Monsieur Chastel
Il giorno in cui Renaud Chastel morì era un giorno come gli altri. Il sole si era fatto strada fra le poche nuvole rimaste dopo il temporale del mattino e una leggera brezza era sopravvissuta per alleggerire il calore dei mesi estivi.
Rideau Hall, la residenza di famiglia, sorgeva ciclopica al centro del parco dove Marcel, l’eccentrico giardiniere e guardiacaccia, lavorava ormai da decenni. L’edificio non era particolarmente antico e, sebbene Monsieur Chastel ne millantasse l’appartenenza fin dalla nascita della dinastia, era ormai risaputo che l’avesse acquistato per una somma irrisoria da un miliardario che non sapeva cos’altro farsene di un’altra villa.
Fu Madame Yasmine, la governante tuttofare, a trovare il cadavere. Dapprima portò la colazione in camera da letto ma, non trovandovi il padrone, decise di controllare nell’ufficio, al piano superiore. La porta era chiusa a chiave, ma Madame Yasmine possedeva un passepartout per accedere a ogni zona della residenza, dalle cantine al sottotetto e, una volta entrata nella stanza, si ritrovò davanti uno spettacolo atroce: Renaud Chastel era seduto dietro la scrivania, la testa a penzoloni e la gola tagliata, la lama insanguinata ancora saldamente stretta in mano; una busta sigillata, che tanti problemi avrebbe portato nei giorni successivi, era ancora davanti a lui, posta al fianco della penna stilografica. Poi, colta dall’orrore, Madame Yasmine lasciò cadere a terra il vassoio e corse fuori dall’ufficio. O, perlomeno, è ciò che raccontò alla polizia qualche ora dopo.
Il primo a giungere dopo il ritrovamento del corpo fu Joel, il quartogenito, che si era precipitato sul luogo appena ricevuta la notizia. Fu anche l’unico a poter vedere il padre quel giorno, perché subito dopo arrivarono l’Inspecteur Duval e la sua squadra di agenti, che impedirono l’accesso alla residenza.
Un’ora dopo giunse anche Sofie, la primogenita, che aveva abbandonato un’importante riunione con i clienti di un’azienda giapponese. Incontrò Joel nello spiazzo antistante la villa, che la mise al corrente di tutti i dettagli fino ad allora conosciuti, anche se gli agenti non si erano sbilanciati più di tanto.
Sofie e Joel furono gli unici a notare la poliziotta in borghese dai capelli rossi, che rimaneva ferma ad osservare la villa mentre i suoi colleghi lavoravano, perché quando arrivò Antoine, il secondogenito, la ragazza si era già dileguata.
Fleur, la terzogenita, resasi indipendente dal resto della famiglia quattro anni prima, giunse soltanto il giorno dopo.
Terminate le ricerche nell’ufficio, l’Inspecteur Duval raggiunse i membri della famiglia e della servitù all’esterno, si armò di taccuino e porse loro alcune domande: Madame Yasmine raccontò quel che aveva visto una volta entrata nell’ufficio, includendo la descrizione della busta sulla scrivania; Marcel, rimasto a lavorare nel parco, non aveva nulla d’interessante da dire; Sofie, in lacrime, farfugliò poche parole confuse; Antoine, con la sua solita arroganza, mandò velatamente l’Inspecteur a farsi fottere; Joel disse bene o male le stesse cose di Madame Yasmine, ma aggiunse che, al suo arrivo, la busta sulla scrivania non c’era.
Duval espresse le proprie condoglianze, lanciando un’occhiataccia ad Antoine e confermando che, durante il sopralluogo, non era stata rinvenuta alcuna busta sulla scrivania. Poi, annunciò che l’indagine sarebbe proseguita fino a sera, nonostante le circostanze non lasciassero intendere altro se non che Renaud, in preda alla depressione, si fosse suicidato. Sofie continuava però a ripetere che il padre stava benissimo e che fosse tutt’altro che depresso, mentre Antoine sosteneva che tagliarsi la gola fosse un modo fin troppo inusuale per suicidarsi, e che dietro doveva esserci per forza qualcosa di losco.
L’Inspecteur Duval si congedò, assicurando senza troppa convinzione che avrebbe fatto di tutto per scoprire la verità.
Giorni difficili si prospettavano all’orizzonte. Renaud Chastel, uno dei più importanti magnati di tutta la Francia, era morto in modo orribile, e ai suoi quattro figli sarebbe toccato l’ingrato compito di amministrare tutto quello che aveva lasciato in sospeso. Ma questioni finanziarie e noiose cene di beneficenza sarebbero state la parte meno complessa di ciò che avrebbero dovuto affrontare.
Fleur raggiunse il resto della famiglia e il funerale venne celebrato proprio a Rideau Hall, il cui parco si riempì di volti noti della finanza, dell’industria e della politica.
Gli eredi, riuniti di fronte alla bara del padre, non sapevano che, di lì a una settimana, si sarebbero rincontrati di fronte a un’altra bara e che, questa volta, uno di loro vi sarebbe stato dentro.
Ma perché tutto abbia un senso, è necessario partire dall’inizio.
Sofie, la primogenita, divenne la nuova guida della famiglia.
Antoine, il secondogenito, fece di tutto per dividerla.
Fleur, la terzogenita, non si schierò.
Joel, il quartogenito, ero io. E, all’insaputa di tutti, avevo sottratto la busta sigillata dalla scrivania di mio padre.
La storia della famiglia Chastel è appena cominciata! Cosa dovranno affrontare gli eredi nel prossimo capitolo?
- Una noiosa cena di beneficenza. (6%)
- La lettura del testamento. (75%)
- Un confronto diretto fra di loro. (19%)

30/10/2020 at 23:03
Ciao Francesco!
Un capitolo dall’ottimo ritmo, ho votato per Antoine che sono sicuro ci darà grandi soddisfazioni come personaggio 😀
Alla prossima!