ai cari genitori e quindi era solo per farti capire che anche loro sono personaggi realizzati davvero bene secondo me.
    Detto ciò, il capitolo mi è piaciuto molto, come sempre. Stavolta forse regnava un’atmosfera un po’ malinconica, ma era giusto così e l’ho apprezzata.
    Al finale! Buona domenica?

    • Buonasera, Naomi! Grazie infinite per i tuoi complimenti, li apprezzo davvero tanto. Mi fa piacere che ti siano rimasti impressi anche i genitori, hanno avuto poco spazio, ma quando li ho introdotti non sapevo quale sarebbe stato il loro ruolo. Alla fine rimasti in disparte, ma sono contento di averli potuti tratteggiare almeno un po’. Ti ringrazio di tutto, coi tuoi commenti sei sempre carinissima, ti assicuro che per me sono importanti più di quanto riesca a dimostrare con le parole 🙂
      Ciao, ti auguro un ottima settimana!

  • Buonasera Erri,
    Dopo una lunga assenza torno e noto con piacere due cose: hai scritto un’altra bellissima storia dallo stile e dalla fantasia inconfondibili, e… Ho fatto in tempo a leggerla tutta prima del finale 🙂
    Ho optato per lo scienziato!
    Ci sarebbero così tante cose da dire ma… Aspetterò la fine ormai 🙂

    Ciao, buona domenica!

    • Buongiorno, Veners! Mi fa un sacco di piacere ritrovarti e sapere che non ti sei fatto scoraggiare dal fatto che il racconto sia quasi terminato. Per me è importantissimo e ti ringrazio per questo tuo riscontro!
      Il finale sta per arrivare, sono andato un po’ lungo con il nono, quindi penso che aspetterò i canonici sette giorni prima di concludere le strane vicende di Agata e Be Sìssandùdz.
      Appuntamento intorno a martedì, quindi. Se vorrai esserci, ne sarò onorato.
      Grazie, veramente grazie di tutto, ti auguro un’ottima setimana.

  • Io voto Nonna Antonia, anche se sono stato molto indeciso…

    Non mi era arrivata la notifica e così me lo stavo perdendo. Per fortuna sono arrivato in tempo!
    Quindi il potere di Besis è così che funziona senza salto temporale… interessante! Come è interessante la sua trasformazione! Oh, ne voglio sapere di più! O pensi un giorno di farla tornare? 😛

    Ci vediamo all’ultimo capitolo e, se non mi vedi arrivare, vemmi a chiamare perché non me lo voglio perdere! Ecco! 🙂

    Ciao 🙂

    • Buongiorno, Red. Ah ah, i commenti mi fanno un piacere immenso, ma davvero non ti devi preoccupare di “arrivare in tempo”, la storia è qui e lo sarà per un pezzo, spero, a disposizione di chiunque la volesse leggere.
      Sì, l’opzione che ha vinto mi ha dato l’opportunità di mostrare cosa succede “dall’altra parte”: di fatto… nulla! Solo che Agata è cosciente dei poteri di Besìs e quando lo vede pietrificato capisce che è intervenuto, e sa che prima o poi sognerà la realtà che è diventata sogno. TI ringrazio un sacco per il commento, ci vediamo presto!

  • Beh direi di salutare la nonna 😉
    Accipicchia, siamo già alla fine e non mi ero accorta!
    Riuscirai in un solo capitolo a riallacciare tutti i fili delle vite – e dei sogni – di Agata?
    E a recuperare anche il nostro Bes?
    Lo spero proprio, e attendo con curiosità!
    Buona notte 😉

    • Buongiorno, Artelisa.
      Riuscirò, spero, a dire almeno… l’essenziale. Quando le storie cominciano, hai in mente un sacco di cose da scrivere, poi ti accorgi di quanto sia angusto lo spazio. Questo non è sempre un male, soprattutto per me, che tenderei a essere prolisso… però mi sarebbe piaciuto approfondire qualcosa 🙁
      Ciao, ti ringrazio un sacco di tutto e ti auguro un ottimo weekend.

    • Buongiorno, Anna. Grazie per il tuo bel commento, suscitare in te “nostalgia” per i miei protagonisti mi gratifica profondamente. A questo proposito, Questo sito è fantastico sotto molti aspetti,tuttavia, soprattutto negli ultimi due racconti, la sensazione di avere omesso troppe cose che avrei voluto raccontare mi lascia un po’ di amaro in bocca. Ma forse è giusto così, è meglio scrivere poco piuttosto che troppo, e io, a briglia sciolta, tendo a scrivere troppo 😀
      Ciao, ti auguro un’ottima giornata 🙂

    • Buonasera, FueGod. Ah ah, mi destabilizzi, credevo non ci fosse più nulla da spiegare 😀
      Ma niente, la storia va presa “as is”, anche se volessi cinquemila caratteri non sarebbero sufficienti a spiegare ciò che speravo si intuisse.
      In altre parole:non ci sarà nessuno spiegone, neppure un eventuale scienziato si cimenterà in cotale impresa!
      Ma pensa che ero convinto di aver fatto mezzo spiegone in questo nono 😀
      Qualcosa in più si scoprirà senz’altro… ti prometto che cercherò di essere il più chiaro possibile.
      Ti ringrazio un sacco per il voto e il commento, ci vediamo presto

  • Finiamo il racconto in una stazione spaziale. Mi sa che mi serve come minimo un grande scienziato che mi faccia uno spiegone finale. Le altre due opzioni non riesco proprio a capire come le gestiresti e, siccome non sono uno di quelli che vuole mettere in difficoltà un autore, scelgo l’illustre scienziato.
    Mai come stavolta aspetto l’epilogo per scoprire l’arcano.

  • Ciao Erri,
    e siamo arrivati quasi alla fine. Ci toccherà salutare Agata e il suo piccolo mondo.
    Questo capitolo, nella parte finale, mi fa venire in mente VIAGGIO ALLUCINANTE di Asimov, per un discorso legato alla miniaturizzazione… ma lasciamo stare.
    Solo un appunto, questa volta uno l’ho trovato: io avrei evitato di parlare di Cisto, lentisco e corbezzolo, riassumendo il tutto con un bel “cespugli”. Quando ero molto più giovane, ho scritto un racconto molto lungo, che non ho mai terminato e, per farla breve, ho descritto l’entrata di un grande palazzo di Park Avenue piazzandovi ai lati due belle KOCHIE SCOPARIE. bellissime piante ornamentali di cui però, nessuno, aveva mai sentito parlare e del cui aspetto nessuno sapeva nulla. il succo è: a meno che non si tratti di piante conosciute, chiamale piante o alberi, altrimenti dovresti raccontarci come sono fatte e magari, non essendo questo un forum sulla botanica, risulteresti un po’ noioso.
    Ciao e alla prossima con il finale!

    • Buonasera, keziarica.
      Mi fa molto piacere il tuo “appunto”. Penso che ormai l’abbia capito, ritengo critiche e osservazioni estremamente utili per migliorarsi. Permettono agli autori, in un certo senso, di “entrare nella testa di chi legge”, o anche solo di discutere e confrontarsi. Perciò, per quanto eviti di “sollecitare” critiche (perché richiedono un impegno ulteriore da parte di chi scrive il commento), trovo sempre positivo che mi vengano fatte. Quindi, intanto grazie.
      Non posso che essere d’accordo con la sostanza di ciò che scrivi: è da evitare di tirare in ballo conoscenze settoriali. Però vorrei spiegare perché ho fatto questa scelta: in realtà voleva proprio essere un’elencazione spiritosa e, diciamo così, insulsa, giusto per dare l’idea che attraversava un posto pieno di piante (peraltro, nello specifico, la banale macchia mediterranea). Ossia: leggi paroloni e poi concludi “Vabbe’, cespugli!”. Però, come di fatto mi fai notare, rimane una frase “né carne né pesce”, ossia non è sufficientemente marcato l’intento ironico e/o non sono sufficientemente esotiche le specie vegetali.
      L’elencazione surreale è un escamotage umoristico che mi piace usare, in questo caso non è riuscita nell’intento 😀
      Ti ringrazio un sacco per la lettura attenta e per il commento, ci vediamo presto!

  • I genitori, se siamo tornati sul treno dell’infanzia.
    La seconda parte del capitolo mi è piaciuta molto di più, con il pianetino. ormai non è più un “clin d’oeil” al Petit Prince, lo hai inglobato nel racconto! 🙂
    Per rispondere forse più al Grande Gabriele Gentile che a te, secondo me questa storia era poco per bambini fin dall’inizio: lo “Sborone” della sinossi già, data l’etimologia, è molto poco “per un pubblico di fanciulli” o forse sono all’antica io, diciamo fanciulli over 12 almeno.
    È solo questione di gusti personali, ma ho amato molto di più i primi capitoli che questi ultimi, che restano estremamente gradevoli e ben scritti. 🙂
    Ciao

    P.S. Non so se isa corretto ma io “ciondolarsi” non l’ho mai visto, mi suona male, non era meglio “ciondolare” o “oscillare”?

    • Buongiorno, befana. Rispondo prima all’ultimo quesito: non so se “ciondolarsi” sia corretto, mi hai fatto venire il dubbio e in effetti non trovo molti riscontri di tale verbo al riflessivo. Sì, dondolarsi ci stava di più.
      Riguardo al target di lettori: anche su questo non hai tutti i torti, in effetti pensavo a un’età dai dodici in su, soprattutto perché qua sopra, alla fine, non ci sono lettori più giovani.
      Su Besìs, forse dopo il decimo capitolo vi rivelerò un segreto 😀
      Ti ringrazio tantissimo per il commento e per tutto il resto,ti auguro un’ottima settimana.

    • Buonasera, Athelas. Ti rispondo con un sacco di ritardo, chiedo scusa, è stato un sabato complicato 🙂
      Grazie per la delicatezza che mi hai mostrato rafforzando l’opzione in vantaggio, quando vi voto io faccio spesso pasticci perché non ci penso 😀
      Che succederà? Qualunque cosa sia, farò del mio meglio perché vi possa soddisfare.
      Grazie un sacco di tutto e ricambio i complimenti per la copertina 😉
      Ciao, buona settimana

  • Nessun ma…
    Sulla forma niente da dire come sempre e l’idea di cancellare le parole come suggerisce Agata è geniale, ma la sindrome dell’adorabile vecchina non mi convince, sia per il tipo di pubblico al quale è rivolto il racconto che per il tipo di comicità usato fino a qui… magari in un altro contesto…
    Solo l’opinione di uno che ha colto adesso il riferimento a Maxwell e al suo diavoletto, del quale ignoravo l’esistenza!! 😀
    Ciao

    • Buonasera, Gabriele. Intanto ti ringrazio per i complimenti… vabbè, dai, geniale è per coccolarmi… e infatti mi sento coccolato 🙂
      La tua, la vostra opinione è preziosa. Mi sono posto gli stessi problemi, ma ti confesso che ho concluso che tutto sommato i lettori che ho su questo piattaforma avrebbero potuto apprezzare
      Però il dubbio che il tono di questo racconto sia diventato da un capitolo all’altro sempre meno adatto a un pubblico di giovanissimi c’è l’ho anch’io. Anche se, sentendo parlare gli undicenni d’oggi, forse il turpiloquio è l’ultimo dei problemi. Grazie di esserci, Grande Gabri Gentile, ci vediamo presto

  • Ciao Erri,
    io dico che Besìs stavolta non risponde…giusto per variare un pò, visto che finora è sempre stato sull’attenti con Agata.
    Caro Erri, fantastico personaggio quello della nonna, davvero 😉
    Mi sono divertita ad indovinare le parole nascoste dalle simpatiche lineette 😉
    E poi volevo dirti…ti sei autocitato o mi sbaglio?? L’ho trovato davvero carino 😉
    Buona notte!!!

    • Buonasera, Artelisa! Sono felice che il capitolo ti abbia divertito… e anche che ti abbia “intrattenuto” nella ricerca delle parole misteriose 😀
      Me l’avete scritto almeno in tre, e questo mi rincuora parecchio perché non avevo alcuna certezza su come avreste accolto questa “trovata”.
      Grazie mille per i complimenti, sei troppo buona!
      Ti confermo che, da buon megalomane, mi cito, anzi, mi tricito 😀
      Ti ringrazio di nuovo di tutto, di cuore.
      Ci vediamo presto.

    • Buonasera, Tinarica. Ah ah, certo che li trasmettono i maschi e quello che indichi è un esempio di quanto servano i correttori di bozze. Diciamo che mi serviva un aggancio qualunque per fare intervenire il medico, e ho trovato che l’idea del cognome fosse la più veloce. Quindi potrei difendere la mia scelta, dicendoti che la scrittrice ha preso il cognome del marito 🙂
      Però la verità è che ho pensato solo che fosse la nonna paterna e non ho riflettuto sulla banale logica della discendenza del cognome.
      Ti ringrazio tantissimo per il commento, mi dimostri una volta di più quanto devo stare attento e non dare per scontato nulla.
      Grazie un sacco anche dei complimenti, ti auguro un’ottima settimana

  • Ciao Erri,
    la sindrome di Tourette mi ha ricordato uno dei miei film preferiti, “La mia fedele compagna”, anche se nel caso della nonnina si manifesta diversamente e direi in un modo ancor più imbarazzante.
    Non ho ben capito come mai le pigne siano piombate all’improvviso contro di lei…
    Comunque il personaggio di Antonia mi piace molto ed è ben caratterizzato, penso che uno degli aspetti del tuo modo di scrivere che più apprezzo sia proprio la caratterizzazione dei persomaggi, che sono sempre unici e irripetibili. Complimentissimi, e a presto!
    P.S. Mi dispiace tu abbia dovuto riscrivere il capitolo da capo, ma credo ne sia proprio valsa la pena, quindi complimenti anche per lo sforzo ben riuscito?.

    • Buonasera, Naomi. Perché le pigne siano cadute non so se lo sapremo mai. Insomma, magari è solo un caso, capita, quando sono “mature”. Magari la prima cadendo ha colpito l’altra che è caduta a sua volta.
      Però la domanda è molto legittima, e mi pare di capire che tu non sia la sola a fartela. Forse ci tornerò 🙂
      Grazie-issime per i complimenti, sei troppo gentile 🙂
      Per quanto riguarda la riscrittura: guarda, ci lavoravo dal giorno prima, ma quando ho deciso di rivoluzionarlo ci avrò messo un paio d’ore in tutto a terminarlo. Ma ho tenuto una parte di quanto già scritto. Sì, fila certamente meglio della versione precedente, se poi piace anche a voi, cosa potrei chiedere di più?
      Grazie ancora di tutto, di cuore. Ti auguro un’ottima settimana.

  • È stato un piacere riempire gli spazi vuoti. La nonna con la sindrome di Tourette mi mancava, lo ammetto. Certo, l’hai stesa a pigne in testa prima che potessi affezionarmi veramente a lei, ma d’accordo, ci penserà Besis di testa sua. Forse. Complimenti per il treno in copertina, come dissi al secondo (?) capitolo, ho un debole per i treni.
    Maxwell, il deserto e il morso nero?
    Bene così 🙂

  • Ciao Erri,
    Capitolo molto particolare. Non ho ben capito la “malattia” della nonna, nè come leggere le sue parole, ma è sempre buffo inventarsi un po’ come vanno le cose, che poi è quello che facciamo tutti mentre leggiamo una storia, no? 🙂
    Nonostante tutto la nonna è simpatica, una nonnina ingobbita che parla in modo strano, Erri, non finisci di stupirmi. 😉
    Mi fa pena il povero dottore, che avrà il mal di guancia per almeno una settimana 😛 .
    Bello e divertente, 🙂 sono curiosissima di sapere come va a finire questa avventura. Ma ce la fai a finire la storia in 2 capitoli? Sì che ce la fai! 😉
    Ciao Erri, buona giornata!

    • Buonasera, Fior!
      Ti spiego la “malattia” di Antonia: il medico dice che è notoriamente affetta da Tourette. La sindrome di Tourette è un disturbo che ha molte manifestazioni, ma quella che in genere colpisce di più è che alcuni, tra quelli che ne sono affetti, hanno un sintomo veramente particolare: gli scappano le parolacce! Non ne possono fare a meno, la sentono come una necessità. È solo uno dei tick nervosi di cui un affetto da Tourette può soffrire, ma puoi capire quanto può essere imbarazzante 😀
      Adesso hai capito come si dovrebbero riempire gli spazi? 😀
      Riuscirò a finire, almeno spero 😉
      Ciao, ti ringrazio un sacco per il commento, ci vediamo presto

  • Per me Besis non risponde, non può usarlo per evitare tutti i drammi della vita.
    Non ho capito come mai tutte queste pigne si siano messe a saltare via dall’albero, ma mi adatto.
    La scrittrice con la tourette è un’idea, forse non proprio originale, ma divertente, però per me gli spazi da riempire sono un po’ troppi, lo confesso. E devo essere meno perspicace di Keziarica perché mi venivano sempre quelle due parole, massimo tre, a volte neanche quelle.
    Il deserto senziente è un tocco di classe della tua solita autoreferenzialità!
    Ciao
    P.S. Sono in falso incognito anche io ;-p

  • Ciao Erri,
    Mi sono ritrovata ad aggiungere le parolacce mancanti ai dialoghi della nonna, e mi sono pure divertita!
    Il capitolo é ben scritto, come sempre. Non ho critiche da fare, mi spiace, dovrai fare di peggio?
    Io dico che Besìs non risponde, qualcosa sta cambiando, chissà magari si prepara a riaccompagnare Agata dove l’ha trovata? Tra i rottami nella sabbia, per dirle addio?
    Aspetto il prossimo.

    • Buongiorno, keziarica! Grazie!
      L’idea era proprio che il lettore si dilettasse a riempire i “vuoti”, con te ha funzionato e ne sono molto contento 😀
      Mi piace il fatto che ti spingi fino a immaginare un finale, chissà se hai indovinato? 😀
      Comunque, il finale dipende in una certa misura dalla scelta che farete, perché la storia potrebbe prendere due (non tre) direzioni piuttosto diverse.
      Ti ringrazio moltissimo per il commento e i complimenti, ci vediamo presto

  • Simpatica la nonnina. Mi dispiace che sia finita male a causa di queste pigne impazzite. Per fortuna hai dissacrato l’immagine della scrittrice. Per evitare di arrivare alle estreme conseguenze (della dissacrazione), vorrei che intervenisse Besìs (senza ma).

    • Buongiorno, Napo. L’idea di “dissacrare” la scrittrice con un fraseggio da portuale mi è venuta, come ti dicevo, durante una pedalata (la “pignata” no, quella c’era da prima). Non so quanto sia efficace o resa decentemente, ma qui su TI si procede anche per compromessi: dovevo caratterizzare un personaggio in soli cinquemila caratteri e mi è sembrato che una caratteristica simile si potesse sposare bene con il tono del racconto.
      Mi ha un po’ sorpreso il tuo commento di ieri sera, perché esprimevi in larga misura i dubbi che mi erano sorti. Fossimo telepatici? 😀
      Ti ringrazio un sacco per il commento, ci vediamo presto

  • Attento Erri, i lettori ti stanno inducendo a compiere uno dei peggiori errori per un autore: scrivere di scrittori. Una roba da principianti frustrati che proiettano le proprie aspirazioni su un personaggio. Non caderci. Sorprendimi, ci conto.

    • Buonasera, Napo. Leggo il tuo commento di ritorno da una passeggiata nella quale ho deciso di riscrivere quasi completamente il capitolo che era prossimo alla pubblicazione. Hai ragione, è difficile e me ne sono accorto, ma pur se ne sono cosciente, non so se riuscirò a sorprenderti.
      E comunque, giusto a titolo di informazione: proietto quasi sempre le mie aspirazioni e frustrazioni sui miei personaggi 😀 😀
      A presto, spero.

  • Avevo letto il capitolo appena l’avevi pubblicato, non potevo resistere…
    Però ero indecisa su cosa votare e alla fine mi è passato di mente?
    Quindi rieccomi in ritardo, ho apprezzato molto il modo in cui sei riuscito a rendere la suspance e l’azione del momento.
    Alla fine scelgo per l’ottuagenaria scrittrice, sono troppo curiosa☺️.
    Ciao, buona domenica!

  • Ciao Erri, che dirti… un’altro capitolo stupendo. Molto avvincente. Agata che sferra qiest’arma segreta della ginnastica ritmica l’ho amata troppo!
    Trovo che marco sia un ragazzo molto adatto alla tua protagonista…
    Voto per il capitano dell’aeronautica in pensione perché secondo me potrebbe rivelarsi un personaggio oltre che interessante molto simpatico. Anche se devo dire l’idea del docente universitario mi ispirava molto… a presto con uno dei tuoi sfavillanti capitoli. Buona giornata ?

    • Buonasera, Athelas. Ma grazie, sei gentilissima!
      La mia idea, non so quanto riuscita, era rappresentare un’aggressione obiettivamente feroce: come si potrebbe definire, altrimenti, sparare a sangue freddo a due ragazzi, senza possibilità di negoziare, senza alcuna via di scampo per le vittime? Al tempo stesso volevo stemperare la cosa con dettagli un po’ ridicoli ma possibilmente coerenti. E… e il seguito di questo commento l’ho scritto e cancellato più volte, perché non so decidermi se questo capitolo è omogeneo rispetto agli altri oppure se ne distacca, facendo perdere alla storia un po’ dell’allegra spensieratezza iniziale. Ma sono quasi convinto che non sia così, il tenore non è cambiato: sono sette capitoli che non faccio altro che descrivervi situazioni di tragedia incombente. 😀
      Ad ogni modo, a parte le ciancie, ti ringrazio di tutto! Ci vediamo presto

  • Ciao Erri,
    la scelta sulle opzioni stavolta è stata dura…le adoravo tutte!! Alla fine ho scelto il professore con la testa fra le nuvole, perchè anch’io in questo periodo ho la testa fra le nuvole, e lo adoro 😉
    Devo farti i complimenti per questo episodio che è il mio preferito: le evoluzioni di Agata mi hanno tenuta incollata allo schermo!!!
    Bellissimo l’atterraggio sulle pubenda 😉
    E poi hai usato uno dei verbi che preferisco…ghermire 😉
    Quindi complimenti e alla prossima!

    • Buonasera, Artelisa. Grazie di cuore, sono felicissimo che ti sia piaciuto! Ogni volta non ho idea di come può essere accolto un capitolo, quindi avere il vostro riscontro è elettrizzante. Per quanto riguarda le opzioni, immagino che sia abbastanza chiaro che, a questo punto del racconto, ho le idee precise su come deve andare a finire. Ho perciò “selezionato” tre personaggi che mi permettessero di sviluppare il plot in una determinata direzione. Ciascuno con sfumature diverse, ma con un obiettivo finale ben delineato. Devo dire che anche io non ho particolari preferenze e la cosa è abbastanza rara 🙂
      Quindi aspetto curioso il vostro responso finale.
      Ciao, grazie un sacco di tutto, ti auguro un’ottima settimana.

  • Ok, vado controcorrente: non volermene, ma questo capitolo mi è piaciuto molto poco.
    E dal lato clochard brutto sporco violento e cattivo e da quello Agata – Van Damme.
    È senza dubbio una questione di età: tu sei un bambino e io una vecchia zia scettica, ma i personaggi ben caricaturali e le scene d’azione buoni vs cattivi non mi appassionano mai.
    O forse (e vai di aneddoto autobiografico) perché nella residenza secondaria dei miei c’era un barbone che ogni tanto entrava di notte, nella casa vuota, forzando uno scuro, abbastanza regolarmente, e si limitava a dormire al caldo una notte, lavarsi, farsi la barba e mangiare qualcosa, senza nemmeno mettere troppo disordine. Immaginare che avrebbe fatto del male a chi fosse entrato accidentalmente in casa, non mi piace! 😉

    Però la mutazione in corso di Bésis mi incuriosisce assai.
    Vada per l’ottuagenaria, mi ricorda la Agata del primo capitolo.

    • Buonasera, befana. Non te ne voglio, e se lo vuoi sapere ero persuaso che ti sarebbe piaciuto poco. Avevo necessità di scrivere alcune cose e di mostrare una determinata azione nel minor spazio possibile. C’è più di una ragione, ti dico la più importante:
      Il pericolo doveva essere mortale e Agata deve essete totalmente conscia di tale pericolo.
      La scelta di Agata di non “usufruire”di Besìs doveva essere cristallina. Più che van Damme vedo Agata come un’eroina per caso, che cerca di salvare, più che sé stessa (in fondo sa che Besìs a mali estremi interverrebbe), quel romantico rapporto in boccio che in questo momento riempie tutta la sua vita.
      Usa ciò che conosce per difendersi, cioè la ginnastica artistica e cerco di mostrare che è anche molto fortunata. Fortunata ma determinatissima. Perché voglio che sia così, mi serve che sia così: determinata a livelli abnormi, 😀 Non chiamo mai l’intruso “barbone” perché la mia rappresentazione mentale del barbone non lo raffigura con il revolver in mano e la spietatezza di uccidere due ragazzi se non gli danno un apriscatole. È un folle, nella mia idea è un criminale in fuga, pazzo o impazzito o forse solo cattivo come pochi.
      Una pecca oggettiva di ciò che scrivo è che mancano sempre i veri cattivi. Sai perché mancano? Perché, come direbbe Pennac, so molto bene che il Porco Assoluto non esiste e tendo istintivamente ad escludere un personaggio simile dai miei racconti. Però esiste ed è molto utile in un certo tipo di letteratura. Ho voluto introdurre un piccolo “Voldemort”, senza magie e neurodanneggiato, ma quasi altrettanto spietato. Lo raffiguro sporco perché è alla macchia. E poi, viceversa, anche se fosse un senza fissa dimora sbroccato, perché no? O vogliamo ricadere nel chiché opposto del “tutti i barboni sono buoni”? (Ah ah, scherzo, ti stuzzico 😉 )
      Avendo più spazio non so se l’avrei scritto diversamente, in alcune bozze lei additava l’intruso come un rapinatore, poi mi è piaciuto di più raffigurarlo come uno squilibrato che si abbraccia un barattolone di pomodori pelati.
      Grazie moltissime per il commento, apprezzo sempre chi va controcorrente, spesso trova o fa trovare percorsi interessanti 😉
      E qualche volta dà modo ad altri di illustrare il proprio percorso.
      Ciao, ti auguro un’ottima settimana.
      P.S.: Se hai votato adesso, il voto non è stato conteggiato. Se invece, come credo, il commento era in moderazione, non riesco a capire qual è la parola tabù.

      • No, no, era nuovo nuovo il commento, il voto l’avevo scordato; ho rimediato ora!
        Leggo le tue necessità e avevo colto e la ginnastica e la paura di perdere Marco in un’altra dimensione, ma la colluttazione fa tanto film di van damme (ho una suocere fan del suddetto, sono preparata!), non è decisa, è fredda e decisa tanto da premere il grilletto. Una roba che molti adulti restano paralizzati ore senza osare.
        E no, certo, non sono stoltamente buonista, checché ne dicano molti, so bene che di incattiviti, o di cattivi tout court o di pericolosi per mille motivi tra i barboni ce ne sono tanti. Puntavo il dito sulle caratteristiche stereotipate del tuo: sporco, col difetto di pronuncia alla gatto silvestro…molto poco fantasioso, insomma; sarà che i cattivi non ti piacciono e non ti ci volevi lambiccare il cervello.
        Insomma mi è sembrato un capitolo dai risvolti e dai meccanismi narrativi “facili”, già visti… Sì, non ti insorgere subito, immagino che come al solito ci hai lavorato tanto ma è la sensazione che lascia a me.
        Riciao

        P.S. Pennac però i cattivi ce li mette nelle sue storie e sono cattivi cattivi, a volte ridicoli e pure con lati simpatici, ma cattivissimi!

        • Be’, a dirti la verità, anch’io sono un po’ fan di van Damme 😀
          Dicevo la roba del voto perché i punti sono cresciuti improvvisamente senza commenti corrispondenti, al che ho immaginato che ce ne fossero almeno quattro in moderazione per qualche parola strana. Boh, meglio così, devo avere qualche fan timido 🙂
          Vero, Pennac ce li mette, i cattivi, ho riassunto con le sue parole una mia disposizione mentale che mi impedisce di immedesimarmi sufficientemente in un’indole malvagia (eh, perché devi sapere che io sono propri buonissimo, eh? Un vero pezzo di pane!). Insomma, a essere sincero, buono non so, ma buonista lo sono di sicuro e ne sono fin troppo cosciente 😀
          Non mi arrabbio, ci mancherebbe, mi infervoro in commenti chilometrici perché mi piace spiegare la mia posizione. E poi mi dai l’opportunità di chiarire anche con me stesso il perché di alcune scelte, quindi grazie di nuovo.
          Riciao

  • Davvero avvincente questo capitolo!!! Anche questa volta sei riuscito a trasportarmi dentro il racconto!!!
    Ho votato per la scrittrice, mi piacerebbe stare a sentire quello che ha da raccontare…

  • Ciao piccolo. Bel ritmo, nuova luce su Agata (non me l’aspetravi con minigonna e tacchi alti) e provvidenziale intervento di Besìs. Vorrei capirne di più su Besìs e credo che il capitano dell’aeronautica possa saperne qualcosa di asteroidi parlanti

  • Ciao Erri,
    io voto il docente, perché ho paura che il cambiamento di Besìs possa richiedere un intervento scientifico… potrebbe essere che stia subendo dei cambiamenti inaspettati dovuti ad una qualche malattia extraterrestre?
    La tua trama è originale, ben costruita e il capitolo ben scritto.
    Ora basta coi complimenti. Aspetto il prossimo e mi auguro che Besìs non subisca danni, ormai mi ci sono affezionata!

    • Buongiorno, keziarica.
      Puoi immaginare quanto mi fanno felice i complimenti, ne sono goloso quanto un bambino del pane e nutella 😀
      Li accetto perciò arrossendo, e ribadendo ancora una volta che mi piace il dolce delle lodi, utili carboidrati, ma apprezzo moltissimo anche il piccante delle critiche, proteine essenziali per svilupparsi al meglio 😀
      Ah ah, commento a dir poco delirante, il mio 😀
      Ti ringrazio infinitamente, ci vediamo presto!

  • Ciao,
    sono letteralmente naufragata sulle sponde di questo meraviglioso racconto. ci sono finita per caso, come un naufrago appunto, e non sono più riuscita ad andarmene. Io non lo so se hai due anni o centodue, qualsiasi sia la tua età anagrafica o di fantasia, sei bravo e hai un dono. Non si tratta della forma, la tua è sostanza in polvere di stelle.
    grazie per la piacevole lettura. Grazie per l’isola felice che hai creato, nel mezzo di un oceano di altri telenti, quale è questa piattaforma.
    La tua è un’idea originale, e mi pare insipido nel momento stesso in cui lo scrivo, perché non basta originale, ci vorrebbe di più.
    Aspetto con ansia il prossimo capitolo dove spero che si faccia male lo sconosciuto.

    • Ciao, keziarica.
      Cosa posso dirti, a parte grazie?
      Eppure solo questo posso fare, ringraziarti di cuore.
      E so che queste parole ti suoneranno banali o già sentite, forse è davvero così…non sono bravo a ringraziare. se lo fossi riuscirei a mostrarti a parole quanto mi ha fatto piacere il tuo commento.
      (Sono stato abbastanza chiaro? 😉 )
      Insomma, una volta di più, grazie per avermi trovato, o ri-trovato, in questo oceano dove è facile perdersi o nascondersi.
      Ogni tuo commento mi rende orgoglioso, mi fa pensare di aver fatto qualcosa di buono, mi sprona a continuare e di questo ti sono debitore.
      Spero che il viaggio continuerà a piacerti, e visto che questa volta giungi al mio lido quando la storia non è ancora conclusa, sono felice del fatto che potrai aiutarmi a scegliere una direzione.

      Ciao, ti auguro un’ottima settimana. Di certo ci vedremo presto 😉

    • Buonasera, Anna. Grazie mille per i complimenti. Ti dirò, oltre al dialogo, mi interessava tratteggiare in modo realistico le intenzioni/sogni/aspettative/paure del giovanotto. Romantico, carino, timido, galante… ma che non esclude che la serata possa finire in un certo modo… zozzone disgraziato che c’ha ragione il professore se solo si azzarda a metterle una mano addosso altro che lo sconosciuto col revolver gli faccio!!! 😀
      Scusa il vaneggio, ho un nervo scoperto 😀
      Ti ringrazio tantissimo per il commento, ti auguro un’ottima serata

  • Ciao Erri,
    Lo sconosciuto si farà male! Vedremo… sono curiosa come sempre…
    Il capitolo mi è piaciuto molto… e anche a me come a naomi hanno fatto morire le minacce del padre a Marco. Aspetto di vedere quali altre bellissime sorprese ci riserverai sola prossima volta ?
    A presto e buona giornata

  • Buongiorno Erri,
    mi hai colto di sorpresa con questo colpo di scena, non me lo aspettavo!
    Le minacce del padre a Marco mi hanno fatto morire dal ridere?… Stupenda la conclusione dei pensieri del ragazzo:
    “Ma sì, professore, mi uccida pure”
    E ora voto per lo sconosciuto… Però ero un po’ indecisa…
    Buona domenica!?

  • Ciao Erri,
    ovviamente non potevo permettere che si facesse male Agata, ma neanche Marco accipicchia! Meglio uno sconosciuto…
    Ho visto che sui salti temporali vuoi decidere tu, e questo mi ha incuriosito… ma mi sto chiedendo se ogni volta che Agata avrà un problema ce ne sarà uno… prima o poi erò dovrà affrontare i problemi, fanno parte della vita 🙂
    Anche se, diciamoci la verità, un salto temporale ogni tanto farebbe comodo a tutti 😉
    Buona serata!

    • Buonasera, Gabriele. Tu e Agata non siete i soli 😀
      Eh sì, devo ammettere che questo è il capitolo più autobiografico di tutti 😀
      Per rispondere alla tua domanda: non sono un chimico, ma ho cercato di immedesimarmi nel genitore preoccupato e non escludo che potrei fare discorsi simili, a giovanotti che dovessero ronzare intorno a casa… Ma forse è meglio di no, magari mi beccherei una denuncia dai genitori 😀
      Ti ringrazio moltissimo per il voto e il commento.
      Ciao, buon weekend

  • Io dico Marco: le altre due sono troppo facili.
    La disquisizione sul film, in apertura, sei tutto tu… anzi parecchi dei tu che sono in te (il te scrittevole, sugli altri non mi permetto XD)
    Tutto molto carino, lineare anche con le tre interruzioni. Però Besis sta sullo sfondo da un po’, credo che non possa durare.
    Ciao
    P.S. La microcar no, ti prego! 😉

    • Buonasera, befana. Lo ammetto, Agata mi somiglia un po’, anche se lei è più intelligente, socievole e determinata di me 🙂
      La microcar, purtroppo, è nei fatti, quasi come ai miei tempi lo era lo scooter. Però, rispetto allo scooter ha il vantaggio di avere due ruote in più e una cappotta e rispetto alle automobili ha il vantaggio di non avere i sedili reclinabili 😀
      TI ringrazio moltissimo per il voto e il commento, ci vediamo presto

    • Buonasera, FueGod.
      Ma sì, sai com’è, Marco voleva farsi trovare pronto per ogni eventualità… meno male che non gli abbiamo guardato nel portaoggetti… disgraziato zozzone incosciente 😀 😀
      Vediamo se il sasso contribuirà e come, alle volte basta rimanere seduti sulla riva del fiume, e il cadavere del nemico ti scorre davanti 😉
      Ti ringrazio moltissimo per il voto e il commento, buon weekend!

  • Questo è il capitolo che mi è piaciuto di più. Penserai che ho avuto poca immaginazione finora, lo so.
    Quanto all’opzione, credo che, per una serie di conseguenze e di colpi di scena che ne potrebbero scaturire, la scelta migliore sia Agata.
    Alla prossima

  • Ciao Erri,
    Bello questo capitolo!
    L’eccitazione di Agata e l’imbarazzo di Marco, la luna splendente e una serata eccitante.
    Non vedo l’ora di scoprire come va a finire, spero bene, ma anche con un pizzico di euforia e adrenalina, e so che tu sei un esperto in campo ? .
    Vai forte Erri!
    Continua così!
    Ciao, buona giornata! ?

  • Buongiorno Erri,
    Questa mattina al posto della caffettiera pronta sul fornello ho trovato il nuovo capitolo di questa avvincente storia! Per fortuna il sabato mattina faccio con più calma e quindi ho avuto il tempo di gustarla..
    Mi sono adagiata su colori, panorami e sensazioni della mia adolescenza trovando un ché di familiare in tutto il racconto…
    Ho votato per lo sconosciuto, credo sia più giusto che ci passi lui visto che ha rovinato una serata perfetta!
    Ti auguro una bella giornata!

    • Buongiorno, Dhalya! Mia nonna ripeteva sempre che nella vita bisogna avere due cose: una moka carica, pronta da mettere sul fuoco e un “Piano B” per ogni evenienza. Mio nonno la correggeva puntualmente, spiegando che per quanto riguarda il secondo punto, è molto più utile avere “lato B” (beh, lui non diceva proprio così). Ma il primo punto è sacrosanto, pensa che in casa la carico dalla sera prima e quando me ne dimentico in genere bruciamo la guarnizione. Per fortuna me ne dimentico solo quando pubblico a tarda notte 🙂
      Mi fa piacere che trovi familiare la situazione, era proprio ciò che volevo: un appuntamento che può rievocare ricordi e emozioni comuni a tutti noi. Tranne il finale, magari 😀
      Ti ringrazio moltissimo per i complimenti e ti auguro un’ottima giornata 😉

  • Ciao Erri,
    Sono pienamente d’accordo con tutto quello che ti ha detto Naomi. Le descrizioni in questo capitolo sono bellissime e il punto delle bolle nel naso mi è piaciuto tantissimo. Più continua la storia più adoro i personaggi!
    Effettivamente è vero mi aspettavo una una domanda su ciò che dirà Besìs, ma alla fine ho votato per andrà bene, ma alla fine della serata si verificherà un incidente.
    A presto e buona giornata

  • Ciao Erri,
    bellissimo l’inizio della russata nella vasca da bagno, con risveglio un po’ traumatico?.
    Il tuo stile di scrittura mi stupisce sempre, perché quando sei tu a descrivere una situazione qualunque diventa sempre speciale e divertente, magica e un po’ fiabesca.
    Bene, e ora… Io direi che l’appuntamento andrà bene, ma un incidente finale cambierà le prospettive…
    Ciao, buon lunedì!

  • Ho optato per la delusione, non per essere cattiva con Agatha ma perché a quell’età le delusioni sono all’ordine del giorno.
    Ma a tua “sorella” lo hai fatto leggere? Ha apprezzato? Mi ha fatto molto ridere il passaggio sui preparativi, mi ci sono molto ritrovata anche se son passati secoli XD
    Non ho capito dove vuoi portare la storia, e la cosa mi piace molto.
    Ciaone (a quanto pare entra nel dizionario!!! sigh!)

    • Buonasera, befana. No, mia “sorellona” non l’ha letto, conoscendola potrebbe pure prendersela, perché in effetti potrebbe riconoscersivicivisi. Ingenua! Sì rifiuta di credere che sono tutte uguali 😀
      Quando inizio un nuovo racconto, in genere ho un’idea abbastanza vaga di come proseguirà e questo è il presente caso. Insomma, anch’io non so bene dove andrò a parare. Grazie mille del commento, ci vediamo.presto!

    • Buonasera, Napo. Ti ringrazio, mo fai un grande complimento quando scrivi che la storia è “originalissima”. In realta, se guardi bene, le quattro storie di Erri si possono riassumere in tre parole: bambini, “esseri alieni” (in senso ampio), comunicazione.
      Vale per l’Avventura tra i ghiaccioli, dove l’alieno è un pianeta senziente e la comunicazione avviene attraverso il senso del gusto.
      Vale per Max Rotella (un bambino e il suo pipistrello parlante, la comunicazione, o la mancanza di essa, ha un ruolo fondamentale).
      Vale per Ombretta (un ecosistema senziente che comunica in modi bizzarri, ed è una bimba a scoprirlo).
      E vale per quest’ultima storia.
      Ho l’impressione che valga anche per altre storie che ho scritto, tu che ne pensi?
      Ti ringrazio tantissimo per il commento, ci vediamo presto.

  • Ciao Erri,
    Questo capitolo mi è piaciuto molto, bravissimo! 🙂
    Mi fanno sempre ridere quelle ragazze con lo smalto che picchietttano rumorosamente sullo schermo del cellulare (io detesto lo smalto 😛 ).
    è forte come una ragazza grande torni a credere alle storie di quando era piccola, (che poi, in questi casi, sono mooolto più di semplici storie) . Sei bravo a creare queste scene, Besìs viene ritrovato da Agata e Agata si sorprende di Besìs, tutte queste scene sono uguali ma allo stesso tempo diverse e originali.
    Bravissimo Erri! Continua così! 😉
    Ciao, buona giornata.

    • Buonasera Fior. Felicissimo che ti piaccia! Ti ringrazio tanto per il tuo commento, anche perché osservi una cosa importante: sto un po’ mettendo alla prova la vostra pazienza con scene uguali, o almeno equivalenti. Come hai notato, cerco di renderle sempre un po’ diverse, ma non è un caso che abbia fatto dire a Besìs “dobbiamo smetterla di salutarci così”, perché so che ho sfruttato fin troppo questa scena 😀
      Mi inventerò qualcos’altro, per la seconda metà del racconto 🙂
      Grazie ancora, ti auguro un ottimo weekend

  • Voto per l’incidente…
    L’Agata sedicenne sembra avere altri interessi come è giusto che sia alla sua età, ma il fatto che si ingegni un ciondolo pur di portarsi Besis con sé dimostra il suo attaccamento alla stella, che continua ad essere il filo conduttore tra sogno e realtà.
    Bel capitolo 🙂

  • No dai, il “bono” perfetto no…una via di mezzo: appuntamento bene, ma con incidente finale 😉
    Io avrei scelto figo come espressione, bono si dice ancora? Mi ricorda quando ero giovane…reminescenze antiche 😉 😉 😉
    Ma sei sicuro che Besìs appena recuperato dall’acquario con tanto di peduncoli ed escrescenze bulbose possa diventare un vezzoso ciondolo?!?!?Mi è suonato un pò strano 🙂
    La lettura è sempre piacevole, anche se io ammetto di fare ancora fatica a seguire tutti i salti sogno/realtà che diventa sogno e cambia la realtà…e dire che penso di essere una persona fantasiosa e creativa!!!!!
    Comunque io adoro Besìs, e anche la vivacità di Agata.
    Un caro saluto 😉

    • Buonasera, Artelisa. Allora, per quanto riguarda “bono”, le mie fonti teenager mi assicurano che si usa. Però credo anche che dipenda da regione a regione. Nella regione della mia fonte si usa 🙂
      Stesso discorso (penso) per “balordo” e “inciurlire”. Ma se tra le righe vuoi insinuare che non ho più sedici anni… mi arrendo, hai ragione 😀
      Hai ragione anche su un altro punto: un vezzoso ciondolo… molle e forse viscido di alghe che puzza di pesce 😀
      Mi segno la tua osservazione per il prossimo capitolo, è un ottimo spunto!
      Ti ringrazio moltissimo per i complimenti. Ciao, ci vediamo presto!

  • Primo, io voto che va bene ma alla fine della serata avverrà un incidente. Spero non sia una macchina che li metta sotto e via di un altro sogno perché sarebbe banale 😉

    Secondo, mi è piaciuto molto la spiegazione che dà la stella: quando trasforma la realtà in sogno non ha un completo controllo su quando il sogno avviene. In parte sì, visto che l’ha fatta tornare indietro nel tempo per farsi salvare, ma in parte no, visto che si è cristallizzato fin quando l’Agata salvata non effettua il sogno. Sembra una “biforcazione temporale” 😉

    Terzo:
    ——————————-
    «Bes, io rimarrei giorni a studiarti, ma c’è un bono che mi aspetta!».
    «Meglio! Cioè, fai pure».
    ———————————
    Questa è splendida. Ottima anche l’interpretazione della sedicenne “tormentata” 🙂

    Vai così che è una figata 😀

    Ciao 🙂

  • Caro Erri,
    Mi hai fatto venire l’ansia… prima la camminata sul parapetto poi quella caduta!
    Spero in un prossimo capitolo più rilassante, dove potrò respirare profondamente e non trattenere il fiato!
    Ma con Agata sedicenne so già che non sarà facile…
    Ora ti saluto facendoti i miei complimenti!
    Buonanotte…

    • Buonasera, Dhalya! Mi sono sempre domandato quanto le barriere e i parapetti, in navi da crociera e non, siano adatti a contenere l’esuberante incoscienza dei bambini. Diciamo che, in questo capitolo, spero di aver esagerato, non può essere così facile mettersi in una situazione di rischio estremo. O forse sì? 😀
      Rilassarsi con una sedicenne? Uhm… 🙂
      Ti ringrazio.dei complimenti e ti auguro tanti bei sogni quante sono le molle del materasso 🙂

    • Buonasera, Gabriele! Ti ringrazio per i complimenti!
      L’idea che Agata saltasse tra più di un’età c’era dall’inizio. Ma già una volta è tornata indietro, ha riavvolto il nastro. La ruota ha girato una volta, può girare ancora. A proposito, mi pare di ricordare che sei ferratissimo in inglese, come diresti “girare intorno”, nel senso di “orbitare”?
      Ciao, Gabriele, grazie ancora, ci vediamo presto!

  • Per un attimo la parte “terra terra” di me, quella madre di famiglia con un lunario da sbarcare diciamo, leggendo, è inorridita: cancelletti di sicurezza su una nave dalle sbarre cosi larghe che una bambina di 8/9 anni sguscia attraverso, una bambina di quell’età che decide di fare la trave d’equilibrio sul corrimano di una nave in movimento: minimo questa a diciott’anni fa quella roba, come si chiamava già? dello zompo ubriaca dalla finestra nella piscina dell’albergo. Sempre se ci arriva, a diciott’anni.
    Ma l’infante che è in me ha messo a tacere la vecchia bacchettona e si è deliziata. Le invenzioni questa volta erano pirotecniche come sempre ma molto più facili da seguire e visualizzare, persino per me.
    Vada per la sedicenne: qualcosa mi dice che hai una sorella maggiore cui ispirarti, piccolo Erri. 😉
    Ciao
    P.S. ma sai che dai capitoli precedenti (sarà il nome agata, sarà l’aereo nel deserto alla Saint Exupery, sarà il treno in stile Orient Express, mi ero immaginata un’epoca passata: il selfie col telefono mi ha lasciata perplessa fino a che mi son resa conto ceh mi ero fatta tutto un mondo mio. XD

    • Buonasera, befana! Sì, diciamo una “sorella” 😀
      L’epoca di Saint Exupery è passata da un po’, però Be sìs conosce bene il francese. Il treno del deserto è il Namib Desert Express, non l’ho scritto e non so se ne avrò occasione, ma qui nei commenti i caratteri sono gratis 😀
      Però qualche suggerimento sull’epoca l’ho dato da subito (ultraleggero, servizi sociali). Diciamo che è adesso è presente e Agata anziana è futuro prossimissimo.
      Grazie davvero per il “delizioso”, mi fa moltissimo piacere. Diciamo che ho tenuto presente che la comprensibilità di ciò che scrivo è un valore aggiunto e lo devo anche alle vostre osservazioni.
      Ciao, befana, ci vediamo presto

  • Ciao di nuovo Erri,
    e grazie per le tue spiegazioni!
    Ho voluto rileggere i capitoli precedenti in sequenza, e mi tornano senz’altro di più!
    E’ buffo questo capovolgimento sogno/realtà, anche perché a volte è proprio così che succede. Delle cose che sognamo ci appaiono vivide e reali (a anche familiari, a me è capitato…) e invece…a proposito, mi ero dimenticata di dirti, nel precedente capitolo mi è piaciuto tanto:“E chi sogna il sogno, se non c’è sognatore?”
    Per il prossimo dico quarantenne, perché è nella mia fascia d’età…e anche perché è un’età in cui effettivamente i sogni fatti da bambino sono un po’ dimenticati 😉
    Per fortuna per me non è così, mi sento sempre una fanciulla, dentro…anche se molto, dentro!
    E’ sempre un piacere, a presto!
    ps1: mi sa che abbiamo ri-pubblicato insieme
    ps2: lieta di esserti stata d’aiuto per il novo capitolo 😉

  • Buongiorno Erri,
    un tuffo tra i delfini ci stava perfettamente!
    Che bello, la storia mi piace sempre di più, così come i tuoi simpaticissimi personaggi…
    Ora vorrei vedere un’Agata adolescente, direi anche io come Red di procedere per gradi ?.
    Buona giornata!

  • Il capitolo mi è piaciuto molto… il tuffo poi… bello come sei riuscito a concluderlo. Io adoro i salti temporali ma voglio procedere per gradi: dopo averla vista a quattro (?) anni, dopo averla vista a sei (?) anni, ora la vediamo a ot… ehm… sedici anni. Non farla troppo tormentata 😛

    Ciao 🙂

    • Buongiorno, Red. Sono felice che ti sia piaciuto 🙂
      Le età che hai desunto rientrano nella finestra di età che avevo in mente, diciamo che tu la fai un po’ più sveglia della media, ma si sa, le bambine sono molto più avanti dei maschietti pari età e io conosco almeno un paio di bambine a cui il ritratto calzerebbe a pennello (anzi, starebbe loro un po’ stretto 😀 ).
      Tormentata o no? Boh, le adolescenti si tormentano anche per il colore del rossetto 😀
      Ciao, grazie ancora, ci vediamo presto

  • Ciao Erri,
    Bellissimo capitolo, la protagonista mi sta sempre più simpatica. Con la domanda di fine capitolo mi hai letto nel pensiero perché stavo proprio pensando alla sua età.
    Mi sono piaciuti moltissimo i dialoghi fra Agata e Besis e anche stavolta mi hai fatto ridere in più di un punto.
    A presto e buonanotte

    • Buonasera, AUI! Sono contentissimo che il racconto continui a piacerti.
      Far ridere per me è importante, e lo ritengo difficile, quindi sapere che con te ci sono riuscito mi fa molto piacere. L’età di Agata non era chiara, del resto non la volevo proprio chiarire, volevo mantenermi sul vago perché preferivo che la rivelasse con le sue azioni. Io l’ho immaginata come una bimba di sette/otto anni… e se pensi che a quell’età sia troppo piccola per il cellulare, sappi che lo può usare solo in crociera 😀
      Ciao, grazie di nuovo, ci vediamo presto.

  • Diciamo sedici..
    Per quanto mi sforzi, con questi salti temporali, non riesco a seguire il filo del discorso, la trama insomma ma sicuramente si tratta di un mio problema. Al di la’ di questo, mi piace molto il tuo stile: metafore originali (quella del ricordo del gabbiano dello stessa sfumatura di colore del corrimano è favolosa); bel ritmo; sarcasmo al punto giusto 🙂

    • Buonasera, Anna. Intanto, sono contento che apprezzi il mio “stile” e ti ringrazio molto.
      Grazie anche per il feedback, mi è molto utile. Un tempo sollecitavo le critiche, ora non più perché mi pare di condizionare il lettore, ma le apprezzo e le ascolto tutte. La storia è complicata, me ne rendo conto. Penso che diventerà più – come dire? – “familiare” con i capitoli seguenti. Insomma, non dico che riuscirò a spiegare esattamente alcuni passaggi, intendo piuttosto che il movente della storia, ossia gli strani balzi di Agata, diverranno quasi un contorno rispetto al dipanarsi della trama. O almeno spero 😀
      Ti ringrazio di tutto, ci vediamo presto 😉

  • Sedici anni, abbiamo ancora tempo per vederla crescere e affrontare successi, sconfitte, delusioni e tutte queste cose qua.
    Questo capitolo l’ho decisamente preferito agli altri, forse è stato più lineare, o forse sono io che sono entrato nell’ottica giusta. Mi è piaciuto il fatto che cadendo abbia pensato alla bellezza di tuffarsi nell’oceano.
    Sì, forse è per questo che mi è piaciuto 🙂
    Ciao Erri e buona serata.

    • Buonasera, Fuegod. Mi fa piacere il tuo commento, perché volevo appunto essere più lineare. In fondo, è la mia condanna, il nucleo dei racconti che scrivo qui sopra è sempre un po’ complicato da spiegare. Se ci aggiungi che ho una naturale tendenza al barocco, vedi che cammino sul filo 😀
      In ogni caso, ringrazio te e gli altri, ascoltandovi mi rendo conto di certi errori e cerco di correggerli.
      Ciao, ti auguro una buona serata. “Solo una?”, mi chiederai. Eh, va be’, sono certo di avertene già augurato a migliaia, quindi l’augurio è pleonastico 😀

  • Non voglio che Agata cresca così in fretta. Poi che ne puoi sapere tu di una quarantenne? Andiamo per gradi: sedici anni.
    Continuo a pensare che per leggere questo racconto bisogna porsi in un’ottica di percezione pura, senza ricercare la coerenza a tutti i costi.

    • Buonasera, Napo. A dirti la verità io sono ossessionato dalla coerenza, solo che nel presente caso devo essere coerente con un mondo nel quale esistono degli asteroidi in grado di alterare il tessuto spaziotemporale per trasportarti in un universo parallelo (o quasi). Se poi ti riferisci al tuffo di Agata, vorrei rassicurarti: è *fatale* anche nel suo mondo. Ti ringrazio per il voto e il commento, ci vediamo presto.

  • Ciao Erri,
    penso che Agata pensi, birichina, di poter fare un sacco di cose, con Besìs 😉
    Allora, il capitolo è scorrevole e piacevole come sempre, ma onestamente mi sono un pò persa. Non ho ben capito come si collega al precedente, e come è avvenuta la trasformazione in sogno e poi….il ruolo di Loretta ;-(
    Ho bisogno di ripetizioni mi sa!
    Alla prossima!

    • Buonasera, Artelisa. Ti ringrazio almeno per due motivi: per i complimenti che mi fai (grazie, troppo buona) e per aver voluto condividere le tue perplessità.
      I punti che indichi (a parte, forse, Loretta), li ho un po’ sorvolati, nella convinzione che la visione d’insieme, al termine del racconto, avrebbe reso più chiari certi passaggi. Ma giustamente voi leggete un piccolo pezzettino a settimana e di questo dovrei tener conto. Grazie di avermelo fatto notare 🙂
      Quello che avrei voluto “mostrare”, comunque, è questo: abbiamo lasciato la bambina sotto la minaccia di una frana. La ritroviamo che si risveglia su una nave da crociera. Per farla breve, è Besìs che ha fatto sì che l’episodio precedente sia divenuto un sogno.
      Ma se quello che è stato una realtà ora non lo è più, i ricordi di Agata devono essere diversi. Lo sono, infatti: lei ricorda che in quell’occasione avevda con sè un pupazzo, Loretta, che nella sogno (ex realtà) che vi ho raccontato nel terzo capitolo non aveva affatto. Ha potuto usare Loretta per metterci dentro la stella cadente senza bruciarsi.
      Ora, a distanza di tempo, si ricorda della cosa e corre via con Loretta per liberare Besìs.

      Mi rendo conto che è difficile anche da spiegare. Penso che l’ostacolo maggiore sia anche l’aspetto che mi affascina di più, ossia il salto temporale tra i due capitoli; sembra che Agata salti da una situazione all’altra senza vivere la vita che c’è in mezzo. Non è così e ho provato a mostrarlo: per quanto quei due istanti siano legati, Agata ha ricordi per tutto il periodo che intercorre tra essi. Non ti capita mai di pensare “Ehi, io sono qui, adesso. e ricordo quando ero bambino e chiedevo a mamma di comprarmi la Girella. E tutto ciò che è accaduto tra la Girella e oggi? Dov’è?”
      È un ricordo, un insieme di ricordi, ma, oggi che è passato, ti sembra (no, *mi* sembra, magari tu non hai idea di cosa io voglia dire) che sia passato un istante.
      Sicuro di averti confuso ancora di più le idee, ti saluto e ti do appuntamento a presto.
      P.S.: Ti devo ringraziare anche perché il tuo commento mi ha fatto scoprire un brutto errore nel nuovo capitolo che era praticamente pronto ma che ho dovuto cambiare.

  • Buongiorno Erri (anche se è l’ora di pranzo, ma io ho da poco fatto colazione 😀 )
    il mio voto è andato su :“Che storia divertente. Ma, cos’è quell’ombra gigantesca? Ci viene addosso, aiuto!”
    Divertente, come sempre. Ma anche arzigogolata, come hai detto nel commento precedente. Ma so per certo che tutto sarà più chiaro col prosieguo della storia.

    a presto e buon fine settimana.

    • Buonasera, Athelas. Eh, sì, in effetti chi di noi, davanti a una brutta esperienza, non ha pensato “questo deve essere un incubo e ora mi sveglierò”? 😀
      Però, a voler cercare il pelo nell’uovo: chi ti dice che gli incubi da cui ti svegliata non fossero invece dei piani diversi di realtà che per fortuna sei riuscita a far evaporare? 😀
      Uso due sacchi:
      – Uno per ringraziarti – appunto – un sacco del commento.
      – L’altro riempilo con tutti gli ottimi giorni che ti auguro 🙂
      Ciao!

    • Buonasera Gabriele! Ah ah, porta vuota voleva essere un po’ un gioco… ma di gioco in gioco l’eccesso allegorico è dietro l’angolo 😀 😀
      Giusta osservazione, quella sui crateri. In effetti ho parlato di crateri e/o vulcani perché era l’immagine secondo me più immediata per rendere la forma di Besìs, poi però, avendo necessità di affinare la descrizione, l’immagine che trasmetto si confonde 😀
      Ti ringrazio tantissimo per il commento.
      Ciao Gabriele, possa tu vivere innumerevoli giornate serene e/o divertenti 😀

  • Ciao Erri,
    Questo capitolo è troppo simpatico?
    Ho riso in più punti come all’inizio quando dici che il sogno andò disfacendosi rapido come la schiuma del mare dopo un tuffo a bomba e quando dici la mamma si allungò sopra un ronfante marito ahahah.
    Capitolo bellissimo adoro la protagonista e tutti gli altri personaggi.

    Ps: ho fatto leggere a mia sorella una delle storie che scrivi sull’altro sito…le è piaciuta tantissimo quindi ti faccio i complimenti anche da parte di Arianna ?

    A presto e buona giornata

    • Buonasera, gentilissima AUI! Due volte grazie:
      – un supergrazie per Agata, sono contentissimo che ti piaccia.
      – uno strameggagrazie per storiegratis.com , non sai quanto mi faccia piacere che tu l’abbia suggerito a tua sorella e soprattutto che le sia piaciuto! Lo sai, sì, che può anche chiedere una storia personalizzata? Ultimamente non ho avuto molte richieste, ma proprio oggi ne è arrivata una, quindi a breve (forse domani) la pubblicherò. Qual è la storia che le è piaciuta?
      Ciao, carissima, ci vediamo presto

      • No non sapevo potesse chiedere una storia personalizzata glielo dirò vedremo che dice. Grazie di avermelo detto.
        La storia che le è piaciuta è una luce nel buio. Devo dire che quando me l’ha letta è piaciuta moltissimo anche a me.

        • Ah, un dettaglio che do per scontato, visto il nome del sito, ma che forse è meglio ribadire: è tutto assolutamente gratuito 🙂
          Chi vuole una storia mi formisce uno spunto qualunque (parole, un’idea, chi devono essere i personaggi, qualunque cosa) e io cerco di tirarci fuori qualcosa di simpatico. In quel caso la traccia era “voglio una storia con un gatto, un coccodrillo e una luce”, l’ha chiesta un bimbo di sei anni.
          Ri-ciao

    • Buonasera, Tinarica! Sono contento che il racconto ti stia piacendo 🙂
      Ho proposto tre opzioni: unintervento esterno e due azioni dettate da sentimenti opposti. A mio parere i bambini sono così: sono capaci di commovente generosità e di ingenuo – chiamiamolo così – egoismo, fosse pure per mangiare l’ultima patatina fritta sottraendola al fratellino piccolo 😀
      Grazie del tuo commento, ci vediamo presto

  • Cavoli, poi Napo dice che lo copio ma sta cosa dell’età di Agata mi perplime anche a me: se sono passati tanti anni dall’incidente del deserto quanti anni aveva allora? Quanti ne ha ancora?
    Oltre a questo rosicante dubbio, ci sono almeno un paio di passaggi che ho dovuto rileggere più volte per capire: quello della porta vuota, la recita della mamma, chi era uscito…. e il passaggio della stella tra i capelli con l’Intreccio nei crateri (ma i crateri sono fori che trapassano l’astro da parte a parte?! Boh!). Ma l’ipotesi che sia io che mi rincogliompisco ogni giorno un po’ di più è probabilmente la più attendibile.
    Con la fatica che ha fatto a incastrarselo tra i capelli, diciamo che ne approfitta un po’
    Ciao

    • Buonasera, befana! Provo a spiegare come vedo (o vedevo) io questa storia dell’età:
      quanti anni davi all’Agata del secondo capitolo? Spero non più di sei, perché io volevo rappresentare una bimba più piccola. Io direi quatto o cinque.
      Viceversa, quanti anni dai a questa Agata? Boh, disegna un aereo che la madre non riconosce, diciamo meno di otto?
      Quindi sarebbero passati due o tre anni.
      Insomma, speravo che aveste indizi sufficienti per stabilire più o meno l’età attuale.
      Il “dopo tutti questi anni” è fuorviante, adesso me ne rendo conto e lo cambierei senz’altro, ma volevo rimarcare il salto temporale, che è, appunto, di anni, non di giorni o mesi.
      Riguardo ai crateri (che uso come sinonimo di vulcani): sì, sono comunicanti (infatti Agata vede il fumaiolo della nave attraverso di essi).
      Per il resto: sei carina ad imputare a te stessa le difficoltà che hai avuto a comprendere alcuni passaggi, ma non metterti problemi, ti ringrazio per avermelo fatto notare. 🙂
      Ciao, ci vediamo presto

      • Boh, non mi ero posta il problema dell’età nel capitolo precedente, perìo non avevo notato una grossa differenza tra questo e quello, e penso che sia proprio il “tutti quegli anni” a essere fuorviante (sbagliato insomma, ma chissà perché tendiamo tutti a cercare degli eufemismi). Sui passaggi da rileggere, forse ogni tanto cerchi di dipingere immagini particolarmente suggestive (confessa: ti piace quando ti dicono “wow! ma come ti vengono in mente delle cose così cartoons!”) e finisci per arzigogolarle eccessivamente. Magari è solo una mia impressione.
        Riciao

  • Non ho capito quanti anni ha Agata. A dire il vero non ho capito tante cose, ma non importa perché ho capito che questo racconto non va capito, bisogna “raccontarselo” con la fantasia di un bambino di sei anni e mezzo che s’inventa una storia con altri amichetti e amichette. Però quanti anni ha Agata m’importa, uffa.
    Se questo è un gioco – e io voglio giocare – allora voglio l’ombra gigantesca che ci viene addosso. Aiuto! Per me è una balena super-mega-balenosa tutta blu. No, aspetta, la mia amichetta qui a fianco dice che la coda della balena ha tanti pois fucsia. Io non l’avevo vista, caspiterina!
    Ma non potremmo scegliere l’opzione con una bella conta?
    Ciao Erri, tra dieci giorni è il mio compleanno, ci vieni alla mia festa?

  • Ciao Erri!
    Quanta fantasia! Besìs è troppo simpatico e così mi viene da pensare che la nostra dolce Agata voglia aiutarlo a tornare a casa…?
    Però in quest’avventura spero non mancheranno i genitori, mi dispiacerebbe troppo lasciarli sulla nave?.
    Sono sempre più curiosa…
    Buona giornata!

  • Io sono indeciso tra la seconda e la terza opzione!

    Capitolo ben scritto e la fiaba continua. Bellissima l’idea di mettere la nave come nuovo punto di svolta 🙂
    Ora, mi sa che voto l’aiuto a tornare in orbita… tuttavia vorrà anche giocare con la nuova compagna 😉

    Ciao 🙂

    • Buongiorno, Red. Le opzioni che ho proposto riflettono una mia indecisione sulla piega da far prendere alla storia. Però, siccome l’intenzione (dichiarata già al termine del primo capitolo) è far divertire Agata e Besìs, ho cercato di stare attento al fatto che nessuna delle scelte limitasse questa possibilità. Insomma, a prescindere da cosa vincerà, prevedo un po’ di situazioni divertenti. O almeno, spero che le troverete divertenti 😀
      Ti ringrazio un sacco per il commento e i complimenti.
      Ci vediamo presto.

  • Ciao Erri,
    Sogno dentro il sogno? Supernove e pianeti? Realtà che diventa sogno?
    Cavolo! Continua così e riesci a farmi scoppiare il cervello! ?

    Non ho capito molto bene la prima parte, cosa c’entra il peluche? Ma oltre a questo è fantastico. E se tutto quello che abbiamo vissuto diventasse un sogno? Se tutta la nostra vita non fosse reale? Forse avresti dovuto mettere questo libro nell’ fantascienza.
    Continua così! Mal di testa o meno sei sempre divertente, magico e sognatore ? .
    Ciao Erri, buona giornata!

    • Buongiorno, Fior. Ah ah, il tuo commento mi ha ricordato troppo una battuta di “Grosso guaio a Chinatown”, un film ormai vecchiotto ma che mi era piaciuto tantissimo:
      “Esplosioni verdi, gente che entra e esce volando, ah non può essere vero, io chiamo la polizia”.
      “Peluche” è un sinonimo che ho usato all’ultimo minuto per indicare il pupazzo/Loretta/la coniglietta. Nella nuova realtà in cui è capitata svegliandosi, Agata ha usato Loretta come contenitore di Besìs, perché era troppo caldo per tenerlo in mano.
      È più chiaro? Forse no 😀 😀 😀
      Ti ringrazio tantissimo per i complimenti affettuosi che mi dedichi 🙂
      Ciao, ci vediamo presto

  • Davvero fantastico! Ti dico solo che sei riuscito a farmi immaginare un filmato al rallentatore del volo degli oggetti e delle pietanze che si scontrano nell’aria e si mischiano allegramente! Alla prossima!

    • Scisami, Dhalya, forse non ho esposto in modo sufficientemente chiaro ciò che intendevo.
      Con cinquemila caratteri a disposizione, si devono fare scelte, a volte dolorose. È normale privilegiare il “plot”, il dipanarsi della trama, piuttosto che excursus che nulla aggiungono alla comprensione del racconto.
      In questo senso il “volo delle pietanze” può essere considerato superfluo, ma nella Terra dei Racconti di Erri Porta Lui è il Dio Assoluto, e ha deciso che quel periodo fosse fondamentale. Nelle varie revisioni del capitolo, ho rimosso molte cose, ne ho aggiunto altre, ma quell’immagine è rimasta pressoché invariata dalla prima stesura.
      Perché a me piace molto, e ritengo che abbia una funzione importante nel definire il tenore e lo stile di questo racconto. Piace anche a te, questo mi rende felice ed è in tutta evidenza una cosa che ci accomuna. Magari, proseguendo io nella scrittura e tu nella lettura della storia, troveremo altre cose su cui andiamo d’accordo.
      Hai visto mai? 😉

  • Non ho resistito a trasformare questa nuova realtà in nuovo sogno.
    Wow! Signor Porta, questo nuovo racconto al momento è davvero wow! Non so come ti inventi certe cose, ma le trasformi in intrecci di parole ancora più fantastici delle idee stesse. Wow! L’avevo già detto? 😉

    • Buonasera, befana. Grazie di cuore, è il commento più “wow” che abbia mai ricevuto, mi onora, mi spiazza. E mi spaventa, perché voglio dare il giusto valore a due paroline che opportunamente usi: “al momento”. Ecco, ti prometto questo: farò il possibile perché questa storia sia il più “wow”, possibile, sperando che tu possa ripetere “al momento wow” in ogni commento, fino al decimo capitolo.
      Grazie di nuovo, ci vediamo presto!

  • Ciao Erri,
    io mi sono figurata che il papà burlone, e fotografo, accorra per immortalare il meteorite appena caduto, perciò penserà lui alla sua piccina 😉
    Un capitolo davvero delizioso, soprattutto l’incontro aereo di cibo con conseguenti esperimenti culinari dai risultati di dubbio gusto 😉 😉 😉
    Alla prossima!

    • Buonasera, Artelisa. Ma sai che ciò che ti sei immaginata appariva in una versione che ho dovuto modificare per varie ragioni? Sì, in origine il papà aveva la reflex perché mi “serviva” che la tenesse in mano al momento dell’impatto 😀
      Ti ringrazio di questo commento così simpatico e di quel “delizioso” che mi tengo tutto io, perché sono certo che non si può riferire all’ananas al caffè 😀 😀
      Ciao, ci vediamo presto

  • Quale bimbo non attacca il naso al finestrino? Io lo facevo e la mia sorellina lo fa tuttora. Questa immagine mi è piaciuta tantissimo e il quadro della famigliola è stato tenero e simpatico. Mi sono immaginata le espressioni della mamma alle parole del padre e non ho potuto far altro che sorridere divertita, sarà che quando ero piccola succedeva più o meno la stessa cosa con i miei genitori. Ho votato per la domanda trabocchetto.
    A presto e buon pomeriggio ?

    • Buonasera AUI! Che bella quella frase su te e tua sorella… mi fa sorridere e anche riflettere, perché mi viene da pensare a mia figila che ha smesso di farlo da poco e al piccolino che tuttora lo fa (e se gli dici di smetterla lo fa ancora di più 😀 ),,, mi sa che abbiamo qualche annetto di differenza, eh? 😀
      Ciao, sono stra-contento che il capitolo ti sia piaciuto, ci vediamo presto!

  • Anche io ho sempre adorato attaccarmi col naso al finestrino per immergermi nei paesaggi esterni beccandomi i rimproveri per i segni lasciati sui finestrini della macchina!
    A volte lo faccio anche adesso (L’ho detto molle volte che sarò sempre bambina e non mi smentisco mai)?
    Comunque il capitolo mi è stra-piaciuto, fin dall’inizio con un’immagine che per me rappresenta l’infanzia e la voglia di sognare: un viaggio in treno e un nasino sul finestrino.
    Come sempre i personaggi che hai creato sono fantastici, caratterizzati già dalla prima frase in cui compaiono. Il padre mi sta proprio simpatico, e in realtà anche la madre… però Agata batte tutti!
    Allora per il prossimo scelgo l’opzione che mi ha divertito di più… direi domanda a trabocchetto?.
    Aspetto il prossimo, buona giornata!

  • Ciao Erri,
    Wow, capitolo molto strano, Agata si sveglia in un altra vita? Oppure è nell’epoca di quando era piccola?
    Mi è piaciuta la descrizione del vetro che si infrange e questa nota divertente che metti in tutto. 🙂
    I genitori tendono a non credere ai bambini, anche quando le cose più strambe possono diventare reali, quante volte mi è capitato di dire cose ai miei genitori e quelli non mi hanno creduto. Almeno Agata ha un bravo papà con dell’immaginazione e della fiducia nella figlia. 😉
    Questa storia comincia a incuriosirmi sempre di più, non fermarti, l’avventura sta per iniziare! 😀
    Le stelle cadenti sono una cosa magica che ho sempre ammirato, e adesso che scopro che possono davvero esaudire i desideri le adoro ancora di più! 🙂
    Ciao, buona giornata. 🙂

    • Buongiorno, Fior! Per rispondere alla tua domanda, forse entrambe le cose: Besìs ha scucito la sciarpa che la vecchia Agata aveva sferruzzato per tutta la vita. È rimasta la lana, con la quale la giovane Agata potrà sferruzzare una sciarpa che magari sarà diversa 😀 Ma la vera domanda è: perché Besìs ha deciso di farla risvegliare bambina?
      Boh! 😀
      Ti ringrazio moltissimo per i tuoi bei complimenti, mi danno un sacco di entusiasmo per continuare!
      Ciao, Fior, ti auguro una montagna di fantastici giorni 🙂

  • Agata si salva da sola…
    Ciao Erri, uno stile cinematografico il tuo, ricco di metafore originali che trasformano le parole in vere e proprie immagini. Il personaggio della piccola Agata, poi, è ben caratterizzato il che ti fa onore perché non è facile rappresentare un bambino (te lo dice una che ha due figli e, nonostante tutto non ci riesce) quindi complimenti.

    • Buonasera, Anna, benvenuta! Ti ringrazio per i complimenti, mi fanno veramente piacere! Mi sono chiesto più volte se lo stile “cinematografico” non sia una limitazione per la scrittura, al giorno d’oggi, vista la mole immensa di immagini di cui gli altri media ci inondano, ma… non riesco a scrivere diversamente 😀
      Riguardo alla caratterizzazione di Agata, be’, grazie-issime! 😀
      Ho limato e riscritto più volte le poche parole che pronuncia cercando di renderle coerenti con una bimba piccola ma sveglia, se ho reso l’idea ne sono felice!
      Ciao, grazie di nuovo, ci vediamo presto.

    • Buongiorno FueGod! Ma sì, la fantascienza mi piace, anche se per questi racconti preferirei uno stile molto più “cross-genre”. Mi fa piacere che questo nuovo racconto ti piaccia particolarmente, anche se forse significa che ho perso per strada molte delle velleità di scrvere “storie per ragazzi” 😀
      Sul treno: col capitolo quasi pronto, controllavo ogni due minuti che non arrivasse il voto decisivo a ribalare la scelta 😀
      Però un pareggio è un pareggio, e qualche nave da crociera penso che comparirà.
      Ciao, ti ringrazio del commento, ci vediamo presto

  • Onirico? Fiabesco? Fantascientifico? Non so ancora dove ci stai portando. Se il primo episodio era un sogno (o una realtà parallela?) perché non potrebbe essere tutto un sogno?
    Molto bello il titolo di questo secondo episodio.

  • Uff, ce l’ho fatta.
    Per correttezza, devo sottolineare che ieri pomeriggio (lunedì), l’opzione “nave da crociera” ha pareggiato. Le due opzioni erano del tutto incompatibili, per cui ho scelto quella che ha raccolto per prima più voti, cioè il treno, anche per il particolare trascurabile che ci stavo già lavorando da ore 😀
    Comunque, nei prossimi capitoli terrò conto di questo pareggio.
    Ciao a tutti (scrivere buonanotte è inutile, a quest’ora non credo che siate in molti 😀 )

    • Buonasera, Mimi, benvenuta. Che dirti? Ah, solo questo: grazie, mi fai felice 🙂
      Tutti i lettori sono per me importanti, ma quelli con meno di diciotto anni lo sono un pochino di più, perché quando scrivo penso soprattutto a loro (a voi) 😀
      Sono perciò molto contento che il capitolo ti sia piaciuto e spero che possano piacerti anche i successivi.
      Ciao, ci vediamo presto 😉

  • Non mi piace il tuo nickname, non mi piace il tuo avatar e tutto sommato non mi piace nemmeno questo incipit. Però sono certo di aver capito (con estremo ritardo) chi sei tu, con i tuoi deserti e le tue digressioni fantascientifiche. E allora ti seguo (incuriosito peraltro da questa involuzione da fisico a bimbominkia).

    • Buongiorno, Napo, benvenuto.
      Il mio nick non mi dispiace.
      Il mio avatar mi piace, ma, essendo preso da internet, lo cambierei. Ci ho provato, ma purtroppo non ho ancora trovato di meglio.
      Questo incipit, tutto sommato, mi piace.
      L’ultimo termine che usi è una delle poche parole in “sedicente italiano”‘ mi passerai la forzatura, che non userei neppure sotto tortura. Comunque confido su quel “tutto sommato”, mi dà l’idea che tu non sia stato assalito dalle convulsioni leggendo questi cinquemila caratteri, quindi forse ho qualche speranza 😀
      Se riesci a continuare a leggere oltre il secondo capitolo, magari sarai utile fonte di critiche e consigli, tutto sommato rari da queste parti.

      Ciao, ti auguro un sacco di ottime giornate

  • Ciao, Erri, e Bentornato!
    Appena ho visto il tuo incipit mi sono precipitato a leggerlo. Ad essere sincero dal titolo non mi aspettavo un granché, ma man mano che le parole scorrevano, la mia mente si è fatta più attenta.
    Un bellissimo inizio, mi è piaciuta molto l’interpretazione e la descrizione di Besìs, molto realistica: solo tu puoi far apparire verosimile una stella “caduta” 😉
    Ho votato su un treno: adoro Agatha Christie e “assassinio sull’Orient Express è il suo libro che più mi piace.
    Ancora Bentornato, Nic

    • Buongiorno Nicholas! Ti ringrazio un sacco per i complimenti, mi fa un piacere immenso leggere le tue parole. Grazie anche per il feedback sul titolo, ci ho rimuginato parecchio e alla fine ne ho scelto uno che, ne ero consapevole, poteva far storcere un po’ il naso. Spero che, nello svolgersi del racconto, diventi più chiaro il perché di questa scelta.
      Ciao, Nic, ci vediamo presto 😉

    • Buona scrittura a te, notturna Athelas. (Mi piace questo saluto, potrei anche prendertelo in prestito 🙂 )
      Benvenuta anche qui, sono felicissimo di averti tra i miei lettori e di averti incuriosito. In realtà sono io che spero di pubblicare un capitolo ogni 7-8 giorni. Finora ci sono più o meno riuscito, ma non è detto che sia così in futuro. E per la tua paura di non mantenere il ritmo, non preoccuparti, non mi cambia molto. Ha molto più valore leggere una storia già conclusa e trovare il tempo di commentarla e per questo ti ringrazio di nuovo. Ciao, buonanotte, buon risveglio, buona colazione eccetera 🙂

  • Allora.
    Essendo un ammiratore fanatico della famosa scrittrice di cui non ricordo il cognome 😉 non potevo far altro che scegliere l’opzione che la riguarda.
    Oltre a darti il bentornato, devo dire che come tutti i tuoi primi capitoli riesci a incuriosire i lettori in maniera davvero incredibile, lo considero un notevole pregio.
    Ora non resta che attendere il secondo, sono già qua che aspetto, a presto 😉

    • Buonasera, Danio. Grazie per i molti complimenti, le tue parole sono per me un riscontro importantissimo. Per quanto riguarda Agata e il treno: spero proprio di non aver evocato aspettative sbagliate, è un’associazione che intendevo legare solo all’opzione, insomma, la mia vecchietta non ha mai avuto niente a che vedere con la Signora del Giallo 🙂
      Grazie ancora, ciao, ci vediamo presto.

  • Ciao Erri,
    Ben tornato!
    Incipit interessante, a dire il vero mi è sembrato un po’ vago, ma sono sicura che nei prossimi capitoli sarà più chiaro.
    Stelle cadenti eh? Fantastico! Proprio in questo periodo, dove l’Italia è attraversata da centinaia di Perseidi.
    Capitolo scritto benissimo, inquietante, ma divertente, continua così, non vedo l’ora di leggere la continuazione.
    Scrivere dal cellulare è difficile, quindi non dirò altro, ma sappi che le tue parole nutrono la curiosità che nasce nel mio cuore.
    Ciao Erri, buona giornata! 🙂

    • Ciao, Fior! Grazie per il bentornato, grazie per i complimenti e per quell’ultima frase che scaldano il mio, di cuore 🙂
      È vero, è tempo di stelle cadenti, non so quanto mi abbia inconsciamente influenzato, magari quando ho pensato “Vorrei trovare un’idea per una nuova storia” stava cadendo una Perseide 😀
      Il capitolo è vago, alcuni passaggi sono un po’ bruschi… così sarà più facile, per Agata, credere che è stato un sogno.
      Ciao, ci vediamo presto 😉

    • Buonasera, FueGod. Ah ah, la sabbia è troppa, lo ammetto.
      Però nel precedente l’avete scelta voi 😀
      Al contrario, era per me necessario che questo incipit si svolgesse nel deserto, più che altro per una questione di genesi dell’idea. Il perché potrebbe diventare chiaro nei prossimi capitoli, o forse rimarrà per sempre sottotraccia, dipenderà anche dalle vostre scelte.
      Forse hai ancora più ragione riguardo alle “considerazioni quantistiche”, almeno nel senso che mi piace sottointendere un substrato di razionalità anche a situazioni “magiche al di là di ogni ragionevole dubbio”. In questo sarei un pessimo scrittore fantasy, penso.
      Grazie di esserci, FueGod, ci vediamo presto 😉

  • Eh, ma se mi parli di quell’ Agata e dell’Orient Express, mi prendi per i sentimenti.
    Ciao, sig. Porta, ben tornato, hai recuperato i comandi del tablet?
    Delizioso inizio: ti sei affezionato ai deserti.
    Ho particolarmente apprezzato la poesia (mi ricordava vagamente la canzone “gatto rognoso, bel gattone..” di Phoebe in Friends) e lo sproloquio della stella caduta: posso fare il contrario. Geniale. chi non vorrebbe godere di un potere così una volta ogni tanto?

    • Buonasera, befana.
      Rucuperato il tablet? Mica tanto :-D, ma l’ADSL casalinga e l’abbondanza di “ordinateurs”, portatili e non, fanno la differenza 😀
      Sapevo che qualcuno mi avrebbe fatto notare l’ostinata presenza di sabbia. Potrei rispondere che mi hanno ispirato il mare, la Notte di San Lorenzo… ma non sarebbe vero.
      La “poesia” nasce come una frase detta da Agata, mi hanno fatto sorridere le rime baciate non cercate (capirai!) e l’ho solo formattata di conseguenza 😀
      Sono molto contento che trovi delizioso questo inizio e ti ringrazio di cuore per i tanti, graditissimi, complimenti.
      Ciao, ci vediamo presto.

    • Buonasera, Gabriele! Ah, quello che scrivi è una meta agognata, per me: riuscire a interessare pur rimanendo semplici. Terreno scivolosissimo, però, spero di reggermi in piedi 😀
      Grazie per i tanti complimenti, mi rendi felice. Spero di riuscire a divertirti.
      Non pensavo a quell’Agata, quando ho scritto l’incipit, ma il parallelo è stato uno dei motivi che mi hanno fatto scegliere le opzioni “mezzo di trasporto”.
      Ciao, ti auguro un sacco di ottimi giorni.

  • Ciao Erri,
    Ben ritrovato. Ero ansiosa di rileggere una tua storia!
    L’incipit mi è piaciuto molto, mi stupisco ogni volta delle tue idee… i personaggi mi piacciono e questa idea della stella caduta mi intriga tantissimo. Del capitolo ho apprezzato molto i termini e gli aggettivi che usi, perché sono sempre i più adatti alla situazione, quindi ti faccio i miei complimenti.
    Ho votato per la nave da crociera…
    A presto e buona giornata

  • Erriiii!!!
    Posso dirlo? Mi sei mancato 😉
    Mi chiedevo che fine avessi fatto, anche se, dato il periodo, posso immaginarlo.
    Mi sembra di capire che questa nuova avventura si allontanerà un pò dalla narrativa per ragazzi…o forse sbaglio?
    Comunque complimenti come sempre, sai regalare delle perle di fantasia e ironia tu che ti invidio da morire.
    Per il prossimo capitolo dico aereo 😉
    a presto!

    • Cinziaaa! Ciao, che piacere mi fa il tuo commento!
      In effetti pensavo di tornare molto prima, nella pia illusione che le due settimane di vacanze al mare mi permettessero di scrivere con più calma. Sono partito “al mare” con un incipit quasi terminato, mi sono detto “Faccio un po’ di editing e pubblico”. Poi, complici i problemi di connessione (esiste una vacanza in cui non ci siano problemi di connettività?) e un bambino iperattivo, non sono riuscito a dedicarmici come volevo e quando l’ho ripreso seriamente in mano ho capito che… non funzionava, non mi piaceva, era da cestinare! Così ho ricominciato da capo, ma nel frattempo ero tornato dalle ferie. Per quanto riguarda lo stile: in realtà vorrei tenerlo molto simile alle storie precedenti, più a Ombretta che a Carlotta. Ma ancora non ho le idee del tutto chiare. Il prossimo capitolo servirà a scegliere una direzione precisa.
      Tantissime grazie! Quante? Diciamo almeno sei chili e mezzo 😀
      Ciao, Cinzia, ci vediamo presto.

  • Ciao Erri,
    mi fa piacere leggere una tua nuova storia…si perché, anche se arrivata da poco qui, mi sono deducata a volte anche alla lettura di storie già concluse..la tua avventura tra i ghiaccioli è stata una di quelle, e mi ha conquistato per lo stile personale e l’enorme fantasia e ironia, che apprezzo moltissimo 🙂
    Qui mi sembra che la che protagonista sia adulta. . Già dalle prine battute la storiami ha conquistata (ancora ironia, che bello!), perciò ti seguo volentieri 🙂
    Io direi aereo, per quanto la nave vacanziera mi ispirasse…a presti!

  • Ciao Erri, bentornato!!
    Aspettavo curiosissima la tua storia ed eccola qui, fantasiosa come sempre. Ma come ti vengono queste idee??
    Agata mi sta già simpatica solo per il fatto che parla e ride da sola come me!?
    Due personaggi divertenti e unici come tutti quelli di tua invenzione, direi che è un inizio davvero accattivante.
    Voto per la crociera, e che l’avventura abbia inizio! ?
    Buona domenica!?

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