Sorghetèi di Aminoo

Dove eravamo rimasti?

Sorghetèi è stato arrestato insieme tutte le persone rientranti nella città, cosa si propone di fare per liberarsi? Attende che il processo faccia il suo corso (100%)

Il processo

Sorghetèi era immobile nel letto, gli occhi socchiusi e le braccia sopra il lenzuolo di tela. Le candele sui mobili ai due lati della stanza proiettavano giochi di luce sul soffitto di legno verde. Attutiti provenivano cigolii ed echi metallici. La tenda sgualcita che chiudeva la stanza poco oltre alla spalliera del letto si aprì ed entrò un inserviente che appese ad un gancio del soffitto una lampada ad olio. La penombra venne cancellata e l’odore di fiori secchi e essenza di inchida si sparse nell’aria. L’inserviente tornò con una poltroncina di ferro battuto con la seduta imbottita, la posizionò in fondo al letto. Si guardò la giubba giallo seppia e la stese con le mani. Dal corridoio arrivò Bòroc Annesvèi, si fermò all’esterno e arricciò il naso. L’inserviente esaminò la stanza, rapido prese le candele e si allontanò.

Annesvèi fissò Sorghetèi, disse «mio padre e mia cugina sono rimasti», appoggiò l’indice arcuato al naso, «impressionati». Si sedette. «Lei ha deciso per un fedala molto ampio nei pressi della porta ovest comprendente un grande edificio. Collegato a questo fedala ci sarebbero importanti benefici. Ne avevo scelto uno a metà della strada per Aminoo. Un rudere, a cui ho fatto riparare il tetto. Situato sulla sommità di una collina da dove si scorgono alcune torri dirute. Io sono d’accordo con lei ma non voglio sembrarti sleale, per cui lascerò a te la scelta.»

«Va bene.»

«Ma ora dimmi, come si è svolto il processo?»

Sorghetèi con l’elmo infilato stava in piedi al centro dell’aula, con il capo rivolto a una parete dove la penombra creata dalle catene delle lampade appese al soffitto si addensava. Il piede piagato era gonfio, immerso in un miasma vischioso.

Messi scorsero davanti alla prima scalinata, agganciarono le tavole fregiate alla balaustra e i tre dogi giudicanti al centro ci collocarono libri compatti. Dal lato destro entrarono tre dogi accusatori e dal sinistro sette dogi difensori. Il cancelliere fece circolare la lista degli imputati, ai primi quarantaquattro si aggiunsero ulteriori cinquantanove. Erano cacciatori in armatura, contadini con scarpe di arbusti intrecciati, molti mercanti con abiti di pelle dai colori intensi e un aggregazione di saggi.

Sectidenmio Costìno, il giudicante al centro appoggiato alla propria tavola parlottava con il cancelliere. Questi chiamò i saggi. Costìno disse «di voi notabili mi pregio di conoscere Alabrius Cesendo sovrintendente della biblioteca e Alminvo di Foiùd di Fe che visita spesso la nostra città. Potete presentare gli altri?»

Cesendo con un vestito conico di pelle grigia e i capelli chiusi in una crocchia fece un passo avanti, «gentilissimi dogi, siamo in presenza dell’eminentissimo planetologo Oziantibus, mentre costui è l’illustre Mincor Sonoa», gli appoggiò tre dita sulla spalla, «gli eruditi di Ester lo attendono per completare uno studio sulle graziosissime e imponenti ulutrìne.»

Costìno squadrò Mincor Sonoa, indicò la tunica di tessuto irregolare e chiese «di cosa è fatto il vostro abito?»

Sonoa sorrise, «è un particolare fungo» disse arricciando la veste, «si acclimata al corpo e ha la proprietà…»

Il giudicante alla sinistra, l’Otticònmi Mintico tolse la mano dai cilindri di pelle agganciati al collare e l’abbatté sulla tavola, «non siamo qui per questo» disse nero in viso.

«Che siano liberati» disse Cesendo.

«Non vedo il motivo», Mintico fece segno con la mano ai saggi di allontanarsi, «ora avvicinate quei tre malviventi», indicò con il dito tre uomini in armatura di pelle, «i fratelli Ozomisna.»

«Ha dei pregiudizi su tali persone» chiese il difensore Onlro alla sua destra, un uomo di grossa corporatura appena arrivato.

«E lei che ci fa qui?»

«Impegni mi chiamavano fuori città, ma essendo tutto bloccato ho deciso di fornire la mia opera», fece una risatina, «ha informazioni che siano loro i criminali che hanno ucciso Guarsino?»

«No, sono solo conosciuti per l’acrimonia verso i cittadini più autorevoli.»

«Prima di questo io vorrei provare a ragionare sull’accaduto» disse il Onlro, doge accusatore dai capelli cenere, «perché se guardiamo ai fatti potremmo notare l’assenza dell’omicida, mi spiego…»

«Superfluo!» sbraitò Mintico.

«Mi spiego» continuò Onlro, «Guarsino era accompagnato da una fiera di compagnia. Imbizzarrito, uccide la guardia e poi il padrone. I corpi ne presentano i segni. Guarsino riesce a sparare, ma ferito cade sul nido di arzfa e viene attaccato.»

Nozòrfi, doge accusatore rispose «il suo candore mi meraviglia. La guardia era lì per trasportare il cibo per l’animale, in un modo o nell’altro. Non c’è un solo motivo di supporre che sia imbizzarrita.»

«Andiamo avanti» disse Mintico.

Qualcuno dietro Sorghetèi sussurrò «siamo in sei. Insieme sarà facile oltrepassare le balaustre e scappare.»

Sorghetèi non rispose.

«Crepa.»

«Mintico ha individuato i sette colpevoli» disse Annesvèi.

Sorghetèi si mise a sedere, «ha condotto lui il processo» rispose, «alla fine eravamo rimasti io, un prostituto con la bocca bendata, dei contadini e due mendicanti.»

Quale fedala sceglierà Sorghetèi?

  • Chiederà una ricompensa in denaro (100%)
    100
  • Quello nei pressi della porta ovest di Mùunro (0%)
    0
  • Quello vicino ad Aminoo (0%)
    0
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42 Commenti

  • Un capitolo che sembra quasi di passaggio o comunque più nei pressi dell’inizio di una storia che della fine, ma ci sta se hai intenzione di dare alla storia una conclusione “tranquilla” o di passare subito ad un seguito. Nel frattempo voto per un po’ di diplomazia, quindi dare ordine ai tizi e solo in caso rifiutino farli secchi

    • Ciao Dapiz!
      Questo primo racconto un po’ sregolato non è nato bene perché fin dall’inizio non c’era un piano, il protagonista e gli eventi sono stati determinati dalle risposte. Alla fine sta prevalendo l’idea che io stesso mi sono fatto di lui e della storia futura.
      E fin qui come esperimento è carino, partire dal nulla e trovarsi una storia e che forse una volta riscritta può essere anche carina.
      Nei prossimi “tomi”, dovrei riuscire ad avere uno schema di eventi che possa sopportare meglio le votazioni, senza per questo renderle inutili.

      Ovviamente nessuno sarà costretto a subire tutto questo.

      PS
      Anche da questa tu scelta si capisce che sei un buono. (Non in senso dispregiativo, se c’è)

  • A me questo capitolo è piaciuto molto, mi è sembrato che per la prima volta si desse veramente uno sguardo a quello che c’è dentro la testa di Sorghetèi, che sebbene sia il protagonista fino ad ora mi era sembrato piuttosto criptico. Alla domanda posta nel capitolo precedente hai risposto con un solo accenno, che potrebbe considerarsi un po’ pochino, ma personalmente bene anche così. Per il prossimo voto per Aminoo!

    • Mostrare al terzultimo capitolo cosa muove il protagonista è sicuramente tardivo.

      “Alla domanda posta nel capitolo precedente hai risposto con un solo accenno, che potrebbe considerarsi un po’ pochino, ma personalmente bene anche così.”
      La domanda era “È giunta la sera. Sorghetèi dove deciderà di dormire?”
      Mi sembrava di aver mostrato la dinamica che lo porta a quella scelta.
      Forse non è chiaro che quando dice «Se sono esattamente come tutti gli altri saprai già dove sarò stasera.» intende dire: se sono esattamente come tutti gli altri uomini di Mùunro saprai già che stasera mi approfitterò di essere tuo marito e sarò nel tuo letto, ad abusarti.

      Avrei dovuto marcarlo meglio. Sorghetèi parla con frasi di poche parole e sono stato indotto a sintetizzare una frase con troppi sottintesi.

      Grazie

  • Ciao! Ho finito ora di leggere. La trama mi piace, partiamo da questo presupposto. Inizialmente eri troppo descrittivo e pieno di orpelli. Stesso mio problema, quindi ti capisco. Man mano che si va avanti nella lettura, diminuiscono i fronzoli e ne risulta una scrittura sempre più chiara ed equilibrata. Veramente bello il capitolo 6, soprattutto la parte finale sullo stemma della nuova famiglia
    Continua così!

      • Ti capisco! Io riesco a correggere il tiro grazie ad un’amica bravissima che mi fa da beta reader…grazie a lei i miei progressi sono stati molto più rapidi! Comunque scrivere è una sfida. Io, ad esempio, non sono costante nell’aggiornare la mia storia. Se ho dei problemi personali che mi distraggono mi viene un blocco e solo ad aprire TI mi viene la nausea…ognuno ha le sue, il bello è ritrovarsi qui a raccontarcele!

        • Ti dirò, nel tentativo di prendere l’abitudine di scrivere due anni fa avevo iniziato col metodo delle mille parole al giorno. Grazie a questa -per me- dolorosa imposizione ho scritto il mio secondo libro e non ci sarei davvero riuscito, perché mentre è divertente iniziare una storia, è dannatamente dura concluderla. Terminato il libro smisi di scrivere e il mondo non saprà mai cosa si sarebbe letto nei 20 libri, brutterrimi, che non ho creato. A dire il vero un po’ sono curioso e un po’ mi dispiace.

          Con TI, visti i generosi incoraggiamenti, le pause forzate necessarie a raccogliere i voti e il tempo che passo a “ricalcolare” la trama, perché anche i voti hanno i colpi di scena, l’entusiasmo è alto e costante, sono altri impegni a tenermi lontano dalla scrittura. Chi l’avrebbe mai detto!

          So che non potrai scrivere se non ritrovi l’umore giusto. Forse ti potrebbe incoraggiare la triste suggestione di vedere le tue belle storie non scritte in un anno mischiate ai miei 20 orribili libri non scritti in due anni e non poterci fare niente.

          • Alla fine sono molto felice di dire che ho trovato l’ispirazione e ho scritto il mio episodio 8. Punto a concludere il racconto. Sarebbe la prima volta nella mia vita che riesco a finire di scrivere una cosa iniziata. Sarebbe ulteriormente soddisfacente, poiché sono anni che non mi esercito a scrivere e produco soltanto cose utili alla mia vita universitaria?

  • Anche stavolta concordo con Caterina, il capitolo è molto più scorrevole rispetto ai precedenti senza che ne risulti appiattito, anzi, questo rende più fruibili tutti i dettagli che inserisci e più godibile il tuo stile. Continua così! Per il prossimo voto perchè Sorghetèi se ne vada a dormire da un’altra parte, visto che non mi sembra il tipo propenso a condividere il talamo nuziale, anche se suppongo che prima o poi dovrà farlo.
    Cambiando discorso, ho visto che spesso alleghi illustrazioni da un tuo spazio tipo drive. Hai pensato che potresti farti direttamente un sito dove pubblicare il capitolo con l’illustrazione e magari le parti che hai dovuto tagliare? Lo fanno anche altri qui (me compreso) e di piattaforme che permettono di mettere su un proprio sitarello senza grandi sforzi ce ne sono parecchie

  • Complimenti. Hai tolto orpelli eccessivi, diventando più leggibile e interessante. Ho apprezzato l’incontro tra sposi e il rituale religioso. Questo per ora è il mio capitolo preferito. Ha catalizzato la mia attenzione e per me è come se la storia partisse da qui…
    Prima hai fatto un prologo pesantino, ma ora mi sembra proprio che gli eventi prendano una piega interessate.
    Bravo!

  • Matrimonio e cognome della sposa! Almeno io mi sentirei a posto 😛
    Più seriamente, concordo con Caterina nel dire che non dovresti rinunciare al tuo stile, casomai smussarlo leggermente o, meglio, alternare periodi ricchi come quelli che caratterizzano il tuo scritto ad altri un po’ più leggeri e spontanei, ma questo potrai farlo magari su una piattaforma con meno limiti di spazio. Il ritmo della lettura e la comprensione ne beneficerebbero senza perdere di dettaglio e carattere 🙂
    Comunque il paragone con Cannarsi lo trovo sminuente nei tuoi confronti, perchè tu utilizzi sì termini forbiti e desueti (quando non proprio inventati) ma in un italiano fruibile, senza problemi di sintassi e del tutto coerente con la lingua parlata d’oggi, mentre quelli di Cannarsi è semplicemente un italiano brutto, sgradevole e che nessuno parla 😛

    • 1. Ottima scelta.

      2. Errore fatale.

      3. Cercherò di applicare i suggerimenti, ma non sarà affatto facile, perché in quello che chiamate “il mio stile” ci vedo molto “i miei limiti”.

      4. Le limitazioni imposte dalla piattaforma aiutano a limare il testo e ad asciugarlo del superfluo, ma in fase di progettazione è allucinante. Devo letteralmente impilare eventi su eventi e sovrapporli anche per poter offrire domande sensate, con effetti catastrofici sulla chiarezza, già compromessa da’”il mio stile”. So che lo sai, perché conto i caratteri dei tuoi capitoli -non solo i tuoi- e mi fa sorridere quando superano il 4995. Percepisco la sofferenza.

      5. Vero. Adoro inventare parole, sigle, cerimonie, protocolli ed è una bella sensazione quando nelle storie -finora esclusivamente nella mia testa- iniziano ad acquisire di senso.

  • Normalmente non segnalo i refusi e gli errori, perché li facciamo tutti. Non siamo macchine. Ma non posso perdonarti “Quelli che O INVESTITO”.
    Fai attenzione, da uno al tuo livello non me lo aspetto. Scrivi in maniera complessa e dettagliata. Non lo trovo sbagliato. È il tuo stile. Tu sei così. Ricerchi parole desuete e particolari e ne fai il tuo marchio. I tuoi personaggi non parlano in maniera naturale (nessuno parlerebbe come loro), ma nel mondo che hai costruito e nel contesto che hai creato, trovo tutto coerente.
    Sei sicuramente una persona preparata e ho notato dei miglioramenti dai primi capitoli. Penso che tu non sia un autore fruibile a tutti, perché per leggerti bisogna concentrarsi. Nel senso, non prenderei mai in mano una tua opera quando sono stanca per distrarmi con una lettura leggera.
    Non penso che questo sia un demerito. Essere comunque di nicchia e selezionare un pubblico di livello e non nazional popolare è una scelta molto coraggiosa.
    Al giorno d’oggi, dove spopolano libri di YouTuber e altri scrittori imbarazzanti, in cui si ripetono le stesse quattro parole, tu ti differenzi, ricercando costrutti sintattici difficili e parole ricercate.

    Voto che rifiuta il matrimonio!

  • Come sempre un capitolo pregno e ben scritto, e sono contento che sia arrivato qualcun altro oltre a me a seguirti. Condivido in effetti la difficoltà di tenere a mente così tanti nomi particolari, specialmente in un testo scritto in un linguaggio non proprio colloquiale, ma fa parte dell’attrattiva di questa storia.
    Voto per la ricompensa in denaro, che mi pare più in linea col personaggio. Ciao!

  • Ho recuperato il tuo lavoro. Penso che tu abbia potenzialità. Scrivi con dettaglio e hai un tuo stile preciso, improntato sulla descrizione puntigliosa e ostentata di ambienti, edifici e vestiti. Dipingi tutto con realismo e cura dei particolari.
    Ritengo però che questa sia una storia del filone Fantascienza e non Fantasy.
    Inoltre sono in difficoltà con i nomi propri e di città, che trovo complessi e praticamente impronunciabili. Per la loro difficoltà fatico a ricordarmeli e mi si crea confusione in testa, rendendo la comprensione del tuo scritto, già abbastanza difficile di suo, ancora più complessa.
    Non ho approvato la scelta lessicale di “puttano” e “prostituto”… non sono parole italiane, non sono belle da leggere e potevi trovare dei giri di parole per definire la stessa cosa.
    Detto questo ti seguo. Sono curiosa.

    • Ho apprezzato il tuo commento.

      1. Qual è l’aspetto fantascientifico? È dominante?

      2. Ho creato nomi contenenti sillabe non italiane, né inglesi o francesi, nel tentativo di non fornire contatti con questa realtà. Però ammetto che io stesso per evitare di storpiarli li copio da un glossario. Il fatto che tu li abbia trovati irritanti e disorientanti è la dimostrazione che non sia stata una buona idea. Renderò i prossimi nomi meno detestabili.

      3. Questa potrebbe essere una caduta di stile. Sorghetèi entra in contatto con questo individuo solo perché arrestato insieme. Ma anche se è un personaggio di sfondo ho dovuto ricreare la sua prospettiva. La visione di quest’uomo è limitata al suo ambiente e ottenebrata dalle droghe. Ritiene che il blocco della città sia dovuto ad un concorrente, per questo equipara i soldati di scorta a dei “puttani”, perché li considera pagati da un “puttaniere”. La sua parte è stata decurtata per questione di spazio e di importanza, mi limito a ricordarlo con la bocca bendata.
      Accetto consigli.
      Sorghetèi come lo avrebbe dovuto nominare: gigolo, host, uomo equivoco?
      E costui che offesa avrebbe dovuto arrecare?

      Grazie!

  • Ciao! Continuo a notare un miglioramento nelle descrizioni, che sono sempre più ricche ma anche funzionali alla narrazione. Mi piace molto anche il personaggio di Sorghetèi, che mi ricorda un po’ il Primo Roland di Gilead in alcuni atteggiamenti, anche se è ancora difficile inquadrarlo. Proprio per questo per il prossimo capitolo voto perchè attenda che il processo faccia il suo corso ed eventualmente faccia la sua mossa in seguito. Alla prossima!

  • Bel capitolo, rispetto al precedente ho trovato le descrizioni più funzionali e la scena d’azione è resa bene e con chiarezza. Per il prossimo voto per la foresta.
    Non so se lo stai già facendo ma ti do lo stesso consiglio che hanno dato a me quando ho iniziato, poco tempo fa. Un buon modo per farsi conoscere è leggere e commentare le storie altrui, perchè ce ne sono tante ed è un attimo che la tua passi in secondo piano. Penso sia una storia che merita di essere letta, ma a farti notare devi pensarci un po’ anche tu 🙂

  • Ciao e benvenuto! Ho letto con piacere il primo capitolo di questo racconto che, correggimi se sbaglio, mi pare ammicchi ad opere quali Dune o, più banalmente, Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco… e se è effettivamente così, ti suggerisco fin da ora di prestare molta attenzione al contatore dei caratteri, perchè 10 capitoli da 5k sembrano tanto spazio ma ti assicuro che non è affatto così!
    A livello stilistico l’unico appunto che mi sento di farti è che a volte le tue descrizioni mi sono parse un po’ troppo scolastiche: personaggio, descrizione di com’è vestito, descrizione della stanza in cui si trova… Nulla di male in sè, ma ricordando che lo spazio è quello che è, a volte è meglio sacrificare qualche dettaglio e inserire solo quello che è davvero utile alla narrazione… un esempio pratico, nello stesso capitolo descrivi due volte l’abbigliamento dello stesso personaggio.
    Altro piccolo appunto sempre sullo stile:
    ” Quando fu giunto alla porta la richiuse con le sue mani, «ho individuato il fedala per te, con molta acqua, vegetazione e probabilmente animali positivi» disse.”
    Ecco, secondo me quel “disse” stava meglio prima delle caporali.

    Per quanto riguarda la scelta, mi pare non ci siano ancora elementi per pensare che Sorghetèi voglia fuggire o tradire, quindi direi che andrà avanti con la sua missione.
    Ok, pippotto finito, comunque mi hai incuriosito quindi seguirò la storia. Alla prossima!

    • Grazie per il benvenuto.
      Hai azzeccato un elemento, Dune, l’altro sono le ambientazioni e il gusto di Metal hurlant, mi riferisco in particolare alle creazioni di Moebius e Druillet.
      I 5k mi sono sembrati fin da subito pochi, all’inizio ritenevo fossero parole e non caratteri, però se sono sostenuto dall’interesse posso dividere la storia in tomi, e sì, il tuo commento mi ha fatto molto piacere.
      Le descrizioni e la prosa sono decisamente da migliorare. Il “disse” lo toglierei proprio.

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