L’uomo che gli rubavano le idee

Dove eravamo rimasti?

Cosa farà Santoro? Torna in ufficio di gran carriera per parlare con il vecchio. (67%)

Intoppi

“Adesso il vecchio mi sente,” disse Santoro, dopo essere rimasto sotto il sole una buona mezz’ora a grattarsi la testa.

Ignorando la moltitudine di scolapasta, che – considerando la temperatura – avrebbe anche potuto sciogliersi entro breve in un magma plastico, si ricacciò in macchina e con una retromarcia sportiva che mancò di millimetri il cartello di curva pericolosa alla sua destra, incassò il pedale dell’acceleratore sul fondo dell’auto e riprese la strada per il commissariato.

Aveva percorso pochi chilometri quando un’antipatica paletta attaccata a un uniforme rosso e nero fermò la sua corsa. Il piede che fino a un attimo prima era stato sull’acceleratore si avventò sul freno e la macchina si fermò con uno stridore tale che il carabiniere vicino a quello con la paletta si mise le mani sulle orecchie. La polvere alzata nella frenata fece diventare le uniformi davanti a lui di un grigio topo, davvero poco lusinghiero.

“Abbiamo fretta?” disse il carabiniere con la paletta, abbassandosi al finestrino per guardarlo in faccia. Un po’ di polvere si era depositata sulle sopracciglia dandogli l’aria da mastro Geppetto.

“Sto tornando in commissariato per interrogare un sospettato,” grugnì Santoro, che non aveva neanche spento la macchina.

I due carabinieri si guardarono con cenno d’intesa. Quello con la paletta, che sembrava essere il capo alluingò gli occhi dentro tutto l’abitacolo. La macchina di Santoro non era certo pulita, ma non aveva nulla di sospetto.

“Scenda dalla macchina ed esibisca patente e libretto.”

Santoro aprì la bocca. Non conosceva i due che l’avevano fermato, ma che questi fingessero di non conoscere lui era un affronto.

“Lei non sa chi sono io?” chiese con incredulità.

“Sicuramente non il papa,” rispose il secondo carabiniere, che era rimasto più defilato. Quello con la paletta scoppiò a ridere. Santoro sentì la rabbia montargli dallo stomaco e gonfiargli il petto come un gallo cedrone.

“Sono il Commissario Santoro, comandante della stazione di polizia.”

“Bene, in questo caso, scenda dalla macchina ed esibisca patente e libretto.”

Il carabiniere si mise a passeggiare in tondo, appresso alla macchina, picchiettando la paletta nel palmo della mano. L’altro rimase fermo a osservare la scena. Quando il primo ebbe completato il giro si portò vicino a Santoro e tese la mano per ricevere i documenti. L’altro gli stava alle spalle come una civetta.

 “Lo sa che la sua patente sta per scadere?”

“Non ne ero a conoscenza, ma la ringrazio di avermelo fatto notare.”

“La prego di evitare il sarcasmo. Guardi che noi carabinieri non siamo stupidi come vogliono far credere le barzellette.”

“Certamente,” rispose Santoro. “Siete pure peggio,” continuò a bassa voce.

“Come ha detto?” chiese la civetta, strillando nelle orecchie del collega che fece un salto all’indietro e finì per pestargli il piede.

“Brutto affare il dileggio,” disse Santoro. “Che aveva capito?”

I due non lo stavano più nemmeno a sentire. Quello con la paletta stava cercando di recuperare la dignità, mentre l’altro si teneva la scarpa pestata in mano saltellando come un canguro.

“Caputo, ma che ti è preso?” piagnucolò.

“Che t’è preso a te! Che ti salata in mente di urlarmi nelle orecchie!” ribatté Caputo piccato.

“Caputo? Lei è parente di un certo Ferdinando?” domandò Santoro, interessato.

I due carabinieri dimenticarono la disputa.

“Lo zio Fernando. Lo conosce?” chiese quello con la paletta, improvvisamente cordiale.

Santoro piegò la testa, facendo un cenno ambiguo che poteva significare tutto e il suo contrario.

“Ma perché non l’ha detto subito. Lo zio Fernando è un personaggio!”

“Già. E sembra abbia un’ossessione per lo scolapasta!” osservò Santoro.

“Certo. L’ha inventato lui!”

“Appunto!”

Caputo gli ridiede i documenti con una pacca sulla spalla.

“Vada, vada, commissario! Non la voglio trattenere. E mi saluti lo zio, quando lo vede.”

“Stavo appunto andando da lui!” disse Santoro entrando in macchina e partendo a razzo.

I due rimasero a guardarlo. Caputo lo salutò addirittura con la mano.

“Ma non aveva detto che stava andando in commissariato a interrogare un sospettato?” disse il secondo carabiniere.

“Zitto, e stai attento a dove metti i piedi!”

*

Santoro entrò di fretta in commissariato. Quei due imbecilli gli avevano fatto fare tardi e il vecchio era sparito. Erano passate le cinque quindi di Uncino, non c’era più nemmeno l’odore. Avrebbe dovuto aspettare l’indomani per avere notizie sul suo interrogatorio. E intanto aveva ancora la casa sommersa dagli scolapasta.

Si lasciò cadere sulla poltrona sconsolato. Ma se il vecchio aveva un nipote nei carabinieri, anche se non sveglio del tutto, perché era venuto proprio da lui?

La prossima mossa

  • Santoro fa una scoperta in mezzo agli scolapasta. (33%)
    33
  • Santoro inizia a far indagini sul vecchio (0%)
    0
  • Santoro soi fa riferire l'interrogatorio da Unicino (67%)
    67
Loading ... Loading ...
Categorie

Lascia un commento

34 Commenti

  • Ciao Aiels,
    molto divertente questo capitolo, peccato che il tempo trascorso dall’ultima pubblicazione mi abbia lasciato un po’ indietro con la storia… sono felice che tu abbia comunque ripreso ora, piuttosto che fra anni.
    Ora aspetto di leggere il finale e ti auguro una buona giornata.
    Alla prossima!
    p.s. dalla Pamela

    • Ti ringrazio per il commento. Me la sono presa comoda per vari motivi, lavoro, altri libri da pubblicare e soprattutto l’aver perso un pò il polso della storia, che nella mia testa era partita con il botto e poi sulla carta si è rivelata un cerino (ihihi). Siccome detesto lasciare le cose a metà sono tornata e conto di finire, spero non con tempi biblici.
      Intanto grazie. Ci risentiamo per il finale se vuoi! 🙂

  • Questo sito usa i cookies per migliorare l'esperienza utente. Cliccando su Accetto acconsenti all'utilizzo di cookie tecnici e obbligatori e all'invio di statistiche anonime sull'uso del sito maggiori informazioni

    Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

    Chiudi