Il Serial Killer del giglio

La chiesa

Le luci dei lampeggianti illuminavano quasi a giorno la St Peter’s Italian Catholic Church di Los Angeles nonostante fossero quasi le tre del mattino.
La perenne penombra di quel luogo di culto, a quell’ora della notte, era generalmente rischiarata solo dalle candele che illuminavano le statue dei santi alle pareti, candele che proiettavano al contempo lunghe ombre sui banchi della chiesa.
Le nicchie, tre per lato, erano separate da due sottili colonne. Ogni nicchia, al suo interno, custodiva un santo che come sfondo aveva delle bellissime vetrate policrome legate a piombo.
Di giorno quel luogo assumeva colori caldi e vivaci. Ora, invece, le luci fredde dei lampeggianti della polizia rischiaravano a intermittenza la navata centrale e non facevano che accentuare il pallore della piccola creatura senza senza vita ai piedi dell’altare.
Su un giaciglio di gigli bianchi, circondato dal nastro giallo della polizia, il piccolo Billy Meyers sembrava che dormisse. Silenzioso. Innocente nei suoi sette anni, Billy non aveva un capello fuori posto. Persino i vestiti, gli stessi che aveva il giorno della sua scomparsa, avvenuta tre giorni prima, erano immacolati. Sembrava che fossero stati lavati. Chiunque lo avesse posato ai piedi di quell’altare, si era premurato di dargli un aspetto più che dignitoso.
Ma Billy non si sarebbe più svegliato da quel sonno profondo.
Gli uomini della scientifica erano intenti a fare i loro rilevamenti, sommessamente, quasi non volessero infrangere il religioso silenzio tipico di quel luogo. Un agente prendeva la deposizione di uno sconvolto padre Rudolph, pastore della
St Peter’s. Era stato lui a trovare, quasi per caso, il corpicino di Billy. Padre Rudolph soffriva d’insonnia e aveva deciso che, non potendo dar sollievo al suo corpo con il sonno, avrebbe dato sollievo alla sua anima con la preghiera. Una volta arrivato in chiesa, si era trovato davanti quello spettacolo orribile ai piedi dell’altare da cui era solito svolgere le sue messe.

Sembrava che dormisse il piccolo Billy.

Nessun capello fuori posto. Solo un particolare stonava con quell’immagine di innocenza. Sul collo del bambino era stato praticato un foro profondo che, con precisione chirurgica, aveva reciso la vena giugulare da cui il sangue era sgorgato via, e la vita con esso.

Altri due uomini fecero il loro ingresso in chiesa, uno giovane, alto e ben vestito, l’altro più anziano, aveva un aspetto sporco e trasandato. Percorsero a passo veloce la navata centrale della chiesa e le loro lunghe ombre divorarono quelle proiettate dai santi alle pareti. Due agenti tentarono di fermarli, ma l’uomo più anziano si divincolò con rabbia, e spintonandoli con decisione, si diresse all’altare. Delle spiegazioni si sarebbe dovuto occupare il suo partner.

Sembrava che dormisse il piccolo Billy Meyers, innocente e tranquillo…

A quella vista, la rabbia dell’uomo si spense e venne sostituita da una profonda tristezza. Cadde sulle ginocchia, sconfitto da quella visione.

Con un filo di voce, parlando più a se stesso che a chiunque altro potesse udirlo, l’uomo in ginocchio mormorò:

  • Non ho fatto in tempo… Ancora una volta non ho fatto in tempo…

L’uomo ben vestito, che nel frattempo lo aveva raggiunto, non disse niente. Si limitò a posargli una mano sulla spalla per provare a dare un po’ di conforto ad un anima che ormai da tempo immemore non trovava pace.

Da dove iniziano le indagini?

  • Luogo della scomparsa della vittima. (0%)
    0
  • Casa della vittima. (50%)
    50
  • Stazione di polizia. (50%)
    50
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13 Commenti

  • Mi è piaciuto questo secondo capitolo e credo che sarà una storia interessante.
    Sono indeciso sulla scelta dell’opzione, perchè è vero che le percentuali sono importanti per il proseguo della storia ma ognuno di noi ha comunque una propria idea di partenza.
    Le tre domande che ci hai posto proiettano altrettanti percorsi intriganti, mi incuriosisce il cammino che odora di limone.
    Alla prossima.

  • Ciao King! Intanto ti pareggio le opzioni, almeno per ora, votando odore di limone: è quella che mi suscita più curiosità.
    Condivido più il commento di danny che quello di kezia: primo episodio per me migliore del secondo, le descrizioni degli ambienti suggestive, ti fanno sembrare di essere lì, i dialoghi invece poco credibili. La mia impressione è che siano influenzati dai dialoghi dei polizieschi in tv, mentre dovresti far parlare i personaggi come senti parlare la gente nella realtà.
    Spero di aver detto qualcosa di utile, buona domenica e alla prossima 🙂

    • Ciao Kivar! Prima di tutto ti ringrazio per essere passato a dare uno sguardo! Secondo sono contento che tu abbia scelto “odore di limone”, forse era la scelta più particolare! Purtroppo come già detto in precedenza i dialoghi non sono il mio forte e risultano un po’ troppo costruiti, anche a causa del poco tempo a disposizione in realtà. Ma posso sempre migliorare no? Le descrizioni non mi vengono malaccio (in questo caso anche complice il fatto che la Chiesa in questione esiste davvero). Spero di fare meglio nei prossimi capitoli! Grazie ancora! ?

  • Ciao King, e benvenuto/a. Questi primi due capitoli mi hanno incuriosito. Ci sono tutti i presupposti per un bel thriller alla Jo Nesbo. Scusami se mi permetto di darti qualche consiglio: fai attenzione alle ripetizioni (“Mi sento uno schifo. Meglio iniziare subito con questo schifo”) e alla punteggiatura, punti, trattini e quant’altro. I dialoghi non mi hanno entusiasmato (strano l’utilizzo dei punti per indicarli), ottime descrizioni invece. Ti seguo con piacere e ti faccio i miei complimenti per questo incipit 🙂
    Ah, quasi dimenticavo. Ho votato per qualcosa che stona con il resto della stanza 😉
    Ti auguro un buon fine settimana

    • Ciao Danny! Prima di tutto grazie per aver letto e per i consigli! Onestamente non so perché abbia messo quei punti nei dialoghi, probabilmente ho selezionato qualcosa e non mi sono reso conto! Per i dialoghi beh, lo ammetto sono il mio punto debole! Assieme a punti e trattini! Le descrizioni in genere mi vengono lunghe, stavolta sono riuscito a trattenermi! Buon fine settimana anche a te! ?

  • Ciao King,
    scusa se abbrevio, ma per quanto bello, il tuo nick è un po’ lunghino 🙂
    Bene, un episodio senza troppi fronzoli che arriva al dunque e dipinge un quadro chiaro della situazione. Hai fatto un buon lavoro.
    Direi che Dick ha notato una strana foto, da lì si può partire per le indagini, che purtroppo non porteranno a nulla di buono.
    Alla prossima!

  • Incipit interessante, la storia che hai deciso di scrivere la seguirò sicuramente e credo che ritornare sul luogo della scomparsa della vittima possa essere utile per ripercorrere le indagini già eseguite, sono curioso di conoscere colui o colei che seguirà questo difficile caso.
    Al prossimo capitolo, dunque, e buon lavoro!

    • Ciao Alexander! Grazie per aver letto il mio incipit! Spero di fare di meglio nel prossimo capitolo e di fare qualche scelta migliore rispetto a questo appena pubblicato! Mi sono appena reso conto di aver fatto un errore nel mettere le risposte alla domanda! Le idee sono tante e la confusione pure!? Al prossimo capitolo!

  • Ciao KingEyeCrow,
    benvenuta/o. Un incipit interessante. Ti vorrei dare un consiglio, se posso, ed è un consiglio dato a Stephen King da uno degli editori a cui mandava i suoi primi lavori: taglia! taglia almeno il 10% di quello che viene fuori dalla prima stesura. E te lo dice una a cui le descrizioni e gli aggettivi piacciono parecchio, ci sono parole “di troppo” che non servono a dare corpo alla storia, ma la appesantiscono.
    Perdonami se mi sono permessa 🙂
    Non fraintendermi, mi è piaciuto il tuo esordio, solo mi permetto di farti le stesse osservazioni che fanno a me, osservazioni che ascolto perché penso possano aiutarmi a migliorare.
    Alla prossima!

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