Dove eravamo rimasti?
E CONDANNA SIA!
Dietro sua figlia ora vede Sauro, che ha il suo stesso viso; alza gli occhi e incontra i volti immobili di Lia, di sua madre e di decine di altri individui dagli sguardi spenti. Si precipita verso uno di loro, lo colpisce con forza. La testa si stacca e ora penzola su un lato. Dal collo spunta un intrico di meccanismi lucidi e cavi da cui scaturiscono scintille azzurrognole. Roberto è incredulo, colpisce ancora, uno a uno i corpi cadono e rivelano la propria anima di titanio e circuiti.
«Sauro!» urla, è disperato.
Le immagini si sdoppiano davanti ai suoi occhi. Il prato ora è un pavimento lucido che riflette decine di piccole luci artificiali, fitte come stelle nella volta celeste.
«Non esiste Sauro, glielo ripeto. Sauro è solo una proiezione della sua mente. Abbiamo tentato di indagare nel suo inconscio, di capire cosa è successo e perché, ma lei non ci ha lasciato scelta. I tentativi con gli androidi sono falliti. Lei è un criminale, Roberto Sauro, non è recuperabile e non ci ha fornito alcun aiuto per lo sviluppo di tecniche per la prevenzione del crimine materiale. Per questo lei è condannato all’esilio cosmico, per volontà del tribunale interspaziale di Terra VI. In relazione alla Legge numero 1054 del Dodicesimo Decreto Interplanetario: per i delitti plurimi, compreso quello della sua stessa figlia e di sua moglie, lei sarà rinchiuso in una capsula eterna, lascerà questa base orbitale e vagherà nello spazio profondo fino all’esalazione del suo ultimo… respiro. Ha compreso quanto appena detto?»
Roberto fissa la donna con aria smarrita, no, non ha capito, ma non riesce a parlare, ha la gola secca.
«Acqua» mormora appena.
La donna lo fissa con sguardo distaccato e muove il mento in direzione di qualcuno alla sua sinistra, qualcosa si muove. Lui si muove. Il lettino su cui è immobilizzato torna nella posizione originaria e lui si ritrova supino. Le due persone armeggiano con il suo corpo, avverte un ronzio e poi un click. Il suo braccio destro viene rimosso, stessa sorte tocca a quello sinistro. Ancora ronzii, scatti metallici di quello che pare un cricchetto. Altri due uomini si sono avvicinati e ora armeggiano con le sue gambe. Ogni parte del suo corpo, del suo corpo artificiale, viene rimossa. Non resta nulla solo una sensazione di sé.
«Smontiamo anche la testa?» chiede qualcuno.
«No, ha bisogno di un involucro per continuare a captare quello che gli sta intorno.»
«Non capisco perché dovremmo sprecare componenti costosi per lasciare delle sensazioni a un chip.»
«In quel chip è contenuta la coscienza di Roberto Sauro, perché la pena abbia il suo effetto ha bisogno di percepirla. Smetti di fare domande, ora. Sigilla l’alloggiamento e controlla che i sensori siano attivi, è arrivato il momento.»
Roberto traballa spinto fino oltre la porta aperta sullo spazio infinito. L’ambiente è pressurizzato e protetto da un pannello trasparente. La Capsula viene avvicinata e Roberto si sente sollevare e posizionare al suo interno; è come un sarcofago, una bara di solida lega indistruttibile.
Con un soffio la capsula viene sigillata, gli manca l’aria, un cuore inesistente gli martella nel petto impazzito. Non può essere… «uccidetemi» sussurra, ma nessuno può sentirlo.
All’improvviso uno strattone, poi un tremolio sotto la capsula e infine il lieve galleggiamento, segno del definitivo distacco dalla base orbitale.
Il suo io profondo avverte sensazioni che non possono esistere, il terrore gli gonfia la gola amputata e fa tremare un corpo che non c’è più. Forse morirò, pensa, ma il suo pensiero presto è inghiottito dal buio.
*
Nella cella spoglia ritrova la botola, è socchiusa e se si avvicina abbastanza può guardarci attraverso, può infilare una mano nello spiraglio rimasto aperto, può vedere le risaie sterminate sotto di lui. Sente il bisogno di andare di cadere, di trovare pace.
E allora la apre, il vento fresco gli scompiglia i capelli e gli deterge il sudore dal viso. Si sente così leggero, pronto per raggiungerle. Le vede, sono sotto di lui e sono così belle. Precipita nel vuoto, una caduta infinita, dolce, verso l’oblio.
«Non perderti d’animo fratello mio, riusciremo a riportarti a casa»
La voce di Sauro gracchia da un altoparlante invisibile e lo riporta alla capsula.
«Sauro?» chiama con un filo di voce.
«Sì, fratello. Lui ha deciso. Sarai dei nostri, ancora e per sempre. Lui ha deciso, non temere. Ti aiuteremo.»
«Come?»
Un fruscio, poi ancora la voce distorta: «come abbiamo sempre fatto. Lasciati andare, fratello… rinvenimento… protocollo di rianimazione attivato…»
La voce di Sauro ha lasciato il posto a una voce aliena, che Roberto non conosce. L’arsura torna ad aggredirgli la gola. È nuovamente vigile e disperato.
Nella capsula in allontanamento, la voce della donna gracchia un laconico: «Caso 7498, espletato. Detenuto espulso. Impostare protocollo di rianimazione continua.»
26/08/2020 at 10:32
l’uomo a un certo punto capisce che era in una cella di un carcere.
28/07/2020 at 11:11
Luomo cerca di ribellarsi con chi la fatto finire in quel brutto posto
18/12/2019 at 21:12
Wow. Ho recuperato gli ultimi due e devo dire che siete andati oltre ogni più rosea aspettativa. Avete osato, pur senza venir meno alla coerenza interna alla storia con il risultato affatto scontato che tutti i pezzi del puzzle si sono incastrati alla perfezione. Bene, benissimo anzi. Direi che potete dirvi soddisfatti dell’esperimento. Storia che avrebbe meritato molta più attenzione. Peccato davvero.
Su questo però Vi rimando alla lettura del mio penultimo commento. Alla prossima (sperando che ce ne sarà una)
10/12/2019 at 13:37
Credo che Roberto sia un soggetto schizofrenico, siccome immagina persone che non esistono, ma sono proiezioni di se. Questo racconto è cyberpunck, mi piace il genere.
16/12/2019 at 10:51
Ciao, Luigi.
Intanto, grazie per essere tornato a leggere il finale. Roberto è stato molte cose, figlio di sei menti diverse che lo hanno generato, fatto muovere in mondi costruiti da molteplici idee. Questo racconto è stato portato avanti come un esperimento e possiamo ritenerci soddisfatti del lavoro svolto.
In relazione alla tua interpretazione della storia: Roberto ha subito l’interazione di droghe, di esperimenti sadici volti a riportare a galla ricordi sopiti e meritevoli di condanna, ha dovuto vivere e rivivere esperienze del passato e di un presente fittizio. In qualche modo, per come lo abbiamo pensato, un po’ schizofrenico lo è. Felici che ti sia piaciuto, chissà se ci rivedremo…
Nel frattempo vorremmo augurarti Buone Feste Imminenti.
30/11/2019 at 19:04
Potete votarmi? Sono rimasto troppo indietro.
10/10/2019 at 13:41
Mi piacciono queste storie. Una storia di faiglia, di un uomo che in un primo momento sembra un normale detenuto, di cui non dice mai il motivo per cui sta in carcere, in un secondo momento, semra che si tratti di un uomo cieco ed in fin di vita, costretto a prendere una medicina che gli fa uscire del liquido dall’ombelico, e poi si scopre che quelle cose che vedeva nella mente, non erano ricordi reali. Non era la sua famiglia.
16/10/2019 at 09:30
Ciao, Sauro e benvenuto.
Sono contento che la storia ti piaccia!
Mi scuso per il ritardo con cui ti rispondo, ma per fortuna tua, arrivando ora non hai dovuto attendere tra un capitolo e l’altro 🙂
Sì, ci sono un sacco di cose, in questa storia, forse pure troppe 😀 ma contiamo di dare un finale coerente a questo marasma.
Forse 😀
Grazie mille del voto e del commento
Ciao, a presto
12/09/2019 at 17:44
Dopo tanto tempo sono tornata e ho recuperato il vostro racconto. Siete veramente una grande squadra, la vostra scrittura coglie sempre di sorpresa. Ancora sono un po’ confusa, ma presto attenzione per arrivare al finale. Magnifica, unica e ben riuscita quest’esperienza di ‘sei scrittori in uno’. Non è facile, ma voi siete stati bravissimi a mettere sei teste insieme in completa armonia.
Alla prossima!
13/09/2019 at 09:07
Buongiorno, Charlot, e grazie per i tanti complimenti 🙂
Riguardo alla confusione, be’, periamo di diradarla un po’ negli ultimi due capitoli, ma non te lo posso garantire 😀
Grazie di tutto, a presto
11/09/2019 at 08:18
Decisamente in un corpo artificiale.
Ragazzi ma quanto siete diventati bravi? E quanto bene vi sta facendo quest’esperienza? Ma voi una roba così la dovete assolutamente replicare, ché insieme funzionate alla grande! Molto, molto bello questo ottavo, forse il più bello tra quelli letti fin’ora… non ho consigli da darvi, solo non vedo l’ora che sia finito per rileggerlo dal principio, ché la sola cosa che manca è un po’ di regolarità negli appuntamenti ma quello si spiega con i sacrosanti tempi del confronto che deve essere una roba non facile, immagino. Bravi, solo questo dico.
Ah e fossi in voi non mi farei troppi problemi a dare maggior risalto al racconto ricorrendo a pratiche che sono sicuro avete scartato in ragione della vostra onestà.
Non si fa, lo so, ma nel vostro caso sarebbe un po’ diverso dacché theIncipit, come sapete perfettamente, è fatto di scambi di opinioni; insomma è anche commentando gli altri che ci si fa conoscere, solo che commentare gli altri come Six Pistols per voi è impossibile e questa cosa vi sottrae una bella fetta di visibilità ed è un peccato perché il racconto merita e meritate voi… si tratterebbe di compensare in fondo, niente di più. Si, lo so, non mi ci vedete nei panni del demonio tentatore e non mi ci vedo manco io per la verità però ci dovevo provare anche se so già come andrà a finire…
12/09/2019 at 08:50
Ah Ah, Lou, sei troppo buono e il mostro dodecapodo che risponde a questo nick ti dedica ben sei sorrisi riconoscenti, uno per cefalo 😀
La “sregolatezza” degli appuntamenti, per quanto di certo non l’unico, è effettivamente un grave problema, ma in effetti mettere il signor (o la signora) SixPistols d’accordo con se stesso/a non è facile. A tal proposito, una delle sue teste borbotta spesso “Sesi concas, sesi berrittas”: ogni testa indossa un cappello diverso 😀
Un minimo di “promozione” ce la facciamo, leggiamo qua e là, proviamo a dare consigli… Proveremo a farne un po’ di più, chissà che qualche autore/lettore non sia ancora in tempo di innamorarsi tardivamente del nostro fantascienzosmagorico racconto 😀
Grazie ancora, grazie davvero
Ciao, a presto…o almeno “a non tardissimo” 😀
10/09/2019 at 20:41
La mia confusione regna. Purtroppo, non ricordavo molto dei capitoli precedenti, già volutamente incasinati.
Sullo stile, la scrittura, la scorrevolezza e l’effetto WOW delle immagini che evocate, non si discute. Sono solo profondamente annebbiata e ho paura di non aver capito tutto.
Spero che alla fine ci sarà una spiegazione che unirà tutti i pezzi.
11/09/2019 at 08:06
Ciao Caterina,
grazie per la pazienza. Eh sì, un po’ di confusione un racconto del genere la crea, non è semplice per noi autori, figurarsi per il lettore 🙂
Vedrai che nel finale i pezzi andranno a posto e il racconto assumerà un significato e si troverà una dimensione a quanto scritto fin qui… almeno spero.
Perdonaci per l’attesa e rimani con noi, male che vada ti sarai fatta un giro nella testa di sei persone, non male no?
Buona giornata!
16/08/2019 at 01:34
Ottimo racconto! Ho letto tutto stasera, era da tanto che non frequentavo la piattaforma… Attendo gli ultimi capitoli!
10/09/2019 at 17:06
Buonasera, HOPE! Benvenuto/a e grazie per i complimenti.
La mia risposta giunge con un ritardo pazzesco, così come, ahimè, la pubblicazione dell’ottavo capitolo. Spero che non ti sia dimenticato/a di questa storia e che abbia ancora voglia di sapere come va a finire 😀
Ciao, grazie ancora!
14/08/2019 at 19:16
Ciao ragazzi, solo per dirvi che ho cominciato un nuovo racconto, se vi va sapete dove trovarmi…
10/09/2019 at 17:04
Ciao, Lou!
Sì, abbiamo notato la tua nuova, bella avventura.
Adesso dicci che pensi di quest’ultimo capitolo (a parte che è molto in ritardo, si intende 😀 )