Ore 8:30 l’ora dei merluzzi volanti
Quel mattino che, alle 8:30 precise, una scarica di merluzzi surgelati arrivò dritta dritta dalla finestra nel laboratorio di E. Riccio, stava per cominciare una lunga, complicata giornata a Specchio.
Lui, incredulo, assordato da uno scoppio mai sentito prima, inebetito, per un attimo pensò a un meteorite… a un cavolo di qualcosa di grosso e fu colto dal panico. Scansando, poi merluzzi dai musi sgomenti e frantumi di vetro, puntò lo sguardo in basso verso la strada e cominciò ad osservare la scena che aveva davanti.
Il panorama era curioso: pesci interi e sfilettati spiaccicati ovunque insieme a pisellini, pizze, gelati e minestrone multicolore. Il corso era disseminato di detriti di ogni tipo dopo che il negozio di surgelati “fish and chips” era esploso come un grosso petardo.
L’aria assonnata della cittadina sabina subito si tramutò in tempesta tropicale. Sirene e urla di pneumatici per qualche minuto e poi il vociare della gente e le grida dei C.C.. Vigili del fuoco e volontari eccitati si dettero un gran daffare anche per contenere i tanti curiosi. Qualche bella cassetta di baccalà cambiò padrone e un paio di pompieri più tardi rischiarono le caviglie su cumuli di ghiaccio e calamari quasi scongelati.
Quello che nessuno immaginava in quei momenti era che intanto, poco più in là, tre o quattro isolati soltanto oltre il piccolo parco, qualcuno, indisturbato, si levava lo sfizio di rapinare la filiale della Credirieti e si portava via, insieme a un buon mezzo milione, il direttore e la sua segretaria: “per sicurezza, non si sa mai!”
Riccio, resistette alla tentazione di scendere anche lui a fare numero; forse perché, in fondo la visuale da lì al primo piano era perfetta.
Di fronte a lui la stazione dei C.C. era rimasta con le auto bloccate in mezzo a quel casino di gente e surgelati. Tutti davano ordini a tutti e allora pensò bene che forse era meglio, prima di immischiarsi, rimettere un po’ in ordine il laboratorio bombardato.
Riccio, che costruiva chitarre folk (E.R.) e ogni tanto, su richiesta, anche qualche bel violino, era bravo nel suo mestiere e tutti quelli che suonavano, là intorno, avevano in casa, insieme a una Gibson o una Guild una delle sue belle chitarre artigianali.
Dette provvisoria sepoltura ai merluzzi che trovò in giro, nel piccolo pozzetto frigo (in attesa di una eventuale restituzione). Pulì tutt’intorno e scovò pure qualche vongola smarrita in mezzo a trucioli di cedro e abete rosso.
Alle 9:00 il telefono squillò:
«Ciao Enrico, hai sentito la notizia?»
«Altroché! Sentito e visto, amore mio!»
«Visto non credo; hanno rapinato la Credirieti e si è saputo solo dopo un quarto d’ora!»
«La banca? Io credevo intendessi il botto ai surgelati qui di fronte!»
«…Che botto?»
«Eh…Scusa adesso, mi suonano alla porta, ti chiamo dopo, ciao».
—Ciao Enrico, hai visto che casino?
—Ah, appuntato! Ma che è stato?
—Non si sa, forse bombole di gas. Tu da qui hai visto niente?
—Niente, prima del botto naturalmente.
—Hai avuto danni, vetro a parte? Vedo che la finestra…
—Sì, no… pare che…, solo quella.
—Bene, insomma; io…io in realtà sono salito per via della banca.
—Cioè? Ah, sì, mi hanno detto… cazzo! Rossella?
—I rapinatori si sono portati due ostaggi: il direttore e… tua sorella Rossella.
—Rossella! E adesso?
—Siamo potuti arrivare là solo dopo un quarto d’ora e loro erano già lontani. Hanno liberato il direttore dopo qualche chilometro verso Roma, tua sorella invece forse è ancora con loro. Naturalmente ci stiamo organizzando per i posti di blocco, ma la situazione al momento è fluida…
—Ma, allora il botto qua potrebbe non essere una coincidenza!
—Molto, molto probabile. Ci hanno organizzato il casino qui per non farci muovere con le macchine.
—Figli di puttana…! Che posso fare io?
—Nulla, aspetta notizie, se vuoi andare a casa ti avviseremo là. Tua sorella vive sola, mi pare.
—Sì, sola, io e Betty siamo i suoi soli parenti.
—Ok, aspetta notizie, vedrai che la rilasceranno presto.
L’appuntato era appena uscito che il telefono squillò di nuovo.
«Riccio? La tua sorellina è con noi. Ti dico subito che se ci fermano le spariamo in un occhio. Parla coi C.C. e digli di occuparsi del pesce che è meglio. Rilasceremo la ragazza fra un’ora, non prima. Te la ridiamo intera se non proveranno a fermarci». Click!
Istintivamente guardò l’ora: le 9:10.
Scese di corsa le scale, si fece largo in strada ed entrò correndo nell’ufficio del maresciallo. Quello stava, in piedi, dietro la scrivania con due telefoni in mano e il baffo umido di sudore. Gli fece cenno di aspettare ma lui cominciò a parlare:
—Sono in fuga, sono ancora in macchina! Se li fermate sparano a Rossella!
L’altro lo guardò di traverso, poggiò le due cornette sul tavolo e chiese:
—E tu come lo sai?
—Mi hanno chiamato. Un minuto fa. Se non li fermate la rilasciano tra un’ora.
—Tra un’ora. Eccerto! Quando sono al sicuro, bastardi. Hai colto qualche indizio… ti hanno detto altro?
—No, pesce a parte.
—eh?
—Mi hanno detto testualmente che i C.C., cioè te, ‘si dovrebbero occupare del pesce’.
che succede
- Enrico pronto a tutto. (50%)
- I C.C. non sanno che pesci pigliare troppo casino; (33%)
- I rapitori ci faranno girare a vuoto; (17%)

08/09/2019 at 09:56
Ciao K., concordo, ormai l’ho capito perfino io e sto tentando di inserire elementi semplificativi e alleggerimenti nella trama. È un peccato, il giallo vuole la complicazione perché alla base c’è sempre un enigma e più personaggi ci sono più nodi il lettore deve sciogliere.
Grazie per il commento, alla prossima.?
06/09/2019 at 08:11
Ciao Fenderman,
per me dimostrerà coraggio. Questo capitolo mi è piaciuto e mi è risultato anche più fruibile. Quando mi facevano notare i troppi personaggi, non capivo. Pensavo che fosse semplice tenere il conto di chi facesse cosa; certo che lo era, ma nella mia testa. Chi leggeva trovava un groviglio di nomi e situazioni che non gli potevano risultare chiari come a me. Con questo voglio dirti che la cosa migliore, in un racconto breve (per di più a puntate) è mantenere pochi personaggi, ben delineati, altrimenti il povero lettore fa fatica a tenere il filo. Credimi: non è una critica, solo un consiglio da chi questo errore lo commette spesso. Ti auguro una buonissima giornata e ci si rivede nel finale.
Alla prossima!
31/08/2019 at 08:27
Ciao Fenderman,
direi che arrivato il memento di fare 2+2, anche perché siamo quasi in dirittura d’arrivo…
Questo capitolo l’ho preferito agli altri, forse perché l’ho capito meglio. Il problema (non problema) di questi racconti, scritti a puntate, è che a volte si fatica a riprendere il filo. Se poi conti che, magari, ne leggi anche parecchi, tutti diversi tra loro… 🙂 Forse sto solo diventando vecchia 😉
Alla prossima!
31/08/2019 at 11:46
Ciao, frequento da poco questa piattaforma ma penso anch’io ormai, che inserirvi una trama gialla con la sua naturale complessità sia come mescolare acqua e olio. Il risultato è incerto e il lettore rischia di perdersi. Poiché The Incipit è così, temo che bisognerà approcciarlo con trame e scritture più semplici da memorizzare. È un peccato per chi ama scrivere di giallo ma tant’è!?
Ciao, grazie, alla prossima?
23/08/2019 at 17:45
Grazie per lo spiegone iniziale, ne sentivo il bisogno e comunque mi pare che sia funzionale anche a presentare la seconda parte della storia. Diamo un po’ di spazio al commissario, visto che lo hai tirato dentro un’altra volta, voto “Maugeri ci vede benissimo”. Buon lavoro!
23/08/2019 at 11:48
Ciao, inizio a farmi un’idea e devo dire che è davvero molto intrigante, questa storia.
Direi che Maugeri ci vede benissimo. Al prossimo!!!
23/08/2019 at 07:44
Ciao Fenderman,
ora le cose sono un po’ più chiare, grazie per l’intro esplicativa. Direi che Maugeri ci vede benissimo e vediamo che succede ora. Siamo quasi in fondo e vanno tirate le somme. Sei bravo a creare imprevisti e la scrittura è sempre molto piacevole.
Alla prossima!
20/08/2019 at 21:11
In questo caso direi: di chi il problema lo crea.
Altro episodio davvero intrigante, continua così!!
21/08/2019 at 23:13
Grazie, ti prendo alla lettera e vado. ciao?
18/08/2019 at 08:13
Di chi il problema lo crea.
Ciao Fenderman,
comincio a farmi un’idea più chiara della storia. Ora, il caro Riccio (povero liutaio) ha con sé, quanto? centomila (manca una c o è voluto?) e qualcosa, visto che siamo poco dopo la metà dovrà ancora succedere, perciò vediamo cosa…
Ci si rivede alla prossima!
21/08/2019 at 23:12
Ciao K. naturalmente …entomila sta per una cifra non ancora individuata. In quanto a cose: ne succedono tante, aivoglia! Ciao grazie alla prossima?
14/08/2019 at 12:22
Buongiorno, io dico il liutaio.
Ottimo anche questo racconto che ho dovuto recuperare ( ho problemi di ricezione delle notifiche e spesso mi perdo per strada gli autori che seguo )
Seguo 😉
12/08/2019 at 17:29
Spostiamo l’attenzione sui soldi, tanto gira sempre tutto intorno ai soldi. Non capisco bene cosa potrebbe succedere adesso, la storia potrebbe chiudersi qui, ma siamo solo alla metà quindi mi viene il dubbio che ho saltato io qualche passaggio e mi sono un po’ persa. Probabilmente si chiarirà al prossimo capitolo. Buon lavoro!
12/08/2019 at 19:44
Ciao Valentina, e sì hai detto bene: i soldi sono ora il problema. Finché i soldi non troveranno pace nessuno dormirà tranquillo. Grazie del commento, buon ferragosto! ?
12/08/2019 at 12:34
Ciao, Keziarica, Enrico è sempre lui il fratello della rapita, e la “sua ” è voluto a sottolineare che il ritorno affrettato verso l’auto si era trasformato in fuga perché il cane ha preso ad inseguirlo. In quanto alla seconda coppia di banditi si è dileguata nell’episodio precedente con l’altra metà del bottino e naturalmente è a piede libero… Ciao,
grazie e buon ferragosto??
12/08/2019 at 08:20
Ciao Fenderman,
bella l’idea di dividere le scene, per poi farle combaciare nell’incontro/scontro.
Quindi, ricapitolando: la ragazza è salva, i due della banda sono fuori combattimento, il malloppo è in mano a Enrico che è uno della seconda coppia di banditi (?)… quindi chi è Enrico? Il fratello della rapita?
Ti segnalo questa frase:
“una vera e propria fuga verso la macchina la sua perché”… la sua è voluto?
Alla prossima!
p.s. il liutaio
06/08/2019 at 09:49
Ciao Fenderman,
scusa, ma devo dirtelo, questo capitolo mi ha lasciato con una gran confusione. Non ho ben capito cosa è successo e chi ha fatto o deciso cosa. Lo so, forse rileggendo da principio…
La forma è impeccabile, ma la sostanza risulta un po’ confusa, almeno a me.
Voto per la riuscita dello scambio con un però.
Alla prossima!
06/08/2019 at 10:32
Ciao, l’hai detto, questo è il tallone del nostro Achille “the incipit”! Soprattutto in un giallo dove un dettaglio del primo episodio può diventare determinante nell’ultimo, la pubblicazione a episodi confonde e ogni volta bisognerebbe ricominciare a leggere da capo.
In ogni caso i nostri banditi, divisi in due coppie, una con la ragazza e l’altra col malloppo, litigano; il malloppo passa come previsto nelle mani del nostro eroe, la metà della banda si dilegua e rimane solo la coppia che tiene la ragazza. Si concorda lo scambio. Questo nella sostanza. ciao, grazie…?
31/07/2019 at 07:45
Ciao Fenderman,
secondo me, i rapinatori litigano. Eh già, capita anche nelle migliori bande 🙂
Molto bene, nessuna sbavatura e dialoghi serrati che non hanno bisogno d’altro che d’essere letti. Devo dire che, nonostante tu sia già bravo, il tuo stile migliora di volta in volta. I dialoghi con norme diverse possono starci con i pensieri, lascerei perdere la differenziazione tra dialogo al telefono e di persona, anche se il racconto è tuo e ci fai quel che vuoi. 🙂
Alla prossima!
01/08/2019 at 10:06
Ciao, il mio racconto è anche il vostro per cui seguirò il consiglio. Grazie, al prossimo capitolo! Ciao?
30/07/2019 at 15:51
Ho scelto di far litigare i rapinatori, spesso succede, anche se questi mi sembrano aver studiato con cura il piano. Il capitolo scorre bene, giusto la punteggiatura mi infastidisce un po’, più che altro a livello grafico, non grammaticale. Tutti quei trattini sono antiestetici, sì, è una scemata, me ne rendo conto, ma l’occhio vuole la sua parte. Forse non serviva differenziare i dialoghi, tra telefonici e parlati e i pensieri, ma ognuno si organizza come meglio crede, ci mancherebbe altro. Buon lavoro!
31/07/2019 at 11:41
Ciao, sacrificherò, le caporali perché “il cliente ha sempre ragione!”, terrò sott’occhio i puntini e prometto sviluppi interessanti. Grazie per i consigli e la lettura, a presto.
Ciao?
26/07/2019 at 08:33
Ciao Fenderman,
con questo racconto stai virando al noir, nonostante la trovata del pesce orfano, mi pare a tinte più fosche. Un degno figlio di 3X1 e di Affare Tasmania. È come se ad ogni racconto tu cambiassi stile, hai cominciato a leggere qualcosa di nuovo?
Voto perché la cosa si allarghi e stiamo a vedere come va. Il drin drin è risultato opprimente, bravo, hai messo anche questa volta ogni cosa al posto giusto.
Alla prossima!
23/07/2019 at 08:06
Rieccoti, ciao Fenderman,
scusa ho letto che avevi cominciato un nuovo racconto, ma poi mi è passato di mente. Oggi ho commentato la chiusa di Gibbone e mi è tornato alla memoria.
Direi che qui ci scappa un altro racconto divertente, forse meno dialogico? 🙂
Ho votato: Enrico pronto a tutto e vediamo che succede.
Alla prossima!
15/07/2019 at 11:32
Eccoci di nuovo in gioco. Chiuso un caso se ne apre un altro. Voto “i C.C. non sanno che pesci pigliare…”, mi pare azzeccatissima.
Ho dovuto rileggere la frase di apertura due volte perchè mi suonava strana, come se ci fosse un errore, che non c’è, però è davvero contorta messa così, anche se stilisticamente ha il suo perchè.
Buon lavoro!
14/07/2019 at 18:53
Vedo che differenzi i dialoghi al telefono con caporali e quelli di persona con il trattino. Cosa inventerai per televisori e megafoni?
Seguo la tua storia e voto ¡Enrico pronto a tutto!
Ciao
14/07/2019 at 19:14
Ciao, sì, è vero. In questa vicenda le conversazioni telefoniche saranno parecchie ed è meglio evitare confusione. Grazie per la lettura, ciao a presto ?