Nel Buio

Dove eravamo rimasti?

L'auto cadrà nel ruscello? (67%)

In bilico

Il bilico è pericoloso. Decisivo senza che tu possa mettere bocca. Puoi oscillare contro, o a favore, o stare fermo come chiede Rambetto, ma sei una pedina. Essere mangiato o mangiare, non dipende più da te. Hai combinato qualcosa che ti ha tolto la facoltà di scegliere. Di decidere per la tua vita o per qualcosa di molto simile. Chi lo ha detto che morire sia brutto? Nessuno lo sa perché nessun altro glielo ha raccontato. Zero saggezza o miti popolari. Sì, qualche racconto con luci bianche e ricordi a bomba di qualcuno che l’ha scampata. Ecco, ma appunto, poi è tornato di qua. Non c’è di qua o di là per noi essere umani. C’è solo il bilico che decide e sa tutto. Truzza avrebbe pure la sua rivincita, così non deve fare davvero un cazzo, ma poi che ne sarebbe della festa da paura? E che ne sarebbe di Delly, tutta sbracciata e a petto in fuori in cerca di qualche gallo patito di musica elettronica? Per Bamba, beh, sarebbe una scelta comunque, perché lui tra Delly e Truzza non avrebbe scelto, per lui sarebbero andate bene tutte e due e pure insieme magari in un momento di profonda espressione dell’amicizia. Quindi il bilico per lui, anche se qua si casca dalla parte giusta, sarebbe comunque presente nel bosco. E l’oblio perché immerso nelle grazie vorrebbe che il viaggio non finisse mai. Figurarsi con una decisione in bilico. Rambetto invece è lì che, teso come uno sguardo nel vuoto, aspetta il lasciapassare per la vita. 

Immagino a occhi chiusi. Il nero si distende in qualcosa di concreto. Vedo sagome e figure che si materializzano. 

Apro gli occhi. La familiare cade giù nel ruscello. Delly tira su un urlo orrendo. Buca gli ultrasuoni del malessere. Impietriti. Bamba tira giù un bestemmione che gli costerà una punizione infernale se aspira al paradiso. Truzza riesce solo a sparare un eccheccazzo. Ho il tempo di voltarmi verso Rambetto. Ha gli occhi sgranati come nemmeno dopo un cataclisma. Guarda come al cinema. Il passaggio surreale oltre il vetro. Alberi. Acqua. Botto. Mezza station-wagon affonda nell’acqua. Rambetto vede il ruscello scorrere sullo schermo di vetro. Poi lo schermo si rompe l’acqua sgorga dentro l’abitacolo, prepotente, fastidiosa, malefica e ossessiva. Tutti strillano, tranne Truzza. Ho uno scatto. Mi volto verso di lei. Ha il viso indietro. Il volto verso il finestrino. Una cascata di sangue che scappa dal naso. Nessuno ha ancora fatto nulla. Nessuno ha ancora reagito. Respiro di brutto. Chiudo gli occhi. Li apro. In cerca di luce. Ma niente. Chiudo gli occhi. Forse la luce è nel buio? 

Schioppo si sta immaginando tutto?

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74 Commenti

  • Ciao Andrea, sono una estimatrice dell’horror e in special modo dell’horror di ultima generazione. Ogni sperimentazione in tal senso è per me una bella cosa e il tuo racconto l’ho apprezzato moltissimo. In effetti, vedo dalle note che tu sei piuttosto avanti su questa strada.Grazie allora per essere su Incipit, dove spero vorrai restare.

  • Ciao Andrea,
    arrivati alla fine, eh?
    Bel racconto, bravo.
    Un finale terrificante, l’idea dei ragazzi che, incuranti della morte, ballano nella notte livida mette i brividi.
    E l’ultima battuta, in cui si materializza il nonno per portarci ballare… Potere della mente o del mix allucinogeno del Bamba? Mah!
    Comunque bravo.
    Alla prossima!

  • “Scappiamo ragazzi… diamocela a gambe!” per come è andato il racconto fin qui, per i dialoghi finora utilizzati, molto realistici, non mi pare una frase adatta a Truzza.
    Ciao Andrea,
    voto per l’uomo Bianco, non binaco… 😉
    e, da buona amante degli horror, mi aspetto una carneficina… o i resti di essa.
    Alla prossima!

    • Ciao Allegra,

      grazie!, sì in effetti per Truzza è un commento poco ‘truzzo’, chissà, magari in quel momento d’intima paura, l’è scappata un’esclamazione infantile, di quando era ancora una brava ragazza! 🙂 Eh sì, è uscito ‘binaco’, un errore di battitura, ma qua una volta che premi il sacro bottone, nulla è più correggibile, e allora l’ho vista dopo la svista, ma non mi andava di scomodare la dirigenza theincipitiana e l’ho lasciata così. Grazie mille ancora e pure per il voto, buona giornata!!!

  • Ciao Andrea,
    devo confessarti che la seconda parte, raccontata al solito modo di Schioppo, mi è piaciuta molto di più. Nella prima ho notato troppe ripetizioni, anche se apprezzo molto l’idea di riallacciare il racconto alle prime frasi dell’incipit. Questo ha dato qualche spiegazione in più sul “dono” di Schioppo e di come ne sia venuto a conoscenza.
    Aspetto il prossimo, come dici tu siamo in dirittura di arrivo, ultimi capitoli…
    Alla prossima!
    p.s. voto per il salvataggio di Bamaba perché, nella mia testa, tutto finirà con il ritorno a casa dei ragazzi, e con un trip da raccontare agli amici, lungo una notte.

      • ciao,
        la parola buio appare 12 volte, è parte del titolo, lo so, ma 12 volte sono tante.
        sgabuzzino 4 in poco più di 1200 caratteri.
        11 volte appare la parola fa, in sostituzione di dice.
        Occhi appare ancora di più, ma ha a che fare con il “potere” di Schioppo, quindi ci può anche stare.
        Capisco la necessità di rimarcare il concetto, ma in 5000 caratteri forse ci starebbe bene qualche sinonimo.
        Ciao e alla prossima!

        • Ciao Keziarica,

          ti ringrazio moltissimo per questa analisi! Il fatto è che Schioppo sta pensando, è in corsivo per quel motivo, e quando pensiamo non facciamo caso ai sinonimi. Pensiamo e basta. È utilizzato per rendere tutto il più realistico possibile. Dici che le ripetizioni disturbano al punto di non seguire il pathos della trama?
          Grazie mille!

          • Be’ se te ne ho parlato è perché ha disturbato la mia lettura del capitolo. Questo non significa che sia sbagliato o che ad altri la cosa possa risultare piacevole. Per capirci: a me piacciono i personaggi, li adoro e ne metto sempre dentro una sacco, anche troppo. Agli altri questa mia propensione non piace particolarmente, non hanno torto, i lettori sono loro. Tuttavia, rimane il fatto che a me i personaggi piacciono tanto. Ma non sono io il destinatario di ciò che scrivo, sono loro.
            Detto questo, il tuo racconto rimane comunque un buon racconto. 🙂 il mio era solo un piccolo appunto.

    • GRAZIE MAGO!
      Sono gli ultimi capitoli, cominciamo a strippare questa storia!

      p.s.: mi sono accorto solo ora che non ho messo i punti ai dialoghi, ops, spero che i lettori non se la prendano… ma qui non si può correggere una volta spinto il sacro bottone…

  • Ciao,
    molto interessante questo nuovo capitolo, con un tocco di sovrannaturale che in un horror non guasta mai.
    Immagino che prenderanno l’auto per cercare le ragazze. In fondo Truzza ha pure avuto una sorta di resurrezione, magari non sta poi tanto bene, e Schioppo pare saperlo meglio degli altri.
    Alla prossima!

  • Questa storia mi piace sempre di più ad ogni capitolo. Continua così.
    Ritmo coinvolgente, lessico “street” e linea della storia che non si perde in giri panoramici, ma rimane dritta e chiara. Veramente. Una piacevole scoperta.
    (e questa cosa dei soprannomi mi garba tanto)

  • Sembrerà molto “matematico”, ma al capitolo 4 non è ancora tempo di morte, ma di qualche altro accadimento “forte”, figlio del recente episodio di “possessione”.
    Mettiamo altra carne al fuoco.
    Ribadisco. Un stile che mi piace molto. Ogni capitolo va già come una mezza pinta.

    • Ciao Maria,

      intanto grazie ? per andare avanti nella storia! I ‘che’ sono nello slang di questi ragazzi, è un flusso di coscienza di Schioppo che sta andando in paranoia per la situazione allora pensa sconnesso, in tiro, senza badare troppo a come lo pensa. Per l’altra frase, l’acqua scorre per conto suo ma incontra l’auto precipitata a candela e incagliata nel punto profondo del ruscello. Così si capisce? Fammi sapere che ci tengo! Poi, è vero che sono io che scrivo la storia ma a te, la tua voce interiore cosa suggerisce? Lo chiedo per coinvolgervi anche nella trama, oltre che nella scelta dei capitoli. In fondo The Incipit funziona anche per questo, allora perché non tentare una sinergia più forte? Buona domenica!

        • Sì, lo slang intendo un linguaggio personale non quello canonico. Qui provo un po’ di espedienti. Nella scorsa storia Lo Stato Del Free Party, davo possibilità dettagliate. Stavolta volevo cambiare, così per puro divertimento, potrebbe essere un’altra forma di coinvolgimento quella di mettermi alla prova su sfumature delle risposte, magari sommabili, che possono cambiare gli eventi oltre la mia idea. O no? Grazie mille! Buona serata. ?

  • … io quasi che glielo dico agli altri, ma anzi no, aspetto, che poi dicono che sto fuori e penso alle cagate invece che all’amica tramortita (che poi tra parentesi sarebbe pure colpa mia se ha sbattuto la testa ma ora non ci pensa nessuno, per ora).
    Ho trovato questo paragrafo poco scorrevole, forse per via dei molti “che”.
    E poi (mi odierai 🙂 )
    Non ho capito bene la scena….fa Rambetto guardando l’auto nell’acqua che scorre sui finestrini anteriori, obliqua che è più verticale che orizzontale.
    Come facciamo a dire chi morirà e se morirà? Sei tu che stai scrivendo la storia 🙂

    • Ahahahahah grande Massimo,

      Sì quella degli elenchi puntati è stata un’esagerazione, a me piace sperimentare, e forse stavolta l’ho fatta fuori dal vasino, che dici? Anche Maria Algures mi ha fatto notare. Ci ho provato. In fondo per dire no, bisogna prima dire sì, o sbaglio? Buona giornata!

  • Ciao,
    molto divertente questo capitolo. Ha un qualcosa di ironico, perché ripercorre le trame e gli eventi di un B movie coi fiocchi, ma parla di pastasciutta, se capisci cosa intendo.
    Il corso d’acqua o non è un ruscello oppure gli occupanti dell’auto, terrorizzati, ne hanno ingigantito le proporzioni…
    “Tutti imitano un contorsionista fino a quando riescono a uscire dal salvataggio di Bamba”
    questa frase, a mio modestissimo parere, risulta poco comprensibile. Per intuito capisco cosa intendi, ma la trovo un po’ contorta, passami il termine.
    Io dico che non è morta, così dovranno tirarsela dietro nel bosco, alla ricerca dell’ombra.
    Alla prossima!

    • Ciao Keziarica,

      Ti ringrazio moltissimo. Per il ruscello, vicino un casale che frequento c’è un ruscello, dove l’acqua è sempre bassa, poi all’improvviso sale per un tragitto brevissimo e diventa profonda anche due metri, i locali le chiamano piscine perché d’estate ci fanno il bagno. Forse se avessi potuto correggere avrei usato la parola ‘torrente’, ma quello che avevo in mento era a tutti gli effetti un ruscello con delle improvvise crescite di profondità.
      Poi “tutti imitano un contorsionista fino a quando riescono…” mi serve per mostrare l’immagine che davanti se toccano qualcosa entra acqua, dalla parte di Truzza c’è lei tramortita che blocca il finestrino, quindi devono tutti contorcersi per arrivare all’unico finestrino disponibile tra inclinazione dell’auto e ostacoli tipo poggiatesta, freno a mano eccetera. Questo intendevo, mi spiace se non l’hai capito, grazie ancora per le belle parole e ti auguro una buonissima giornata! ???

  • Buongiorno Andrea
    Ho letto i tre capitoli, scorrono… il ritmo c’è.
    Una curiosità: per i dialoghi. hai scelto di usare gli elenchi puntati al posto delle virgolette con un preciso scopo?
    Se non ti offendi… le opzioni sono un po’ “povere”. Sembrano le classiche tre buste dei quiz (si, no, forse ecc ) 🙂
    ciao ciao

    • Buongiorno Maria,

      grazie mille!, e chi si offende? Ti spiego, stavolta volevo che i capitoli fossero decisi nelle svolte completamente dai lettori, per questo ho usato delle ipotesi scarne, essenziali, per sfruttare al massimo anche gli spunti offerti dai commenti.
      Per quanto riguarda gli elenchi puntati, prima di tutto le virgolette le uso poco qua, perché scrivendo tanti dialoghi, beh, sono qualcosa di un pizzico di superfluo, una specie di mio linguaggio che esce, in fondo è una difficoltà in più per far comprendere al lettore che si tratti di un dialogo o no? Poi, confesso che avevo messo per sbaglio la prima volta un elenco puntato in un dialogo, insomma una svista, e da lì ho deciso, così, per puro divertimento di lasciarlo per il resto del racconto. Un tocco di mio, diciamo. Buona giornata!

  • Ciao Andrea,
    sì, Schioppo si sta immaginando tutto. Perché vorrei pensare per il seguito a qualcosa di molto peggio che una caduta dell’auto in un ruscello.
    Un po’ breve, forse, ma ben scritto.
    Aspetto il prossimo e spero in tanto, tantissimo terrore!
    Alla prossima!
    🙂

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