FUORI DI VITA

VICOLO

Roma, 1991

All’epoca mi chiamavano ancora Lorenzo e mi credevano uno bravo.

Quell’anno non era neanche arrivato luglio e faceva già un caldo africano, la ventola s’era inceppata e la stanza era diventata una serra maleodorante e spoglia. Era il 27 giugno del 1991, me lo ricordo come fosse oggi, e io avevo due scelte: pagare o andarmene. Di andarmene non se ne parlava proprio, lasciare quel buco per profughi era fuori discussione, ero solo e senza appoggi e non me lo sognavo proprio di fare il nomade. A vent’anni m’ero scopato il mondo, avevo fatto il giro dell’occidente ed ero tornato indietro, avevo il diavolo in corpo, ero pazzo e violento, ma adesso il nomade non lo avrei fatto più, adesso avevo messo la testa a posto o, come si dice, avevo appeso la giacca al chiodo, m’ero rotto i coglioni di scoprire posti pazzeschi che mi toglievano il fiato e poi di doverli lasciare andare. “Guardare ma non toccare” era il solo comandamento che non potevo seguire. In quel periodo al mondo mi era rimasta solo una ex moglie cocainomane e abbastanza ricca da comprarselo quell’Hotel di merda, ma non le avrei chiesto aiuto neanche se mi fossi trovato per sbaglio in bilico sul cornicione a cento metri d’altezza. Non rimaneva che pagare. Perciò c’era un problema: trovare i soldi.

Non avrebbe dovuto essere così difficile per uno come me trovarli, ero accreditato e veloce, avevo vinto due premi come miglior reporter del Condemonio, una rivista di demoni e condomini: i demoni erano i proprietari e gli affittuari dei condomini. Quei premi mi erano valsi l’iscrizione all’ordine dei giornalisti come pubblicista. E l’unica cosa certa era che avrei versato ottantamila lire all’anno di tassa, ma non c’era nessuna garanzia che avrei scritto una sola riga pagata.

A giugno la redazione del Condemonio si era allargata, si era montata la testa, ora voleva toccare argomenti scottanti, andare a rompere le palle anche ai condomini che non erano iscritti all’associazione culturale, che non avevano mai scritto per fare richieste di intervento, che non volevano essere messi sotto la lente d’ingrandimento. Alla redazione, i colleghi, volevano fare i cronisti d’assalto che prendono in esame pure le soffiate e si recano nelle case della gente a tradimento, senza invito e col rischio di essere presi a serciate. Ma è così che si fa il giornalismo vero, da stronzi affamati di scoop che se ne fregano della tua vita, la vogliono solo fare a pezzi il tempo di vendere copie e poi ti lasciano stare al tuo suicidio.

Il caporedattore, tale Alberto detto Erto, aveva deciso di indagare sulla morte di una ragazzina. Una morte violenta e senza movente, avvenuta in una palazzina di via delle Felci. Aveva affidato il caso a me, sapeva che mi servivano i soldi e che ero l’unico con un tesserino vero, che non fosse quello di carta scritto a penna dell’associazione. E poi io, a differenza di loro, sapevo scrivere.

Prima di rifiutare categoricamente avevo cercato la via sull’elenco, volevo capire di quale zona di Roma si trattasse. Perché a Roma c’era brutta gente, ci si sparava spesso in giro, mica si poteva andare a rompere le palle alla gente in una zona a caso. Ma a Roma via delle Felci non esisteva. E infatti la bambina non era stata ammazzata a Roma, ma a Vicolo, un paesino sperduto tra i monti e il mare, alla fine del mondo, dopo la Sicilia, quasi in mezzo all’acqua, che nessuno di noi aveva mai sentito nominare e che non aveva nemmeno un sindaco. Cosa c’entravano i condomini romani con il condominio di Vicolo, dove la gente parlava siciliano, arabo e sardo insieme e non si capiva un cazzo di quello che diceva? Cosa c’entravamo noi di un piccolo giornale di quartiere romano con quel posto in riva al sale, senza cartello e senza governo?

Erto mi aveva proposto vitto e alloggio, la trasferta e pure tre milioni di lire. Cazzo, tre milioni non li avevo mai visti tutti insieme e nemmeno rateizzati in vent’anni. E siccome io di anni ne avevo trentadue e iniziavo a sentirmi con un piede nella fossa, avevo detto di sì. Sarei andato a Vicolo, magari ci sarei pure rimasto a vivere, che tanto a Roma mi restava poco da fare, a parte impiccarmi.

Non avevo capito che Vicolo non era un paese, neppure una zona, Vicolo era una trappola.

A Vicolo Lorenzo ci va:

  • con un collega (18%)
    18
  • con una collega (24%)
    24
  • da solo (59%)
    59
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247 Commenti

  • Ottimo finale, giusto per il racconto e grammaticalmente, per così dire, corretto. La struttura circolare non funziona sempre, anzi, a me non è mai piaciuta tanto, ma qui ci sta davvero a pennello. La sola critica che posso muoverti è che… è un po’ come se mancasse un capitolo, tra il 9 e il 10, o forse ti sei lasciata un po’ prendere la mano con i falsi risvegli del capitolo precedente quando un vero e proprio incontro con Bombetta avrebbe funzionato meglio. Certo lo stacco funziona e disorienta il lettore, ma una volta che hai capito cosa è successo resta la sensazione di un buchetto da riempire. Nulla di grave comunque. Complimenti, da parte di uno che grazie a The Incipit ha ricominciato a scrivere e quindi un po’ ti capisce. Ciao!

  • E così, con una tecnica di scrittura collaudata hai chiuso il cerchio riproponendo nell’ultimo episodio la stessa struttura del primo e trascinando nel gorgo di Vicolo un nuovo malcapitato redattore. Vicolo dunque è un buco nero, un non luogo da cui non si esce: è questo il finale più giusto.
    Ora tocca a me finire, visto che mi hai trascinato tu qui, insieme agli altri che hanno risposto al tuo richiamo.
    Theincipit ti ha salvato (?) e viceversa.

  • Un finale degno del non sens, una specie
    di inghiottitoio della ragione; sembra quasi di sentire lo sgocciolare dell’acqua dalle stalattiti in una grotta viva dove realtà e fantasia, passato e presente si mostrano e sgusciano via sempre più giù, prestandosi al gioco della narrazione: una fiaba, un sogno strano o forse normale, sicuramente un bell’esercizio di invenzione, coinvolgente e ironico quanto basta. Brava Ale ?

  • Bellissimo capitolo….sebbene un po’ furbetto, ma direi che te lo sei ben guadagnato 😉 Di sicuro non te la caverai con l’esordiente del sogno, mentre il finale in autobus sarebbe intrigante ma ho l’impressione che andrebbe a negare almeno parte di quanto accaduto (come nel caso del sogno) ed è una cosa che in una storia non sopporto proprio, quindi rimane solo la torre d’avorio.

  • Originale l’idea di proporre, nel capitolo, tre diverse “interpretazioni ” per impostare il finale.
    Escludo sogno, strada troppo facile per spiegare i paradossi dei capitoli precedenti ( e poi, i sogni reali sono spesso sfumati, non così ricchi di dettagli articolati). Escludo il secondo, se il viaggio deve ancora cominciare, abbiamo scherzato fino adesso?
    Dunque, presuntuosamente voto il terzo, fiduciosa nella tua abilità narrativa.

    • Grazie tesoro, lo dico anche a te, se dovesse interessarti, sono su Amazon, il mio nome è Alessandra Star, se vorrai legger miei romanzi! A presto, e grazie per i tuoi preziosi consiglio. Questo finale ti farà incazzare ahahahahah

      • Buongiorno Alessandra
        Spero tu stia bene. So che continui a scrivere romanzi…
        Pare che adesso le notifiche su questo sito stiano funzionando meglio e così ho la speranza che tu legga questo messaggio.
        Ho finito dieci racconti autoconclusivi: “Fiabe – Penso dunque divaneggio”,
        Ho pensato, presuntuosamente, che potessero piacerti, sempre se ti va un po’ di leggerezza…
        grazie e un saluto.

  • Mi viene da chiedere scusa come prima cosa. Ti ho portato due opzioni in parità. Per istinto ho votato per la redazione e il sogno. Perché ho immaginato un finale razionale. Proprio io che dicevo di voler scoprire cosa fosse quella torre. Se rimarrà la parità, più o meno lo scoprirò.

  • Be’, che dire: lasci a noi la scelta del finale!
    La terza ipotesi è quella meno realistica e quindi la più eccitante; il faro, la torre sono stimolanti. Sembrava volessi fare coriandoli di questa storia mi ci dai un’altra possibilità e allora votiamola! ?

  • Raggiungerà il faro. Scusa il pareggio di opzioni ma che raggiunga il faro e che non lo è allo stesso tempo, rende le cose più interessanti ^_^
    -2 alla fine; cosa ci aspetta?

    Secondo me, Virginia lo segue. A nuoto? In barca? A bodo di qualcosa di strano? Vedi te 🙂

    Ciao 🙂

  • Oh, bella l’opzione “non faro” e vedo che sta piacendo anche ad altri. Davvero poco lo spazio che resta per concludere la storia, forse anche una morte improvvisa a spazzare via lo strano mondo che hai costruito potrebbe funzionare, ma non è detto che non arrivi comunque a questo punto. Attendo trepidante il prossimo capitolo 🙂

  • … E innamoriamoci di questa Virginia nel frattempo. Opzione difficile per come hai costruito il personaggio di Lorenzo ma nelle difficoltà tu ti esalti perciò…
    Mi sono rimesso in pari.
    Al solito, ottima padronanza delle tecniche narrative, un protagonista con una voce riconoscibile e personale, buon ritmo, dialoghi credibili – anche quelli più incredibili -.
    E spulciando I commenti ho pure scoperto che hai pubblicato un romanzo. Bravissima.

  • Mi è piaciuta tantissimo l’idea del boss “redentore”: ho adorato come proprio nel momento in cui la storia acquisisce un suo senso e l’atmosfera quasi fantastica lascia il posto ad un contesto più realistico venga tirato in ballo questo personaggio sopra le righe e circondato da un’aura di mito, lo trovo un ottimo modo per compensare la piega più realistica presa da questo capitolo. Davvero bello. Per il prossimo voto per essere inquietato!

  • Ho votato “Vengono interrotti bruscamente” con la morte nel cuore… Penso che il buon Lorenzo una scopata con la bionda se la sia meritata. Ma temo che il raccontò evolverà in quella direzione: magari l’interruzione sarà in fase avanzata del rapporto ?
    Comunque in questa parte si comincia vedere la luce in fondo al tunnel almeno per me…
    Bel capitolo, keep going!

  • Voto qualcosa di inquietante.
    Non so perché ma credo che Lorenzo non riuscirà a farsela, ma (forse) riuscirà a vedere qualche grazia…

    La spiegazione sembra coerente con… la pazzia che ruota intorno a ‘sto posto eppure ho l’impressione che ci saranno ulteriori sorprese 😀

    Ciao 🙂

  • LA svolta. Wow. Sono meravigliosamente allibito e non vedo l’ ora di leggere il prossimo capitolo.

    Due cose che più delle altre mi stanno facendo brillare gli occhi.

    La scelta di una fanciulla per la figura di Virgilio di questa storia e il concetto ora svelato di volontà di redenzione dei pentiti. Vorrei avere il libro cartaceo sul comodino.

    Sei pazzesca Ale. Grazie.

  • mmmm…un po’ delusa da questo risvolto così “quasi” normale, con giudici, poliziotti, informatori corrotti come purtroppo ce ne sono per davvero…avrei voluto restare ancora un po’ in quel mondo surreale che sai creare così bene. Ma la scrittura è sempre perfetta! Direi che…vengono catturati. Vediamo poi che succederà.

  • Insomma questo Vicolo è uno strano mix tra un campo di concentramento e un luogo di confino, una sorta di enclave, un’isola nell’isola. Idea strana, ci deve essere un’altra chiave di decodifica.
    Direi che vengono interrotti.

    • Idea strana ma interessante, ti pare? Quando mai i pentiti sono stati recuperati e raggruppati per pentirsi di essersi pentiti? ahahaha
      (conto su di te per la lettura del mio nuovo romanzo in pubblicazione, vai sul mio fb e dai un’occhiata…)
      cccpt

  • …Naturalmente catturati, perché se il grande fratello della mafia non li avesse spiati ogni momento mi meraviglierei. Spero solo che riescano a “consumare” prima.
    Grazie Ale, è una bella storia scritta come sai fare tu!
    Alla prossima.? ciao

  • Mi spiace averti mandato in parità. Ma visto che ci sono rivoto per vedere questa torre d’Avorio e come funziona. Mi sa che al tuo protagonista servirà il dono dell’ubiquità.? Anche se, e qui mi permetto un volo di fantasia, dalle parole della ragazza potrebbe esserci un nesso tra la torre e il vicolo (o voliera). E magari la bambina scomparsa è la chiave. Di certo leggendo il seguito potrò capire meglio.

  • Non sono riuscito a commentare due capitoli precedenti ma rieccomi! Indaghiamo sulla torre d’avorio e sul suo utilizzo, il che immagino ci darà l’occasione di scoprire un po’ di più anche su Vicolo. Di questo capitolo ho apprezzato molto il protagonista, che si dimostra più sfaccettato di quello che aveva lasciato intuire finora. Il racconto a metà tra realtà e fantasia poi mi ha preso dall’inizio e continuo ad essere molto convinto. A presto!

  • Beh, anche la confessione se la deve guadagnare! Ancora complimenti per lo stile, si legge che é un piacere. Il personaggio di Lorenzo mi ricorda Coliandro eheheh
    Voto per Martina, che se é viva magari riusciamo a salvarla!

  • Capitolo delirante.
    Mi sa che il vero “matto” è il protagonista.
    La frase «Ma che è ‘sta fissa per il .., c’hai l’ormone impazzito?» fa sorridere, perché detta da uno che si presenta, e non mi sembra una metafora, “A vent’anni m’ero … il mondo…”
    Va beh! Voliera.
    PS copia incolla (quasi) di commento finito in moderazione

  • Ho votato per la torre, ma avrei potuto benissimo optare per la voliera. L’importante è capire l’Intreccio. Tu dici che ora è più chiaro, ma non per me, ancora.
    Devo aggiungere che leggendo mi è venuto in mente un film di una quindicina di anni fa, The island, con Ewan McGregor e Scarlett Johansson. Era science fiction e la trama diversa ma leggendoti lo ho ricordato.
    Sempre avvincente, Ale!

  • Io ho sentito il tono stridulo, vicino al fischio, della voce dei “disperati” (non uso matti volutamente) durante tutta la confessione di lei.
    Sono sempre più felicemente prigioniero di questa storia e voglio saperne di più sulla voliera già che abbiamo iniziato il discorso.

    Superba come al solito Ale.
    Riesci ad avviare la mia immaginazione in una maniera tremendamente intensa, senza che nemmeno io me ne renda conto.

  • Bello lo scambio di battute sugli anni, ma alla domanda sull’età che riceve come risposta la tonalità di capelli evviva la ridarola.? Povero Lorenzo.
    Ho votato perché raggiungesse il posto che stava cercando. Almeno avrebbe potuto avere un qualcosa di “sensato” in mano. Una confessione la vedo dura da decifrare, di nuovo povero Lorenzo.

    • Ciao Louise, sì, potrebbe sembrare un’illusione ottica, in effetti, almeno vista da questo lato. Magari vista dal lato opposto acquista un senso logico…. heeheheheh
      Comunque ti ringrazio per la lettura e la partecipazione e spero di ritrovarti. Un abbraccio

  • Ciao Ale, ho recuperato adesso i capitoli.
    Hai scritto un racconto che ti ipnotizza e ti tiene con il fiato sospeso dall’inizio alla fine.
    Per il momento sembrano tutti un po’ -solo un po’?!- matti, ma forse perché non siamo ancora entrati nella loro ottica: sono loro i veri metti? O forse lo siamo noi?
    Ho votato per una confessione di Virginia, che forse è l’unica a sapere veramente qualcosa di tutta questa storia.
    Attendo il prossimo capitolo, ciao!
    (PS: comunque, da Siciliana, posso confermare che in Sicilia non faccia così freddo, soprattutto durante il periodo nel quale hai ambientato la tua storia; però vabbè, te la faccio passare?)

    • Ciao Rossella, ascoltavo Mozart quando ho ricevuto il tuo commento. Sì, non dovrebbe fare freddo a luglio in Sicilia, decisamente qualcosa non quadra. Sono felice che tu mi abbia letto e voglia giocare con la mia storia, farò lo stesso con la tua. ?

    • Ciao, grazie per essere qui!
      Vedo che le votazioni propendono per la confessione e perciò mi sa che avremo una confessione, …. ma in fondo se ci pensi … anche per estorcere una confessione a una sconosciuta fuori di testa serve talento.
      Al prossimo, e grazie ancora!

  • Bellissimo questo dialogo-nondialogo fra matti o forse normali più di noi, che i matti sono quelli che stan fuori dal manicomio, si sa. Il non-senso di tutto il discorso e del tuo racconto è affascinante e mi rimanda a qualcosa che so ma che non so mettere fuoco (ancora). Ci arriverò.
    Andiamo a piedi nel frattempo, che fa bene alla salute.

  • Ciao Alessandra e Buon anno
    Questi quattro capitoli, pieni di contraddizioni e paradossi, hanno creato un’atmosfera che spinge a cercare “razionalmente” un senso e/o una risposta che forse non esiste.
    Un po’ come nella vita… le certezze non sono mai scontate; sono invece reali i dubbi e l’inquietudine.
    Virginia stessa è misteriosa e enigmatica, in netto contrasto con quello che comunica, in modo immediato, il suo fisico. Perciò, non voto confessione.
    Raggiungiamo a piedi il posto…

  • Virginia, Virginia: adoro questa ragazza 🙂

    ————————————
    «Sei maggiorenne?»
    «Sono bionda, va bene lo stesso?»
    ————————————
    Bellissima risposta 😀

    Tutti questi nascondo qualcosa dietro la loro pazzia, anche Virginia ed io mi immagino che svelerà il segreto in modo criptico, facendo prima venire il mal di testa al nostro Lorenzo e poi “si accende la lampadina” 😉

    Vai che è bellissimo ^_^

    Ciao 🙂
    PS: Buon Anno 😀
    PPS: Tu sei amomarta?!

  • Il surreale è tanto bello quanto faticoso da seguire, che noi si parli di pittura, scrittura o della vita.
    Tu stai dipingendo scene sempre più surreali,ma (forse grazie agli occhi del disincanto del protagonista ed annesso lessico) leggero, scarnificato, lineare…
    Un surreale che “prende” senza che tu te ne accorga.

    As usual.

    Un’artista.

  • Ciao Ale,
    io invece lo sapevo che ti saresti divertita a portarci a spasso e a non farti prendere. Mi sa che sei tornata per questo e ti stai davvero divertendo. Mi aspetto altre improvvise variazioni di rotta e, attenta, seguo ogni tua mossa!?
    Ciao, buon anno!????

    • Napo! E’ un discorso di messa a fuoco dell’immagine – lo dicevo proprio qui sopra a Marc Chef – , sembra tutto fuori di vita perché non si sono ancora inforcate le lenti da vista giuste. Aspetta di mettere a fuoco , e rileggendo daccapo troverai ogni cosa con una logica spiazzante e il surreale sarà dimenticato ahahahahaha

  • “Ostile”, è la prima parola che mi è venuto in mente una volta finito di leggere quest’ultimo capitolo. Quella sensazione di essere messo alle corde da questa gente quasi tagliata fuori dal mondo moderno, mi fa pensare di sceglier l’opzione “diamo un senso”. Comunque complimenti, mi piace.

  • Recuperato. Alessa’ e che te lo dico a fare, sei brava e questi tre episodi ne sono la prova. Non c’è una sbavatura. Il mondo surreale che stai delineando mi sembra una matassa che confonde ma incuriosisce al tempo stesso. Ovvio che ti seguo. Voglio proprio scoprire che cosa accadrà.
    “Voglio trovare un senso a questa vita, anche se questa vita un senso non ce l’ha”. Chiedo scusa, ma leggendo l’opzione, e ripensando a tutte le citazioni, ho pensato subito alla canzone di Vasco Rossi (anche se non sono una sua fan). Spero si sia capito che mi unisco alla maggioranza.?

  • Sembra proprio di percorrerlo il paese insieme ai suoi abitanti. Brava davvero.
    Diamo un senso, non credo sia troppo presto perché non si tratterà di certo del senso della storia, ma solo di cosa abbia fatto il nostro protagonista per attirare l’attenzione degli abitanti.

  • Ciao, un po’ inquietante queste tue descrizioni ma affascinanti, le persone che fingono di fare qualcosa, un villaggio sul tipo set cinematografico, ma con un’atmosfera grigia e surreale anche un po’ horror se me lo concedi. Io non sono pronta a dare un senso a tutto ciò, mi sembra finisca il divertimento se ci spieghi troppo presto il tutto…quindi voto per…telefono? alloggio? boh, diciamo telefono allora.

  • Buongiorno Aless
    Hai reso molto bene e in modo interessante l’atmosfera, una specie di “ghost town” abitata da gente fuori dal tempo. Mi è mancato il rumore del vento che, nel silenzio, fa scricchiolare le finestre e sbattere in modo ritmato la porta del “saloon” ?
    Una perplessità riguardo il protagonista che è un acuto osservatore, sembra una contraddizione e una leggerezza che parta per Vicolo senza sapere in quale vicolo è stata ammazzata la ragazza. Dunque, non voto telefono. Nemmeno diamo un senso, è ancora presto… si potrebbe spezzare il mistero.
    Alloggio.

  • Ciao Ale,
    troviamo un senso a questo fantastico mondo in frigidaire? Sarà difficile ma almeno ci divertiremo. Intanto cercherei di “intervistare ” la bonazza per vedere se ha un’idea; poi da cosa, si sa, può nascere cosa…
    Buon viaggio e, soprattutto buon divertimento!
    ciao?

  • Questa storia qualcosa che mi attrae e respinge al tempo stesso: un protagonista antipaticissimo, riuscito proprio per questo, che affronta un viaggio verso una destinazione che ha quasi del fantastico ma inserita in un’ambientazione nostrana, che di norma non mi va a genio… Le storie che suscitano emozioni contrastanti sono probabilmente le migliori. Per il prossimo capitolo vorrei scoprire qualcosa di più su Virginia. A presto!

  • Ciao! Di solito le nuove storie le leggo Domenica, ma visto che sei venuto da me, ricambio la visita e… bello! Lo dico sinceramente: seguo solo le storie che accendono il mio interesse e questo l’ha acceso. Mi piace il personaggio, la situazione in cui si trova e la premessa snocciolata. Mi piacerebbe sapere di più su Virginia, ma essendo il prossimo il capitolo 3, direi che possiamo farla conoscere anche al protagonista e quindi voto che vada a… Vicolo! Qualunque Vicolo sia 😛

    Ciao 🙂

    • Grazie Red, sono felice che ti sia piaciuto. Virginia sarà un personaggio importante in questa storia, per cui non preoccuparti… la conoscerai. ahahah
      alla prossima da te o da me. Col tè, se vuoi. Oppure con la birra. ahahahahahahaha Ciao!

  • Andiamo a Vicolo.

    Salve Aless… leggendo Napo mi sono accorto del tuo nuovo racconto.

    Due capitoli letti d’un fiato, ok, ,la prima impressione ho notato una delle tue caratteristiche, troppa carne al fuoco.
    Un report/ giornalista dal linguaggio scurrile.(forte un pò troppo).
    Altra che non mi è chiara, l’età di Lorenzo, inizialmente dici che a 20 anni si era scopato il mondo ecc… siamo nel 1991, giusto??
    poi nel finale del primo capitolo, scopriamo che ha 32 anni???
    Insomma, ha iniziato a viaggiare a 12 anni???
    ad ogni modo, il tutto in stoffa fiabesca, così mi è parso il secondo capitolo…
    Va bè, ti seguo… curioso. 🙂
    Un saluto

    • ehiiii ciaooo alexxx che bello sentirti!
      tutto bene?
      d’accordo, penso che andremo a Vicolo!!
      Sì, hai ragione, ‘sto Lorenzo è davvero scurrile! Chissà che qualche dolce donzella gli farà moderare il linguaggio ….
      Ha 32 anni, ma quando ne aveva 20 si è scopato il mondo ma oggi ( che siamo nel 1997) ha messo la testa a posto e ha appeso la giacca al chiodo. Mi pareva chiaro. Significa che aveva vent’anni nel 1985. Ma che importa? ahahahahah il punto è che andiamo tutti insieme a Vicolo!!
      Grazie della visita graditissima.

      • Giusto che importa! 🙂
        Devo ammettere anche che il tuo reporter incarna il sogno del cassetto di noi maschietti…
        quindi perchè fermarlo, lasciamolo andare per la sua strada.
        Personalmente preferisco dei ritmi molto più blandi, penso che lle premesse per un bel racconto ci sono tutte…
        Un saluto
        ps.- Si tutto bene, anche se il tempo perso mi ha logorato e arrugginito…
        peccato

  • Ciao Ale,
    bentornata anche a te!
    Questo tuo racconto mi ha fatto pensare a un bel film che ho visto qualche sera fa: L’Uomo che comprò all’una. Molto carino, non ci sono somiglianze, solo quell’aria un po’ stralunata che soffia tra una parola e l’altra è rende il tutto surreale quanto basta.
    Sempre piacevole la tua scrittura, forse non serviva ribadire la data (1991) nelle parole del protagonista, ma è una piccolezza.
    Ci si rivede a Vicolo, qualsiasi sia.
    Alla prossima!

    • Kezia, manchi solo tu, sono qui che ti aspetto.
      Mi fa piacere notare come questa storia sia stata finora paragonata a un sacco di letteratura e di cinema… mi hanno detto Fellini, Magritte, Ende, Jumanji, L’uomo che comprò la luna, Ombre Rosse… insomma un potpourri di nomi e storie che davvero mi lusinga.
      Tuttavia… non si tratta di nessuna di queste… ahahahah
      Grazie di esserci.

  • Eccomi qua. La tua scrittura devo ammettere mi ha spiazzato, in modo positivo ovviamente. Non avevo mai letto qualcosa di simile, non qua perlomeno. Per certi passaggi mi fa pensare più ad una storia fantasy o futurista, che ad un’avventura. Forse per questi vicoli che si moltiplicano, per certi termini inusuali che usi e che rimandano a parole reali modificate. Bello, bello, bello. Ti seguo. Alla prossima.
    Ah, ovviamente procediamo….

  • Ciao Ale e bentrovata.
    Allora, la verità è che non c’ho ancora capito una mazza.
    E dire che vengo dalla lettura de La mostra delle Atrocità di Ballard e dovrei essere abbastanza allenato a cogliere riferimenti, interpretarli e metterli in correlazione. Ma tant’è, siamo ancora agli inizi ed è pure ovvio che siano più le domande che le risposte. Tecnicamente molto bene direi. Il tono è colloquiale, la voce narrante riconoscibile e caratterizata in maniera da dirci fin da subito chi è e com’è il protagonista, almeno in parte. Bene anche i cliffhanger in chiusura degli episodi. Il titolo dà certamente da pensare anche in relazione a quella comparsata dell’uomo con la bombetta che, inevitabilmente credo, richiama immediatamente alla memoria le opere di Maigrette che aveva una sua certa idea sull’aldila mi pare di ricordare, no? Anche la presenza della Torre d’Avorio direttamente dal metaromanzo più celebre della storia della letteratura è un elemento che m’ha dato da pensare, così come i riferimenti ai vicoli di un famoso gioco da tavolo che non è Jumanji ma insomma… Va beh, avrai capito che sto sparando nel mucchio sperando di prenderci pure solo per sbaglio. Curioso di capire se c’è un senso oltre il caos o magari nel caos… Va buo’: fai tu. Io ti seguo a prescindere.

  • Bizzarro questo luogo non luogo, in Sicilia e oltre la Sicilia, di cui ci hai dato un assaggio all’inizio di questo episodio. Non ho letto niente di simile di tuo. Tanto meglio, avevo già detto che mi interesserebbe anche la lista della spesa se fosse opera tua. I tuoi racconti hanno comunque sempre un taglio da sceneggiatura di film, ma stavolta mi sa che ci vorrebbe Tim Burton alla regia.
    Intanto andiamo a Vicolo, è un piacere se ci porti tu.

  • Di corsa alla Torre d Avorio. (la Storia Infinita mi ha segnato pesantemente)
    Hai pennellato personaggi e un luogo surreale, al contempo pauroso e affascinante, vedo nani e donne cannone alla Fellini che albergano il paese. Sono davvero curioso di saperne di più.

    So che è banale, ma quando scrivi tu ogni riga non potrebbe essere migliore: è come se per ogni sillaba tu scegliessi sempre la migliore opzione possibile.
    Fuoriclasse ❤️

  • Ciao e piacere di leggere questo tuo nuovo racconto.
    Non so se riuscirò a seguirti con costanza, ci provo.
    Incipit e capitolo hanno un bel ritmo. Assai bizzarri i “vicolini”. Mi sa che, da loro, ci si può aspettare tutto e il contrario di tutto. Il protagonista sembra un’interessante bomba a orologeria pronta ad esplodere. Il termine C…, usato quasi come virgola in modo ricorrente, è d’effetto e caratterizzante del personaggio. Dietro e oltre le parole c’è spesso una vera e propria chiave di lettura del mondo ?
    E vicolo sia!

    • Ciao grazie Louise,
      sono molto felice di averti a bordo e spero che farai questo viaggio con noi da un vicolo all’altro. Basta che non resti indietro, se ti perdi poi ritrovare la strada sarà difficilissimo, perché – come dicevo – Vicolo non è né un posto e né una zona, Vicolo è una trappola….. ahahahahah

  • Ciao Aless,
    che fantasia, quanti mondi ci sono in dimensioni parallele intorno a noi!
    L’uomo con la bombetta e il treno-diligenza mi hanno riportato a ‘Ombre Rosse’ e all’ avventura… del resto le storie sono lì e basta saperle raccontare come tu fai…
    Buona giornata, grazie, alla prossima! ?

  • Che piacere leggerti. Hai uno stile ben delineato che mi piace molto, e credo di poter azzardare a pensare che scrivi di getto, senza starci su a pensare un minuto più del necessario e, se non mi sbaglio, per me è un pregio riuscire a farlo. Se sto giudicando troppo in fretta, perdonami.
    Lo vedo un tipo solitario che non vuole dividere tempo e soldi con nessuno. Ci andrà solo

    • Ciao Gra, felice di trovarti qui. In genere non pubblico cose scritte di getto, tendo a revisionare; ma in questo caso è un po’ vero quello che dici, ho scritto e pubblicato la prima e unica versione dell’incipit, e poi in un impeto privo di ragionamento ho deciso di infilarlo qui, ( dato che era nato con un altro scopo); infatti è verboso. Ma il prossimo migliorerà… almeno spero… ahahahah
      Grazie di esserci, al prossimo.

  • Ciao!
    Che piacere leggere qualcuno della vecchia guardia che sceglie di tornare… io spero davvero che questo sito si ripopoli, a me ha dato tanto e mi ha permesso di migliorare moltissimo. Tornando a te, è il primo tuo racconto che leggo. È un bell’incipit, che scorre, ci permette di entrare un po’ nell’atmosfera e di conoscere il protagonista, che, per me, a Vicolo ci andrà da solo. Seguo volentieri la tua storia, sono contenta di leggere cose ben scritte, di qualunque genere. Grazie di essere tornata, spero che altri seguano il tuo esempio. Alla prossima!

    • Ciao Carlotta, piacere di conoscerti e grazie per avermi dato fiducia, chi non conosce i “vecchi autori” non li legge ahahahaha; The Incipit è stata una delle esperienze di scrittura più stimolanti che abbia fatto, e per cui ti incoraggio a continuare. Ed è vero che questo sito è come un’onda del mare, con un flusso costante che va e viene, a volte in secca a volte in alta marea, ci vuole pazienza. Ti ringrazio per il parere. Giochiamo insieme, vengo a leggerti. Alla prossima.

  • …Eccomi qua. Intanto ci vai con una ragazza che ci vuole perché quattro occhi vedono meglio di due. Tre milioni nel ’91 e vai in capo al mondo, è logico, e poi ti compri l’Avventura con la “A’ maiuscola. Brava Ale, come tu sai essere. Aspetto il seguito. ? ciao

  • Ciao sorella ahahahah, facciamo che ci va da solo, non mi sembra il tipo da farsi accompagnare e meno che mai da dividere la fetta di soldi visto che non ha una lira!
    (non so se riuscirò a seguirti sempre ma ci provo)

  • Io… io… non ci posso credere che sei tornata, pensavo ci fossimo persi, come si sta perdendo questo sito. Sono veramente felice di ritrovarti qui, sono felice di vedere che hai riportato qui un pugno di autori – a me cari – che popolavano il sito (e spopolavano) ai tempi d’oro.
    Ammetto che sono sfacciatamente di parte e che mi emozionerebbe anche la lista della spesa scritta da te, ma questo primo capitolo mi è piaciuto molto perché ritrovo te, ritrovo il tuo stile e ritrovo Alessandra con il suo vissuto romanzato. Perché quando scrivi tu diventi i tuoi personaggi e i tuoi personaggi diventano te, ed è un’alchimia che non si può spiegare.
    Tu saresti andata da sola? Io sì.

    • Napo, non puoi scrivermi un commento come questo e credere che mi lascerà indifferente. Mi hai riportata indietro ai tempi più felici di the incipit, quando le persone che commentavano erano piene di parole sensate, tu lo sai che da allora sono finita nel girone dantesco degli ignavi e dell’ignoranza. Solo qui ho trovato persone vere e l’ho sempre ricordato con nostalgia. Purtroppo la vita va avanti e bisogna provare nuove strade, come farà il protagonista di questo racconto, ma la verità è che a volte le persone migliori le incontriamo una volta e poi non si replicano, non tornano più nelle vesti di altri, e capisci che dovresti tornare indietro, o che non avresti dovuto andare altrove.
      Sì, io sarei andata assolutamente da sola. Mi conosci. Grazie infinite per esserci ancora. Torna anche tu. Facciamo la gara di Natale! Non mi deludere, torna!
      c.c.c.p.t.

      • Se me lo chiedi così, non posso dirti di no. Cerco di farmi venire un’idea e sarò felice di fare ancora una volta un pezzo di strada qui con te. Non parliamo di sfida però, è più di un anno che non scrivo una riga, sono sconfitto in partenza.

  • Ciao! Non ho letto nessuna delle tue storie precedenti ma sono contento di cominciare con questa. Un inizio ben scritto, un’introduzione alla vita del protagonista che di fatto è una sorta di spiegone ma non annoia neanche un po’, e una storia dove è impossibile prevedere dove si andrà a parare. Ottimo, spero in aggiornamenti frequenti! Ah dimenticavo… direi di mandarlo da solo il nostro Lorenzo!

    • Ciao, piacere di conoscerti! Sì, io sono una della vecchia guardia, quando su The Incipit conoscevo praticamente tutti e ora non conosco più nessuno, ma ho voglia di giocare un po’ sotto le feste come ai vecchi tempi, sono rimasta molto legata a questo sito. Non è uno spiegone, è un set-up. Senza il set-up non s’innesta il catalist. -;) Sono contenta di averti a bordo. A prestissimo!

    • Ciao Marco, sono molto felice di vedere che sono riuscita a far tornare su The Incipit anche te! E con una storia biografica e bellissima poi…
      allora ti do delle info, perché magari non ti ricordi: devi cliccare su “segui la storia” altrimenti non ti arrivano le notifiche dei prossimi episodi, sempre che tu voglia seguirla ahahahah, inoltre devi cliccare sull’opzione che hai scelto, perché le percentuali non si sono mosse, quindi hai fatto la tua scelta senza votare.
      Ora che ci siamo rinfrescati la memoria sul funzionamento del sito, ci vediamo altrove! ahahahah

  • Ciao Alessandra, hai avuto una buona idea a tornare qua. Mi piace
    Incipit interessante, che te lo dico a fare, e intrigante. Sono stata l’unica a votare che ci vada da solo, perché credo che una presentazione del genere possa essere di un anima solitaria.

  • Ciao Alessandra, che bello rivederti. Anch’io sono latitante da tempo ma chissà, forse un giorno tornerò. Non so dove andrai a parare con questo racconto, ma il protagonista già mi piace per cui seguo…e comunque seguirei anche se mi fosse antipatico, tu sei troppo brava a scrivere.
    Ci andrà con una collega, visto che si è scopato mezzo mondo 😉
    Ciao e a presto.

    • Ciao Maria, e sì, eccomi qui. Mi mancava questo posto, ho ricordi bellissimi del periodo in cui ho iniziato. Ti ringrazio di essere passata, spero seguirai la storia, magari più avanti ti piacerà. E grazie per il voto. Un abbraccio.

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