Dove eravamo rimasti?
Sangue
Il dolore scava nei sensi di Roberto, raggiunge le terminazioni nervose della sua pelle e lo fa gemere. Scorre come un fiume, si focalizza al polso, dove il laccio gli sta segando la carne.
Intorno a lui discutono:
«Abbiamo scoperto come hanno bypassato il limite della riproduzione artificiale, un ultimo sforzo e questi stronzi ci faranno sapere…»
«Rischiamo di ridurli a due larve!» protesta una voce femminile.
Il timbro baritonale sale di un’ottava: «Come pensi di trovare l’Albero della Vita? Nel loro sistema stellare ci sono tre pianeti e dodici lune abitabili!»
«Se gli friggiamo il cervello, non lo troveremo comunque.»
«Ma che ti prende, ti dispiace per loro?»
«Sono comunque esseri…»
«Abietti! Assassini, ribelli. Feccia.»
Roberto scorge una mano esile armeggiare con la cinghia che lo tiene legato al piano di acciaio; con lo sguardo percorre il braccio coperto da un camice candido, inquadra un volto femminile e conosciuto.
Lia.
No, non può essere Lia.
La donna lo fissa negli occhi, ha un’espressione…
Pietà?
«Questa cinghia gli taglia il polso, gliela allargo» commenta lei.
«No!», le intima la voce maschile; risuona in lontananza, accompagnata da un tintinnio di vetro e chissà cos’altro; l’uomo appare ai margini del campo visivo di Roberto, è di spalle, anche lui indossa il camice. Tra vertigini e nausea, Il prigioniero muove la testa per seguirlo: quella specie di – medico? – si avvicina al tavolo chirurgico su cui giace il corpo consunto, il misero involucro di quel che un tempo è stato Sauro.
Tra le mani ha una fiala piena del liquido ambrato che Roberto ormai conosce bene. Sta per iniettarlo nella flebo transdermica del fratello, quando la donna si avvicina al collega:
«Aspetta, lo ucciderai!» grida strattonandolo. Tra i due si riaccende, più aspro, il diverbio.
Odio, paura.
Sauro, fratello!
La famiglia è in pericolo.
Devi proteggerla. Come le altre volte.
Roberto accoglie il caldo impulso a uccidere con il sollievo del naufrago che avvista la terra all’orizzonte.
Ma come? Come?
Solo allora se ne rende conto: il dolore al polso si è attenuato, la cinghia non lo serra più.
Provaci!
Il sangue, sgorgando a fiotti, ha lubrificato il laccio, lo spazio è poco ma…
Tira!
Le vertigini aumentano, il mondo oscilla, e la mano… la mano scivola fuori!
I muscoli si rifiutano di rispondergli, ogni gesto gli costa uno sforzo immane, eppure, pervaso dal sentimento feroce che lo possiede, riesce senza rumore a liberare l’altra mano.
Gli danno ancora le spalle, dietro di loro anche Sauro apre gli occhi, il suo sguardo velato si allarga, ha le pupille enormi nelle sclere giallastre. Roberto barcolla, individua un bisturi su un carrello, lo afferra, cerca di saltare ma quasi frana sulla donna che rovina a terra nell’istante in cui lui affonda la lama nella nuca del suo misterioso nemico.
«No!» urla la dottoressa.
L’uomo si accascia e lui lo colpisce ancora e ancora. La fiala rotola sul pavimento mentre il corpo dell’uomo stramazza esanime.
Attento, c’è anche lei!
Roberto avanza verso la donna, è esausto, ma non abbastanza da lasciare il lavoro a metà.
È addossata alla parete, scuote la testa, occhi e bocca spalancati in un’espressione di puro orrore:
«Ti prego!», farfuglia.
«Roberto!» È quasi un rantolo, rumore di carta che si stropiccia.
«Sauro!». Roberto indietreggia, il bisturi brandito davanti a sé, posa una mano insanguinata sul fratello.
«Fa’ come ti ho detto» sussurra Sauro affannato.
«Non puoi fuggire», interviene la donna, «Siamo in una base orbitale.»
Il prigioniero sente i sensi venir meno, con la mano libera si colpisce forte in volto, lo schiaffo riecheggia tra le pareti metalliche. La donna ammutolisce.
Fa’ come ti ho detto.
«Come faccio?» grida. Sauro non ha risposte. Ha chiuso gli occhi, forse per sempre.
La furia di Roberto cresce: farà a pezzi quella puttana, e poi farà a pezzi anche l’altro, anche se è già morto, anche se…
Arrenditi. Fingi. Dagli ciò che vogliono.
Un brivido gelido lo percorre, quando infine si persuade.
Si china vicino al cadavere, appena trova la fiala lancia il bisturi lontano, la beve d’un fiato.
«Vi darò ciò che volete» urla. La stanza sta già sfumando.
Convincila!
«Prendete quel che cazzo vi serve dalla mia testa». La lingua è un pesce che gli annaspa in bocca.
«Ma lasciatemi vivere.»
Un ronzio.
«O lasciatemi dormire». Forse lo dice, forse è solo un pensiero.
Buio.
*
Il prigioniero riapre gli occhi nella cella.
La botola è aperta, di sotto le risaie si estendono oltre l’orizzonte, il piccolo sole è alto sopra quello più grande, nel cielo color pesca sfrecciano stormi di grillofalchi.
Fa un passo avanti e si lascia cadere nel vuoto.
*
La donna è accucciata accanto al collega, sta scorrendo l’indice a sfiorare gli squarci sanguinolenti tra nuca e collo, quando la carne pare fremere. Un attimo dopo, quello che era un corpo morto si alza, si mette sull’attenti davanti a lei, il volto striato da rivoli scarlatti che gocciolano su camice e pavimento.
«Va’ pure a farti riparare» gli dice, mentre il dito disegna un rosso smile sul petto del cyborg.
La mente, o la personalità (o l'anima, se ne ha una) di Roberto torna nel pianeta, ospitata…
- Nel corpo di uno dei tanti figli di Sauro. (17%)
- Nel corpo di Marta. (33%)
- In un corpo artificiale. (50%)

26/08/2020 at 10:32
l’uomo a un certo punto capisce che era in una cella di un carcere.
28/07/2020 at 11:11
Luomo cerca di ribellarsi con chi la fatto finire in quel brutto posto
18/12/2019 at 21:12
Wow. Ho recuperato gli ultimi due e devo dire che siete andati oltre ogni più rosea aspettativa. Avete osato, pur senza venir meno alla coerenza interna alla storia con il risultato affatto scontato che tutti i pezzi del puzzle si sono incastrati alla perfezione. Bene, benissimo anzi. Direi che potete dirvi soddisfatti dell’esperimento. Storia che avrebbe meritato molta più attenzione. Peccato davvero.
Su questo però Vi rimando alla lettura del mio penultimo commento. Alla prossima (sperando che ce ne sarà una)
10/12/2019 at 13:37
Credo che Roberto sia un soggetto schizofrenico, siccome immagina persone che non esistono, ma sono proiezioni di se. Questo racconto è cyberpunck, mi piace il genere.
16/12/2019 at 10:51
Ciao, Luigi.
Intanto, grazie per essere tornato a leggere il finale. Roberto è stato molte cose, figlio di sei menti diverse che lo hanno generato, fatto muovere in mondi costruiti da molteplici idee. Questo racconto è stato portato avanti come un esperimento e possiamo ritenerci soddisfatti del lavoro svolto.
In relazione alla tua interpretazione della storia: Roberto ha subito l’interazione di droghe, di esperimenti sadici volti a riportare a galla ricordi sopiti e meritevoli di condanna, ha dovuto vivere e rivivere esperienze del passato e di un presente fittizio. In qualche modo, per come lo abbiamo pensato, un po’ schizofrenico lo è. Felici che ti sia piaciuto, chissà se ci rivedremo…
Nel frattempo vorremmo augurarti Buone Feste Imminenti.
30/11/2019 at 19:04
Potete votarmi? Sono rimasto troppo indietro.
10/10/2019 at 13:41
Mi piacciono queste storie. Una storia di faiglia, di un uomo che in un primo momento sembra un normale detenuto, di cui non dice mai il motivo per cui sta in carcere, in un secondo momento, semra che si tratti di un uomo cieco ed in fin di vita, costretto a prendere una medicina che gli fa uscire del liquido dall’ombelico, e poi si scopre che quelle cose che vedeva nella mente, non erano ricordi reali. Non era la sua famiglia.
16/10/2019 at 09:30
Ciao, Sauro e benvenuto.
Sono contento che la storia ti piaccia!
Mi scuso per il ritardo con cui ti rispondo, ma per fortuna tua, arrivando ora non hai dovuto attendere tra un capitolo e l’altro 🙂
Sì, ci sono un sacco di cose, in questa storia, forse pure troppe 😀 ma contiamo di dare un finale coerente a questo marasma.
Forse 😀
Grazie mille del voto e del commento
Ciao, a presto
12/09/2019 at 17:44
Dopo tanto tempo sono tornata e ho recuperato il vostro racconto. Siete veramente una grande squadra, la vostra scrittura coglie sempre di sorpresa. Ancora sono un po’ confusa, ma presto attenzione per arrivare al finale. Magnifica, unica e ben riuscita quest’esperienza di ‘sei scrittori in uno’. Non è facile, ma voi siete stati bravissimi a mettere sei teste insieme in completa armonia.
Alla prossima!
13/09/2019 at 09:07
Buongiorno, Charlot, e grazie per i tanti complimenti 🙂
Riguardo alla confusione, be’, periamo di diradarla un po’ negli ultimi due capitoli, ma non te lo posso garantire 😀
Grazie di tutto, a presto
11/09/2019 at 08:18
Decisamente in un corpo artificiale.
Ragazzi ma quanto siete diventati bravi? E quanto bene vi sta facendo quest’esperienza? Ma voi una roba così la dovete assolutamente replicare, ché insieme funzionate alla grande! Molto, molto bello questo ottavo, forse il più bello tra quelli letti fin’ora… non ho consigli da darvi, solo non vedo l’ora che sia finito per rileggerlo dal principio, ché la sola cosa che manca è un po’ di regolarità negli appuntamenti ma quello si spiega con i sacrosanti tempi del confronto che deve essere una roba non facile, immagino. Bravi, solo questo dico.
Ah e fossi in voi non mi farei troppi problemi a dare maggior risalto al racconto ricorrendo a pratiche che sono sicuro avete scartato in ragione della vostra onestà.
Non si fa, lo so, ma nel vostro caso sarebbe un po’ diverso dacché theIncipit, come sapete perfettamente, è fatto di scambi di opinioni; insomma è anche commentando gli altri che ci si fa conoscere, solo che commentare gli altri come Six Pistols per voi è impossibile e questa cosa vi sottrae una bella fetta di visibilità ed è un peccato perché il racconto merita e meritate voi… si tratterebbe di compensare in fondo, niente di più. Si, lo so, non mi ci vedete nei panni del demonio tentatore e non mi ci vedo manco io per la verità però ci dovevo provare anche se so già come andrà a finire…
12/09/2019 at 08:50
Ah Ah, Lou, sei troppo buono e il mostro dodecapodo che risponde a questo nick ti dedica ben sei sorrisi riconoscenti, uno per cefalo 😀
La “sregolatezza” degli appuntamenti, per quanto di certo non l’unico, è effettivamente un grave problema, ma in effetti mettere il signor (o la signora) SixPistols d’accordo con se stesso/a non è facile. A tal proposito, una delle sue teste borbotta spesso “Sesi concas, sesi berrittas”: ogni testa indossa un cappello diverso 😀
Un minimo di “promozione” ce la facciamo, leggiamo qua e là, proviamo a dare consigli… Proveremo a farne un po’ di più, chissà che qualche autore/lettore non sia ancora in tempo di innamorarsi tardivamente del nostro fantascienzosmagorico racconto 😀
Grazie ancora, grazie davvero
Ciao, a presto…o almeno “a non tardissimo” 😀
10/09/2019 at 20:41
La mia confusione regna. Purtroppo, non ricordavo molto dei capitoli precedenti, già volutamente incasinati.
Sullo stile, la scrittura, la scorrevolezza e l’effetto WOW delle immagini che evocate, non si discute. Sono solo profondamente annebbiata e ho paura di non aver capito tutto.
Spero che alla fine ci sarà una spiegazione che unirà tutti i pezzi.
11/09/2019 at 08:06
Ciao Caterina,
grazie per la pazienza. Eh sì, un po’ di confusione un racconto del genere la crea, non è semplice per noi autori, figurarsi per il lettore 🙂
Vedrai che nel finale i pezzi andranno a posto e il racconto assumerà un significato e si troverà una dimensione a quanto scritto fin qui… almeno spero.
Perdonaci per l’attesa e rimani con noi, male che vada ti sarai fatta un giro nella testa di sei persone, non male no?
Buona giornata!
16/08/2019 at 01:34
Ottimo racconto! Ho letto tutto stasera, era da tanto che non frequentavo la piattaforma… Attendo gli ultimi capitoli!
10/09/2019 at 17:06
Buonasera, HOPE! Benvenuto/a e grazie per i complimenti.
La mia risposta giunge con un ritardo pazzesco, così come, ahimè, la pubblicazione dell’ottavo capitolo. Spero che non ti sia dimenticato/a di questa storia e che abbia ancora voglia di sapere come va a finire 😀
Ciao, grazie ancora!
14/08/2019 at 19:16
Ciao ragazzi, solo per dirvi che ho cominciato un nuovo racconto, se vi va sapete dove trovarmi…
10/09/2019 at 17:04
Ciao, Lou!
Sì, abbiamo notato la tua nuova, bella avventura.
Adesso dicci che pensi di quest’ultimo capitolo (a parte che è molto in ritardo, si intende 😀 )