LA MIA PICCOLA CODARDA
La stanza è immersa nel buio, ma sento il suo odore, che mette in secondo piano quello di pioggia e asfalto di questa strana notte di fine estate: non il suo profumo, ho detto il suo odore.
L’odore della sua pelle. L’odore del suo fiato. Quell’odore che nessun profumo e nessuno shampoo possono coprire. Quell’odore che mi scombina le percezioni e mi offusca la lucidità dei sentimenti.
La mia piccola codarda rientra in camera con un piatto, delle posate e si rifugia di nuovo sotto al piumone, rannicchiandosi semivestita contro di me: in qualche modo so che è l’ultima notte che trascorreremo insieme e la muta disperazione che tento di mandare giù ha il sapore amaro di certe medicine che dovevo prendere da bambino.
Siamo impacciati come due quattordicenni nel tentativo pretenzioso di riuscire a cenare con la mia mano destra e la sua intrecciate come le radici dei ciliegi di quell’anonima storia giapponese.
Non importa la fame, non importa il miagolare della gatta che sotto al letto probabilmente mi sta masticando gli stivali, non importa niente: il piatto vola sul comodino in un istante; faccio valere la mia supremazia fisica e la tiro a me, stringendola in un abbraccio più forte degli altri, mentre prego che se un Dio esiste questa notte mi faccia il regalo di fermare il tempo, dopo anni di preghiere cadute nel vuoto.
Io sensazioni così forte non le ho provate mai.
Stanotte non si dorme. Stanotte il tempo non si spreca con cose così banali come il sonno. Stanotte quegli occhi non li lascio nemmeno per un secondo.
La mia piccola codarda mi infila una mano sotto la maglietta e la appoggia in mezzo al torace, poi mi bacia lentamente, si stacca di un centimentro dopo qualche secondo ed inizia a cantare: mi canta in bocca, pianissimo, poco più di un sussurro, con quella voce che è miele ed argento ed è come avere sopra di me una piccola e caldissima Janis Joplin, sensuale da rasentare l’ipnotico.
E’ a quel punto che chiudo gli occhi e dietro le palpebre fradicie mi sento morire.
Prima ancora del suono della sveglia riconosco la sete tremenda che mi incendia il palato e mi spacca le labbra: è il segnale che sta per finire.
Il violento drinn entra in tackle scivolato sui miei incubi.
Mi alzo a sedere con il solito affanno ed i soliti occhi stravolti, in mezzo ad un Apocalisse di cuscini e lenzuola.
La Strega mi porge una tazza di latte freddo, che afferro con la bramosia del naufrago che si aggrappa al salvagente.
Deve aver percepito dalla camera a fianco che era una di quelle notti.
E’ seduta a bordo letto senza dire niente (sa quando è il momento di parlare e quando è il momento di non dire nulla) e aspetta che il mio respiro torni regolare.
L’altra mano avvia un gioco che abbiamo iniziato mesi addietro l’uno verso l’altro: si avvicina al mio viso ed il dito indice teso mi schiaccia il naso, il tutto accompagnato da un biip che esce dalle sue labbra, come il suono di alcuni vecchi citofoni, per ricordarmi che non esiste nulla che vada preso troppo sul serio, nemmeno i peggiori incubi.
Sono le cinque e Londra ancora dorme.
Sono un pastry chef e ho un ristorante in centro che mi aspetta.
Perché quando indosso quella giacca bianca ed entro in cucina mi sento una sorta di divinità, bello come il Sole e capace di veri e propri miracoli.
Deliri di onnipotenza culinari di primo livello.
Venite con me.
Dove si va per capirne di più?
- sei (anche ) un mago, no? sorprendici! (0%)
- dicci due parole sulla Strega, visto che pare essere un personaggio di rilievo... (25%)
- Dritti al ristorante! (se è così centrale in questa storia via di corsa) (75%)

24/02/2020 at 00:32
Belle anche la chiusa. Mi farà piacere rileggerti.
Ciao
16/02/2020 at 20:46
L’ultimo episodio è meglio del dolce che mi ero immaginata all’ottavo episodio. Complimenti, sei stato bravo. Mi è piaciuta molto questa storia. ;-D
16/02/2020 at 23:06
Grazie cara… Felice di averti avuto qui fino alla fine 🙂
14/02/2020 at 02:01
Il tablet è stata una scoperta, entra persino si the incipit. In quanto a te, ho già espresso il mio parere, e non mi stancherò mai di ripeterlo: chapeau.
14/02/2020 at 17:29
Non mi stancherò mai è davvero calore. Puro. Significa che non te ne andrai.
Grazie Ale per il tuo prezioso e mai scontato supporto.
Sono fortunato.
❤️
10/02/2020 at 16:40
Sipario. Chapeau.
10/02/2020 at 13:26
Viva il cambiamento e la metamorfosi e bravo chi li sa raccontare. Bravo dunque! ?
04/02/2020 at 09:29
Ancora un capitolo in cui avvolgi il lettore in una spirale di frasi poetiche.
Molto bravo.
Teatro.
03/02/2020 at 19:22
Non posso che rinnovarti i complimenti. Finirai il racconto da mago? A teatro.
03/02/2020 at 18:44
Bello, brillante, godibile come pochi…
Vorrei suggerire al protagonista: se si vuole cambiare vita, come prima cosa si dovrebbe fare a meno di quel contenitore di tutte le cose passate che è il telefonino e lasciare che sia un’altra memoria a regalarci, magari, un po’ di nostalgia.
Al finale, ciao! ?
03/02/2020 at 12:17
Direi al ristorante.
Che bello questo capitolo. Suggestivo, colorato, profumato di sole e sale. Bravo, davvero.
03/02/2020 at 15:17
Grazie cara. L’ isola nasconde dietro di sé una vera e propria filosofia di vita e per me è stata una scoperta 🙂
28/01/2020 at 23:41
Ovvio che andrà al ristorante. Mi immagino che l’effetto di questo viaggio abbia influito parecchio sull’ispirazione per qualche dolce.
03/02/2020 at 15:18
Ih ih.. Ispirazion differente…vedrai ?
28/01/2020 at 12:49
Ristorante.
Altro piccolo capolavoro messo a segno da un vero artista!
03/02/2020 at 15:19
Esagerata ❤️
27/01/2020 at 18:48
Bella cartolina, potesse volesse trasferirsi al mare… … 🙂
Al ristorante, magari in mezzo a qualche situazione di conflitto creata da un personaggio maschile.
03/02/2020 at 15:20
Cartolina… Bello.
Grazie 🙂
Al ristorante… Ma per un’ altro motivo 😉
27/01/2020 at 18:39
Voto anch’io “al ristorante”. Sempre piacevole la lettura dei tuoi episodi.
03/02/2020 at 15:20
Grazie caro. Sempre un piacere averti qui.
27/01/2020 at 15:06
Che bella vacanza, ora però si torna al ristorante.
Bello, colorato: episodio molto rilassante… Voglia di partire!
?Ciao, alla prossima!
03/02/2020 at 15:21
L’ isola contribuisce sempre a far maturare riflessioni e voglie 😉
Grazie 🙂
24/01/2020 at 19:57
Recuperato. E ho votato per il regalo. Ogni episodio è stato un piacere da leggere, un’immersione piacevole tra i pensieri del tuo pastry chef. E tu ha saputo catturare quei pensieri con le giuste parole. Bravo. Ovvio che ti seguo.
24/01/2020 at 19:59
*hai
27/01/2020 at 03:17
Ciao cara. Giusto in tempo.. Un graditissimo ritorno 🙂
Eh.. La chiave è sempre la scelta delle parole giuste 🙂
23/01/2020 at 13:39
Il nostro chef si meriterebbe un vocale di quaranta minuti 🙂 ma credo che un regalo appropriato sia più nelle corde della Strega.
27/01/2020 at 03:16
Dalla voce giusta 40 minuti sono un regalo prezioso 🙂
Grazie cara. Sono sempre felice di averti qui 🙂
23/01/2020 at 11:56
Il senso di straniamento del protagonista e le sue tormentate contraddizioni sono resi molto bene. Alla fine, lui corre da chi continua a “stregarlo” anche da lontano… cosa accomuna maghi e streghe?
Cito due frasi che ho apprezzato perché sono di per sé un discorso:
…uno sfregio ad una vita dedicata al tormento creativo.
…nauseato dall’obbligo dell’interazione sociale tra colleghi
Risposta in whatsapp
27/01/2020 at 03:15
Grazie mille cara.. Maghi e streghe sono fatti della stessa materia oscura…si leggono… Si capiscono 😉
22/01/2020 at 13:19
Con una lettera. Che meraviglia, Marc, avrei sottolineato quasi ogni frase….
27/01/2020 at 03:13
Daiii.. Lo sai che la cosa della sottolineatura la subisco molto ❤️❤️❤️
20/01/2020 at 22:16
Un regalo.
Bello anche questo episodio. Complimenti.
27/01/2020 at 03:12
Grazie caro 🙂
20/01/2020 at 15:08
Innamorarsi per un tipo complicato può essere un labirinto pieno di trabocchetti, capisco la fuga…
Spero che trovi un regalo ad aspettarlo.
Ciao, buon viaggio!?
27/01/2020 at 03:11
Terribilmente complicato… Si parte.. Grazie xD
17/01/2020 at 13:31
Ciao Chef Marc, ho letto con crescente interesse questo tuo racconto e a quest’ultimo episodio ho votato fuoco perché mi sembra che sia il solo elemento a poter essere associato a un animo tanto passionale.
Molto curiosa di leggere il proseguo, complimentoni
20/01/2020 at 15:14
ciao cara, che piacere. Speravo tu arrivassi qui.
Spero di tenerti fino al finale 🙂
Il fuoco aiuta sempre, in qualche modo aiuta 🙂
16/01/2020 at 09:42
Che dire di questo Chef in continua trasformazione che ha due mani piene di scintille creative?
Fuoco.
20/01/2020 at 15:14
Il segreto è sempre nelle mani 🙂
Grazie cara 🙂
15/01/2020 at 22:04
Non bellissimo: di piu! Vagamente psichedelico, pieno di aria, vivace, assolutamente originale! Complimenti davvero! Ciao, al prossimo!?
20/01/2020 at 15:15
Ih ih…psichedelico mi piace… grazie mille.. spero di tenerti qui fino al finale 🙂
15/01/2020 at 19:48
Bello, molto bello, ben confezionato e col solito pizzico di magia.
Mettiamo fuoco.
20/01/2020 at 15:17
Eh quella ce la metto sempre… è meravigliosamente inevitabile 🙂 Grazie mille caro.
E fuoco sia.
15/01/2020 at 18:47
Dico foglie. Non ho parole, bellissimo tutto. Specialmente quando siamo tornati in terza media…
20/01/2020 at 15:18
Lasciare te che ne hai di meravigliose senza parole è tanto eh…
Grazie Ale <3
08/01/2020 at 10:34
Sempre interessante il modo come descrivi le altalene mentali ed emotive del protagonista, la sua reazione alle esperienze del mondo interiore ed esteriore. A tratti, prosa poetica.
Telefonata.
15/01/2020 at 17:43
Altalene mentali mi piace molto. Rende l’idea 🙂 grazie davvero 🙂
07/01/2020 at 23:19
Senz’altro la telefonata! Mi piace il tuo stile di scrittura.
15/01/2020 at 17:43
grazie caro 🙂
07/01/2020 at 22:55
Una telefonata (ma anche a Londra arrivano le telefonate dai call centers?).
Sempre piacevole la tua prosa e pregevoli le metafore che usi.
15/01/2020 at 17:40
Piacevole prosa suona davvero bene. Grazie caro <3
(spesso. Da numeri russo-esteuropei xD )
07/01/2020 at 22:41
Telefonata che gli fa tremare le mani, sia mai che la sposa pentita lo chiama e dice qualcosa di spettacolare!
No, vabbè, comunque, Marc,…. io niente, stavo copiando una frase pazzesca per riportarla qui per citartela e commentarla, ma subito dopo ne è arrivata un’altra e allora dovevo copiare e incollare pure quella ma subito dopo ne sono arrivate altre due e poi la quarta e la quinta e allora stavo per copiare e incollare qua dentro l’intero episodio. Sei un mostro. Ti adoro.
Un episodio sulla promessa. La promessa evasa, mai mantenuta, la promessa dichiarata, fatta e che torna. Complimenti.
15/01/2020 at 17:36
Tu mi farai arrossire fino alla morte <3
Gioia grande che tu abbia colto la declinazione dell' uso ed abuso del concetto di promessa.
grazie davvero. sempre troppo buona <3
04/01/2020 at 10:30
Ciao Chef Marc e Buon anno
Anche questo capitolo scorre senza sbavature. Ecco, a titolo di esempio, due frasi che mi sono piaciute “… ad aprire l’ombrello non ci pensi proprio, ma ci cammini sotto con la felicità dei bimbi.”
“… altre schifezze realizzate con più chimica che anima.”
In una maniera sbagliata ma molto intrigante.
PS perché il soprannome “Strega”?? Non ricordo.
07/01/2020 at 22:00
Ciao cara. Mi onora sempre quando qualcuno “coglie” papabili citazioni delle mie storie. Davvero. Grazie <3
ps non so ancora se lo spiegherò esplicitamente il fatto del soprannome… vediamo cammin facendo quel che si coglie 😉
02/01/2020 at 18:00
In un posto nuovo, anche se conoscendoti avrei detto con un po’ di apatia… perché tu concepisci il cambiamento sempre dopo lunghi momenti down in cui ti rifugi per assaggiarlo, per assaggiare il cambiamento, prima che si sia verificato. Come lo chef che pregusta e immagina prima di impiattare, come il mago che sogna e crea prima realizzare e mostrare al pubblico. E tu sei tutto questo. Ma sei anche di più.
02/01/2020 at 21:08
lunghi momenti di down e silenzio. Non si reagisce di pancia. Si fa silenzio e si pensa. Si pensa tanto. E solo poi…
Mi onora e mi fa pensare tanto (in positivo) quanto ormai tu mi conosca…
E il parlare di essere di più in un principio di anno così intenso… sono senza parole <3
Grazie <3
01/01/2020 at 12:19
Bello questo episodio, bello soprattutto c come descrivi il rapporto con la Strega, bello lo stile fluido. C’è un po’ di magia anche nelle tue parole.
01/01/2020 at 15:56
Temo anche nelle vene ce ne sia xD
Grazie mille caro… Sempre parole importanti per me 🙂
28/12/2019 at 09:46
Non importa se scrivi di cose già conosciute (almeno in parte) in storie precedenti, hai sempre un modo personale di raccontarle e questo fa la differenza.
Imprevisto
01/01/2020 at 15:57
Oooh. Mi fa piacere che tu lo colga… È importante grazie ?
27/12/2019 at 22:49
ahhh lo sai che mi piacciono le situazioni complicate…. un imprevisto davvero serio!!!!!
01/01/2020 at 15:58
Vediamo se questo ti piace ?
24/12/2019 at 18:05
A me piacciono i flashback quando sono ben raccordati al racconto, quindi ti metto alla prova.
Non hai la tastiera italiana, vero? Ogni tanto salta qualche apostrofo e qualche accento. Per il resto tutto bene, il racconto ha un bell’impasto.
Merry Xmas
01/01/2020 at 15:59
Oops. Sorry. Svista mia xD
L impasto è sempre importante? auguri e grazie ?
19/12/2019 at 14:39
Mago, se non avesse avvertito quella strega di Alessandra che eri tornato sotto nuova veste, non ti avrei trovato. E così siamo in tre veterani: tu, Giulia Menegatti e io.
Ti avrei comunque riconosciuto se avessi letto i primi due episodi: la tua Londra, i tuoi richiami autobiografici, il tuo stile di scrittura. Bravo come sempre.
La strega.
19/12/2019 at 19:36
Alessandra è magica 🙂
C’ è la Menegatti? Dove? *_*
Così vi seguo entrambi ^^
Grazie caro … ho vissuto parecchio dall’ultimo racconto… e ho immaganizzato ispirazioni 🙂
24/12/2019 at 16:18
*immagazzinato
18/12/2019 at 09:07
Un bel capitolo, molto godibile. Scrittura scorrevole, mai banale.
Peccato che, per ora, siamo solo in due a seguirti.
“la trasfigurazione da uomo qualunque a stregone dello zucchero” è solo una delle frasi che mi sono piaciute.
dal balcone di Serena
17/12/2019 at 12:01
Dal balcone di Serena.
Questo pezzo mi ha lasciata basita ma ci credo: ” ho dovuto imparare fin da subito che se stai affogando nessuno ti lancerà una ciambella di salvataggio, ma sarà più facile che qualcuno si faccia una zattera con il tuo cadavere.”
un episodio scritto daddio. sei bravissimo col diario di bordo e le metafore e le emozioni. ora andiamo in balcone…
17/12/2019 at 23:39
tu mi fai sempre arrossire <3
diario di bordo… come al solito trovi la parola chiave…
Grazie Ale…
15/12/2019 at 11:24
Buongiorno Chef
Il tuo incipit, che mi è piaciuto, scorre benissimo tra sogni, sonno e veglia, miagoli della micia, sentimenti, emozioni e pasticcini annunciati.
Dove ci porterai?
dritti al ristorante!
17/12/2019 at 23:38
Vi porto nel mio mondo… nella mia Londra….tra dolci, magie, pub e adrenalina 🙂
Grazie per essere qui 🙂
12/12/2019 at 21:50
Dritti al ristorante!!!!!
Magooo
grande sei tornato
lo sapevo che portavo fortuna
ahahahahahah
ok, storia intrigante che conoscevo un po’… bellissima….. ti seguo. vieni a sfidarmi! ahahahah
12/12/2019 at 21:49
Dritti al ristorante!!!!!
Magooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
grande sei tornatooooooooooooooooooooooooo
lo sapevo che portavo fortuna
ahahahahahah
ok, storia intrigante che conoscevo un po’… bellissima….. ti seguo. vieni a sfidarmi! ahahahah
17/12/2019 at 23:37
non ho resistito al tuo richiamo di meravigliosa sirena ^^
Non c’ è sfida però 🙂
Grazie tesoro :*