I fratelli Àncora

Flin

10 Maggio 2013

La sveglia segnava le 5.31 ed aveva appena finito di fracassare le balle, i cosiddetti cabassisi a Lello Àncora;  come ogni mattina: scosso, come un albero da frutta da quella fastidiosa suoneria, affossato sul suo lettino, si rivoltava su stesso: stringendo il cuscino tra le mani, come se stesse afferrando un salvagente, onde evitare di morire annegato.

A pochi metri, nel bagno adiacente alla camera da letto, Ippolito Àncora, in canottiera e pantofole aveva tirato lo sciacquone dello scarico del cesso e quietamente si apprestava a sciacquarsi il viso piegandosi in avanti sul lavabo.

***

Dopo aver alzato lentamente la tapparella del terrazzino della cucina, avvolgendola più in alto che poteva. Sostava immobile per qualche minuto, come una statua, ad ammirare uno straordinario spettacolo che la natura gli offriva da quel secondo piano di quella modestissima abitazione.

Il bagliore della luna che rispecchiava sulle acque blu scure in quel meraviglioso scenario, raccolto in un angolo di costa del mar Ionio. Con la nebbiolina sempre più rara,  cui lasciava presagire l’inizio dell’alba: liberava orizzonte, da renderlo infinito alla vista di Ippolito.

Era situato al centro di una suggestiva alquanto esclusiva vista panoramica, estesa su gran parte del golfo di Ognina e sulla splendida riviera, a quell’ora ricoperta dallo scintillio delle mille luci. Affacciato sul mare, come in una cartolina illustrata, si erigeva illuminato, un antico castello medievale.  Sul lato opposto, immersi nel mare, spiccavano tre costoni alti, appuntiti e illuminati, erano i Faraglioni dell’antichissima Riviera dei Ciclopi.

Infine il suo sguardo cadeva sul un porticciolo, su alcune barche di pescatori e sulla strada culminante sullo spiazzale di fronte al mare, protetto da una ringhiera, con un canestro da basket regolamentare.

Compiaciuto da cotanta bellezza, commosso come un miracolato, inclinando leggermente la testa, rimembrava religiosamente sempre i medesimi pensieri:

«Che fortuna! Siamo davvero fortunati a vivere in un posto meraviglioso come questo».

I fratelli Àncora

Ippolito fissava sua mamma, con uno sguardo, quasi meravigliato, un pò sconsolato.   Erano seduti al tavolo della cucina.  Il figlio davanti ad una tazza grande, colma di latte, e ad un vassoio con delle enormi fette di pane, tagliate in modo da poterle inzuppare.. L’anziana mamma, a sprazzi riflessiva era dinnanzi ad una tazzina di caffè. Assieme a loro, il fidato Flin, un pastore tedesco, come ogni mattina assaporava su un pezzo di carta, del caffè in polvere.

«Mamà, ogni mattina sempre la stessa storia!   Lo sai che mi bastano, un paio fette di pane.»

«Mangia, mangia. Tuo papà se ne mangiava sei fette.»

Ippolito sempre più sconsolato:«Si, ma lui il barcaiolo, faceva!»

«E tu, che stai là, tutto il giorno, in mezzo a tanta gente e a tanti stranieri. Devi stare in forze».

Teresina, prossima ottantenne, mingherlina, dai bianchi capelli raccolti da una treccia, era l’unica donna della famiglia Àncora.

A fare da capo famiglia – da anni – ci pensava Ippolito. I suoi capelli ingrigiti, indicavano che era avviato oltre la mezza età; corporatura longilinea, con in viso stampata un’espressione perennemente da “dubbioso” resa buffa dagli occhi lievemente storti.   Di tanto in tanto scuoteva il capo per replicare:

«Stranieri..? E che c’entrano gli stranieri con la mia colazione… Mamà?»

Dopo aver inghiottito un gran sorso di latte, riprese il fiato: «Ah a proposito di stranieri. Ieri Franco il figlio del signor Ginetto ha fatto vedere il salone del Primo Piano a due ragazze straniere, parevano due slave. Belle, alte, slanciate.»

Teresina finito il suo caffè, adagiò la tazzina sul piattino, poi strinse la mano al figlio, rassicurandolo:

«Eh c’entrano, c’entrano. Agli stranieri bisogna dare molta più attenzione, per cui, si consumano tante energie.»

«Mamà, e dove l’hai sentite queste cose?    A “Uno Mattina” o “Mattina sul Due?»

«Eh  figlio mio, mi tengo aggiornata!  La televisione, mi tiene compagnia quando tu sei a lavoro. Sistemati la camicia va!»

Ippolito si infilò la giacca. Poi palpando i suoi indumenti, controllò se non avesse dimenticato nulla.

Ma si allarmò: «Mamà, non trovo le chiavi della macchina.»

«Ah, si si!»  Replicò meditando Teresina.

La vecchia mamma, si alzò. Si affrettò verso il davanzale della cucina, aprì lo sportellino del fornetto a microonde. Da cui tirò fuori le chiavi dell’auto, richiudendolo dolcemente.

Intanto, Flin ruotando la testa e osservando i movimenti della sua padrona: sconsolato abbassò le orecchie, deluso da Teresina, si aspettava che dal fornetto tirasse fuori qualche pietanza. Anche Ippolito, sbalordito e preoccupato, con un occhio alla madre e l’altro al suo cane, non sfuggì la strana reazione di Flin.

Plagiato da una smorfia di impotenza e perplessità, borbottò:

«Ecco perché, non li trovavo.   Mamà,  dentro il forno ? Bah»

«Adesso vai, che fai tardi.  Va…»  Con una pacca sulle spalle Teresina lo accompagnò sino alla porta.

Era una mia fissazione, un'idea per un vecchio soggetto grottesco e comico, adesso però vorrei liberarmene, anche col vostro aiuto.

  • cambieremo nome a Ippolito con Pippo (14%)
    14
  • scopriremo Lello, il fratello minore (57%)
    57
  • scopriremo il lavoro di Ippolito (29%)
    29
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106 Commenti

  • Ciao Alex,
    un finale sulle montagne russe, nel senso che la narrazione sale e scende e si fa pure frettolosa. Non ho capito molto di quanto è accaduto, forse anche perché è passato molto tempo dall’ultima volta che ti ho letto… il cane Flin che non è Flin ha a che fare con il proseguo?
    Ti segnalo anche un refusino per l’omone in canottierE, ma è una piccolezza.
    Quindi, aspetto il nuovo racconto.

    Alla prossima!

    • Ciao kezia condivido il tuo appunto.
      E’ passato circa un anno e mezzo dalla mia sosta, e per questo chiedo ancora scusa a tutti gli amici del sito, Staff compreso.
      Che ti devo dire… bisogna leggere il nono capito, ma mi pareva implicito ricordarlo.
      Un saluto e grazie

    • Salve Jaw, sei sempre attentissimo nella lettura.
      Che dire ti invidio. 🙂
      Avevo notato anche io quelle ripetizioni, però purtroppo solamente dopo l’invio.
      Vediamo, chiederò allo staff di eliminarne qualche d’una.
      Per intanto grazie per esser passato. 🙂

  • Ciao Alex e bentornato!
    Benissimo, direi che hai ripreso in mano il racconto e, se ti devo dire la verità, nonostante siano passati mesi, non ho fatto granché fatica a riprendere il filo del racconto. La scelta di spezzare il parlato in più frasi appartenenti alla stessa persona è voluta? Forse per dare maggior enfasi alle emozioni del personaggio… ho trovato, invece, strano l’uso di rispecchiare per idee: “Ci pensò il sole raggiante di quel dì di Maggio, appena sopra l’orizzonte marino, a rispecchiare le idee ai fratelli Àncora.”
    Per il resto, avanti così, io voto per il coinvolgimento di Ippolito nel circo.
    Alla prossima!

    • Salve Kezia.
      Sui dialoghi ho pensato di dare maggiore risalto con le virgolette, e quindi la mia una scelta voluta, Ho pensato di creare una sorte di pausa, tra una frase e l’altra.
      Mentre sul Ci pensò il sole …. a rispecchiare le idee dei fratelli. Ho immaginato la scena mattutina, con Ippolito davanti al suo terrazzo, di fronte all’immagine spettacolare del sole sorgente all’orizzonte, che specchia le acque del golfo di Acitrezza.
      In qualche modo,viene invogliato dalla bella giornata e dall’insistenza del fratello, per cui decide di recarsi al circo.:)
      Grazie a presto

    • Salve MrsRiso, sono contento anche io di rileggerti.
      Penso che il destino nella nostra vita abbia un ruolo fondamentale, e uno degli aspetti più bizzarri penso sia il suo mistero. 🙂

      Per 9 mesi sono stato colto da uno strano blackout, e adesso rieccomi qui.
      Grazie a presto

  • Ginetto mi sta bene.
    Ciao, Alex. Non leggevo i racconti di TI da un pezzo, diciamo che sono tornato oggi. Ricordavo la tua storia in corso, ma mi aspettavo di vederla finita. Che succede, una crisi creativa? Be’, però sei vicino alla meta, è un peccato lasciare la storia incompiuta. La presente è come molte tue storie:estrosa e lunatica, direi che sono insieme pregio e difetto di ciò che scrivi. Ho trovato però una cura nella punteggiatura che nei racconti precedenti qualche volta, permettimi, mancava un po’. Per il resto, l’impressione è che, sia pure con immagini divertenti e… appetitose (buona la pasta coi ricci! 😀 ), tu apra molti fronti che non sarà facile condurre a una conclusione organica. Insomma, metti troppa carne al fuoco. A mio parere, si intende.
    Ciao, a presto, spero!

    • Salve Jaw, i tuoi suggerimenti e commenti sono/saranno sempre ben accetti dal sottoscritto.
      Pertanto, grazie per esser passato, nonostante la mia lunga assenza.
      E spero di continuare il racconto quanto prima possibile.
      Mi hai strappato un sorriso. 🙂
      “Sulla presente è come molte tue storie:estrosa e lunatica”
      Potrebbe rispecchiare il mio modo di esser, estroso e lunatico, d’altronde ho sempre pensato di esser un sognatore.:)
      Ad ogni modo spero con l’aiuto di tutti di limare qualche difetto… 🙂
      Ciao a presto

  • Chiedo scusa a tutti/e, ma non trovo la forza e voglia per continuare il racconto.-
    Dopo le feste natalizie, ho fatto mille cose che mi hanno tenuto lontano dalla scrittura.
    Purtroppo la risultante di questa lunga assenza è che non riesco a riprendere la mia scrittura, sopratutto la passione che mi ha spinto a scrivere questi otto capitoli.
    Vi chiedo umilmente scusa.
    .

  • Ciao Alex, i Fratelli Ancora sono per me imprescindibili pure quando il tempo e’ poco. Dunque, un ottimo capitolo, tante le possibilita’ di intrecci ulteriori. Ti voto il Ginetto che, mi sembra di capire, e’ all’oscuro dei progetti di Franco per l’Hotel. E poi quel sussulto finale sentendo nominare il. dottore… vediamo, come si dice al poker.

  • Questa è decisamente una delle più belle copertine che abbia visto su The Incipit, complimenti Alex. Tra l’altro meritata poiché la storia fin qui risulta complessa ma scorrevole e soprattutto molto intrigante, sono curiosa di andare a scoprire cosa Franco abbia in mente. Seguo.

  • Ciao Alex.

    Complimenti per la copertina, bella e azzeccata.

    Ho letto le vicissitudini dei fratelli e della madre e ho continuato a votare ogni episodio 🙂 Sempre col sorriso sulle labbra, grazie a te. Tra peperoni e ricci di mare, ho trovato molto poetica la scena di Lello con Flin al circo. Attendo di leggere il prossimo episodio.

    Alla prossima.

  • Ciao Alex,
    sono stata assente per un bel po’ e avevo mancato di passare a leggerti, che non è un obbligo di “ricambio” ma un piacere. Ora, dopo aver letto tutti e sette i capitoli d’un fiato, capisco come mai mi hai suggerito di inserire qualche dettaglio in più sulla mia protagonista: tu tratteggi i personaggi e il loro ambiente con una minuziosità magistrale che li rende assolutamente reali. Come conoscere delle persone vere.
    Voto per l’idea di Franco, che mi sembra tu voglia esplicitare da un po’; ormai deve succedere qualcosa!
    Alla prossima!

    • Ciao Elisa, grazie.. il tuo è sicuramente un bel complimento.
      Spero solamente di non esagerare nel voler caratterizzare i miei personaggi.
      Si è passato un pò di tempo dal tuo primo capitolo, sicuramente con l’anno nuovo riprenderai con più slancio la tua storia.
      Grazie per tutto
      A presto. e buon anno!

    • Buon Anno a te MrsRiso.
      E si la copertina è stata una bella sorpresa. Spero di continuare su questa strada, di meritarla sino al termine della storia.
      I personaggi penso siano il motore della storia, senza di loro il racconto non avrebbe motivo di esistere, almeno nelle mie storie è così. 🙂
      Grazie per il tuo supporto.
      A presto.

  • Buon anno, Alex! dunque, Nello o’ pazz'(ma una pazzia buona) vuole farsi clown e mi auguro che c’è la possa fare. Voto per Ippolito e i nuovi clienti… mi sa che l’albergo e’ l’indispensabile traite d’union di questa rocambolesca e diramata famiglia e allora ti aiuto. Squisiti quegli spaghettoni…

    • Ciao grazie e un Buon Anno Nuovo anche a te.
      S direbbe che il mondo del Circo abbia folgorato Lello… Vedremo che saprà fare.
      Gli spaghettoni ai ricci di mare oramai è uno dei piatti prelibati e pregiati… visto quanto costano.
      Allora tutti Riviera hotel. 🙂
      Buon Anno!!!!

  • Buongiorno Alex e complimenti per la bella copertina.
    Mi hai spiazzata non mettendo tra le opzioni il corso di clown 🙂 Lello sembra essere quel elemento di folle e creativa sregolatezza che c’è in ogni famiglia.
    Riprendiamo l’idea di Franco, lasciata in sospeso molte parole fa 🙂
    Ti auguro un sereno 2019.

    • Grazie Luisa, per la copertina dobbiamo fare i complimenti al disegnatore del Sito.
      Davvero bella.
      Su Lello è stata una tua idea, quella di scongelarlo da dietro le quinte. 🙂
      Amo caratterizzare i miei personaggi e su quello Lello (grazie anche a te) ho intravisto
      questa grande occasione per un possibile riscatto.
      Sul corso da clown ammetto che non ci avevo pensato.
      Auguro anche a te un sereno 2019.

  • Salve Allegra.
    E si, ieri sera rileggendo il capitolo, mi sono accorto anche io che qualcosa non quadrava…
    Sono d’accordo con le tue considerazioni.
    Il mio invio è stato un pò incauto.
    Nonostante diversi tagli ho cercato in tutti i modi di non snaturare il capitolo.
    (su 6500 caratteri non è stato semplice)
    Ad ogni modo, tutto è rimediabile.
    Ti ringrazio e ti auguro un Buon fine e inizio Anno nuovo. 🙂

  • Ciao Alex,
    vedremo Ippolito con altri clienti e vediamo chi salta fuori.
    Un bel capitolo, divertente, vorei solo farti notare due o tre cosine che, a mio parere, potrebbero essere riviste:
    “Assorti attorno ad una grande pirofila smaltata, colma di spaghettoni ai ricci di mare, in un rito degno di una sacralità tramandata per secoli.” La frase in sè non e scorretta, ma pare lasciata a metà: “Assorti attorno a… ” cosa fanno?
    Poi, fine capitolo, il dialogo interrotto e ripreso dallo stesso Lello, ho capito che era sempre lui a parlare per quello che dice, ma lo stacco mi ha fatto pensare che fosse Ippolito a parlare o la madre. Quel “vorrei provare mamà” perchè non si è rientrato nelle caporali del discorso precedente?
    Non credo che inerpicarsi sia adatto al drizzarsi dellle orecchie di un cane, ma potrei sbagliare :- )
    Detto questo, ti faccio tanti auguri e ci si vede con l’anno nuovo, alla prossima!

    • Ciao, Buon Natale a te!
      Sono molto lusingato, un grazie di cuore per il tempo che hai dedicato al mio racconto.
      Si, la copertina è spettacolare, per il duetto rap avrei voluto scrivere qualche altra frasetta in più, però va bene anche così.
      Più o meno come a casa tua?
      Nel senso che pure la mamma prepara piatti monotematici e super abbondanti ?
      Un salutone e Buone Feste.

  • Ciao Alex,
    a me piace troppo l’albergo, vorrei tornare là.
    Molto gustoso il rap tra i due, questo Santino mi sta un po’ antipatico, ma è figlio della gioventù e dell’incoscienza… almeno per ora 🙂
    Ci rivediamo al settimo,
    alla prossima e Buon Natale!

  • Ciao Alex
    Molto simpatico il duelo Rap 🙂 se solo Ippolito avesse avuto le gambe più giovani e il fiato meno corto…
    un dettaglio: mi suona bene e spontaneo quando dice “Mamà”, mi risulta poco naturale e non mi suona bene, invece, quando preferisci scrivere “… insieme alla mamma.” anzichè “insieme alla madre”. (si parla di un uomo, non di un ragazzino 🙂 )
    voto Lello, togliamolo da dietro le quinte.

    • Ciao Luisa, il fatto è che noi siciliani siamo fin troppo mammoni, mi è venuto spontaneo scrivere mamma, però son d’accordo con te, suona meglio madre. 🙂
      Sul duello rap son contento che ti sia piaciuto. Ho voluto creare un paradosso tra il bullo di
      quartiere rapper che nonostante la sua aggressività, fugge… rincorso dal povero Ippolito, stanco e provato dopo una giornata di lavoro.
      Come immagine ho voluto ripescare quella ricorrente della mia infanzia, quella vista con charlie chaplin nelle sue comiche mute, in cui rincorre il cattivo, nonostante il suo precario e
      trasandato aspetto fisico.
      In questa scena, Ippolito col la sua camminata felpata e il bullo mi hanno portato indietro nel tempo, facendomi rivivere il personaggio di Charlot.
      Grazie e alla prossima .)

  • Buonasera Alex, gustoso e succoso come un fico, il racconto procede molto pimpante e credo che lo “specialista” e gli sposini li rivedremo presto … intanto, direi di tornare a casa Ancora. Un ritorno alla base e un rilancio per fare da collegamento alle svariate vicende dei protagonisti. Uno sguardo d’insieme.

    • Grazie cactus, troppo buona.

      Credo di si, visto che l’opzione converge per il ritorno a casa Ancora.
      ottima anche l’idea di rivedere gli sposini con lo specialista. 🙂
      Vedremo cosa uscirà fuori dal prossimo capitolo.
      Un saluto

      ps.- probabilmente avevi già votato ieri ?

  • Rieccomi, Alex. Ho votato per tornare a casa Àncora, magari rivediamo Teresina e Flin 😀
    Uhm, ho come l’impressione che la sposina si sarebbe anche accontentata di un “Ippolito” oggi, piuttosto che di un “Sebastiano” domani 😀
    Se dici che la leggenda funziona, ho paura che il barcaiolo abbia una discendenza sparsa per il mondo 😀
    Capitolo divertente, mix ben riuscito di personaggi caratteristici e ambiente in cui si muovono, o forse sarebbe più giusto dire da cui prendono origine. Si intuisce che tu conosca i posti di cui scrivi e forse, chissà, qualche personaggio reale ti ha ispirato 🙂
    Ciao, ti auguro un faraglione di cose belle 😀

    • Che dire Erri… riassumo dicendoti che: tu sei sicuramente un passo avanti. 🙂
      Si certo, qualche personaggio è reale, alla fine del racconto dirò quali tra tutti, e poi sicuramente mi ha ispirato il luogo e l’ Hotel.
      Ti ringrazio tantissimo per la tua disponibilità.
      A questo punto visto l’ opzioni nettamente in vantaggio: A casa Àncora, tranne clamorosi ribaltamenti (improbabili) posso iniziare a a scrivere il capitolo. 🙂
      Grazie Erri alla prox

  • Non male Ippolito 🙂
    Nella frase “Dopo aver tergiversato fieramente” forse mi suona meglio ” abilmente” perché ha risposto in modo cauto…
    Però non ho “visto” molto bene l’azione successiva: “allungò la gamba sinistra di mezzo passo, su cui scaricò il peso del suo corpo.”
    Ritornerai sul discorso di Frank che è rimasto sospeso?
    Voto Lello

    • Grazie Lu, la sensazione è quella che il capitolo ti sia piaciuto. 🙂
      Sul fieramente di Ippolito, si andava bene anche l’abilmente.
      Considera però che Ippolito è stato colto alla sprovvista, rispondendo prontamente ho colto la fierezza nell’aver saputo rispondere.
      Sulla gamba allungata di mezzo passo… (ho tolto Ippolito da una posizione rigida iniziale)
      In realtà è una posizione di “riposo”, che noi maschietti usiamo in certe circostanze.
      Nel caso di Ippolito, era intesa come una posizione ambigua, di attesa.
      Col piede sinistro come se avesse schiacciato qualcosa, puntato avanti, a conferma del punto a suo favore, come per dire a Edilina ” Toh beccati questa!
      Su Franco, vedrò più avanti…
      Adesso devo cercare di tessere la trama che mi sarà anche utile più avanti nel racconto.
      Ciao e grazie

  • ciao Alex,
    un capitolo divertente. L’unica cosa he mi è parsa strana, ma forse è giustificata dal genere del racconto, è la afacilità con cui la ragazza ha raccontato gli affari suoi a un perfetto sconosciuto; in più in presenza di un marito che, dapprima, non alza gli occhi dal cellulare (nonostante il discorso intimo della moglie) e subito dopo guarda quello stesso sconosciuto con disagio.
    Io avrei anche evitato di aggiungere il titolo del film, il rimando era già chiaro.
    Detto ciò, mi è piaciuto lo scorcio che hai descritto e la leggenda, chissà se funziona davvero 🙂
    Alla prossima!
    Ho votato “a casa Àncora”.

    • Ciao keziarica, si è una giusta osservazione la tua.
      Però considera è un un racconto comico/commedia per cui bisogna cogliere gli aspetti meno per così dire normali o inconsueti delle persone.
      E poi è anche una mia caratteristica, quella di puntare l’obbiettivo su aspetti tragi-comici.
      Il mio consueto agro/dolce, è più forte di me, mi viene spontaneo. 🙂
      Cara Kazi, ti assicuro che nella vita reale capitano anche situazioni molto spinte di queste. 🙂
      Ritornando al racconto:
      Il marito non poteva restare indifferente per sempre, ad un certo punto alza gli occhi e guarda la moglie.
      Sul titolo del film, ritorniamo al discorso fatto ieri sul tuo racconto.
      Vale a dire, non sempre e non tutte le persone sanno le cose che potresti sapere tu, in quanto autore. 🙂
      Grazie per le tue considerazioni.

      ps.- sulla leggenda dei giri, ti assicuro che funziona veramente. 🙂

  • Buonasera Alex, un vero paradiso a cui non manca nulla. Ti cito e mi unisco al tuo pensiero che hai dipinto cosi’ bene che , leggendo, mi sembrava di sentire il profumo di mare. Ho votato per un ritorno alla famiglia Ancora. Lasciamo sobollire a fuoco lento l’idea misteriosa.

  • Rieccomi, Alex. Ho votato per scoprire l’idea di Franco.
    Ma sai che mi hai incuriosito e affascinato con i tuoi scorci di Acitrezza? Dev’essere davvero un bel posto. Insomma, mamma Teresina, cosciente o no, ha fatto qualcosa alle chiavi di Ippolito… ammazza, se il microonde fa questo effetto, provo a metterci dentro il cellulare, hai visto mai che magari ne esca fuori un’intelligenza artificiale 😀 😀
    Molto divertenti questi quattro capitoli, tra i personaggi introdotti, mi manca Lello all’appello, nel senso che non l’abbiamo ancora visto in azione. E non mi dispiacerebbe rivedere Flin 😀
    Ciao, ti auguro una settimana rilassante come un bagno di sole, d’estate, su una spiaggia a tuo piacere 😀

  • Ciao Alex,
    rieccomi, che velocità!
    Be’ uno scorcio romantico del paesaggio e un approfondimento sui protagonisti del racconto. Mi hanno spesso mosso critiche (costruttive e sempre benaccette) sull’eccesso di particolari, vorrei fare lo stesso con te rigaurdo alla frase: “Ad un tratto l’attenzione delle due ragazze fu rapita da una musichetta diffusa dall’impianto stereofonico a circuito interno del Riviera hotel che si estendeva anche all’esterno e sulla terrazza.” forse sarebbe bastato scrivere che l’albergo è dotato di filodiffusione e che la musica arriva da lì?
    Per il resto, bene. Vorei conoscere l’idea di Franco.
    Alla prossima!

  • Ciao Alex,
    molto vivida ed evocativa la descrizione dell’hotel e della sua collocazione, Allegra te la invidia moltissimo 😉
    L’unico appunto che mi sento di farti riguarda la frase: “sin dagli inizi anni novanta.” mi suona un po’ strana, forse “dall’inizio degli anni novanta” o “a inizio anni novanta”… è una mia impressione 🙂
    C’è anche un refusino: ” cui andava fiero” manca la preposizione?
    Per il resto il copitolo va alla grande. Visto che mi piacciono gli alberghi, direi di proseguire con le dinamiche all’interno del Riviera Hotel.
    Alla prossima!

    • Ciao keziarica grazie per la tua attenta disamina. 🙂
      Penso che quel ” sin dagli” era diretto per rimarcare proprio i primissimi anni 90′ (1991-1992 ecc..) però per come hai precisato, si poteva evitare. 🙂
      Bene, farò un salto da Allegra per carpire qualche segreto sul suo Hotel. 🙂
      Ciao e grazie per esser passata

  • Ciao Alex.

    Non ho ancora commentato, pur seguendo la storia e votando in ogni episodio )O( <- Chissà se si vedrà l'icona che mi aspetto di vedere?

    Questi fratelli Ancora sono molto curiosi e mi fanno sicuramente sorridere. Originale il fatto di mettere uno dei fratelli a lavorare nel Grand Hotel, insomma non so se è humour però è divertente, fa sorridere, fa pensare, emoziona. Grazie.

    Alla prossima.

    PS: famiglia Ancora

  • Continuiamo con l’hotel assolutamente!
    Alex mannaggia, mi hai fatto tornare la voglia di estate, di posti sperduti nel verde, dei profumi caratteristici di queste meraviglie terrestri!
    Questo capitolo mi è piaciuto più degli altri!
    Avanti così!

  • Ginetto…
    Ho letto i due capitoli e come sempre i tuoi personaggi sono vivi, sono tra noi. Del primo pezzo mi è rimasto in mente un passaggio della luna che si riflette sul Mar Ionio. Nel secondo il pezzo di abbracci con la madre caratterizza i personaggi…
    Adesso che ci sono rimango fino alla fine, avanti!

  • Ciao Alex,
    mi sono persa l’inizio del racconto, o quantomeno la possibilità di votare le opzioni del primo capitolo.
    Effettivamente, dato che ne parli tu, ho notato una certa differenza tra il primo capitolo e il secondo, che mi pare più… maturo. E non si tratta di averlo scritto anni fa, possono essere passati anche pochi mesi, se rileggo cose scritto l’anno scorso mi rendo conto di quanto è cambiato il mio stile.
    Mi risulta un po’ nostalgico il quadro che hai dipinto finora, la madre anziana, il padre che non c’è più, il panorama a cui Ippolito è legato come a un membro della sua famiglia… vorrei sapere che lavoro fa.
    Scusa il ritardo 🙂
    Alla prossima!

    • Ciao keziarica, intanto grazie per esser passata a leggere il racconto.
      Ma non dovevi scusarti, nessuna pretesa per nessun autore, mi piace leggerti. Ovviamente sono felicissimo se e quando gli autori passano a giocare ed a leggere il mio racconto.
      Ad ogni modo, le tue osservazioni sono sempre interessanti, induco sempre alla riflessione e qui su Incipit, è sempre meglio condividere anche e le riflessioni. Ed è uno dei motivi per cui scrivo in questo sito.
      L’idea iniziale di questo racconto è nata nel 2012, però una cosa è l’idea altra cosa è raccontarla (spero degnamente).
      Il filo conduttore dovrebbe rimanere quello in origine e per il resto mi affiderò alla mia fantasia e alla mia vena ispiratrice.
      Ciao e ancora grazie

  • Ginetto, ma un po’ a caso.
    Bello e particolare, questo capitolo, mi è piaciuto.
    L’unico dubbio che ho è di spazio: i particolari sui protagonisti sono gradevolissimi e originali, ma non rischiano di rubare troppo spazio al resto della storia?
    In ogni caso, è stato molto piacevole leggerli 😀
    Ciao, a presto

    • Ciao Max, hai visto giusto.
      Infatti è il mio solito problema: inizio a scrivere una storia, poi non so dove andrò a parare.
      Mi è successo con i racconti precedenti, mi succederà anche in questo, ma intanto scrivo e poi si vedrà. 🙂
      Grazie per l’apprezzamento, spero di continuare su questa strada.
      ciao

  • Buonasera Alex, ti voto il Ginetto e vedo che la maggioranza mi aiuta.Mi piacciono i racconti in cui compaiono famiglie, meglio se simpaticamente “scombinate” come questa dei fratelli Ancora.Bella anche l’ambientazione. Il volto sorridente di Acitrezza,a smentire quello “tragico” tramandato nei Malavoglia.Ti seguo con piacere e il sorriso sulle labbra..

    • Salve cactus, si, stavolta andremo controcorrente, i Malavoglia rimarranno un antico ricordo.
      Se hai avuto la fortuna di visitare quei posti, sarai rimasta sicuramente affascinata. 🙂
      E infatti, l’impressione che ho avuto, pari, pari la stessa della tua: “Il volto sorridente di Acitrezza,”
      Così deve essere.
      Grazie infinite per il tuo apprezzamento. Spero di far bene.
      A presto

  • Buongiorno Alex
    Bene, adesso conosciamo meglio i caratteri opposti dei due fratelli. Chissà se, in seguito, questa differenza porterà a degli avvenimenti contrastanti.
    Due dettagliucci: ho trovato qualche ripetizione “Fiat Panda” e un uso “generoso” dell’aggettivo possessivo “sua”. Nella frase “i due passano intere giornate a giocare sul lungo mare” forse volevi scrivere passavano.
    Ri-voto il lavoro di Ippolito.

    • Grazie Louise per esser passata.
      Attentissima come sempre, e utilissima alla buona causa. 🙂
      Si, rileggendo mi sono accorto (purtroppo dopo) di alcuni errori e qualche refuso.
      Proverò a rimediare, ma qui sul sito sarà un pò difficile.
      ok, andremo avanti coi fratelli, speriamo bene.
      Ciao

    • Salve Feather mi sento davvero molto lusingato.
      Grazie infinite
      A proposito di personaggi del racconto, ci crederesti che ho stravolto la mia idea iniziale… appunto sui personaggi.
      Il soggetto in questione è datato 2012, per soggetto intendo: l’idea, la traccia di una possibile storia. All’epoca l’intenzione e la finalità doveva esser quella di realizzare un film comico/commedia. . Per anni è rimasta solamente l’intenzione.
      E i personaggi di allora sono diversi da quelli odierni.
      Che resti un segreto tra noi…:)

    • Per come dissi nel precedente racconto: cerco di tenermi impegnato, e a quanto pare grazie a TI e grazie a tutti voi ci sto riuscendo.
      E mentre il ferro è caldo cerco di batterlo per bene.
      Si, e la mia idea su quella famiglia non “finirebbe” ancora….
      Spero di renderla sempre più interessante..
      Ciao grazie e buona Domenica

  • Quando vivevo a casa con i miei, mio fratello aveva sempre l’abitudine di mettere le chiavi della macchina dentro al cesto del pane, perchè così diceva era sicuro di non perderle! In effetti non le ha mai perse, ma per quale motivo non le metteva nel portachiavi vicino alla porta d’entrata non l’ho mai capito. Bell’inizio Alex, mi immagino Ippolito come un mammone di mezza età un po’ sciatto; vediamo com’è suo fratello, d’altronde anche lui deve essere un personaggio importante nella storia, visto che è un fratello Ancora!
    Al prossimo!

    • Ciao Flow, sono contento di leggerti, anzi doppiamente contento.
      Prima perchè non mi aspettavo il tuo bel commento. Risultò una bella sorpresa. 🙂
      E poi perchè sono sicuro che I fratelli Ancora, ti coinvolgeranno e ti invoglieranno a scrivere, e quindi sono sicuro che tornerai a completare il tuo racconto.
      Si, penso che in ognuno di noi si nasconde qualche piccola mania. Qualcosa di ripetitivo o di insolito… Certo che la Teresina ha sorpreso e non poco il povero Ippolito… 🙂
      Vediamo cosa succederà, sono curioso anche io…
      Il bello di scrivere in TI è proprio questa strana consapevolezza di poter scrivere qualcosa che non ho mai pensato o pianificato . (almeno per me)
      Ecco perchè son curioso anche io, perchè non so cosa potrò scrivere domani o fra qualche giorno, nonostante l’idea iniziale.
      Ciao e grazie

  • Se hai iniziato parlando della sveglia per Lello, non vedo perché non dovresti presentarlo nel prossimo capitolo. E’ sempre bello leggere storie ambientate in luoghi che conosco o in cui sono stato, come il golfo di Ognina, e il tuo approccio mi da l’idea che tu lo conosca molto bene.
    Beh devo dire che hai uno sbocco abbastanza grande sulla trama che non si è ancora avviata del tutto. Unica pecca, fai attenzione alla punteggiatura, ho notato un paio di punti scambiati con virgole o subordinate che finivano col punto, staccate dalla principale, ma niente a cui non si possa rimediare.
    alla prossima
    JS

    ps, riconosco la rottura di cabbasisi del dover mettere il grassetto a tutti i discorsi diretti, ma non è una cattiva idea

    • Salve John, ti ringrazio per il bel commento e per i preziosi consigli.
      Sui “cabassisi” ho preferito mettere il corsivo, come per altri termini dialettali.
      Si,certo. Seppur vivendo nell’entro terra, conosco quei posti, in cui ho vissuto momenti belli e purtroppo momenti anche tristi.
      L’idea è quella di realizzare una commedia comica, (non tragico/comica) per quanto riguarda la trama, per forza di cose si dovrà delineare nei successivi capitoli.
      Ho visto che le opzioni sono sulla parità, pertanto mi toccherà aspettare l’esito finale (consolidato) prima di iniziare a scrivere il secondo capitolo. 🙂
      Ciao e grazie

    • Ciao Feather, grazie per la fiducia.
      Cercherò come sempre di fare del mio meglio.
      Il genere comico/commedia a dire la verità: mi ha sempre attratto.
      Capisco però che è assai difficile da scrivere.
      Pertanto una sfida importante (per me) “sarebbe” quella di poter terminare degnamente i 10° capitoli.
      Grazie per esser passata

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