VOCE SOLISTA

Dove eravamo rimasti?

L'epilogo sarà affidato a un narratore in terza persona non onnisciente ;) che vi parlerà dei protagonisti dal punto di vista di Gianna (50%)

Marzo 20202

A Vicotorto non succedeva mai niente. Anche per questo nelle settimane precedenti Gianna si era intestardita a cercare una qualunque prova sulla morte di Serse, convinta che fosse stato in realtà un omicidio. Aveva girato a vuoto per giorni e giorni. Poi l’emergenza Coronavirus aveva preso il sopravvento, anche se Vicotorto era solo ai margini della zona di contagio. In paese l’atmosfera era diventata surreale, non che ci fosse molto meno movimento di quel poco che già c’era prima, ma era un nulla carico di tensione. Il bar in piazza non era più il centro della socialità, ma solo un posto che puzzava di alcol denaturato con pochi frettolosi frequentatori.

Aida, una volta dimessa dall’ospedale, non era tornata al casolare, ma era stata ospitata a casa dei genitori di Phil. La storia tra i due sembrava stesse diventando una cosa seria. Gianna aveva smesso di sospettare di Aida, ma non rinunciava a fermarla ogni volta che la incontrava per scambiare due parole, nella speranza che la ragazza potesse rivelarle qualcosa, anche un semplice dettaglio, anche inconsapevolmente. Stessa cosa faceva con il medico di base, che però ora era praticamente inavvicinabile, segregato come era nel suo ambulatorio. Gianna era infatti convinta che l’autore di un omicidio non riuscisse mai a occultare tutte le tracce del proprio reato e spesso anzi lasciasse, più o meno coscientemente, un indizio fisico o raccontasse qualcosa di significativo, quasi a scaricarsi in parte la coscienza. La documentazione giuridica in merito era sconfinata e la letteratura ne aveva attinto a mani basse fin dai tempi di Delitto e Castigo.

Poi alle orecchie di Gianna arrivò la notizia che Alvaro sarebbe passato da Vicotorto per prendere Aida e andare dal notaio per il preliminare di vendita del casolare. Non poteva lasciarsi scappare l’occasione d’incontrare fratello e sorella insieme, anche se lei stessa non ne capiva più il motivo. Decise di telefonare alla ragazza, sapendo bene che Alvaro si sarebbe messo subito sulle difensive se lei lo avesse chiamato.

– Ciao Aida.

– Ciao Gianna.

– Ho saputo che vendete il casolare.

– Per forza, non me la sento di vivere lì e poi ho bisogno di soldi.

– Che però dovrai divide con Alvaro…

– Certo, ma comunque è più importante per me… Sai, in attesa di trovare un lavoro. E questo non è il momento migliore per cercarlo.

– Capisco. Aida, senti… avrei bisogno d’incontrarvi.

– Gianna…

– Tranquilla, non ho intenzione di farvi un terzo grado.

– Alvaro non so se sarà d’accordo.

– Giuro che non vi rubo più di cinque minuti. Solo un saluto.

– Vedrò se ci riesco.

-0-

Aida ci riuscì, ma il patto era che fosse davvero poco più di un incontro casuale nella piazza del paese. A mezzogiorno, sotto un cielo velato ma con una temperatura tutto sommato gradevole, i tre si trovarono per quello strano appuntamento carico di tensione. Gianna si fermò a più di un metro dai due, in ossequio alle disposizioni sull’emergenza Coronavirus. Un cenno di saluto e Aida fu la prima a parlare.

– Mi pare tutto così strano. Dobbiamo rimanere distanti proprio nel momento in cui vorremmo essere più vicini. Spero che tutto questo finisca presto.

Guardò il fratello che ricambiò lo sguardo ma non aprì bocca.

– E così vendete il casolare, tagliate i ponti con il passato – esordì Gianna.

– Lo sai… – rispose Aida.

– Non ci vedrai qualcosa di sospetto anche in questo, spero – aggiunse Alvaro.

– Assolutamente no, ma noto che avete fatto in fretta ad azzerare i ricordi.

– Non erano bei ricordi – si affrettò a puntualizzare Alvaro – e Aida ha diritto a rifarsi una vita. Pensa che incubo sarebbe stato per lei questa epidemia, con la paura che nostro padre si contagiasse. Lui non avrebbe avuto scampo, lo sai. È stato meglio così.

Gli occhi di Aida si riempirono di lacrime.

– Già così ho i nervi a pezzi. Anche i genitori di Phil sono anziani. Prendiamo mille precauzioni. Mi lavo cento volte al giorno le mani. Anche Alvaro non porta più al pollice l’anello a fascia che gli avevo regalato, per lavarsi meglio le mani. Io anelli non ne ho mai portati, a papà non piacevano.

Gianna si rese conto che aveva davanti due ragazzi che avevano accumulato paure su paure e rischiavano da un momento all’altro di piegarsi, forse schiantarsi, come rami di un albero fragile sotto il peso dell’ennesima nevicata. Guardò prima l’uno e poi l’altra e si scoprì fragile anche lei.

– Buona fortuna ragazzi, che tutto torni normale. Speriamo presto.

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167 Commenti

  • Ciao Napo, leggo solo adesso.
    Complimenti per il racconto e spero che questa “forza maggiore“, ossia il virus che tu stesso richiami nell’ultimo capitolo, possa essere lo stimolo giusto per una tua nuova opera, magari un romanzo, vista la decadenza in cui versa The Incipit.
    A presto, sarà come sempre un piacere!

  • dettagli contrastanti non solo sulle date lasciano aperti più scenari possibili, ma nessuno certo

    grazie napo per quests storia, per me è sempre un grande piacere poter leggere qualcosa di tuo e spero proprio che ti farai nuovamente tentare da un nuovo racconto

  • Si vede che il finale lo hai costruito strada facendo, visto che quando l’hai iniziato il coronavirus non c’era. Mi piace molto come l’hai inserito. Come mi è piaciuto l’incontro di Gianna con i due figli di Serse.
    Bella chiusura con un messaggio di speranza (e un po’ di satira sulle misure emanate tipo un metro di distanza ecc…)
    Concordo sulla lentezza del sito, a volte estenuante a seconda del motore di ricerca.

  • Ciao, Napo, hai abbandonato la ”voce solista” in questa conclusione, un’idea difficile da concretizzare con soddisfazione e questo si era capito. Sei il primo a collegarti all’emergenza sanitaria, chissà in quanti lo faranno. La conclusione non è banale perché il delitto perfetto in letteratura non esiste e invece nella realtà capita perché la realtà può permettersi di essere imperfetta. Spero di ritrovarti ancora qui con una storia che ti dia maggiore soddisfazione. Grazie comunque, ciao. ?

    • Grazie, ma non so se tornerò a scrivere. Questo sito non è più quello di una volta, gli accessi sono di una lentezza estenuante, non c’è più manutenzione e la gestione è ridotta al minimo. Peccato, era l’unico sito di scrittura che mi piaceva.

  • Uhhh mi è scappato un 2 in più… Giuro che non volevo sfociare nella fantascienza.
    Finalmente ho portato a termine questo racconto che più di una volta ho pensato di non completare.
    Ringrazio chi ha avuto la forza di seguirmi fin qui. Chi ha letto con attenzione i capitoli precedenti, avrà capito che l’omicidio perfetto esiste.

  • Alvaro ha già parlato ora, proponendoci varie alternative ma non sembrava sapere la verità. Preferisco Gianna, visto che il racconto è un poliziesco. Ero molto indeciso con Aida, ma alla fine la mia opzione è andata a lei. Sono proprio curioso del finale che gli darai. Se non sbaglio è raro che un tuo racconto si concluda al decimo capitolo, di solito al nono veniva svelato tutto e il decimo era un capitolo di conclusione (mi pare lo dicesti pure una volta) 🙂 bello lo smile sulle scelte 😀

    • Hai ragione, concludo i racconti sempre al nono capitolo, il decimo è di solito un epilogo ambientato mesi dopo. Sarà così anche stavolta e non vi dirò molto di più, tranne un piccolo particolare buttato lì senza dargli nessun peso che potrà essere colto solo dai più attenti e con una buona memoria.
      Lo
      Smile che strizza l’occhio – lo hai capito – l’ho messo per evidenziare che il narratore non è onnisciente e quindi non sa la verità.

  • ”Così è se vi pare…” l’intenzione di narrare la stessa storia dai diversi punti di vista, dall’interno della storia stessa non poteva che portare a questa conclusione. Vediamo se il finale ci riserva una soluzione soddisfacente o ancora il dubbio. ? Ciao, buon finale!

  • Bene, questi ultimi due capitoli sono di livello alto. E sai che se c’è da criticare non mi risparmio. Mi sei piaciuto molto, soprattutto in questo ottavo, nonostante usi la minima parte dei caratteri, riesci a far sembrare tutto non forzato o di fretta. Ero molto indeciso fra il capezzale e fra sé e sé in auto, ma ho scelto il capezzale di Aida. Mi interessano le reazioni della ragazza, forse qualcosa le tornerà in mente. Mancano due capitoli, ora sono davvero curioso di sapere come andrà a finire 🙂 Aspetto!

  • Dai commenti vedo che hai pubblicato da poco l’ottavo. Ne sto leggendo due insieme. Parto dal sette, poi faccio un commento per l’otto. Qui avrei votato a casa di Serse pure io, quindi voto comunque ininfluente sarebbe stato. Il capitolo mi è piaciuto, hai ributtato un po’ di benzina sulla trama, la ragazza senza memoria (essendo dal suo punto di vista non può mentire, almeno credo), qualcuno che la voleva morta, forse. Forse non è stato un incidente, ma una cosa voluta. Filippo non mi piace, troppo premuroso, sembra volersi assicurare che non ricordi davvero nulla. Vado di volata all’ottavo (ma non come si dice a Livorno, che all’ottavo ci stanno i matti).

  • Con ogni probabilità parlando tra sé e sé mentre guida potrebbe aiutarci a capire.
    Anch’io inizio a capire ma voglio aspettare che sia tu a svelare.
    PS Entrare e commentare è stato come operarmi a un rene. ( e tu sai che conosco la procedura)
    ci siamo raggiunti, domani anch’io sarò al nono…. buona fine a tutti e due in questo deserto desolato lasciato a teresa pirat da un anno ahahahahah

    cccpt

  • Ciao Napo, confesso che mi ero persa un paio di puntate, ma d’altra parte anche tu non sei più passato a trovarmi dalle “due sorelle”…quindi siamo pari direi. Dai che sei quasi alla fine… e questo Alvaro che si è sbrigato a liberarsi delle cose del padre mi fa sorridere ma anche pensare… voto per il suo monologo interiore. A presto.

  • Ciao Napo, ammetto che mancavo da un po’ su TI e che in questa occasione ho recuperato diversi “episodi”.
    Quest’ultimo, in particolare, ha riacceso la curiosità dello sviluppo della trama che, però, forse non ti ha coinvolto particolarmente.
    Gli elementi oggettivi per risolvere questo caso sono inesistenti, quindi immagino che ci sarà una confessione da parte di un fragile protagonista, magari proprio mentre riprende la memoria…
    A presto, ciao!

    • Bentornato, sicil. Sì, gli elementi per risolvere il caso sono inesistenti e non è detto che non sia inesistente il caso. Non manca molto alla fine di questo racconto (che, come dici tu, non mi ha coinvolto più di tanto).
      Ti aspetto al prossimo episodio.

  • Credo di essermi persa il capitolo precedente.
    Adesso ho votato da casa di Serse, facendoti andare in parità, ahimé.
    Non mi aspettavo che la fatalità di un incidente avesse posto fuori combattimento Aida, da prima della data incriminata, direi che a questo punto lei è estranea alla morte di suo padre.
    mumble mumble

    • Qui tutti mentono, ma Phil che motivo avrebbe di mentire? Non fidarti di Serse che è un vecchio – peraltro trapassato – che ha perso la cognizione del tempo. Non fidarti di Alvaro, di cui non si fidava Serse e tantomeno Aida. Posso spoilerare un po’? Chi sa la verità non è detto che la dica.

  • Scelgo il bar, sia mai che tra le mille voci infondate ne giri anche qualcuna verosimile.

    Mi piace da sempre il tuo modo di scrivere.
    La storia scivola via, leggera nella forma ma non nei contenuti.
    Come fai? Svelami il tuo segreto 🙂

    Ho qualche ipotesi, ma per il momento mantengo il segreto e aspetto con ansia il prossimo.

  • Tu mi tenti con Aida (e vedo che la gente l’ha scelta), ma per me un capitolo con la voce solista di un coro sarebbe stato l’ideale, anche da sviluppare. Per questo avevo scelto i frequentatori del bar 🙂

    Il capitolo mi è piaciuto più dei precedenti, il mistero si infittisce e i capitoli però diminuiscono. Quindi forse è giusto che si passi a Aida. Ma vediamo.

    La storia incuriosisce e vediamo cosa ti inventerai per i prossimi capitoli 🙂

  • Mi è sfuggito il click su Aida, ma volevo votare Gianna…
    Queto episodio mi è piaciuto, hai mostrato l’ingenua sagacia, che è un ossimoro, del medico ed è stato anche divertente. Anche se aver notato un filo bianco su un’unghia e che Alvaro fosse più bianco del lenzuolo mi pare onestamente una forzatura, mi è piaciuto lo stesso come l’hai mostrato.

    • Sembrerebbe la cosa più logica, ma il mio focus non è su chi è l’assassino, piuttosto le domande sono altre: è un assassinio? è eutanasia e Serse era d’accordo? e in entrambi i casi si scoprirà la verità o la morte di Serse sarà archiviata come morte naturale?

  • “Non avrei mica puntato il dito contro qualcuno, avrei solo riferito quel piccolo particolare. Così il dubbio sarebbe diventato della Gianna.”

    😀

    Lui passa il dubbio e noi passiamo il testimone a Gianna per capire cosa ne pensa di tutta la storia. Buon capitolo, mi pare leggermente frettolosa la parte dei dialoghi dove avrei voluto vedere più reazioni alle parole, e fossi in te non avrei fatto dire a Gianna apertamente al dottore quello che pensa, ma l’avrei fatta tacere ma con uno sguardo che lo incenerisce. Poi nel prossimo capitolo avrei esposto il suo pensiero (tipo furbo quell’ometto, ha fatto scaricabarile). Ma è una mia impressione.

    Aspetto il prossimo!

  • ottimo capitolo; voto gianna (ma anche alvaro sarebbe stato interessante a questo punto)

    “Un dubbio è un dubbio e ne esci o togliendotelo di persona o passandolo a un altro”, bellissima…

    • Vicotorto non esiste, ma un po’ di indizi (i nomi propri, la passione per Verdi, l’uso dell’articolo davanti al nome) lo collocherebbero tra Emilia e Lombardia.
      Se qualcosa non ti quadra, in parte la colpa sarà mia. Da escludere che ci siano colpi di scena in questo giallo/non giallo. Posso dire che l’io narrante di solito non mente.

  • Seguiamo il flusso: Gianna ne parlerà con il medico di Serse. Ho recuperato terzo e quarto. Bene il terzo, ottimo il quarto. Almeno per quel che mi riguarda. Anni fa ho letto un giallo medioevale di Ian Pears scritto più o meno in questo modo, con tre diverse voci narrati che si alternavano nel racconto della stessa vicenda.
    Un po’ il tuo racconto me lo ricorda benché rispetto a Pears tu fai una cosa un po’ diversa facendo procedere la narrazione e fornendo elementi dai diversi punti di vista che concorrano alla definizione del puzzle mentre lì le voci narranti raccontavano tre diverse versioni della stessa storia… la quarta versione era quella che dava il titolo al romanzo. Scusa se sono partito per la tangente, ma il bello di theincipit sta anche in questo, no?

  • Ciao, ti aspettavo con ansia, poi ho avuto poco temo ma ora…eccomi. Bella la svolta verso il giallo, e mi è particolarmente simpatico questo Serse. Che brutta fine poverino… o forse bella? In fondo che vita era la sua? Vabbè…voto per il medico e la poliziotta. Alla prossima puntata.

  • Vorrei dar fiducia all’argutezza del medico, che forse ha notato una stranezza e ne parlerà con l’ispettrice. E con noi.
    Mi piace la tua scelta di dare una diversa soggettiva ai capitoli. Ricordo che lo feci anch’io molto tempo fa, con la storia di Rosa e Catalina, grazie al quale abbiamo fatto conoscenza.

  • Ciao! Rieccomi da Mosca, non più dalla Siberia. Nelle chiese russe non avrebbero avuto furia, perché ci fa caldo 🙂 Stavolta il capitolo mi è piaciuto di più (si vede che Serse ti ispira). Ho votato la scelta più logica, ovvero che sia il medico a parlarne con la poliziotta.
    Come sempre diretto e senza fronzoli. Aspetto il quinto. Storia molto interessante (ma per ora, sarò sincero, lontana dai tuoi migliori lavori). Ma tutto dipenderà dall’evolversi.

    • Devi essere sincero, lo sai che non m’interessano i convenevoli.
      Questa sperimentazione di cambiare voce narrante a ogni episodio mi sta mettendo in difficoltà. È davvero la prima volta che la trama del racconto viene decisa dalle scelte dei lettori, credimi. Sarò più esplicito quando passerò al prossimo episodio.
      Tra l’altro non so perché mi sono imbarcato in tema così drammatico che deprime me per primo.
      Grazie del commento.

  • una mano ben riconoscibile ha chiuso la manopola…
    comunque voto anch’io per il medico (già lo avevo votato in precedenza), ma più di tutto vorrei sentire una voce esterna alla famiglia

  • Buonasera Napo, ci hai fatto aspettare parecchio per poter leggere questo 4 episodio!
    Il racconto entra nel vivo, pur nell’ironico paradosso che tale circostanza si concretizza proprio in concomitanza alla morte di un personaggio.
    Ad ogni modo, a rigor di logica, ritengo che sia il medico di base a doverne parlare all’ispettrice di polizia, in quanto è il primo a visitare il defunto paziente nonché è la persona più adatta a notare delle anomalie in quella che per molti altri sarebbe una ”consueta” morte naturale.
    Ricordo a me stesso che la sua classificazione quale “asino” proviene dall’io narrante di Serse, sicuramente non obbiettivo e non vincolante nel consentire al medico di appurare un soffocamento indotto.
    A presto, mi auguro che tu non sparisca nuovamente a lungo perché è davvero un piacere leggerti!

    P. S.
    Temo di aver cliccato, per errore, su ”l’ispettrice ne parlerà con il medico”, non ne sono certo. Tuttavia, come ti dicevo, la mia scelta era quella inversa.

  • L’ opzione poliziotta + coinvolgimento emotivo mi stuzzica molto.

    Non so se è la question famiglia, il ballare coi punti di vista tra vita e morte, l’ argomento scelte più o meno dolorose…ma questa storia mi tocca davvero dentro e continuo a seguirla timoroso e curioso.

    Hai uno stile molto limpido caro Napo e molto “delicato” con i quali sfiori i vari argomenti, come il dito bagnato sul bordo calice per produrre quel suono…

  • Indubbiamente lui è sereno ormai; si è lasciato rapire dalla Libertà, parla da uomo libero e c’ha guadagnato, lasciando chi lo ha esaudito in un mare di guai. (forse, vedremo).
    Bello, asciutto, sentito
    aspetto Gianna e Alvaro. Ciao ?

    • L’opzione da te scelta è la più “sentimentale”, dove Gianna è più la vecchia fiamma di Alvaro che non l’ispettrice di Polizia. Dall’opzione che prevarrà stavolta dipende l’evoluzione dell’intero racconto.
      Grazie per essere passato.

  • Scusa ma: Gianna ne parla col medico e il medico ne parla con Gianna non sono la stessa opzione?
    Comunque Gianna ne parla col medico.
    Perché dici “sembrerebbe sia morto per cause naturali” quando nella scena abbiamo visto che è stato asfissiato da qualcuno? Uno dei due figli, immagino. Lo so, lo dici perché noi eravamo nella mente di Serse e i personaggi no, per cui a loro può sembrare tutto un caso, ma siccome la domanda la poni a noi che eravamo nella mente di Serse, mi pare un po’ strana…
    Però bella scena, davvero vivida. Soffocavo anch’io a un certo punto.
    cccpt

  • Complimenti, come al solito sei stato travolgente. Ho letto i primi 3 episodi d’un fiato e sono rimasto particolarmente coinvolto da Serse, mi ha catapultato e immerso nel suo mondo.
    Sarà per questo che spero che il prossimo episodio sia raccontato ancora una volta da lui.
    A presto, un abbraccio.

  • Ritorno in grande stile. Il primo capitolo mi ha conquistato, il secondo mi è piaciuto, il terzo mi è sembrato troppo sbrigativo. Spero il prossimo torni con la stessa carica del primo. Ho votato il dottore perché può rivelarci dei dettagli interessanti. Serse però non mi sarebbe dispiaciuto. Felice di ritrovarti

    • Sono io che sono felice di ritrovarti.
      In effetti all’ultimo episodio ho dedicato pochissimo tempo, l’ho scritto di getto e senza voglia. Il vero problema è che la voglia di scrivere non c’è più e sono tornato qui solo perché me lo ha chiesto Alessandra.
      Ovviamente sta vincendo l’opzione che avevo buttato lì come riempitivo…

  • mi riaffaccio per caso dopo tanto tempo e trovo questa bella sorpresa; ho letto i primi tre capitoli e voto per il medico di famiglia, sono curioso di sapere perché secondo lui il problema di serse non sia conseguenza del suo lavoro di falegname
    ho difficoltà ad inquadrare il modo di raccontare di serse: ammette di aver pesantemente condizionato la vita della figlia e della moglie (btw, ne conosceremo il nome?), ma non è completamente distaccato come ci si potrebbe aspettare da uno spirito trapassato
    ad ogni modo, buon anno!

  • Ciao Napo, ho letto adesso i tre capitoli che avevo perso.
    La storia da te narrata, purtroppo, è una tematica famigliare molto attuale: un genitore malato, un figlio che o, come nel caso di Aida, si sacrifica per lui, o che, come nel caso di Alvaro, se ne frega e continua per la sua strada senza voltarsi indietro.
    Per il prossimo capitolo voto che la voce narrata sia quella di Serse, anche se devo ammettere di essere stata indecisa tra lui e il medico di famiglia.
    Buon Anno Nuovo.

  • Mah, io dico di ascoltare la voce del medico di famiglia anche per rispettare il tuo proposito di dare sempre una voce diversa ad ogni episodio. In ogni caso sarei interessata ad ascoltare il medico per capire se davvero quest’uomo abbia bisogno di cure, di amore o di essere accantonato come loro vorrebbero fare. Mi domando che fine faranno invece quegli anziani che di figli non ne hanno. Sotto un ponte? A fiume? Mah.
    Detto questo: buon Anno Nuovo, Maestro.
    cccpt

    • D’accordo, il mio proposito è di cambiare voce narrante a ogni episodio, ma certo non ho in mente dieci personaggi diversi. Poi, tu che sei padrona delle tecniche di scrittura, sai bene che la narrazione in prima persona ha dei limiti invalicabili: solo Aida sa che fine ha fatto, solo Serse sa come è morto, e via di seguito.
      Auguri per un 2020 di successo.

    • Grazie Giorgia per il commento. Vediamo quale opzione prevarrà. Come capita sempre, mi ero fatto l’idea che ci sarebbe stato un plebiscito su Serse, ma i lettori quasi sempre prendono la strada che non mi aspetto.
      Buon anno.

  • Ciao Napo,
    capitolo cortissimo, e menomale! Questo Alvaro già mi sta antipatico. Succede spesso, uno dei fratelli ha famiglia, l’altro no. Chi non ha famiglia o figli si prende cura del genitore o dei genitori anziani e malati. Poi, questo anziano, che non è che meriti granché. Aspetterò il seguito per capire se davvero non merita nulla.
    Intanto, ti auguro un felice Nuovo Anno e ci si vede a gennaio.
    Alla prossima!

  • Buon Natale a tutti.

    Ho trovato un un pò di confusione nei salti temporali tra il primo e il secondo capitolo..
    Un morto parlante a 10 anni di distanza dalla scomparsa della moglie.
    La figlia bambina, all’epoca della scomparsa della mamma, che doveva essere presa a scuola..
    per cui, immagino frequentasse la scuola elementare.
    Poi nel secondo capitolo, la chiusura coi botti di Capodanno.. la “bambina” dichiara di avere 27 anni…
    va be…
    votato Alvaro.

  • La mentalità fatta di stereotipi di padre e figlia si completano ed è resa bene, lessico essenziale e efficace.
    A differenza di Aida e Alvaro, non credi che, nelle ragioni scatenanti la scomparsa di una donna, non si sbagli quasi mai a pensare “Cherchez l’homme”?
    Mi chiedo se, nella tua idea, l’alternarsi della voce narrante ci porterà a una specie di “Così è se vi pare”.
    Alvaro (se insisti nel proporcelo, ci sarà un perché).

    • Interessante il tuo commento. In linea di massima, sono d’accordo con te che dietro la scomparsa di una donna c’è sempre un uomo.
      Sì, Louise, in tutti i miei scritti ricorre il tema che non esiste una sola verità. Stavolta però una delle voci narranti è nel mondo dei più e forse potrebbe dirvi la verità, se lo vorrete.

  • Alvaro. Mi pare l’opzione più funzionale al progetto, diciamo così. Quando ho letto il nome del paese ho pensato a una collaborazione con Ale. Da quel che ho letto spulciando i commenti mi pare di capire che si tratti invece soltanto di un omaggio. Peccato. Chissà che ne sarebbe venuto fuori. Bene la chiusura del primo, arrivata assolutamente inaspettata. Sono davvero curioso di saperne di più. Seguo.

    • Lou, la sperimentazione dei racconti paralleli l’avevo fatta tempo fa con Diego Zucca, stavolta invece mi sono limitato a un piccolo tributo ad Alessandra che ha riportato qui me, Giulia Menegatti e chef Marc aka il Mago.
      Da acuto lettore e da ottimo autore, quale tu sei, hai intuito il progetto e ti confermo che in questa fase Alvaro è sicuramente il più funzionale allo sviluppo del racconto. Ma vediamo cosa decideranno i lettori.
      Se l’opzione Phil ne uscirà sconfitta, non ritroveremo più questo personaggio. C’è invece un altro attore, introdotto marginalmente in questo episodio, che si farà avanti nella seconda metà del racconto. Tu che sei ormai un esperto giallista avrai già capito chi è.

  • Ciao Napo,
    direi di sentire Phil, per Alvaro c’è tempo e mi piacerebbe conoscere meglio Aida, dal punto di vista di una persona estranea alla famiglia.
    Di storie come questa, al giorno d’oggi, se ne sentono (e vedono) parecchie. Donne scomparse, figli sbattuti in prima pagina o abbagliati dai riflettori di mille trasmissioni televisive a caccia di scoop. Hai cominciato un giallo d’attualità, si potrebbe dire, e il resoconto, in forma quasi diaristica di Aida, ha dato un’altra pennellata sulla vicenda. Sono curiosa di sapere che fine ha fatto la madre, come vorrei tanto sapere che fine han fatto altre donne perse nel nulla.
    Bene così, se non ci si legge prima: Buonissime Feste.
    Alla prossima!

    • Grazie K.
      Sì, questo racconto attinge a piene mani dall’attualità, da una società sempre più cinica ed egoista.
      Phil, ti avverto, non ci aiuterebbe a entrare nel vivo del giallo e, se prevalesse questa opzione, aspettati un episodio breve.
      Non so se riuscirò a scrivere in queste feste, ma mi piacerebbe rispettare i tempi del plot e pubblicare prima di fine anno. Ma come dici giustamente tu, Buonissime Feste.

    • Ti ringrazio per il commento. Non so se tutti alla lunga possano apprezzare questo susseguirsi di voci narranti, questi monologhi senza dialoghi, così duri e realistici.
      Per tornare su theincipit – a parte l’invito di Alessandra – mi serviva sperimentare ancora una volta qualcosa di nuovo per me.

  • Salve Napo, ho ricevuto la notifica per email ed eccomi qui a leggerti.
    Dunque un morto che parla… la premessa sembra interessante, considerata la scomparsa della moglie.
    Nella parte iniziale, ho percepito un pò troppi (io).
    Per il resto, aspettando il secondo capitolo ho votato ancora per Serse,
    Ovviamente seguo.
    Un saluto a te e a tutti

    • Serse – chiarisco subito – non è un povero Cristo, è un uomo incattivito dai casi della vita e dalle malattie. È un egoista e un egocentrico, perciò io io io.
      La scomparsa della moglie, nella mia idea originale, non è il tema centrale del racconto, rimarrà sempre ai margini a meno che voi lettori non mi farete cambiare idea.
      Grazie per essere passato.

  • Ciao Napo,
    bentornato! Quindi il giallo che strizza l’occhio al soprannaturale, di cui mi accennasti al mio esordio con Tani, alla fine ha preso forma. Bene, sono contenta e curiosa di sapere cos’ha da dire il prossimo solista. Io ho votato per Aida, che mi pare possa dar voce alla madre scomparsa, chissà perché ma mi suona così.
    Aspetto, dunque, il secondo episodio e rimando alla prossima settimana gli auguri di Buone Feste.
    Alla prossima!

    • Ciao K, benvenuta.
      Temo di deluderti, perché non ci saranno elementi di soprannaturale in questo racconto. L’unica cosa fuori dal reale è che una delle voci narranti è quella di un morto. Però, se ti può fare piacere, se toccherà di nuovo a Serse narrare un pezzo della storia, potrei renderlo onnisciente… visto che è morto. Chissà, ho solo un’idea di massima su come può evolvere la storia, il resto dipende da voi lettori.
      A presto.

  • Ciao Napo, una storia sgrossata dal vecchio con rigida oggettività che sembra il rigetto dei sentimenti che sicuramente negli anni l’hanno pervasa e nutrita. I figli vanno dunque ascoltati, è giusto; anche se sento che forse è troppo presto e che lui, il padre, ha ancora molto da dire.
    Lo ascolterei ancora un po’ prima degli altri. (però se non vuole…)
    Bella, schietta, efficace la scrittura, complimenti. Peccato che questi capitoletti siano costretti in spazi tanto esigui e si debba aspettare troppo per leggere il seguito!
    grazie, comunque e, alla prossima. ciao ?

    • Grazie del commento.
      Non preoccuparti, non ti farò aspettare troppo per leggere il secondo episodio. Di solito pubblico almeno un episodio a settimana.
      Non son d’accordo sugli spazi esigui. Ai primordi di theincipit i caratteri a disposizione erano tremila e si viveva bene ugualmente. Raramente io uso cinquemila caratteri, uso quelli che mi servono, evito le lungaggini.
      Nel primo episodio ho introdotto, oltre Serse, altri due personaggi viventi. La terza opzione, che sia ancora il defunto a narrare, l’ho aggiunta giocoforza. Rispetto la tua scelta, ma l’idea portante è cambiare ogni volta punto di vista, cambiando il narratore in prima. Se continuasse Serse a narrare, scatterebbe l’effetto Spoon River.

  • Per ora dico Aida.
    Bentornato Maestro!
    Storia surreale anche la tua, bravo! Ci cimentiamo entrambi in qualcosa di diverso dal nostro solito… più o meno. Mi piace che sia un giallo. Mi piace che alla fine della lettura, mentre pensavo a quale fine avesse fatto sua moglie, lui mi abbia sparato nello stomaco un gran colpo di scena, un colpo da maestro, dei tuoi… appunto. Finale magnifico. Beh, l’inizio di una storia che già si prevede davvero intrigante. A casa The Incipit dovrebbero assumerti, sembri preoccupartene più di loro. ahahahah
    seguo gioco eccetera

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