La principessa più brutta del reame

Quanto è brutto essere brutte!

C’era una volta una bellissima principessa di nome Violetta che si credeva brutta. La fama della sua bellezza era conosciuta in tutto il Regno di Ciliegio. Le ragazze si truccavano la pelle per averla perfetta come la sua. Tutte le donne acconciavano i capelli nello stesso modo in cui appariva la principessa durante le cerimonie ufficiali. I poeti scrivevano canzoni sul suo fascino leggendario- la famiglia reale non mancava occasione di mostrarla al popolo di Ciliegio, quasi come un gioiello prezioso.

In verità la principessa Violetta era anche molto buona e intelligente, l’unico suo difetto era essere un po’ cocciuta. All’età di 5 anni, una strega invidiosa le aveva scagliato contro una maledizione. La principessa Violetta non avrebbe mai potuto avere consapevolezza delle sue qualità.

Fino a quando era rimasta piccolina, non le era importato. Si era guardata allo specchio, aveva visto il suo riflesso e non le era piaciuto. Si era trovata brutta. Tuttavia per giocare la bellezza non era molto utile, quindi non le era importato più di tanto.

Quando era cresciuta però erano iniziati i problemi: il primo ragazzino che le era piaciuto, l’aveva rifiutata perché era troppo bella. Violetta aveva pianto e aveva capito che anche quel ragazzino, come tutti gli altri la stava prendendo in giro. Le aveva detto che era troppo bella, quando lei sapeva benissimo di essere un mostro. La principessa cominciò a truccarsi ma era allergica a tutti i trucchi, quindi dovette smettere.

Cominciò a mettere cappelli vistosi o veli colorati, per nascondere il volto, ma in estate c’era troppo caldo e in inverno era scomodo girare per palazzo con tutti quegli ornamenti.

Violetta ormai piangeva sempre di nascosto. La sua famiglia cerca di consolarla e ricordarle che era bella, ma Violetta si sentiva sempre più presa in giro. Ecco perché una notte decise di uscire di nascosto dal palazzo reale, attraversò tutte le viuzze della città per arrivare di fronte a una casa in mattoni color rosso.

C’era una porta sul retro, bisognava scendere le scale e poi si accedeva alla casa della fata turchina. Violetta aveva letto su uno dei libri della madre, che la fata regalava filtri e pozioni magiche a coloro che veramente ne avrebbero avuto bisogno.

Giunta di fronte alla porta sul retro, Violetta si fermò e respirò. Avrebbe chiesto una faccia nuova nuova, bellissima e dolce. Bussò due volte e nessuno rispose. Alla terza la porta si aprì, ma non c’era nessuno dall’altra parte. Percorse le scalette illuminate, e arrivò in una stanzina ricoperta di tende e tappeti intarsiati d’oro. Un fumo profumato aleggiava nella stanzina e al centro c’era un tavolo ricoperto di fogli bianchi. Dietro la scrivania c’era una bambina graziosa che colorava. Quando Violetta apparse nella stanza la bambina alzò gli occhi contenta.

-Ti stavo aspettando Violetta!- scattò in piedi. Saltò sulla sedia e poi sul tavolo. Sembrava veramente contenta.

-Sono venuta per chiederti aiuto. Voglio una faccia nuova e bella. Solo così potrò essere felice- disse Violetta.

-So bene cosa vuoi. Io conosco una pozione che potrebbe aiutarti. Purtroppo però non ho gli ingredienti, quindi mi darai una mano a cercarli?- chiese la bambina.

Violetta annuì contenta e allo stesso tempo un po’ preoccupata: non era sicura che la fata turchina avesse assunto le sembianze di una bambina.

-ma tu sei la fata turchina, che esaudisce i desideri di tutti coloro che hanno bisogno?- chiese Violetta che non si fidava. Le avevano sempre insegnato a non fidarsi dei più piccoli, ma solo dei più grandi.

-certo che sono la fata turchina! Tutti prima o poi nella vita vengono alla ricerca di me. Quindi Violetta verrai con me?- chiese la bambina mantenendo il sorriso.

-Certamente Fata!- rispose la principessa.

-Bene, allora possiamo partire!- la bambina estrasse dalla tasca una ampolla con un liquido verde. La scagliò per terra e tutto attorno a loro si fece oscuro. Ma prima che sparisse la luce, alla principessa Violetta cadde lo sguardo su uno dei disegni della bambina. C’erano solo teschi.

Dove compariranno le nostre protagoniste?

  • su una piccola barca (40%)
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  • in un rifugio in montagna (60%)
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  • in un bosco incantato (0%)
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24 Commenti

  • Eccomi qui. Ho apprezzato che hai risposto al mio messaggio comunicandomi il nuovo capitolo. Da ora seguo la storia. Il mio commento a brucia pelo era dovuto al fatto che mi piacciono molto le favole e mi dispiace che sia un genere che su TI non riesce a decollare, il motivo sarà che scriverle non è tanto semplice come potrebbe sembrare.
    Ho riletto tutti i capitoli e devo dire che questo è il più bello. Mi sono piaciute le descrizioni e trovo l’idea della cavalletta molto originale. Intuisco una morale molto profonda.
    Se riesci a giostrare bene tutti i capitoli, secondo me, uscirà fuori qualcosa di interessante

  • Una sfida di bellezza! È la cosa che mi sembra più indicata 🙂

    Come al solito troppo tempo e non mi ricordo quasi niente, tranne il fatto che la principessa si crede brutta mentre è bella.

    È probabile che tu scriverai dopo, ma io intanto informo che Domenica parto e quindi ci rileggiamo al mio ritorno. Buone Vacanze 🙂

    Ciao 🙂
    PS: e non mollare!

    • Ciao 🙂 ti ringrazio per commentare ogni volta nonostante siano passate ere geologiche tra un capitolo e l’altro! In estate sono un po’ più libera, ma ero a corto di idee per andare avanti. Poi alla fine ho deciso che in qualche modo non potevo lasciare così, mi sono obbligata a mettermi davanti al computer e questo è quello che è venuto fuori. Ti ringrazio veramente tanto per il tuo supporto 🙂
      Buone vacanze 😀

    • Ciao 🙂 in realtà Violetta rappresenta un po’ noi donne, e non solo il fatto che non ci piacciamo esteticamente, ma il fatto che non ci apprezziamo, per il solo fatto di essere noi. Potremmo essere le più belle del mondo, ma non lo vediamo. O meglio, chi ha poca autostima non lo vede. Il viaggio di Violetta, molto banalmente, vuole essere un viaggio alla scoperta di noi stessi, un viaggio che ognuno di noi deve fare. Grazie per aver commentato 🙂

      Elena

  • Sarebbe stato meglio fare prima riscaldamento e poi una corsetta, ma dopo le tue descrizioni, mi sa che Violetta si avvolgerà nel tappeto 😛

    MODALITÀ MAESTRINA ON
    Acqua si scrive sia con la C che la Q
    MODALITÀ MAESTRINA OFF
    Ci sono diversi refusi: una rilettura avrebbe giovato.
    E poi, come ho detto a molti altri, troppo tempo! Uno non si ricorda un tubo di quello che succede!

    A parte questo, il capitolo mi è piaciuto 🙂

    Ciao 🙂

    • ciao Red 🙂 lo sooo! ma purtroppo sono sempre di corsa e mi piange il cuore mollare le cose lì, quindi appena ho un buco di tempo aggiorno ( e come vedi) non riesco a ricontrollare! preferisco mettere su il testo con qualche errore, piuttosto che aspettare altri giorni in cui avrò tempo per mettermi lì a guardare! D: hai perfettamente ragione! anzi ti ringrazio perchè nonostante tutto continui a commentare! Grazie di cuore!

      Elena

  • È sempre bello tornare bambini e leggere una Fiaba ma la cosa più difficile penso sia scriverla perché dovrebbe essere destinata ad un pubblico infantile e tu ci riesci alla grande 🙂
    Non so perché ma ho percepito un significato molto più profondo e realista in questo inizio racconto che va aldilà della semplice fiaba , critica contro la società moderna ? Contro chi cerca di essere uguali agli altri per essere accettati ? (O forse sono solo dei film mentali che sto.facendo io ?
    Mi piace il personaggio di Violetta !
    Sappi che è la prima Fiaba che seguo da quando sono su the incipit quindi mi aspetto grandi cose!
    A presto!
    -B

    • Ciao Baudolino 🙂
      innanzitutto ti ringrazio per il bellissimo commento e per la fiducia riposta in me! Sono veramente contenta tu abbia capito 😉 mi spiego meglio: vorrei che come tutte le fiabe, anche questa avesse una doppia lettura, non solo quindi la storiella di Violetta, ma soprattutto qualcosa in cui ognuno di noi si possa riconoscere. In particolare, più che una critica alla società, la storia di Violetta la ho pensata, come una analisi interiore di me stessa/ognuno di noi, in particolare con l’accettazione di se, di quello che siamo, che non passa per la conferma degli altri, ma passa solo tramite la conoscenza piena di noi stessi e l’amore, il perdono di noi stessi. Ti faccio una sfida allora 😉 chi è la fata turchina? Al prossimo capitolo 🙂

      Elena

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