IRBRAN DI TALAEL: L’EROE DEL NORD

Dove eravamo rimasti?

Dov'è il nono frammento? Nella Foresta delle Fate, tra le mani di un bambino di nome Irbran (100%)

FATUON

La guerra volgeva al termine. Fatuon se ne accorse dalla decrescente intensità degli urli di battaglia e dei ringhi rabbiosi dei Jorm-Tuk. Anche le urla straziate delle genti di Talael diminuivano d’intensità, lasciando spazio a pochi lamenti soffiati via dagli ululati incessanti del vento.
Fatuon cavalcò senza sosta, noncurante di stremare il suo purosangue. Cavalcò con la vista offuscata dalle lacrime.
Non aveva avuto scelta. Svein, controllato dall’energia oscura, avrebbe rivelato suo malgrado l’ubicazione del nono frammento.
Ricordava ancora le sue parole: ˮ Questo medaglione ti tiene legato all’ultimo frammento, quello più potente e più importante: il frammento della volontà della divinità Skarlatta ˮ.
Ora, quel medaglione ben riposto nella bisaccia sulla sella, si stava surriscaldando. Fatuon ne avvertiva il calore sotto la coscia.
ˮSi sta riscaldando, è un buon segno, vuol dire che sono nella direzione giustaˮ pensò con una punta di sollievo.
Avrebbe protetto dagli Oscuri e dagli avidi quella piccola scintilla di volontà divina.
I protettori degli altri otto frammenti erano caduti valorosamente in battaglia. Erano stati assegnati in loro protezione dai due sovrani, e avevano combattuto valorosamente al loro fianco, nell’avanguardia. Si sentiva così in colpa per il destino diverso che era toccato invece a lui. Lui era stato messo da parte, tenuto fuori dagli schieramenti a difesa del Tempio, poiché non facente parte della Guardia Reale, essendo un nobile e fiero Cavaliere Elfico errante dei boschi. Alla morte di Svein, era quindi corso al galoppo, non voltandosi mai. Non aveva visto le fiamme nere del demone estinguersi sotto il fiume di creature ed elfi dei boschi.
Ma non aveva nemmeno visto – come del resto nessuno – Ferin, che accucciato dietro un grosso detrito di marmo, si trasformava in serpe e strisciava via tra le erbacce ingrigite dalla polvere delle macerie del tempio.
Aveva sentito, quello sì, suoni di vittoria, di nobile supremazia degli esseri puri, e questo era ciò che era e che sempre sarebbe stato.
Il Nord, la purezza, il bene, vincono sempre. Un pensiero che gli infondeva nel corpo snello e agile una folgore impetuosa di sacrosanto senso di vittoria, di rivalsa sul male.
Ma non era ancora finita del tutto. Il suo compito era ben preciso, e di un’importanza più che vitale. Da lui dipendeva il destino del suo popolo e delle proprie divinità, da lui dipendeva ciò che avrebbero narrato di loro nel corso delle Ere, cosa sarebbe rimasto di loro, e in quale forma.
Echi di urla lontane, puzza acre di fumo e sangue, erano il chiaro segnale che si stesse inesorabilmente introducendo nel villaggio di Oak, a Nord-est, dove aveva inizio l’infinita Foresta delle Fate. Ci avrebbe messo giorni, mesi, per trovare quel frammento. Il medaglione lo avrebbe aiutato. L’oro di cui era fatto si surriscaldava man mano che Fatuon si avvicinava al frammento. Ma non bastava prendere quel frammento e portarlo in salvo, no. La vita di Fatuon, sebbene di qualche decennio più longeva di quella dei Nordici, era comunque destinata a spegnersi prima o poi. E ciò che sapeva, ciò che aveva visto… le genti future avrebbero dovuto saperlo.
E il mezzo per fare ciò era la scrittura, la sua scrittura. Fatuon era un abile scrittore, oltre che un abile arciere. Aveva appreso queste arti nella nobile Accademia di Oak, dove gli anziani tramandavano il sapere con la scrittura e l’oratoria.
Il medaglione continuava a scaldarsi e a vibrare.
ˮ Di già? Non posso crederci! ˮ
Attraversò un tortuoso sentiero di terra battuta in mezzo a un campo di ulivi. Da lì poi seguì una stradina di sassi che lo condusse all’entrata di Oak. Alcune abitazioni erano in fiamme, constatò subito, dolorosamente. Riversi nelle strade e negli orti vi erano alcuni abitanti. Sgozzati o sventrati. Ma in maggior numero vi erano le teste mozzate dei soldati di Cassadia. Dei corpi non v’era traccia.
Urla in lontananza. Il medaglione adesso vibrava intensamente, il suo calore era diventato insopportabile.
La preoccupazione più grande di Fatuon era l’Accademia del Sapere. Sperò fino all’ultimo che non fosse stata data alle fiamme, ma quando vi passò davanti al galoppo, trovò un grottesco ammasso di legna incenerita che cedeva crepitando sotto violente folate di vento gelido.
Il cielo era oscurato da quella cenere. Alcuni anziani saggi dell’Accademia strisciavano sul prato esterno dell’edificio, lasciando per terra scie di sangue. Fatuon ebbe un sussulto al cuore, gli occhi che si colmarono di lacrime, ma si costrinse a proseguire: il frammento non era lì. Salì quindi un sentiero in salita in mezzo a due file di case.
Il medaglione divenne rovente, vibrò con tanta intensità da essere udibile da fuori il borsello. Il purosangue era sempre più nervoso. Continuò a correre al galoppo tra le case in fiamme e tra le teste dei soldati di Cassadia e qualche cadavere dei Taelel.
Arrivato alla sommità, un sospiro gli morì in gola quando vide dei soldati venire macellati da un…

Da un...?

  • Giovane Jorm-Tuk (67%)
    67
  • Giovane Elfo (33%)
    33
  • Giovane Nordico (0%)
    0
Loading ... Loading ...
Categorie

Lascia un commento

22 Commenti

  • 7***Giunti a questo punto, la storia è gravida di incertezze, supposizioni e leggende, raccontate da padre a figlio generazione dopo generazione. I punti essenziali, il filo conduttore che tiene legate tutte queste leggende, è rimasto comunque più o meno invariato.
    Ciò che è necessario sapere infatti, è che quell’ultimo frammento terreno di Volontà Divina cadde a picco nel fitto, verde, paradisiaco cuore della Foresta delle Fate, dopo aver tracciato una scia luminosa nel cielo oscurato dai stormi di corvi.
    E per anni nessuno seppe la sua esatta ubicazione.
    Nella foresta c’era un villaggio antico, fondato e eretto Ere addietro da creature altrettanto antiche e pure. Questo Villaggio portava il nome di Oak. A fondarlo furono gli Elfi dei Boschi, i cosiddetti Ratek, ( da non confondere con i Ratok loro cugini abbastanza differenti nella fisionomia, sebbene ugualmente buoni d’animo ), che dagli albori della Prima Era, all’inizio assoluto del tempo da noi conosciuto popolavano il continente, insieme alle altre creature native.
    Quando i Ratek si stanziarono più a Nord, trovarono i Tael e i Rael, e con loro fondarono i Regni di Taelel. Nei decenni iniziali della prima Era, sebbene viggesse la pace assoluta e lo scambio culturale e mercantile tra i popoli, i Sovrani Ulfrid primo e Uriel terzo proibirono l’incrocio tra le razze, per una mera questione di preservanza della purezza. Tuttavia, le differenze tra i Rael e i Tael erano davvero pochissime. Le due specie avevano in comune gran parte del loro corredo genetico. Fisicamente erano molto simili, entrambi alti, slanciati e muscolosi, dalla carnagione lattea, i lineamenti del volto delicati, gli occhi azzurri e folte chiome bionde. La differenza era nel fatto che i Rael fossero abili maghi, capaci di modellare come argilla la loro energia pura rigeneratrice e protettiva. I Tael erano abili guerrieri e ancor più abili fabbri, esperti inoltre di pietre e metalli preziosi. Discorso diverso valeva invece per i Ratek e i Ratok. I primi, i cosidetti: Elfi dei Boschi, erano creature smilze e agili, caratterizzate da una carnagione rosea, orecchie appuntite e capelli castani. Erano formidabili nelle arti dell’arcieria e della furtività. Vivevano nelle foreste, in capanne di fango e paglia ed erano senza dubbio gli esseri più onorevoli di tutto il continente, altruisti e onesti. I secondi, cugini carnali dei Ratek, chiamati Ratuk, erano ugualmente smilzi e agili ma dalla carnagione più scura, tendente al marrone, ed erano furbi e più propensi alla furtività e all’ingegno che alle arti combattive. Essendo creature più arcane, più propense alla vita selvaggia che a quella civilizzata, costruirono villaggi e città nel cuore della Foresta, dove vissero in pace con i Jorm-Tuk, i Ratok, e i Tael e i Rael che si erano stanziati nella zona meridionale di Talael.
    Il regno di Talael era forte e unificato, e vedeva il nodo principale della sua coesione nella fusione dei credi dei popoli, che non differivano di tanto tra loro, se non dai nomi e il numero della divinità che veneravano.
    E fu proprio su questo intreccio politico, religioso ed economico che, nel 100-1E, i successori dei Re di Rael e Tael: Ulfric secondo, detto: l’intransigente, e Uriel quarto, sciolsero il divieto di incrocio tra razze, con una legge che permetteva a uomini e donne di entrambe le razze di accoppiarsi liberamente con chi volessero.
    I Ratek adoravano praticamente le stesse divinità dei Rael, mentre i Tael veneravano quattro divinità diverse, provenienti secondo loro dal Nord estremo del continente, di preciso dalla vetta del Monte Niveo, montagna altissima facente parte degli Altipiani di Nan, che contornava le valli del Nord di splendide vette innevate.
    Le splendide e maestose città, nonché i villaggi Nordici, i palazzi, le dimore, le scuole, erano aperte a tutti e condividevano sapere e cultura. Nel cinquecento della prima Era, il villaggio di Oak diede i Natali a un bambino di razza Tael, che fu chiamato Jonas.
    Le gesta eroiche, il carisma che lo fece circondare di grandi alleati, l’incredibile forza di fronteggiare quella che sarebbe stata la Guerra decisiva tra il Nord e Cassadia, la smisurata volontà di ricostruire un Regno semi-distrutto dagli Oscuri e il suo Tempio delle Divinità, la sua enorme abilità di guerriero, l’aver eretto la Gilda degli Eroi e l’aver f0ndato L’ordine degli Eroi per prevenire ed eventualmente fronteggiare nuovi attacchi nemici: tutte queste onorevoli imprese della sua vita valsero a Jonas l’appellativo di Irbran ( Dal Taelelico Nordico antico: Eroe )
    Questo bambino era figlio di un taglialegna di nome Talek, che insieme a sua moglie Skarlatta viveva una vita umile e sana fatta di lavoro e dedizione alla propria famiglia e alle proprie genti, come era consuetudine tra le genti del Nord l’altruismo e il bene comune.
    Quando gli eserciti Oscuri attaccarono Talalel, Irbran aveva dieci anni, e si stava allenando nella Foresta con due suoi amici, per diventare un abile guerriero di Razza Nordica.
    Quando giunsero gli eserciti, alcuni soldati catturarono lui e i suoi due amici, Bjorn e Ulric, che vennero sgozzati barbaramente, mentre per lui, che oppose resistenza fino all’ultimo, puntando coraggiosamente la sua spada di legno da allenamento contro i soldati, ebbero in serbo un altro trattamento. Irbran venne preso per la gola da uno dei soldati, e tra le risa degli altri – divertiti e per niente fieri della coraggiosa resistenza del ragazzo – venne gettato in un burrone.
    Irbran si salvò per miracolo, e invece di sfracellarsi sul fondo di rocce appuntite del burrone, cadde in un cunicolo della parete rocciosa e finì dentro una caverna sotterranea.

    • Ciao Dragon, aspettavo proprio te, sapendo che sei un amante del Fantasy come me!
      Sì, volevo specificarlo in un commento, che il genere ” Fiaba “è stato voluto, nonostante la struttura sia ” Fantasy “, in quanto ho in mente di dare al tutto un’atmosfera generale ” Fiabesca ” da adesso in poi che narrerò la vita di Irbran.
      Come sempre sei il benvenuto qui, mi fa piacere che ti sia piaciuta e spero di continuare a entusiasmarti con questa storia. Accetto ben volentieri consigli e correzioni!

  • Ciao! Mi è piaciuta molto la tua narrazione, mi ha tenuta incollata allo schermo. Sarei curiosa di vedere un risvolto importante della battaglia, che avrebbe ancora un esito incerto, percjò ho votato sull’aiuto delle altre creature. Complimenti, alla prossima.

  • 1***Questi popoli, prima dell’unificazione, erano costituiti da Nordici Taelin esiliati dai loro sovrani a causa dell’insofferenza che provavano nei confronti dei Raelin e del loro Regno che piano piano si andava unificando con quello di Talia per mezzo di pacifiche condivisioni culturali e commerciali. L’intima e non così tanto celata ostilità che questa nicchia della popolazione dei Tael serbava nei confronti dei Raelin, unita al desiderio di controllare l’intero Nord e preservare il culto delle proprie divinità, li portò a insorgere contro i sovrani di quell’epoca: Ulfrid primo e Uriel terzo; e ad essere cacciati per sempre dal Nord. Vagabondarono per anni nelle terre centrali, dove si scontrarono con i maghi oscuri ( chiamati “gli oscuri” ) dell’Isola Nera, che decenni prima erano approdati nel continente occupando le terre centrali e sottomettendo le bestie e le creature native di quelle terre con l’oscuro potere del controllo della mente e dell’anima, grazie al quale inducevano gli orchi, i troll, i Jorm-tuk e i draghi a compiere azioni riprovevoli e malvage.
    Lo stesso fecero con i popoli erranti del Nord, che vennero soggiogati a loro insaputa fino ad essere totalmente controllati dagli Oscuri, che nel corso dei secoli si servirono della forza bruta e dell’abilità dei Nordici nelle arti della forgia e dell’estrazione mineraria per arricchirsi commerciando metalli e pietre preziose con i popoli del Sud, commerci che si intensificarono ed infittirono sempre più facendoli prosperare e dando vita a grandi città ed immense regioni, ciascuna controllata da un sovrano, per comodità organizzativa e logistica, e tutte facenti parte di un unico Regno con a capo un imperatore.
    Naque così un grande e ricco Regno: Eurial, comprendente le regioni di Cassadia, Talindia( piccola regione a sud ovest di Cassadia ) e l’Isola Nera, governato dai Zebul, potente quanto antica dinastia di Oscuri dagli enormi poteri malefici. Nel contempo, col passare degli anni, quelli che una volta appartenevano alla razza Taelin divennero generazione dopo generazione popoli di grassi e subdoli persuasori, abili commercianti e ricchi aristocratici che, ormai totalmente sotto il controllo degli oscuri, presero il nome di Breton.
    2*** I Jorm-Tuk sono le creature native del continente occidentale, insieme a Orchi, Troll, Elfi, Nordici, e Oscuri; sono creature selvagge e libere dal controllo degli Oscuri. Queste si riverseranno in massa dalla foresta delle fate alla città di Ratosh e in tutto il regno di Talalel, in seguito all’azione dei maghi Raeilin che durante l’assalto degli oscuri si protessero con una barriera di energia pura e inviarono la stessa energia nella foresta delle fate, dove tutti gli esseri che vi dimoravano si rivoltarono ai breton che avevano invaso la foresta per raggiungere Taelel, massacrandoli.
    3***Queste nove divinità non dimoravano ovviamente fisicamente in questo tempio, bensì vi erano dei frammenti della loro volontà nelle gigantesche, alte e possenti colonne di marmo di Eria che sorreggevano il tempio, mentre si diceva che il tempio stesso racchiudesse la volontà del creatore, sulla quale si ergevano gli esseri di Talalel, sorretti dalle divinità ( colonne ).
    4*** Nonostante l’unificazione dei due Regni, i Raelin e i Nordici mantennero i loro sovrani, ognuno con la propria famiglia e il proprio esercito. Entrambi vivevano nell’immenso tempio di Ratal edificato a Ratosh. Era un enorme parlazzo reale costituito da altissime torri di marmo e vetro e da numerosissime stanze, e si ergeva sul tempio nel quale riposavano le nove divinità: 5 dei Raelin e 4 dei Nordici Taelin, che facevano la volontà di un unico totale creatore.
    5*** Antica, ricca e potentissima dinastia Breton che regna su Cassadia, sotto il controllo degli Oscuri, che insidiano le loro menti con magia nera mascherata da consigli e profezie, facendo prendere loro tutte le decisioni ( belliche, economiche, politiche ). Sono ricchi, arroganti e spocchiosi, pensano di essere potenti grazie all’oro e ai possedimenti, sono protagonisti di infamie di ogni genere, tra famiglie della stessa casata, tra casate diverse, tra classi sociali differenti. Ma in realtà non sono altro che marionette nelle mani degli Oscuri.

  • *** I breton sono i popoli che occupano la regione di Cassadia, nella parte centrale del continente. Sono esseri dall’animo volubile e facilmente corruttibili, discendenti dagli antichi Nordici che nei tempi antichi rifiutarono l’alleanza con i Raelin e la loro volontà benevola. Inizialmente popolo nomade, migrarono in seguito verso l’attuale Regno di Cassadia, che all’epoca era una terra incontaminata popolata da bestie leggendarie, draghi e orchi. Si scontrarono con i maghi oscuri nativi dell’isola nera che erano arrivati nella regione e che imponevano il loro controllo sugli orchi facendogli compiere azioni malvagie. Avendo accumulato molte ricchezze durante i loro spostamenti nei quali avevano razziato e derubato, ottennero una alleanza con i maghi neri e l’appoggio dell’isola nera, cosi che diedero vita al ricco regno di Cassadia. Crebbero, per secoli; le loro città divennero smisuratamente ricche e vaste, ma erano inconsapevoli del lento e graduale controllo che nel frattempo i maghi oscuri stavano attuando sulle loro menti. Popoli ricchi, senza un Dio e senza una identità, mediocri in tutte le arti, contavano solo su una spiccata abilità commerciale e di persuasione. Nonostante pensassero di aver sottomesso gli oscuri al loro giogo tramite assegnazioni territoriali, oro e matrimoni, ben presto saranno proprio loro ad essere sottomessi agli oscuri e alla loro fede. Le loro anime verranno corrotte, le loro dinastie maledette, e ben presto, prima che possano muovere guerra contro Talael, il loro stesso Regno sprofonderà nei tetri abissi della volontà oscura, divenendo maledetto e corrotto. In seguito i loro popoli attaccheranno il Nord.

  • Questo sito usa i cookies per migliorare l'esperienza utente. Cliccando su Accetto acconsenti all'utilizzo di cookie tecnici e obbligatori e all'invio di statistiche anonime sull'uso del sito maggiori informazioni

    Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

    Chiudi