La Carpa d’Oro
Vincent procedeva lentamente, con occhi spenti e sguardo basso, per rifuggire dalla pietosa atmosfera di caos e disperazione che aleggiava tra gli sporchi vicoli e i cadenti edifici della città ormai in rovina. Era stanco e percepiva l’urgente bisogno di una dose fresca. Erano già trascorsi sei giorni dall’ultima visita all’artificiale mondo onirico con le sue premurose cure. Ombre, proiettate da grigi palazzi, oscuravano i duri volti di uomini e donne che, lungo la strada, rivolgevano al vento inutili lamenti. Vincent li ignorava, proseguendo a piccoli passi.
All’improvviso i suoi piedi pesanti urtarono contro qualcosa che bloccava il cammino. Era un corpo: pallido e immobile; il corpo privo di vita di una bambina di otto, massimo nove anni. Lunghe trecce castane si riversavano molli lungo il viso gentile, segnato troppo presto dalla sofferenza. La bocca, semichiusa, appariva secca. Gli occhi azzurrognoli fissavano inermi l’oscurità del cielo. Vincent si fermò ad osservarla, dispiaciuto, ma non riuscì a versare nemmeno una lacrima. Si inginocchiò e le socchiuse dolcemente le palpebre, così che i suoi occhi potessero finalmente trovare pace. La piccola indossava un bracciale di perle bianche. Vincent lo sfilò delicatamente dal polso e lo mise nella tasca dei suoi pantaloni.
“Un’ottima merce di scambio per Yume” pensò. “E’ giunto il momento per una dose di qualità, altro che la solita merda”. Faticosamente Vincent si rialzò e si rimise in cammino, speranzoso. Nessuno sembrava badare a lui o alla bambina. Era diretto alla Carpa d’Oro, l’unico negozio affidabile di sogni artificiali della città.
Lungo il confine tra il quartiere degradato e quello benestante si ergeva la Carpa d’Oro. Yume, il mercante onirico che la presiedeva, aveva scelto quella collocazione per consentire tanto ai ricchi quanto ai poveri di usufruire delle sue mercanzie, mosso non solo da uno spirito tendenzialmente amorevole verso il prossimo, ma anche dalla volontà di ampliare la propria clientela e, di conseguenza, i propri introiti. A differenza degli altri mercanti, Yume offriva infatti sia esperienze oniriche particolarmente elaborate e adattive sia sogni più grezzi ed elementari, barattati o venduti a poco prezzo.
Lo stile del negozio si rifaceva a quello delle tradizionali abitazioni del Giappone, terra natale di Yume, creando un inaspettato contrasto con il grigiore cupo degli edifici circostanti. Lungo le pareti di legno bruno si aprivano piccole finestre, incorniciate da solidi rami di bambù. Sulla facciata principale era stata ricavata, in bassorilievo, una carpa, abbellita da decorazioni in oro. Lanterne, sostenute da semplici travi, emanavano una fievole luce rossastra, che richiamava il colore delle foglie degli aceri che, tutti intorno alla Carpa d’Oro, sembravano avvolgerla in un caldo abbraccio. L’aria profumava di incenso e di pace.
Vincent scostò delicatamente la porta scorrevole del negozio e vi entrò. Si levò le scarpe e le ripose nella scarpiera in legno vicino all’ingresso. Poi si diresse verso la stanza principale. Ogni volta che visitava quel luogo ne rimaneva affascinato. Si fermò a contemplare i lunghi scaffali su cui erano ordinatamente disposti gli ambiti prodotti onirici: si presentavano alla vista come semplici cuffie, composte da numerosi elettrodi da applicare sul capo. Ognuna era collegata a un sofisticato computer, poco più grande di un pugno, in grado di attivare specifici segnali nervosi, generando all’interno del sogno immagini mentali che spaziavano da scenari armoniosi ma poco interattivi a vere e proprie avventure virtuali complesse ed articolate. Per ogni dose onirica era riprodotta a schermo una breve presentazione video di ciò che la stessa avrebbe potuto offrire.
“Buonasera.” La voce di Yume era carica di dolcezza.
“Buonasera” rispose Vincent voltandosi verso l’anziano signore, il cui volto, segnato da rughe espressive e da una lunga barba bianca, effondeva tranquillità.
“Desideri il solito Vincent?”
“Sì … no, cioè desidero qualcosa ma non il solito.”
Yume lo fissò curioso.
“Vedi Yume ho trovato qualcosa.”
“Qualcosa?” domandò il vecchio.
Vincent estrasse dalla tasca il bracciale della bambina. “Penso che questo valga un ottimo sogno. Sono sicuro che qualche ricca signora del quartiere benestante voglia abbellire il suo stupido polso con qualche stupido gioiello.” A pochi passi, una donna di bell’aspetto, con lunghi capelli neri, un vestito leopardato e una collana d’oro al collo, si voltò verso Vincent, rivolgendogli un sorriso beffardo. Yume scrutò attentamente il bracciale.
“Mi dispiace caro, ma questo bracciale non vale nulla. È di plastica.”
“Come? Non è possibile! Quindi cosa puoi darmi?”
“Nulla, a meno che tu non abbia altro da offrirmi Vincent.”
“Ti prego!”
“Mi dispiace Vincent. Anche io ho i miei affari da mantenere. Non posso.”
“Cazzo Yume mi serve una dose! Una sola!”
Yume rimase in silenzio.
“Vaffanculo stronzo!”
La donna con il pregiato abito leopardato continuava a fissarlo, sorridendo beffardamente.
Come reagisce Vincent al rifiuto di Yume?
- Si ritira sconsolato per strada a chiedere aiuto (0%)
- Pensa a un posto alternativo dove potersi procurare un sogno (100%)
- Prova a rubare un sogno dalla Carpa d'Oro (0%)

14/11/2018 at 23:30
Ciao Encio,
complimenti per il tuo racconto,ben riuscito, che ho seguito con passione fin dal primo capitolo.
Va bene così, finale aperto, non si sa cosa succederà, ma sappiamo che almeno Vincent e Grace hanno trovato l’uno nell’altra un po’ della loro amata Evelyne, quindi è già qualcosa di buono per loro, per un nuovo inizio. A Frank ci penserà il karma, si spera 🙂
A presto, spero di leggere ancora qualcosa di tuo!
16/11/2018 at 17:22
Ciao Flow,
grazie di tutto 🙂
Sono felice che il racconto ti sia piaciuto e che tu abbia avuto voglia di accompagnarmi fino alla fine. Non so cosa aspetterà a Vincent e Grace, ma sono sicuro che potranno trovare un po’ di pace.
A presto, buona giornata!
14/11/2018 at 10:55
Ciao Encio. Arrivo un po’ in ritardo. Finale buono che mi soddisfa solo a metà. Apprezzo il tentativo di riannodare tutti i fili, ma, ecco, forse mi sarei aspettato qualcosina in più. Non è una vera e propria critica, se le aspettative erano alte è proprio perché il lavoro che hai fatto è più che buono. Ho letto, da qualche parte nei commenti, che vuoi dedicarti un po’ alla lettura prima di riprovarci, è una scelta saggia che non può farti che bene, anche perché theoncipit ruba molto tempo pure a quello.
Recentemente ho scovato una bancarella che vende libri di fantascienza a prezzi stracciatissimi: ho comprato libri di Dick, Asimov, Whyndam, Matheson, Leiber, Breckett, Farmer e Ballard. Ballard non l’avevo mai letto e, devo dire, è stata un’autentica scoperta (ho appena finito di leggere La.zona del disastro, una raccolta di racconti brevi, te la consiglio).
Come ti consiglio di provare anche la strada del concorso letterario: c’è n’è uno piuttosto buono per racconti di fantascienza con scadenza il 15.12 prossimo.
Concorso letterario Riscontri. Cercalo e dai un occhio al bando.
16/11/2018 at 17:18
Ciao Lou,
innanzitutto grazie per i tanti consigli che hai saputo offrirmi nel corso di questi dieci episodi. Li ho apprezzati e credo che mi abbiano aiutato a migliorare, almeno un po’ 🙂
Mi dispiace di non aver soddisfatto appieno le tue aspettative, però meglio averle soddisfatte a metà che non averle soddisfatte affatto 😉 … in futuro spero di potermi rifare e migliorare ancora. Per il momento appunto mi concedo una bella pausa e cerco di ritagliarmi un po’ di tempo per continuare a leggere i racconti di the incipit e procedere nelle mie (lente) letture di altri romanzi.
Di fantascienza ho letto in passato e apprezzato moltissimo i lavori di Dick; ora ho appena finito “Guida galattica per autostoppisti”, un fantascientifico sicuramente umoristico, ma ricco di spunti interessanti. Vedrò di recuperare anche gli altri racconti da te suggeriti.
Grazie ancora, buona giornata!
14/11/2018 at 02:18
Encio
Eccoci alla fine. La tua storia mi mancherà ma sono contenta che sia finita in maniera positiva.
Tutti si meritano una chance, soprattutto dopo quello che è successo a Evelyn.
Un modo per ricominciare è cominciare da zero. Dopotutto l’unione fa la forza, no?
Ciao Encio spero di leggere altre tue storie ?
Ilaria
16/11/2018 at 17:10
Ciao Ilaria,
grazie di aver avuto voglia di accompagnare me e Vincent in questa avventura 🙂
Appena riesco recupero il primo capitolo del tuo nuovo racconto.
Buona giornata!
12/11/2018 at 19:24
I miei complimenti Encio!
Un finale che ho atteso con ansia, spesso venivo qui a controllare se mi fossi per caso persa la pubblicazione del capitolo.
Hai parlato di una storia di dipendenza, e io mi sono ritrovata quasi dipendente dal tuo racconto, scritto con tanta naturalezza e completezza.
Un finale che lascia libero il pensiero, una possibilità che potrà essere sfruttata o abbandonata.
Grazie per la bella storia!
12/11/2018 at 22:29
Ciao Feather,
grazie a te per avermi voluto accompagnare nell’avventura. Sono felice che la storia ti abbia coinvolto e appassionato. Chiedo perdono se il finale si è fatto attendere così tanto, ma in sti giorni fantasia e tempo scarseggiavano.
Grazie ancora, buona serata!
12/11/2018 at 17:54
Ciao encio. Che dire, è un ottima chiusura. Sei cresciuto tantissimo in questo tempo, si vede che c’è stata un’evoluzione nel tuo stile di scrittura. Partendo da un inizio un po’ caotico sei riuscito a riannodare la matassa nel poco spazio a tua disposizione. Mi piace il fatto che si è passati dal cyberpunk nudo e crudo a qualcosa di più intimo e sentimentale. Non è detto che poi tu non possa continuare la storia. E’ stato bello avventurarsi in questo mondo “onirico”. Alla prossima encio.
12/11/2018 at 22:25
Ciao Yaniv,
grazie per le belle parole. Sono felice di essere migliorato grazie ai vostri consigli e di essere riuscito a proporvi una storia piacevole. La mia idea era proprio quella di muovermi in una dimensione cyberpunk, in cui ci fosse spazio però anche per i sentimenti e le storie più intime dei personaggi: mi fa piacere che tu abbia apprezzato questo aspetto 🙂
Ci rivediamo all’Istituto, buona serata!
11/11/2018 at 21:53
Un finale di speranza, insomma: il sacrificio di Evelyne potrà servire a salvare le vite perdute della sua partner e di suo fratello. Un po’ di ottimismo in questi futuri ciberpunk non guasta 😀
Ciao, encio, perdona il ritardo, sono stati giorni complicati.
Tempo fa ti scrissi che cominciavo ad avere una mia teoria. Be’, ora posso dirti che era abbastanza sbagliata 😀
Diciamo che immaginavo che Vincent avrebbe incontrato il “fantasma” di Evelyne in un sogno. Ecco, in parte scrivi qualcosa di simile, nella misura in cui Grace scopre cose le hanno fatto dal sogno che lei ha usato, ma io lo immaginavo un po’ diverso 😀
Te la sei cavata molto bene in questi dieci capitoli, anche se ti confesso che l’impressione è che tu abbia dovuto rivedere i progetti iniziali, in parte perché ti sei accorto in corsa dei pochi caratteri a disposizione, in parte perché noi siamo intervenuti dando suggerimenti o facendo scelte che ti hanno costretto a qualche modifica. Se è così, non preoccuparti, penso succeda a tutti, al primo racconto, o almeno, a me è successo 😀
Apprezzo moltissimo che tu abbia riannodato tutti i fili, tutti i passaggi che potevano generare “aporie” (scusa, scusa, mia figlia sta studiando filosofia e ha pronunciato con nonchalance questa parolona!): perché Grace conosce il nome di Evelyne, perché sa come è morta nonostante non ci fosse, eccetera; a mio parere è importantissimo rispettare questa coerenza, prevedere i dubbi razionali di chi legge e in qualche modo dar loro risposta.
In definitiva, bravo, è stato piacevole leggerti e spero che vorrai rimanere da queste parti e metterti ancora alla prova.
Ciao, a presto
12/11/2018 at 22:20
Ciao Jaw,
intanto ti devo ringraziare per tutti i consigli che hai saputo darmi nel corso di questi dieci capitoli: sono stati per me un’ottima fonte di aiuto e miglioramento. Detto ciò, ti ringrazio molto anche per i complimenti, sicuramente graditi 🙂
Se devo essere sincero, all’inizio un progetto non esisteva neppure; nel senso che ho buttato giù i primi capitoli senza la più pallida idea di che strada far prendere al racconto, poi via via ho cercato di incanalarlo verso una direzione più precisa, rimanendo di fondo però molto flessibile, nel rispetto delle vostre votazioni.
Sono felice che tu abbia notato i miei sforzi nel riannodare tutti i fili. Più che altro, sono il primo a rimanere perplesso quando in una storia dei dettagli rimangono fuori posto e viene da domandarsi “ma allora come è possibile che …?”, perciò ho cercato di fornire un quadro il più completo e coerente, per quanto mi fosse possibile.
Mi piacerebbe molto mettermi ancora alla prova, come dicevo però più sotto, penso che per un po’ mi dedicherò solo alla lettura, dato che fantasia e tempo scarseggiano.
Grazie ancora, buona serata!
11/11/2018 at 11:02
Buongiorno Encio
Finale coerente.
Vero anche che nella vita reale non tutti hanno e/o sanno cogliere una seconda possibilità.
a rileggerti
12/11/2018 at 22:00
Ciao Louise,
grazie per essere passata anche per il finale.
Buona serata!
11/11/2018 at 10:00
Ciao Encio,
finale degno di un bel racconto. Ne ho letto metà ieri, in pausa caffè, e metà stamane, mentre mi preparo la colazione e non ho dimenticato una virgola, di solito devo rileggere; ciò significa che lo hai scritto in maniera semplice ma incisiva. Mi è piaciuto molto questo racconto, le riflessioni, oltre agli ambienti e ai personaggi. Il finale resta aperto e potrebbe dare seguito au una nuova storia, magari con Vincent nei panni di un vendicatore o di un salvatore… chissà.
Qualsiasi cosa deciderai, sero di ritrovarti presto con un nuovo racconto.
Ti auguro una buonissima domenica e ti saluto.
Alla prossima!
12/11/2018 at 21:58
Ciao Allegra,
a te devo un grazie speciale, perchè sei stata la mia prima lettrice qui sul sito e mi hai accompagnato fino alla fine di questa avventura. Le tue parole mi fanno molto piacere e sono felice di essere riuscito a coinvolgerti in questo mondo, sì futuristico, ma anche crudo e attuale.
Come dicevo ad alexander, non credo che questa storia avrà un seguito. Da amante dei finali aperti, penso che questa possa essere una buona chiusura.
Ci vediamo da kiezarica 😉
Buona serata!