Sorghetèi di Aminoo

Dove eravamo rimasti?

È giunta la sera. Sorghetèi dove deciderà di dormire? Nel letto di Elinsa e lei, anche se di controvoglia, dovrà giacere con lui. (67%)

Il potere di Mùunro

Oibandi disse «ora siete marito e moglie, e nella vita e nella morte sarete accompagnati dal fervore, il fervore di chi segue la parola del Dio di Mùunro.»

Elinsa venne attorniata dalle parenti, Casila le prese la mano, la avvicinò a sé e le dette un bacio sulla guancia, «vedessi cosa ho trovato, vado a prenderlo.»

Arrivarono i servi delle invitate con sacchetti e scatole decorate, le appoggiarono sul tavolo dove il sacerdote stava sgombrando.

Sorghetèi recuperò l’elmo e si diresse alla scala incassata nella parete che saliva obliqua al terzo piano. Casila, nel mezzo del profondo portale d’ingresso, si voltò e gli disse «è a te che ho concesso la mia fiducia» e andò incontro ai suoi servi.

Sorghetèi salì le scale, il parapetto di pietra arrotondata era intervallato da colonnine. Raggiunto il pianerottolo toccò la porta di legno laccato che si socchiuse, si rivolse al cortile rettangolare, con la loggia che sporgeva dal muro a destra e davanti. Le invitate mostravano i regali a Elinsa, lei con la testa reclinata in avanti e gli occhi stretti lo stava fissando.

Aprì la porta, l’ingresso sgombro aveva panche di pietra alle pareti, dalle scale a sinistra provenivano i sussurri dei servi, a destra la grande sala. Divani ricoperti da tessuti erano disposti a formare due cerchi, uno grande al centro e uno in fondo, più piccolo. Le credenze intarsiate accostate alle pareti erano colme di libri ordinati e soprammobili. Alle sue spalle giunse la domestica Scinsa in una veste verde sbiadito, portava con se degli abiti piegati. Lo sorpassò e fece segno di seguirla, imboccò il corridoio di destra, lo percorse e aprì la porta del bagno aspettando fuori. Sorghetèi entrò, alle pareti erano collocati sei lavandini di pietra. Scinsa appoggiò gli abiti sul comò e al centro della stanza, accanto a ciotole ricolme di impasti granulosi, «oltre quella porta ci sono le docce e a seguire i gabinetti» disse e uscì.

Si lavò e indossò il nuovo abito. Uscito dal bagno scostò le tende alla finestra del corridoio. Lettighe erano nella strada diretta alla porta ovest di Mùunro, anticipate da lontano da una carrozza elettrica, per ultimo camminava l’anziano sacerdote con una cassetta di legno tenuta sulla spalla.

Entrò nella sala, Elinsa era seduta di spalle, nel gruppo di divani più ravvicinati. Sorghetèi le si sedette di fronte.

Elinsa accennò un piccolo sorriso, lo osservò nel nuovo vestito, «conosci da molto tempo mia cugina?»

Sorghetèi fece segno di no col capo, «mai vista prima.»

«Vi piace vestirvi simile.»

Sorghetèi si voltò verso la finestra, il sole tremolava sulle mura lontane e tutto intorno erano arbusti secchi e piante contorte, «non mi piacciono le gonne, né le tuniche.» 

«Non è una tunica, è un Kamis», seguì con lo sguardo due gocce d’acqua che dalle creste di capelli fini scesero giù per il collo robusto, «sei uno schiavo di mio zio Annesvèi?»

«Fino a sette giorni fa.»

«All’accademia militare?»

Sorghetèi tornò a guardarla, sbatté gli occhi alcune volte. Annuì, «i giovani ufficiali di Mùunro dovevano superare delle prove e io ero una di esse.»

Elinsa fece per parlare, ma venne anticipata.

«Perché li facevo a pezzi? Perché quando ho combattuto per Aminoo e ho perso, gli uomini di Mùunro si sono riversati nella mia città e hanno scempiato tutto, tutto ciò che c’era di bello.»

Elinsa si avvicinò col busto, «ma quegli ufficiali dieci anni fa non erano che ragazzi.»

«Farò a Mùurno ciò che Mùunro ha perpetrato ad Aminoo, senza nessuna pietà. Da imprigionato ho ucciso i loro figli e da libero li distruggerò casato per casato.»

Elinsa si riappoggiò allo schienale, scosse la testa, disse lenta «è proprio il potere di Mùunro. Farai ciò che vuole che tu faccia e diventerai ciò che vuole che diventi, esattamente come tutti gli altri.»

«Mi sembra troppo comodo.»

«Ti sembrerà tutto legittimo. Giri per la mia casa, ti fai servire dai miei domestici, mangi il mio cibo e bevi la mia acqua. Tutto legittimo. Esattamente come per loro darmi in sposa a te.»

«Non ho chiesto io di essere qui.»

Sorrise, «si direbbe che non hai avuto scelta, ma il potere di Mùunro è proprio questo e non hai avrai mai scelta.»

Sorghetèi si alzò «sciocchezze!»

«Possiamo spostarci alla sala da pranzo» si alzò anche lei, «ma prima vorrei sapere dove pensi di dormire questa notte.»

«Se sono esattamente come tutti gli altri saprai già dove sarò stasera.»

Il viso le si contrasse, col dito indicò il l’arco da cui era e entrato con un fil di voce disse «in fondo al corridoio c’è la sala da pranzo. Ti raggiungo subito.»

La sala era molto lunga e larga l’intero lato del palazzo. Le finestre ai due lati mostravano rispettivamente il cortile e la valle a sud. Il centro del tavolo era apparecchiato con una tovaglia écru, piatti di ceramica spessa e bicchieri di vetro blu. Due sedie accostate ai lati opposti del lato lungo del tavolo e una ventina vicino ai muri di ogni parete.

Un cameriere entrò dalla porta opposta e comunicò «la signora non sarà presente alla cena. Posso servire?»

Sorghetèi annuì.

Cosa farà il giorno dopo?

  • Andrà ad Aminoo (33%)
    33
  • Perlustrerà il fedala (67%)
    67
  • Resterà nella rocca per far guarire il piede ferito (0%)
    0
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42 Commenti

  • Un capitolo che sembra quasi di passaggio o comunque più nei pressi dell’inizio di una storia che della fine, ma ci sta se hai intenzione di dare alla storia una conclusione “tranquilla” o di passare subito ad un seguito. Nel frattempo voto per un po’ di diplomazia, quindi dare ordine ai tizi e solo in caso rifiutino farli secchi

    • Ciao Dapiz!
      Questo primo racconto un po’ sregolato non è nato bene perché fin dall’inizio non c’era un piano, il protagonista e gli eventi sono stati determinati dalle risposte. Alla fine sta prevalendo l’idea che io stesso mi sono fatto di lui e della storia futura.
      E fin qui come esperimento è carino, partire dal nulla e trovarsi una storia e che forse una volta riscritta può essere anche carina.
      Nei prossimi “tomi”, dovrei riuscire ad avere uno schema di eventi che possa sopportare meglio le votazioni, senza per questo renderle inutili.

      Ovviamente nessuno sarà costretto a subire tutto questo.

      PS
      Anche da questa tu scelta si capisce che sei un buono. (Non in senso dispregiativo, se c’è)

  • A me questo capitolo è piaciuto molto, mi è sembrato che per la prima volta si desse veramente uno sguardo a quello che c’è dentro la testa di Sorghetèi, che sebbene sia il protagonista fino ad ora mi era sembrato piuttosto criptico. Alla domanda posta nel capitolo precedente hai risposto con un solo accenno, che potrebbe considerarsi un po’ pochino, ma personalmente bene anche così. Per il prossimo voto per Aminoo!

    • Mostrare al terzultimo capitolo cosa muove il protagonista è sicuramente tardivo.

      “Alla domanda posta nel capitolo precedente hai risposto con un solo accenno, che potrebbe considerarsi un po’ pochino, ma personalmente bene anche così.”
      La domanda era “È giunta la sera. Sorghetèi dove deciderà di dormire?”
      Mi sembrava di aver mostrato la dinamica che lo porta a quella scelta.
      Forse non è chiaro che quando dice «Se sono esattamente come tutti gli altri saprai già dove sarò stasera.» intende dire: se sono esattamente come tutti gli altri uomini di Mùunro saprai già che stasera mi approfitterò di essere tuo marito e sarò nel tuo letto, ad abusarti.

      Avrei dovuto marcarlo meglio. Sorghetèi parla con frasi di poche parole e sono stato indotto a sintetizzare una frase con troppi sottintesi.

      Grazie

  • Ciao! Ho finito ora di leggere. La trama mi piace, partiamo da questo presupposto. Inizialmente eri troppo descrittivo e pieno di orpelli. Stesso mio problema, quindi ti capisco. Man mano che si va avanti nella lettura, diminuiscono i fronzoli e ne risulta una scrittura sempre più chiara ed equilibrata. Veramente bello il capitolo 6, soprattutto la parte finale sullo stemma della nuova famiglia
    Continua così!

      • Ti capisco! Io riesco a correggere il tiro grazie ad un’amica bravissima che mi fa da beta reader…grazie a lei i miei progressi sono stati molto più rapidi! Comunque scrivere è una sfida. Io, ad esempio, non sono costante nell’aggiornare la mia storia. Se ho dei problemi personali che mi distraggono mi viene un blocco e solo ad aprire TI mi viene la nausea…ognuno ha le sue, il bello è ritrovarsi qui a raccontarcele!

        • Ti dirò, nel tentativo di prendere l’abitudine di scrivere due anni fa avevo iniziato col metodo delle mille parole al giorno. Grazie a questa -per me- dolorosa imposizione ho scritto il mio secondo libro e non ci sarei davvero riuscito, perché mentre è divertente iniziare una storia, è dannatamente dura concluderla. Terminato il libro smisi di scrivere e il mondo non saprà mai cosa si sarebbe letto nei 20 libri, brutterrimi, che non ho creato. A dire il vero un po’ sono curioso e un po’ mi dispiace.

          Con TI, visti i generosi incoraggiamenti, le pause forzate necessarie a raccogliere i voti e il tempo che passo a “ricalcolare” la trama, perché anche i voti hanno i colpi di scena, l’entusiasmo è alto e costante, sono altri impegni a tenermi lontano dalla scrittura. Chi l’avrebbe mai detto!

          So che non potrai scrivere se non ritrovi l’umore giusto. Forse ti potrebbe incoraggiare la triste suggestione di vedere le tue belle storie non scritte in un anno mischiate ai miei 20 orribili libri non scritti in due anni e non poterci fare niente.

          • Alla fine sono molto felice di dire che ho trovato l’ispirazione e ho scritto il mio episodio 8. Punto a concludere il racconto. Sarebbe la prima volta nella mia vita che riesco a finire di scrivere una cosa iniziata. Sarebbe ulteriormente soddisfacente, poiché sono anni che non mi esercito a scrivere e produco soltanto cose utili alla mia vita universitaria?

  • Anche stavolta concordo con Caterina, il capitolo è molto più scorrevole rispetto ai precedenti senza che ne risulti appiattito, anzi, questo rende più fruibili tutti i dettagli che inserisci e più godibile il tuo stile. Continua così! Per il prossimo voto perchè Sorghetèi se ne vada a dormire da un’altra parte, visto che non mi sembra il tipo propenso a condividere il talamo nuziale, anche se suppongo che prima o poi dovrà farlo.
    Cambiando discorso, ho visto che spesso alleghi illustrazioni da un tuo spazio tipo drive. Hai pensato che potresti farti direttamente un sito dove pubblicare il capitolo con l’illustrazione e magari le parti che hai dovuto tagliare? Lo fanno anche altri qui (me compreso) e di piattaforme che permettono di mettere su un proprio sitarello senza grandi sforzi ce ne sono parecchie

  • Complimenti. Hai tolto orpelli eccessivi, diventando più leggibile e interessante. Ho apprezzato l’incontro tra sposi e il rituale religioso. Questo per ora è il mio capitolo preferito. Ha catalizzato la mia attenzione e per me è come se la storia partisse da qui…
    Prima hai fatto un prologo pesantino, ma ora mi sembra proprio che gli eventi prendano una piega interessate.
    Bravo!

  • Matrimonio e cognome della sposa! Almeno io mi sentirei a posto 😛
    Più seriamente, concordo con Caterina nel dire che non dovresti rinunciare al tuo stile, casomai smussarlo leggermente o, meglio, alternare periodi ricchi come quelli che caratterizzano il tuo scritto ad altri un po’ più leggeri e spontanei, ma questo potrai farlo magari su una piattaforma con meno limiti di spazio. Il ritmo della lettura e la comprensione ne beneficerebbero senza perdere di dettaglio e carattere 🙂
    Comunque il paragone con Cannarsi lo trovo sminuente nei tuoi confronti, perchè tu utilizzi sì termini forbiti e desueti (quando non proprio inventati) ma in un italiano fruibile, senza problemi di sintassi e del tutto coerente con la lingua parlata d’oggi, mentre quelli di Cannarsi è semplicemente un italiano brutto, sgradevole e che nessuno parla 😛

    • 1. Ottima scelta.

      2. Errore fatale.

      3. Cercherò di applicare i suggerimenti, ma non sarà affatto facile, perché in quello che chiamate “il mio stile” ci vedo molto “i miei limiti”.

      4. Le limitazioni imposte dalla piattaforma aiutano a limare il testo e ad asciugarlo del superfluo, ma in fase di progettazione è allucinante. Devo letteralmente impilare eventi su eventi e sovrapporli anche per poter offrire domande sensate, con effetti catastrofici sulla chiarezza, già compromessa da’”il mio stile”. So che lo sai, perché conto i caratteri dei tuoi capitoli -non solo i tuoi- e mi fa sorridere quando superano il 4995. Percepisco la sofferenza.

      5. Vero. Adoro inventare parole, sigle, cerimonie, protocolli ed è una bella sensazione quando nelle storie -finora esclusivamente nella mia testa- iniziano ad acquisire di senso.

  • Normalmente non segnalo i refusi e gli errori, perché li facciamo tutti. Non siamo macchine. Ma non posso perdonarti “Quelli che O INVESTITO”.
    Fai attenzione, da uno al tuo livello non me lo aspetto. Scrivi in maniera complessa e dettagliata. Non lo trovo sbagliato. È il tuo stile. Tu sei così. Ricerchi parole desuete e particolari e ne fai il tuo marchio. I tuoi personaggi non parlano in maniera naturale (nessuno parlerebbe come loro), ma nel mondo che hai costruito e nel contesto che hai creato, trovo tutto coerente.
    Sei sicuramente una persona preparata e ho notato dei miglioramenti dai primi capitoli. Penso che tu non sia un autore fruibile a tutti, perché per leggerti bisogna concentrarsi. Nel senso, non prenderei mai in mano una tua opera quando sono stanca per distrarmi con una lettura leggera.
    Non penso che questo sia un demerito. Essere comunque di nicchia e selezionare un pubblico di livello e non nazional popolare è una scelta molto coraggiosa.
    Al giorno d’oggi, dove spopolano libri di YouTuber e altri scrittori imbarazzanti, in cui si ripetono le stesse quattro parole, tu ti differenzi, ricercando costrutti sintattici difficili e parole ricercate.

    Voto che rifiuta il matrimonio!

  • Come sempre un capitolo pregno e ben scritto, e sono contento che sia arrivato qualcun altro oltre a me a seguirti. Condivido in effetti la difficoltà di tenere a mente così tanti nomi particolari, specialmente in un testo scritto in un linguaggio non proprio colloquiale, ma fa parte dell’attrattiva di questa storia.
    Voto per la ricompensa in denaro, che mi pare più in linea col personaggio. Ciao!

  • Ho recuperato il tuo lavoro. Penso che tu abbia potenzialità. Scrivi con dettaglio e hai un tuo stile preciso, improntato sulla descrizione puntigliosa e ostentata di ambienti, edifici e vestiti. Dipingi tutto con realismo e cura dei particolari.
    Ritengo però che questa sia una storia del filone Fantascienza e non Fantasy.
    Inoltre sono in difficoltà con i nomi propri e di città, che trovo complessi e praticamente impronunciabili. Per la loro difficoltà fatico a ricordarmeli e mi si crea confusione in testa, rendendo la comprensione del tuo scritto, già abbastanza difficile di suo, ancora più complessa.
    Non ho approvato la scelta lessicale di “puttano” e “prostituto”… non sono parole italiane, non sono belle da leggere e potevi trovare dei giri di parole per definire la stessa cosa.
    Detto questo ti seguo. Sono curiosa.

    • Ho apprezzato il tuo commento.

      1. Qual è l’aspetto fantascientifico? È dominante?

      2. Ho creato nomi contenenti sillabe non italiane, né inglesi o francesi, nel tentativo di non fornire contatti con questa realtà. Però ammetto che io stesso per evitare di storpiarli li copio da un glossario. Il fatto che tu li abbia trovati irritanti e disorientanti è la dimostrazione che non sia stata una buona idea. Renderò i prossimi nomi meno detestabili.

      3. Questa potrebbe essere una caduta di stile. Sorghetèi entra in contatto con questo individuo solo perché arrestato insieme. Ma anche se è un personaggio di sfondo ho dovuto ricreare la sua prospettiva. La visione di quest’uomo è limitata al suo ambiente e ottenebrata dalle droghe. Ritiene che il blocco della città sia dovuto ad un concorrente, per questo equipara i soldati di scorta a dei “puttani”, perché li considera pagati da un “puttaniere”. La sua parte è stata decurtata per questione di spazio e di importanza, mi limito a ricordarlo con la bocca bendata.
      Accetto consigli.
      Sorghetèi come lo avrebbe dovuto nominare: gigolo, host, uomo equivoco?
      E costui che offesa avrebbe dovuto arrecare?

      Grazie!

  • Ciao! Continuo a notare un miglioramento nelle descrizioni, che sono sempre più ricche ma anche funzionali alla narrazione. Mi piace molto anche il personaggio di Sorghetèi, che mi ricorda un po’ il Primo Roland di Gilead in alcuni atteggiamenti, anche se è ancora difficile inquadrarlo. Proprio per questo per il prossimo capitolo voto perchè attenda che il processo faccia il suo corso ed eventualmente faccia la sua mossa in seguito. Alla prossima!

  • Bel capitolo, rispetto al precedente ho trovato le descrizioni più funzionali e la scena d’azione è resa bene e con chiarezza. Per il prossimo voto per la foresta.
    Non so se lo stai già facendo ma ti do lo stesso consiglio che hanno dato a me quando ho iniziato, poco tempo fa. Un buon modo per farsi conoscere è leggere e commentare le storie altrui, perchè ce ne sono tante ed è un attimo che la tua passi in secondo piano. Penso sia una storia che merita di essere letta, ma a farti notare devi pensarci un po’ anche tu 🙂

  • Ciao e benvenuto! Ho letto con piacere il primo capitolo di questo racconto che, correggimi se sbaglio, mi pare ammicchi ad opere quali Dune o, più banalmente, Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco… e se è effettivamente così, ti suggerisco fin da ora di prestare molta attenzione al contatore dei caratteri, perchè 10 capitoli da 5k sembrano tanto spazio ma ti assicuro che non è affatto così!
    A livello stilistico l’unico appunto che mi sento di farti è che a volte le tue descrizioni mi sono parse un po’ troppo scolastiche: personaggio, descrizione di com’è vestito, descrizione della stanza in cui si trova… Nulla di male in sè, ma ricordando che lo spazio è quello che è, a volte è meglio sacrificare qualche dettaglio e inserire solo quello che è davvero utile alla narrazione… un esempio pratico, nello stesso capitolo descrivi due volte l’abbigliamento dello stesso personaggio.
    Altro piccolo appunto sempre sullo stile:
    ” Quando fu giunto alla porta la richiuse con le sue mani, «ho individuato il fedala per te, con molta acqua, vegetazione e probabilmente animali positivi» disse.”
    Ecco, secondo me quel “disse” stava meglio prima delle caporali.

    Per quanto riguarda la scelta, mi pare non ci siano ancora elementi per pensare che Sorghetèi voglia fuggire o tradire, quindi direi che andrà avanti con la sua missione.
    Ok, pippotto finito, comunque mi hai incuriosito quindi seguirò la storia. Alla prossima!

    • Grazie per il benvenuto.
      Hai azzeccato un elemento, Dune, l’altro sono le ambientazioni e il gusto di Metal hurlant, mi riferisco in particolare alle creazioni di Moebius e Druillet.
      I 5k mi sono sembrati fin da subito pochi, all’inizio ritenevo fossero parole e non caratteri, però se sono sostenuto dall’interesse posso dividere la storia in tomi, e sì, il tuo commento mi ha fatto molto piacere.
      Le descrizioni e la prosa sono decisamente da migliorare. Il “disse” lo toglierei proprio.

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