Follia

Dove eravamo rimasti?

Per ora è tutto ancora molto nebuloso, direi caotico. Cerchiamo di capire qualcosa in più su almeno un aspetto della storia, in particolare: sull'età e la condizione sociale del protagonista. (100%)

Bombe

Qualche mese prima…

Ho soltanto 21 anni, Cristo Santo! Cosa pretendete da me?

Sto dormendo, ma un incubo assale la mia mente e la distrugge. Vedo del fuoco, sento bombe che esplodono una dietro l’altra e una, in particolare, finisce per annientare il mio cervello. È come se cadesse esattamente sulla mia testa!

BUM!

Mi sveglio.

Apro gli occhi a fatica e guardo verso il comodino, l’unico presente nella stanza, accanto al mio letto. Vedo un involucro con sopra impressa una sola parola, ma non riesco a leggere cosa c’è scritto. Le lettere si muovono e danzano davanti ai miei occhi, si cambiano di posto continuamente, rimbalzano sul legno del mobiletto.

V T I P R I N E

Ok, ci rinuncio. Chiudo gli occhi per non dover più assistere a quel balletto nauseante e sprofondo nuovamente in un sonno agitato.

Il mio inconscio non mi regala più boati di bombe e fuoco (grazie!), ma solo una sensazione… La mia testa è talmente pesante che sembra staccata dal corpo. Non può reggerla.

È a quel punto che esco da me stesso… Ho bisogno di osservarmi da fuori e li vedo la, uno accanto all’altro: testa e corpo. Un bel quadretto unifamiliare, formato solo da me… In realtà saremmo in due. Cioè sono sempre io, ma diviso in due parti… ok non ci capisco più niente e per fortuna quell’assurda situazione viene interrotta.

«Cosa c’è?». Nessuna risposta. «Che c’è?»

«Al…ti…d…iamo…scire»

Tutte le mattine la stessa storia. Prima o poi spiegherò a mia madre che se tira continuamente pugni alla mia porta mentre parla capirò sempre la metà di quello che dice.

«Arrivo… arrivo!» come risposta, per liquidarla, va sempre bene. Mi restano solo due settimane di libertà prima di riprendere la mia missione dalla quale non so nemmeno se tornerò e mia madre, invece di farmi sentire a mio agio e felice, mi fa rimpiangere di essere tornato a casa. Mi sta addosso, mi opprime e il fine settimana con lei è sempre un inferno… Tranne quando la chiamano per andare a lavorare.

Esco dalla stanza cercando di nascondere il più possibile la mia faccia sconvolta. D’altronde, ho appena riattaccato la testa al collo… non può certo pretendere che abbia una cera perfetta.

«Dove andiamo?». Per un attimo penso di chiedere se mio fratello è ancora in casa, ma mi accorgo da solo che è già uscito e quindi evito la domanda.

«Non posso dirtelo», mi risponde, con un sorriso velato di una tristezza che mi confonde. «Ma sarà un viaggio piuttosto lungo, quindi è meglio andare… hai preso tutto?»

«Si, mamma…». Anche il mio è un sorriso a metà, di circostanza.

Improvvisamente, tornano le bombe nella mia testa. Casa mia comincia a ballare, come le lettere sull’incarto appaggiato al comodino di camera mia, ma mia madre non si accorge di nulla. È già fuori che mi aspetta, nonostante il freddo pungente. Da quando mio padre se n’è andato, così, da un giorno all’altro, lasciando mia madre senza soldi e con due figli ancora da mantenere, non la riconosco più… È strana. Probabilmente ho preso da lei e forse è per questo che un po’ mi inquieta la sua presenza. Tengo le distanze per paura di vedere me stesso in lei e capire come sono realmente.

Inizio a sentire il bisogno di andare via, di nuovo, di tornare nel luogo in cui ero fino a pochi giorni fa. Non un gran bel posto, a dirla tutta, ma almeno lì non c’è il perenne sguardo indagatore e giudice di colei che mi ha messo al mondo.

In ogni caso non ho scampo, la follia è nella mia testa ormai…

… Mi seguirà ovunque deciderò di andare.

La "silhouette" del protagonista comincia a delinearsi: da dove riprendiamo?

  • Complichiamoci la vita e aggiungiamo una terza linea temporale (100%)
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  • Torniamo nel futuro, quello del primo episodio (0%)
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  • Esattamente da qui (0%)
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4 Commenti

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