10 Ore (Di Follia)

Dove eravamo rimasti?

finale scontato per il nostro eroe? dimostrerà coraggio (100%)

10 ore10

Tanto tuonò che piovve! Il detto e la realtà: matrimonio perfetto! Quel giorno l’ora della resa dei conti fu salutata da lampi, tuoni e pioggia a catinelle.
Enrico e Betty giunsero davanti alla villetta di Rossella: rivoli d’acqua, cielo nero e la luce gialla da una finestra.
Il vento salutava il loro arrivo colorando di tempesta la scenografia del luogo.
Enrico voleva buttarsi subito su quella porta, sfondarla, violentare quello spazio giallo pieno di tradimenti, rapina, odio e riprendersi il suo, quello che era giusto, ma cosa?
Betty però lo bloccò per il tempo sufficiente a riacquistare autocontrollo e sangue freddo.
Lui attese qualche momento e poi si avvicinò pian piano sfidando il temporale. Arrivato alla casa cercò di capire cosa stesse succedendo all’interno.
Numero-uno era stato accolto dalla sua Stellina con graffi e schiaffi. Lei come una gatta faceva i conti col suo amico bugiardo e traditore.
Nemmeno la vista delle mazzette dei soldi aveva cambiato il suo umore perché per una che lavora in banca i soldi sono routine e non fanno un effetto particolare se si è veramente incazzati.
E allora furono accuse e scuse, ti odio e t’amo, stronzo e stronza tu!
Erano quasi alla frutta con tutti quei complimenti quando il nostro eroe, sentito un urlo, decise di intervenire. (Solo che la porta non cedette alla prima spallata né alla seconda, ma alla terza e questo dette il tempo al cattivo di spegnere la luce, buttarsi in un angolo e prepararsi al peggio, pistola alla mano.) Enrico si catapultò dentro la casa urlando Rossella-Rossella, e abbattendo tutto l’abbattibile. Nel buio lacerato a tratti dai lampi del temporale e con il casino che faceva Betty fuori con fari e clacson, il fratellino raggiunse la sorellina, o meglio il contrario, visto che lei gli si gettò addosso per proteggerlo.
Rimasero alcuni secondi così, a terra, abbracciati; sembravano aspettare che il boia si decidesse a farli fuori.
Betty, incosciente e disperata si avvicinò a sua volta alla porta e si palesò ai loro occhi come un fantasma nel controluce dei lampi, quelli di Frankenstein; ( o mister Hyde, se preferite.)
Il fesso, il bandito pensò allora di sparare un colpo…
Il fantasma cedette al suo peso e si afflosciò in un secondo, lasciando il posto al vuoto, al precoce crepuscolo.
Enrico, visto il lampo dello sparo e l’effetto ottenuto si gettò verso quell’angolo buio urlando a squarciagola: nulla valeva ora più di quella vita persa e quel buio doveva aggredirlo, riempirlo con il suo odio e la sua rabbia. Abbatterlo, abbatterlo e basta!
In quell’angolo però non c’era già più niente.
Allora si rialzò urlando e piangendo e si buttò verso la sua Betty immobile a terra. Uno sgambetto, un gran dolore alla testa e si ritrovò di nuovo a terra con la faccia costretta tra il pavimento e uno stivale che lo schiacciava senza pietà.
Poi l’ombra che lo sovrastava parlò con voce sprezzante:
«Ecco qua come va a finire, te e il tuo fratellino del cazzo mi avete stancato. Questi soldi io me li sono guadagnati, potete andare a farvi fottere tutti quanti, number one vi saluta pezzenti!»
Il bandito si precipitò fuori con la pistola in una mano e la sacca del malloppo nell’altra.
La sorte lo benediceva perché la pioggia era scemata e i tuoni erano solo echi lontani.
Scavalcato senza fare una piega il corpo esanime di Betty, arrivò alla golf là fuori ma esitò, esitò ancora…, e poi una bestemmia, un urlo e una maledizione a tutto e tutti: aveva perso le chiavi!
Che fare, tornare in casa e ricominciare il film appena finito? Cercare le chiavi… dove? Si voltò verso l’auto di Enrico, la raggiunse in un attimo, si buttò dentro e… e tornarono i lampi blu, a decine, ma senza tuoni, solo i lampi e le inconfondibili sirene dei Carabinieri!
Uscì dall’auto, depresso, arreso, umiliato e… ricominciava a piovere!
Il primo carabiniere che lo raggiunse gli fece capire di quanta stima godesse perché con un calcio al malleolo gli allargò le gambe e lo spinse contro l’auto come un sacco vuoto, lo ammanettò e gli intimò di fare il bravo coglione.

Poco dopo, riuniti in salotto con Maugeri e il medico dell’ambulanza, Enrico e la sua Betty ferita ad un orecchio, si abbracciavano teneramente.
«Mi hai fatto morire di paura…» diceva lui.
«Mi avete quasi fatto morire di sicuro…» diceva lei.
«Ma come avete fatto maresciallo…?» chiese Enrico.
«Come? È stata tua sorella che tra lui e la legge ha fatto la scelta giusta! Ci ha chiamati perché non voleva che tu e Bettina foste ancora coinvolti. Dovrà spiegare molte cose ma la sua denuncia è stata determinante.»
‘Mai deludere una donna!’, pensò Enrico.
«E ora, che succederà? » chiese Betty.
«Ora? Be’, adesso che questa storia è finita… pace! Sono dieci ore che andiamo dietro a questi qua», disse Maugeri indicando col pollicione qualcuno là fuori, alle sue spalle.
«Il nostro lavoro è finito, adesso tocca al magistrato.»
Si girò e uscì dalla casa: le forze dell’ordine uscivano di scena.
Era il momento di riposare e godersi la serata.
Ore 18:30 FINE.

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27 Commenti

  • Ciao K., concordo, ormai l’ho capito perfino io e sto tentando di inserire elementi semplificativi e alleggerimenti nella trama. È un peccato, il giallo vuole la complicazione perché alla base c’è sempre un enigma e più personaggi ci sono più nodi il lettore deve sciogliere.
    Grazie per il commento, alla prossima.?

  • Ciao Fenderman,
    per me dimostrerà coraggio. Questo capitolo mi è piaciuto e mi è risultato anche più fruibile. Quando mi facevano notare i troppi personaggi, non capivo. Pensavo che fosse semplice tenere il conto di chi facesse cosa; certo che lo era, ma nella mia testa. Chi leggeva trovava un groviglio di nomi e situazioni che non gli potevano risultare chiari come a me. Con questo voglio dirti che la cosa migliore, in un racconto breve (per di più a puntate) è mantenere pochi personaggi, ben delineati, altrimenti il povero lettore fa fatica a tenere il filo. Credimi: non è una critica, solo un consiglio da chi questo errore lo commette spesso. Ti auguro una buonissima giornata e ci si rivede nel finale.
    Alla prossima!

  • Ciao Fenderman,
    direi che arrivato il memento di fare 2+2, anche perché siamo quasi in dirittura d’arrivo…
    Questo capitolo l’ho preferito agli altri, forse perché l’ho capito meglio. Il problema (non problema) di questi racconti, scritti a puntate, è che a volte si fatica a riprendere il filo. Se poi conti che, magari, ne leggi anche parecchi, tutti diversi tra loro… 🙂 Forse sto solo diventando vecchia 😉
    Alla prossima!

    • Ciao, frequento da poco questa piattaforma ma penso anch’io ormai, che inserirvi una trama gialla con la sua naturale complessità sia come mescolare acqua e olio. Il risultato è incerto e il lettore rischia di perdersi. Poiché The Incipit è così, temo che bisognerà approcciarlo con trame e scritture più semplici da memorizzare. È un peccato per chi ama scrivere di giallo ma tant’è!?
      Ciao, grazie, alla prossima?

  • Grazie per lo spiegone iniziale, ne sentivo il bisogno e comunque mi pare che sia funzionale anche a presentare la seconda parte della storia. Diamo un po’ di spazio al commissario, visto che lo hai tirato dentro un’altra volta, voto “Maugeri ci vede benissimo”. Buon lavoro!

  • Di chi il problema lo crea.
    Ciao Fenderman,
    comincio a farmi un’idea più chiara della storia. Ora, il caro Riccio (povero liutaio) ha con sé, quanto? centomila (manca una c o è voluto?) e qualcosa, visto che siamo poco dopo la metà dovrà ancora succedere, perciò vediamo cosa…
    Ci si rivede alla prossima!

  • Spostiamo l’attenzione sui soldi, tanto gira sempre tutto intorno ai soldi. Non capisco bene cosa potrebbe succedere adesso, la storia potrebbe chiudersi qui, ma siamo solo alla metà quindi mi viene il dubbio che ho saltato io qualche passaggio e mi sono un po’ persa. Probabilmente si chiarirà al prossimo capitolo. Buon lavoro!

  • Ciao, Keziarica, Enrico è sempre lui il fratello della rapita, e la “sua ” è voluto a sottolineare che il ritorno affrettato verso l’auto si era trasformato in fuga perché il cane ha preso ad inseguirlo. In quanto alla seconda coppia di banditi si è dileguata nell’episodio precedente con l’altra metà del bottino e naturalmente è a piede libero… Ciao,
    grazie e buon ferragosto??

  • Ciao Fenderman,
    bella l’idea di dividere le scene, per poi farle combaciare nell’incontro/scontro.
    Quindi, ricapitolando: la ragazza è salva, i due della banda sono fuori combattimento, il malloppo è in mano a Enrico che è uno della seconda coppia di banditi (?)… quindi chi è Enrico? Il fratello della rapita?
    Ti segnalo questa frase:
    “una vera e propria fuga verso la macchina la sua perché”… la sua è voluto?
    Alla prossima!
    p.s. il liutaio

  • Ciao Fenderman,
    scusa, ma devo dirtelo, questo capitolo mi ha lasciato con una gran confusione. Non ho ben capito cosa è successo e chi ha fatto o deciso cosa. Lo so, forse rileggendo da principio…
    La forma è impeccabile, ma la sostanza risulta un po’ confusa, almeno a me.
    Voto per la riuscita dello scambio con un però.
    Alla prossima!

    • Ciao, l’hai detto, questo è il tallone del nostro Achille “the incipit”! Soprattutto in un giallo dove un dettaglio del primo episodio può diventare determinante nell’ultimo, la pubblicazione a episodi confonde e ogni volta bisognerebbe ricominciare a leggere da capo.
      In ogni caso i nostri banditi, divisi in due coppie, una con la ragazza e l’altra col malloppo, litigano; il malloppo passa come previsto nelle mani del nostro eroe, la metà della banda si dilegua e rimane solo la coppia che tiene la ragazza. Si concorda lo scambio. Questo nella sostanza. ciao, grazie…?

  • Ciao Fenderman,
    secondo me, i rapinatori litigano. Eh già, capita anche nelle migliori bande 🙂
    Molto bene, nessuna sbavatura e dialoghi serrati che non hanno bisogno d’altro che d’essere letti. Devo dire che, nonostante tu sia già bravo, il tuo stile migliora di volta in volta. I dialoghi con norme diverse possono starci con i pensieri, lascerei perdere la differenziazione tra dialogo al telefono e di persona, anche se il racconto è tuo e ci fai quel che vuoi. 🙂
    Alla prossima!

  • Ho scelto di far litigare i rapinatori, spesso succede, anche se questi mi sembrano aver studiato con cura il piano. Il capitolo scorre bene, giusto la punteggiatura mi infastidisce un po’, più che altro a livello grafico, non grammaticale. Tutti quei trattini sono antiestetici, sì, è una scemata, me ne rendo conto, ma l’occhio vuole la sua parte. Forse non serviva differenziare i dialoghi, tra telefonici e parlati e i pensieri, ma ognuno si organizza come meglio crede, ci mancherebbe altro. Buon lavoro!

  • Ciao Fenderman,
    con questo racconto stai virando al noir, nonostante la trovata del pesce orfano, mi pare a tinte più fosche. Un degno figlio di 3X1 e di Affare Tasmania. È come se ad ogni racconto tu cambiassi stile, hai cominciato a leggere qualcosa di nuovo?
    Voto perché la cosa si allarghi e stiamo a vedere come va. Il drin drin è risultato opprimente, bravo, hai messo anche questa volta ogni cosa al posto giusto.
    Alla prossima!

  • Rieccoti, ciao Fenderman,
    scusa ho letto che avevi cominciato un nuovo racconto, ma poi mi è passato di mente. Oggi ho commentato la chiusa di Gibbone e mi è tornato alla memoria.
    Direi che qui ci scappa un altro racconto divertente, forse meno dialogico? 🙂
    Ho votato: Enrico pronto a tutto e vediamo che succede.
    Alla prossima!

  • Eccoci di nuovo in gioco. Chiuso un caso se ne apre un altro. Voto “i C.C. non sanno che pesci pigliare…”, mi pare azzeccatissima.
    Ho dovuto rileggere la frase di apertura due volte perchè mi suonava strana, come se ci fosse un errore, che non c’è, però è davvero contorta messa così, anche se stilisticamente ha il suo perchè.
    Buon lavoro!

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