La neve si scioglie

Dove eravamo rimasti?

Di che si leggerà nel secondo episodio? Il passato buio e segreto di Roman (80%)

Un incidente

Roman osserva l’ultimo lembo di sole liquefarsi contro le montagne-coltello. La pietra rossastra s’infuoca di tramonto e pare la lama di una baionetta imbevuta di sangue.        
Tutt’attorno a lui ci son uomini che bevono rakija, ballano e cantano al suono di una fisarmonica. Lo fanno in onore di Slavko, dicono. Roman invece s’è convinto che festeggino perché hanno paura; grazie a Dio è toccato a lui e non a me. Lui però proprio non capisce: perché desiderare di campare un giorno in più quando intorno non si ha che morte? Le persone intelligenti son quelle che si adattano – si dice – perciò sono circondato da stupidi.              
Anita – che però stupida non lo è affatto – batte le mani a tempo seduta s’uno sgabelletto. Sembra tranquilla. È appena tornata dallo stanzone dove stanno i feriti e ora sorride e scherza e quasi quasi si azzarda a ballare. Quando fa così – quando finge di star bene – a Roman sta proprio antipatica. Vorrebbe afferrarla per i capelli e buttarla fuori dal casermone di cemento, chiamarla puttana e costringersi ad odiarla forte. La gelosia accusa tutti, specie gli innocenti.        
Anita si guarda intorno. Roman sta ancora alla finestra con gli occhi immobili e lo sguardo stanco, da peccatore, a sfogliare lo stucco dal davanzale. Le fa un po’ pena: sta sempre lì taciturno, a fingere di farsi i fatti propri. Chissà a cosa pensa, che morti piange, che segreti nasconde.
A Roman arriva l’urlo festoso di Zlato e si sente ribollire:

«Balla Anita, balla!» pesta i tacchi sul cemento e applaude, «Facci vedere!»

La ragazza accetta l’invito e fa vorticare la treccia d’ebano nell’aria, reggendosi i pantaloni della mimetica come la gonna di una veste tradizionale. Gira fino alle vertigini e ride, barcolla, si regge contro un pilastro. Roman vorrebbe sparargli dritto in faccia, a quel cane di Zlato. Però un attimo dopo si sente in colpa: se Anita vuol ballare, che si diverta pure. La colpa non è di nessuno, se non la propria.

Dovrei stringerla e farla girare finché ne abbia voglia.

«Anita…»

La voce di Roman è un lamento da bestia ferita, un timbro molle e debole che gli suona estraneo. Si sente perso in qualche luogo dentro alla propria mente. Non si riconosce.

«Roman! Balla anche tu con me.»

Dille di sì. O di no. Dille di no.

«Solo un po’.» replica asciutto «Stavo tornando in camerata.»

«E allora fai venire anche me.»

Anita ha gli occhi acquosi e lucidi, da ubriaca, e a Roman prende una paura orribile che gli graffia lo stomaco e lo tiene alla gola.

«Perché?» esala.

«Voglio stare con te.»

La mano pallida di Anita prova ad intrufolarsi tra i bottoni della sua mimetica, ma lui l’allontana stando ben attento a non guardarla in viso.

«Non fare cretinate, sei una ragazzina.»

Le guance di Anita si imporporano offese; le palpebre a stento reggono le lacrime come gli argini di fiume d’inverno. Ecco che una goccia inciampa sulle ciglia e rotola lungo uno zigomo.

Entrambi ora son sordi al gorgoglio allegro della fisarmonica. I tonfi ritmici degli scarponi sul pavimento sfumano e scompaiono fra tempie e timpani, come un cuore pulsante.

«Ho diciannove anni. Non prendermi in giro in questo modo.»

«Te ne pentiresti.» ammette Roman con un fil di voce.

«E tu che ne sai? Possiamo almeno parlare di là?»

«Katja, per favore…»

Quel nome maledetto è un colpo alla cieca; scappa dalle sue labbra con la furia di quei pensieri che son stati rinchiusi per troppo tempo. Quel nome maledetto è un dardo avvelenato che colpisce due bersagli alla volta – e contemporaneamente – in pieno petto.               
Anita fila in camerata senza dire una parola, ma Roman è veloce e la segue svelto ma con le gambe che tremano. Gli altri sono troppo felici e ubriachi per sconfinare nel loro mondo e carpirne le tempeste. Meglio così.

«Infame, hai la ragazza!» strilla Anita «Eri l’unica cosa bella in mezzo a questo schifo.»

«Vorrei poterti dire che è così.» soffoca.

«E com’è allora?»

«Prima di unirmi alla resistenza stavo con dei banditi. Gente di merda. Una notte io, il capo e un novellino usciamo a farla pagare a dei certi tipi.» comincia. Si siede sul letto e si scioglie i capelli per nascondere la vergogna «Questo risale ad un anno fa circa. Il capo – che tutti chiamavano la Bestia di Molgrad – mi dice: “Prima le cose importanti, viveri e munizioni. Poi via.” Mi arrampico alla finestra del piano di sopra, stendo un tizio e rovisto in giro. Ad un certo punto mi si para davanti una ragazzina con le trecce. Avrà avuto un paio d’anni in meno di te, forse la tua età.»

«Roman

«Fammi parlare.» singhiozza «Si chiamava Katja. L’ho violentata perché mi andava di farlo, e mi sono pure divertito mentre piangeva. C’ho scherzato sopra con gli altri. Esce fuori che questa è la cottarella del novellino, Jurij. Lui impazzisce, fredda il capo e mi spara alle palle.»

«Avevi detto che era stato un incidente…» boccheggia Anita «Avevi-»

«Sì, infatti. Non è riuscito ad ammazzarmi.» dice «Non mi ha ammazzato Jurij, non m’ha ammazzato la guerra. Ancora. Perché non lo fai tu?»  

 

Scegliete una di queste parole:

  • Penitenza (50%)
    50
  • Redenzione (25%)
    25
  • Vendetta (25%)
    25
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10 Commenti

  • Ciao Jadranka.
    Prosa personale, evocativa, davvero di grande efficacia, personaggi credibili, resi con crudo realismo, senza concessione alcuna al romanticismo mieloso di genere.
    Di solito non leggo Rosa ma ho letto un paio di tuoi commenti in giro e mi si è accesa la curiosità…
    Peccato tu abbia pochi lettori.
    Non te ne fare un cruccio, siamo in agosto e molti sono in vacanza (io no, io lavoro e nel tempo libero scrivo) e c’è anche da considerare che il genere che hai scelto non è tra i più seguiti… Comunque ottima prova davvero. Seguo.
    Ah, ho votato vendetta, anche se io non sono uno vendicativo… però dopo quello che abbiamo scoperto… e insomma…

  • Ciao Jadranka,
    sono stata combattuta nel scegliere l’opzione. Avrei cliccato vendetta, per il gesto orribile che Roman ha compiuto, ma ho pensato che potrebbe servirsi della penitenza, non per espiare, lo stupro non è espiabile a mio avviso, ma perché occorre un lungo cammino di dolore per riportare la pace in un cuore corrotto. Odio l’idea di come le circostanze possano agire sull’animo degli uomini, ma so che in determinate circostanze, alcuni accadimenti avvengono naturalmente, la guerra e l’odio portano a guardare l’abisso, tuttavia non tollero il divertimento nel compiere atti orribili. Non perdonerò Roman per quel che ha fatto, ma seguirò il tuo racconto perché è davvero ben scritto.
    Alla prossima!
    p.s. i sentimenti nei confronti di personaggi letterari significano una sola cosa: credibilità. ancora complimenti.

    • Ciao Allegra 🙂 e grazie ancora!
      Neanche io perdonerò Roman né lo perdonerei nella vita reale. Anzi, probabilmente gli spaccherei la faccia. Non so se possa farlo Anita sinceramente (non lo so sul serio, questi fanno il cavolo che vogliono) ma in ogni caso mi muoverò di conseguenza.
      Sono contenta che Roman sia credibile! Ho sempre dei grossi problemi a creare personaggi. Anita mi sta dando parecchi problemi perché ora come ora non la sento né reale né presente. Mi capita sempre con i nuovi personaggi. Roman non è nuovo. Saranno un paio d’anni che lo butto in situazioni scomode, per cui riesco a giostrarlo meglio. Vedremo! 🙂
      Grazie ancora 😀

  • Ciao Jadranka, a mio parere hai saputo ricreare un’ottima atmosfera. Apprezzo molto come stai costruendo il personaggio di Roman, è un uomo dalle mille sfaccettature, combattuto tra violenza, cinismo, ricerca di affetto, comprensione e amore. È un personaggio reale, con cui io personalmente riesco a empatizzare molto. Per questo, nonostante in genere io sia un amante delle scelte più tragiche, per questa volta voto per redenzione.
    In bocca al lupo per la stesura del prossimo episodio!
    PS ho visto che nel giro di pochi giorni hai già pubblicato due episodi… vorrei essere veloce come te a scrivere; invece finisco sempre per perdermi giorni e giorni a far nulla XD
    Alla prossima e, a quest’ora, buonanotte direi 🙂

  • Ciao Jadranka, il tuo incipit mi è piaciuto molto. Ero dubbioso perché non sono un amante del genere rosa però sono rimasto piacevolmente colpito perché qui non si parla solo di amore, ma anche di guerra e morte. Belle le descrizioni sia della città che di Anita e bello soprattutto il ritratto che già inizia a delinearsi di Roman, un uomo combattuto, frutto del suo tempo e probabilmente del suo passato, di cui vorrei conoscere di più e per cui ho infatti votato.
    Ci vediamo alla prossima! 🙂

    • Hey hey! 😀
      Dunque, perfino io ero dubbiosa sul genere del racconto. Non sono abituata. Di solito scrivo di guerra e fantascienza – raramente fantasy – e non trovando il genere corrispondente per “La neve si scioglie” mi sono detta che quello più vicino, ahimè, fosse proprio il rosa.
      Mi sto mettendo al lavoro e conto di partorire qualcosa per stanotte (si spera!).
      Grazie mille per avermi letta, ci vediamo alla prossima puntata! *Sigla*

  • Ciao Jadranka,
    ti sei scusata per un apostrofo dopo questo incipit? Cavolo, ma scherzi? Bravissima, che posso dirti, mi hai lasciato senza parole. Benvenuta!
    Io ho votato il buio passato di Roman, ma avrei potuto votare una qualsiasi delle opzioni, certa che non avresti alcun problema a scrivere di qualsiasi cosa.
    Aspetto il nuovo capitolo e ti seguo di sicuro!
    Alla prossima!

  • Scusate per l’errore di battitura sul finale, “un’insulto”. L’apostrofo è frutto di una svista e di una mancata rilettura. Avevo intenzione di scrivere altro al posto di insulto e il mio cervello è andato in pappa. Spero che l’incipit della mia storia vi sia piaciuto! A presto.

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