Dove eravamo rimasti?
Scavalcato
Marcus era combattuto, il gelo che andava condensandosi amplificava il suo istinto di combattere o fuggire. Le passioni scellerate celate nel suo animo, spinte dagli occhi dell’eremita, spingevano ovunque pur di uscire dando adito alla sua sponte di aggredire il bastardo che stava prendendosi gioco di lui: era addestrato a combattere il male, che poteva fargli un frate abbandonato? I ricordi della sodomia, prima subita e poi accettata e goduta, spingevano per fare del suo avversario oggetto di piacere ma poi, come rapide visioni, i momenti di preghiera con padre Steniel congelavano i suoi nervi, dandogli la lucidità di incedere lentamente verso l’inginocchiatoio. Il giovane esorcista tremava ad ogni passo, e la parte che gli chiese più di ogni altra fu quella di non aggredire l’eremita mentre gli lasciava la missiva. Abbandonata questa su un ripiano di legno, il ragazzo si girò e, a passo cadenzato, si diresse verso l’uscita.
Pater Samonios osservò l’esaminato andarsene e, dopo aver annuito a Steniel, si volse per leggere la lettera.
I due discesero la scala di pietra dissestata che li aveva portati fin lassù senza dire una parola. Marcus, silente per il nervoso, poteva quasi immaginare il sorriso soddisfatto del suo mentore «Ci sono quasi cascato»
«Quasi»
«Ho capito perché quella di Pater Samonios è una prova di passaggio»
L’altro annuì «Se puoi resistere a lui, il demonio non dovrebbe essere chissà che»
Una voce nuova e gioviale li fece sobbalzare «Sarai un buon assistente, Marcus»
L’attimo dopo, Pater Samonios era tra i due: li prese entrambi a braccetto, trascinandoli lungo la scalinata di gran carriera «Non uscivo da un pezzo da quel tugurio, un po’ d’aria mi farà bene»
Marcus guardò con cautela il nuovo arrivato… Era sempre l’eremita?! Il saio lo riconosceva, ma gli occhi d’oro non c’erano. Il cappuccio tirato giù rivelava un uomo intorno ai trentacinque anni, moro e col volto affilato, dagli occhi scuri.
«Allora» continuò Samonios «Andiamo al lavoro?»
–
In qualche modo, l’oscuro eremita era riuscito a dimostrarsi gioviale e simpatico, al punto da non sembrare più un’ombra da temere e fuggire. Anzi, era stata un’ottima compagnia per tutto il tragitto a piedi fino al paese e non si era mai zittito per tutto il tempo, altalenando tra un accento vagamente tedesco e una dizione in perfetto italiano, scevra di ogni inflessione. Fuggendo ogni possibile domanda, Samonios si limitava a raccontare di eventi storici curiosi, simpatici e talvolta spaventosi. La sua dialettica era disarmante e spesso a doppio senso, al punto che i due esorcisti non capirono se il suo eloquio era un modo di rispondere o di ignorarli. Solo una volta messo piede in carrozza aveva ceduto a un sonno profondo dal quale si era risvegliato solo verso il tramonto, all’arrivo nel torinese «Bene, eccoci»
«Ben… Svegliato?» azzardò Marcus.
«Grazie» rispose arzillo, non sembrava affatto una persona destatasi da pochi attimi. I suoi occhi si volsero verso la chiesa, destinazione del viaggio.
«Pater…» provò ad aprir bocca Steinel.
«La pover’anima si trova ancora qui, suppongo»
«Certo» confermò il sacerdote più anziano.
Il trio si diresse lentamente verso il portone «Ricapitoliamo. Ogni giorno una donna si scopre, all’alba, a scrivere delle parole prive di senso, ancora e ancora, e le firma “Lucis Fero”. Se prova a ricordare cosa ha fatto durante la notte, rammenta solo il volto di un uomo addormentato»
Volendo far bella impressione, rispose Marcus «Il portatore di luce, il Nemico»
«O la chiave. Perché nessuno mi ha portato uno dei suoi scritti?»
«Chiave?»
Steinel rispose al resto «Sono documenti riservati all’ordine degli esorcisti, non possono lasciare gli archivi senza-»
«Solite scartoffie, ho capito» poggiò le mani sulle porte della chiesa e si volse verso i compagni «Dite che i vostri colleghi possono già farci interrogare la “posseduta”?»
«Non credo ci siano problemi»
«Ottimo, padre Steinel. Si prepari a godersi un po’ di riposo, non lavoro mai con più di un assistente, e il giovane Marcus mi sembra sappia il fatto suo»
Sentirsi scavalcato non gli piaceva. Stava per replicare, ma rammentava quel che diceva la lettera: se Samonios avesse accettato, i due preti sarebbero stati ai suoi ordini.
«Tu invece, caro braccio destro, preparati a far due chiacchiere con la signora. Tra non molto sarà notte e avrà voglia di scrivere»
——
Editoriale:
Approfitto di questo spazio che mi è avanzato per scusarmi coi lettori, lavoro e impegni mi hanno portato via un bel po’ di tempo e continuare la storia non mi è stato possibile… Spero di poter mantenere una cadenza settimanale ma, sopratutto, di riuscire ad appassionarvi narrando il passato di un personaggio a cui devo molto. Per il resto, vi ricordo che questo racconto, seppure sia uno spinoff del romanzo “Anima d’Ombra – Strige Nero” è leggibile anche da solo e non va ad inficiare la godibilità del libro da cui è tratto. La vera domanda però è: spinoff… su chi?!
Michele.
Che farà Steinel?
- Andrà nel suo ufficio a raccogliere dati relativi alla possessione (0%)
- Spierà Samonios (0%)
- Osserverà Marcus al lavoro (0%)

31/01/2019 at 16:06
Ciao Michele,
interessante incipit, dai connotati più horror che noir, ma arriverà il delitto, immagino.
Il capitolo d’esordio è ben scritto, ho trovato lo stile asciutto e coinvolgente, avrei evitato la frase: “e vie del Signore, si sa, sono infinite.” interrompe il patos e non aggiunge nulla alla storia, almeno secondo me 🙂
Mi è piaciuta, invece, molto la frase: “Rassegnato, il mentore seguì l’allievo, lasciandosi il respiro alle spalle.” classico esempio del mostrare senza dire.
Bravo, attendo il secondo.
Alla prossima!
31/01/2019 at 18:48
Premetto che io ho un problema enorme: ho problemi a fare lavori di genere, tendo sempre ai blend. Weird thriller è sicuramente una definizione più adatta per questo racconto (e per il libro e i racconti a cui è collegato). Ci saranno componenti horror, ma il cuore di tutto è l’indagine sulla setta delle maschere.
Per il resto son contento che ti sia piaciuto e grazie di avermi fatto notare l’inchiostro sprecato… Quando scrivo cose brevi ho il difetto di non lasciar fermentare il tutto almeno un paio di giorni XD