Ri-conoscersi

Dove eravamo rimasti?

Di cosa parla l'ultimo capitolo? Una riflessione di Beatrice (60%)

Finalmente

L’areo sta decollando. Sono le sei di mattina e vedremo l’alba da quassù, il che non è niente male. Siamo sedute lontane, maledetta compagnia aerea che per avere due posti vicini si fa pagare oro. In realtà a mio parere non è poi così brutto, freme dentro di me l’attesa di atterrare e di avvicinarmi a te sapendo che siamo arrivate a destinazione. Mi hai regalato questo viaggio di qualche giorno in una città straniera. È stato un anno intenso e con questo regalo spuntato all’improvviso qualche sera fa mi hai spiazzato.
Da quando ci siamo conosciute sono cambiate molte cose. Prima fra tutte, mi sono trasferita da te non molto tempo fa. La tua casa, seppur piccola, è adatta per una coppia come noi. Tu sei sempre in giro a fare commissioni o nel tuo locale, mentre io la uso come base per ritornare dopo l’università e il lavoro, così ci incontriamo quasi sempre di sera per concludere la giornata in bellezza. Non è stato un passo difficile, sicuramente i miei genitori erano dispiaciuti di vedermi andare via, ma allo stesso tempo hanno capito che era quello che desideravo e che mi faceva stare bene. Si fidano di te, Amelie, sei come una seconda figlia per loro e in questo anno te l’hanno dimostrato in diversi modi. E sono felice che tu abbia trovato in loro un po’ di quell’affetto che sicuramente ti è mancato.
Oltre ai cambiamenti esteriori, come i miei capelli che si sono allungati di molto, ne sono avvenuti alcuni interiori che posso vedere soltanto io. Quando mi sono buttata in questa relazione l’ho fatto senza pensarci: ho messo in subbuglio la mia vita senza pensare realmente alle conseguenze. Questo non è stato un mio comportamento tipico perché sono così razionale in tutto. Seppur i miei gesti dimostravano il contrario, avevo una paura folle di fare il passo sbagliato. Quando mai avrei pensato di innamorarmi di una ragazza? E soprattutto, cosa avrebbero pensato gli altri di questa situazione? Sono stata intimorita dal giudizio altrui per il primo periodo. Non te lo nascondevo. Avevo paura a darti la mano in pubblico, soprattutto in posti affollati e quando ci chiedevano “state insieme?” e tu rispondevi affermativamente speravo solo di non finire nei guai. È un dato di fatto che l’omofobia esiste, soprattutto nel nostro paese. Per abbattere questo muro fatto di pensieri negativi e timori ci hanno pensato gli altri. Non è mai capitato che qualcuno reagisse male, soltanto qualche occhiataccia indignata che a te scivola addosso. Sto imparando questo da te, lasciar andare il pensiero degli altri, ed è una delle più grandi libertà che potessi insegnarmi. Non dico di non aver più paura, anzi. Quando ho trovato lavoro ci ho messo qualche tempo per sondare il territorio e prepararlo, ma quando ho detto che stavo con una ragazza nessuno ha reagito, come se fosse la normalità. Così dovrebbe essere sempre. Forse soltanto dentro la mia testa è visto ancora come una cosa strana, allora perché leggo quotidianamente di persone picchiate e discriminate per il loro orientamento sessuale?
Da te ho imparato anche l’irrazionalità. Tu reagisci sempre di petto e prendi le situazioni come vengono, senza calcolare cosa è bene e cosa è male. Mi serviva questa leggerezza che io prima di te non conoscevo. D’altra parte tu ti sei dovuta prendere una parte di pesantezza, di razionalità pura. Abbiamo fatto uno scambio equo e ci siamo completate.
Vedo che dal tuo sedile di qualche posto più avanti a me ti giri. Mi guardi. Il tuo sorriso mi apre le porte del paradiso. Ti alzi e ti avvicini a me. Mi passi una mano sul viso, accarezzandomi. Sorridi ai miei vicini e loro ricambiano. Per me questo è una conferma: il nostro amore non è poi tanto diverso da quello degli altri. Ci guardano con la coda dell’occhio e sembrano essere felici per noi. Forse è solo l’ennesimo pensiero che elabora la mia mente, ma mi rende un po’ più sicura di quello che provo. Adesso non voglio più avere paura. So chi sono, se mi guardo riconosco i miei contorni, i miei pensieri sono incasinati come prima, ma tu a volte provi a riordinarli. L’amore non è solo sentire le farfalle nello stomaco, ma è continuare a tenersi la mano nonostante le difficoltà. Credo che noi lo stiamo facendo bene.

L’areo atterra puntuale. Qualcuno applaude, ma per che cosa? Tutti si alzano immediatamente anche se devono aprire ancora le porte. Quando scendo le scale strette che mi riportano a terra ti cerco. Fra mille persone ti riconoscerei al volo e soprattutto mi riconoscerei. Sono sempre io e adesso sono davvero felice.

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64 Commenti

  • La mamma, prima o poi bisogna parlarci!
    Ti vedo sempre piu padrona della situazione e proprio per questo, da lettore ti chiedo di fare un piccolo sforzo: ogni tanto lascia un attimo il ritmo didascalico del racconto, sento il bisogno di una piccola pietra di inciampo, di un cambio di passo per rilanciare l’interesse.
    Io proverei, sicuramente ti riesce, però fai come vuoi, tu sei il capo. Alla prossima, ciao?

    • Sono sempre ben accetti i consigli qui e visto che posso sperimentare li prendo in considerazione molto volentieri. Per questo ti chiedo cosa intendi con una pietra di inciampo, in modo che possa averne un’idea mentre butterò giù il prossimo episodio.
      Come sempre ti ringrazio per il feedback!

      • …Ciao, … pietra d’inciampo, ovviamente in senso lato, è l’interruzione volontaria o meno del ritmo e il successivo rilancio per evitare la cadenza fissa possa diventare a lungo sembrare monotona. Mi riferisco come già detto nell’altro commento al ritmo didascalico del racconto con i dialoghi riportati come frammenti di un ricordo e mai come fossero espressi in tempo reale con l’uso canonico delle caporali o equivalenti. Naturalmente, ripeto, è lo stile che tu vuoi e la storia va come decidi tu, il mio è solo un commento: leggilo, registralo e poi fai come ti pare! ? ciao?

        • Hai ragione sui dialoghi, ma credo (seppur io sia alle prime armi) che avendo cominciato con questo stile didascalico sia più coerente portarlo avanti, come se fosse una narrazione in prima persona della protagonista che dà sfogo ai suoi pensieri e in un certo modo rielabora quello che accade e le viene detto. Mi rendo però conto che questo può far diventare incasinata e forse anche noiosa la parte dei dialoghi… sono combattuta ma credo terrò fino alla fine questo stile per poi cambiarlo in una storia che magari verrà poi.

  • In ritardo ma sono arrivato.
    Quando la tua donna ti dice “dobbiamo parlare” è sempre buia l’ora che sta arrivando.
    Personamente concordo con Bea. Se Ale non è voluto andare con lei e poi la tempesta di messaggi e chiamate… beh, io l’avrei mandato a quel paese senza tanti scrupoli. Ma vista la reazione di lui è stata senza dubbio la scelta migliore.
    Mi lascia perplesso la scelta di mettere i discorsi diretti in corsivo invece che tra virgolette. Si corre il rischio di far confusione nel capire chi sta parlando.
    Fossi in lei l’andrei a trovare subito sul posto di lavoro.

  • Continuo ad apprezzare il tuo stile di scrittura, però ho qualche perplessità sulla gestione dei dialoghi in questo episodio. È vero che, trattandosi di un flusso di pensieri, il dialogo va bene anche nel testo (è lo stesso stile che sto sperimentando io), ma qui il botta e risposta tra la protagonista e Ale è troppo fitto per potere essere incluso nel testo. Per convenzione poi il corsivo dovrebbe essere riservato eventualmente ai pensieri (ma a me personalmente piace poco).
    Non è una critica, sia ben chiaro.

    • Hai ragione, ho trovato piuttosto complicato far incastrare la parte di dialogo che volevo sviluppare, così ho pensato fosse meglio distinguerlo con il corsivo rispetto al resto del testo per renderlo più scorrevole a chi lo legge. Forse però non è stata una buona idea… Non la prendo come una critica, anzi ti ringrazio: soltanto in questo modo posso rifletterci su e migliorarmi!

  • Scrive ad Amelie, ormai non pensa ad altro.
    In questo capitolo mi ritrovo con uno stile che sembra più acerbo ma, guarda te, più in sintonia col personaggio narrante, che ha bisogno di crescere e fare esperienza. Sembra di leggere le pagine del suo diario.Tutto bene, continua così, la tua ragazza maturerà e tu con lei. Alla prossima, ciao?

  • Ciao, buon Anno, e scusami, ero rimasta indietro!!! Ma ho recuperato e come dice Napo qui sotto, bello stile originale, avevo letto un romanzo proprio di recente di uno scrittore affermato che ha questo stile… brava. Voto per segna il numero.
    Alla prossima!

    • Grazie per aver recuperato e per il tuo feedback! ✨ In realtà sto sperimentando per la prima volta questo stile, come se fosse un flusso di pensieri e sono felice che stia riscontrando “successo” senza risultare troppo banale o caotico (soprattutto nei dialoghi)..

  • Buon anno Giorgia.
    L’uso del tempo presenta aiuta a tenere vivo il fremito dell’innamoramento che sembra non arrivare mai a compimento.
    Questo racconto è una perenne attesa di un qualcosa che aspetti che accada mentre in realtà sta già accadendo. Brava, mi piace. Trova il modo per far sì che l’incantesimo non si rompa e sarai perfetta. Ciao?

    • Ti ringrazio per il feedback sempre puntuale. Hai ragione, le virgolette avrebbero aiutato ma avendo usato uno stile “flusso di pensieri” mi sembrava inadatto aggiungerle soltanto adesso al terzo episodio anche se ammetto di aver fatto un po’ di fatica anch’io a strutturare i dialoghi in questo modo. Ed è vero anche che la ragazza è distante, forse la protagonista non si rende ancora conto dei segnali che le manda e per questo appare così disinteressata.
      Spero nel prossimo episodio di migliorare sia i dialoghi, rendendoli più scorrevoli nonostante io abbia scelto di usare questa “forma” sia di tirare fuori le emozioni della ragazza.

  • “…essere imprigionata nei suoi ritmi mi uccide…”
    “…ti comporti come se tutto intorno a te fosse fragile…”
    Ciao, queste le due perle che ho colto nel tuo nuovo capitolo. Mi e piaciuto molto, la prima parte in alcuni punti non è, a mio avviso, perfetta, ma da quando c’è il nuovo incontro la storia decolla, il tempo presente la rende viva, palpabile: come il sentimento che l’anima. Questa è una storia d’innamoramento, non c’è dubbio: complimenti, ottimo.lavoro! ciao?

      • Ciao, eccomi, nulla di particolare, solo un paio di cose che avrei scritto in modo diverso:
        “…messaggi che ne sono arrivati dopo”, avrei tolto
        -che ne sono-;
        “…quando non capisce le mie esigenze…”
        avrei scritto “Quando finge di non capire…”;
        “…Ennesimo concerto imsieme…”
        avrei scritto “…un altro concerto insieme…”.
        Come vedi niente di che, è il mio punto di vista, cestina tutto se vuoi, l’autore sei tu, e brava!
        p.s.: Molti motociclisti tengono un secondo casco nel bauletto.? ciao?

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