il ragazzo

Dove eravamo rimasti?

Il ragazzo si chiede cosa deve fare, ma subito realizza che può fare un po' come gli pare, perché è in vacanza. prima di andare all'albergo il ragazzo vuole vedere il mare (100%)

il tempo è suo

C’è sempre l’istante in cui scegliere se voltare a destra o sinistra, sempre, anche quando di fronte a noi ci sembra di scorgere la vecchia strada, quella di sempre, la linea retta da cui proveniamo, che ci è tanto nota, che non può mai tradirci.
Ora il ragazzo, di strade, ne ha più di una, ma soprattutto ha Attila in testa, mentre le parole del cameriere non le ricorda già più. Cos’ha detto? Destra, poi dritto per duecento metri, poi lo trovi a sinistra. Questo ha detto, o almeno è quanto gli riesce di ricordare ed è escluso di tornare indietro a chiedere. E così sia: a destra.
E ancora Attila in testa, muto e con la faccia incazzata. Perché?
– Ovvio: mi sono distratto, non c’ero, maledizione!
Si ferma, respira profondamente, ad occhi chiusi e, piano piano, un intero mondo ritorna a possederlo. Voci di persone, odori di forni a legna, dei pini marittimi che costeggiano il marciapiedi, muica, musiche intrecciate alle voci e un debolissimo odore di mare.
La fame è messa a tacere, ha ancora sete, ma ancora di più è la sete di salutare il mare, c’è ancora luce, ma tra un po’ non si potrà più vedere, deve fare presto. A istinto sa che il mare è da quella parte, si avvia, ma di fretta, le gambe nervose, è più in ansia di quando aspettava Camilla all’uscita da scuola, sente un bisogno che aveva atteso per tutta la vita. Ora vede la fine del viottolo ed un pezzo di orizzonte, un misero pezzo di orizzonte che lo commuove e gli fa aumentare ancora di più il passo. Il ragazzo ora è al limite della spiaggia. Il grande mare d’argento per lui, per ricompensarlo. Pensa: “è mio” ed esercita il suo possesso violando la sabbia, camminandoci sopra, barcollando, come una sposa che procede verso il suo amato, verso l’altare, verso il tramonto.
Seduto sulla sabbia, pieno della sua visione gli torna in mente il sé stesso di pochi minuti fa. Voleva andare prima all’albergo, prendere possesso della stanza e poi, con ordine, visitare la spiaggia. Si sarebbe perso questo tramonto, proprio questo.
Ora è solo un viaggiatore, con nessun impegno verso nulla e nessuno. E’ libero: lui, il suo zaino, le sue ossa, la sua poca carne. Il tempo è suo.

In quel momento, a 56 chilometri di distanza, un maresciallo dei Carabinieri sorride e fa un gesto di saluto toccandosi la visiera del berretto. Il vecchio non è di buonumore, ma si alza ugualmente dal suo sgabello, ricambia il saluto con un grugnito ed attende. Attende che il brigadiere si levi il berretto, che estragga il fazzoletto di tasca, ci si asciughi la fronte sudata, che faccia i suoi commenti sul caldo e poi, bonario, gentile, dica al vecchio: “Sa: è per il suo obbligo di firma. Ci risulta che lei…”.

poco dopo succede che:

  • un piccolo gruppo di persone, sulla spiaggia. Discutono della vita, del lavoro da stagionali, di sogni (0%)
    0
  • il ragazzo prende possesso della sua stanza (0%)
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  • il brigadiere preleva e conduce Attila al comando dei CC (100%)
    100
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8 Commenti

  • Il mio amore per la filosofia non può che portarmi a scegliere il simposio.
    Che poi, di filosofia in questa storia ce n’è già tanta.

    Sono pronta a seguire il ragazzo in questa sua ricerca della semplicità, magari la trovo anche io.

    Bravo, sono proprio curiosa di vedere dove ci condurrai.

  • La vita nasce dall’acqua e a qualcuno capita che anche il cervello gli vada in acqua. Penso al povero Attilio Ventrurin (nome di fantasia), noto tra i giovani avventori dell’osteria come Attila, per via dei tattuaggi, collane, bracciali e fogge del vestiario. E’ un vecchio punk. La cresta l’ha persa insieme a tutti gli altri capelli.
    Non dovrebbe essere una storia a due, ma centrata sul ragazzo.
    O forse si, ma non è Attila il secondo. Quando la scrissi la prima volta, 18 mesi fa, mi accorsi che l’io narrante non ha identità. Il ché mi fece venire in mente una cosa, che forse proverò a replicare, verso la fine.

  • Ciao,
    certo davanti al mare non il dilemma della svolta non si pone. Se la vita è nata dall’acqua tornando al mare ci si sente accolti: è, quella che hai descritto molto bene, la sensazione che tutti prima o poi abbiamo provato.
    Ora seguiamo Attila, che forse questa è una storia a due…
    Alla prossima, ciao ?

  • Ciao, un inizio come meglio non potrebbe essere, da solo, il mondo che lo aspetta, e nessuno a dare consigli o giudizi. In fondo la molla che spinge tutti noi a tuffarci nell’incognito dell’avventura, della scrittura. Buon viaggio, e buona fortuna! Ciao?

    • E’ il ragazzo stesso che si giudica, si dà divieti e, alla fine, rischia di non vivere la sua vita.
      Più o meno come ero io, solo che io non conoscevo un Attila che mi facesse superare il mio limite interno.
      Grazie per l’augurio, a presto.

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