Signora dei libri

Dove eravamo rimasti?

il dado è tratto, la fine più o meno decisa, ma dove si scriverà l'ultimo capitolo? Biblioteca (80%)

Ogni cosa al suo posto

Irene sbuffa, spingendo il carrello che ha riempito troppo. Il lunedì mattina la cassetta della riconsegna automatica è zeppa e lei s’ostina a voler ridurre il numero di trasporti verso le sale. Così faccio qualche passo in meno ma mi distruggo la schiena. Ottima strategia!

Flette leggermente le ginocchia per dare più impulso alla spinta e avanza fino al primo scaffale. Si massaggia le reni con le due mani: la schiena le faceva già male arrivando al lavoro questa mattina, per ragioni molto più piacevoli. Sorride maliziosa ripensando alla notte trascorsa, si sono addormentati molto tardi e Paolo questa mattina è uscito di corsa con una faccia da morto vivente, del resto, cosa c’è di più adatto a una coppia formatasi la notte di Halloween? Non osa immaginare in che stato fosse, alla prima ora di lezione.

È la prima volta che esce con… in realtà non è che escano molto, che frequenta un insegnante e la cosa presenta diversi punti a favore: orari fissi, serate libere, molti giorni di ferie. E questo solo dal lato lavorativo, dal lato personale BP di punti positivi ne ha molti altri al suo arco. In compenso, lei deve essergli sembrata una mezza matta quando si sono presentati ed è scoppiata a ridere, scoprendo che quelle erano davvero le iniziali di Paolo Bramati: un segno del destino (le iniziali, non il sembrare una pazza).

È ora che la smetta di fantasticare e acceleri il ritmo lavorativo, dopo aver sistemato i rientri dovrà dedicarsi alle lettere di richiamo per i prestiti in ritardo. È una cosa che non le piace, anche se ora che tutto si fa via posta elettronica le pesa meno. Ricorda con orrore quando iniziò, fresca di università, come rimpiazzo qui e là tra le varie biblioteche della regione: i colleghi titolari rifilavano sempre a lei il compito ingrato di telefonare a casa dei ritardatari. Una di quelle chiamate in particolare è ancora oggi uno dei suoi ricordi peggiori: una madre sconsolata che le spiegava di non avere il libro, era la figlia ad averlo preso, la figlia diciottenne scappata di casa con l’innamorato. “Se la trova, le dica di chiamarmi. Il numero non ce l’ho.” Chissà se quella madre e quella figlia abbiano poi fatto pace, non lo ha mai saputo, ma spera sinceramente di sì. Scuote la testa per scacciare il ricordo: molto meglio i solleciti via email.

Tra i rientri, ci sono due raccolte di Allan Poe, tanti Stephen King ma anche il capolavoro di Mary Shelley e quello di Bram Stoker, Irene li ripone con un sentimento di soddisfazione: la festicciola di Halloween sembra essere servita a far riscoprire qualche classico. Forse dovrebbero organizzare delle iniziative del genere più spesso, ma è sicura che i colleghi scaricherebbero il grosso del lavoro su di lei e in questo periodo non ha nessuna voglia di sgobbare oltre il dovuto.

I carrelli si susseguono, la bibliotecaria riordina senza più prestare attenzione ai titoli, rapida ed efficace, fino a ritrovarsi tra le mani uno di quei manuali che di solito non degnerebbe di un’occhiata: Il libro dei nomi, come scegliere quello giusto. Sorride: è sempre una cosa complicata, nelle coppie, accordarsi sul nome, eppure a lei e Paolo è riuscito naturale. E se fosse un segno che è lui quello giusto? Certo, scegliere il nome per un gattino è meno impegnativo che per un figlio, però loro hanno dovuto trovarne quattro in una volta e l’hanno fatto in perfetta sintonia. Eppure, lui ne avrebbe avute di ragioni per arrabbiarsi: è lei la “padrona” di Accollo, quello sciupafemmine che ha inguaiato la micetta di Paolo; invece, quando è entrato in casa per la prima volta e lo ha visto, si è messo a ridere. «Ma questo è il tuo gatto? E poi dicono che le coincidenze non esistono

Coincidenza o un segno? Se Accollo non si fosse soltanto scelto una compagna ma avesse anche giocato al Cupido per la sua umana? Piantala, Irene, sei a un passo dal delirio, sembra la trama di uno di quei romanzi melensi che disprezzi tanto. Certo, però, che un gatto che rimane settimane con la sua innamorata nell’attesa del parto e nei giorni successivi per aiutarla non è una cosa che si veda tutti i giorni. Forse aspettava che lo ritrovassi e incontrassi così Paolo? Poi siccome ero troppo lenta è venuto a cercarmi… Irene scuote la testa: l’amore e la carenza di sonno la stanno facendo sragionare, non ci sono altre spiegazioni. Una coincidenza: la micia di Paolo e Accollo, lei e Paolo, soltanto una coincidenza. E quei quattro cuccioletti cui trovare una famiglia umana una volta svezzati, perché non sarebbe pensabile vivere con sei gatti nella sua mansarda o nel bilocale di Paolo. O nel nostro futuro appartamento…

L’ultimo carrello è infine svuotato, non resta più che un tascabile da riporre. Quando lo solleva, dal libro cade un pezzo di carta. È un foglietto manoscritto, una poesia d’amore, si direbbe. Si chiede brevemente chi l’abbia scritta e per chi, poi scuote le spalle: non le importa davvero, lascerà il foglietto nella scatola degli oggetti smarriti, non ha tempo per gli indovinelli.

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136 Commenti

  • Ciao Maan,
    ottimo il finale, ottimo il racconto e grazie per avermi fatto sorridere anche questa volta. Dopo la giornatina di ieri (a letto praticamente tutto il giorno dopo una notte di malanni) mi serviva proprio un po’ di leggerezza.
    Sei sempre una conferma, non sbagli un colpo. Il caro Accollo ha fatto il suo dovere di buon gatto, sia nei confronti dell’amata gatta che della amata umana. Il finale è quel che ci si aspetta da un rosa. Il bigliettino alla fine un po’ mi ha incuriosito però, chissà che c’era scritto e da chi arrivava… vabbè, toccherà tenersi il dubbio 😉
    Allora che dire? Alla prossima!

  • Sul finale mi sarei quasi aspettata una nuova crisi e l’inizio di un’altra caccia al tesoro! ? Si vede che Accollo Mr Destino ha fatto bene il suo lavoro… Alla fine questa storia si è conclusa nel migliore dei modi, con un po’ di sana ironia. Spero di leggere presto qualcos’altro, ho capito che mi piaci come penna, al di là del genere. Ciao. ?

  • Purtroppo devo ripetermi. Io stimo davvero molto quello che scrivi, ma anche in questo capitolo, come per lo scorso, ho avvertito poca emozione.
    Il finale melenso ci sta tutto. Ho trovato però meno mordente rispetto ai primi otto capitoli. Questo è un puro gusto personale.
    Inverosimile, ma tenera la presenza di Accollo al capezzale della micia. Molto Disney. Non realistica, perché per le gatte la stagione degli amori è stressante e violenta. Hanno più fidanzati nell’arco di pochi giorni. Infatti ogni cucciolo è di padre diverso. Per quello la simpatica recriminazione di paternità di Accollo mi ha fatta sorridere.
    Tolte queste osservazioni, penso che la storia in generale sia dolce, carina, ben scritta e non scontata. Forse servirebbe una versione più estesa e meno castrata dai 5000 caratteri di The iNCIPIT per poterla gustare meglio.

  • In biblioteca, assolutamente! Una volta mondata dall’aria che appesta… possibilmente.
    Ciao Maan,
    carine le rime e il tiraggio di somme risulta gradevole e poco invasivo. Sembra di parlare di un esame diagnostico… scusa, divago.
    Ora non ci resta che vedere conclusa e coronata la storia con un bel finale a forma di fiocco, rosa, fucsia o come vorrai, tanto come fai fai, fai sempre bene 🙂
    Ci si vede in biblioteca, allora.
    Alla prossima!

    • ma no, dai, dici che hanno tirato lo scherzo fino a mettere in pratica il… maleficio?
      Sai che per i fiocchi forse forse ci hai indovinato? Devo solo trovare come ridistribuire le carte, perché nella mia testa il romanticismo avrebbe regnato dal veterinario, invece dopo tanti imprevedibili plebisciti per il gatto, questa volta che mi serviva il voto zoofilo è stato snobbato quasi da tutti XD
      Ciao, Kez

  • Gioco in casa e scelgo la clinica veterinaria.
    Nel tuo racconto c’è quel pizzico di sarcasmo alla Kinsella che rende più accattivante e meno scontato il romanzo. Questo capitolo ho però faticato un po’, non perché non fosse ben scritto, anzi. Probabilmente è colpa della mia stanchezza, ma ho dovuto rileggere un paio di volte la “risoluzione del mistero” e la confusione che si era creata tra la mamma di Luca e la nostra sfortunata Irene.
    L’idea è davvero carina, ma non mi è stata subito di rapida comprensione. Probabile la stanchezza lavorativa.
    Quindi nel prossimo capitolo torna Accollo?

    • Dici che ho tirato troppo via? Volevo evitare lo spiegone pesante ma credevo che quelle qualche linee bastassero, forse mi sembravano bastare perché io avevo tutto chiaro in mente, per gli altri un po’ meno. Mi spiace.
      dal veterinario era il mio finale ideale, ma devo rivedere i miei piani, poco male.
      Grazie mille di tutto

  • Vorrei cambiare set, ma la clinica veterinaria mi puzza, non vorrei perdere Accollo (continuo a non capire come tu abbia fatto a farmici affezionare; diciamo pure che dopo tutta la trafila fatta per ritrovarlo adesso me lo tengo.)
    Quindi voto “casa”, magari ci scappa una cenetta romantica?
    Ho apprezzato il colpo di scena dello scorso capitolo, anche se fino all’ultimo avevo creduto nel biondino… È una storia ironica, la tua, con una protagonista buffa e credibile. Ho empatizzato molto con lei. Quindi nonostante il cuore spezzato (ma già in via di guarigione ?) ti faccio i miei complimenti.

  • Ciao M.
    Mi hai fatto sorridere più di una volta… Che imbarazzo!! Sono diventata paonazza come Irene… Ahaha..
    Sono molto felice che abbia ritrovato Accollo… Anche il mio gatto entra ed esce da casa, è uno spirito libero e ogni tanto sparisce per dei giorni lasciandomi sempre in pena fino a quando non ricompare dal nulla. Che ansia, ho compreso benissimo la preoccupazione di Irene.
    Scelgo tutti e due.
    A presto.
    Ilaria

  • Rieccomi, Maan Keno. Ho votato per entrambe le cose, sperando che non sia chiedere troppo per soli cinquemila caratteri 🙂
    Allora, per prima cosa, tutta la mia solidarietà maschile ad Accollo: va sempre così, quando uno cerca di ritagliarsi un po’ di virile libertà, ecco che arriva una donna che… gliela taglia, quella libertà 😀 😀
    La tua Menotti deve essere parente di una catechista di queste parti, che ha terrorizzato bambini di otto anni intimandogli di non travestirsi e andare in cerca di dolcetti perché avrebbero aiutato il diavolo. Sai cos’è la cosa strana? Che il parroco l’ha rimossa… forse, tutto sommato, Dio esiste davvero! 😀 😀
    Un capitolo divertente e un po’ imbarazzante, sono arrossito con lei alla scoperta dei malinteso 🙂
    Ciao, ti auguro un weekend morbido e confortevole come la pelliccia di un soriano fulvo 😀

  • Ciao Maan,
    fossi in te aprirei sul web un’attività mirata alla sola creazione di slogan e nomi per società, negozi, attività in genere… Allow-in-biblioteca? Ma da dove ti vengono? Mi ricordo anche un certo “Bar Abba”… 🙂 hai un dono!
    Direi di tralasciare la storia del messaggio anonimo, si è già capito in parte e alla povera Irene non serve sapere altro… ora, però che si fa? Io un’idea ce l’avrei, ma il racconto è tuo 😉
    Sempre impeccabile nell’esposizione e nel tenere alto l’interesse sulla storia, leggerezza e fantasia come se piovesse.
    Alla prossima!

    • Ecco, non so chi potrebbe volermeli comprare, ma sì, è chiaro che i giochi di parole mi piacciono tanto XD
      Grazie del sostegno, per finire dovrei avere già le idee abbastanza a posto, a meno che non mi venga un raptus e cambi tutto all’ultimo momento. Poi confronteremo la mia idea e la tua 😉

  • Povera Irene, che imbarazzo. Fortunatamente Lollo non si è fatto troppe domande e probabilmente non ha realizzato quel che ha sentito! ?
    “Il poveraccio che sbava dietro a tua madre” è una messa in scena di Luca per pararsi, vero??
    Voto entrambe le cose: spiegazione e Halloween, ché giovedì scorso non ho festeggiato.

    • ehm, no, temo che “il poveraccio che sbava per tua mamma” non sia un alibi. Ma per fortuna, nessuno sa nulla dei viaggi mentali di Irene, l’imbarazzo resterà confinato dentro di lei, speriamo 🙂
      Hai visto, stavolta non ho osato con le opzioni, il finale è troppo vicino XD

  • Chi l’avrebbe mai detto che sarei stata felice di vedere Accollo?? Forse sotto sotto hai subdolamente avvinto alla faccenda anche una come me! Come hai fatto?
    Questi ultimi capitoli mi stanno piacendo sempre più, la trama ha preso la piega che volevo ed è una soddisfazione leggere di paturnie sentimentali in modo così intelligente, non scontato. Lo stile fa tutto…
    Voglio frenare la mia curiosità e rimanere fedele alla coerenza del personaggio: rimarrà a coccolare Accollo, è palese. Ma, se ti va, un salto in biblioteca più tardi non mi dispiace! Non lo voto solo per quel “di corsa”, con calma invece mi va più che bene! ?

    • credo che il “di corsa” fosse una formula ammiccante nel tentativo pietoso di fare 3 opzioni “simpatiche”, non da prendere alla lettera 🙂
      Il fatto che restare in casa con il gatto non abbia vinto mi fa piacere, anche se la parità tra parla con i ragazzi/i ragazzi non ci sono mi mette, confesso, in difficoltà. Aspetto ancora un fantomatico voto della salvezza fino a domani, poi provo a scrivere. E speriamo che le arrivi un po’ di se…ntimento a questa ragazza, che se non le tocca sognare storie proibite con giovinetti XD
      Ciao e grazie, come sempre

    • mi fa piacere, avevo molti dubbi su quella prima parte, avevo paura che la trovaste un po’ un riempitivo, ma mi sono ripromessa di allargare il testo, invece di limitarmi sempre solo alla trama nuda, questa volta e ci provo, e provo a dare un senso a ogni dettaglio. Proviamoci fino in fondo 🙂

  • Ciao Maan,
    mi hai fregato: io speravo in un romantico ritorno a fine racconto, per l’happy ending e invece…
    e vabbè ci accontenteremo di un umano, non è proprio la stessa cosa…
    Accipicchia però, l’indagine è degna di un grafologo forense, ha pensato proprio a tutto la cara Irene; ha, tra l’altro, uno stomaco di ferro, ho dovuto prendere un antiacido dopo aver letto della sua cena.
    Ho votato per il ritorno in biblioteca, senza ragazzi. Vediamo che s’inventa la signora dei libri per Halloween 😉
    Brava, Maan, come sempre.
    Alla prossima!

    • non diciamo niente, ma per romanticismo e felini non è ancora scritta l’ultima parola 😉
      quanto a inventarsi qualcosa per halloween, credo che Irene farà meno fatica di me per fare virare questi ultimi capitoli verso un vero rosa 🙂
      Ciao, e buon allenamento per il tuo novembre full writing

  • (Lo riscrivo perché non sopporto di finire in moderazione, da cui, per come sta funzionando il sito negli ultimi tempi, potrei non uscire mai! :-D)
    Rieccomi, Maan Keno. Ho votato per Lollo, perché porre limiti all’ammore? ❤?❤
    Anche se, secondo me, il nome del partner giusto per lei dovrebbe essere qualcosa tipo “Falix Catto” o “Catone Persiano” o anche (perché limitarci ai maschi?) “Savannah Brown”.
    Devi sapere, e ti prego di credermi, che il gatto è il mio animale domestico di gran lunga preferito, per quanto attualmente io abbia un rapporto di leale amicizia con un cane che divide gli spazi casalinghi col sottoscritto e le sue distratte padrone. Eppure, comincio a domandarmi se lo spazio concesso al gatto non sia un po’ strabordante. Insomma, chiamalo Lollo, Francesco, Matteo (o Peppi, come dicono da noi), ma fammi vedere ‘sto spasimante! ? ?
    Ciao, ti auguro una felicità comparabile, in peso, alla mole di volumi della biblioteca d’Alessandria d’Egitto ?

    • anche ora che ho letto il tuo primo commento non ho colto l’elemento soggetto a moderazione, boh!
      Sono d’accordo con te sul fatto che il gatto abbia preso uno spazio eccessivo nello svolgersi della storia, ma sono state le scelte “popolari” a deciderlo, infatti nei due ultimi capitoli ho cercato di contenerlo in spazi più ristretti. (lascio ancora la tentazione di farlo strabordare nelle opzioni, ma non mi assumerò responsabilità, dovesse accadere di nuovo XD)
      Quanto al non porre limiti all’amore, d’accordo, ma temo che quello del 20enne sia un tabù difficile da oltrepassare per la retta Irene, vedremo.
      Ciao, Pargolo scrittore

  • Rieccomi, Maan Keno. Ho votato per Lollo, perché porre limiti all’ammore? ❤?❤
    Anche se, secondo me, il nome del partner giusto per lei dovrebbe essere qualcosa tipo “Falix Catto” o “Catone Persiano” o anche (perché limitarci al sesso maschile?) “Savannah Brown”.
    Devi sapere, e ti prego di credermi, che il gatto è il mio animale domestico di gran lunga preferito, per quanto attualmente io abbia un rapporto di leale amicizia con un cane che divide gli spazi casalinghi col sottoscritto e le sue distratte padrone. Eppure, comincio a domandarmi se lo spazio concesso al gatto non sia un po’ strabordante. Insomma, chiamalo Lollo, Francesco, Matteo (o Peppi, come dicono da noi), ma fammi vedere ‘sto spasimante! 😀 😀
    Ciao, ti auguro una felicità comparabile, in peso, alla mole di volumi della biblioteca d’Alessandria d’Egitto 😀

  • Eccomi qui. Ti avevo persa per strada. Ho passato questa tranquilla domenica mattina a rileggere tutti i capitoti e non so se perché aiutata da questa continuità, ma trovo questo racconto davvero bello. Si vede che ti piace scriverlo e adoro le battute di spirito che ogni tanto dice la protagonista. La rendono davvero come la ragazza della porta accanto.
    Anch’io ho votato il biondo. L’ha immerso in un aura di mistero che ha intrigato tutti, mi sa.
    Non ti perdo più ??‍♀️

  • Ciao Maan,
    direi che potrebbe appartenere al biondo che non prende mai libri in prestito; perché, magari, in biblioteca ci va solo per un interesse sentimentale che, secondo me, non è rivolto alla bibliotecaria, ma lei è così convinta… o no?
    Lo spaccato sulla vita del felino mi ha ricordato il gatto adottato da mia suocera, che se ne va in giro tutto il giorno e si presenta puntuale all’ora della pappa, miagolando a più non posso nonostante, probabilmente, si sia già rimpinzato altrove.
    Pian pianino si arriva in fondo, questo è un rosa, quindi ci sarà un lieto fine… Accollo tornerà da lei!
    Alla prossima!

  • Io cercherei il BP, non mi pare che la bibliotecaria sia particolarmente interessata al suo ammiratore segreto, dopo quello che (forse) ha scoperto.
    Ma quanto le manca il gatto? Forse un po’ troppo.
    Quand’ero un piccolo pulcino con gli occhiali tondi in casa bazzicavano gatti semirandagi o semistanziali. Quando sparivano per settimane in genere sparivano per sempre. Io speravo che avessero trovato altri padroni. Lo spero ancora, ma la cosa mi ha segnato 😀

    Ciao, a presto

  • Ciao Maan,
    Questa volta sei tu ad andare come un treno, si vede che scrivere questa storia ti sta divertendo ?
    Mi focalizzerei sull’anziano, in fondo Irene cerca il gatto e non può lasciarsi scappare l’occasione di saperne di più. Grazie a te ho scoperto un nuovo termine, grazie ?.
    Il capitolo scorte, che te lo dico a fare? Già lo sai che mi piacciono i tuoi racconti… te lo avevo già scritto?
    Alla prossima!!

    • Ma no, non ho detto che avete votato male, non mi permetterei mai, ho detto che il voto era… anticonvenzionale per una trama rosa 😉
      In ogni caso questa volta ho cercato di rendere le 3 opzioni il più esplicito possibile, che fosse chiara la direzione in cui porterà il voto XD
      Ciao

  • Ciao Maan!
    Ovviamente, essendo un’inguaribile gattara, avrei voluto votare per l’interrogatorio su Accollo. Tuttavia, questo è un racconto rosa, perciò ho frenato i miei impulsi animalisti e ho votato per l’indagine sull’ammiratore segreto. Sei sempre bravissima e scorrevole. Se ci sono errori, io non li ho notati. Alla prossima (I miss Accollo sono much)…

  • È successa una cosa strana!
    Ciao Maan! Da amante dei gatti, sono in ansia per Accollo. Se succedesse a me di perdere il mio amore (=gatto bianco di appurata intelligenza) chiamerei i pompieri, i carabinieri, tutti quanti!? scherzi a parte, sei piacevole come sempre nella tua semplicità spontanea. Aspetto di vedere chi è l’ammiratore… e di veder tornare Accollo!!!

    • Ti ringrazio di darmi dei suggerimenti perché, sia detto tra noi, « è successa una cosa strana » era l’opzione che ho lasciato in bianco fino all’ultimo. Le altre 2 erano, per me, le direzioni in cui proseguire la storia, l’autore del pizzino è venuto a cercarlo, uno (l’ammiratore? Il bell’insegnante?) è venuto a chiedere di lei. Non avevo idee per la 3, avevo pensato a una cosa insensata perché la scartaste subito, ma non volevo barare… ben mi sta: ora devo inventare una cosa strana e che sia utile per lo sviluppo della trama. Uhm uhm XD

  • Perdonami ma io tutta questa commozione, con lacrime e fazzoletti, per il gatto sparito la trovo un pelino esagerata. Mi rendo conto di passare per una stronza senza cuore, so che avere un animale in casa è avere un pezzo di famiglia, e perderlo è sicuramente una cosa destabilizzante, capisco anche la caratterizzazione del personaggio, ma non mi convince, non lo so, non mi tocca il cuore, mi pare artefatta. Poiché, dai commenti, si capisce che sono la sola a non amare il gatto sparito e i drammi ad esso connessi, ne deduco che è colpa del mio cuore arido. Mi scuso con gli amanti dei gatti.
    Ho votato per “è venuto uno a chiedere di te”, mi piaceva anche “è successa una cosa strana”, ma alla fine ho scelto la prima, d’istinto.
    Rinnovo i miei complimenti e la stima per la tua prosa. Metti il gatto da parte e tira fuori il belloccio! Alla prossima!

    • Ciao.
      Credo sia soggettivo, pensa che a casa mia anche quando morì la coniglietta, che era una stronzetta poco socievole, piangemmo tutti, anche i miei figli che da lei erano stati poco amati e molto morsicati 🙂 quindi non ti sto nemmeno a dire quanto abbiamo pianto i gatti defunti negli anni. Pure dopo anni guardare le foto ci fa venire il magone, questo per dire che non mi sembrava di aver ecceduto, ma non lo so. Di certo, non mi ero di dover dirigere il racconto tutto sul gatto, ma il voto lo ha deciso.
      Ora, io spero che il belloccio ripassi, ma per ora non abbiamo il numero di telefono ?
      Grazie dei feedback

  • È successa una cosa strana.
    Concordo con Keziarica, ma non so quanto la colpa sia tua. Votare la ricerca del gatto non è stata una scelta furba, siamo tutti qui per sapere ben altro, inutile nasconderlo. Tiabbiamo costretta a fare un “giro a vuoto” per così dire. Ma ammiro la tua volontà di offrire opzioni molto diverse, ti metti in gioco fino in fondo.

  • Ciao Maan,
    voto per la cosa strana o risulterei stana io 😉
    Accollo non torna, chissà dove è andato a cacciarsi… te lo abbiamo chiesto tutti, quindi non posso certo lamentarmi, tuttavia ho trovato che il capitolo si sia accomodato troppo sul mattino in pigiama, non so se mi spiego… forse ci sarebbe stato bene un episodio particolare, tipo, un breve flashback sull’appuntamento andato male o l’incontro con uno dei vecchietti del caseggiato… non saprei, forse sono solo dipendente dai colpi di scena 🙂
    Aspetto il nuovo capitolo, spero che Accollo torni e che il professore si rifaccia vivo, forza Irene 🙂
    Ciao Maan, alla prossima!

    • Le tue (anzi, le vostre, non sei la sola) osservazioni sono giuste.
      Avevo deciso di fare comunque un capitolo piùintrospettivo sul personaggio e meno « a gag » e non sono una fan dei colpi di scena continui, che mi fanno tanto « acchiappa clic; però, fino all’ultimo, il voto era in parità e avevo immaginato un capitolo metà sul gatto e metà sul piccolo indizio. Al momento di scrivere, invece, il voto diceva gatto. Un po’ che ormai avevo il capitolo in testa, un po’ che vorrei riuscire a rispettare i tempi di pubblicazione, non ho voluto ripensare il tutto, ho semplicemente eliminato la parte indizio e esteso la parte gatto. Ma a fare un flashback, o un « ricordo live » dell’aneddoto con il gatto o dell’appuntamento schifido, non ci ho pensato. Sarebbe stata una bella idea (la prox volta ti chiedo consigli prima di scrivere!)
      Però, spero, di aver inserito nel capitolo dei dettagli rilevanti per il prosieguo.
      Ciao e grazie, K

      • Ma tu lo vedi tutto il commento? Perché io dal pc ne vedo solo una parte… sul telefono, invece, me lo mostra tutto… per non sapere né leggere né scrivere io te lo rimetto qui sotto:

        voto per la cosa strana o risulterei stana io
        Accollo non torna, chissà dove è andato a cacciarsi… te lo abbiamo chiesto tutti, quindi non posso certo lamentarmi, tuttavia ho trovato che il capitolo si sia accomodato troppo sul mattino in pigiama, non so se mi spiego… forse ci sarebbe stato bene un episodio particolare, tipo, un breve flashback sull’appuntamento andato male o l’incontro con uno dei vecchietti del caseggiato… non saprei, forse sono solo dipendente dai colpi di scena
        Aspetto il nuovo capitolo, spero che Accollo torni e che il professore si rifaccia vivo, forza Irene
        Ciao Maan, alla prossima!

  • Ciao Maan, ti ritrovo volentieri, anche se arrivo in ritardo, con una storia dolcissima, ambientata in biblioteca, ma quale luogo migliore per un racconto rosa? Direi che gli stereotipi del genere ci sono tutti, ma come li mescoli tu li fa sembrare originali e piacevoli, sarà il tuo superpotere? Aspetto il prossimo aggiornamento, ho votato per “Un piccolo passo in avanti”, buon lavoro!

  • Vado controcorrente e lascio il gatto in secondo piano, votando per un piccolo passo avanti. Essendo in una situazione sentimentale precaria, ho bisogno di conoscere bei ragazzi almeno nella finzione… per cui spero che il giovane insegnante torni, anche se non è l’uomo che cerchiamo.

  • Ciao Maan,
    So che il genere imporrebbe il passo avanti, magari piccolo essendo al principio, ma io voglio trovare Accollo!
    Bene, benissimo, ci piace! Il giovane “urtatore” dal fisico tonico e i capelli ramati ha fatto colpo e ora m lascia in attesa di capire se tornerà o no a fare capolino nella vita di Irene e tra queste pagine…
    Ci vediamo al quarto!

    • In realtà non sapevo proprio quanto e in che direzione far avanzare la storia, l’ho fatto scegliere a voi apposta (anche se per ora lo stallo non mi aiuta!). Però non corriamo troppo: anche dovesse vincere quell’opzione, ho detto muoversi a cercare, non trovare il gatto, mancano troppi capitoli, non portarmi via le suspense! XD
      Grazie mille

  • Ci vuole un passo avanti ginormico, siamo già al terzo capitolo! 😀
    Il capitolo è simpatico e ben scritto, solo che i pensieri paranoidi della protagonista mi destabilizzano: visto il titolo, mi aspettavo un’algida Mistress dei Libri, scopro invece una Bridget Jones qualunque 😀

    Ciao, a presto

    • Potrei offendermi, per quel “paranoidi”, a me sembravano le riflessioni normali di una persona normale, magari un filino ansiosa e insicura, non dico che fosse autobiografico, però…
      Ammetto che volevo che il capitolo fosse un po’ più sorridente degli altri due, in cui forse lei usciva un po’ malinconica, ma non mi sembrava di aver reso Irene troppo caricaturale (o forse sono io che sono una caricatura XD). In ogni caso, algida non lo è mai stata, tra il suo sdilinquirsi sull’odore e gli scricchiolii dei vecchi libri e le elucubrazioni sul destino del gatto, le carezze ai libri… Di algida a casa mia ci sono solo i gelati, anzi, di rado pure quelli 🙂
      Ciao, ginormico

  • WOW… quando ho letto questa pagina non ho potuto fare a meno di esclamare “wow, questa ragazza sa scrivere!” . Veramente, complimenti. Mi è piaciuta tantissimo questa parte, l’incontro-scontro con il bel giovane, i suoi pensieri appena accennati… le emozioni che si susseguono.. tutto come nella realtà. Molto brava davvero.
    Da amante dei gatti pure io (ne ho avuto a decine…) voto per la ricerca di Accollo.Ciao!

    • Il tuo commento mi ha fatto molto piacere, davvero, perché se sapevo più o meno cosa volevo succedesse nel capitolo, non sapevo come renderlo. Ho passato ore a riflettere su come distinguere pensieri e voce narrante, dove inserire le riflessioni, quante, come fare, a chiedermi se il risultato fosse comprensibile o caotico, se non risultasse troppo pesante.
      insomma, mi faccio dei viaggi mentali che altro Che Irene 🙂
      Grazie mille

  • Voto “viene interrotta” a patto che a disturbarla non sia Luciano. Anch’io per tutto il capitolo non ho atteso altro che un riferimento al messaggio d’amore, ci hai voluto tenere sulle spine, eh! Bene, che questa interruzione venga ben sfruttata allora. ?

  • Eh sì, è proprio così: semplice eppure irresistibile!
    Ciao Maan,
    sai che mi piacciono i tuoi racconti, dai pennellate schiette e dipingi scene vivide e stuzzicanti, tanto da indurmi ad attendere il prossimo episodio per sapere di più, di Accollo, delle lettrici attempate e, ovviamente, dell’ammiratore segreto.
    Secondo me non riesce a mettere a fuoco ed evito l’interruzione perché temo si tratti di Luciano con il telefonino alla mano…
    Aspetto con ansia.
    Alla prossima!

    • Ahahah! No, Luciano non mi era proprio venuto in mente: non sono ancora decisa per l’interruzione, ma, se sarà, sarà qualcosa o qualcuno che introduce un elemento nuovo. Almeno è così che l’ho in testa per ora, poi chissà 🙂
      E le lettrici attempate, cosa sarebbero le biblioteche senza di loro…
      Grazie mille, a presto

  • La descrizione del libro che vorrebbe la signora Lina mi ha fatto pensare agli pseudo-romanzi con protagonista Misery, probabilmente anche lei sarebbe stata una fan di Paul Sheldon 😀
    Molto ben descritto il legame tra la protagonista e il felino, in cui non manca comunque dell’ironia. Mi aspettavo qualche parola in più sul tentativo di capire chi fosse l’ammiratore segreto però poco male, tanto abbiamo appena iniziato. Voto per lo sforzo di concentrazione, dubito che verrà interrotta visto che è da sola.

    • E le signore Lina, per fortuna la Pilcher è morta di vecchiaia, se no rischiava sequestro e torture anche lei XD
      Il non concentrarsi subito sulla ricerca dell’autore del messaggio è una scelta ponderata: sto cercando di far evolvere la mia scrittura e mi sono resa conto ogni (poche) volta che ho tentato di iniziare un romanzo o racconto lungo, non ne ero capace perché sono abituata a concentrarmi esclusivamente sulla trama principale, che sviluppo rapidamente e sinteticamente e in 20/30 pagine ho già finito. Questa volta, pur in un racconto in 50000 caratteri, parto con trama e plot secondario e cerco di sviluppare le due insieme e con calma, lavorando un po’ anche su cornice e “contorni”. Vedremo se riesco a rispettare le intenzioni e cosa ne esce 🙂
      Grazie, Lorenzo, a presto

  • Secondo me la sua concentrazione viene interrotta.
    Ciao Maan! Come sempre ottimo episodio. Da amante viscerale dei gatti, non vedo l’ora di sapere che fine ha fatto Accollo! Ma come fai a rendere situazioni all’apparenza semplici così dinamiche e interessanti? Qualunque sia il tuo segreto, continua a sfruttarlo! A presto:)

    • Amante viscerale dei gatti: mi sono appena resa conto che nell’80% (forse più) dei racconti che ho scritto in questi anni c’è un gatto, se non di più. Una maniaca compulsiva dei felini! XD
      Cerchiamo di svelare tutti i misteri, un po’ alla volta.
      Grazie, Carlotta, a presto

  • Ciao!
    Brava. Il rosa di solito non mi prende particolarmente, ma tu lo rendi speciale. Quando ho visto il nome dell’autore, ho dovuto passare. E sono contenta di averlo fatto: tu non sarai mai banale. Hai la capacità di rendere interessante ciò che scrivi, qualunque genere sia. Seguo la tua storia e ti stimo davvero come scrittrice.
    Alla prossima!

  • Vediamo cosa succede il giorno dopo.
    Ciao, Maan.
    Cerco di sforzarmi a immaginare la bibliotecaria come una ragazza piacente e soprattutto giovane, insomma, una che, a differenza mia, sappia cosa significa IRL senza doverlo cercare su Google… ma non ci riesco e me la vedo davanti agli occhi secca secca, dritta dritta, fasciata in un vestito nero a fiori bianchi con crocchia e occhiali triangolari di ordinanza… inutile, sono pieno di preconcetti 😀
    Un bell’incipit, carino e intrigante.
    Ciao, a presto

    • Ragazza… la immagino giovane ma tra gli enta e gli anta, piacente non so: non è bello quel che è bello, ma che bello che bello che bello (Cit. Nino Frassica).
      A parte gli scherzi, attento con i tuoi preconcetti: quand’ero bibliotecaria io, agli sportelli eravamo in 3, età media 23 anni e neanche una crocchia XD
      L’idea mi è piaciuta da subito, ora spero di farne qualcosa e di riuscire a rispettare tempi accettabili, questa volta. Grazie del sostegno, Jawino

  • Un racconto che parla di libri? Beh, allora non posso non seguirlo, specialmente poi se scritto con il tuo talento! Continua sempre a colpirmi la semplicità del mondo e dei personaggi che descrivi, forse un po’ idealizzati, ma che se non esistono bisognerebbe inventarli. La storia poi sembra essere molto interessante, ci sono già delle ottime premesse! Voto per il giorno di lavoro, al prossimo capitolo!

  • Ben tornata. Incipit che incuriosisce, senza alcun dubbio. Penso che ogni donna desideri essere l’oggetto di un messaggio segreto, almeno una volta nella vita.
    Ero curiosa di conoscere meglio la vita di Irene a casa. Mi ha incuriosito La storia delle chat virtuali, ma mi sa che sono in minoranza. Ci sarà tempo in seguito

    • in 9 capitoli, credo che ci sarà modo di visitare anche l’appartamento e la vita casalinga di Irene 🙂
      Con “chat”, intendevo social, app di incontri, WA e quant’altro usino i giovani (e non solo) oggi per conoscere e flirtare e gli scambi di messaggi prima di incontrarsi dal vero, ma usare la generalizzazione “chat” mi faceva risparmiare caratteri 🙂
      Grazie, Gra!

  • Un incipit delizioso, mi è piaciuto tutto. Atmosfera accogliente, descrizioni evocative e il tuo stile fluido come sempre. Sono contenta di ritrovarti!!
    Voglio tornare subito qui in orario di lavoro, sono impaziente di iniziare l’indagine sull’ammiratore segreto. Un giovane studente? Un uomo della sua età… o una donna? Sei riuscita a creare tanta curiosità. Brava.

    • Ah! Pensa che l’ho appena riletto e mi è sembrato poco fluido, ma proveremo a migliorare il tutto quando sarà finito. Il tuo commento mi ha strappato un largo sorriso, perché quando ho avuto l’idea di una bibliotecaria che riordinando trova un messaggio d’amore, l’ho immaginata arrovellarsi sull’autore ripensando a tutti gli utenti della giornata: lo studente giovane giovane? Oddio, non sarà il tipo strano che si apparta a leggere solo manuali di self empowerment? eccetera. Insomma, mi hai spoilerato il prossimo capitolo! XD
      Grazie mille dell’incoraggiamento

  • Ciao Maan,
    bentornata!
    Potrei anche non farlo, ma non saprei mai di che si tratta e questo potrebbe inficiare l’intera comprensione del racconto… insomma… ma che significa IRL? 🙂
    Ho passeggiato sui tappeti con la tua protagonista e ho avvertito l’odore della carta e della polvere, non ho dubbi sulla buona riuscita di questo racconto, so che farai un buon lavoro. Non ho trovato nulla fuori posto, tutto sta là dove deve stare e io sono curiosissima di sapere come prosegue.
    Voto il giorno libero di Irene e ti auguro un ottima settimana.
    Alla prossima!

    • Sì, come ha scritto Drago, IRL è l’acronimo di in real life. Inizialmente avevo usato una formulazione classica “molto più interessanti in chat che agli appuntamenti in carne e ossa” e diverse varianti, ma mi sembrava pesante (e mi mangiava caratteri!). Ero dubbiosa sulla correttezza di usare una sigla come quella, ma mi veniva utile e ho messo da parte i dubbi 🙂
      Grazie delle belle parole, e vediamo cosa combina Irene 🙂

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