Gente di mare

Dove eravamo rimasti?

Il prossimo episodio si concluderà con: Un accenno di romanticismo. (50%)

Ashore - Seconda parte

«Stai molto male», scandii nel cellulare. Aspettai che la versione cinese di Google Translate traducesse la mia voce in ideogrammi. «Hai i calcoli alla vescica biliare.» E qui l’app della mia ospite asiatica si bloccò. Le due signore si guardarono, borbottarono tra di loro e poi quella che stava rischiando la vita, che avevo soprannominato Fanny, cercò di alzarsi. Subito il medico e l’infermiera si fiondarono per bloccarla, ma la donna non ne voleva sapere.

Spostai il peso da un piede all’altro, spazientita. La cosa non sembrava funzionare, avevo fame e sentivo gocce di sudore farsi strada sotto la stoffa sintetica della divisa. Osservai la lotta per qualche istante, poi non riuscii più a trattenermi e presi il cellulare. Mi schiarii la voce e feci vedere alla malata e al medico la foto che avevo trovato e che speravo fosse dell’organo giusto. Il medico annuì, indicando un punto sul torace della donna. Lei impallidì, parlottò con la sua amica, che avevo ribattezzato Cindy, e tornò docile a letto.

Guardai l’orologio del cellulare. Mancavano solo quattro ore all’imbarco ed eravamo appena riusciti a convincere Fanny a farsi esaminare. Spero solo che la batteria resista. Sospirando uscii in corridoio, avevo bisogno di un caffè. Frugai nella borsa cercando degli spiccioli. No, no ti prego. Non dirmi che ho dimenticato il portafoglio sulla scrivania. Cazzo. Mi lasciai cadere su una sedia con la testa fra le mani. Ero sola, all’estero, senza soldi né documenti e responsabile per una tizia che rischiava di lasciarci le penne e con cui non riuscivo a parlare.

Be’, se le giornate sono tutte così…

Cosa? Avresti accettato il lavoro al call center? Non farmi ridere.

Zitti la voce, non ci volevo pensare. Dopotutto c’era solo una certa quantità di stress che potevo sopportare senza perdere la testa, ed eravamo solo al secondo giorno di lavoro.

«This is for you», disse una voce metallica. Alzai lo sguardo per incontrare quello di Cindy, che in una mano teneva il cellulare che aveva parlato e con l’altra mi porgeva una bottiglietta di succo di frutta. Mi si strinse lo stomaco per la gratitudine.

La ringraziai e ci sedemmo vicine ad aspettare. Le ore passarono mentre osservavamo i medici entrare e uscire dalla stanza di Fanny, a volte portandola con sé, a volte rimanendo a parlare tra loro appena fuori dalla porta; più di una volta dovetti trattenere Cindy dall’andare da lei. Intanto guardavo spesso il cellulare, consapevole del lento scorrere dei minuti e chiedendomi cosa sarebbe successo se non fossimo riuscite a salire sulla nave in tempo. Stiamo calme, qualcosa ci inventiamo. Se mi faccio mandare il numero di carta di credito…

Un nuovo medico dall’aria sfatta mi fece segno di avvicinarmi, interrompendo la formulazione del mio piano. Mi disse che Fanny andava operata il prima possibile. Se non poteva essere rimpatriata subito l’avrebbe ricoverata lì.

«Allora? Novità?» fu il saluto del nostro port agent. Gli spiegai la situazione e lui ascoltò senza fare domande. Riagganciò e mi disse che mi avrebbe richiamato in men che non si dica.

«Mirella dice che la tizia sbarca domani e poi se ne va subito a casa. Tornate in nave.»

Non riuscii neanche a chiedergli se fosse una mossa saggia che aveva già riagganciato.

Il medico a cui riferii mi scrutò e scrollò le spalle, consegnandomi solo un foglio per l’ospedale della nave. Far capire i nuovi sviluppi alle due donne fu stranamente facile, ma io continuavo a pensare che avessimo deciso noi per loro.

Il cellulare miracolosamente resse e ritornare a bordo fu una passeggiata. Riportai le donne in ospedale e salii in ufficio. Almeno non mi perdo più.

«Non è stato difficile, visto?» mi disse Mirella a mo’ di saluto. «Per fortuna che queste se ne vanno domani, altrimenti sai che casino?»

«Cosa intendi, scusa?»

«Intendo dire che gli sbarchi medici sono un incubo e non avevo nessuna voglia di organizzarne uno. Comunque, per oggi puoi andare. A domani!»

Questa donna è una sociopatica. Altro che personaggio.

Ancora sgomenta andai in mensa. Non toccavo cibo dalla mattina e riempii il vassoio di tutto quello che viene generalmente considerato comfort food.

«Caspita, devi essere digiuna da un po’! Posso?» mi chiese accomodandosi. Non potevo rispondere con la bocca piena, quindi annuii e basta. «Ci siamo conosciute ieri sul ponte esterno, ricordi? Ma non ci siamo presentate. Mi chiamo Elisa.»

Come dimenticare. Arrossii e mi presentai. Mi strinse la mano. Era morbida e piacevolmente fresca.

«Deduco che hai avuto una giornata difficile» indicò il vassoio. «Ti va di parlarne?»

Mi sembrava strano che mi trattasse come se fossimo amiche, ma io avevo bisogno di sfogarmi. Le raccontai il mio primo giorno di lavoro senza lesinare sui particolari.

«Non male come primo giorno. Però ho la soluzione perfetta. Crew Bar questa sera alle dieci. Che ne dici?»

Non sapevo cosa né dove fosse il Crew Bar, ma non mi importava. Con le farfalle nello stomaco riuscivo a concentrami solo su un pensiero: ci sta provando con me?

Come finisce la serata?

  • Meh. (33%)
    33
  • Male. (0%)
    0
  • Bene. (67%)
    67
Loading ... Loading ...
Categorie

Lascia un commento

104 Commenti

  • Eccomi, ci sono! Scusa il ritardo, mi sono anche perso il capitolo precedente… purtroppo questo mese sono stato molto impegnato con la revisione di un altro progetto di scrittura e alla fine i giorni sono passati in fretta senza che mi rendessi conto che rischiavo di perdermi la tua storia per strada. Cooomunque, ho trovato questo finale molto bello e pienamente in linea con il resto della storia: non troppo positivo, decisamente non negativo, concreto, “normale” come la vicenda che hai raccontato e la sua protagonista, in senso positivo ovviamente. Raccontare storie fantasiose di personaggi straordinari è molto facile, ma tu sei riuscita a coinvolgere con una storia che avrebbe potuto essere quella di chiunque, di sicuro anche grazie all’ambientazione “vissuta” che l’ha impreziosita non poco e resa molto più viva. Ti rinnovo i complimenti che ti ho già fatto, mi ha fatto proprio piacere leggerti!

  • Finale efficace, in cui la protagonista, oltre a cavarsela più di quanto immaginasse, dimostra anche molto altruismo, nonostante nel complesso mi sia sembrato un po’ frettoloso e privo di mordente, anche se forse questa sensazione è dovuta al fatto di essere un finale aperto che lascia molto in sospeso.
    Nel complesso il racconto mi è piaciuto molto e l’ho trovato davvero eccezionale, nonostante i lunghi periodi di pausa che però (tranne appunto nel finale) non hanno intaccato la qualità generale dello scritto. Spero che questo non sarà l’ultimo e che ci saranno altri racconti 😀
    Complimenti ancora e a presto!

    • Grazie di aver letto 🙂
      Hai ragione, anche io penso che il finale sia un po’ affrettato, ma anche a causa delle lunghe pause mi sono ritrovata all’ultimo capitolo senza quasi rendermene conto e questo è il meglio che sono riuscita a inventarmi con lo spazio che mi era rimasto. Ma cosa intendi con “privo di mordente”?
      Spero anch’io che questa non sia la mia ultima avventura su questo sito 🙂

      • Nel senso che tutto scorre un po’ troppo liscio e senza troppi intoppi, sia nel momento dell’esame, che dovrebbe essere quello di maggior tensione, sia nel dialogo finale, anche se immagino che sia una conseguenza della frettolosità e del poco spazio a disposizione, cose dalle quali qui è molto difficile sfuggire 😀

  • Rieccoti! Leggerti è sempre un piacere e direi che tutto sommato a Lara non va poi così male, almeno ha trovato l’amore 😛 Penso sia un po’ tardi per introdurre un nuovo personaggio quindi voto per la vecchia conoscenza. Spero che per il prossimo capitolo non passi troppo tempo, ma no pressure 😀

  • … Di gioia e dolori. Mi piacerebbe sapere di più di Elisa e del suo personaggio.
    Ciao 🙂 stamattina ho letto tutta la tua storia in un colpo e…
    Molto molto carina!
    Mi piace: il racconto in prima persona, il modo in cui usi la formattazione del testo per comunicare pensieri e impressioni della protagonista, e l’ansia COSTANTE che la accompagna.
    L’unica cosa che posso dire è che avrei anticipato questo incontro, perché il racconto ha un primo twist al capitolo 4 ed ora c’è Elisa, quindi hai solo 3 capitoli per concludere. Ma forse avevi bisogno di un setup più lungo per dire quello che vuoi dire e magari lo stai conservando per la fine.
    Aspetto con ansia il prossimo capitolo e… A presto!

  • Sono molto contento che continuerai il racconto visto che lo trovo estremamente interessante e ben scritto! Ho passato anch’io un periodo di sei mesi all’estero, e anche se non sono stato in una nave e quindi non è proprio la stessa cosa, riesco a immedesimarmi in molti dei pensieri e delle sensazioni della protagonista, e lo trovo un fattore molto positivo! Voto per la serata a lieto fine visto che la ragazza ha avuto già diverse disavventure ?

    • Grazie mille, sono molto contenta di sentire che lo trovi interessante e che riesci a immedesimarti 🙂 Ho sempre paura di tralasciare particolari che nella mia testa sono ovvi o di risultare troppo pesante con l’introspezione, mi fa piacere vedere che (almeno finora) non è così 🙂

  • Ti fai attendere ma ne vale sempre la pena! Te l’ho già detto ma il tuo è proprio uno di quei racconti in cui pensi o che l’autrice abbia esperienza diretta di quello che scrive oppure che sia bravissima a fare ricerche. Sembra davvero di essere lì 🙂
    Per il prossimo capitolo ho votato per il meh, ma sottolineo che intendo un meh più positivo che negativo ?
    Ti segnalo anche un refuso, “zitti” al posto di “zittii”. Ciao!

  • Questo sito usa i cookies per migliorare l'esperienza utente. Cliccando su Accetto acconsenti all'utilizzo di cookie tecnici e obbligatori e all'invio di statistiche anonime sull'uso del sito maggiori informazioni

    Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

    Chiudi