Il tè delle cinque
La signora Palleschi fece un passo indietro per esaminare meglio il tavolo e vedere come era l’effetto d’insieme. Sembrava un po’ un artista che rimira la sua opera mentre controllava che il vaso con i fiori fosse posizionato al centro esatto del tavolo, che la porcellana della teiera non stonasse con quella dei piattini e che le sedie ai due lati fossero posizionate una di fronte all’altra. Non si considerava una maniaca della precisione, però nella sua casa ci teneva che tutto fosse in ordine e, cosa più importante, che tutto fosse in ordine come voleva lei; soprattutto quando aveva ospiti per il tè pomeridiano.
Il primo ad arrivare fu Leonardo. Dopo la gita sul Tevere dell’estate appena trascorsa era riuscito a farsi invitare per altri incontri di società, finché non era diventato quasi un ospite fisso nel salotto dei Palleschi, dove non faceva mistero della sua intenzione di corteggiare Flaminia che, non sapendo bene come scrollarselo di dosso, si rapportava a lui con freddezza nel tentativo di placare il suo ardore dannunziano. La signora Palleschi lo detestava cordialmente. Soprattutto in quel momento, poiché era arrivato con dieci minuti di anticipo, mentre lei non aveva ancora finito di ricontrollare tutto per l’ultima volta.
“Buonasera, signora”, salutò Leonardo entrando: aveva dei fiori in mano. “Questi sono per Flaminia”.
La signora Palleschi sorrise. “Che gentile, sono sicura che apprezzerà”. Poi si rivolse alla domestica. “Vada a chiamarla”.
“La signorina Flaminia mi ha detto di dirle che non si sentiva troppo bene e che preferirebbe rimanere in camera”.
“Oh, che sfortuna”, esclamò la signora Palleschi.
Per un attimo Leonardo spostò lo sguardo da una donna all’altra come se non sapesse che fare. Poi disse: “Se mi dà il permesso posso salire da lei, magari le farà piacere un po’ di compagnia”.
La signora Palleschi fece finta di non aver sentito e si rivolse di nuovo alla cameriera. “Sono sicura che non sia niente di così grave da impedirle di scendere. Non vorrà mica lasciare da solo il nostro ospite”. Poi, prima che Leonardo potesse avere il tempo di dire qualcosa, aggiunse: “Questi fiori sembrano proprio avere bisogno d’acqua. Vieni, caro, da questa parte”.
Per sua fortuna il campanello suonò nuovamente qualche minuto dopo, alle cinque in punto. Fece un piccolo sospiro di sollievo quando sentì la voce di Friedrich salutare la cameriera. Poco dopo li raggiunse Flaminia, mentre gli ospiti che la signora Palleschi attendeva di più, il conte Andrea Sperelli con la figlia Elena, arrivarono alle cinque e mezza.
Il conte era un uomo sui cinquant’anni, calvo e con due baffi arricciati all’insù, mentre Elena era una graziosa biondina di vent’anni che rideva molto ma parlava poco, al contrario del padre, che aveva una parlantina inarrestabile. Era un vecchio amico del signor Palleschi, con cui aveva perso i contatti molti anni prima, quando aveva lasciato Roma, e che aveva incontrato di nuovo in città solo qualche settimana prima, riallacciando così il rapporto.
Cesare e il signor Palleschi, che ritornavano rispettivamente dal conservatorio e dal lavoro, si unirono a loro quando il tè era ormai freddo. La conversazione stava vertendo sull’università. Leonardo stava raccontando delle sue avventure e di come, dopo un anno, non avesse ancora sostenuto nessun esame, mentre il conte Sperelli gli faceva eco con le imprese della sua gioventù. Con l’arrivo del padrone di casa il chiacchiericcio si spostò immancabilmente sulla politica, il suo argomento preferito.
Al contrario di sua moglie, a lui piaceva Leonardo e spesso e volentieri era lui a invitarlo nei loro incontri. Certo, si rendeva conto che non era un luminare, però era un ragazzo vivace e animato da ferventi ideali politici basati sul patriottismo, che condivideva e che spesso erano causa di scontro con Cesare, del quale sospettava invece che coltivasse idee pericolosamente vicine al socialismo.
Il pomeriggio trascorse in modo piacevole tra chiacchiere, pasticcini e pettegolezzi. I primi ad andare via furono il conte Sperelli e la figlia, che abitavano quasi dall’altra parte della città, seguiti poi da Friedrich, a cui si unì Cesare per accompagnarlo nel breve tratto di strada. Leonardo invece conversò ancora per un po’ con il signor Palleschi, ma alla fine si decise ad andare via anche lui.
“Quel ragazzo le sta facendo una corte spietata, eh?”, disse la signora Palleschi dopo che Flaminia se ne andò di sopra.
“Così pare”, rispose il marito mentre sfogliava un giornale.
“Non ti sembra strano però?”.
“Che cosa?”.
“Voglio dire… ho sempre pensato che fosse Friedrich a farlo, mentre adesso arriva questo ragazzo e a lui sembra non importare, come se non fosse mai stato interessato a lei. Non ti sembra strano?”.
“Sì, forse”, rispose il signor Palleschi, ma poteva ben vedere che la stava a malapena ascoltando.
Nel prossimo capitolo volete...
- Conoscere meglio Elena (0%)
- Rimanere con la signora Palleschi (0%)
- Tornare da Friedrich e Cesare (100%)

18/10/2020 at 10:21
Lorenzo,
Avevo il sentore della tragicità di questo finale da un po’. In ogni caso mi è piaciuto molto, alzi avrei tanto voluto che avessi avuto a tua disposizione un capitolo in più per trattarlo meglio. Sarebbe stata la ciliegina sulla torta, anche se così è bellissimo ugualmente.
Bravo, spero di rileggerti presto!
19/10/2020 at 13:37
Sì forse avere più spazio a disposizione sarebbe stato meglio, però devo dire che essere costretto ad avere pochi caratteri mi ha aiutato a ottenere un effetto più asciutto e diretto, mentre con più spazio mi sarei probabilmente perso nei dettagli e l’effetto sarebbe stato diverso, anche se forse è solo una mia impressione 😀
Ti ringrazio comunque per i complimenti, sono contento che il racconto ti sia piaciuto, finale compreso. A presto!
17/10/2020 at 10:58
Ciao Lorenzo! Complimenti per il finale, inaspettato e costruito con la giusta tensione. Nel complesso sono molto contento di aver seguito il tuo racconto, hai messo in piedi una storia credibile, con un gran numero di personaggi e delle ambientazioni suggestive. Aspetto davvero un tuo nuovo racconto, magari di un genere diverso, mi raccomando non farci aspettare troppo! A presto 😀
19/10/2020 at 13:32
Grazie per tutti questi complimenti! Penso che per il prossimo racconto aspetterò un po’, ma sicuramente sarà di un genere diverso, probabilmente un giallo o qualcosa di avventuroso, vedremo. A presto 😀
15/10/2020 at 22:50
Ciao Lorenzo!
Cesare alla fine non ha resistito all’idea di una vita nell’ipocrisia. Davvero il loro amore era fortissimo. Molto triste, l’impossibilità della loro storia era prevedibile, ma tutto è stato molto avvincente, complimenti ancora per come hai saputo descriverla
Ciao!
19/10/2020 at 13:30
Un dubbio che avevo sul finale era se magari un suicidio per amore fosse troppo eccessivo, però hai colto perfettamente l’idea che volevo rendere, ovvero il non resistere a una vita di finzione e nella certezza dell’infelicità. Sono contento che ti sia piaciuto, nonostante la sua tragicità. Grazie per tutti i complimenti, spero che ci rivedremo al prossimo racconto!
23/10/2020 at 20:51
Senz’altro! Ciao Lorenzo!
14/10/2020 at 16:50
In finale tragico, come piacciono a me. Avrei scelto anch’io qualcosa di simile.
Questo racconto non ha avuto bisogno di riletture, non ho dovuto sbirciare indietro per ricordare, questo vuol dire aver costruito una storia credibile, personaggi interessanti che si ricordano con facilità.
Qualche elemento di troppo qua e là, tipo “si pettinava con una spazzola” o “il fazzoletto di seta bianca”, ma sono cosucce da poco che nulla tolgono alla riuscita del racconto.
Bravo, Lorenzo. Ora ti aspetto con un nuovo racconto.
Alla prossima!
19/10/2020 at 13:25
Ti ringrazio, anche se forse certi punti e certi passaggi non sono riuscitissimi (e certe volte mi lascio andare a dettagli superflui :D) questo è un racconto che mi lascia abbastanza soddisfatto per cui mi fa piacere avere un riscontro così positivo! Non so quando (probabilmente non a breve), ma sicuramente ci sarà un altro racconto. A presto!
14/10/2020 at 13:54
Oh mamma, va bene che non volevi un lieto fine, ma farli morire entrambi è proprio tragico.
A parte gli scherzi, complimenti, bel capitolo, per come l’hai scritto, per la scelta del finale io avrei fatto diversamente, ma Questo è molto, ma molto soggettivo, quindi non conta.
La storia ha preso dall’inizio alla fine, secondo me se la ampli e metti riferimenti storici più a larga scala, ne viene fuori un bel romanzo. Al momento gli editori cercano saghe familiari… facci un pensierino. In bocca al lupo
19/10/2020 at 13:18
Mi spiace che forse la scelta del finale non ti abbia convinto molto, però hai ragione, è molto soggettiva la cosa. Grazie comunque per i complimenti e per i consigli, in effetti pensavo di rivedere il racconto e ampliarlo, vedremo poi cosa ne esce fuori 😀
A presto!
13/10/2020 at 22:26
Lorenzo scusa, hai ragione. Votato!!!
09/10/2020 at 23:41
A Roma, per il commiato con Cesare. L’irrompere della guerra mi ricorda il finale della prima stagione di “Downton Abbey”, che sconvolge lo statu quo. Gli eventi e la forza delle convenzioni sociali sembrano avere la meglio sugli amanti, e Friedrich sta vedendo sempre più chiaramente questi sviluppi, più di Cesare, protetto dalla famiglia. Friedrich è solo, più che mai.
Questo è quanto leggo, molto ben raccontato. Aspetto il finale, non lieto temo.
Ciao!
12/10/2020 at 10:43
Grazie per il bel commento, spero che il finale non sia deludente, che sia lieto o meno. A presto!
P.s. Sicuro di aver votato? Non mi sembra che il tuo voto sia stato conteggiato…
05/10/2020 at 23:13
Io opto per Roma, magari un ultimo addio a Cesare.
Ottima scelta solo un evento come questo poteva tranciare di netto la storia tra Friederich e Cesare.
Inaspettato, ma talmente logico, non so come spiegarlo.
Aspetto il finale, che non deluderà di certo!
06/10/2020 at 11:31
Avevo paura infatti che questo colpo di scena potesse risultare un po’ prevedibile visto il contesto storico, però mi fa molto piacere che sia risultato, almeno in parte, inaspettato!
Grazie per i complimenti e per la fiducia, spero di non deludere le aspettative 😀
05/10/2020 at 12:16
In viaggio.
Che ritorno, Lorenzo, ci lasci tutti col groppo in gola per Friedrich. Che doccia fredda per lui. Hai reso perfettamente l’idea della vita di un giovane che fino a un mese prima aveva come unica preoccupazione quella di tenere segreto il suo amore per un uomo, e il mese dopo si ritrova strappato alla sua quotidianità per essere gettato tra le fila di un esercito. Mette i brividi.
Non vedo l’ora di leggere il tuo finale, non farci aspettare troppo.
06/10/2020 at 11:28
Ti ringrazio! In effetti questo voleva essere un po’ il punto di tutto il racconto, ovvero mostrare una sorta di idillio venire spezzato all’improvviso da eventi tragici e imprevisti. Non so se ci sono riuscito perché forse, lungo il tragitto, ho un po’ perso di vista questo obiettivo, ma sono molto felice di leggere queste parole e vedere che hai centrato il punto della questione 😀
Cercherò comunque di non perdere troppo tempo, a presto!
03/10/2020 at 00:59
🙁 a Roma?
Che tristezza…
05/10/2020 at 10:40
Tristezza per il fatto che Friedrich riparte? Chissà, forse potrebbe ancora esserci spazio per un lieto fine… 😀
Ti aspetto nel finale!
02/10/2020 at 09:34
Mamma mia, coraggio sì, anche se in guerra il coraggio di tanti giovani è stato sacrificato per ideali che potevano trovare una soluzione diversa.
Nell’ultimo capitolo mi aspetto una scena forte, quasi un colpo di scena, ma non saprei dire quale.
Aspetto
05/10/2020 at 10:38
Vedremo quale opzione prevarrà, anche se lo spazio per una scena forte che concluderà la storia potrebbe esserci in ogni caso. Grazie comunque come sempre, a presto!
02/10/2020 at 09:29
Ciao Lorenzo,
voto per la Germania, mi pare possa essere un buona conclusione di questa storia.
Abbiamo fatto un bel salto in avanti e ci ritroviamo con Cesare ed Elena già sposati, ci sta, i caratteri sono pochi e bisogna farne tesoro; anche in questo capitolo ne hai dedicati molti alle descrizioni, non che sia un errore, ma toglie spazio alla storia e, magari, avresti potuto inserire un piccolo flashback sul matrimonio di Cesare che, nella vita di Friedrich, ha certo un grosso peso. Non mi fraintendere, saper raccontare è un dono, solo che qui lo spazio a disposizione è quello che è. Spesso anche io mi abbandono a descrizioni infinite e me lo hanno fatto notare più volte, bisogna trovare la giusta misura e non è cosa semplice. 🙂
La frase: “Tuttavia non ci volle molto prima che Friedrich trovò la risposta…” non mi suona. Forse meglio: “tuttavia, non ci volle molto a Friedrich per trovare la risposta” oppure “tuttavia, non ci volle molto prima che Friedrich trovasse la risposta”, ma io sono un po’ capra e potrei sbagliare. 🙂
Ora non rimane che assistere al finale e vediamo di cosa vorrai raccontare.
Alla prossima!
05/10/2020 at 10:35
Hai ragione, mi sono lasciato andare un po’ troppo alle descrizioni perché volevo mostrare la scena in tutti i suoi dettagli e creare un po’ d’atmosfera, però in effetti avrei potuto usare parte di questi caratteri per approfondire meglio la storia. Poi comunque devo convenire che, anche se non commetto (quasi) mai errori grammaticali, quel tipo di congiuntivo me lo perdo sempre, è più forte di me 😀
Grazie comunque per le osservazioni, ci vediamo nel finale!
16/09/2020 at 00:06
Ciao Lorenzo!
Buon ultimo arrivo a leggerti. Può darsi tu ti dilunghi sulla parte che parla della città, ma sai scrivere molto bene e riesco ad andare oltre. Cesare e Friedrich sono molto diversi, gli atteggiamenti nei confronti del rapporto affettivo di ciascuno dei due sono agli antipodi, e si avverte chiaramente. Ho votato anche ío per il coraggio.
Ciao!!
22/09/2020 at 16:05
Grazie come sempre per i complimenti e per l’osservazione sul rapporto tra i due protagonisti, mi sembra molto azzeccata e mi fa piacere essere riuscito a far trasparire questa differenza. Spero in ogni caso di far meglio con i successivi capitoli, a presto 😀
P.s. perdonami per la risposta tardiva!