L’abisso di Karalys

La Piana delle battaglie

La nebbia era ancora fitta in quel giorno d’inizio autunno. Jeran stava seduto in cassetta lasciando che i pony conducessero il carro a passo lento. Erano in viaggio da quattro albe e ne avrebbero viste sorgere almeno altre sei prima di giungere a Renafas.

«Spiegami di nuovo perché lo stiamo facendo», bisbigliò Jeran.

«Lo sai che non avevamo scelta. Preferivi continuare a mendicare e rovistare tra gli scarti?», rispose Helack a suo cugino. «E poi non è così male».

«Come puoi pensarlo?», commentò Jeran in un sussurro. «Non fa altro che rimproverarci, dirci quanto siamo incapaci e quanto rimpiange quel Giano… Ianosh… come si chiamava».

«Janov. Così si chiamava», rimbombò la voce bassa alle loro spalle.

Helack rivolse un’occhiata di rimprovero al cugino prima di sedersi.

«È l’unico che ci ha concesso una possibilità, Jeran. Anche se ci paga poco, è sempre meglio del niente che avevamo prima. Eravamo rimasti senza soldi. Avevamo fame…».

Tacquero per qualche minuto.

«So che hai ragione, Hel. È solo che mi manca casa, mi manca Tiris e… qua al Nord fa sempre più freddo. Sembra che le porte dell’inverno si siano già aperte, mentre a casa».

«Noi non abbiamo più una casa», chiuse il discorso Helack. Le sue dita toccarono l’anello di sua madre, uno dei pochi ricordi tangibili che portava con sé del passato.

Né una casa, né una famiglia. Tutto era rimasto bruciato e sepolto nel loro villaggio natale. Erano rimasti soli e si erano messi in viaggio verso Danerios, la città più vicina, dove la sorte era rimasta cieca e sorda alle loro richieste e solo un burbero nano aveva dato loro una scelta.

Noblic era in fondo al carro, con la schiena appoggiata a un barile, la pipa in bocca e le gambe a penzoloni. Helack gli si avvicinò. Voleva parlare, anche a costo di farsi insultare, pur di scacciare dalla sua mente i fantasmi che lo assillavano.

«A ovest c’è una foresta…».

«Non ci passeremo in mezzo», lo interruppe Noblic.

«Non intendevo questo».

«Bene».

«Pensavo solo che potremmo avvicinarci per fare un po’ di legna».

«Per ora ne abbiamo abbastanza. Piuttosto pensa a tenere gli occhi aperti, tu. Stiamo per raggiungere la Piana delle battaglie e lì è meglio stare allerta. È terra di nessuno quella».

Durante quello scambio di battute il nano avevo tenuto le pupille sempre fisse su un punto lontano e indistinto dell’orizzonte. Helack desiderò potergli leggere nella mente anche solo per un attimo. Noblic era un individuo davvero introverso, ma forse dipendeva dal fatto che era un nano e Helack non era pratico delle altre razze.

«Com’è morto Janov?», chiese in un impeto di curiosità.

Noblic allora staccò gli occhi dal panorama e li fissò sul ragazzo.

«Fai troppe domande e guardi poco intorno, tu. Vi ho assunto come guardie, non come dame di compagnia. Altrimenti avrei preso di meglio».

E quello era il massimo di cortesia che Helack e Jeran potevano aspettarsi dal nano carovaniere.

«Hai ragione, ma che c’è da guardare qua? Ci sono solo una grande pianura, una nebbia che non si alza mai e degli arbusti che non ho mai visto in vita mia», fece indicando a oriente.

Gli occhi di Noblic seguirono con calma il braccio, la mano e l’indice di Helack e fissarono dei bassi cespugli verdi e marroni. Le pupille si concentrarono, le palpebre si socchiusero fino a divenire due fili d’erba, infine si spalancarono del tutto e persero ogni sembiante di tranquillità.

«Orchi» mormorò.

«Cosa?».

«Orchi!».

Sia Helack che Jeran capirono eppure rimasero fermi come due pietre, una in piedi, l’altra seduta.

«Muovetevi, marmocchi! Prendi le redini, Helack. Invece tu fammi vedere come scocchi le frecce, Lunghetrecce. È ora di guadagnarvi la paga».

Intanto i cespugli avevano smesso di essere cespugli. Rami e foglie, stretti assieme da pelli e corde volarono in aria spinti da braccia possenti di color grigio-verde.

Helack balzò in cassetta e spronò la coppia di pony, mentre Jeran correva ad armarsi di arco e faretra. Un suono cupo e lungo fece sobbalzare entrambi. Una specie di immenso muggito che si ripeté un paio di volte: era il corno di Noblic.

«Chiedi aiuto?».

«Anche se dubito che ve ne sia», fece il nano imbracciando il proprio arco. «Tienici lontani dalla foresta, ragazzo. E non avanzare verso est, continua dritto nel corridoio tra le colline».

Helack non fece domande e incitò nuovamente i piccoli cavalli.

Gli orchi però erano più veloci. Cavalcavano strane bestie, simili nel corpo ai destrieri, ma con zampe più corte e prive di zoccoli. Li stavano affiancando.

Alle sue spalle Jeran e Noblic incoccavano e scoccavano senza tregua, ma non potevano nulla contro chi era più avanti.

«Helack, più veloce!», urlò suo cugino.

Udì presto le voci sbraitanti degli orchi farsi sempre più vicine. Li vide afferrare spade e asce da battaglia. Una freccia dalle piume nere si impiantò a un palmo dai suoi piedi. Helack ruggì e frustò i pony con le redini.

«Attento!», gridò Jeran alle sue spalle, mentre un’ombra calava su di lui.

Nel prossimo capitolo ci saranno:

  • scontri all’arma bianca sul carro (25%)
    25
  • trappole inattese sul percorso (50%)
    50
  • maggiori notizie sul passato di Noblic (25%)
    25
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144 Commenti

  • E siamo arrivati alla fine.
    Bravo, il capitolo conclusivo è all’altezza del resto del racconto. In realtà non sono sicuro di aver capito proprio tutto XD hihi 😉
    Cmq sono felice che tu abbia deciso di riesumare il nano :p un rientro in scena in grande stile per lui!
    Sicuramente leggerò anche il tuo prossimo racconto. A risentirci, dunque! Ciao!

    • Ciao Raniero. Sapevo che il finale avrebbe lasciato qualche dubbio a chi non ha letto la mia precedente storia (Le Rune del Caos:https://theincipit.com/2017/09/le-rune-del-caos-muppetz/), mi sarebbero serviti altri caratteri per spiegare di nuovo il ruolo del Caos nella mia ambientazione. Se vuoi toglierti alcuni dubbi puoi provare a leggere la vecchia storia (i primi 2 capitoli dovrebbero esserti sufficienti).
      Fin dall’inizio avevo deciso di far ritornare il nano per il colpo di scena finale, anche se qualche lettore aveva intuito tutto (forse anche tu).

      Che altro dire? Grazie per avermi seguito e alla prossima avventura!

  • Muppetz!!
    Che sollievo caspita!
    Hai salvato Noblic, grande il suo personaggio mi piace il modo in cui lo hai fatto parlare e agire. È un eroe… sono, insomma, una sua fan.
    Belle le azioni e le scene, scritte molto bene nel rispetto del tuo stile.
    Vedo all’orizzonte un sequel…?
    Aspetto dunque il prossimo romanzo ?
    Ciao a rileggerci?
    Ilaria

  • Ok, lo confesso…mi ero distratta. Ma leggere gli ultimi due capitoli di seguito è stato anche più bello ? !
    Sono triste per Nimie… Ma devo dire che me lo aspettavo.
    Complimenti per il finale: azione, sentimento, misteri e scoperte… Tutto si fonde perfettamente. Anche se lo scenario resta aperto ho apprezzato che questa avventura abbia avuto una sua conclusione (odio terribilmente quando ti lasciano in sospeso!), e sono curiosa di scoprire se ci sarà un seguito!
    A presto!

  • Oddio, un finale aperto! Sai che non me l’aspettavo?
    Bello, comunque, suggestivo ed evocativo. L’immagine della bestia come contenitore di anime e natura è molto bella… per non parlare dell’efficacia con cui la sola parola “cornamusa” ce la fa immaginare.
    I miei sinceri complimenti, caro Muppetz, mi piace come scrivi e leggerti è sempre un piacere. Aspetto perciò la tua prossima fatica, se sia il seguito di questa o una storia completamente nuova non importa, perché il finale dell’Abisso si sostiene comunque da solo e trovo suggestivo anche immaginare che i nostri eroi continuino le loro avventure lontani dai nostri occhi.
    Ciao, bravo davvero, a presto

    • Fin dall’inizio avevo progettato di concludere la storia con un finale aperto, perché questi personaggi e il mondo che ho immaginato voglio portarli avanti con me ancora per un bel po’.
      Grazie per i complimenti e per i suggerimenti che mi hai dato.

      Alla prossima storia!

  • «Per andare a caccia».
    Ok, mi aspetto un seguito, magari non immediato (hai detto che vuoi prima provare un altro genere) ma mi aspetto il seguito. Non lasciarci così 😉

    Il capitolo è come al solito entusiasmante. Mi è dispiaciuto che Nimie non ha potuto dire le ultime parole, ma il ritorno del nano è stato entusiasmante.

    Ti aspetto al varco per la prossima storia 🙂

    Ciao 🙂

    • Ciao Red. Ci sarà prima o poi un seguito, ma non so dirti bene quando. Per quanto riguarda Nimie, non avevo molto spazio, mi sarebbero servite 2000 battute in più per raccontare tutto ciò che volevo. Pazienza.

      Grazie per avermi seguito sino alla fine. Alla prossima avventura!

  • Ciao!
    Penso che, vedendo l’amico in pericolo, non avrà dubbi su dove schierarsi: voto che combatte al fianco di Jeran.

    Bel capitolo, di azione ma coinvolgente. Concordo su quel che ha detto Jaw per quanto riguarda il modo in cui hai tratteggiato la creatura. Ora hai un solo capitolo x chiarire il mistero dell’abisso e risolvere la situazione, sono molto curioso di vedere come lo svilupperai.
    A presto!

  • Tra compagni d’armi penso prevalga il cameratismo:io penso che combatta insieme a Jeran.
    Bel capitolo, belle immagini, una creatura appena tratteggiata, com’è giusto in situazioni così concitate, e nonostante questo – o forse anche per questo – spaventosa. Prosciuga esseri umani come stracci, indifferente, e cresce fino a oscurare la luce… bello e suggestivo.
    Ciao, ci vediamo per il gran finale!

    • Ciao Jaw. Per come sono andate finora le votazioni credo proprio che Helack combatterà spalla a spalla con Jeran.
      Ho scelto di proposito di descrivere il mostro con pochi elementi. Come dici tu, questo lo rende ancora più spaventoso. Penso che bastino pochi dettagli per innescare l’immaginazione del lettore che, a quel punto, completa il quadro con le sue personali paure e rende l’orrore ancora più vero e terrificante.
      A presto!

    • Ciao Massimo. Sì, il finale della storia si è molto avvicinato al genere horror. In effetti le contaminazioni tra generi mi affascinano sempre molto. Però il prossimo racconto non sarà un horror: ho in mente la trama per un giallo da un po’ di tempo e, dopo aver ragionato bene su personaggi e intreccio, mi ci butto a capofitto.
      Alla prossima!

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