Gli ultimi giorni della frontiera

Dove eravamo rimasti?

I problemi sono appena iniziati per i nostri fuorilegge. Cosa li attende una volta arrivati alla casa? Ostilità. (57%)

Un caloroso benvenuto

“Non so che dirti, Colby. Quando sono passato prima, questo posto era un mortorio.”

“Beh, questo può voler dire solo due cose”, dissi io prendendo il fucile dal cavallo. “In quella casa ci sarà qualcuno disposto ad accoglierci e a darci rifugio, oppure ci toccherà aprirci la strada con le pallottole.”

Ma chi volevo prendere in giro? Eravamo tutti ben consapevoli che, in mezzo a quella bufera, nessuno ci avrebbe mai aiutato di sua spontanea volontà. Come si dice in questi casi: ognuno per sé.

Anche Colby e Edgar misero mano alle loro pistole. Ora che eravamo sopravvissuti alla bufera, non potevamo certo permetterci di morire per mano di un qualsiasi bastardo dal grilletto facile.

Iniziammo a scendere a piedi dal promontorio, rimanendo nascosti dietro agli alberi al limitare della piccola foresta che circondava la valle. La violenza della bufera si era persino attenuata e stava cessando di nevicare. Lo interpretai come un buon segno.

“Restiamo calmi. Nonostante tutto”, disse Colby rinfoderando la sua pistola, “ci conviene tentare un approccio pacifico, prima.”

“E se in quella casa ci fossero i fratelli Nelson?”, sussurrò Edgar. “Pochi giorni fa sono passati anche loro per Rock Springs, tentando di fuggire dai cacciatori di taglie.”

“Se sai che sono passati per Rock Springs, allora dovresti anche sapere che sono tutti morti durante uno scontro a fuoco, mentre il loro capo si è impiccato nella sua cella.”

Io rimasi in silenzio. Sapevo che non era il momento di discutere con Colby e che, nonostante la sua riluttanza ad ammettere la presenza di un infiltrato nella banda, sapeva ancora il fatto suo.

“In ogni caso, non rimarrò senza copertura”, disse poi a me e ad Edgar. “Flint, tu nasconditi dentro quel capanno e tieni d’occhio le finestre sul lato. Edgar, vai dietro quel carro e tieni d’occhio la facciata.”

Agimmo come concordato. Mentre Edgar si rannicchiava dietro un carro parzialmente coperto da un grosso telo, io mi infilai in un capanno semidistrutto dal quale potevo chiaramente vedere, oltre alle finestre sul lato della casa, anche una porta secondaria che, dall’alto del promontorio, non avevo notato.

“Ehi oh!”, disse Colby in tono gioviale avvicinandosi al portico con passi lenti, tenendo alta la lanterna. “C’è nessuno in casa?”

Dall’interno, si udirono alcune voci soffocate. Riuscii a contarne quattro in totale. Vidi anche qualcuno affacciarsi di sfuggita a una delle finestre inferiori.

Dopo alcuni secondi, la porta d’ingresso si aprì. La sagoma scura di un uomo che imbracciava un fucile da caccia si stagliò contro la luce proveniente dalla soglia.

“Chi è che inciampa nell’oscurità? Dichiara che vuoi o preparati a farti azzoppare!”

L’uomo aveva una voce roca, ma riconducibile ad una persona non troppo anziana. Si mosse un poco in avanti, pur senza abbandonare il portico e senza perdere di mira Colby nemmeno per un attimo.

“Buona gelida serata, galantuomini!”

Colby gli rispose cercando di imitarne il linguaggio, nel tentativo di metterlo a suo agio. In cuor mio, sapevo perfettamente che non avrebbe funzionato.

“Che ti è successo?”, chiese l’uomo.

“Ero già per strada quando la bufera è iniziata. Ho perso il mio cavallo. Aveva i suoi anni, era con me da un bel po’. Quando il tempo ha preso a peggiorare, ha cercato di resistere ma non ce l’ha fatta.”

Si interruppe un attimo, per capire come proseguire al meglio il racconto.

“Io e il vecchio Frusta abbiamo fatto tanta strada insieme. Era un amico fidato.”

“Sei da solo?”, gli chiese l’altro.

“Sono sempre stato solo, fin dall’inizio della mia vita.”

“Psst! Flint!”

Quando percepii il sussurro di Edgar, distolsi l’attenzione da Colby e mi voltai verso il carro.

“Che succede?”, mormorai.

“Merda, Flint. Guarda qui sotto…”

Edgar spostò leggermente il telo che copriva il carro. Quello che intravidi mi lasciò confuso e angosciato al tempo stesso: una mano di donna. No, non solo una mano. Un intero cadavere. E poi un altro e un altro ancora, tutti su quel carro.

Spostai lo sguardo verso la casa appena in tempo per vedere un’ombra sbucare dalla porta sul lato e puntare la pistola verso Colby.

Uscii allo scoperto con il fucile spianato e sparai, prendendo in pieno il tizio sul lato della casa.

Distratto dal rumore dello sparo, l’uomo sotto il portico si voltò nella mia direzione. Colby lasciò cadere la lanterna e sparò alcuni colpi verso la porta, centrando il tizio che cadde a faccia in giù nella neve.

Anche Edgar abbandonò la sua posizione. Nel frattempo, altri due individui erano usciti dalla porta principale. Tornai a ripararmi dentro il capanno e udii solo gli spari, seguiti dal rumore di due corpi morti che si accasciavano a terra.

Aspettai un po’ prima di abbassare la guardia, anche se la calma era tornata a regnare sovrana.

“State tutti bene?”, chiesi.

“Sì. Credo di sì”, rispose Edgar, anche se poco convinto. “Anche Colby sta bene, abbiamo avuto la meglio. Cavolo, io… quei cadaveri nel…”

“Liberiamoci dei corpi. Di tutti“, lo interruppe Colby. “Gettiamoli nel pozzo. Dividiamoci i compiti.”

La situazione sembra essersi calmata, è il momento di scoprire qualcosa in più sui personaggi. Su chi ci concentreremo nel terzo capitolo?

  • Edgar e Colby. (14%)
    14
  • Flint e Edgar. (14%)
    14
  • Flint e Colby. (71%)
    71
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56 Commenti

  • Ciao Gibbon,
    quindi il nostro eroe, Flint, avrà un’altra possibilità. Sopravvissuto all’esplosione, vaga per il West e trova un ex criminale disposto ad aiutare coloro che vogliono cambiare vita, molto originale e interessante. Non è servito spiegare cosa è capitato a Flint dopo l’esplosione, ha detto tutto questo Parsons. Bene, un bel lavoro, pulito e ben scritto. Complimenti. Tra l’altro questo potrebbe essere considerato un finale aperto a cui dare un seguito… staremo a vedere che cosa deciderai di fare.
    Intanto ti auguro un’ottima giornata e ti saluto.
    Alla prossima!

    • Ciao!
      Ti ringrazio tantissimo, sono contento che la storia e la sua conclusione ti siano piaciute!
      Il finale è decisamente aperto, ma non credo racconterò ancora di Flint (almeno non nel breve termine), lasciando ipotizzare al lettore il suo futuro… ma mai dire mai ?
      Grazie ancora, buona giornata anche a te!
      Ciao! ?

  • Ciao Gibbon.
    direi l’ufficio di uno sceriffo. Flint potrebbe decidere di passare dalla parte della legge, è capitato in qualche occasione. In Francia si è dato il via alla polizia così come la conosciamo, grazie a un criminale incallito.
    Vediamo come va a finire la storia, di certo questo capitolo ha fatto un lavoro egregio, portandoci dritto dritto verso la conclusione, ottima l’idea della dinamite.
    Ho un’unica, minuscola perplessità, ma forse non conta nulla: “Quando percepì lo spostamento d’aria al proprio fianco era ormai troppo tardi: intravide Colby puntargli contro la pistola, poi più nulla” la narrazione in prima persona pone dei limiti. In questa frase si fa riferimento a sensazioni provate da Jane, Flint può solo immaginarle, però.
    Aspetto il finale e ti auguro una buona settimana.
    Alla prossima!

    • Ciao!
      Ti ringrazio come sempre per i complimenti, mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto ?
      Per quanto riguarda la questione di Jane, hai ragione, ma non è solo un piccolo dettaglio, è proprio un errore piuttosto grossolano: volevo cercare di differenziare un po’ la sua morte da quella di Edgar, avvenuta solo il paragrafo prima, ma così facendo sono uscito dallo schema e ho descritto cose che il narratore non poteva sapere. In ogni caso, grazie per avermelo fatto notare ?
      Buona settimana anche a te!

  • Ciao Gibbon,
    direi dialogo, l’assedio lo vedo male, sono tutti contro uno e parte sono dentro con lui. Il duello non ci sta, Flint è n minoranza.
    Le mie intuizioni su Jane erano corrette, sugli altri qualcosina… ma poi, no, ho pensato che fosse solo lei.
    Ti segnalo un refuso nella frase: “ Cosa avevo Kelso di diverso da tutti loro? ”
    Ho trovato i dialoghi un po’ stereotipati, molto vicini ai film, ne capisco,l’influenza, ma forse era troppo marcata la somiglianza.
    Il testo va benissimo, ho sentito I nitriti dei cavalli e la tensione creaarsi nella stanza.
    Alla prossima!

  • Siamo in un Western: un Duello. Anche l’assedio ci sarebbe stato bene, ma la scena non mi sembra adatta a dirigersi verso questo.

    Se da un lato mi aspettavo che Kelso non era il traditore (sospettavo di Jane per il suo modo di comportarsi con Kelso), non mi aspettavo l’intera banda. Quindi, sì, mi hai sorpreso 🙂

    Vediamo cosa ci propini per l’ultimo capitolo 🙂

    Ciao 🙂

  • Ciao Gibbon,
    lo sparo da parte di Jane mi mette in testa un dubbio, chissà se c’entra qualcosa… mah, staremo a vedere. L’episodio è scorrevole e ci porta dritti dritti verso una svolta che, immagino, avverrà nel prossimo episodio. Siamo quasi in dirittura d’arrivo, qualcosa deve accadere (oltre al ritrovamento di Jane, la morte del traditore e le rivelazioni su Edgar).
    Ti segnalo un refusino nella frase: “Andai davanti la camino acceso” ma è una bazzecola, tanto per essere pignoli 😉
    Alla prossima!
    p.s. proprio in virtù del mio pensiero su Jane e lo sparo, voto per il dialogo e la terribile consapevolezza.

  • Ciao Gibbon,
    avevo intuito che Kelso potesse essere un traditore, e tu lo ha dipinto proprio bene. La svolta è classica, in un racconto di questo tipo, il traditore ci sta sempre, a te creare un proseguo interessante; per il momento hai fatto un buon lavoro 🙂
    Direi che, visti i personaggi, la banda deciderà il da farsi senza interrogarlo, magari per capire quali sono le sue vere intenzioni e poter così arrivare a un epilogo drammatico, magari con l’uccisione o la consegna del traditore a chi di dovere…
    Alla prossima!

  • Jane è sicuramente un personaggio interessante. Sarebbe stato, secondo me, ancora più interessante svelare il suo passato poco alla volta, senza dover interrompere subito l’azione per introdurre la sua esperienza traumatica con lo sposo violento.
    Il dialogo tra Jane e Flint lo trovo invece molto riuscito.
    In generale è un bel capitolo. Sono contenta che Flint stia iniziando a capire e a mettere insieme i pezzi del puzzle.
    Aspetto l’aggiornamento.

    PS: ti segnalo 16 anni. È un errore (che vedo fare da molti). Dovresti scrivere sedici anni.

    • Ciao!
      Sono contento che anche questo capitolo ti sia piaciuto, ci stiamo ormai avvicinando a grandi passi verso il finale 😉
      Sicuramente raccontare del passato di Jane poco alla volta sarebbe stato più divertente e molto più interessante ma, come vedrai, i prossimi capitoli saranno piuttosto pieni, quindi ho preferito dare più spazio al presente che al passato, ma sono dovuto scendere a compromessi per mancanza di spazio 🙁
      Per quanto riguarda quel “16 anni”, invece, di solito scrivo trascrivo sempre i numeri in lettere (a meno che non siano date), ma questo giro mi sono distratto, nemmeno io so perché ho usato le cifre 😀

  • Ciao Gibbon.
    vorrei sapere di più su Kelso e quel che è accaduto prima del suo ritorno.
    Quindi il povero Edgar è andato un po’ fuori di testa con le brutture della guerra, ci sta, e si ricollega benissimo con l’affermazione fatto in precedenza. 😉
    Mi è piaciuto questo capitolo, le descrizioni sono vivide e brillano al sole dell’Ovest, pronte a mostrarci le scene. Bene.
    Ci si vede alla prossima!

  • Niente da dire. Mi sono incantato a leggere il racconto e mi sembrava di essere li. Sostenibile anche la spiegazione per chiarire l’incongruenza tra il trascorso di Edgar e la sua attuale situazione…
    Bravo!

  • Ciao, ho “scoperto” il nuovo racconto solo oggi e così ho recuperato in un solo fiato i capitoli già pubblicati. Confermo la mia già buona opinione sulle tue capacità narrative: sempre molto cinematografico, perfettamente calato nel genere, sia per l’ambientazione, la caratterizzazione dei personaggi, il lessico utilizzato. Sono un po’ perplessa dal ruolo delle donne, sembrano far parte della banda, il che mi fa un po’ strano, visto la non-emancipazione del gentil sesso nel 1899; comunque questa è solo una mia congettura poichè di queste donne non ci hai ancora detto molto, sicuramente più avanti avrò modo di capire meglio. Voto per “silenzio”, sono curiosa di capire come lo gestirai. Buon lavoro!

    • Ciao Valentina, mi fa molto piacere sapere che seguirai anche quest’altro racconto!
      Come sempre, ti ringrazio tanto per i complimenti, mentre la scelta di includere i personaggi femminili nella banda deriva più che altro dalla volontà di creare caratteri e background differenti tra loro e che reputo personalmente più efficaci se attribuiti a personaggi femminili, ma nei prossimi capitoli dovrebbe diventare tutto più chiaro ?

  • Ciao Gibbon,
    ho recuperato i capitoli ed eccomi qua. Bene, il resoconto mi pare in linea con la strada che hai scelto di destinare ai tuoi protagonisti. L’unico appunto che mi sento di farti, ma è proprio una piccola fisima mia, riguarda Edgar e quel che dice di lui Flint a Colby: non è molto sveglio… poi però si scopre che è un medico, tanto tonto non doveva essere… 🙂
    Ho votato la natura, magari un bel giro di ricognizione intorno alla casa. Peccato per la bottiglia…
    Alla prossima!

  • Questo è sicuramente il mio capitolo preferito. Descritto bene, scena cruda, realistica, da vero selvaggio West.
    Unico appunto. Sono una rompina antipatica, ma la mia deformazione professionale mi impone di correggere gli errori scientifici.
    Quando viene cauterizzata la ferita con il coltello rovente, non può formarsi in maniera istantanea la cicatrice (il tessuto fibroso cicatriziale richiede giorni per formarsi).
    Semplicemente hanno “carbonizzato/ustionato” per bloccare l’emorragia.
    Ti chiedo scusa se sono noiosa come poche.
    Detto questo bravissimo.
    Ci si legge.

    • Ciao, sono contento che il capitolo ti sia piaciuto, nonostante questo momento di pausa, che comunque mi è stato molto utile per delineare meglio il narratore della storia.
      Per quanto riguarda la cadenza degli episodi: il terzo capitolo ci ha messo un po’ ad arrivare a causa di alcuni problemi del computer con cui scrivevo in precedenza, ma ora che si è tutto risolto il ritmo di pubblicazione aumenterà (un capitolo ogni 5 o 6 giorni).
      Ciao e grazie mille! 😀

  • Kelso, non ancora ripresosi del tutto, racconterà in modo confuso della propria fuga.

    Bel capitolo: un attimo di pausa ci vuole prima di far salire di nuovo l’adrenalina. Interessante l’idea di Flint (noi siamo fuorilegge e moriremo da fuorilegge. L’unica cosa in cui spero? Una fine col botto). Mi sarebbe piaciuto sapere anche quella di Colby ma, si sa, lo spazio è tiranno 🙂

    Ciao 🙂

    • Ciao Red, sono davvero contento che il capitolo ti sia piaciuto e che questo momento di pausa non ti abbia annoiato, dopotutto mi ha aiutato parecchio a delineare un po’ meglio il personaggio di Flint, anche se pure io avrei voluto raccontare qualcosa in più su Colby, spero di trovare uno spazio per lui nei prossimi capitoli 😉
      Ciao e grazie mille!

  • Eccomi.
    Azione e suspence ben descritti.
    Mi ha fatto solo un po’ sorridere l’espressione “prendere un fucile dal cavallo”, perché mi sono immaginata il povero equide come un contenitore porta-armi.
    Ovviamente avevo capito cosa intendessi… i fucile era legato alla sella, al sottosella o a qualche altra imbracatura dell’animale.
    Tolta questa sciocchezza, davvero bravo.
    Sei dinamico e credibile. Mi sembrava di veder rappresentata la puntata di un film.
    Ci vediamo al prossimo capitolo.

  • Ottimo capitolo, teso e violento al punto giusto. Mi aspettavo che quella casa non riservasse chissà quale accoglienza, ma non pensavo che le cose degenerassero così in fretta, ma va bene così! Ti faccio solo una piccola critica: se tra le opzioni del capitolo precedente ci sono i cadaveri, e ha vinto un’altra opzione (seppure con poco scarto), perché hai messo lo stesso i cadaveri?

    • Ciao!
      Mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto, devo dire che mi sarebbe piaciuto sviluppare il tutto con più calma, ma rischiavo di non avere abbastanza spazio per sviluppare il seguito del racconto nei prossimi capitoli, quindi ho optato per questa direzione 🙂
      Capisco che inserire i cadaveri, nonostante abbia vinto un’altra opzione, possa sembrare una paraculata (e in parte è così) ma, come hai detto tu, c’era poco scarto tra le due opzioni, quindi ho colto la palla al balzo per inserire i cadaveri più che altro come elemento descrittivo aggiuntivo della crudeltà e della violenza di quel periodo.
      Ho cercato comunque di trattare il tutto rimanendo fedele all’opzione principale, ma capisco perfettamente che questa scelta possa non essere apprezzata, cercherò di non commettere lo stesso errore in futuro 🙂

    • Ciao!
      Grazie per i complimenti, sono contento che tu abbia avuto quella particolare reazione al carro pieno di cadaveri, ho cercato proprio di mostrare la crudezza e la bestialità di un periodo difficile come l’epoca dei fuorilegge, mi fa piacere esserci riuscito 😀
      Alla questione del pozzo non ci avevo pensato affatto, anzi, ho dato per scontato che Flint e gli altri avrebbero trovato delle scorte di acqua all’interno della casa, ti ringrazio per avermi fatto notare la svista 🙂
      Le sorprese arriveranno, spero siano efficaci e di riuscire a raccontarvi una buona storia 😉

  • Ciao Gibbon,
    bentornato.
    Una banda allo sbando sul finire del secolo, interessante. Queste storie, se scritte bene, mi piacciono molto; sono sicura che non ci farai mancare una bella trama e dei personaggi interessanti.
    Direi che trovano dei cadaveri. Quanti sono i membri della banda rimasti attivi? Intendo: vivi e non ancora catturati?
    Ci si vede alla prossima!

    • Scusami se ti rispondo solo ora, ma negli ultimi giorni ho avuto alcuni problemi con la connessione.
      In ogni caso, bentornata anche a te, sono contento che il genere sia nelle tue corde e spero di riuscire a narrare qualcosa di interessante 😀
      I membri della banda, in totale, sono sette: Colby, Flint, Edgar, Kelso, Jane, Holden e Alice.
      Holden e Alice sono rimasti uccisi durante il colpo a Rock Springs, di cui ancora sappiamo poco. Kelso e Jane sono dispersi, potrebbero essere stati catturati così come potrebbero essere ancora vivi e in fuga. Colby, Flint ed Edgar, i personaggi presenti in questo primo capitolo, sono al momento gli unici che abbiamo incontrato “di persona” e di cui sappiamo qualcosa con certezza.

    • Scusami se ti rispondo solo ora, ma ho avuto un po’ di problemi con la connessione.
      Sono contento che proverai a seguire questa nuova storia, spero possa essere all’altezza delle aspettative 😀
      Devo essere sincero: pur avendo in mente uno schema generale in mente e sapendo quali temi vorrei trattare, nemmeno io so dove la storia andrà a parare. Vorrà dire che la costruiremo tutti insieme capitolo dopo capitolo 🙂

  • Incipit interessante per quello che probabilmente sarà un altro bel racconto! La scrittura come sempre è di buon livello, forse c’è qualche imprecazione di troppo ma capisco che serva a rendere un’atmosfera ben precisa. Belle anche le citazioni a The hateful eight e Le iene, chissà se anche loro rimarranno intrappolati in quella casa ?

    • Scusami se rispondo solo ora, ma ho avuto un po’ di problemi con la connessione.
      Sono contento che proverai a seguire anche questo nuovo racconto, spero possa essere all’altezza delle aspettative 😀
      Rileggendo il capitolo, mi sono accorto anche io di aver esagerato con le imprecazioni, nonostante il loro utilizzo mi sia servito per sottolineare lo stato d’animo dei protagonisti. Cercherò di usarne di meno nei prossimi capitoli.
      The Hateful Eight e Le Iene sono alla base dell’idea del racconto, ma presto la vicende potrebbero prendere una piega ben diversa. A proposito di questo, spero non ti dispiaccia se ho “preso in prestito” (almeno in questi primi capitoli) il mood del tuo primo racconto, ma adoro il tipo di ambientazione e volevo provare a cimentarmici 🙂

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