Gente di mare

Dove eravamo rimasti?

È arrivato il momento di incontrare la famigerata manager e i colleghi, ma… Ci perdiamo. (43%)

Front Desk

«Go away! You are not permitted here!»

Era ovvio che a un certo punto avevo sbagliato qualcosa.

Sapevo che la reception era al ponte 3, perché prima di imbarcare avevo studiato le mappe di quella nave nel sito della compagnia. Ero uscita dalla cabina fiduciosa che avrei trovato subito la strada, che il mio primo giorno si sarebbe concluso nel migliore dei modi.

Quindi avevo imboccato le scale, ero salita fino al terzo piano ma avevo scoperto che non c’erano porte che mi portassero fuori dall’area equipaggio. Avevo deciso di salire ancora, sperando di poter raggiungere la reception dall’alto. Avevo spalancato la porta tagliafuoco alla fine del pianerottolo e mi ero ritrovata su un ponte esterno, investita dal vento di metà ottobre e dallo sciabordio delle onde. Sapevo di essere già stata in quella zona durante il giro nave e mi guardai intorno sperando di riconoscere qualcosa. Avevo proseguito per una decina di metri, finché finalmente non avevo scorto i tetti arancioni delle scialuppe di salvataggio. Avevo tirato un sospiro di sollievo, perché da lì sapevo come tornare alla mensa. Avevo attraversato una porta ma, invece del linoleum bianco, mi ero ritrovata all’ingresso del ristorante. Ancora meglio! Ero nella zona giusta, mi bastava solo scendere le scale. Di sotto però non avevo trovato corridoi, solo una porta riservata al personale autorizzato. Beh, sono anch’io un membro dell’equipaggio, no? Ma non ero riuscita a fare neanche due passi prima che un ragazzo indiano mi bloccasse.

«I have to go to the reception. Please, let me pass…»

«This is kitchen! No pass!»

Ah.

La cucina era off limits per tutti quelli che non ci lavoravano, quindi mi scusai e tornai sui miei passi fino al ponte esterno. Mi appoggiai al corrimano e guardai le onde lambire la fiancata della nave, cercando di calmare l’ansia. Basta lacrime. Devo solo tornare indietro e chiedere indicazioni. Non è difficile. Andrà tutto bene. Arriverò in ritardo ma non importa. Cominciai a fare dei respiri profondi.

«Are you ok?»

Mi voltai, imbarazzata. Era una ragazza, poco più grande di me, con un sorriso gentile sulle labbra.

«Come scusa?»

«Oh, parli italiano. Ti ho chiesto se stai bene.»

«Sì… Sì. È solo…»

«Sì?»

«Non so come arrivare alla reception. È il mio primo giorno, mi sono persa e sono pure in ritardo…»

Sembravo una bambina che si accorge di aver perso di vista la mamma, e me ne vergognai.

«Tranquilla, è facilissimo. Vai sempre dritta, poi passi per l’ultima porta alla tua destra. Arriverai al secondo piano del teatro, basta che scendi le scale che vedrai alla tua sinistra e sei davanti la porta della reception.»

«Grazie! Mi hai salvato la vita!»

«Figurati, per così poco. E benvenuta a bordo!»

La guardai allontanarsi, i ricci scuri che le ondeggiavano sulle spalle, e sentii un calore familiare salire dalla pancia alle guance. Ci manca solo che mi prenda una cotta il primo giorno. E non so nemmeno il suo nome. Scossi la testa per scacciare quel pensiero.

Grazie alle indicazioni in un battibaleno mi ritrovai davanti alla porta di quella che era comunemente nota come reception ma ufficialmente si chiamava Front Desk. Entrai e fui quasi travolta da un ragazzo piccoletto che sfrecciava lungo il corridoio. Non avevo ancora fatto in tempo a spostarmi che qualcuno mi venne addosso da dietro.

«Ma che caz… che ci fai qui ferma? Esci subito al desk!»

Di nuovo non riuscii a reagire e rimasi a fissare la donna che avevo di fronte: divisa da ufficiale, capelli dritti come un fuso, unghie laccate di rosso e tacchi a spillo.

«Io veramente…»

«Ah Mirella, mi sembrava la tua voce. C’è Marco che te busca al telefono.»

«Che vuole questo ora?» La manager sbuffò. «Va be’, vengo. Tu cosa vuoi?» chiese rivolta a me.

«Sono la ragazza nuova.»

«Come ti chiami?»

Prima che potessi risponderle si era già fiondata alla scrivania e aveva preso il telefono.

«Marco, tesoro, dimmi tutto.»

«No te preoccupare. Te lo aveva detto que Mirella era un personaggio.»

«Ehi, ciao. Vanessa, giusto?»

«Correcto. Come esta andando?»

«Abbastanza bene. Senti, posso chiederti una cosa?»

«Dime todo.»

«Che devo fare adesso? Devo uscire al desk?»

«No no. Prima Mirella te deve scegliere un mentor.»

«Un cosa?»

«Es un collega che te insegna todo lo che devi sapere, le procedure e il resto. Perché poi devi fare una especie di esame che decide se resti o no.»

«Questo non ce lo avevano detto al corso.»

«Es una cosa nuova. Ma no te preocupes, è solo una – come si dice – formalità.»

«Allora» ci interruppe Mirella «come ti chiami?»

«Lara.»

«Non te l’ho ancora assegnato il mentor vero?»

Feci segno di no con la testa.

«Mi sa che l’unico libero è Michele. Sei fortunata, è bravissimo e gentilissimo, veramente un ragazzo d’oro.»

Sentii il sangue gelarmisi nelle vene. Rividi la scena di quella mattina e lo sguardo d’odio di Michele dopo che ci eravamo scontrati.

Cazzo.

Il prossimo capitolo inizia con:

  • Una nuova esperienza (57%)
    57
  • Una nuova difficoltà (29%)
    29
  • Una nuova conoscenza (14%)
    14
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104 Commenti

  • Eccomi, ci sono! Scusa il ritardo, mi sono anche perso il capitolo precedente… purtroppo questo mese sono stato molto impegnato con la revisione di un altro progetto di scrittura e alla fine i giorni sono passati in fretta senza che mi rendessi conto che rischiavo di perdermi la tua storia per strada. Cooomunque, ho trovato questo finale molto bello e pienamente in linea con il resto della storia: non troppo positivo, decisamente non negativo, concreto, “normale” come la vicenda che hai raccontato e la sua protagonista, in senso positivo ovviamente. Raccontare storie fantasiose di personaggi straordinari è molto facile, ma tu sei riuscita a coinvolgere con una storia che avrebbe potuto essere quella di chiunque, di sicuro anche grazie all’ambientazione “vissuta” che l’ha impreziosita non poco e resa molto più viva. Ti rinnovo i complimenti che ti ho già fatto, mi ha fatto proprio piacere leggerti!

  • Finale efficace, in cui la protagonista, oltre a cavarsela più di quanto immaginasse, dimostra anche molto altruismo, nonostante nel complesso mi sia sembrato un po’ frettoloso e privo di mordente, anche se forse questa sensazione è dovuta al fatto di essere un finale aperto che lascia molto in sospeso.
    Nel complesso il racconto mi è piaciuto molto e l’ho trovato davvero eccezionale, nonostante i lunghi periodi di pausa che però (tranne appunto nel finale) non hanno intaccato la qualità generale dello scritto. Spero che questo non sarà l’ultimo e che ci saranno altri racconti 😀
    Complimenti ancora e a presto!

    • Grazie di aver letto 🙂
      Hai ragione, anche io penso che il finale sia un po’ affrettato, ma anche a causa delle lunghe pause mi sono ritrovata all’ultimo capitolo senza quasi rendermene conto e questo è il meglio che sono riuscita a inventarmi con lo spazio che mi era rimasto. Ma cosa intendi con “privo di mordente”?
      Spero anch’io che questa non sia la mia ultima avventura su questo sito 🙂

      • Nel senso che tutto scorre un po’ troppo liscio e senza troppi intoppi, sia nel momento dell’esame, che dovrebbe essere quello di maggior tensione, sia nel dialogo finale, anche se immagino che sia una conseguenza della frettolosità e del poco spazio a disposizione, cose dalle quali qui è molto difficile sfuggire 😀

  • Rieccoti! Leggerti è sempre un piacere e direi che tutto sommato a Lara non va poi così male, almeno ha trovato l’amore 😛 Penso sia un po’ tardi per introdurre un nuovo personaggio quindi voto per la vecchia conoscenza. Spero che per il prossimo capitolo non passi troppo tempo, ma no pressure 😀

  • … Di gioia e dolori. Mi piacerebbe sapere di più di Elisa e del suo personaggio.
    Ciao 🙂 stamattina ho letto tutta la tua storia in un colpo e…
    Molto molto carina!
    Mi piace: il racconto in prima persona, il modo in cui usi la formattazione del testo per comunicare pensieri e impressioni della protagonista, e l’ansia COSTANTE che la accompagna.
    L’unica cosa che posso dire è che avrei anticipato questo incontro, perché il racconto ha un primo twist al capitolo 4 ed ora c’è Elisa, quindi hai solo 3 capitoli per concludere. Ma forse avevi bisogno di un setup più lungo per dire quello che vuoi dire e magari lo stai conservando per la fine.
    Aspetto con ansia il prossimo capitolo e… A presto!

  • Sono molto contento che continuerai il racconto visto che lo trovo estremamente interessante e ben scritto! Ho passato anch’io un periodo di sei mesi all’estero, e anche se non sono stato in una nave e quindi non è proprio la stessa cosa, riesco a immedesimarmi in molti dei pensieri e delle sensazioni della protagonista, e lo trovo un fattore molto positivo! Voto per la serata a lieto fine visto che la ragazza ha avuto già diverse disavventure ?

    • Grazie mille, sono molto contenta di sentire che lo trovi interessante e che riesci a immedesimarti 🙂 Ho sempre paura di tralasciare particolari che nella mia testa sono ovvi o di risultare troppo pesante con l’introspezione, mi fa piacere vedere che (almeno finora) non è così 🙂

  • Ti fai attendere ma ne vale sempre la pena! Te l’ho già detto ma il tuo è proprio uno di quei racconti in cui pensi o che l’autrice abbia esperienza diretta di quello che scrive oppure che sia bravissima a fare ricerche. Sembra davvero di essere lì 🙂
    Per il prossimo capitolo ho votato per il meh, ma sottolineo che intendo un meh più positivo che negativo ?
    Ti segnalo anche un refuso, “zitti” al posto di “zittii”. Ciao!

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