Equilibrio precario

Una strana visita

Il dottor Elbert Alzheimer, uno stimato psichiatra originario di Hessen, si trova nel suo studio a rileggere gli appunti presi durante le visite della giornata. “Accidenti, sono già le dieci; forse è meglio chiamare Christine ed i ragazzi. Strano, non risponde nessuno… saranno usciti, gli lascio un messaggio su Whatsapp”, e mentre scrive un messaggio a sua moglie, all’improvviso una serie di urla, e colpi fortissimi alla porta , lo fanno sobbalzare per lo spavento.

-Dottore la prego mi aiuti, mi apra!! La prego mi apra!!- Alois stordito per la stanchezza, si porta a stento verso la porta per aprirla.

Entra un uomo sulla sessantina, dall’aspetto trasandato, che si accomoda su di una poltrona di pelle.

Elbert, vedendolo, rimane immobile senza dire una parola, ed inizia a sudare e tremare come se avesse visto un fantasma: gli occhi di quell’uomo, a mandorla e di color grigio ghiaccio, lo riportano indietro di 20 anni (a quei tempi aveva circa 30 anni), quando stava conseguendo il suo dottorato in neuroscienze.

Si trovava in Groenlandia, e faceva parte di un team internazionale di scienziati che indagava le funzioni cerebrali della popolazione degli Inuit. Gli occhi imploranti di quei bambini gli sono ancora  ben impressi nella mente…

Un’improvvisa puzza di sigaro lo riporta alla realtà.

-Salve, in realtà starei andando via… è abbastanza tardi, e stavo soltanto mettendo in ordine alcune carte. Le dispiacerebbe spegnere il sigaro? – dice balbettando Elbert.

-Dottore la prego, deve ascoltarmi… davvero non so a chi chiedere aiuto se non a lei. – poi l’individuo getta il sigaro a terra per spegnerlo, e per poco non incendia il tappeto del dottore.

Alzheimer piuttosto spazientito -Va bene, mi dica innanzitutto come si chiama e cos’è che la turba così tanto- risponde Elbert, mentre tenta di accendere il cellulare, completamente scarico, per chiamare sua moglie.

-Mi scusi, non mi sono neanche presentato… sono Alex Fischer. E vede, temo di aver fatto qualcosa di davvero grave. –

-Si spieghi meglio, che genere di cosa? –

-Ecco vede… ho fatto del male a delle persone, ma in realtà non volevo. Cioè forse se lo meritavano anche, ma non avrò esagerato? E poi la polizia mi sta cercando adesso…a mala pena sono riuscito a scappare facendo perdere le mie tracce, ho paura dottore! –

Elbert , a sentire quelle parole, sbianca del tutto ma tenta di non farsene accorgere. Rimugina un po’ su cosa sia meglio fare, e decide di avvertire la polizia. Poi ricorda che il suo telefono è completamente morto.

– Tutto bene, dottore?-

– Sisi, sono solo molto stanco…penso che ci vorrà molto tempo per risolvere la sua faccenda. Ha per caso un telefono? Vorrei avvisare mia moglie di non aspettarmi per cena…-

– Ehm no… l’ho buttato per non essere rintracciato-

-Capisco… ma le persone di cui mi sta parlando,  sono ferite ed hanno bisogno d’aiuto? –

-No, dottore le ho uccise! Ma loro erano davvero brave, capisce… il problema sono io. La prego mi aiuti, la imploro!!-

Il dottor Elbert si toglie le occhiali e inizia a strofinarsi gli occhi.  È mezzanotte e mi ritrovo ,chiuso nel mio ufficio, con un uomo che forse ha ammazzato delle persone. Cosa gli dico?

– Lei ha già incontrato uno psichiatra, prima d’ora?-

-Solo una volta da ragazzo. Adesso sono venuto da lei perchè, circa una settimana fa, il mio medico di base mi ha detto di venire qui. –

– Capisco…-

Alex  ad un tratto inizia ad assumere una strana voce femminile.

-Alex non è cattivo, è la persona più buona del mondo… la prego dottore, non lo faccia rinchiudere!!-

 Elbert scrive  frettolosamente sul suo taccuino: Alex Fischer, uomo sulla sessantina. Patologia presunta: disturbo dissociativo d’identità.

-La credo… con chi ho il piacere di parlare? –

– Sono Christine, e sono una donna davvero fortunata. Purtroppo a volte lo dimentico, ma ringrazio Dio di averlo come marito-

-Bene Christine, vorrei sapere dov’è Alex. Sa, vorrei rassicurarlo sul fatto che non ha nulla da temere qui con me, qui è al sicuro. –

A quel punto,  Alex  diventa serio ed inizia nervosamente a frugare tra le sue tasche agitandosi e dimenandosi sempre di più.

-Alex, Alex! Guardami, va tutto bene. Fai dei profondi respiri, e conta insieme a me… –

Tutto inutile. Alex diventa sempre più nervoso, inizia a tirarsi i capelli ed a grattarsi per tutto il corpo, si alza di scatto ed inizia a girare nervosamente per la stanza.

Alex ascoltami, voglio che tu ti calmi e mi spieghi perché ti stai agitando così tanto. Ti assicuro che posso aiutarti-

– Vede dottore, temo di aver dimenticato il mio portafortuna in casa di quelle persone…come faccio a recuperarlo? Non posso di certo tornare in quella casa…ci sarà sicuramente la polizia.- detto ciò, Alex diventa ancora più agitato, ed inizia a scaraventare per terra qualsiasi oggetto gli capiti tra le mani.

-Ho capito, ho capito. Alex, ci andremo insieme. Ti prometto che lo troveremo. Cos’è, precisamente? –

– È un ciondolo a forma di orsetto di peluche.-

Bene, indicami la strada da fare-.

Cosa accadrà nel prossimo episodio?

  • Il dottor Alzheimer ed Alex vanno a casa delle vittime, ed il dottore viene arrestato dalla polizia lì presente. (0%)
    0
  • Elbert ed Alex vanno a casa delle vittime, ma il dottor Elbert scopre che è proprio casa sua : le vittime sono sua moglie ed i suoi figli. (80%)
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  • Il dottor Alzheimer ed Alex vanno a casa delle vittime. La porta è aperta, ma il dottore non vi trova nè la polizia nè alcun cadavere. (20%)
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7 Commenti

  • L’idea alla base della storia non è male. Secondo me dovresti fare attenzione ad alcuni dettagli. Ad esempio, in questo primo episodio hai usato il personaggio di Alois per fare aprire una porta e poi più niente. Visto che c’era avrebbe potuto aiutare il dottore con Alex. E poi non ho capito il collegamento del ricordo del professore sui suoi studi in Groenlandia con quello che è accaduto nel presente del professore. Comunque, ho votato per la casa vuota senza polizia o vittime.

    • Ciao Danica!
      Ti ringrazio per i preziosi consigli… è sempre bello riceverli.
      Per quanto riguarda il porre più attenzione ai dettagli, starò attento a farlo nel prossimo episodio.
      Per quanto riguarda gli studi del dottore effettuati in Groenlandia, beh c’è ancora tanto da scoprire!
      Prometto che inizierai a capirne il collegamento con il misterioso paziente già nel secondo episodio.
      Ti aspetto!

  • Ciao 🙂
    Sono il primo ad avere l’onore di commentare 🙂 Ho votato l’opzione “il dottore scopre che è casa sua”.
    Mi intriga come storia, soprattutto la faccenda delle personalità 🙂 Son convinto che ci sarà ancora molto da scoprire.
    Mi piace anche la scelta del presente come tempo verbale!
    Alla prossima!

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