L’importanza di saper fallire

Dove eravamo rimasti?

In cosa consisterà l'incontro? Incontro vero e proprio (50%)

RIVELAZIONI

 
Halderian? Ripeto mentalmente. Sono sicuro di aver già sentito questo nome, forse non in questa forma ma non è la prima volta.
Poi mi ricordo che nella visione un tizio si chiamava Hal.
Potrebbe benissimo esserne l’abbreviazione, ma prima ho bisogno di più elementi.
«Mai sentito nominare» attacco, in risposta ad Helene.
«Oh fidati. Vi conoscete meglio di quanto credi.»
Cerco di farle dire di più, ma non funziona. È evidente che ne sa più di quanto dica.
«Dimmi Fox, hai fratelli, sorelle, qualcuno?» prosegue lei.
«Neanche un gatto. Non ho più notizie da tempo ormai.»
«Ok. Adesso dimmi, ricordi qualcosa prima della base?»
Non rispondo. Tutto parte da questo posto, il resto è sfocato, e le uniche cose che lo precedono sono sconnesse. È come un puzzle di cui sono stati composti i contorni senza però le tessere centrali.
Helene in risposta al mio silenzio non dice nulla, ma riesco a sentire la tensione che aleggia nell’aria in quel momento, come un vecchio sfarfallio di neon. Sta aspettando che dica qualcosa.
«Perché questo interrogatorio?» le rispondo invece io al posto di quello che avrebbe voluto sentire.
«Devo sapere cosa posso dirti. Non posso alterare il tuo stato.» risponde lei.
«Parla!»  urlo in un attacco isterico all’improvviso.
Di certo dopo questa se una IA potesse provare emozioni umane, adesso sarebbe in imbarazzo.
Si riesce a sentirlo leggermente nella sua voce quando controbatte alla mia affermazione.
«Saprai tutto, ma io non te lo posso dire. Spetta al dottor Halderian farlo.»
Ancora lui; sempre lui. Non ne posso più ormai. Cerco di ritornare nel discorso, ma prima ancora che possa aprire bocca Helene mi ferma esplicitamente, mettendo la fine alla discussione.
«Siediti» dice lei, con il tono dolce di un invito ma che sottintende un ordine, «Dai dati raccolti non sei ancora pronto all’incontro. Se procedessimo non reggeresti tutte le informazioni, prima devi sapere alcune cose.»
«Tipo?» la incalzo io.
«È tutto collegato ai tuoi ricordi. Questo posto, i tuoi flash, e il motivo per cui sei qui oggi.»
Vorrei continuare a controbattere, ma sapere che forse i flash non erano solo sensazioni, ma frammenti della mia memoria mi affonda, facendomi crollare sulla poltroncina vicina.
Anche Helene non continua. L’unica cosa che salva la situazione da un deprimente e plumbeo silenzio è una voce che inizia a narrare un filmato appena proiettato.
 
I frame che riportano i segni del tempo e di qualcos’altro scorrono rapidi sullo schermo.
Mostrano cose che non ho mai visto e che non credevo fosse possibile fare. Cose che abbattono nettamente il mio concetto di catastrofe.
Immagini di cruda realtà mi accompagnano dentro quella che è la fine del vecchio mondo, attraverso veloci e logori scatti di città in fiamme e lotte fratricide per aggiudicarsi la sopravvivenza in un mondo che è rinato nel sangue.
Il narratore descrive con feroce e impietoso realismo i giorni più bui di quello che viene chiamato il Cambiamento; quando violenza, anarchia, paura e morte presero il controllo generando il caos e un nuovo ordine mondiale.
E questo fu solo l’inizio. Gli scienziati, quei pochi ancora vivi, la chiamarono la Malattia.
La peggiore epidemia mai registrata, che in poche settimane sterminò la metà dei sopravvissuti, peggiorando tutto.
 
 
La proiezione si interruppe di botto dopo questa, lasciando un fugace accenno della risposta alla Malattia, progetto Stirpe; l’unico interrogativo che ancora mi tormenta, ma adesso non importa.
Le cose che prima mi sembravano distanti, come vecchie fotografie di un epoca dove non ho vissuto ora appaiono come un disegno chiaro. È come se gli ingranaggi di un vecchio orologio fermo da tempo fossero tornati a girare animando il quadrante.
E adesso, come mai lo sono stato prima d’ora, posso affermare con sicurezza di essere parte di quel filmato, anche se mi sfugge ancora il perché.
«Dalla tua espressione stupita e soddisfatta devo dedurre che hai capito.» disse Helene poco dopo.
«Come mai prima d’ora. Procediamo.»
 
***
 
Un attico maestoso mi accoglie al mio arrivo da lui. L’ultima calda luce dorata del giorno morente penetra dalle vetrate lustrando di riflessi preziosi gli elaborati e pregiati arredi di legno e sete preziose, simbolo di un residuo di umanità in questo mondo.
È davanti a me, girato di spalle che guarda fuori un orizzonte nullo.
«Finalmente ci incontriamo.» si staglia nel silenzio della stanza la sua voce, la mia voce.
Continua a stare davanti alla finestra ancora qualche istante prima di sedersi sulla poltrona e girarsi verso di me, rivelando lo stesso viso della visione con la stessa cicatrice.
«Non avevo dubbi ci saresti riuscito. Dopotutto da uno uguale a me non aspettavo altro.»
Cerco la frase migliore con cui rispondere ma non ne ho il tempo.
Il fuoco mi assale la testa. L’incendio inizia a divorarmi, mentre perdo stabilità in tutto.
Ombre sfocate e la notte pervadono la vista facendomi gradualmente addormentarmi.
Halderian è davanti a me, imperituro, che mi fissa prima di svanire dai miei occhi.
So tutto.

Di cosa sa tutto Fox?

  • Entrambi (67%)
    67
  • Progetto Stirpe (33%)
    33
  • Halderian (0%)
    0
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42 Commenti

  • Ci è voluto un bel po’ ma alla fine ce l’abbiamo fatta 😀 Allora, il finale mi è piaciuto, nella sequenza finale della stanza con la scrivania ha un vibe un po’ “evangeliano” che funziona e tutto sommato la storia ha un buon ritmo, ma come già ti è stato detto è stata davvero molto penalizzata dal ritmo di pubblicazione e credo da una mancanza di revisione, almeno a giudicare da quest’ultimo capitolo, dove ci sono parecchi refusi e tempi verbali che cambiano un po’ a caso. Comunque, l’idea di base della storia non è originalissima ma il modo in cui l’hai messa in scena è particolare e sono contento di averla letta. A presto!

  • Grazie del riassunto, ne ho beneficiato anche io! Direi di proseguire spediti visto che non mancano troppi capitoli al finale, quindi opto per il pulsante verde del sì (si intuiva per cosa stessero i colori, ma puoi comunque usare anche i caratteri della domanda e delle risposte per dare qualche dettaglio in più, se necessario)

  • Ciao salvo!
    La prima cosa che mi ha attratta dopo aver letto il tuo commento sotto la storia della mia amica Caterina è il titolo, a prescindere dal genere del tuo racconto. A parte i refusi, che già altri ti hanno fatto notare, mi è piaciuta molto la trama. Anche il tuo stile mi piace: magari sapessi descrivere le scene d’azione come te, io ho sempre difficoltà:) ti seguo comunque. A presto!

  • Scrivi bene e la tua storia è appassionante. C’è tantissima azione. Peccato la discontinuità ad aggiornare. Come ha sottolineato Red, in un racconto piacevolmente intricato come il tuo, risulta impossibile ricordare tutto a distanza di mesi.
    Detto questo bravo come sempre.
    Solo una precisazione, non si fanno radiografie al cervello (i raggi X non penetrano la scatola cranica, quindi è un esame inutile per studiarlo) ma solo Tac o Risonanze Magnetiche.
    In bocca al lupo per il prossimo capitolo.

    • ciao ?.

      Non ho definito i pulsanti perché ho dato per scontato che rosso sia per no e verde per si.
      (P.s. avevo finito i caratteri).

      – ALLERTA SPOILER – ALLERTA SPOILER – ALLERTA SPOILER – ALLERTA SPOILER –

      Comunque:
      – Capitolo 1. Si apre la storia e si incontra Fox che dopo uno sbaglio deve fuggire. La sua fuga si conclude presso l’entrata del blocco 5.
      – Nel capitolo 2 siamo entrati nel blocco 5-A dove ha conosciuto Helene e sentito la prima volta parlare di un progetto dopo aver visto capsule di criosonno.
      – Nel capitolo 3 si è approfondito il blocco fino all’entrata di Fox nell’area riservata.
      – I capitoli 4 e 5 sono dei flashback.
      Si scorre indietro di 20 anni, nel 2034. Nel capitolo 4 e 5 Fox è sostituito da un altro personaggio, Halderian che è legato a lui in qualche modo.
      – Il capitolo 4 è ambientato in una base dove si inizia a parlare di un progetto e che è necessario che Halderian partecipi. Questo poi succede nel capitolo 5.
      – Il capitolo 5 si rivela che è un mondo post apocalittico. 14 anni prima un evento catastrofico e poi una malattia incurabile hanno distrutto il mondo e decimato la razza umana.
      Qui viene rivelato che il progetto del capitolo è un progetto di modifica genetica per sviluppare una razza di umani immuni al virus.
      Qui Halderian dopo delle vicende diventa direttore del progetto e lo inizia.
      – Capitolo 6. Si ritorna al presente e ritorna Fox. Qui è entrato dentro l’area riservata. Sviene però e si ritrova in una visione simile flashback dove vede due uomini discutere sul “progetto”.
      Nella visione Fox trova familiarità in un uomo, e nell’ambiente ma non si va oltre.
      Si sveglia in un laboratorio dove trova una lettera dove un tizio dice di sapere tutto su di lui e che può dargli le risposte che cerca o dimenticare tutto quello che è successo. Dipende da una scelta.

  • Capitolo scorrevole e dinamico. Scrittura che cattura e colpi di scena.
    Mi è piaciuta la descrizione sulle catastrofi che dal 2020 in poi hanno colpito la Terra.
    Ti confesso che non riuscirei a scrivere nulla di fantascientifico. Ci provai una volta, ma non ne uscii nulla di buono. Mi ingarbuglio in tutti i termini tecnologici e non riesco a scrivere nulla di credibile. Lascio la palla a chi lo fa meglio! Come te per esempio!

  • Io voto per continuare a seguire Fox anche nel presente, la storia è già abbastanza complessa e preferirei che la matassa si sbrogliasse ancora un po’, cosa che comunque in questo capitolo è già successa con un bello spiegone che non fa mai male. La prima parte del capitolo però credo abbia bisogno di una piccola revisione, c’è qualche problema con i tempi verbali che tendono a cambiare dal presente al passato remoto, e anche in corrispondenza dei dialoghi mancano degli a capo che invece inserisci nella seconda parte. Non so se siano scelte ma credo sia meglio mantenere sempre lo stesso stile per tutto un racconto 🙂
    Ciao!

    • Ciao Ilaria_Si,

      Grazie per essere passata nel mio racconto, mi auguro che il primo capitolo ti sia piaciuto così come lo spero per gli altri 3.

      Per quanto riguarda le caporali, ho sempre creduto fossero quelle che tu hai definito “false”, poi qualcuno mi ha commentato quando avevo finito il terzo capitolo mostrandomi quelle giuste e come farle. Se noti infatti il quarto è scritto con le virgole corrette ?.

  • Se hai intenzione di ambientare questa storia in ben tre diversi periodi temporali (e in così pochi capitoli!) forse dovresti considerare, se ce la fai, di pubblicarla con un ritmo un po’ più sostenuto, perchè diventa difficile seguirti senza rileggere tutto ogni volta. A tal proposito voto per continuare con la parte successiva, perchè un altro salto temporale potrebbe confondere le idee ancora di più!

    • Ciao,

      Innanzitutto, scusa se me la sono presa così tanto comoda ma l’ultimo periodo non che fosse facile far quadrare tutto e anche il racconto.

      Comunque, scuse a parte, all’inizio pensavo a fare un solo capitolo ma poi mi sono accorto presto che se facevo un capitolo di “spiegone” dovevo collegare tutto, e in 5.000 caratteri veniva fuori la metà scarsa. Prevedo comunque con il seguito (che dovrebbe collegare il 2034 al 2054) di dover finire qui, e cercare di finire o quantomeno mettere una buona conclusione con gli altri cinque capitoli.

      Se hai suggerimenti però, o qualcosa che secondo te dovrei approfondire bene nell’altro capitolo, scrivimeli pure in un commento che aiuterebbero.

    • È un casino voluto ?.
      Ho scelto di usare questo pezzo enigmatico piuttosto che rendere le cose chiare spiegando tutto per poterlo poi collegare bene agli altri due pezzi che compongono il passato di Fox (O dovremo dire Dottor Halderian).
      Infatti la storia si compone dal 2054 nel passato in tre modi:
      35 anni prima (2019. 15 anni prima del 2034)
      20 anni prima (2034. Questo 4º episodio)
      La parte successiva

  • La storia di Fox!

    Dal finale si direbbe tutta una trappola, ordita fin dall’inizio… uhm…

    Per caporali intendono questi segni: « »
    Si fanno attivando gli “ulteriori tasti” nella barra e quindi “inserisci simbolo/carattere”. La scorciatoia da tastiera conosco solo quella linux: AltGr segno di minore ed AltGr segno di maggiore.

    Ciao 🙂

  • Ciao.
    Innanzitutto grazie per la critica costruttiva. Questi commenti mi aiutano a capire cosa potrebbe essere migliorato, e quindi come riuscire sempre a offrire qualcosa di sempre migliore.
    Allora, rispondo ai tuoi consigli sullo stile:
    – Per lì e a fianco, non ho giustificazioni, errore mio.
    – Mentre invece per le “D eufoniche” non ho ben compreso a cosa ti riferivi; poi riguardo all’utilizzo delle caporali al posto di <>, conosco questi segni come le caporali, poi non so se ho sbagliato ma se cerco le caporali dicono tutti che sono quei segni.
    – Fox non sa cosa digitare sulla tastiera. Cito da quanto ho scritto “Premette qualche tasto a caso sperando in qualcosa, ma non successe nulla.” Il fatto che premendo abbia attivato Helene è puramente casuale, perché appunto lui non sapeva cosa premere.
    – L’essersi venduti delle cavie si deduce dal fatto che essendo accomunate tutte da quella malattia, di facilmente intuibile pericolosità vista la sicurezza, hanno deciso di vendersi alla Exenor per essere in qualche modo utile, piuttosto che morire uccisi dalla malattia. Forse qui sono stato poco chiaro, ma non volevo perdermi troppo in dettagli.
    – “Un lungo rettangolo verso l’estremo destro era buio” al momento in cui ho scritta mi sembrava ideale per descrivere le dimensioni e l’ubicazione di quella sezione, ma adesso vedendolo dopo un pò mi sembra forse ambiguo, e di certo migliorabile come suggerito.
    – “Sentiva che quelle non erano le prime volte” Ho usato il plurale per tutte le volte che aveva sentito del progetto da quando era entrato in quella sala, e poi per la sensazione di averlo sentito altre volte in passato.
    – “E come aveva fatto finora” ecco questo è l’aspetto più comico di tutto. Qui non si è trattato di scelte di stile, ma di caratteri. Erano rimasti pochi caratteri e dovevo ancora scrivere una frase oltre a quella e quindi non potevo allungarla.

  • Ciao Salvo,
    Un buon incipit, seguito da un buon secondo episodio.
    Il plot é interessante e lo stile é affilato al punto giusto, tuttavia – proprio perché la storia merita attenzione – vorrei farti notare qualcosina:
    Hai scritto (e ripetuto) Affianco, anziché A fianco.
    Usato li anziché lì
    dovresti evitare le D eufoniche e utilizzare le caporali al posto dei segni maggiore e minore… ?
    Attenzione alle incongruenze, soprattutto nel secondo episodio. Per esempio:
    Come sapeva cosa digitare sulla tastiera, una volta entrato nella sala sconosciuta?
    Da cosa ha dedotto che le cavie nelle capsule si sono vendute?
    “Un lungo rettangolo verso l’estremo destro era buio” questa frase mi suona male, tu che ne dici??
    “Sentiva che quelle non erano le prime volte”… perché al plurale?
    “E come aveva fatto finora” … forse meglio fino a quel momento?
    Forse non hai riletto prima della pubblicazione, molti autori lo fanno, perché si ha un po’ tutti la voglia di pubblicare una volta terminato di scrivere. Ma una bella lettura, magari a voce alta, può sempre essere d’aiuto?
    Prendi questi consigli per quel che sono, la storia merita o non avrei perso tempo a leggerla e in maniera così attenta. ?
    Aspetto il terzo episodio e ti auguro un’ottima giornata!

    • Ciao.
      Innanzitutto grazie per la critica costruttiva. Questi commenti mi aiutano a capire cosa potrebbe essere migliorato, e quindi come riuscire sempre a offrire qualcosa di sempre migliore.
      Allora, rispondo ai tuoi consigli sullo stile:
      – Per lì e a fianco, non ho giustificazioni, errore mio.
      – Mentre invece per le “D eufoniche” non ho ben compreso a cosa ti riferivi; poi riguardo all’utilizzo delle caporali al posto di <>, conosco questi segni come le caporali, poi non so se ho sbagliato ma se cerco le caporali dicono tutti che sono quei segni.
      – Fox non sa cosa digitare sulla tastiera. Cito da quanto ho scritto “Premette qualche tasto a caso sperando in qualcosa, ma non successe nulla.” Il fatto che premendo abbia attivato Helene è puramente casuale, perché appunto lui non sapeva cosa premere.
      – L’essersi venduti delle cavie si deduce dal fatto che essendo accomunate tutte da quella malattia, di facilmente intuibile pericolosità vista la sicurezza, hanno deciso di vendersi alla Exenor per essere in qualche modo utile, piuttosto che morire uccisi dalla malattia. Forse qui sono stato poco chiaro, ma non volevo perdermi troppo in dettagli.
      – “Un lungo rettangolo verso l’estremo destro era buio” al momento in cui ho scritta mi sembrava ideale per descrivere le dimensioni e l’ubicazione di quella sezione, ma adesso vedendolo dopo un pò mi sembra forse ambiguo, e di certo migliorabile come suggerito.
      – “Sentiva che quelle non erano le prime volte” Ho usato il plurale per tutte le volte che aveva sentito del progetto da quando era entrato in quella sala, e poi per la sensazione di averlo sentito altre volte in passato.
      – “E come aveva fatto finora” ecco questo è l’aspetto più comico di tutto. Qui non si è trattato di scelte di stile, ma di caratteri. Erano rimasti pochi caratteri e dovevo ancora scrivere una frase oltre a quella e quindi non potevo allungarla.

    • Ciao anche a te.
      Allora.. qui devo avere sbagliato io omettendo alcuni dettagli mentre scrivevo, ma rimedio subito:
      Quindi, Fox non ha mai pensato ad avere un piano di fuga perché li nonostante tutto era al sicuro da quello per cui stanno cercando una cura. Sembra stupido, ma la fuga è qualcosa a cui non ha mai pensato per via del fatto che solo li sapeva che sarebbe sicuramente sopravvissuto; considerando la fuga solo come un modo per salvarsi da una situazione disperata.

      Per le imprecazioni allora preferiva solo pensare prima di tutto per essere silenzioso, poi perché concentrarsi su quello lo avrebbe distratto dal ricordarsi quali potevano essere le aree più sicure della struttura o che potessero portare direttamente fuori.

      Be che dici, basta?

  • Mi piacciono molto gli inizi in cui non si perde tempo, che ti sbattono dritto in una situazione senza darti troppe spiegazioni. Ti puoi immedesimare senza che ti siano riversati addosso troppi dettagli ma avendo chiaro quello che succede, ed è quello che ho apprezzato di questo capitolo. Lo stile asciutto e scorrevole va benissimo per una storia come questa, occhio solo alle ripetizioni 🙂
    Per la scelta, io dico esperimenti!

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