Dove eravamo rimasti?
LUCA
È la vigilia di Natale, una festa che ho sempre apprezzato solo per l’apertura dei regali. L’albero, le luci, le miriadi di statuine raffiguranti angeli, pupazzi di neve e gnomi che mia madre si ostina a spargere per casa, mi suscitano una sensazione di invasione, soprattutto quest’anno, che l’unica cosa che vorrei è stare insieme a mio padre.
Ci telefona tutte le sere, sembra sereno, dice che gli manchiamo. È partito da una settimana e nessuno ci dice perché e quando tornerà.
Ci è stato detto di mettere in un borsone il necessario per passare tre giorni fuori e ora siamo tutti e quattro in autostrada, verso una destinazione sconosciuta. Mia madre guida canticchiando le canzoni del suo gruppo preferito, quattro tizi che hanno deciso di fregare il nome all’orsetto Winnie the Pooh; mia nonna si tiene stretta alla maniglia che c’è sopra il finestrino, come se temesse di volare fuori dall’auto; mia sorella sale e scende alternando i pollice sul cellulare alla velocità della luce; mio fratello dorme, o fa finta, più sicuro che stia ripassando nella mente la lezione di storia; io sembro l’unico a non capire cosa stia succedendo.
Dove stiamo andando? Che senso ha questo viaggio? Perché passare il Natale fuori? Perché proprio quest’anno che mio padre non è con noi? Mille domande mi affollano la mente e non lo sopporto. Vorrei riuscire a non pensare a niente, allontanare la sensazione che qualcosa stia cambiando per sempre.
«Ragazzi! Sveglia a chi dorme. Siamo quasi arrivati.»
Mia madre sembra particolarmente allegra. L’ultimo giorno di scuola ho confidato le mie preoccupazioni ad Alessandra, l’unica femmina simpatica della classe. Anche lei ha i genitori separati e mi ha detto che adesso è felice; dopo la separazione i suoi hanno smesso di litigare e sono diventati ottimi amici, entrambi sempre di buon umore, mentre prima si guardavano in cagnesco e se la scontavano anche con lei, che non c’entrava niente. Mi chiedo se il buon umore di mia madre dipenda proprio da questo.
«Ma si può sapere dove stiamo andando?» Sara risponde infastidita, senza staccare gli occhi dal cellulare.
«Aspetta e vedrai.»
Dopo una salita che l’auto quasi non ce la fa, e una curva a gomito che fa sbiancare il volto di mia nonna, normalmente tendente al grigio, sbuchiamo davanti a una casa enorme, dal tetto rosso e i balconi in legno, che sembra essere uscita da uno di quei film natalizi ambientati nel villaggio di babbo natale.
Sara presta attenzione per qualche secondo in più, Marco spalanca la bocca con gli occhi che gli brillano dalla gioia, nonna riprende colore e mia madre studia il volto di tutti, ridendo come una bambina.
E io? A me non interessa niente di quel che vedo, c’è solo una cosa che vorrei e non è qui.
Scendo dall’auto e mi stropiccio gli occhi, poi sbatto le palpebre, poi vedo i miei fratelli correre verso chi mi sembrava essere solo frutto della mia immaginazione, e mi rendo conto che non sto sognando, è tutto vero: mio padre s’inginocchia e accoglie l’abbraccio di tutti noi, visibilmente commosso.
«Vi è piaciuta la sorpresa?» chiede mio padre, alzandosi. Sorride a mia madre che si avvicina. Non mi sfugge il bacio sulla guancia che si scambiano.
«A me sì, molto» urla Marco, saltellando. «E poi questo posto è bellissimo. Come lo avete trovato?»
«Il corso che sto facendo per lavoro è qui vicino, così ho cercato un albergo dove poter trascorrere questi giorni di vacanza insieme. Sembra la casa di babbo natale, non è vero? Che dici, Sara, ti piace o è troppo da bambini, per te?» Le da un pizzico sulla guancia, facendo l’occhiolino. «E a te, Luca? Non dici niente? So che avresti preferito il castello di Dracula, ma era già tutto occupato.» Apre le braccia. È strano, sa che non mi piacciono gli abbracci, eppure rispondo al richiamo e lo stringo forte, poggiando la testa sulla pancia morbida.
Una domanda si accende nel cervello ma mi muore sulle labbra. Non sono pronto ad ascoltare la risposta.
Entriamo nell’albergo. La hall non delude le aspettative di chi cercava folletti e gnomi. A me oggi va bene tutto, non ho voglia di polemizzare.
Dopo l’accettazione scopriamo che c’è un’ulteriore sorpresa. I miei hanno prenotato tre stanze. Una per me e Marco, una per mia nonna e Sara, e una per loro.
Dopo la doccia, mentre ci prepariamo per la cena della vigilia, non riesco a tenere per me i dubbi che mi assalgono.
«Marco, hai notato che mamma e papà si sono salutati con un bacio sulla guancia? E poi la divisione delle stanze. Non è che loro stanno dormendo in camere separate ed è stato un trucco per nascondercelo?»
Mio fratello mi guarda strano. «Sono sicuro che è tutto a posto. Dopo la vacanza papà tornerà a casa con noi» risponde, forse non tanto convinto.
Nella sala un albero di natale enorme occupa per intero la parete. Ci sediamo al nostro tavolo. Marco è serio. All’improvviso chiede a papà ciò che io non avevo avuto il coraggio di domandare mentre lo abbracciavo: «Papà, tornerai a casa con noi, vero?»
«No» risponde.
Siamo agli sgoccioli. Come volete che continui la risposta alla domanda fatta?
- Continuerà dicendo che si dovrà trattenere fuori per lavoro (40%)
- Il padre troverà una scusa diversa da quella dell'impegno di lavoro (60%)
- Il discorso cadrà nel vuoto (0%)

15/07/2021 at 12:00
Ciao! Ho letto questi episodi tutto di un fiato e ho trovato questo racconto una piacevole sorpresa. Mi ci riconosco molto nella quotidianità e in alcuni personaggi ? quello che mi sorprende è la facilità con cui descrivi scene di famiglia di tutti i giorni, sei molto brava.
Se ti andrà, passa da me. Mi piacerebbe avere un tuo parere! Grazie
15/07/2021 at 12:14
Ciao. Grazie per essere passata. Purtroppo questo racconto l’ho lasciato incompleto perchè mi sono dedicata ad altro. Mi auguro che i tuoi complimenti mi indicano a riprendere.
Passo da te senz’altro
28/12/2020 at 19:47
Ciao Gra, ho scelto per trattenersi fuori per lavoro, ciao.
26/12/2020 at 13:31
Ciao, Gra, ho ripreso da poco a seguire the iNCIPIT e ritrovo il piacere oltre che di scrivere, di ritrovare le voci di quelli che condividono questa avventura. Ho letto i sette capitoli della tua tenera, a suo modo rassicurante saga famigliare dove i temi consueti dell’amore e del contrasto generazionale sono trattati con garbo e grazia. Certi temi qualcuno oggi oserebbe forse trattarli con più violenza, linguaggio aggressivo, copiando certa “realtà” che circonda noi tutti. Leggendoti, allora, mi sembra quasi di essere riportato alle atmosfere di qualche decennio fa, quando i ragazzi e le ragazze ricevevano un tipo di educazione che non mi sembra più di moda. Faccio i complimenti a te, perché sei attenta e garbata nel narrare di cose forse da te stessa vissute, o che ti sono state raccontate e mi auguro che per i tuoi protagonisti sia una bella favola di Natale, con un finale attorno al caminetto a scaldarsi il cuore tutti assieme. Alla prossima. Voto la terza opzione.
26/12/2020 at 13:52
Grazie per le belle parole. Effettivamente nella mia adolescenza ho, in parte, provato sentimenti simili. Diciamo che so immedesimarmi bene nei conflitti generazionali. Per il garbo nella scrittura di cui parli, fa parte di me, mi sento così, anche se comincio a pensare che dovrei lasciarmi andare a un po’ più di rabbia. Qualcuno la vede come una cosa negativa, ma al momento non sono pronta. Mi dispiace che questa storia la stia scrivendo molto a rilento. Ho tanti progetti che sto portando avanti.
Bentornato e grazie di essere passato. Ti seguo
15/12/2020 at 15:23
Scelgo il lavoro usato come giustifica per il trattenersi e non rincasare con loro.
15/12/2020 at 18:37
Grazie di essere passato
07/12/2020 at 14:24
Ottimo capitolo, mi è piaciuto molto il dettaglio del bacio sulla guancia per la sua ambiguità. La scena è narrata molto bene e sono sempre più curioso di sapere se le paure dei figli sono frutto di loro fantasie o se hanno effettivamente un fondamento di verità.
Voto per la scusa diversa dal lavoro, chissà se è appunto solo una scusa. A presto!
07/12/2020 at 10:25
Credo possa impegnarsi a trovare una scusa diversa dal lavoro.
Brava, Gra, con questo colpo di scena hai dato l’illusione ai figli (e anche un po’ a noi lettori) di poter ricongiungere la famiglia, ma chissà se sarà così!
A presto.
07/12/2020 at 10:24
Ciao, Gra.
Che posso dirti che già non ti ho detto? Il racconto ha un buon ritmo, i personaggi sono curati e ogni sentimento è messo a nudo senza risultare pesante. Le descrizioni bastano a mostrare quel che circonda questa famiglia a cui ormai mi sono affezionata. Sono curiosissima di conoscerne le sorti, avrei voluto sapere perché (davvero) il papà non tornerà a casa, ma hai scelto di tenerlo in sospeso e rispetto il tuo intento. Non so, quel bacio sulla guancia…
Non ho nulla da eccepire, trovo che tu abbia fatto un gran lavoro e, sì, te lo ripeto: migliori di volta in volta.
Complimenti e alla prossima!
05/12/2020 at 18:30
Con imperdonabile ritardo mi sono ritrovato a leggere il tuo racconto e mi ha colpito al punto che ho letto tutto d’un fiato, per fortuna che sono ancora in tempo per gli ultimi capitoli!
L’idea di mostrare più punti di vista in una serie di monologhi interiori non è che sia un’idea nuova, però sei riuscita a dare a ogni personaggio una voce riconoscibile. In particolare mi piace quella di Luca, mentre quella di Marco mi suona forse un po’ troppo adulta per appartenere a un bambino, però ogni punto di vista ha una sua particolarità e riesci a mostrare bene come ogni personaggio ha un punto di vista diverso riguardo gli avvenimenti. Un’altra cosa che mi è piaciuta è il modo in cui hai descritto i sentimenti ostili dei figli nei confronti dei genitori, l’hai fatto con onestà visto che tutti noi, chi più chi meno, abbiamo quella vocina interiore che ci dice cose che vorremmo volentieri non ascoltare, e l’hai fatto senza edulcorare il tutto con falsi “sentimentalismi”: magari i personaggi possono fingere nei confronti degli altri personaggi, ma non verso se stessi.
Anche il tuo stile di scrittura mi è piaciuto molto, descrivi con pennellate discrete che aiutano a ricostruire la scena senza appesantirla, e il modo in cui si incastrano i pensieri dei personaggi e la narrazione mi è parso molto buono. Unica cosa, ho notato una sovrabbondanza di gerundi, molti dei quali indicano una contemporaneità improbabile e poco credibile, lì dove invece sarebbe stata meglio una sequenzialità, però per il resto la lettura è stata scorrevole e coinvolgente.
Per il prossimo capitolo voto per il luogo esterno, visto che per ora siamo quasi sempre stati tra le mura domestiche. A presto!
P.s. scusa il commento chilometrico, ma ho dovuto riassumere i miei pareri su tutti e i sei capitoli 😀
05/12/2020 at 18:53
Ma quale scusa. Grazie di essere passato e per tutte le riflessioni che hai fatto, è proprio questo che mi aspetto da questa piattaforma. Per il gerundio credevo di fare cosa gradita, altrimenti ho la sensazione di catalogare troppo gli avvenimenti. Da ora ci farò più attenzione. Domani conto di mettere l’altro capitolo, sto andando molto a rilento.
Grazie ancora
02/12/2020 at 10:43
Forse Sarà è uscita dal suo mondo adolescenziale, vediamo come si comporterà adesso. Ho votato per un posto estraneo. Brava Gra.
05/12/2020 at 18:55
Grazie del sostegno. Prima o poi la vita ci porta a crescere.
01/12/2020 at 20:05
Ciao Gra!
Ho recuperato solo adesso gli ultimi due capitoli, purtroppo sono stato un po’ assente ultimamente 🙂
Dai ragazzini si percepisce tutta la preoccupazione e i mille dubbi riguardo i genitori. Sembra che tu faccia tutto questo con molta facilità e naturalezza. Questa storia, finora, è molto emozionale e ‘tragica’ per i protagonisti. Sarebbe bello vederli da adulti, e leggere di come questi eventi abbiano inciso sulle loro vite.
Attendo il seguito con molto piacere 🙂
02/12/2020 at 00:17
Grazie di essere tornato. Sto scrivendo anch’io parecchio a rilento, non è da me, ma mi sto dedicando a tanti progetti diversi. Sono contenta che ti stia piacendo. Fra qualche giorno arriverà il seguito
18/11/2020 at 08:23
Ciao, GRA. Scusa per il ritardo, ultimamente non riesco a combinare le cose.
Bene, ti hanno già fatto i complimenti, infatti lì meriti tutti. Ti ho già detto che, a parer mio, sei davvero cresciuta con la scrittura. La storia funziona d funzionano i personaggi insieme a quel che li circonda. Brava. Un racconto riuscito.
Aspetto il settimo e voto per il luogo estraneo alla famiglia.
Alla prossima!
18/11/2020 at 09:24
Sono felice che pensi che sia cresciuta con la scrittura. Al momento è il mio obiettivo principale, sento di dover fare ancora tanto e mi esercito per migliorare sempre di più.
Grazie
16/11/2020 at 09:54
Ciao, nelle prime battute sono riuscita anche a commuovermi, ero dentro la camera di Sara, li guardavo, ascoltavo le loro battute e devo dire che mi hanno davvero presa. Sara in questo episodio la leggo più matura, bene Gra, riesci a trasmettere davvero tanto. Ho votato per un posto estraneo. Ciaooo
18/11/2020 at 09:22
Ciao dony, grazie per essere sempre presente. Sì, il mio intento era far “svegliare” sara dal suo torpore tipico delle adolescenti. Sono contenta che sia arrivato
04/11/2020 at 19:18
Ma che belli questi capitoli dal punto di vista dei gemelli. Sei talmente brava da lasciar trasparire il modo di ragionare di due ragazzini, accomunati solo dall’età ma dai caratteri diametralmente opposti.
Brava Gra.
Io dico che Sara se ne sia resa conto, d’altra parte, come si può ignorare il fatto che il proprio padre non dorma nel suo letto per tre giorni?!
A presto!
04/11/2020 at 20:25
Sono d’accordo con te. Grazie di continuare a seguirmi.