Influenza

Dove eravamo rimasti?

L'incontro ormai è inevitabile, ma come ci si arriverà? Alla richiesta di Medeis, Dario: rifiuta, ma Medeis... (70%)

Le parole e gli atti

Erano passati giorni dalla chiamata di Medeis e il suo invito a incontrarsi. Invito: piuttosto un ordine. Aveva riattaccato senza rispondere, inorridito. Ma non s’illudeva. Aspettava. Forse avrebbe dovuto richiamare l’ispettore, di nuovo. Il telefono vibrò: un messaggio di Gaia.

“M è a casa mia, se non vieni qui entro mezz’ora sono morta. Non avvisare nessuno, lo saprebbe”.

Chiuse gli occhi e immaginò il profumo di Gaia. Non poteva lasciarla nelle mani di quel pazzo. Esitò. Non poteva.

Inserì i numeri dell’ispettore e del commissariato nella lista dei preferiti sullo smarthphone e afferrò le chiavi. Le gambe gli tremavano entrando in ascensore.

Aveva quasi raggiunto l’auto quando una violenta scossa elettrica lo trafisse alla spalla e s’irradiò in ogni muscolo. S’accasciò.

Riaprì gli occhi in un luogo sconosciuto, forse un garage: muri e pavimento erano di cemento.

«Ti sei svegliato. Benvenuto nell’alba della tua nuova vita»

Voltò la testa in direzione della voce. Il collo e la spalla ne soffrirono.

«Sono gli effetti del taser, ho dovuto utilizzarlo più volte perché stessi tranquillo per tutto il tragitto».

Osservò l’uomo, stupito di non avere quasi più paura. Statura media, più giovane di lui nonostante i capelli grigi sulle tempie. Sopracciglia rade su occhi scuri. Un viso come tanti.

«Gaia?»

«Non devi preoccuparti di lei. Vieni, ho una sorpresa», lo aiutò ad alzarsi.

La “sorpresa” si trovava in fondo alla stanza. Ritto, legato mani e piedi a una sorta di palo da lap dance, c’era Bocci. Strabuzzò gli occhi vedendo Dario, cercò di parlare ma un gesto di Medeis lo ammutolì.

«Cosa…»

«È qui per te: un altro ostacolo di cui liberarti, ma questa volta devi essere tu a volerlo», estrasse dalla tasca un coltello da caccia. Lo sguardo di Bocci e i tagli sul suo viso mostravano che non gli era sconosciuto.

«Sai che lo merita. Per la sua arroganza, per la sua inferiorità, per la slealtà con cui agisce. Come una puttana si è attirato i favori del capo, ti ha rubato i clienti e le gratificazioni che meritavi»

Dario ascoltava quelle parole, le aveva condivise sui social per mesi; il rancore, il senso di ingiustizia. Scosse la testa.

«No…». Fissava l’angoscia negli occhi di Bocci.

«Pensa a come la tua vita sarà meglio senza di lui; sarà una liberazione, una rinascita. Pensa a come ti ho liberato di tuo suocero»

Il padre di Elena lo aveva sempre detestato, dopo il divorzio gli aveva dichiarato guerra, tentato di aizzargli contro i figli.

«È morto in un incidente in bici…», ricordò le spiegazioni dei vigili: perso il controllo del mezzo, caduto senza ragioni apparenti, nessun testimone. Ne aveva gioito. Guardò Medeis che annuì avvicinando la punta del coltello all’addome di Bocci.

«Non vale nulla. Guardalo: si è pisciato addosso subito. È bastato uno schiaffo, dov’è finita la sua arroganza?». Spinse leggermente: qualche goccia scura tinse la camicia.

Dario tremava. Una parte di lui voleva obbedire. Vendicarsi del collega, della sua tracotanza, dei torti. Bocci singhiozzava.

«Dario…»

«Taci! Un uomo non piange. Credimi, Dario: ti sentirai meglio, libero, padrone di te stesso. È solo un parassita». Premette ancora.

Dario scosse di nuovo la testa.

«No»

Odiava il giovane collega, quante volte aveva sperato di vederlo sparire, con la sua aria da primo della classe, la lingua sempre a leccare i buchi giusti. Ma non poteva.

«No, non voglio»

«Ne sei sicuro? Nessuno lo saprà. Dipende solo da te, ne hai il potere», sussurrò Medeis.

«Fallo!», l’ordine uscì in un soffio. Si tappò la bocca, ma non lo rimpiangeva davvero . Vide il coltello entrare nelle carni, uscirne lordo e viscoso, colpire più su, lacerare, straziare, infierire. Un sangue spesso imbeveva gli abiti, colava a terra, sporcava Medeis. Bocci non urlò a lungo.

Dario sorrideva.

Il frastuono lo riscosse e indietreggiò. Alle sue spalle la porta esplose liberando l’accesso ad agenti in assetto militare.

«Polizia! Lascia l’arma e metti le mani in alto. Sig. Alessi, a terra!»

Non ne vide il volto, ma riconobbe la voce dell’ispettore. Si gettò a terra mentre Medeis si voltava brandendo una pistola. Dario non ebbe il tempo di stupirsene che lo vide cadere falciato dalle armi dei poliziotti. Anche con le mani sulle orecchie il rumore era insostenibile.

*

«Pensa che potrò rientrare tra quanto?»

«Tra non molto, ma dovremo rivederci ancora»

«Nessun problema, vorrei solo fare una doccia. Non le ho nemmeno chiesto… come ci avete trovato?»

«I suoi messaggi: li ho ascoltati. Quando abbiamo trovato l’ex marito… Ho fatto delle ricerche sul suo Medeis. La geolocalizzazione dei vostri telefoni concordava: non mi ispirava nulla di buono»

Dario annuì.

«Signor Alessi… forse dovrebbe pensare a farsi aiutare»

S’irrigidì: «Un avvocato? Pensa che ne abbia bisogno?»

«Pensavo a uno psicologo, per elaborare ciò che è successo, il suo legame…»

«Elaborare cosa, ispettore? Non c’entro nulla. Un pazzo si è servito di frasi scritte da me per inventarsi un delirio omicida. Non ho colpe, – scosse il capo. – Le mie erano solo parole. Parole».

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201 Commenti

  • Non mi è mai arrivata la notifica del finale.
    Mah.
    Però mi è arrivata quella del tuo nuovo racconto, e quindi mi sono detto: ma quello psicopatico di Dario che fine ha fatto?
    Ed eccolo qua, a far ammazzare il lecchino del collega. Che poi bastava temporeggiare un po’ per farlo salvare. Alla fine, mi pare proprio che ne sia uscito vincitore; a parte un po’ di stress, non mi sembra si sia lasciato prendere dai sensi di colpa.
    Un bel thriller questo, con qualche sfumatura horror.
    Brava.
    Ora vado dall’altra parte.

    • Sì, mi piace tanto far vincere i cattivi. Nella fiction, perché nella realtà la cosa mi indispone alquanto 🙂
      È stato l’incosciente di Dario a decidere, forse, o forse no. tanto non subirà le conseguenze, solo i benefici. Con la coscienza ci discuterà lui.
      Grazie, FueG

  • Ciao bp, scusa se arrivo solo adesso.
    Sei riuscita a sorprendermi 🙂 , non avevo previsto questa situazione. Poi mi hai sorpreso di nuovo perché pensavo “adesso Dario fa la cosa più logica, prende il coltello e uccide Medeis”, ma forse è logica solo nei film, dove tutto sembra facile.
    Dici “Coinvolgerlo nella colpevolezza” perché è comunque felice di vedere il suo rivale fatto fuori? O c’è qualcosa che non ho capito?
    Comunque il mio ha la coscienza molto più elastica del tuo, gne gne 😛

    • Ciao, Kivar
      nessun ritardo: il bello delle parole scritte è (anche) che restano lì dove puoi trovarle quando hai tempo e voglia per loro ^^
      Dario è complice semplicemente perché dà l’ordine a Medeis di uccidere il collega, e, nonostante lo faccia quasi senza volerlo, poi si scopre ben felice di averlo fatto. E nessuno lo saprà, tranne la sua coscienza che non sembra essere particolarmente schizzinosa.
      Al fatto che disarmasse l’altro, non ci avevo pensato, forse anche perché nella mia idea Medeis è un pazzo che si è ben preparato e addestrato, anche se questo, come tante altre cose, non ha trovato spazio nel racconto.
      dell’elasticità della coscienza del tuo protagonista ho letto, ieri, sono molto curiosa, ma ne parliamo poi “da te”.
      ciao e grazie

      • Ecco, non avevo capito. Nella mia testa Medeis pretendeva che fosse Dario a uccidere Bocci, e quindi a offrirgli il coltello, da qui l’equivoco. Infatti non capivo bene il senso di certe battute, comunque pensavo che alla fine Medeis avesse deciso di fare da sé.
        Così invece credo che Dario sia a pieno titolo colpevole di omicidio… Lo salva solo il “dettaglio” di essere l’unica persona ancora in vita a conoscere la verità.

  • Che bastardo Dario con il povero Bocci! Deve essere un po’ psicopatico anche lui… Comunque il racconto è coerente e ha buoni spunti e il finale che riguarda le parole l’ho apprezzato e trovato giusto per chiudere il cerchio. Ho anche io i dubbi di keziarica, magari me li puoi chiarire. Grazie.

    • Ciao, Tinarica,
      psicopatico non so, sicuramente molto egoista e egocentrico, poco empatico e con una coscienza molto elastica. Alla fine non ho resistito a coinvolgerlo nella colpevolezza 🙂
      Per i dubbi, ho provato a rispondere a Keziarica, se ve ne restano altri ditemelo pure.
      Non c’era spazio per tutto nel capitolo, avevo organizzato davvero male il tutto, ho sperato ce si capisse il nocciolo e che ognuno deducesse i dettagli a parer suo, ma mi sa che non ha funzionato tanto.
      Ciao, e grazie a te

  • Ciao B,
    bene, anche questo racconto è finito, brava. Però non ho capito una cosa, forse due: Medeis ha davvero rapito Gaia? Visto che è lei ad attirare fuori ill padre con il suo messaggio? E poi: alla fine il pazzo era l’ex marito della vicina di casa? Perché l’ispettore dice che li hanno rintracciati con una localizzazione dei telefoni cellulari… Di quale legame parla il poliziotto? Del legame col web? Scusa, sono tre 🙂
    Spero di leggere presto un tuo nuovo racconto, del genere che più ti piace e ti auguro una buona domenica.
    Alla prossima!

    • Ciao K, provo a rispondere:
      nella mia idea Medeis ha qualche conoscenza da hacker e ha inviato il messaggio modificando il mittente perché apparisse come Gaia (che però non è la figlia di Dario, ma la sua amante attuale). Dato che però non c’entrava nei caratteri, non l’ho specificato: ognuno immagina ciò che preferisce, può anche averle fatto del male o solo rubato il telefono.

      Sul dialogo finale sono delusa: ho ristretto all’osso ma speravo si capisse. L’ispettore intende che quando hanno trovato l’ex marito hanno capito che non era il colpevole (come, anche questo non avevo spazio di scrivere, magari aveva un alibi inconfutabile); quindi si è re-interessato ai messaggi di Dario e hanno fatto indagini su Medeis e anche sullo stesso Dario. la mia traccia era: cerca di contattare Dario, che negli ultimi messaggi ha sicuramente detto di essere chiuso in casa perché il pazzo lo assilla, e non trovandolo lo cerca localizzando il telefono; hanno identificato Medeis e geolocalizzando anche lui scopre che sono insieme e la cosa lo allarma. Tutto questo, naturalmente, non sono riuscita a metterlo perché volevo lasciare più spazio possibile all’ambivalenza di Dario verso l’omicidio del collega. Ho sperato che con poche accenni, ognuno potesse ricostruirsi l’indagine della polizia. Ma mi sa che non ha funzionato.
      Il “legame” è quello tra le parole e gli atti: l’ispettore pensa che per Dario possa essere difficile elaborare il fatto che qualcuno abbia usato le sue parole come motivazione per uccidere. Non che ne sia responsabile, ma che sia comunque difficile da accettare. Ma a quanto, pare la coscienza di Dario è parecchio duttile.

      Spero di averti risposto. Ho voluto tenere tutto per il finale ma avrei dovuto dedicargli due capitoli, ho aspettato troppo per il contatto tra Medeis e Dario; l’ultimo capitolo è troppo sintetico, è evidente. Ci lavorerò meglio la prossima volta, spero.
      Grazie della pazienza e della lettura attenta, a presto

      • Scusa, chissà perché ero convinta che Gaia fosse la figlia.. Dovevo rileggere i vecchi capitoli.
        Capisco cosa intendi, arrivare in fondo e dover sintetizzare tutto è un lavoraccio 😉 Io lo faccio sempre, perché sono una pasticciona.
        Grazie per aver risposto e per aver chiuso un occhio sulla mia disattenzione.
        Alla prossima!

  • Ciao Befana,
    Scusa il ritardo;) bene, direi che alla fine te la sei cavata più che bene; il finale non è stato per niente scontato come credo la maggiorparte si aspettava e in 5000 caratteri sei riuscita a farci stare tutto, Medeis, un morto, Dario che non è poi così vittima, la polizia, frase finale ad effetto.
    Molto brava, davvero, al prossimo!

  • Ecco il finale. Come già detto a molti di voi, ho gestito male il tutto e mi sono ritrovata a dover mettere molte cose in quest’ultimo capitolo. Ho inserito tutto ciò a cui tenevo, mancano sicuramente molti dettagli e temo che il risultato sia un po’ uno schema-riassunto-piccolo spiegone che forse non spiega tutto. Il racconto era un esperimento di thriller a tensione che non è riuscito più di tanto ma scriverlo è stato interessante. Ringrazio tutti quelli che hanno avuto la pazienza di seguirlo.
    E sì: Dario è un vero stronzo. 😉

  • Ciao Befana.
    A causa della mia altalenante presenza, ho riletto i capitoli iniziando dal 6….perchè è lì che mi sono persa. Ho recuperato in fretta grazie al tuo modo di scrivere scorrevole e piacevole.
    Dario è veramente un vigliacco. Credo che declinerà l’offerta di Medeis e questo, credo, non la prenderà molto bene.
    Curiosissima di leggere il finale.
    A presto.
    Ilaria

  • Ciao Befana. Ho letto il tuo racconto tutto d’un fiato. Hai davvero un bel modo di scrivere, e sai catturare l’attenzione del lettore, brava. Secondo me unica pecca è che hai speso un po’ troppi capitoli prima di addentrarti definitivamente nell’orrore dello stalker, ma se è una tua scelta stilistica fa niente. Mi piace anche il messaggio che vuoi dare. L’idea che ciò che un “leone da tastiera” dica nell’internet si trasformi in realtà ad opera di uno squilibrato è un’idea davvero forte. Io non oserei rifiutare. Visto di cosa è capace Medeis, potrebbe benissimo prendersela con i figli o la moglie, per “ricominciare da capo” tutto quanto.

    • Hai perfettamente ragione: non ho l’abitudine alle trame “d’azione” e non l’ho saputa riflettere e gestire: ho perso troppo tempo sul centellinare i sospetti e le sensazioni per poi ritrovarmi a dover accelerare e mettere tutti i “fatti” nel finale. `E una gran fatica cercare ora di mettere tutto nell’ultimo capitolo, ma è andata così, mi servirà da lezione per una prossima volta, se ci sarà.
      Grazie della lettura e del commento, Yaniv.
      A presto

    • Non credo che corrisponderebbe. Diciamo che ne sarei molto stupita. Ormai è quasi pronto, tra domani e sabato lo pubblico. È condensatissimo perché ho tenuto troppe cose per il finale e poi non ci entravano tutte, ma ormai è andata così, mi è servito da esercizio e riflessione. E i miei 10 lettori sono gentili e comprensivi, mi perdoneranno ^^

  • Ciao Befana,
    anche io non ho ricevuto la notifica di questo nuovo capitolo, l’ho trovato solo perchè spulciavo negli ultimi pubblicati.

    Ma quanto parla questo Medeis! Un intero capitolo per parlare di sè e dei suoi complessi esistenziali, più che paura a me ha suscitato fastidio. Non tu e il racconto, sia chiaro, intendo proprio Medeis in “carne ed ossa”; una vittima, un piagnone.
    Credo che tempo e spazio non siano dalla tua; son sicura che avresti ancora molto da raccontare, ma siamo arrivati all’ultimo!
    E secondo me Dario dovrebbe rifiutare, ma Medeis… staremo a vedere!
    Brava comunque; so che ti sei “incartata” ancora qualche capitolo fa e ce la stai facendo lo stesso, quindi va bene così 😉

    • Ciao Flow,
      ogni tanto le notifiche deviano, non so perché ma capita.
      Spiace di averti dato fastidio, dopo aver fatto tutto il racconto su Dario volevo presentare Medeis per poi non dover perdere troppo spazio a descriverlo sul finale. Hai ragione, avevo in mente una cosa molto più complessa, con passaggi dall’indifferenza al quasi compiacimento fino alla paura e ribrezzo, ma mi sono trovata alle strette con lo spazio e ho dovuto semplificare il tutto. Ho un’idea per quelloc eh succederà da qui alla parola fine che a me sembra carina (in senso cattivo, però, non carina gentile XD) e non troppo prevedibile. Vedremo come riesco a scriverla e se vi piacerà. Tanto questo era un esperimento, riuscito o meno sarà sempre utile e piacevole averlo tentato 🙂
      Grazie a te

  • Non so perché ma la notifica di quest’ultimo episodio era andato a finire nello spam. Tra l’altro questo sito mi viene segnalato come non sicuro… A me sembra solo un po’ datato, trascurato dalla redazione.
    Che scrive bene è fuor di dubbio – d’altra parte ti alleni tanto, scrivi un racconto dopo l’altro – ma purtroppo questo episodio fa scadere il racconto nel banale. Quindi mi adeguo: Dario rifiuta, ma… (peccato che hai aggiunto “ma Medeis” all’opzione).

    • Ero in dubbio se aggiungerlo, ma mi sembrava di avere già usato di recente un opzione “xxx, ma…”
      Se il banale si riferisce alle motivazioni di Medeis, mi dispiace: le ho avute in mente così dall’inizio, inesistenti e assurde. (Avevo pensato di inserire anche un legame pregresso tra i due personaggi: un’amicizia di infanzia perduta di vista e rincontrata per caso sul web, ma poi mi faceva di pasticcio buttato lì in due righe). Se banale è riferito alla struttura del capitolo e al suo svolgimento, concordo, ne sono consapevole, ma ho fatto procedere troppo lentamente la prima metà del racconto convinta di poterci mettere tutto e quando mi sono resa conto che non era possibile ho dovuto sacrificare parte della storia che avevo in mente e spingere semplicemente Dario alla comprensione per portare all’incontro finale.
      Per lo svolgimento del finale ho un’idea che non mi sembra scontata, vedremo.
      Ciao

      P.S. ma come “scrivo tanto”: i coach e teorici esortano a scrivere tutti i giorni (3 pagine o due ore come minimo, dipende dalle scuole), io ne sono ben lontana, scrivo quando posso o quando mi viene in mente qualcosa 🙂

      • Sai bene che mi riferivo allo svolgimento un po’ svogliato del capitolo: è come se ti fosse venuto a noia il protagonista e la sua storia. Capita, sai.
        Mi fa piacere che tu abbia già in mente un finale, temevo che fossi in un impasse.
        Chi può permettersi il lusso di scrivere ogni giorno per due ore? Stai a sentire i teorici? Vuoi fare di questa passione un mestiere? In Italia? No, dai… Hai mai scritto in francese? Il mercato francofono è di certo maggiore.

  • Ciao B,
    direi che Dario rifiuta ma Medeis… Che farà? Ucciderà qualcun altro? Oppure gli si presenterà davanti all’improvviso, proprio ora, mentre è alla guida della macchina?
    Chissà…
    Serve un colpo di scena, perché questo capitolo ricalca un po’ lo stereotipo del thriller cinematografico. Non che non sia scritto bene, sai che apprezzo molto il tuo stile, si tratta più di dare una svolta inaspettata alla trama, magari con il finale. In fondo Medeis potrebbe essere chiunque.
    Quindi aspetto la fine e ti auguro una buona domenica.
    Alla prossima!

    • Hai ragione, è innegabile che questo capitolo scorra senza sorprese, “telefonando” l’incontro finale. Infatti le tre opzioni conducono in tre modi allo stesso risultato. Come già detto, non ho fatto scaletta e progetti prima di iniziare questa storia e mi sono resa conto oltre la metà che come l’avevo in testa qui non ci entrava: volevo un crescendo di sospetti e paura, un avvicinarsi progressivo di Medeis e invece ho dovuto cambiare rotta per motivare velocemente un incontro. Ho preferito usare questo capitolo per semplicemente introdurre il cattivo e le sue “ragioni”, per lasciare il finale tutto nell’ultimo capitolo. Ho un’idea che secondo me sarà una sorpresa, e che dovrebbe rendere più complessa e interessante la lettura del finale. Spero di realizzarla come vorrei nei 5000 restanti.
      I tuoi commenti sono sempre pertinenti e pregni di senso, grazie, Allegra 🙂

    • Vuoi dire che non posso ucciderli tutti?! ;-p
      No, ho in mente un morto, forse più, ma tutti no, promesso. Come detto, mi sono resa conto che la storia in crescendo come l’avevo in mente nella forma e spazi di TI non ci stava, ho dovuto correggermi in corsa e gli ultimi capitoli sono sicuramente più noiosi e scontati, diretti solo ad arrivare all’incontro. L’idea che ho per il finale a me piace, spero di riuscire a inserirla come si deve nei 5000 che mi restano e che vi piaccia.
      Aspetterò il tuo verdetto 🙂

  • Se a far innamorare Medeis è bastato un insignificante, vuoto, insulso, populista (ma sì… 😀 ) “In questo mondo di vuoti vigliacchi, ci vuole il coraggio di ribellarsi”, bisogna dire che Dario ha avuto una sfiga enorme: il folle aveva un esercito di sbruffoni tra cui scegliere.
    Dico che rifiuta, ma Medeis… fa qualcosa che non è una minaccia, voglio vedere cosa.

    È ben scritto come sempre, ma non ti nascondo che speravo in un legame meno prevedibile tra i commenti del protagonista e i delitti. Ti resta un episodio per sorprendermi ?

    • Sì, credo che Medeis, e tipi “vuoti” come lui basti poco, gli serviva un pretesto. E Dario non è certo un genio o un artista, solo uno tronfio e con troppa autostima, convinto che il mondo gli remi contro. Era sul loro incontro che giocava l’idea.
      Mi dispiace che ti abbia deluso, non avevo sorprese insospettabili per le ragioni dei crimini: mi piaceva proprio la banalità della violenza scaturita da parole buttate nella scoietà virtuale. Ma riconosco che questo capitolo era piuttosto scontato, mi serviva per introdurre finalmente il colpevole e preparare l’incontro. Ho in mente una “sorpresa” per il finale che spero di riuscire a rendere e che vi piaccia. Non resta più che scriverlo 🙂
      Ciao e grazie

  • Ciao!
    Ho letto questi 9 capitoli in 5 minuti scarsi, mi sono piaciuti molto!
    Mi piace che riesci a creare un mix perfetto tra l’horror e anche altri generi come quello rosa riguardo le relazioni sentimentali di Dario.
    Le scene sono macabre ma non troppo e questa cosa l’apprezzo. Ho scelto come opzione quella della minaccia perché sono curiosa di capire Medeis dove si spingerà.
    Aspetto con ansia l’ultimo capitolo!
    Baci.

    • Accipicchia, ma leggi velocissimo! 😉
      Grazie, sono contenta che ti sia piaciuto, la storia non mi è riuscita come avrei voluto, mi sono resa conto che come l’avevo in testa non poteva entrare negli spazi e modi del sito e ho dovuto riorganizzarmi cercando di fare al meglio possibile. Se si legge comunque con piacere è una soddisfazione per me.
      Cercherò di non tardare troppo con il finale

    • Ciao Namor,
      credo che il tuo voto non sia stato preso in conto: le percentuali non si sono mosse, ma tanto non avrebbe stravolto l’opzione maggioritaria. Con grande fatica, sono arrivata a chiudere anche il nono. Non resta più che il finale.
      Grazie di essere passato da qui

    • Ero sicura che avresti scelto l’opzione procrastinatrice 🙂
      L’invio del messaggio ti è sfuggito perché non lo sai fino a che non riceve la risposta. Il capitolo comincia con lui che si sveglia dopo essere crollato sul pc cercando conferme ai suoi sospetti e notizie di Medeis; non trovandone gli manda un messaggio, senza forse credere davvero di ricevere una riposta. Ha quasi rimosso la cosa, ci ripensa solo nel momento in cui riceve la risposta. Mi sembrava filare bene, ora mi mettete il dubbio.
      Ciao e salutami Cavani 😉

  • Insomma, pare che sia l’unico che chiamerebbe la polizia.
    Ciao, befana.
    Uhm, il messaggio inviato a Medeis (Medeis.. Medeis… il mio complottismo a senso unico lavora su questo nome) mi ha lasciato un po’ perplesso, perché viene fuori solo dopo che Dario riceve la risposta e non abbiamo ancora idea a cosa stia rispondendo. È una cosa voluta per mantenere ambiguo quel “sapevo che avresti capito”?
    Attendo molto curioso gli ultimi capitoli.

    Ciao, a presto

    • Anche a me sembra logico chiamarla, anche se ai miei fini non aiuta, ma ho lasciato scegliere i lettori.
      Il tuo complottismo ha ragione: il nome l’ho cercato per il suo significato, ma non credo che apporterebbe spiegazioni al tutto.
      Il messaggio l’ho messo alla fine per avere la reazione alla risposta come chiusa. Però non era una vera sorpresa: era l’opzione vincente dell’ultimo capitolo! 🙂
      In realtà il messaggio di Dario l’avevo immaginato banale, ma forse hai ragione, nel prossimo dovrei palesarlo insieme alla risposta. “Sapevo che avresti capito” è volutamente ambiguo: può essere “avresti capito che sono stato io”, “avresti capito la mia missione”, “mi avresti riconosciuto”…
      Ti confesso che la mia decisione in proposito non è ancora definitiva. Sono un po’ curiosa anche io, anche sul fatto se riuscirò a finire questa storia
      Ciao, Jaw

  • Io chiamerei la polizia fiera delle prove trovate ma da come ha reagito lui con il caffè mi sembra incazzato e dico quindi che impulsivamente risponderà. Mi è piaciuto il particolare quotidiano sulla pasta. Anche se per un secondo ho visto Favino nella pubblicità della Barilla che chiede alla figlia com’è la cottura :D. Perdonami. Bello, comunque.

    • Ahahaha, quella pubblkicità passa anche qui, con il bravò con l’accento finale! Ma non ce l’avevo in mente, cercavo di rendere il suo tentativo di soffocare i sospetti aggrappandosi disperatamente alla vita normale.
      Non sapevo decidermi per la reazione che doveva avere: mi affido al vostro giudizio
      Ciao

  • Ciao B,
    la cosa più ovvia sarebbe chiamare la polizia e rimettere tutto nelle mani sapienti degli investigatori, ma è più intrigante lasciare che sia Medeis a ricontattarlo, magari arrabbiandosi anche per la mancata risposta. Sono davvero curiosa di sapere chi è il pazzo che sta dietro le morti violente.
    Hai mai visto “Big Little Lies”? Non c’entra niente con la tua storia, ma la descrizione che fai del marito mi ha ricordato l’attore che ha interpretato il marito di Nicole Kidman nella serie.
    Le tue trame solide sono ormai una certezza, i tuoi racconti sono ben scritti e popolati da personaggi credibili a cui dai personalità con pochi tratti decisi. Gli ambienti sono verosimili e non cadi mai nel banale, che altro dire? brava B!
    Alla prossima!

    • Ciao K,
      credo che rileggerò il tuo commento di tanto in tanto, per tirarmi un po’ su nei momenti di insicurezza grave: questo capitolo ha rischiato di non vedere mai la luce. Sono stata parecchio bloccata e tentata dal darci a mucchio, sono incasinatissima per gestire la fase finale. Ho deciso di provare a finire lo stesso solo perché sono cocciuta e lasciare un racconto incompiuto mi da l’orticaria. 🙂
      Mi sono resa conto a metà che tutte le cose che avevo in mente, l’evolversi di mistero, sospetti, paura, non trovavano spazio nei dieci capitoli, qui; ora faccio una gran fatica a trovare come finire senza fare un denso riassunto né un scialbo finale che chiude tutto senza spiegare niente. Ho un po’ di idee, vediamo se riesco a farci qualcosa.
      No, no ho visto la serie di cui parli, malgrado sia una grande consumatrice del genere, magari prima o poi la recupero!

    • Se vuoi dire che in questo capitolo non succede gran che, ti do ragione, ma mi sembrava strano passare direttamente a un “duello” lungo tre capitoli, mi sembrava più normale che lui oscillasse ancora tra dubbi e scetticismo.
      Non so se è più arrabbiato o impaurito, un buon mix: la vita gli si è complicata un bel po’
      Prima era “avventura”, non giallo, perché ero un po’ indecisa in partenza; giallo non lo è: manca l’inchiesta, l’impilarsi di indizi e sospetti. Non ho avuto lo spazio per tutti i crismi horror, forse era più giusto thriller, ma il sito non lo contempla! 🙂
      Ciao

  • Ok sono un’immatura e ho pensato “visto che Befana non mi ha letto, non la leggo nemmeno io”,ma ho resistito poco; questa storia mi ha presa troppo 😀 sei sicura di volerci fare un horror e non un giallo? Perchè fino ad ora data la verosimiglianza degli avvenimenti potrebbe benissimo essere un racconto giallo; probabilmente creerebbe addirittura più inquietudine come quando prima di un film splatter leggi la frase “basato su fatti realmente accaduti”.
    Mi è piaciuta la parte dove Dario si ritrova a dirsi una frase, per niente speciale, e pensa subito a condividerla con tutti sui social, quasi potesse diventare un aforismatico (si dice aforismatico?); ultimamente ce ne sono molti che girano sul web. Per di più la sua dipendenza dai social che ogni tanto per qualche millesimo di secondo lo stacca dalla realtà la trovo molto molto verosimile.
    Mi piace, sul serio.

    Secondo me tipico leone da tastiera che si nasconde dietro ad uno schermo, come ha dimostrato spesso di essere, dovrebbe farsi prendere dal panico e non fare nulla, sperando che Medeis se ne vada da solo, come quando blocchi qualcuno su facebook e ti da la sensazione che quella persona non esista più, nel mondo. Bella, al prossimo capitolo!

    • Ahaha, in realtà il tuo capitolo l’ho letto ieri ma non sapevo cosa votare e non ho avuto il tempo di commentare. Ci ripasserò per farlo (lo avrei fatto in ogni caso, non perché mi hai sgridato,eh? ?).
      Sul genere non so risponderti: è complicato e siamo obbligati a dagliene uno. Giallo non credo lo sia, non ne rispetta le forme: non c’è l’inchiesta, non ci sono gli indizi disseminati per permettere di identificare l’assassino… forse più un thriller, un’atmosfera di angoscia e paura diffuse. Non importa, cercherò di finirlo in modo decente, è quello che mi preoccupa, perché mi ci sto un po’ incartando, con questo raconto. ?
      Ciao, Flow, a presto

  • Rieccomi, befana. Ho votato che lo contatta e che risponde.
    Mi rendo conto di essere vecchio quando leggendo qualcosa di meno “soft” del solito mi impressiono a pensare a squartamenti e sangue e supplizi… Mi dirai: “E quando lo scrivi tu non ti impressioni?”.
    In realtà, non tanto, e questo, in fin dei conti, mi fa capire che se reagisco così empaticamente è perché la tua scrittura mi ha permesso di avvicinarmi a Chiara, di sentirla vera e umana e quindi di patire per lei.
    Insomma, brava!
    Ciao, ottimi giorni a te!

  • Socrate, la disse Socrate! “Più conosco le persone più amo il mio cane “:D
    Cmq questo capitolo mi ha fatto pensare che eliminarmi da fb è stata una gran scelta, ero davvero stanca di leggere commenti molto simili a quelli che scrivi nel racconto; ho preferito stendermi due fette di salame negli occhi e fingere non esista sul serio gente che possa pensare che qualcuno meriti certe cose, specialmente le donne colpevoli di essere donne.
    Bla bla bla.
    Riceverà una risposta 🙂

    • Credo che Socrate disse “più apprezzo gli animali”, la variante del cane è attribuita a Madame de Sevigny… non so se si nota 😉 ho fatto un po’ di ricerche, ma la varietà di attribuzioni e fonti per queste citazioni è tale che ho preferito restare vaga 🙂
      Sui social si leggono gli stessi orrori che si sono sempre sentiti nei bar di paese o sui tram, solo che con i social la platea di chi deve subire certe perle è molto più vasta.
      le opzioni pareggiano, spero in un altro voto per far pendere la bilancia, ancora.
      Grazie, Flow, a presto

  • Ciao B,
    non trova notizie ma lo contatta e riceve risposta.
    Inizi a farmi paura! Chi sarà questo Medeis, o questa? Il fatto che la vittima non sia stata stuprata, così almeno mi è parso di capire, potrebbe lasciare spazio anche a questa ipotesi.
    Ma chi lo sa, riesci sempre a tenere il filo della storia senza inciampi rivelatori, quindi non mi resta che aspettare per sapere come andrà a finire.
    Alla prossima!

    • Se ci sia stata violenza carnale non si sa: il cadavere è stato straziato, quello credo lo potrebbe dire solo l’autopsia e non è immediata. Se Dario ha ragione e il colpevole è il suo follower il movente è una sorta di « punizione morale », il castigo carnale non è detto ne faccia parte. Oddio, mi sto incartando in dettagli orrendi, basta.
      Forse se non inciampo è perché la parte del racconto che avevo chiara ormai l’ho scritta: il finale è le spiegazioni sono ancora abbastanza vaghe nella mia mente, devo cercare di dargli sviluppo coerente ?
      A presto

    • Anche scrivendolo ero un po’ a disagio: la cosa del marito violento mi serviva per giustificare che la polizia partisse su altre piste « sicure », e per spiegare gli atteggiamenti alterni di Chiara. Però i femminicidi o come li si voglia chiamare sono un soggetto così importante e presente che mi infastidiva usarli per i fini di un racconto di puro divertissement. È per quello che poi anche se mi dicevo che i titoli di giornale non osavano abbastanza pur avendo scritto che non si facevano scrupoli con i dettagli più ignobili, non sono riuscita a farli più morbosi e trash. Non me la sentivo.
      Ora vorrei andare verso il racconto di paura classico, vedremo.
      Grazie ?

    • In qualche modo finirò. In effetti, mi sono resa conto che la storia come l’avevo in testa nella struttura dei dieci capitoli di qui non ci entrava, ho scremato, piallato, tolto, sperando restasse interessante lo stesso. Non so ancora come ma finirà nei capitoli che restano, non mi piacciono i racconti parte uno parte due. In ogni caso non da scrivere ?
      Ciao e grazie

  • Ciao Befana. Ti faccio i miei complimenti per la storia e per il protagonista (odioso) che hai creato. Ti seguo con piacere perché sono davvero curioso di sapere come andrà a finire. Ho votato per Dario che indaga da solo perché mi sembra la scelta più coerente con la sua personalità. Un saluto e a presto 🙂

  • Opto anch’io per l’ipotesi che Dario indaghi da solo, ma in realtà non ce lo vedo e non pensavo che tu volessi dare questo tipo di curvatura alla trama del racconto. Scrivi bene e, se volevi scrivere qualcosa di veramente fastidioso – protagonista con i suoi pensieri e situazione generale – ci sei riuscita.

    • Non sono sicura che parliamo della stessa curvatura ma l’idea di base è sempre stata thriller-horror, sono rimasta vaga con il genere perché non sapevo quanto riuscissi ad andare nell’horror entro lo spazio di questi capitoli. Perché non ce lo vedi a cercare informazioni da solo? Non sembra uno che ha molta fiducia negli altri.
      La sgradevolezza è voluta: ci si può identificare o almeno provare empatia per uno così poco empatico? Scrivendo mi ci immedesimo, ma leggendo? Forse la storia che avevo in mente non si può costruire nella scatola di TI, ma non so neanche se saprei scriverla in una struttura più vasta.
      È un tentativo, vedo se riuscirò a svilupparlo e chiuderlo con un finale.

  • Non dice nulla a Rizzi e comincia a indagare da solo.
    Ciao B,
    Dario è il classico galletto a cui non piace sentirsi dire di no, e non trova altro modo per sfogarsi che guardare un porno e raccontare quanto avvenuto sui social, per trovare conforto in chi la pensa come lui, in chi gli darà appoggio. Hai reso bene l’idea, tanto che mi è proprio stato sulle balle, il caro Dario. Questo significa dare spessore al personaggio, far sì che susciti sentimenti nel lettore, tu hai questa capacità, brava B.
    Alla prossima!

    • Mi è spuntato il tuo commento mentre rispondevo a Tinarica, magia della censura di TI ?
      Ho pensato Dario come uno di quelli entrati nella vita con grande autostima e aspettative (buoni a scuola, popolari, corteggiati, successi nello sport) e che alla maturità si rendono conto di non aver avuto la vita cui ambivano e si sfogano facendo il donnaiolo, lo spiritoso, il galletto, poi ora coi social la platea è gigantesca. Purtroppo nello spazio qui tutto ciò mi è rimasto fuori, ed è rimasta soprattutto la parte son ganzo e le donne cadono ai miei piedi.
      A sua discolpa, poi si pente delle sparate contro di lei, ma ha già sparlato.
      Poveretto, spero non me ne voglia, ma mi piaceva l’idea di un protagonista sgradevole ma che comunque è la vittima e l’eroe della vicenda. Il lato sgradevole sembra riuscito ?
      Grazie, K, sei sempre molto buona

  • Ciao B,
    Bel capitolo! Un po’ rabbioso; per un attimo ho pensato fosse scritto sul serio da un uomo ‘in lite’ con le donne. C’è da dire che sei entrata bene nella visione di Dario, o meglio, di qualunque uomo respinto dopo mezz’ora di strisciamenti; effettivamente a volte noi donne sappiamo proprio dar fastidio. Molto veritiere anche le frasi malvagie rivolte a lei sul social; quante volte se ne son sentite di queste cattiverie gratuite spacciate per giusti punti di vista. Secondo me nel prossimo episodio Dario dovrebbe confessare tutto per aiutare l’ispettore a trovare il colpevole, ma forse la lucidità mancante del momento potrebbe portarlo a farsi prendere per un sospettato 🙂 al prossimo capitolo! E se vuoi passa da me, seppur solo per darmi qualche parere onesto, critica costruttiva o qualche consiglio su come migliorare. Ciao!

  • Rieccomi, befana. Ho votato per la paura.
    E infine è comparso anche il lato umano dell’influencer: un tenerone col proprio figliolo e con una solida morale da esibire sui social. Per fortuna in quest’ultimo capitolo è tornato il marpione che mi ero immaginato. Insomma, anche queste apparenti contraddizioni gli danno spessore, lo rendono verosimile. A essere onesto trovato un solo punto poco verosimile, e cioè lo scambio in cui i piccioncini commentano la prestanza fisica di lui, mi è parso un po’ forzato. Però, lo sai, è solo una mia impressione.
    Ciao, ti auguro un’ottima settimana

    • Dici che son contraddizioni? Io di grossi stronzi con solidi valori condivisibili ne conosco più d’uno ?
      Sullo scambio di battute che citi non lo vedevo forzato: lo sborone chiama il,complimento e lei glielo concede. Mi sembrava più forzata la cena e la seduzione, ma lo spazio è quello che è e ho accelerato le tappe. Tanto sappiamo più o meno tutti come funzionano certe cose, i lettori useranno l’immaginazione ?

  • Ciao Befana,arrisentirci!
    Mi son letta i capitoli d’un fiato appena aperti gli occhi stamattina,perché il tuo modo scorrevole di scrivere (adoro l’aggiunta di alcuni dettagli semplici ma d’effetto che metti) e il racconto in sé, molto piacevole hanno reso la lettura facile e veloce.
    Dario è un bel personaggio, quello che io considero un uomo al 100%; fissato con le donne, un po’ menefreghista e anche un po’ montato, nel suo mondo dove lui è una star!:) voto la paura per il prossimo episodio: di cosa potrebbe aver paura un tizio così? Della vecchiaia che avanza? Di perdere il lavoro o i figli? Dell’amore ossessivo di questa bella Chiara o al contrario del suo amore non ricambiato? Vedremo:)

    • Pensavo a una paura un po’ più concreta di così, la storia tendenzialmente vorrebbe spingersi in direzione horror. Non so se Dario sia uomo a 100%, di sicuro ha una bella percentuale di stronzaggine 😉 e ha tutte le caratteristiche che gli hai attribuito. Però non è cattivo. Forse.
      Ciao, Flow, prima o poi riprendo anche il filo del tuo racconto, sono un po’ incasinata anche a seguire i miei, in questo periodo 🙂

  • Un bellissimo racconto, mi sono letta in un fiato tutti e 5 i capitoli. Commento a distanza di qualche tempo perch la conessione dalle mie parti fa arrabbiare. Spero di leggerti presto!!
    Se ti va passa a dare un’occhiata al mio racconto, l’ho ripreso dopo parecchio tempo 🙂

  • Ciao B,
    i dialoghi ti riescono proprio bene, filano lisci e danno proprio l’idea di poter essere “ascoltati”.
    Il caro Dario avrà di che temere nel prossimo episodio, ma non so se sarà la cara vicina a procurargliela, la paura.
    Devo confessarti che non mi sono fatta troppe domande su come l’eroe abbia raggiunto il piano superiore, mio fratello lo faceva da un finestra all’altra, senza scala telescopica, quando era ragazzo… 😉
    Alla prossima!

    • Dici? È stato parecchio sofferto questo capitolo, nei dialoghi e non solo, le scene “romantiche” mi sono sempre ostiche. Più lo rileggevo e ritoccavo più mi sembrava artificioso, l’ho pubblicato per non pensarci più. Sulla scaletta tra i balconi non mi sono posta dubbi, nel quartiere in cui sono cresciuta le chiavi scordate erano abbastanza frequenti, si scalava dai balconi a piani più bassi ma credo che anche al terzo sia fattibile. Pericoloso, ma fattibile 😉
      Ciao e grazie.
      P.S. non ho mai detto da dove e da chi verranno paura orrore eccetera 🙂

  • Te la sei cavata egregiamente con questo capitolo. Il nostro Dario riesce a sembrare anche una brava persona, quando vuole 😛
    Scherzi a parte, il senso di colpa in lui non ce lo vedo proprio, quindi o Paura od Orrore. Forse Orrore è un po’ troppo, quindi opto per una meno terrificante (si fa per dire) Paura. Con la P maiuscola, sì.

    Ciao 🙂

    • Non intendevo quello: non soffre di vertigini normalmente, ma a quell’altezza un po’ di strizza gli viene. Ma per cuccare, questo e altro (si dirà ancora cuccare? non credo).
      Dario è un po’ sborone, ma con scaramanzia intendevo “non si sa mai che uno si rompa o sia difettoso”, non che presuma di snocciolare 3 performance di seguito 😆
      Sapevo che tu avresti scelto l’orrore 🙂

    • Ma la tua idea sarà simile ai dubbi di Fue God?
      Pensavo che il capitolo, costretto dall’opzione “concentrato solo su Chiara”, risultasse troppo piatto e insipido nella storia, se ha suscitato congetture almeno a qualcosa è servito 🙂
      La paura vince, a quanto pare

  • Quale demone porte tutti gli autori che seguo a pubblicare nuovi capitoli a poche ore gli uni dagli altri?
    Non vedo l’ora di vedere Dario in difficoltà. Speravo già nella scala…
    Keziarichizzandomi mi sono chiesto: al piano superiore ma in un’altra verticale? qual era l’angolazione della scala, in funzione della distanza tra i due balconi e ipotizzando un dislivello di circa tre metri?
    Al prossimo giro Paura, grazie.

    • Se cadeva dalla scala il racconto era finito al 5 capitolo. Poi dici a me che gli voglio male?
      Normalmente d’ora in poi non avrà più dubbi, solo decisioni da prendere.
      Tu scherzi, ma in realtà avevo pensato di precisare che i due appartamenti erano in diagonale: scaletta obliqua e prodezza da acrobata, poi non sapevo come farlo brevemente e mi sono detta chi se ne frega. Ognuno può immaginare l’impresa come vuole. Ho evitato l’arrampicata sulla grondaia, mi sembrava eccessiva 😉

      Tornando all’antipatia, ho cercato di non strafare, gli ho dato anche lati “buoni” (e poi ci sono donne a cui i tipi “non devo chiedere mai” piacciono). In realtà mi interessava il protagonista “antipatico” perché è troppo facile immedesimarsi sempre con l’eroe buono generoso e simpatico. Se uno è stronzo, merita che gli succedano cose brutte? Si può simpatizzare con uno stronzo, in certi casi? Non so se riuscirò a elaborare e risolvere la cosa, ma l’intenzione c’è.

      Ciao, signor Napo

  • Eccomi, in ritardo ma ci sono. Seguirò anche questo racconto, lo spunto è buono e la scrittura anche, come sempre. Stai però attenta perché la personalità dell’autrice è come al solito invasiva e più che evidente. Credo che tu sappia cosa intendo. Quindi voto per informare la Polizia, che è ciò che farebbe Marezia ma che mai Befana sceglierebbe per non castrare la storia du Dario.

    • Napo, i tuoi messaggi “in codice” mi risultano sempre di sibillina comprensione. Vuoi dire che la mia antipatia per il personaggio è evidente? O che lo faccio agire come agirei io?
      In ogni caso, anche se avesse dovuto chiamare la polizia (al momento pare proprio escluso), lo avrebbe fatto in puro stile Dario: “non è colpa mia”. (Pensavo alla telefonata anonima)
      Non pensavo che l’opzione “fica e basta” avrebbe vinto: sono spiazzata e devo ancora ben trovare come organizzare il capitolo, colpa mia, mi lascio sempre sopraffare da opzioni che ho dato io.
      🙂

  • Ciao B. Perdonami!
    Ero convinta di aver cliccato su SEGUI LA STORIA, ma, evidentemente, non l’ho fatto.
    Molto intrigante questa storia. Interessante e originale l’idea del maniaco che mette in pratica i suggerimenti letti sui social. Una sorta di stalker/ ammiratore, immagino. Sono curiosa di sapere come prosegue, so che non mancherà la suspance e che saprai condurre il racconto alla grande.
    Alla prossima!

    • Figurati! Io faccio segui-storia su pochissimi racconti (per lo più se mi pare abbiano bisogno di punti) perché questo account è legato alla mia mail principale e mi ritroverei con troppi messaggi dal sito. Così a volte mi scappa qualcosa e recupero tutto quando passo.
      Ho un’idea abbastanza precisa sulla linea della storia, ho però paura che male si adatti allo spazio e ala forma dei 10 capitoli (anche per questo sono lunghissima tra un capitolo e l’altro), vedremo cosa ne verrà fuori. Ma grazie della fiducia 🙂

  • Visto quanto, penserà alla vicina e poi anche a Medeis, se avrà il tempo 😉

    Una cosa simpatica di ‘sto tizio è questa: “Amava quei week-end. Non ne aveva mai saltato uno. Non voleva essere uno di quegli stronzi che, fallita la relazione di coppia, dimissionano da padri”. Anche se è un st… di solito, mi piace il fatto che continui ad essere un padre 🙂

    Ciao 🙂

    • Sì, non voglio caricaturarlo troppo, è stronzo ma uno che si preoccupa dei figli, degli animali, del rispetto degli altri (almeno secondo la sua interpretazione). Che benefici possano avere i figli da un modello di padre come quello è un’altra questione da dibattere 😉
      Ciao e grazie

    • Hai ragione, mi sono espressa male. Quello che non ho messo nella domanda per problemi di spazio, e speravo fosse implicito, è che di sicuro aiuta Chiara, il punto era se nel capitolo ci concentriamo solo su quello o pensa anche a Medeis e in che modo lo fa.
      Su chi da sempre ragione sono d’accordo con te, e io aggiungerei anche di chi sorride sempre e ancor di più di chi è amico di tutti. Quelli sono i più falsi! 🙂
      Ciao, T.

  • buongiorno Befana,
    Secondo me c’era troppa ansia per scrivere questo capitolo, non sei stata incisiva come nei precedenti, lo sento un po troppo affrettato, quasi buttato li.
    Sarà una mia impressione, direi comunque di rimetterci il pepe che c’era prima.
    ciao, a presto (non mi deludere)
    pienne

    • Fretta di sicuro non ce n’era, direi che questo è il capitolo per cui ho usato più tempo tanto nella riflessione che nella stesura e soprattutto per lasciarlo “decantare” e rileggere a freddo. Io lo trovo nel solco degli altri e rispecchia quello che avevo in mente. Il che non vieta assolutamente che a te non sia piaciuto, ci sta, ma è solo colpa mia non della fretta! 😉
      Sul non deludere non saprei, faccio sempre quel che posso. Ciao

  • ciao BP, ho optato per la scelta al momento più votata. Non può ancora crederci davvero, probabilmente si tratta di una mera coincidenza, poi non ricorda nemmeno la discussione nel forum…
    Racconto ben scritto, personaggio antipatico/odioso, ma non del tutto, in particolare quando comincia a sentirsi sorpassato dai più giovani.

  • Ho votato “Lo ignora, è tutta suggestione, ma qualcosa viene a risvegliare il dubbio ancora un po’ di più”. Complimenti, Befana, la tua storia mi appassiona molto e mi inquieta per certi versi. Mi piace per il linguaggio che usi, perfettamente adeguato al personaggio “scomodo” che hai creato. Una curiosità: perché genere “avventura?” A me pare quasi un giallo con delle vaghe tinte horror (spero sia un articolo di fantasia quello della scuoiata, ma non ci giurerei…). Al prossimo.

    • Hai ragione Tinarica: in realtà “avventura” sta per “genere indefinito” ma il sito obbliga a scegliere un genere. Ci sono due spiegazioni, che forse è poi solo una: l’idea di base è abbastanza indecisa tra un horror e un thriller. Non so se per l’idea che ho in testa lo spazio qui sia sufficiente per farne un vero horror in crescendo. E dipenderà anche dalle scelte di chi legge. L’altro lato del problema è che l’ultimo racconto che ho postato qui era un noir ma, non essendoci quell’opzione di genere, l’ho etichettato giallo e, giustamente, mi è stato fatto notare che non ne rispettava i crismi. Per quello stavolta sono rimasta generica. Poi, se diventa horror davvero, magari, chiederò allo staff di cambiare il simboletto. 🙂
      L’opzione che hai scelto è quella che mi ispira di più, ma vedremo. E sì, l’articolo l’ho inventato, non si ispira a nessun fatto reale, ma hai ragione: non si sa mai.
      Ciao e grazie mille

      • Grazie per la risposta alla mia curiosità. Anche io faccio fatica a decidere il genere adeguato. In realtà perché nelle mie storie, fuori di qui, non so né amo essere così netta ma piuttosto mischiare i generi. Non penso a livello promozionale sia una mossa astuta cioè rischio di sembrare “nè carne né pesce”, mentre io so bene dove andare a parare. E mi sembra pure tu, rinnovo i complimenti per lo stile e l’interesse per la tematica affrontata qui. Buona giornata.

  • Rieccomi, befana. Ho votato per l’approfondimento. Un emerito str0nz0 nel pieno della crisi di mezza età, insomma. Una combinazione decisamente sgradevole. Sai qual è il vero problema? Di barbettine hipster comincio a notarne troppo, intorno alla scrivania 😀
    Mi sono fatto un’idea sul prosieguo, ma riflettendoci è la stessa idea che avevo per “Il delitto del bosco alto”, dubito che sia quella giusta, ma mi piacerebbe un sacco se lo fosse.
    Ciao, ti auguro una settimana da urlo, ma in senso buono 😀

    • Stai dicendo che il colpevole è il barista? 😆
      Dario è sgradevole e in guerra contro chissà chi, forse contro il tempo che passa e la propria incapacità ad essere all’altezza della propria autostima. Al momento sono le sole cose di cui sono certa in questa storia: volevo un protagonista incagabile ma innocente e delle vittime sgradevoli ma pur sempre vittime. Voglio dire, gli scuoiatori di animali per farne moda sono simpatici a pochi, ma nessuno (spero) pensa che meritino di essere scuoiati. Ecco mi piaceva questa cosa del bene/male mescolati. Non so se mi sono spiegata, non so nemmeno s emi sono capita 😉
      Un universo di bene, Erri, eh, sì, le barbe da moda hipster sono come… i jeans con i buchi alle ginocchia

  • In questo capitolo il nostro eroe sembra un po’ più simpatico, forse perché ha mostrato un apparente lato animalista? Forse perché odia gli hipster e gli open space? O forse è empatia per la sua situazione lavorativa? Magari è solo apprezzamento per i gusti carnivori sanguinolenti.
    Facciamo che qualcos’altro risveglia il dubbio così mettiamo altra carne al fuoco. La mia è solo una suggestione (nel senso di suggerimento 🙂 )

    • Più simpatico non direi, tra gli apprezzamenti sulla segretaria e la convinzione che la sua capa effettui le scelte professionali in base ai dettami dei suoi appetiti. Forse un po’ più sfaccettato, con insicurezze e ferite che lo fanno più umano?
      Se la mettiamo troppo sul fuoco la carne non è più al sangue, hihihi.
      Hai visto che sullo splatter un po’ ci sto arrivando?
      Ciao, Fue
      P.S. Ho bevuto la mia prima IPA. Piaciuta molto. Così, volevo dirtelo 🙂

    • Non so tu, ma a me servirebbero un sacco di prove inconfutabili per farmi credere che qualcuno ammazza le persone che mi sono sgradite. Credo che pure vedendolo ancora farei fatica a convincermi.
      Sono contenta che ti sia piaciuto anche se “ho apprezzato la scena del manichino” un po’ mi preoccupa: quali hobby più “estremi” ci nascondi, oltre a quello della scrittura?! 😉
      Ciao, Massimo, alla prossima

    • Ma figurati, Ercole, leggi quando ti va, io non sono puntuale né a scrivere né a leggere.
      Tanto ci siamo “parlati” lo stesso (gli sdoppiamenti di personalità sono all’ordine del giorno qui, sono sempre io anche quella delle sedute spiritiche all’ikea).
      Anche a me piaceva la scelta dei figli per vederlo con persone che ama, invece mi toccano i colleghi. E ti confesso che mi stanno complicano non poco la vita, ma li ho messi in ballo io, ora pedalo! 😉
      A presto

  • Voglio assolutamente vederlo con i figli, ha un cinismo disarmante e mi ha infastidito non poco e non poche volte in questi due episodi, per altro scritti egregiamente ma questa non è una sorpresa. Non so se fosse il tuo intento ma sei riuscita a caratterizzare Dario molto bene come un insopportabile narcisista. Che un haters lo emuli o prenda in parola? Che sia lui l’haters bipolare? mah, comunque mi piace.
    Seguo eccetera.

    • Hater? Fan psicopatico? Sdoppiamento della personalità? Entità soprannaturale? Erano gli interrogativi da cui è più o meno partita l’idea, non ti dico per quale risposta mi sono decisa (ammesso che lo sia). 🙂
      Ciao Ale, piacere di ritrovarti, l’opzione figli sarebbe piaciuta anche a me per cercare di trovargli uno spigolino tenero, invece pare che si vada di colleghi. Ho un sacco di idee e di spunti, e un po’ mi sto chiedendo se in 10 capitoli possano starci in modo dignitoso. Non resta che provarci.
      Alla prossima

  • Rieccomi, befana. Ho votato in settimana con i colleghi perché mi hanno colpito le osservazioni sull’abbigliamento del poliziotto… Evidentemente il tuo protagonista è più a suo agio con gente “di un certo livello”. Se il tuo intento è farmi odiare Dario, direi che sei sulla buona strada 😀
    È bello leggerti.
    Ciao, ti auguro una Pasqua laica e cioccolatosa e una Pasquetta arrostita dal sole che emerge da nuvole fitte di fumo di barbecue 😀

    • Ciao Erri,
      a parte il barbecue direi che il mio weekend pasquale ha rispettato i tuoi auguri.
      Sì, per una volta ho scelto un protagonista che non ispiri né simpatia né tenerezza. Anche se le opzioni per frane uscire un lato buono ve le ho proposte, con la mamma e con i figli, ma mi avete scelto i colleghi, quindi direi che la sua stronzaggine la volete proprio!
      Per la storia, spero di svilupparla come vorrei, anche se ho già diversi dubbi a proposito 😉
      Ciao, moccioso, a presto

  • A pranzo dai genitori.
    Devo dire che mi sta un poco sugli zebedei questo Dario. Vanitoso, bullo e anche indifferente verso la sofferenza altrui. Per sua fortuna, ha trovato un ispettore calmo e pacato, col mio carattere l’avrei preso per la maglietta e l’avrei sbattuto per bene!
    Ottimo, avanti così e buona Pasqua.

    • Se un ispettore dovesse scaldarsi ogni volta che gli capita di parlare con un tizio arrogante o sgradevole, mi sa che finirebbe spesso in rissa.
      Ammetto che Dario non piace neanche a me, ma, normalmente, non è lui il cattivo della storia. O sì?
      Ciao, Anonimus, grazie del commento

  • Ciao Befana. Complimenti, il racconto mi prende e anche grazie alla scrittura scorrevole e al personaggio piacevolmente detestabile che hai creato e gestito bene anche nel modo di parlare e agire. Fa anche riflettere sulla responsabilità che si ha scrivendo sui social (specie se x lavoro come me). A presto.

    • No dai,
      non mi permetterei mai di filosofeggiare sul potere dei social. Mi piaceva l’idea di un tizio certo stronzo e egoista, ma come ce ne sono tanti, che ama sparare sentenze, soprattutto ora che è così facile renderle pubbliche. Ma che rifiuta anche solo di porsi la domanda se le sue parole possano avere degli effetti, delle conseguenze.
      Un “io non c’entro” come tanti.
      Sono contenta che ti piaccia, sto cercando di lavorarci seriamente.
      Ciao

  • Voto per i colleghi :fonte inesauribile per i suoi tweet, oppure di spunti per la vicenda del veleno… Chissà.
    Interessante questo risvolto della storia e molto plausibile visto il periodaccio in cui viviamo. Nella sinossi avevi accennato ma sono stato piacevolmente sorpreso dalla situazione: sono curioso di scoprire fino a che punto nuoceranno i tweet del protagonista.
    Brava

    • Ciao, Ilaria,
      mi era sfuggito il tuo commento.
      Ma come eros? Non c’è nemmeno una mezza scena spinta! Non basta un protagonista un po’ maiale per entrare in quel genere 😉
      Non so se avventura sia il genere adatto, ma non ne trovavo uno migliore, vedremo la direzione che prenderà. Intanto, se ti va, qui c’è il secondo capitolo.

  • Ciao B,
    bentornata!
    Ottimo incipit, non avevo alcun dubbio. Molto interessante l’esordio del nostro caro Dario, non vedo l’ora che arrivino gli strali, sperando che qualcuno colpisca anche lui!
    Sono curiosa di vedere come andrà avanti il racconto, trattandosi di avventura, non so immagino proprio che piega potrebbe prendere… Quello che so di certo è che sarà un bel racconto.
    Alla prossima!

    • Ti confesso che l’idea (e la voglia) di partenza è a tendenza horror, ma un po’ perché di horror sul sito ce ne sono tanti ,al momento, e pure buoni, un po’ perché non ho le idee chiarissime, un po’ perché con il giallo non giallo mi sono fatta bacchettare, ho deciso di restare vaga per cominciare. Vedremo insieme in che senso evolvere.
      Qualcuno (non farò nomi) mi ha suggerito uno “splatter psicologico”. Se capissi cos’è, potrei intraprenderne la via 😆
      Ciao e grazie come sempre

  • Ah bene, eccoti qui.
    Un argomento attuale quello di questo incipit. Certo, il social network a cui ti riferisci da quello che mi pare di capire è in leggera discesa rispetto a quello con le immagini filtrate e colorate 😀 Sono sicuro che il nostro Dario abbia un folto seguito anche da quelle parti… anche perché vuoi mettere come gli strali riescano a colpire meglio il faccione in primo piano di qualcuno rispetto alle sentenze da 280 caratteri 😉
    Ho votato per una telefonata di Laura, magari in lacrime perché…

    • Ma poverina, perché vuoi farla piangere.
      Quanto alla dimestichezza con i “social”, credo tu abbia capito la mia imbranataggine da vecchia babbiona. Se parli di FB, Dario mi pare tropo snob, uno che si sente superiore. Se invece parli di IG, forse hai ragione ma non so manco come funziona. Lo immagino grande adepto di tutti i siti in cui si può recensire e dare voti a qualsivoglia attività e persona e di vari social. Twitter ha il vantaggio di facilitare “l’incognito” degli utilizzatori, cosa che (spero) mi sarà alquanto utile.
      Ciao, Fue, a presto

    • Pensa che avevo tutto pronto e ho detto “oddio e il titolo”?, perché il file sul mio pc ha il nome provvisorio di “odio virale”, che fa piuttosto schifo, diciamolo.
      Influenza non mi convinceva troppo ma non ho trovato meglio, se dici che è buono, mi dai coraggio.
      Grazie, a presto

      • 😀 ah no, io mi riferivo a “La scopata del venerdì sera”, al capitolo che mi è apparso come notifica. Mi ha colpito questo in realtà 🙂 Ma direi che “influenza” ci sta meglio dell’altro che avevi pensato: fa riferimento agli attualissimi influencer ma dà anche una connotazione negativa da “malattia” quindi penso sia azzeccato per come penso sia il racconto. Vai tranquilla ;)!

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