ISTANTANEE

Dove eravamo rimasti?

Ora avete i risvolti piccanti dell'istantanea de Ponde... gloria a quei tempi! Dove vi porto? Su uno scoglio tra il mare e la musica? (33%)

BITTER SWEET SYNPHONY

Accorgersi che nell’azzurro del suo sguardo improvvisamente si palesa un interesse nei miei confronti, nello sguardo di lei che mi sembrava arrivare da un altro pianeta. Una brava ragazza di una bellezza eterea, così lontana dai miei occhi scuri. Così lontana dal mio darmi da fare per apparire, per sembrare un po’ più grande, per cercare un posto in un mondo che ancora non conoscevo con quell’atteggiamento che alle ragazze come lei appariva di imbarazzante immaturità.

Fatto sta che ci ritrovammo a camminare insieme, uno di fianco all’altra tra monumenti di bianco marmo in viottoli stretti, lastricati di porfido in una primavera dai primi tepori, tra l’odore di germogli e salsedine, sotto un cielo azzurro, con quel rumore perpetuo di risacca in lontananza a fare da colonna sonora a una giornata quasi perfetta.

Ci trovammo a camminare insieme perché se avessimo potuto scegliere ognuno di noi avrebbe scelto gli amici di sempre e il tutto sarebbe finito in una baraonda di risate ed urla, ma quel giorno le meccaniche celesti vollero che noi due dovevamo restare l’uno di fianco all’altra.

La sorpresi ad osservarmi mentre con il naso in alto rimurginavo qualcosa in merito al verde rame della volta di un campanile in contrasto con il blu del cielo.

“Cosa guardi?” Puntando lo sguardo nella mia stessa direzione.

“Ma nulla… Stavo solo pensando a quel campanile verde… A quanto diventa più verde se lo si osserva rispetto all’azzurro del cielo…”

Le si palesò in volto l’espressione dello stupore nell’aver sentito qualcosa che poteva assomigliare a un pensiero profondo uscire dalla bocca di uno da cui al massimo ti aspetti un discorso su un rigore sbagliato.

Mi imbarazzò il suo sorriso inaspettato, lei se ne accorse. Ma l’imbarazzo a quell’età è un arma a doppio taglio: davanti agli amici è sinonimo di timidezza ma agli occhi di una ragazza può diventare candida tenerezza.

Poi iniziammo a parlare in un crescendo di battute e discorsi. Cose dette senza parole ma palesate tra gli occhi e gli angoli della bocca, sottolineate da una risata, una spallatina d’intesa, un sorriso. Ascoltammo musica da un orecchio solo condividendo gli auricolari, facendo finta di litigare difendendo ognuno i propri eroi della chitarra. Masticai una delle sue stucchevolmente succose cicche elencandole tutti le leggende metropolitane che le vedevano protagoniste e sentenziando il mio odio assoluto nei loro confronti mentre lei rideva divertita di questa mia anomalia di gusto. Finché tutti intorno non sparirono e ci trovammo seduti sulla sabbia ancora umida, mano nella mano, alla fine della giornata a disegnare con la punta dei piedi semicerchi sulla sabbia mentre il sole piano scendeva oltre la linea dell’orizzonte.

“E’ stato bello stare con te oggi Fra, sono stata bene…”

“E’ molto bello stare con te, Chiara… – mentre un’ombra di grigio velava l’azzurro dei suoi occhi – Che c’è? Non dici più nulla?”

“… No.. è che… Sono un po’ confusa, Fra… vedi… non so come dirtelo ma… c’è già qualcun altro…”

“… Me lo aspettavo sai? …D’altronde questa è solo la gita della scuola e tutto è magia… ma domani torniamo a casa tutto tornerà come prima. Tu nella tua sezione al piano di sopra ed io giù… al massimo ci vedremo qualche domenica in oratorio quando non starai a casa a studiare…”

Lei si avvicinò piano senza togliere gli occhi dai miei ed appoggiò le sue labbra sulle mie in un morbidissimo bacio che accolsi come se non ci fosse stato un domani e restammo così per qualche minuto.

Poi ci staccammo ed io mi voltai a fissare quel che rimaneva del sole sopra il mare mentre il cuore mi sbatteva fortissimo in petto.

“Adesso sei tu che non dici nulla, Fra?”

“Guarda laggiù Chiara, guarda il sole ed il mare… è tutto rosso. Di giorno il sole brilla in cielo e non riesci nemmeno a fissarlo, mentre il mare è blu e la linea dell’orizzonte lo è ancora di più. Ma adesso è tutto rosso, sole e mare. Il blu sfuma lontano tutto intorno. Domani tutto tornerà come prima, tu brillerai ancora al piano di sopra, ed io resterò ancora solo nel mio blu con i soliti amici. Ma adesso lasciami vivere questo momento perché è tutto meravigliosamente rosso”

Chiara si avvicinò ancora un poco ed appoggiò la testa sulla mia spalla: “Hai ragione tu Fra, è tutto meravigliosamente rosso…”

Restammo così finché non venne la sera e gli amici a richiamarci.

Il giorno dopo tornammo a casa ogni sezione sui propri pullman, io mi addormentai sul sedile cullato da Phil Collins con il sorriso malinconico e blu di chi sa che difficilmente un giorno perfetto può tornare il giorno successivo.“When I’m feeling blue, all I have to do Is take a look at you, then I’m not so blue”

La sera nel piazzale davanti alla scuola i genitori ci aspettavano apprensivi. Scesi dal pullman e la cercai con lo sguardo e fui felice nello scoprire che anche lei stava facendo la stessa cosa. Ci sorridemmo dolcemente e ci salutammo da lontano con un gesto della mano prima di tornare ognuno alla propria adolescenza.

Davanti ad un 33% mi sono preso la briga di scegliere un dolce e malinconico ricordo. Dove andiamo?

  • Ad assaggiare qualcosa che sa di vaniglia? (25%)
    25
  • On Stage? (75%)
    75
  • Su uno scoglio tra il mare e la musica? (0%)
    0
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31 Commenti

  • Ciao Francesco,
    immagino che il tuo lavoro non si discosti molto da quel che ci hai raccontato, non per quanto hai detto ma per come lo hai fatto. Sicuramente la routine porta a catalogare, minimizzare e spersonalizzare le persone, i pazienti; o i sanitari non ne uscirebbero vivi. Credo che una nottata al pronto soccorso di un grande ospedale sia un’esperienza tragica e pesante per chi deve sostenerla.
    Detto questo, opto per lo scoglio e la musica. più rilassante 🙂
    Hai fatto un buon lavoro con questo capitolo, bravo. Aspetto il nuovo episodio e ti saluto.
    Alla prossima!

  • Ciao Francesco,
    scelgo il ciclone.
    Bell’episodio. Conosco la sensazione di cui parli, le prove in saletta sono diverse dalle esibizioni in pubblico. Quando il pubblico applaude, tutto si fa semplice e la musica viene fuori come un fiume, prevalentemente di emozioni positive.
    Non ho 17 anni, ma se canto, e quando ho cantato, la magia la sento ancora.
    Bel capitolo, bravo.
    Ci si vede al prossimo!

  • “Francica, chi era costui” mi sono chiesto. Poi sono andato sul tuo profilo è ho ricordato. Come hai fatto a iniziare un nuovo racconto se non hai mai completato il precedente? Non depone bene, per niente. Ora vedo che hai pubblicato quattro capitoli in poco più di due mesi: non malissimo come media, ma male abbastanza da fare disamorare i lettori. In sostanza, penso che scrivi bene ma non curi i tuo follower. Ti seguo, perciò, con riserva.

    • Grazie per l’apprezzamento Napo, ma il tempo a disposizione è risicatissimo e queste mie sortite letterarie sono davvero quell’attimo di evasione che mi concedo (talvolta rubandole al sonno) tra lavoro famiglia e impegni della vita quotidiana. Vorrei davvero coccolarvi molto di più, ma se decidessi di diventare un mio follower cercherò di non deluderti…
      Alla prossima.

  • Ciao.
    Bellissima descrizione del passaggio dalla fanciullezza all’adolescenza. Un bel ritratto, con citazioni di canzoni note e i primi sguardi rubati. Credo che seguirò con attenzione questo tuo viaggio, a presto.
    Dimenticavo, ho votato per lo scoglio e la voglia di musica, quella non dovrebbe mancare mai.

  • L’albero nel locale perché mi incuriosisce.
    Ciao Francesco, sai che sono andata a controllare se me l’ero persa io o la storia di Marta e del chitarrista non l’avevi mai finita? Così mi sono resa conto di come vola il tempo, e di viaggio nel tempo si tratta: riporti tutti i diversamente giovani come me nella loro beata preadolescenza. Ti dico solo che io e la mia amica avevamo fondato un Duran Duran fans club; Ma anche gli Spandau, però…
    L’inizio è una firma: i bambini e i coni sciolti sono un tuo marchio di fabbrica 🙂
    A presto, o quando vuoi

    • Ciao Befana,
      sì, con le banalità ricorrenti mi ero impantanato e dato che di tempo ne ho davvero pochissimo non sono riuscito ad inventarmi nulla di nuovo, allora ho deciso di buttarmi in questo nuovo esperimento: scaviamo nella memoria e tiriamo fuori le istantanee che racchiudono ancora emozioni. Dato che si tratta di vita vissuta dovrebbe risultarmi più facile starci dietro.
      Davvero trovi che la mia scrittura sia riconoscibile? Questo è piacevole, anche se non potrò avere un futuro come ghost Writer!
      A presto, promesso 😉

  • Ciao Francesco,
    non avevo mai letto niente di tuo, ma mi sa che recupererò.
    Molto intenso il tuo incipit, mi ha fatto tornare indietro a quando ero ragazzina. I Duran Duran… Si parla di un’altra vita… Se li si intende ai tempi di The Chauffeur. Io preferisco New Moon on Monday, comunque.
    Mi piace il tuo stile, il modo asciutto e al tempo stesso profondo di trasmettere al lettore quello che vedi tu.
    Complimenti.
    Aspetto il prossimo episodio e ti seguo.
    Alla prossima!

    • Ciao Keziarica,
      sì, New Moon on Monday era una delle mie preferite ma… allora avevo già un anima un po’ più rock e anche se dovevo essere assolutamente preparato su Duran Duran e Spandau Ballet di nascosto facevo overdose di U2, Simple Minds e Queen… ma questa è un’altra storia ed è facile che la rincontreremo più avanti.
      😉

  • Ciao Francesco ,
    penso che non ci sia cosa più difficile che scrivere immedesimandosi in un bambino , per quello che pensano , per quello che fanno , la stessa opera ha caratteri così semplici e scorrevoli che ti fa immergere nel vivo della scena.
    Un applauso veramente lungo e aspetto con ansia il seguito 😀
    -B

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