A picco nel precipizio

Abisso

Passi pesanti e decisi, la porta che si richiude con un tonfo, un film già visto.

Poi di nuovo silenzio.

Un silenzio carico di tensione.

Un silenzio pregno del suo odore.

Un silenzio rotto solo da un unico pensiero.

Sono ancora viva…sono qui

Ma quanto sarebbe durato ancora?

Appoggiata alla parete, Ambra aprì gli occhi.

Con cautela, tentò di rimettersi in piedi ma ci vollero un paio di tentativi prima che vi riuscisse. Probabilmente aveva una o più costole inclinate, se non addirittura rotte, lui sapeva bene dove colpire. Niente segni sul viso, niente che potesse far pensare a un brutale pestaggio, ma d’altronde cosa ci si poteva aspettare da un avvocato con l’hobby delle arti marziali?

Distesa sul letto, il suo sguardo cadde sulla parete di fronte, e alla foto incorniciata del suo matrimonio. Erano trascorsi solamente due anni da quel giorno, un’inezia per la maggior parte delle persone, ma non per lei. Se durante il primo anno aveva vissuto appieno i sogni e le aspirazioni di una giovane sposa, il secondo si era trasformato in un vero e proprio inferno.

Tutto era iniziato un pomeriggio di maggio, a pochi giorni dal loro primo anniversario. Da qualche tempo Fabrizio aveva cambiato umore, era spesso sovrappensiero e fare conversazione era diventata un’impresa. Sulle prime Ambra aveva dato la colpa al lavoro, usciva di casa sempre più presto e a volte non rientrava neppure per cena. Figlio dell’avvocato Filippo De Santis, fondatore del più noto e frequentato studio della città, era l’ultimo di tre fratelli.

Il primo, Gaetano, aveva cinquant’anni e dopo la morte del padre aveva preso le redini dello studio. Fisicamente molto diverso da Fabrizio, anche caratterialmente erano l’esatto opposto. Tradizionalista convinto, come il padre amava pianificare tutto e non ammetteva la ben minima sbavatura. E la donna che aveva sposato non poteva che essere uguale a lui. Proveniente anch’essa da una famiglia di avvocati, Olga era una vera maniaca dell’ordine e si comportava come la classica arricchita con la puzza sotto il naso. Avevano avuto tre figli, due dei quali si trovavano all’estero per un master mentre la terza frequentava uno dei più esclusivi licei della città.

Poi c’era Serena, l’unica a non aver intrapreso l’attività del padre e dei fratelli. Moglie di un manager dell’alta finanza, aveva quarantadue anni ma ne dimostrava almeno una decina di più. E ciò non era dovuto solamente alle quattro gravidanze, ma soprattutto agli insensati quanto scriteriati interventi di chirurgia plastica cui si era sottoposta. Capricciosa oltre ogni limite, trascorreva il proprio tempo tra la lussuosa villa in cui viveva e l’altrettanto faraonica magione dei De Santis.

Infine veniva Fabrizio, l’uomo di cui si era innamorata e che aveva sposato. Arrivato quando oramai i genitori si erano messi l’animo in pace, aveva dodici anni meno di Serena ed era bello come il sole. Per lei, semplice e umile praticante dello studio, non era stato semplice superare le forti rimostranze della famiglia.

Gaetano era quasi inorridito quando il fratello gli aveva comunicato quella decisione, e anche Serena non era stata da meno, anzi. Le sue urla erano state udite da tutti quando, nell’ufficio di Gaetano, li aveva messi al corrente.

Tornando a quel fatidico pomeriggio di maggio, dopo essere rincasato Fabrizio aveva gettato la ventiquattr’ore sulla poltrona ed era andato in bagno senza neppure salutarla. Era la prima volta che accadeva, e per un istante aveva temuto che non si sentisse bene. Preoccupata, dopo qualche minuto aveva bussato alla porta senza tuttavia ottenere risposta. Sempre più in ansia, stava per rifarlo quando la porta si era aperta di colpo.

Non avrebbe mai dimenticato lo sguardo di Fabrizio, un misto di rabbia repressa e frustrazione.

«Che c’è, amore, non ti senti bene?» Aveva esclamato, cercando poi di accarezzargli il volto.

Lui aveva fatto un passo indietro, rendendo così vano quel gesto.

«Mia sorella è incinta» Aveva quindi esclamato Fabrizio.

«Ma è fantastico!» Aveva risposto d’istinto.

In realtà non la pensava esattamente così. Serena veleggiava verso i quarantatré anni, era sposata da quindici e in quel lasso di tempo aveva messo al mondo già quattro figli, e quello sarebbe stato il quinto.

«Già, fantastico» Aveva ripetuto Fabrizio con una smorfia.

Esasperata da quel comportamento, Ambra non aveva potuto far altro che sbottare.

«Ma si può sapere cosa ti prende? Una nuova nascita dovrebbe mettere allegria, mentre tu sembri reduce da un funerale!»

A quel punto Fabrizio l’aveva afferrata per le braccia, gli occhi ridotti a due fessure.

«C’è che oramai sono diventato lo zimbello di tutta la famiglia e dello studio, ecco cosa mi prende. Gaetano ha quattro figli ed ora Serena sta per sfornare il quinto, e noi? Dal giorno del matrimonio scopiamo praticamente quasi tutte le sere, possibile che tu non sia ancora rimasta incinta?!»

Come procediamo?

  • Ambra lo schiaffeggia. (50%)
    50
  • Fabrizio accusa Ambra di avergli mentito riguardo la possibilità di avere figli (50%)
    50
  • Ambra reagisce malamente e se ne va a dormire. (0%)
    0
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15 Commenti

  • Ciao Queen,
    il tuo incipit mi ricorda un po’ Big Little Lies, lo hai visto? Purtroppo il tema è attuale, ma anche trattato in tutti i modi e da tutti i punti di vista, non sarà semplice rendere originale il racconto, il genere avventura lascia aperto uno spiraglio… ti segnalo: costole inclinate, dovrebbe essere incrinate 🙂
    Sono curiosa di sapere come prosegue. Un consiglio che si dà spesso qui, e non solo qui, è quello di rileggere per bene prima di pubblicare, è molto utile e, ti assicuro, si trova sempre qualche refuso dispettoso a ben guardare.
    Alla prossima!

    • Ciao 🙂
      Non ho visto Big Little Lies, che presumo essere una serie tv. Sull’originalità del racconto hai ragione, si rischia di incorrere nello scontato tuttavia ho deciso di provare ugualmente. Non l’ho messo nel “rosa” perché affrontando queste tematiche di rosa non c’è proprio un bel niente. Il genere “avventura” da invece la possibilità di poter spaziare in altri campi, una via di fuga che spesso viene in aiuto a noi aspiranti scrittori.
      Già, incrinate. Sono arrabbiata con me stessa perché me lo ripeto spesso: LEGGI BENE PRIMA DI PUBBLICARE…e poi il refuso maledetto o l’errore grammaticale salta sempre fuori. Vedrò di fare più attenzione in futuro 🙂
      Avevo già pronto anche il secondo capitolo, che pubblico proprio in questi istanti, poi credo che sino a fine settimana non ne avrò il tempo.
      Grazie per essere passata, ciao e a presto.

  • Benchè il tema sia attuale, la mia paura è che si cada nel visto e rivisto, anche se la cronaca nera non brilla molto di originalità e spesso si ritrovano dei tratti comuni nei casi di violenza domestica, i quali, appunto, non si possono evitare.Giustamente questo è solo l’inizio e quindi è presto per dare un giudizio.
    Ho notato un piccola discrepanza: nella descrizione iniziale del fratello maggiore parli di tre figli, nel finale Fabrizio dice “Gaetano ha quattro figli”.
    Scelgo: Fabrizio accusa Ambra di avergli mentito riguardo la possibilità di avere figli.
    Buon lavoro!

  • Ciao e benvenuta! La tua storia tratta un argomento purtroppo molto attuale, che racconti con la giusta crudezza, realismo e con uno stile senza sbavature. Un ottimo inizio, forse il finale del capitolo pare un po’ troppo troncato ma suppongo che il prossimo ricomincerà esattamente da dove si è concluso questo. La storia non appartiene proprio il mio filone preferito, ma sono curioso di sapere perché la ha inserita sotto il genere Avventura, quindi penso che passerò di qua di tanto in tanto. Intanto voto per l’accusa di Fabrizio.

    • Grazie mille!
      È la mia prima esperienza su questo sito, e temevo di scrivere strafalcioni a non finire. Per quanto riguarda la troncatura hai ragione, ma le 5000 battute mi hanno fregato.
      Ho pensato di metterlo nel genere “Avventura” perché credo sia la collocazione più giusta. Nella mia mente non lo vedo come un “Rosa” per non parlare del “Giallo” o altri generi.
      Grazie per essere passato, a presto.

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