Il cercatore di anime

Mi presento

Si, sono un serial killer, e godo nel fare il mio “lavoro”

La polizia sta impazzendo nel tentativo di individuarmi ma non ci riuscirà mai, e il motivo è molto semplice.

Io non seguo uno schema, non prendo di mira una determinata categoria di persone, io uccido a caso.

Perché, mi direte.

La risposta è che mi piace farlo.

Togliere la vita a un essere umano è un privilegio unico, ti rende simile a Dio e, una volta iniziato, non smetteresti mai.

Ho all’attivo dodici omicidi e oggi, nel giorno del mio compleanno, la tredicesima vittima ignora di star vivendo le sue ultime ore terrene.

So che siete curiosi e vorreste sapere la sua identità, ma purtroppo non posso accontentarvi dal momento che ne sono anch’io all’oscuro. Posso solo dirvi che razza, ceto sociale o altre cose non m’interessano, io vivo di sensazioni, e in base ad esse faccio le mie scelte.

Però oggi è un giorno speciale, e ho deciso che sarò io a fare un regalo a voi.

Oggi mi seguirete nel mio lavoro, proprio così. Sarete al mio fianco per tutta la giornata, da quando inizierò a pedinare l’obiettivo sino alla sua esecuzione, non è fantastico? Vi renderò partecipi di un evento eccezionale, potrete assistere allo spettacolo dalla prima fila.

Bene, dopo questo breve ma doveroso preambolo, preparate i popcorn e mettetevi comodi.

+ + +

Il traffico è, come sempre, caotico.

Essendo nato in uno sperduto paesino di campagna, ho faticato non poco ad abituarmi ai ritmi frenetici della grande città. Una volta ambientato però, ho capito che per il mio “lavoro” sarebbe stato un grosso vantaggio. Nascondersi e passare inosservati è molto più semplice, inoltre la varietà di possibili obiettivi è sconfinata.

Oggi, ad esempio, ci troviamo in un centro commerciale, uno dei più grandi e frequentati della città. Naturalmente sono arrivato a piedi, l’automobile potrebbe rappresentare un grosso impedimento durante “l’operazione”

Mentre mi avvicino agli ascensori mi guardo attorno. Il mio obiettivo potrebbe essere già tra la decina di persone che salgono con me, oppure intento a provare un abito nel negozio più lontano, al momento lo ignoro. Quando le porte si riaprono, lascio che siano gli altri ad uscire per primi e li osservo uno ad uno.

No, non è ancora il momento.

Siamo ormai a dicembre, ed è tutto uno sfavillio di luci e colori. Le decorazioni natalizie occupano tutte le vetrine, mentre un grande albero è stato issato al centro della galleria. Vanamente rincorsi dalle madri, bambini urlanti e festanti si fiondano verso un babbo natale che distribuisce caramelle poco distante. Mi avvicino anch’io e sorrido ad alcuni di loro, altri li accarezzo sulla testa.

Ma cos’è questo brusio, perché quelle facce inorridite? Ah, ho capito, ma non dovete preoccuparvi, anch’io posseggo un codice etico e morale. Le mie precedenti vittime erano tutti soggetti adulti e vaccinati, mentre l’anima dei bambini è pura, non ancora contaminata dalle bassezze e nefandezze della vita. Non toccherei mai uno di loro.

Lascio il gruppo ed entro in un negozio di abbigliamento. Non mi stupisco che la maggior parte dei clienti sia di sesso femminile. Le osservo prendere i capi appesi, girarli e rigirarli tra le mani e poi riporli ordinatamente. Adoro questo modo di fare, a volte penso a come sarei stato se fossi nato donna. Una commessa si avvicina e mi chiede se ho bisogno d’aiuto. Le indico distrattamente un gruppo di donne poco distante. «Ci sta già pensando mia moglie, grazie» Le rispondo amabilmente.

Improvvisamente ho un capogiro, la vista mi si annebbia e devo appoggiarmi a un appendiabiti per mantenere l’equilibrio. È l’inizio di una delle mie crisi, ma ormai sono collaudato e tranquillizzo la commessa che, spaventata, mi chiede se mi sento bene. Lascio il negozio e raggiungo il punto di ristoro più vicino, quindi prendo posto a un tavolino appartato. La crisi è leggera, e bastano un bicchiere d’acqua e una delle pillole che porto sempre con me per rimettermi in sesto.

Dimenticavo di dirvi che soffro di epilessia, ma la malattia non mi ha mai ostacolato. Di solito le crisi arrivano ogni due giorni, per cui oggi ho già dato. Non lasciate le poltrone e continuate a godervi lo spettacolo.

Mi riposo una decina di minuti, quindi riprendo la mia caccia. Entro ancora in un paio di negozi, uno di telefonia e l’altro che vende bigiotteria, ma anche qui non riesco a individuare nessuno. Poi vengo attirato da una vetrina addobbata in modo davvero superbo. Si tratta di un grosso store di calzature, ci sono già stato in passato ed è strapieno di persone. Nel reparto maschile incontro le coppie più disparate, ma la scena ricorrente è sempre la stessa. Il marito che prova un modello e, al suo fianco, la moglie che scuote inesorabilmente la testa. Ma non devo farmi distrarre, sento che il mio obiettivo si trova qua dentro. Mi aggiro tra gli scaffali fingendo interesse per alcune scarpe da ginnastica, poi ho un sussulto, e le sensazioni si fanno più forti.

La mia prossima vittima è li, a due passi da me, sorrido.

Come procediamo?

  • L'obiettivo è una guardia giurata del negozio. (50%)
    50
  • L'obiettivo è un uomo di mezz'età. (7%)
    7
  • L'obiettivo è una giovane donna. (43%)
    43
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112 Commenti

    • Ciao Louise, grazie per il commento e benvenuta.
      Ho messo il racconto in “avventura” in quanto quando lo iniziai non avevo un’idea di dove sarei andato a parare. Diciamo che la tua definizione di “mix” ci potrebbe stare tutta.
      Per quanto riguarda i dialoghi coi lettori, all’epoca lo consideravo il tocco in più, tuttavia capisco che non può piacere a tutti.
      Grazie di nuovo e a presto.

  • Ciao Danio,
    bentornato!
    Leggo con piacere che anche tu, come altri autori, hai pubblicato un tuo lavoro, questo scusa la tua lunga assenza 🙂
    Il racconto cruento del tuo serial killer è curato, ma ha due punti che mi lasciano perplessa:
    1) si fa riconoscere dalla receptionist, le fa un augurio che la terrorizza e che, quindi, piazza il suo viso tra i ricordi di lei.
    2) dubito che tagliando la giugulare a qualcuno,con il cuore in attività, si possa rimanere puliti, sopratutto se si continua a restare intorno alla vittima e tu racconti, anzi lo fa il killer, di sentita irrigidirsi e poi afflosciarsi.
    Derto questo, sono felice che tu sia tornato e aspetto il nuovo episodio, con la speranza che lo becchino, magari individuandone l’identità e catturandolo più avanti, visto che siamo ancora al quinto capitolo.
    Ciao Danio, ancora coplimenti per la pubblicazione e alla prossima!
    p.s. per il Natale è tardi, ma posso augurarti Buon S. Stefano.

    • Ciao keziarica, mi fa davvero piacere rivederti. In effetti la pubblicazione del libro mi ha preso molto, inoltre ho in ballo un altro progetto che mi tiene “leggermente” impegnato.
      Per quanto riguarda l’episodio “tento” di giustificarmi.
      Se ben ricordi, anche nei precedenti il nostro killer non ha fatto nulla per mascherarsi o cancellare eventuali prove. È sicuro di se, o forse non gli importa affatto di essere catturato, ma questo credo lo scopriremo nei prossimi capitoli.
      Per ciò che riguarda l’omicidio, e precisando che non ho mai sperimentato di persona, ho dato per scontato che tagliare la gola a qualcuno standogli alle spalle dovrebbe preservare da eventuali schizzi di sangue.
      Sperando di aver soddisfatto i tuoi dubbi, ti auguro un buon Santo Stefano, ciao.

  • Questa storia mi sta piacendo abbastanza, sia perchè il killer ancora rimane nell’ombra, sia perchè amo le storie che descrivono il crimine o dove vi sono dei killer in generale. La tua è descritta abbastanza bene, i miei complimenti. Ho votato per la comunicazione ai media del prossimo posto dove avverrà il delitto. Alla prossima!

  • Il killer sceglie la sua prossima vittima… Perché non un altro killer, alla Dexter per intenderci o, che ne so, un politico, di quelli con le mani in pasta dappertutto e un paio di condanne per corruzione e falsi in bilancio. Potrebbe essere un modo per conquistarsi contemporaneamente l’attenzione dei media e l’apprezzamento del popolo. Sai cosa mi piace di questo tuo nuovo racconto? Il tono confidenziale della voce narrante, l’orrore raccontato con inquietante semplicità, quasi come se non fosse oggettivo, ma solo negli occhi di chi guarda e nelle orecchie di chi ascolta, come se quelli sbagliati fossimo tutti noi oltre la quarta, spettatori interessati e tutt’altro che passivi (visto che ci chiedi di scegliere) di un qualcosa che forse non capiamo fino in fondo ma che cattura comunque il nostro interesse, un interesse che potrebbe persino essere necessario al tuo serial killer… E se fosse davvero così? Se bastasse abbandonare la sala per farlo smettere? Lo faremmo o resteremo lì, seduti e comodi ad attendere che si alzi il sipario su un nuovo atto?

  • Caspita! Altro che avventura, qui parliamo di horror. Certo che sai proprio raccontare bene il punto di vista di un serial killer. Anche nel leggere le mente dei tuoi lettori. 🙂
    Arrivata a questo punto voto per la scelta della prossima vittima. Mi è subito venuta in mente la figura del sindaco della città. Il serial killer vuole alzare il tiro, giusto? Allora una figura di spicco del genere potrebbe risultare difficile da raggiungere. Ma dato che la maggioranza vuole altro, sono curiosa di vedere da chi si è fatto scoprire il serial killer. Ovvio che seguo.

  • Buona Sera Danio,
    mi sono letto i primi quattro capitoli in una volta.
    Mi ricorda molto il tuo racconto precedente, più che altro per le tematiche che, mi sembra di capire, ti affascinano molto.
    Molto bella la scelta di rompere la quarta parete stile Dexter.
    Ho scelto che qualcuno segue il killer per poterti permettere di aggiungere un altro personaggio e dare una svolta alla trama.
    A presto! 🙂

  • Ciao Dario,
    perdonami: avevo dimenticato di cliccare su SEGUI LA STORIA e non mi arrivavano le notifiche… XD. Ma eccomi tornata!
    Direi che il nostro serial killer è uno a cui piace quel che fa e a cui piace che si sappia che lo sa fare bene, quindi opto per la stampa. Se devo essere pignola, essendo stato questo genere il mio di tanti anni fa, un serial killer difficilmente adotta tecniche di uccisione così distanti tra loro. E’ organizzato o disorganizzato? Sarebbe disorganizzato visto il macello con Rambo e con il testimone involontario… Forse servirebbe un aiutino in più per delineare la condizione di malattia da cui è afflitto.
    Io adesso aspetto il prossimo capitolo, magari lasciamo vivere la prossima vittima fino a quello successivo 😉

  • Ha osato troppo fingendosi medico davanti a tutti quei testimoni, qualcuno lo segue.
    Che ridere, Danio, credevo di avere le allucinazioni: stamattina avevo letto il tuo quarto capitolo e poi non lo trovavo più per votare! Le magie di internet 🙂
    Però se alza la posta a ogni capitolo, prima della fine questo va ad attentare alla vita del papa o di Donald Trump 😉
    Ciao

    • Ciao carissimo, posso dire che mi sei mancato?
      Hai detto bene, la psiche di un folle. Può essere sondata e studiata una simile mente? Possono tutti gli psicopatici essere uguali? Io non lo credo, ma non ho certo letto trattati di criminologia per saperlo con certezza. Mi baso unicamente sulle mie letture giovanili, ricordi di orrendi crimini perpetrati nei modi più disparati.
      A presto Mago, spero di rivederti presto su questi schermi con qualcuno dei tuoi fantastici racconti, ciao 😉

  • Il giudice, non sapevo cosa scegliere diamogli una sfida difficile.
    Non è una critica ma una perplessità: è un assassino rodato e allenato che prepara le sue azioni e qua subito gli va tutto storto. Non l’ha abbastanza stordito, arriva gente, si spruzza tutto di sangue. Non lo so, non mi sembra così abile. Ma magari era solo un venerdi 13 🙂
    Ciao, Danio

  • Mamma mia!
    Ho iniziato a leggere oggi la tua storia.
    Ma questo è un pazzo psicopatico ? !!
    Però mi piace, tanto per cominciare ha cercato la sua vittima al centro commerciale…e io li odio, quindi solo per questo motivo attira la mia simpatia.
    Voto per il prete. Anche questi personaggi non suscitano in me nulla di positivo…. Oddio mi starò forse immedesimando troppo?
    Hai iniziato alla grande.
    Mi hai molto entusiasmato.
    Ciao!
    Ilaria_S

    • È vero Fue, uno psicopatico è tale appunto perché imprevedibile, comprenderne le motivazioni è praticamente impossibile, a meno che sia lui stesso a volerlo.
      Non ho studiato psicologia criminale, semplicemente ho letto diversi libri sul tema e cerco di mettere a frutto queste letture.
      Grazie e al prossimo.

  • Un Giudice. Il processo è la metafora del reato in questo caso, li vedo tematici e speculari a mio modo.
    Non avrei fatto quell’esame di coscienza, al posto suo, nel senso che non mi sarebbe neanche balenato. Un epilettico omicida psicopatico al limite si eccita per la missione fallita e ne insegue subito un’altra senza che gli venga mai in mente di aver peccato. Lui pecca per indole e per scelta, non può farne a meno e di sicuro non si scusa. Al limite incolpa gli altri. Ma è psicologia spicciola, tu mi dirai che il tuo protagonista invece si pente e fa mea culpa e io non potrei ribattere 😉

  • Voto decisamente per il prete perché fin dall’inizio, suggestionato dal titolo del racconto, ho pensato che l’assassino seriale avesse una qualche contiguità con il clero.
    Approvo incondizionatamente la tua scelta di utilizzare ogni capitolo come un episodio chiuso subse stesso. È la formula migliore per questa piattaforma dove molti lettori leggono tanti racconti, spesso anche velocemente, e hanno difficoltà a tenere a mente trame complesse e con molti personaggi. Però è necessario far emergere un fil rouge che alla fine dia coerenza all’insieme degli episodi. Pensaci.
    A presto

  • Ciao Danio
    Io ho qualche difficoltà a capire la psicologia del protagonista.
    Leggendo questo tuo nuovo racconto mi viene un dubbio ( forse sono disattenta io): il protagonista sta scrivendo un diario oppure registra messaggi e video che poi, in qualche modo più o meno sicuro, divulga?
    Non vuole essere beccato ma ci tiene a non rimanere ignorato.
    Voto poliziotto, perché andare proprio nella tana del lupo può essere una sfida eccitante.

  • Uhm… in realtà mi sarei aspettato un po’ più di guai per il nostro protagonista, ma forse sono io che ho troppa fretta 🙂 Tutto si è svolto come previsto… ed a me mi piace di più quando riesci a stupirmi 😉

    Come prossima vittima, proprio perché sceglie a caso, voto il prete perché gli altri due darebbero un sentore che lui non colpisca realmente a caso (ma magari era quello nelle tue intenzioni, vabbeh).

    Ciao 🙂

  • Sei troppo rapido per me, Danio,
    ero venuta per commentare l’incipit mi sono trovata il secondo capitolo!
    Ti confesso che mi è piaciuto molto più del primo, forse perché nel vivo dell’azione, seguendo la vittima prescelta forse è più facile immedesimarsi nell’io narrante più che con le elucubrazioni mentali del primo episodio.
    Ho scelto il sacco di plastica perché fa più tortura, dovrebbe divertire di più uno psicopatico crudele 🙂
    Io trovo solo un po’ di troppo l’ultimo paragrafo, siete ancora lì, eccetera, magari non l’avrei omesso ma forse fatto più berve, l’occhiolino agli “spettatori”, solo un accenno.
    Gusti personali.
    Al prossimo capitolo (spero)

  • Avevo votato bisturi… ma vedo che sono in netto svantaggio 😉
    Ottime scene che si consumano un po’ per volta, piano, con la lentezza omicida del professionista, bravo.
    (ottima decisione, quella invece dell’autore di riporre le armi ;))

  • Instancabile, sei già al secondo!!
    L’idea della narrazione dal punto di vista del killer è interessante, mi piace come stai presentando il protagonista, con incursioni oltre la quarta parete 🙂
    Hai scelto un compito arduo, descrivere una psicologia complessa non è mai facile, sono curioso…
    Rambo rinviene…

    P.s.
    Non entro nella diatriba voti di scambio, ma se dovessi continuare altrove, fammelo sapere, mi piacerebbe conoscere il destino di Rambo 🙂

  • Se non ama uccidere a bruciapelo, userà la busta di plastica.
    Bentornato davvero, stavolta. Devo dire che il tuo sfogo ha lasciato il segno su di me: finirò il racconto che ho in corso, ma non credo che tornerò su TI a meno che non cambino le regole.
    Con il narratore in prima persona, nell’ottica dell’assassino seriale, ci sta che si abbondi di dettagli, ma stai attento a non esagerare perché troppi dettagli tolgono pathos.
    A presto

    • Non posso certo biasimarti, ma il sito perderebbe uno dei suoi autori più in gamba. Come sempre, ti ringrazio per i consigli e ne farò senz’altro un uso prezioso. Narrare in prima persona è un’esperienza quasi nuova per me, mi perdonerai qualche piccolo errore d’inesperienza.
      Ciao Roberto, buona domenica 😉

  • Ah scusa se aggiungo una postilla, ma non avevo letto il tuo commento sotto…ma non abbandonare scherzi???!!!!
    Per quanto mi riguarda avevo notato il tuo ritardo perchè ogni tanto davo un’occhiata alla tua storia, però sono stata un pò assente dal sito ultimamente per problemi familiari, e solo ieri ho recuperato la fine de La contessa degli spiriti.
    Però non me la sarei persa davvero, sia per la storia, che è tra le tue che preferisco, sia perchè ti trovo un autore molto interessante!
    Lo dimostra il fatto che, totalmente ignara della diatriba che si stava consumando, sono passata da te e ti ho lasciato il precedente comment.
    Perciò Danio, io ti aspetto per il prossimo, ok?

    • Grazie Artelisa. Naturalmente il mio sfogo non riguardava te, ma penso non ci sia bisogno di sottolinearlo 🙂
      Il motivo per cui ha scelto una guardia giurata? Gli psicopatici agiscono in un mondo tutto loro. Cosa possa scatenare la loro ferocia resta sempre un mistero, però durante il racconto proverò a sviscerare la personalità del protagonista, ammesso possa riuscirci.
      Grazie per la visita, nel frattempo ho pubblicato il secondo capitolo, ciao 🙂

  • Ciao Danio,
    mi ero ripromessa di non iniziare nuovi racconti ma di finire solo quelli già iniziati, visto che ho intenzione di latitare un pò dal sito, ma per curiosità sono venuta a leggere il tuo nuovo e…mi ha catturato, dalla prima all’ultima riga!!! Veramente bravo 😉
    Hai dipinto una vera mina impazzita che è veramente agghiacciante, anche se ha un suo codice etico che esclude i bambini come vittime (meno male, sennò non ti seguivo più!).
    Per il prossimo ho votato una guardia giurata… ci dirai il motivo per cui ha scelto proprio quella vittima (qualunque essa risulterà poi coi voti)?
    Buona serata!

  • Danio?
    Torna e smettila. Sei uno degli autori più conosciuti del sito. Io non ho mai smesso di seguirti pur non pubblicando qui niente da secoli. Poi non ho capito quando saresti mancato se ci sei sempre! Scrivi una storia appresso all’altra, quand’è che ti saresti assentato? E che te frega se qualcuno non ti legge? Manchi di rispetto a quelli come me che si fanno il culo quadro tutti i giorni a scrivere e che ti leggono sempre! Sono più importanti i fantasmi o gli estimatori? E pure se non avessi né fantasmi né estimatori continua a pubblicare perché un sito come questo non lo ritrovi. Credimi. Wattpad a confronto è spazzatura. E tu devi pubblicare per te stesso inprimis, poi per i lettori. Perchè non sempre sarai capito, non sempre sarai seguito, non sempre piacerai, ma ogni volta diventerai migliore, come uomo e come scrittore perchè le tue parole saranno arrivate lontano.
    domani mi aspetto di ritrovarti qui.

    • Parole sante, Alessandra. Ma, vedi, non mi sono mai piaciute le frasi tipo: come mai non sei passato da me, passa da me se ti va…appunto, se mi va.
      Non tutti i racconti, come ben dici, possono piacere. E se un autore mi ha entusiasmato con una storia, non è detto che quella successiva possa piacermi, però seguo lo stesso, per rispetto in primis.
      Ho impiegato una vita a scrivere l’ultimo capitolo della Contessa degli Spiriti (problemi col pc) e mi sono perso numerosi capitoli di altri racconti che intenderei recuperare. Non lo so se continuo, probabilmente si, e concordo con te che il sito rimane sempre valido. Come dice giustamente Napo, non m’interessano gli incipoint ne il punteggio, pretenderei solo un po di rispetto, tutto li.
      Grazie….

  • Con grande rammarico, e pur cercando sino all’ultimo di non credere a ciò che mi era stato detto, abbandono il sito.
    I voti di scambio non mi sono mai piaciuti, e sin da quando mi sono iscritto ho voluto credere che almeno su The Incipit questo squallido rituale fosse solo una lontana realtà. Invece, è bastato che rimanessi lontano per un certo periodo(forzatamente) per notare che se ometti di andare a visitare e commentare altri racconti vieni inesorabilmente tagliato fuori.
    Mi spiace veramente, per tutti coloro che mi hanno seguito e mi seguono tutt’ora, ma io a certi ricatti non ci sto. Buona scrittura a tutti…

    • Cioè? Finisce qui? Non può essere…
      Per la cronaca anche Diego e io abbiamo osservato che alcuni lettori (almeno quattro o cinque) ci hanno tolto il “segui la storia” facendoci tornare indietro nel punteggio. La tua assenza e i voti di scambio, quindi, c’entrano fino a un certo punto. Il vero problema – ormai è evidente – sono le regole di questo sito, regole che la Redazione promette da tempo di modificare. Un tempo, quando era possibile per un autore verificare chi seguiva il racconto, queste imboscate non accadevano (e i punteggi raggiunti erano molto più alti). Basterebbe non assegnare punti al “segui la storia” e i franchi tiratori non avrebbero più frecce al loro arco.
      Ma poi t’interessano davvero gli incipoints? Bastano pochi lettori attenti e la gratificazione è ben maggiore del punteggio. Pensaci.

    • Concordo con gli altri: lascia perdere quelli che ti lasciano perché non li segui a tua volta. Ci sono tanti utenti che ti seguono per sapere dove vai a parare con le tue storie e non puoi lasciarli a metà. Se poi vuoi abbandonare il sito perché non ti trovi, amen, ognuno è libero di fare quello che vuole, ma credo che finire una storia sia una forma di rispetto per chi ti segue davvero.
      Io fin quando ho almeno un lettore, mi sento motivato ad andare avanti. Se un giorno non ne avrò nessuno, deciderò che fare 😉

      Ciao 🙂
      PS: Trovo anche normale farsi pubblicità leggendo i racconti degli altri affinché gli altri sappiano che tu hai scritto e vengano a vedere se il tuo racconto possa piacere o meno. Ma il “voto di scambio” è un’altra cosa 😉

  • Sarò banale ma preferisco la giovane donna, sarà che mentre lo dicevi l’avevo immaginata prima ancora di leggerla.
    Mi piace questo tuo raccontare a noi mentre vivi la tua “giornata tipo” da psicopatico, assassino epilettico ahahahaha, bravo, bell’inizio. Avrei tolto solo i pop-corn, non mi sembravano in tema… potevi dire: mettetevi comodi davanti a una bella bistecca al sangue e godetevi lo spettacolo, perchè io uccido.
    😉 seguo eccetera

  • Ciao,
    non sono sicurissima di trovare credibilità in questo tuo personaggio. Dice di essere uno psicopatico puro, quando afferma di non fare differenza tra quelli che uccidera, tuttavia racconta l’avvento del Natale come se provasse empatia per la festa in arrivo, e per i bambini ai quali dedica anche qualche carezza. Non so se hai mai letto libri che trattino di criminologia, io ne ho letti un po’. Compresi quelli di John Douglas (insieme a Robert Ressler) fondatore dell’unita Comportamentale di Quantico e quelli scritti dal nostro Picozzi e, se devo essere sincera, dubito che uno psicopatico di quel genere possa cominciare ad uccidere senza motivo. O parte con un fatto scatenante oppure nasce psicopatico e allora non gliene frega nulla dei bambini e del Natale. Magari non li uccide, ma non se ne cura. Questo è solo il mio punto di vista. Chiaramente nella fantasia dell’autore può esistere qualsiasi personaggio.
    Aspetto il prossimo.

    • Un’osservazione più che giustificata visto gli argomenti che porti. Non ho letto i testi che citi, tuttavia vorrei farti una domanda: hai mai trovato, nella finzione o nella realtà purtroppo, psicopatici che agiscano con logica? Beh, io ci ho pensato, ma davvero non ci riesco ed infatti i serial killer di questo tipo sono i più difficili da individuare e catturare.
      Vorrei inoltre ricordarti che si tratta della sua tredicesima vittima, e un fatto scatenante potrebbe benissimo esserci stato quando ha iniziato. Hannibal Lecter era molto cordiale e gentile con le persone, persino servile a volte, eppure è stato Hannibal Lecter 🙂
      Grazie per gli appunti, ciao.

      • Io direi che agiscono per una loro logica. Non hai ancora sviluppato il personaggio, quindi magari dovrei aspettare gli sviluppi. Se posso permettermi, ti consiglio MINDHUNTER di John Douglas, che ha ispirato la prima versione de “il silenzio degli innocenti” che appunto portava il titolo MINDHUNTER.
        Comunwue, come sempre, é sol una mia opinione ed e dovuta ad una ricerca accurata che feci anni fa, per la realizzazione di un romanzo che, ahimè, non ho mai terminato.
        Ciao e alla prossima!

  • Tri-eccomi, Danio 🙂 Ho votato per l’uomo di mezza età, così rimango in tema, perché ho tri-pareggiato le opzioni 😀
    Mi chiedo se hai intenzione di portare avanti la narrazione in prima persona per tutti i dieci capitoli, rimanendo su un personaggio così crudele. Complimenti comunque per il coraggio di scegliere un protagonista di questo tipo, io non riesco a rendere abbastanza cattivi neppure gli antagonisti dei Buoni 😀
    In bocca al lupo per questa nuova avventura!
    Ciao, ti auguro un’ottima giornata.

  • Ciao Danio
    Infaticabile, eccoti in una nuova avventura 🙂 🙂
    Mi hai messo ansia…
    Lo scenario è reso bene, hai scelto un protagonista caratterialmente impegnativo.
    Si intravede che questo tizio ha un EEG piatto. Parte da premesse errate:
    …anch’io posseggo un codice etico e morale…Non toccherei mai uno di loro .
    Ammazzando i genitori, “adulti e vacinati”… colpisce inesorabilmente i loro figli, li ammazza dentro, che è un crimine subdolo (non si sporca le mani) e altretanto crudele.
    Guardia giurata, a intuito.

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