Dove eravamo rimasti?
L’epidemia di colera a Canalazzo
Le contrade di Canalazzo non videro cadere una goccia di pioggia da marzo, dai terreni aridi spuntavano solo stoppie pungenti e dai pozzi asciutti un fetore d’acqua morta stagnante sui fondi melmosi appestava l’aria. Giunse agosto, torrido; i contadini spiavano il cielo a ponente ma non una nuvola si vedeva all’orizzonte; l’acqua da bere custodita come oro nei serbatoi era inquinata. Il colera giunse e dilagò nel paese.
All’apparire del contagio il barone e la famiglia abbandonarono il paese al suo destino e si rifugiarono in un baglio fortificato con pochi servitori e molte provviste. S’allontanarono nottetempo, dopo aver caricato sui carretti oltre alle provviste anche le suppellettili di un certo valore. La baronessa era carica di tutti i suoi gioielli, tanto da somigliare ad una miracolosa Madonna apparata con gli ex voto: “Megghiu diri chi sacciu e no chi sapia.”, aveva mormorato la povera nobildonna, temendo saccheggi. Gli ordini impartiti dal barone a bassa voce, secchi e rabbiosi, erano eseguiti, nel silenzio della notte, dai servi, controvoglia. I cavalli avevano gli zoccoli fasciati per non far rumore e dimenavano le code infastiditi dalla stranezza di quell’uscita inusuale. E quando il convoglio fu fuori dal portone del palazzo, Giovanni, il più vecchio dei servitori che ancora indossava la livrea si levò la parrucca bianca e la scagliò nella polvere: “ A navi affunna e i surci scappanu!”, poi tutti uscirono dal palazzo chiuso e a testa bassa, sprovveduti come cani randagi, si dispersero per le strade del paese verso le loro case.
Don Liborio, unico ad aver il privilegio di entrare nel convento di clausura delle monache, prostrato ai piedi della badessa, quasi strisciava baciando il crocefisso che pendeva dal cordone della veste di suor Maria della Catena, sorella del barone Cangialosi e perciò destinata al chiostro.
“ Pi santa carità, nobile badessa, aprite il chiostro, accogliete i malati, il dottore ha detto che devono essere isolati.”, supplicava in ginocchio, baciando l’orlo della veste della suora che cercava con fastidio di scansar le mani del parroco che la incalzavano: “Che dite don Liborio, noi siamo suore di clausura non possiamo accoglier persone che non abbiano il privilegio concesso da mio fratello, il barone.”, protestava la badessa.
“Ci parlu io col barone. È omo di Chiesa, non dirà di no. Benefattore della sua gente è il nostro barone.”. Pur di liberarsene la nobildonna acconsentì, ma solo se suo fratello le concedeva il privilegio di accogliere i malati.
Così don Liborio a cavallo di un asinello che ad ogni passo tirava l’anima, si recò nel baglio che ospitava la famiglia. Giunse impolverato, assetato, scarmigliato e il barone vedendolo s’irritò: “Accussì vi prisintati a mia? Mentri stiamo a tavola, n’aviti rispettu?”.
“Domando perdono eccellenza, ma il momento è veru tintu. A Canalazzo la gente muore, per strada, a casa, granni e picciriddi.”
“E io chi ci pozzu fari? U Miraculu? Pregate san Calogero e chiamate il dottore.”
“U dutturi c’è, eccellenza, aiuta, cura, ma la malattia è cosa c’ammisca e u dutturi dici che i malati si devono isolare. Il chiostro del convento di vostra sorella, la badessa, fussi adatto per curare i malati, ma suor Maria Catena dici chi voi solo potete dare il permesso d’aprire le porte del convento a chi non ha il privilegio vostro.
“Veru è, non si può trasiri nel convento.”.
“Eccellenza, pi carità, date il permesso, così stu colera passa, è bono pure per voi. San Calogero ve lo comanda e promette ricompensa. Accontentatelo, iddu è santo vendicativo.”.
La minaccia velata, ma non tanto, convinse il barone.
Si aprirono per i malati le porte del convento; il chiostro divenne un lazzaretto; il dottore, aiutato dalle monache assisteva i malati e don Liborio dava l’estrema unzione a quelli che morivano. Pure Caluzzo, servo del barone e suo complice nella sparizione della piccola Ioanna, era tra i moribondi e farfugliava, stringendo le mani di don Liborio: “ No… iu non lo feci… a picciridda mi ridia… iddu vociava… la lassai e scappai. A picciridda iddu la prese. Iddu… u baruni.”
“ Quali picciridda? Chi dici Caluzzu?, chiese il dottore che lì vicino aveva sentito il servo delirare.
“ Nenti, nenti, stu puvirazzu strammia. Sta murennu.”, disse don Liborio facendo il segno della croce sulla fronte del moribondo.
Ma Vittorio Puleo a quelle parole era ripiombato nell’incubo già vissuto. Cosa ne era stato della bambina? Il barone aveva da solo compiuto il delitto sfidando l’inferno?
cosa rivelerà il servo prima di morire?
- verrà messo a tacere prima che possa parlare? (0%)
- indicherà al dottore chi può svelare il mistero? (100%)
- morirà lasciando il dottore all'oscuro della sorte della bimba? (0%)

18/01/2021 at 16:11
Buongiorno Anna!
In questi giorni sto riprendendo a leggere e a scrivere dopo il mese di dicembre, che è dedicato al lavoro. mi sono letto d’un fiato gli ultimi episodi della storia, che purtroppo non sono riuscito a seguire in tempo, diciamo così, “reale”.
Me ne scuso, non ho potuto partecipare e mi dispiace, perché la triste storia del dottore Puleo è stata scritta davvero splendidamente. Una vicenda di onore, sopruso, violenza senza pietà, che poteva finire solo così, oppure con la morte per omicidio. Nessuno sconto nel diciottesimo secolo.
Spero di leggere ancora di lei, presto
Arrivederci!
18/01/2021 at 18:32
Grazie per l’attenzione. Mi sorge spontanea una curiosità, poiché dici che il mese di dicembre lo dedichi al lavoro, non sarai mica Babbo Natale? Bando agli scherzi. Apprezzo davvero tanto il tuo interesse per il mio racconto. Forse tornerò ancora a scrivere su questo sito, e spero di ritrovarti.
A presto Anna
19/01/2021 at 22:24
😂😂😂
No, niente Babbo Natale! Lavoro in un ipermercato, quindi l’ultimo mese dell’anno (ed anche l’inizio del primo) è assai caotico e mi fa dimenticare tutti i passatempi extralavorativi.
Mi auguro scriva ancora qua; iniziando lei una storia comunque mi arriverà la mail di notifica, e lo verrò a sapere.
Quindi a presto, spero!
29/12/2020 at 15:10
Fluida la scrittura, notevole la trama.
Brava
Attendo di leggere il prossimo racconto
27/12/2020 at 20:14
Che dire, prof! Il finale è tragicamente crudo, non potevo prendere dal dottor Puleo che proseguisse a vivere in serenità col peso di una lotta del genere sul cuore. Nessun santo né salvatore in questa storia, ma almeno i demoni che meritano di stare all’Inferno ci vanno.
Complimenti davvero, non avrei potuto immaginare un finale migliore.
Grazie davvero per avermi emozionata e tenuta col fiato sospeso fino allo scioglimento della vicenda.
A presto!
28/12/2020 at 11:18
Grazie a te per aver avuto la pazienza di seguire fino all’ultimo il mio racconto.
Certo era evidente fin dall’incipit che non ci sarebbe stato un lieto fine. Comunque un atto di giustizia sebbene cruento, secondo il mio parere, doveva punire la crudeltà e la tracotanza di un uomo che alla fin fine era un vigliacco.
27/12/2020 at 20:09
Il racconto é avvincente e molto ben scritto.
L’ho letto con piacere!
27/12/2020 at 20:05
Il dottore Puleo non meritava di morire . Ma la sua morte ha dato conferma e ha fatto capire ai popolani la crudeltà del barone.
27/12/2020 at 20:01
Signora Genna il suo racconto lo leggo d’un fiato . Il barone dovrebbe subire la punizione divina!
27/12/2020 at 20:00
Signora Genna il suo racconto lo leggo d’un fiato .
27/12/2020 at 19:59
Signora Genna il suo racconto lo leggo d’un fiato aspettando i successivi episodi!
23/12/2020 at 18:35
Lascio all’autore i prossimi episodi che sicuramente saranno consoni a ciò che ha scritto fino ad adesso! Complimenti! Il racconto è molto avvincente.
23/12/2020 at 18:34
Il racconto così come si presenta è molto avvincente! Lascio all’autore i prossimi episodi che sicuramente saranno consoni a ciò che ha scritto fino ad adesso! Complimenti!
27/12/2020 at 10:30
Ciao Loredana, grazie per l’apprezzamento. Ormai ho pubblicato l’ultimo episodio, il mio racconto è concluso, mi auguro che il finale non ti deluda.
22/12/2020 at 12:10
Salve, prof! L’atmosfera dolorosamente realistica degli eventi mi farebbe pensare ad una conclusione comunque tragica, ma alla fine anche nella realtà ognuno si becca il suo avere. Il barone ha veramente passato il segno, non può andargli bene per sempre. Ammetto di essermi commossa per il coraggio tardivo della badessa, maturato dopo anni di risentimento.
Il dottore, esasperato, accuserà il barone di fronte a tutti, portando la povera creatura a testimonianza. Che poi si concluda con una giustizia pulita o con un linciaggio sta a te!
Ancora tanti complimenti, sono qua col fiato sospeso.
27/12/2020 at 10:34
Ti ringrazio per la pazienza dimostrata nel seguire il mio racconto. Ora i giochi sono fatti, ho pubblicato l’ultimo episodio. Una conclusione tragica con un finale a sorpresa. spero di non deluderti.
24/11/2020 at 00:57
Buonasera Anna!
Ho votato perché fratello e sorella si parlino. Vorrei sapere di più sul rapporto tra di loro, così da approfondirne gli aspetti dolorosi.
Sta continuando bene!
Alla prossima!
28/11/2020 at 10:11
Ciao Minollo,
sì, la tua è una buona idea per sciogliere i nodi di una storia così tormentata. ti ringrazio per l’attenzione mostrata.. a risentirci presto.
23/11/2020 at 12:21
Buongiorno prof, finalmente ho l’occasione per commentare quest’ottimo racconto. Mi lascia addosso la sensazione di una novella realista, anche se alcuni tratti e la caratterizzazione di personaggi mi danno l’impressione di avere in mano un romanzo di Victor Hugo.
Vediamo cosa riserva il prossimo capitolo a seguito di una risposta inaspettata!
11/12/2020 at 10:03
ho pubblicato l’ultimo episodio svela molto ma non tutto
18/11/2020 at 21:43
Buonasera Anna!
Ho votato per l’indicazione di chi può aiutare il dottore. Complimenti, un altro bell’episodio, veloce, che sul finale tiene vivo l’interesse. “Strammia” è bellissimo!
Alla prossima!
04/11/2020 at 07:19
Buongiorno Anna!
Ho letto d’un fiato i quattro episodi: davvero complimenti. Ben scritti, avvincenti, le descrizioni mi consentono di essere presente ai fatti! Inoltre si parla di Sicilia, terra che adoro. Ti chiedo di mantenere i pezzi in siciliano, magari spendendo qualche carattere per le spiegazioni. Seguo!!
03/11/2020 at 20:04
L’episodio tu intriga, aspetto con curiosità il continuo.
03/11/2020 at 20:01
Il racconto è molto interessante e ti fa entrare nella storia
29/10/2020 at 09:31
Farà incarcerare il dottore, non aprirebbe mai la tomba, sa che è vuota.
Anna il capitolo è scritto bene, brava. Aspetto il prossimo!
28/10/2020 at 10:51
Complementi, brava la scrittrice!
25/10/2020 at 12:04
Il racconto è molto coinvolgente e ti lascia con il fiato sospeso. Complimenti!
25/10/2020 at 12:04
Bellissimo inizio di racconto, vorrei leggere anche la continuazione
22/10/2020 at 13:59
Direi proprio che la tomba è vuota.
Dall’atteggiamento del barone, non mi sembra affatto una persona pronta a farsi carico di problemi che non vuole affrontare. Che abbiano o meno il suo stesso sangue
25/10/2020 at 12:31
La tua attenzione mi lusinga.Ma vedrai quali sorprese ci riserva ancora la storia del dottore.
18/10/2020 at 10:03
Ciao Anna,
Ho letto con molto interesse il tuo incipit e devo dire che, alla fine, mi è piaciuto.
In generale è scritto molto, molto bene, è coinvolgente e invoglia il lettore a volerne sapere di più. Tu, però cominci la storia parlandoci della morte del dottore e poi passi a raccontare di qualcos’altro. Anche se la notte di cui racconti è la notte della morte di Puleo avresti potuto gestire meglio questa informazione da dare al lettore perché così passa quasi inosservata. Altra osservazione che ti faccio è per a frase in dialetto, bellissima ma troppo complessa. Richiede una conoscenza minima del siciliano e ha bisogno del tuo supporto per essere tradotta!
Non vedo l’ora di leggere i prossimi episodi, a presto!
18/10/2020 at 16:22
Ciao Trix,
grazie per l’apprezzamento espresso al mio incipit. devo confidarti che la prima riga del racconto dice solo come finirà e ti dirò che la storia è ancora lunga. Per quanto riguarda le frasi in dialetto che forse ritroverai nel corso della storia, mi riprometto di tradurle o almeno di renderle più comprensibili.
Apprezzo molto le tue parole e vedrò di far tesoro dei tuoi consigli. A risentirci.
17/10/2020 at 13:52
Incipit carino, forse troppi intervalli che rallentano leggermente la lettura, ma la seguo, ha tutta la mia attenzione
18/10/2020 at 16:27
ciao Luca,
grazie per l’attenzione al mio incipit, continua a seguirmi e a consigliarmi sarò lieta di migliorare e conservare l’interesse di chi legge.