Sognando il Bianco

Dove eravamo rimasti?

Quali difficoltà incontreranno durante il viaggio? Smarrimento e paura (50%)

La trama segreta del mondo

I due ragazzi si incamminarono a spasso spedito tra gli alberi spogli del bosco, tra le prime luci del pomeriggio. Fabio non pensava ad altro che ai propri genitori e al fatto che probabilmente erano nel panico, mobilitando l’intera valle per cercarlo. Forse però, non gli importava. Se Anna aveva ragione, suo padre era in pericolo e toccava a loro due salvarlo.
Tutto attorno a loro era pallido, smorto, come se l’inverno avesse catturato le energie di ogni forma di vita. Gli alberi grigi erano spettrali, con i loro alberi aguzzi, e ogni passo in più era un passo più all’interno del bosco, dove la luce veniva sempre meno. Fu inevitabile, in silenzio, i due ragazzi, si persero dopo poche ore. Nessuno dei due ebbe il coraggio di dirlo fino a quando il sole non iniziò a calare e il freddo ad essere più pungente. Continuando a non dire niente, i due ragazzini si guardarono e iniziarono a provare paura. Fu per questo, che, al crepuscolo, decisero di fare un piccolo fuoco – ad Anna aveva insegnato come farlo il padre – e si riscaldarono un po’, mentre montavano la tenda per la notte. Fabio tirò fuori dei marshmallow e ne infilzò un paio su un rametto. Aveva sempre desiderato farlo, come aveva visto nei film di quell’America così distante eppure così a lui vicina, che non poté fare a meno di sorridere. 

«Ma che diavolo stai facendo?», domandò Anna.

«Ne vuoi un po’?», rispose Fabio. La ragazzina, esitante, prese un marshmallow dal ramo, evitando di bruciarsi. Fabio guardò con stupore il senso di curiosità della ragazzina. Alle volte, gli sembrava che provenisse quasi da un altro mondo. Cose a lui scontate, come quella, seppur fosse anche per lui una cosa nuova, ad Anna sembravano cose straordinarie.
La ragazzina assaggiò quella prelibatezza e, insieme ad altre squisitezze, fu quella la cena dei due avventurieri. Calata la notte, si chiusero dentro la tenda, con una piccola luce accesa, e si infilarono dentro i sacchi a peli. 

«Credi che lo troveremo?», domandò Anna. 

«Il villaggio? Sì, credo di sì…», rispose Fabio.

« E se fosse troppo tardi?»

«Non lo è, me lo sento»

Ma oltre a sentire questo, ben presto, sopraggiunse la paura. Ma cosa gli era saltato in mente, avventurarsi così? I suoi genitori erano sicuramente nel panico e ora, lui, si trovava chissà quanto lontano dalla valle, in mezzo alla neve e ad alberi inquietanti. Eppure, si era così tanto affezionato ad Anna da non poter far altro che seguirla: avrebbe giurato, l’avrebbe seguita in capo al mondo.
Non conversarono molto, però, quella notte. Entrambi con i propri pensieri, chiusero gli occhi presto, stanchi per la strada percorsa.
Mi piacerebbe dire che la loro notte fu serena, priva di pericoli, eppure, non fu così.
Squash.
«Cos’è stato?», domandò Anna, svegliandosi di soprassalto.
Fabio si alzò a metà busto, con le gambe ancora nel sacco a pelo.
Squish.
«Fabio?»
«Shhh»
Squesh.

C’era qualcosa fuori dalla tenda, lo sentivano. Non c’era vento e non nevicava, e questo contribuì a far sentire loro meglio questi suoni.
Squosh.
Anna si prese di coraggio: mentre Fabio, attonito, rimaneva bloccato, la ragazzina afferrò la zip della tenda. La presa non era salda, la mano tremava, il cuore era impazzito. Delicatamente, la abbasso, e cercando di non far rumore, portò gli occhi ad osservare dalla quasi invisibile fessura creata.
«Woah», esclamò Anna.
«Cosa vedi?», chiese sussurrando Fabio.
Anna cedette il posto all’amico, che anch’egli, come la ragazzina, rimase incantato dalla vista.
Una volpe, bellissima, dal manto rosso, leccava i rametti su cui erano stati infilzati i dolcetti, mentre un’altra, più piccola, aveva infilato il muso su una confezione di patatine, cercando di mangiare le briciole rimaste.
I due amici si guardarono e sorrisero, facendo a turno per guardare quelle due splendide creature. Solo quando se ne andarono, poterono così ritornare a dormire.
L’indomani si svegliarono con le prime luci dell’alba, alquanto infreddoliti, ma riposati. Rincuorati dalla vista della notte, mangiarono velocemente una merendina e sistemato tutto sulle spalle, si incamminarono per un ritrovato sentiero. I loro cuori erano adesso più leggeri, ora che avevano ritrovato la via.
Non seppero mai quanto tempo, forse poco più di un’ora, ma in breve tempo, si ritrovarono davanti ad una scena inusuale e bizzarra. Il villaggio era lì, costruito su una grossa radura, ma era abbandonato. La torre con la sua campana era lì, con la sua piccola chiesetta annessa, ed era l’unica costruzione ad essere quasi del tutto intera. Le casette attorno, erano invece antiche e disabitate, i recinti distrutti e la vegetazione, ora secca, era sorta un po’ dappertutto. Su un lato, c’era persino un vecchio camioncino, anch’esso dimenticato e abbandonato. 

«Andiamo alla chiesa, forse è lì», disse Anna, decisa. 

Fabio si incamminò dietro di lei, con il cuore che batteva all’impazzata. Quel posto non gli piaceva. 

Nella chiesa, cosa troveranno?

  • Un vecchio abitante (100%)
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  • Il corpo del padre di Anna (0%)
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  • Un altro indizio (0%)
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33 Commenti

  • Lo zio di Anna! Se erano lì per cercare le informazioni dello zio, è giusto che trovino lo zio!

    E come volevasi dimostrare il villaggio viene distrutto non per colpa di una neonata per colpa della solita cretineria della gente. Ed il vecchio non se ne accorge nemmeno! Perché se non avessero iniziato con insulti, minacce e violenze ma avessero ringraziato e congratulato, non ci sarebbe stato nessun incendio e nessun villaggio distrutto. Ma si sa: l’umano è peggio dell’asino!

    Ciò detto, la storia mi intriga ancora molto e sei riuscito a salvarti in corner dall’errore fatto nel capitolo precedente. Mi piace come si sviluppa. Peccato che le lunghe pause mi hanno fatto dimenticare diversi dettagli.

    Ciao 🙂

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