Follia

Dove eravamo rimasti?

Cosa accade in prigione? Il ragazzo impazzisce e dialoga con il fantasma di Rommel (100%)

Peter VS Führer

La mia testa…

Il mio cervello…

CHI C’È??

La testa… si sta staccando dal mio collo… e mi sta venendo la nausea.

«Ciao Peter!»

«Dove sei?! Fatti vedere, stronzo!»

La risposta è una risata assordante, fastidiosa, che stacca l’ultimo lembo di pelle che teneva uniti il mio collo e la mia testa. Bene… adesso si che sono fottuto! 

«Sono qui, dolce Peter!»

Mi concentro per tornare in me e, dopo alcuni secondi, riesco ad alzare gli occhi verso l’alto. Eccolo il bastardo! Ha la faccia che sembra una Groviera e gli occhi sono due enormi buchi, scuri e profondi. Solo la bocca è riconoscibile, aperta in un sorriso di scherno.

«Sei tu, brutto bastardo! Vieni giù che finisco di bucarti il resto del tuo corpo morto!» È Rommel.

Pare offeso dalle mie parole e la sua espressione sorridente diventa fintamente triste. Questo suo atteggiamento mi fa altamente incazzare. Cerco di calmarmi e abbasso lo sguardo, fingendo indifferenza mentre aspetto che si scolli dal soffitto per scendere e mettersi alla mia altezza. La mia mente inizia a maturare l’idea di gonfiarlo di botte e farlo marcire assieme a me in quel buco merdoso… ucciderlo per la seconda volta! Il pensiero mi eccita…

«P-E-R-V-I-T-I-N» la sua leggerezza nel pronunciare le singole lettere non ha nulla a che vedere con la classica ampollosità dello stile nazista. Mi porge una scatola chiusa, con un nome in bella vista:

Cioccolatini al Pervitin

«Ecco un piccolo omaggio per te. Arriva dal Führer in persona!» 

Devo ammetterlo, stavo quasi per cascarci e credere alle sue parole. In ogni caso ho bisogno di nutrirmi, dato che non mangio da molte ore, forse giorni, non lo so… ma finché ho il Pervitin posso resistere. Per questo mi impossesserò di quella scatola a tutti i costi e lo farò usando la forza.

«Ora vengo li e ti faccio fuori, verme schifoso!» 

Carico verso Rommel con tutta la forza che ho e pregusto il momento in cui potrò spogliare il suo inutile corpo e privarlo dell’onore della divisa che indossa, assolutamente immeritato.

Non accade nulla di tutto ciò. Non avviene alcun impatto con Rommel. Mi ritrovo dall’altro lato della stanza rispetto a dov’ero pochi istanti prima, sudato e ansimante, con la vista appannata. Mi giro e vedo la schiena di Rommel. Gli sono passato attraverso.

Mi sento improvvisamente svuotato da tutte le mie forze e comincio una folle corsa da una parte all’altra della cella, nella vana speranza di riuscire a colpire quell’infame almeno una volta.

Poi crollo, totalmente privo di energie. Cerco in tutti i modi di rialzarmi, ma il mio corpo non vuole saperne. Riesco a malapena ad alzare lo sguardo verso il mio interlocutore proprio nel momento in cui la sua faccia comincia a deformarsi, esattamente com’era capitato a quel fottuto di Hanke. Resto senza fiato quando, di fronte a me, si palesa il volto del Führer. Sono terribilmente goffo e mi reggo a malapena in piedi, ma riesco comunque ad alzarmi e a biascicare un “Heil, Hilter” che mi rimane impastato all’interno della bocca, completamente asciutta.

«Ti avevo detto che era un regalo del Führer», il volto era di Hitler, ma la voce era ancora quella fastidiosa di Rommel.

STOP!

Ciò che accadde dopo non ha senso raccontarlo, per me. Ricordo solo che, preso dalla disperazione, cominciai a lanciare la mia testa contro la parete della cella, ripetutamente. 

Non ricordo se a fermarmi fu uno dei miei carcerieri o la mia perdita dei sensi. 

Abbiamo finalmente scoperto il nome del protagonista, ma Peter è momentaneamente fuori gioco: chi proseguirà la narrazione?

  • Hanke (0%)
    0
  • La mamma di Peter (0%)
    0
  • Il Narratore (100%)
    100
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