Un mondo di corsa

La nascita di un corridore

Mi accingo a salire sulla mia auto. Esco dal garage con una lentezza disarmante, il motore al minino, il rombo appena percettibile. Il mio maggiolino giallo, si muove silenzioso, mentre io mi godo l’abbraccio morbido del sedile in alcantara in questa nebbiosa domenica novembrina. Ha piovuto tutta la notte, non che io abbia sentito gli scrosci, ma mia moglie non ha mancato di avvertirmi, quando la sveglia ha suonato.

“Non andrai a correre con questo tempo?” ha bofonchiato senza aprire gli occhi “ti prenderai una polmonite”.

Senza proferire parola, ho grugnito in segno di assenso e mi sono nascosto in bagno. Quando ho cominciato a darmi al podismo, i giorni di pioggia erano la mia scusa per rinunciare, ma adesso sono un buon modo per allenarsi in condizioni difficili e provare nuove avventure.

Io e la corsa non eravamo amici, non che la odiassi, ma la evitavo con cura.  A voler essere sinceri, neppure gli altri sport avevano un grande appeal su di me, l’unico barlume di passione sportiva risaliva ai tempi dell’università, e l’avevo provata per il calcetto, ma si era spenta in seguito a un fallimentare campionato studentesco.

Avevo interpretato il tracollo calcistico come un monito ad evitare investimenti futuri in campo sportivo. Così anno dopo anno avevo tirato avanti solo la “mens sana” tralasciando la sanità del “corpore”, ma, un brutto giorno, lo specchio aveva cominciato a riflettere l’immagine di un uomo in cui non mi identificavo affatto.

Non ero mai stato particolarmente dedito al culto della persona, ma l’abbozzo di adone in me, a quel riflesso da specchio deformante, per poco non si prese un infarto. Cominciò a sbraitare come una comare al mercato, giudicando quel grasso intorno all’addome un’offesa personale. Io avrei benissimo potuto sorvolare per qualche stagione ancora, ma lui no! Petulante e indiscreto, ad ogni occasione: una scala, una salita, un piccolo dolcetto, mi ricordava le mie rotondità aizzato, oltretutto, dai commenti acidi di mia moglie, anatomopatologa, e dai rimbrotti bonari di Federico, il mio medico curante, nonché amico e compagno di corsa.

Stretto all’angolo, scelsi di cedere alla pressione e di impegnarmi in qualche attività motoria, con un punto fermo sulle concessioni: niente diete!

“Muoverò i piedi”, dissi, “ma la bocca non la fermerò!”

Inizialmente, tornai al mio primo amore: il calcetto, ma il poco tempo e i troppi impegni vanificavano gli sforzi degli allenamenti, giunsi alla conclusione che la corsa, era l’unica possibilità di prendermi cura di me.

Si corre da soli e in compagnia, si corre di giorno e di notte, si corre nei giorni feriali e in quelli festivi, si corre con il sole e con la pioggia. L’importante è partire, senza aspettare niente e nessuno, basta non cedere alle lusinghe del divano.  

Cominciai per necessità, proseguo per diletto.  

In breve, prima dovevo adesso voglio perché, come si dice, “vado in giro, faccio cose, vedo gente” e indosso completini attillati con una certa disinvoltura!

Qualche tenuta sportiva, me l’ero già infilata nelle mie prime corse in solitaria, ma il vero outfit del corridore provetto fa parte delle mie gare come militante dell’associazione dilettantistica di podisti di San Severino Terme. Paese ai bordi del territorio dello “scempio/ che fece l’Arbia colorata di rosso”, abitato da cinquemila anime, alcune podiste per necessità o per desiderio, tutte fiere di indossare la divisa della squadra.  

Quando ripenso alla prima, rido sotto i baffi oramai brizzolati. Canottiera e pantaloncini con gli spacchetti laterali di un giallo solare bordato di rosso.

I colori del gruppo dovevano risaltare, ma il troppo stroppia.

Inguardabile e inadeguata a qualsiasi situazione, era un affronto al più smaliziato style coach, ma mi fece subito sentire parte di qualcosa.

Oggi la divisa è cambiata, il giallo ha lasciato lo sfondo al nero e si è riservato, insieme al rosso, solo uno schizzo sul petto vicino al cuore. Inoltre, non per vantarmi, la mia ha il nome sulla schiena, onorificenza per i corridori senior del gruppo.

I miei 400 km annui nelle gare podistiche degli ultimi 5 mi hanno fruttato le generalità sul dorso.

In giallo, campeggia: Bondi. Giacomo Bondi.

Si, lo so, pronunciato così fa un po’ l’effetto spia internazionale. La similitudine è voluta e non perdo occasione per sottolinearla, cerco la stessa intonazione e lo stesso savoire faire, ma non ho la pretesa di uguagliare l’inglese.

Tentar non nuoce.

Dove nasce il mio amore per la spia britannica più famosa al mondo? Proprio non saprei.

Sarà che uscivo dal pancione mentre lui usciva nelle sale, sarà che considero la divisa del gruppo il mio smoking d’ordinanza per presentarmi al meglio durante le gare di corsa, sarà che indossandola da anonimo contabile di provincia, mi trasformo in spigliato atleta della domenica.

Che mi chiamo Giacomo Bondi ve l'ho detto. Che sono un sedentario pentito pure. Cos'altro?

  • Qualcosa delle corse (25%)
    25
  • Qualcosa di mia moglie (50%)
    50
  • Qualcosa del passato (25%)
    25
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10 Commenti

  • Ciao Mrs Riso e bentornata,
    questa storia è molto distante dalla precedente, ma non per questo meno interessante. La scrittura è, come sempre, chiara e pulita. Sei riuscita a rendere interessante il risveglio di un uomo di mezza età e non è cosa da poco. Tra l’altro, coincidenza vuole, ho da poco finito un libro che parlava (tra le altre cose) della passione di un’adolescente per la corsa.
    Voto la moglie, perché di mestiere fa l’anatomopatologa….
    Alla prossima!

  • Mi ha molto incuriosito questo tuo incipit dal tono sportivo…
    Anche se, ti preferisco “giallista”.
    Ma questo Giacomo ex sedentario ci apre un mondo davanti… per cui la mia curiosità è tanta.

    Ho votato per la moglie, giusto per restare in tema di curiosità. 🙂
    Allora ben tornata e in bocca al lupo per la nuova avventura.
    Ovviamente seguo

  • Mi ha molto incuriosito questo tuo incipit dal tono sportivo…
    Anche se, ti preferisco “giallista”.
    Ma questo Giacomo ex sedentario ci apre un mondo davanti… per cui la mia curiosità è tanta.

    Ho votato per la moglie, giusto per restare in tema di curiosità. 🙂
    Allora ben tornata e in bocca al lupo per la nuova avventura.

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