L’Istituto

Dove eravamo rimasti?

Il rumore... Il Cacciatore. Bisogna recuperare Erik e nascondersi. Falliranno, ma guadagneranno qualcosa. (44%)

Scrutare l’abisso

Il primo pensiero andò ad Erik. Il fragore proveniva proprio da dove lo avevano lasciato. Gli schermi, il cadavere del bambino, ora il rumore: stava accadendo tutto troppo in fretta. Però, erano arrivati a quel punto tutti insieme, e insieme ne sarebbero usciti.

– Torniamo indietro! – gridò all’amico, mentre le sue gambette si muovevano rapide verso l’ingresso.

Mentre attraversava i corridoi bui, quasi non si accorse della figura nera che avanzava verso di lui. Istintivamente Jan pensò ad un nuovo pericolo. Alzò le mani per difendersi, ma a pochi passi di distanza riconobbe il volto dell’amico. Anche Erik stava cercando di raggiungerli.

– Sta entrando, dobbiamo fuggire! – urlò in preda al panico.

Mathias fu più deciso: afferrò entrambi i ragazzi per il bavero delle maglie e si tuffò in una stanza buia che dava sul corridoio. Decine di schedari e armadi erano scaraventati alla rinfusa per terra. I tre si avvicinarono ad uno di essi, vuoto.

– Dentro!

Erik fu calato al suo interno, seguito da Jan e Mathias. I due spensero le torce, e chiusero l’anta sopra di sé. Scappare in quel momento era impossibile. Conveniva aspettare che l’aggressore oltrepassasse il nascondiglio, per poi allontanarsi di nascosto. I tre sentirono il rumore dei passi duri sul pavimento. I ragazzini trattennero il respiro, mentre l’aggressore avvicinava lentamente al loro rifugio. Per qualche secondo ci fu silenzio. L’unico suono era quello del proprio cuore.

Poi l’anta si aprì. Senza proferire parola, il cacciatore trasse fuori da una tasca uno strano cilindro. Ne uscì un gas diretto verso i ragazzi. Impotenti, chiusero gli occhi, senza riuscire più a riaprirli.

***

Jan si svegliò. La prima sensazione che provò fu il freddo, soprattutto ai polsi. Gli pareva di essere paralizzato. Quando provò a muoversi si accorse di essere incatenato. Aveva le mani legate sopra la testa. Non aveva nulla addosso, se non il suo intimo, ed era appoggiato ad un muro. Si girò per capire dove fosse esattamente: anche Erik e Mathias erano bloccati nella stessa posizione. La stanza non era così buia, ma era completamente spoglia: solo muri e terreno. Da una finestrella entrava la luce. Vide dei piccoli piedi solcare rapidamente l’apertura. Quelle erano scarpe che aveva già visto negli ultimi dodici anni. Si trovavano all’interno dell’Istituto. Ma perché una stanza simile si trovava lì dentro? Perché erano stati incatenati in quella maniera?

In quel momento l’unica porta si aprì. Un uomo varcò la soglia: il Preside. La sua figura dominava l’intero locale. Nessuno dei ragazzi aveva il coraggio di proferire parola. Si avvicinò loro.

– Complimenti Jan. Non avevo mai visto un ragazzino così sveglio nella mia vita. Tentare due volte la fuga è un record anche per me.

Jan non capiva. Quando era successo?

– Lo so, ti starai chiedendo di cosa sto parlando. Voglio essere magnanimo: ti racconterò tutto, ancora una volta.

Più il Preside si avvicinava, più Jan percepiva che c’era qualcosa di sbagliato in tutto ciò.

– Ti sei mai domandato perché ci sono solo donne in questa struttura? Perché non ci sono altri bambini più grandi? Come facciamo a sapere sempre dove siete? Oppure, ti è mai capitato di avere strani sogni, ricordi, anche solo frammenti?

Ora era vicino ad Erik. Il ragazzino osservava tremante l’uomo a pochi centimetri dal viso. Una mano cominciò ad accarezzargli la guancia.

– È un po’ complicato da spiegare, ma mettiamola così: voi siete il mio nutrimento. Più precisamente le vostre menti. Sono così genuine…prive di preconcetti, nel pieno della crescita. Se voi poteste assaggiarle credo rimarreste sorpresi dal loro sapore.

La faccia del Preside stava cambiando. Non era più un volto umano, ma una massa informe di carne e qualcosa che assomigliava a del fumo nero.

– Come sempre: uno alla volta.

In pochi secondi accadde l’indescrivibile. La testa del Preside inghiottì quella di Erik. Il ragazzino tentò di urlare. Qualcosa però gli fece uscire solo un rantolo soffocato. Come quello di un cucciolo morente. Le gambe si agitavano frenetiche, come se stesse provando un dolore indicibile. Jan non riuscì a contare il tempo passato. Quando tutto fu finito il Preside piegò la testa all’indietro, lasciando la presa su Erik. Il corpo del piccolo non aveva subito alcuna ferita. Però, la testa cadde in avanti. Gli occhi erano vitrei. Non c’era più alcun movimento.

– Peccato. Questo è andato.

Si avvicinò a Mathias. Il ragazzo stava piangendo. Il Preside ripeté quanto fatto. Quando ebbe finito, notò che l’amico tremava senza riuscire a controllarsi. Almeno era vivo.

Poi venne il suo turno. Jan e il Preside si trovarono faccia a faccia. Pur non essendoci più degli occhi da fissare, il ragazzino capiva che lo stava osservando con uno sguardo da predatore.

– Spero che tu sopravviva. In fondo, sei sempre stato il mio preferito. Anche se mi hai tradito.

Il Preside inghiottì la mente di Jan. L’abisso entrò dentro di lui, e lui entrò nell’abisso.

Il Preside fruga nella mente di Jan. Quando guardi a lungo nell'abisso qualcosa nella tua mente viene perduto, altro viene acquistato...

  • Jan non riuscirà a sopportare tutto ciò. Seguirà la sorte di Erik, ma Mathias conserverà molti ricordi. (11%)
    11
  • Jan ricorderà tutto ciò che ha vissuto, ma nel momento meno opportuno e con conseguenze pesanti per la sua psiche. (33%)
    33
  • Jan ricorderà poco di tutto ciò che ha vissuto, ma potrà usare queste informazioni nel momento giusto. (56%)
    56
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106 Commenti

  • Buonasera Yaniv, ho votato tradimento. Perchè? A dire il vero, non lo so. hai messo in campo moltissimi elementi ed hai seminato dubbi da vero horrorista, quindi nell’incertezza di tutto, un tradimento ci potrebbe anche stare. Capitolo che a me è piaciuto molto con lo sdoppiamento del labirinto (bunker-mulino) e il deja-vu delle esperienze, ricordi mascherati da visioni. Maschere che svelano altre maschere. Come puoi ben immaginare, lo apprezzo molto.

  • Ciao Yaniv,
    perdonami, ma è passato parecchio tempo e non ricordo benissimo quel che è accaduto in precedenza, ho riletto l’ultimo paragrafo del capitolo precednte e mi pare di capire che, in questo episodio, Jan stia ricordando qualcosa di terribile. Credo sia diventato un aiutante del predatore, accade spesso, mi ci ha fatto pensare il commento di lilbackwood…
    Vorrei scoprire la verità, ho votato questa opzione.
    Alla prossima!

  • Be’, verità, direi.
    Vado matto del momento in cui un personaggio non è più sicuro di nulla 😀
    Lo spaesamento di Jan è ben rappresentato già nella prima parte, per questo, personalmente, avrei evitato di fare una sorta di riepilogo nella seconda parte (Jan cercò di mettere assieme gli indizi che aveva a disposizione…).Forse dipende dal fatto che vuoi essere certo che abbiamo capito tutti i passaggi. Ma sì, non preoccuparti, sei stato chiarissimo, concedi un po’ di fiducia a noi lettori 😀
    Ciao, a presto

  • Ciao Yaniv
    Arrivo oggi al sesto capitolo. Le storie horror mi piacciono parecchio perché sempre intrise di suspence.
    La tua è una storia accattivante che mi costringe a leggerne il seguito.
    Hai reso molto bene le ambientazioni, mi hanno ricordato molteplici temi già affrontati ma che tu hai reso comunque efficaci. La scena del preside è stata intrisa con la giusta dose horror.
    Ho scelto che Jan ricordi tutto il vissuto ma nel momento meno opportuno. Con l’esperienza che ha avuto, ovviamente ci potranno essere conseguenze psichiche.
    A presto.
    Ilaria

  • Sono nuovo su questo blog e mi ritengo un giovanissimo , diciamo che mi sono iscritto grazie a te , il tuo racconto mi ha coinvolto assai e penso di aver intuito un significato nascosto e visto che mi pare nessuno te lo abbia fatto notare te lo scrivo, questa è la mia interpretazione:il racconto parla di una mostruosità che c’entra ben poco con il fantascientifico, la pedofilia , i ricordi confusi,la mano sulla guancia..tutto mi fa pensare che forse (dilagando) il fatto che i protagonisti siano confusi e ricordino poco si ricolleghi alla scena del ” gas “che in realtà è una sorta di droga che il cacciatore usa per compiere i suoi atti osceni .

    • Ciao lilback. Benvenuo su the Incipit. Sono contento che ti sia piaciuto così tanto da portarti a iscriverti, spero che possa vedere un tuo racconto al più presto. Però mi dispiace smontare la tua teoria, ma non c’è un significato nascosto di quel tipo. Ovviamente ognuno è libero di interpretare, ed anzi, mi rende felice il fatto che tu abbia voluto dare questa interpretazione personale alla storia. Però, se avessi voluto trattare di temi pesanti e seri come pedofilia, abusi su minore o quant’altro non lo avrei fatto in questo senso. Cioè, per trattare certe cose bisogna anche dare la giusta dignità ad esse. Almeno penso.

    • Grazie Lou. Sì, alla fine ho approfittato dei capitoli proprio per questo. Non son un fan di quelle storie in cui il cattivo si conosce subito sin dall’inizio (tipo gli odierni film dell’orrore, che già osservi la locandina e sai cosa succederà). Per quanto riguarda Lovecraft, non credo riuscirò mai ad eguagliare il Maestro di Providence. Però mi ha sempre affascinato il suo modo di descrivere l’ignoto e la paura ancestrale di noi uomini per esso. Gli inglesi hanno questo termine “Eldritch” per descrivere ciò che è
      ultraterreno, strano, spettrale o inquietante. Diciamo che io punto ad evocare questo sentimento. Speriamo vada bene.

  • Jan ricorderà poco ma gli farà comodo.
    Ciao, yaniv. Una svolta in puro horror!
    Il tuo mostro mi ricorda da vicino quello ne “Il poliziotto della biblioteca”, un racconto di Stephen King nella raccolta “Quattro dopo mezzanotte”. Se non l’hai letto fallo, penso che ti potrebbe piacere.
    Qualche “d” eufonica di troppo, soprattutto nella parte iniziale, ma per il resto sempre scorrevole.
    Ciao, a presto

    • Grazie jaw. Devo passare dalla biblioteca della mia città, spero di trovarlo. Mi hai incuriosito molto. Sperando che anche la mia non ospiti un “poliziotto” pronto a torturarmi con le mie paure. Appena lo trovo ti avviso 😉

  • Ciao Yaniv,
    capitolo intenso e coinvolgente. La componente horror emerge più del solito, il che mi piace, e l’incontro con
    aspetti più fantastici direi che si adatta bene alla tua storia e alla tua ambientazione. Ho votato perché Jan si ricordi tutto e che questo avrà degli effetti pesanti sulla sua psiche.
    Buona giornata e alla prossima!

  • Buona domenica Yaniv, appena sveglia il tuo racconto mi ha fatto l’effetto di un caffe’ doppio. Bambini morti (peggio, risucchiati come le cozze da un osceno Peside), scenari cupi dove pieta’ pol’e’ morta … almeno l’horror e’ vivo e sta bene. Mi piace questa svolta decisa in direzione quasi fantascientifica con una spruzzata di fiaba alla Grimm (i bimbi mangiati dall’Orco). Naturalmente tutto e’ in divenire e allora voto per Jan che a suo tempo combattera’.

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