Sulla montagna

Dove eravamo rimasti?

Cosa decide di fare Ivan? Declina l'offerta con qualche scusa (67%)

Lividi

“Ma che ragazzetto non mi rispondi?” aveva echeggiato Gabriele “la vuoi fumare o no?”
Dopo un lungo respiro, Ivan aveva mosso la testa in segno di negazione. Temeva il giudizio di quel ragazzo che davanti a lui sembrava essere così sicuro di sé e prepotente, ma allo stesso tempo non voleva cercarsi guai.
“Neppure questo fai?”
“No e non ho intenzione di farlo qui nel bel mezzo del niente”
“Mica ti succede qualcosa!”
Rigirava quel pacchetto fra le mani, lo guardava con una tale intensità come se stesse custodendo un oggetto raro e prezioso. Ivan lo osservava di nascosto, adesso è anche un drogato? si chiedeva. Lui che non aveva mai fatto esperienze di quel tipo, se non indirettamente attraverso i racconti dei suoi compagni di classe, sentiva nella testa due voci contrastanti: una che lo implorava di provare, come un diavoletto sulla spalla, l’altra che si complimentava per l’assoluta razionalità.
“Allora non fumo neanch’io” aveva poi affermato Gabriele “non c’è divertimento da solo”
“Per me puoi fare quello che vuoi” aveva risposto Ivan “ma a me non va”
“E allora cosa facciamo di divertente?”
“Io sono stanco, abbiamo lavorato tutto il giorno”
“Ma che te ne vai così?” gli aveva urlato Gabriele vedendolo allontanarsi.
“Preparo la tenda”
“Sei proprio noioso, cazzo”
Gabriele si era rimesso in tasca quello che aveva estratto e fissava il fuoco. In tutti i posti del mondo in cui sarebbe potuto capitare, era con uno sfigato di prima categoria.
“Oh Ivan” l’aveva chiamato “ma ci divertiremo mai?”
Ivan l’aveva guardato senza però rispondere. Poi aveva finito di sistemare la tenda ed era ritornato vicino al fuoco.
“Allora io dormo” se n’era uscito Gabriele “ma insieme nella tenda?”
“A meno che tu non voglia dormire fuori sì”
“Però io non sono frocio, eh”
Gabriele si era alzato e si era avvicinato alle provviste per prendere la tuta. Poi si era tolto la maglietta e i pantaloni per cambiarsi.
Ivan era rimasto di sasso.
Anche se era notte e l’unica luce proveniva dal fuoco, aveva intravisto dei lividi viola sulla schiena e sulle gambe del ragazzo. Alcune sembravano addirittura cicatrici. Come se l’era procurate? 
“Ma che fai mi guardi?” aveva poi detto Gabriele accorgendosi dello sguardo.

“Cazzo, che sole c’è” aveva esortato Gabriele la mattina dopo.
“Dai, alzati, che dobbiamo muovere le pecore” aveva detto Ivan.
Erano le sette del mattino, l’aria era frizzante e Ivan era già sveglio da un’ora. Aveva preparato la colazione, poi aveva preparato uno zaino per recarsi alla fonte per prendere l’acqua. 
“Dobbiamo muovere le pecore verso di là” aveva indicato un punto all’orizzonte “e tenerle d’occhio fino a sera, nel frattempo passiamo a prendere anche dell’acqua”
“E cosa facciamo tutto il giorno là?” la voce assonnata di Gabriele era meno prepotente.
“Quello che avremmo fatto qua, niente”
Poco dopo si erano messi al lavoro e in un tempo contenuto avevano spostato le pecore e si erano regalati una pausa. Il sole era alto nel cielo, scottava ad alta quota e il cielo aveva le stesse sembianze del mare. Azzurro intenso in cui perdersi.
“Senti secondo me dobbiamo divertirci un po’” aveva detto Gabriele.
“Il mio divertimento è diverso dal tuo”
“E quale sarebbe?”
“A me basta anche stare qui, fra la natura”
“Ma conoscerai qualche posto figo, dai” aveva replicato il ragazzo “scommetto che non mi ci vuoi portare perché ti sto sul cazzo”
“Possiamo andare verso sera a fare una camminata se proprio insisti”
Gabriele al sentire quella risposta aveva fatto un mezzo sorriso e si era acceso una sigaretta. Aveva il sole dritto in faccia. Ivan in ogni suo gesto cercava di scorgere quelle cicatrici: voleva saperne di più, ma non aveva il coraggio di chiederglielo. Non erano abbastanza in confidenza, c’era una barriera a dividerli che nessuno dei due immaginava di dover abbattere.
La giornata era trascorsa in tranquillità, fino a quando Gabriele si era offerto di andare a prendere l’acqua dalla sorgente.
“Non venire tu” aveva detto a Ivan “mi vado a fare un giro”
Ivan aveva immaginato che quel giro fosse dedito al fumo e allo sballo, ma non aveva replicato. Gli aveva indicato la strada e poi si era messo steso sull’erba a godersi la natura. Stimava un tempo di un’ora per il ritorno di Gabriele, massimo un’ora e mezza con elasticità eppure dopo due ore non aveva ancora fatto ritorno. Ivan si stava agitando, ma dove è?, si chiedeva inquieto.
Prima del tramonto e prima di cercare Gabriele si era assicurato che tutte le pecore fossero ancora in zona e le aveva riportate al solito posto. Poi era tornato sul luogo per aspettare Gabriele. Il sole stava tramontando ma nessuna figura si scorgeva, nemmeno in lontananza. Ivan aveva pensato per un attimo di interpellare il nonno, ma non voleva fare la figura dello scemo.
Così con un panino e una borraccia nello zaino si era messo sul sentiero verso la fonte d’acqua. Poco prima di arrivare c’era uno specchio d’acqua cristallina. Gabriele era lì, fermo con i piedi nell’acqua gelida.

Che cosa succede?

  • Gabriele racconta la sua storia (75%)
    75
  • Ivan gli chiede dei lividi (25%)
    25
  • Gabriele diventa violento con Ivan (0%)
    0
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64 Commenti

  • Bellissimo finale, giorgiab. Il modo in cui hai trattato i tuoi personaggi è sempre stato dolce e clemente, ma li hai messi davanti a delle evidenze dure e delle emozioni difficili. Da com’è la tua prosa sembra tu voglia molto bene ai tuoi personaggi: è un peccato che questo racconto non abbia avuto più seguito, onestamente.
    Ti faccio i miei complimenti ed auguri per il futuro. Se vuoi continuare a leggere, non dimenticare di passare a trovarmi, ti aspetto :)))) a presto!

  • Bel finale, devo dire che continua a sembrarmi un po’ strano che siano passati anni prima che si rivedessero, però mi è piaciuta l’idea di farli incontrare di nuovo dopo tanto tempo perché questo mostra la profondità del loro legame, molto ben rappresentato in questo finale. Ogni tanto ho notato qualche sbavatura e imprecisione (in questo capitolo per esempio la frase “per godersi quel primo tramonto che aprile la stagione”), però in generale confermo che è un racconto che mi è piaciuto molto, specialmente per come si è sviluppata la storia e per come è evoluto il rapporto tra i due protagonisti!

  • “Era sempre stato un ragazzo solitario, uno di quelli che passano inosservati in una folla e che preferiscono stare in silenzio piuttosto che riempire il vuoto con parole superficiali”: ma stai praticamente parlando di me, come hai fatto? 😀
    A parte gli scherzi, anche questo capitolo mi è piaciuto molto, e ciò che prova Gabriele nei confronti del padre ora è molto chiaro. Solo una frase non ho capito, “Gabriele che si guardava i piedi, pensieroso”: inserita così mi sembra che sia formulata male o che manchi qualche elemento, o forse mi è sfuggito qualcosa a me. Per il resto niente da dire, ottima conclusione di un racconto altrettanto ottimo! Per il finale voto la città, visto che è l’ambientazione opposta a quella di tutto il racconto.

    p.s. Un’ultima osservazione da pignolo: premettendo che l’idea di farli incontrare nuovamente dopo qualche anno mi piace, non è strano che due ragazzi divenuti così amici non si rivedano per tutto questo tempo?

    • La descrizione potrebbe essere anche la mia, non ho avuto grosse difficoltà! 😛
      Per la frase, hai ragione, mi è scappato un “che” di troppo: probabilmente nel rileggere non ci ho fatto caso visto che ho cambiato un po’ di versioni prima di pubblicare il capitolo.
      Ti ringrazio per il feedback e anche per le osservazioni… credo che capirai il perché non si siano rivisti per qualche tempo nell’ultimo capitolo (se non cambio idea prima ahah)

  • Bel colpo di scena, non me l’aspettavo proprio! Solo che non ho capito del tutto la reazione di Gabriele, nel senso che non ho capito bene se si sente in colpa per il fatto di aver desiderato in passato che succedesse qualcosa di male al padre, o per il fatto di non provare pietà e di non sentirsi riavvicinato a lui. Comunque voto per farli incontrare in città dopo qualche mese. Dopo questo distacco mi sembra giusto far passare un po’ di tempo, e nonostante quel “ma” mi incuriosisca, non credo che Ivan andrebbe in ospedale a cercare Gabriele 😀

  • Devo dire che questo racconto mi sta piacendo veramente tanto!
    Di questo capitolo ho apprezzato in particolare l’idea che Ivan non sia più “padrone” incontrastato di quel luogo, ma che Gabriele, con il suo carattere più predominante, possa arrivare a prendere il controllo, per così dire, anche se non intendo in maniera negativa; è un po’ come se questi due personaggi, all’inizio forse un po’ stilizzati, o comunque contrapposti in maniera netta, a ogni capitolo si arricchissero di nuove sfumature che rimescolano le carte in tavola, e penso che sia questo uno dei punti di forza maggiori del racconto, oltre a uno sviluppo coinvolgente della storia.
    Dal momento che hanno già parlato abbastanza e che non penso valga la pena spendere un capitolo intero per dei flashback, voto per la brutta notizia!

  • Ciao giorgiab 🙂 scusa ci ho messo un po’ a leggere. Volevo farti i complimenti: la struttura della storia, fino ad ora, è perfetta. Leggere un po’ della tua bio mi ha anche aiutato.
    I dialoghi sono accesi, hanno un ritmo che fila e che rivela tutte le caratteristiche dei personaggi.
    Ho votato per un’avventura nel bosco: cosa accadrà ora che i due sono quasi amici e che sanno l’uno dell’altro?
    Ti seguo ed aspetto con ansia il prossimo capitolo!

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