L’UOMO DEI NUMERI

Dove eravamo rimasti?

Cosa avrebbe fatto la protagonista? Pensiero sparso romantico: sarebbe rimasta ferma, lo avrebbe aspettato, non voleva fare altro. (56%)

...non si colma un abisso con l’aria.

Era arrivato e trascorso il natale. Muto.
Iniziavano e finivano le giornate chiassose e le nottate alcoliche con gli amici.

Avevo il cuore stanco. La recente felicità aveva scosso la mia interezza. A dirla tutta il mio cuore era a brandelli. Sentivo la necessità di spegnerlo. Per un po.

Dopo le serate infinite, vagavo per la mia città, in auto, con la musica e i pensieri alti come muri. Trattenere il tumulto delle mie emozioni era una gran bella sfida. Girare, alle tre del mattino, col gelo, da sola, mi dava l’impressione di essere lui. Vivere la notte, come era solito fare udn, mi faceva sentire più vicina. Era il suo mondo. Il suo modo. Il suo vangelo. Pensai che così avrei trovato presenza nell’assenza. Pieno nel vuoto. Anche se – si sa – non si riempie un abisso con l’aria.

(pensieri sparsi: passavo spesso, quando ero nella mia città, davanti al muro di cinta di un ospedale, che portava una scritta sporca e disadorna che diceva così: “sul ritmo che la banda tiene ci puoi dire ciò che sei”. Chissà perchè, nei miei mille giri quotidiani, almeno con la coda dell’occhio, la guardavo. C’era un che in quella frase che mi attraeva. E in quel momento di guerra in testa e caos nell’anima, trovavo pace nel ricongiungermi alle mie certezze, ai piccoli riti quotidiani. Rimasi a guardarla una notte in particolare, in cui mi mancava…il respiro).

Avevo l’impressione che lui mi avesse sfogliato frettolosamente, come un libro. E ora, voltata la pagina, fosse passato ad altro. Altra pagina? Altro libro? Per lui ero come cancellata, elisa. Trasparente, non per purezza ma per invisibilità. Ero tutta li. Un cane sciolto. Nulla da vincere. Nulla da perdere.

Mai provato nulla di simile accanto ad un uomo.
Mai provato nulla di simile dopo aver perso un uomo.

Ero persuasa di non gli avergli lasciato tracce di me nell’anima. Mi sentivo zero. Non passibile d’amore.
Eppure avrei giurato che era reale quando era entrato nella mia vita. Era possente la sua forza nel presidiare la mia vita. La sua presenza non era casuale ma precisa e calibrata. E mi sembrava così intenso e denso quel che avevamo vissuto. Il legame.

E allora perché era entrato e uscito dalla mia vita, come un cowboy dalla porta di un saloon? 
Mi aveva detto di volermi bene e che ero la sua ancora. E poi era sparito in un attimo. 

Domande.
A rispondere solo le urla del silenzio. E quelle non scandiscono le parole. E mentre le orecchie sono intorpidite dal dolore, neppure le senti. 
Ma di certo v’era che chi vuol bene non sparisce. E se a volerti bene è un uomo dei numeri come lui, strutturato, sottile, complesso – sebbene possa non amarti – ti accompagna nel distacco perché conosce il dolore. E soprattutto sa cos’è l’etica dell’addio.

(pensieri sparsi: l’etica dell’addio era uno dei punti di forza sul quale lavoravo con meticolosa attenzione. Mio padre aveva abbandonato tutti. Non era morto. Ma aveva inteso far sentire a tutti il vortice della sua assenza. Io stessa, avevo abbandonato il veliero del mio matrimonio senza trovare il tempo di spiegare, pensavo che il tempo e la lontananza avrebbero parlato da soli, e avevo spezzato il cuore al padre dei miei figli. Era una vendetta. Ma comunque un abbandono. Dunque, nel riflettere sulle sofferenze inferte e subite, mi impegnavo a trovare l’equilibrio anche nel distacco, facendo si che diventasse un processo graduale).

Sapevo soffrire. E pur non sapendo incassare colpi bruschi, riuscii a sedimentare il dolore. Il non comunicare. Il lasciarmi macerare la ferita, l’avermi buttata senza obblighi, senza strascichi, senza dubbi, che mi aveva tolto il fiato, già corto di suo, mi aveva costretto a ricominciare a volare.

Decisi di chiudere quella fase. E di ricominciare, da sola. Ancora.

Gli inviai un messaggio vocale.

Volevo vederlo. Dovevo sovrascrivere la scena in cui mi aveva detto che voleva troncare. Che non era pronto per me e che da quel momento avremmo separato le nostre vite.

Gli avrei detto con gli occhi e con la voce, che il mio tunnel del dolore e del distacco lo avrei continuato lo stesso, ma che da quel momento in poi sarei stata pronta a ricominciare il mio cammino, senza lui, anche a cuore spento. Se lo avessi ritrovato dolce e accogliente, forse avrei avuto il coraggio di chiedergli di trattenerci nelle reciproche vite almeno solo con un filo rosso. Per sentirci ogni tanto. Senza strappi.

Ma non ci contavo. Le sue erano state parole nette e decise. Cosa era potuto cambiare?

Mi disse di si. Ci incontrammo.

Mentre lo aspettavo, in macchina, ero tranquilla. Sapevo che non avrebbe frainteso le mie intenzioni. Era pulito udn. Mi sentivo soddisfatta per aver preso quel coraggio di vederlo.

Me lo aspettavo sereno, felice, sollevato e cordiale.

Entrò in macchina.

  • Hey! Come stai…
  • Contenta di vederti, tu?
  • Anch’io. Ma non sei arrabbiata?
  • Io? No! Dovrei?
  • Come sei bella! Posso prenderti le mani?
  • Ma che dici, sono uno straccio. Certo che puoi!

Mi accarezzò. Lo accarezzai. Tredici giorni sigillati in quei sorrisi. Più consapevoli.

Ci abbracciammo. Forte.

Cosa succede ora?

  • Pensiero sparso complesso: si parlano, si raccontano, diventano amici. (36%)
    36
  • Pensiero sparso romantico: si raccontano, si baciano e ricominciano a frequentarsi. (45%)
    45
  • Pensiero sparso semplice: si parlano con dolcezza e poi si lasciano andare, ciascuno per la propria strada. (18%)
    18
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48 Commenti

  • Ho letto i vari capitoli di questa storia che si è interrotta. Come andrà a finire? Hai intenzione di riprenderla in mano? Perché la vicenda è interessante. Sembra più un diario che una storia inventata però. Comunque mi permetto due osservazioni.
    La prima riguarda i personaggi. Insomma lui è descritto come un narcisista, e va bene, anche se ha tratti singolari per un narcisista. Tu dici che tiene sempre in conto l’opinione di lei, che di lei ha un rispetto quasi “onirico”, che dimostra grande generosità nel metterla spesso al centro delle sue attenzioni, che ha un animo nobile etc. Non sembrerebbe proprio un narcisista, oppure è un narcisista molto sui generis.
    Poi c’è lei. Lei sembra una specie di santa che non parla, non comunica, trattiene tutto dentro di sé, si esprime per lettere, boh, a me ha dato invece l’idea di una innamorata più dell’amore che di un uomo. A ben guardare lei di problemi ne ha e pure grossi: trascurata affettivamente da piccola (episodio dei 18 anni), padre adorato e idealizzato che pure lui non esprimeva mai le proprie emozioni o dolori, paura dell’abbandono, sindrome da dipendenza affettiva, problemi di comunicazione del vissuto interiore, fino al suicidio. Per carità, non dubito che ci siano donne così, da donna ne ho conosciute anche per motivi professionali, ma erano caratterizzate da un disturbo borderline di personalità. E una storia tra un narcisista e un borderline non può funzionare.
    Poi c’è la questione della trama: lei non sembra avere alcuna responsabilità nel naufragio di un rapporto del genere, è solo rassegnata. Però una così ha avuto il coraggio di lasciare il marito spezzandogli il cuore. E allora? E’ una coraggiosa al punto da mettere in discussione il matrimonio e però poi si rassegna alla distanza che l’udn pone senza un apparente motivo al loro legame senza nemmeno combattere?
    Scusami se sono stata molto esplicita nelle mie critiche, ma dalla storia traspare quasi un vissuto molto sofferto, e però è come se mancasse un pezzo di storia, è come se tutte le responsabilità fossero da una parte sola e nella vita non è mai così. Comunque complimenti perchè la vicenda è coinvolgente. Spero tu prosegua aggiustando un po’ il punto di vista.

    • Buon pomeriggio, e scusa se ho impiegato poco meno di un anno per ricollegarmi e risponderti. Intanto ti ringrazio per aver letto ed esserti presa la briga di dettagliare i tuoi pensieri come a ricamare finemente un tessuto. Concordo su gran parte delle accezioni che ponevi al riguardo – ad esempio – della contrapposizione fra i tratti dei personaggi, combattuti e combattenti le loro battaglie interiori e avverso la vita… Quanto alle pieghe della trama, se dici di essere del mestiere come mi pare di aver letto, non faticherai a comprendere che, nei rapporti umani si subisce o si infierisce, si è più o meno indomiti, a seconda di quanto la vita stessa ci metta in difficoltà, non soltanto a seconda nelle nostre indoli. Dunque la donna coraggiosa può esser diventata debole poichè stanca e il narciso può esser stato a sua volta vittima nel passato di tradimenti o compressioni della sua personalità che lo hanno reso tale. Dunque, nel rinnovare il ringraziamento, e soprattutto nel raccogliere l’esortazione a continuare la stesura, attendo riscontro per gli eventuali nuovi capitoli a venire… A presto, chissà! Grazie

  • Ben trovata Ally! Stile inconfondibile il tuo.
    Dirà di no.
    È il ritratto di un narciso…non dará se stesso, se non l’immagine di se che potrà servirgli. Almeno non si darà prima di aver dato filo da torcere! Sei solo al 4 capitolo…non é così?
    Ti seguo con curiosità

  • Lui sa che lei è troppo, che non sarà mai al suo livello, e questo per lui è motivo di fuga e di attrazione.
    Loro già si appartengono, lui deve solo avere il coraggio di arrendersi a questo. Ma vorrebbe dire non dirigere lui …

  • Ally!
    Sempre particolare il tuo stile.
    Ho votato per il diventare amici…in realtà manca la nozione dell’attrazione fra i protagonisti. Quindi un’evoluzione diversa dall’amore può essere interessante nel caso non si attraggano…

    Grazie! Continua cosi…

  • Ben trovata Ally! Aspettavo il prosieguo.
    Ok…si rivedono. Ma direi che è il caso di farli innamorare. No?
    La frase sul muro dall’ospedale è molto intrugante.

    Ti seguo con molta attenzione.
    Belli i pensieri sparsi.
    Scrivi!

  • È strano questo uomo dei numeri, tanto strano quanto maledettamente reale. Deve essere proprio uno di quegli uomini che non si innamora, per noia, per rivalsa o semplicemente uno di quelli che fa passare i suoi anni migliori senza costruire nulla.
    Mettere le mani avanti è sempre un sinonimo di disonestà, anche se lo si fa in maniera poetica, voto per il “solo sesso”

    • Grazie!
      Si. Da un capitano senza veliero ad uomo dei numeri senz’anima. Bella sfida……provo.
      Non ho idee di come procedere. Far impazzire lei forse è un modo…non so.
      Tagliare i ponti, non credo.
      Restare…scontato.
      Vedremo!

      Felice che mi leggi!

  • Buon anno Ally!
    Leggere quello che scrivi è come viverlo!
    Intriganti entrambi i personaggi. Lui è confuso dalla dolcezza della protagonista. E lei ha più paura di lui.
    Ho votato per lei che ama tacendo. Credo che tu abbia in serbo un colpo di scena…
    Seguo!

  • Ciao Ally ben tornata.
    Sempre interessanti i tuoi incipit, e ammetto che amo leggerli.
    Insomma, la tua protagonista mi sembra molto più intrigante del suo uomo dei numeri.
    Per cui, la curiosità è tanta.
    Ed avendomi già fatto mezza idea, voto per:
    lei lo aveva tradito.

    ps.- Sui tramonti marini abbiamo qualcosa in comune. 🙂
    Buon fine e inizio Anno nuovo.

    • Ciao Alex!
      Grazie di leggermi…si. beh…hai colto un aspetto chiave. La protagonista e l’uomo dei numeri hanno molto in comune.
      Sul se…e chi tradira chi…vedremo.
      Per il momento sto provando a delinearne i contorni.

      A prestissimo!
      Quasi all’alba del nuovo anno…
      Auguri!

    • Ciao Louise! Felice di ritrovarti a leggermi.
      Le tue parole mi daranno spunto:
      …”chi abita il mondo astratto dei numeri corre spesso il rischio di non vedere le cose concrete sotto il naso”…

      Verissime.
      Lui…udn…è un giovane d’età ma nobile nei sentimenti. Volevo accentuare questa sfumatura. Ci riproverò a brevissimo nel capitolo due.

      Grazie. Sei preziosa!

  • Un grande ritorno Ally! Bellissimo il tuo modo.
    Eheheh…uomo dei numeri…ok. Ci sta, mi piace. Ma che vuol dire? Lo spiegherai vero?
    Ho scelto di votare per l’uomo traditore. Un uomo non è mai confuso, neppure nei racconti, a meno che non sia innamorato perso. E la protagonista adultera farebbe troppo fiction.
    Chissà…ti seguo!

    • Ei! Grazie di seguirmi e di avermi spiegato la sua scelta.
      Vero…le donne non tradiscono gli altri…e gli uomini non tradiscono se stessi.
      Sulla confusione, bah…non so. Vedremo cosa scenderà nella mia penna…
      A prestissimo!

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