Nodi
Ancora una volta è la linea del mare a tracciare il nostro orizzonte. È la prima immagine che si stampa sull’occhio, fredda come un mollusco e avvinghiata a questa roccia che ci ospita da quasi un anno. Il cane è già fuori, ad annusare i rovi in cerca di un compagno che non c’è, mentre una coppia di gabbiani poche rocce più in là lo fissa immobile. Potrebbero sembrare due cocci di ceramica, se non fosse per la testa che ogni tanto scatta con un click silenzioso. Da qualche tempo mi diverto a creare suoni per ogni cosa, riempio questo mondo bagnato dal mare con le mie “melodie”. Così, ai gabbiani ho assegnato un click, e ogni volta che scuotono la testa li seguo e rispondo. Il suono delle onde si staglia come tavola sonora sul triangolo calcareo e si infrange sulle coste con costanza disumana.
Io lo combatto così, il suono di un uomo contro l’orchestra di una massa informe che preme e scalpita. Sorseggio con tutte e due le mani il caffè scuro, rubando ogni minuto il calore a questa tazza sbrecciata di ceramica. Ho le unghie nere dall’ultimo raccolto e mentre indosso la tuta da meccanico della vita precedente, scorgo macchie bianco latte sul tessuto logoro. Sono appena le sette di mattina e ho già quel sapore di ferro e ruggine in bocca. Mi mordo un labbro per sentire se sono ancora vivo ed esco. Non c’è porta da chiudere, nessuno da salutare. Solo il cane che mi guarda tra i cespugli e mi fa cenno di seguirlo. Lo fisso sorridente mentre afferro la vanga. Mi passo la lingua in mezzo a quei pochi denti ancora rimasti e mi rendo conto di non essere un bello spettacolo. Nemmeno per il cane.
Sarà davvero così?
- Uno strano rumore si fa largo sull'isola e distrae l'uomo dalle sue mansioni (38%)
- Seguiamo l'uomo nel suo vagabondaggio (50%)
- Passiamo al cane e ascoltiamo il racconto dal suo punto di vista (13%)

16/02/2021 at 17:02
Ciao! Bel capitolo, molto descrittivo, e bellissima similitudine “siamo come pezzi di scacchi spaiati”…ho adorato questa frase! Ho votato per la terza ipotesi, le monete. Attendo l’ultimo capitolo!
10/03/2021 at 17:44
Grazie. Oggi ho messo il punto finale a questa storia e inizio con curiosità a leggere la tua 🙂
13/02/2021 at 20:57
Bell’episodio. Asciutto e diretto, per focalizzarmi sul racconto e pensare a cosa potrà succedere… Well done!
14/12/2020 at 19:15
Voto per la seconda opzione, la verità rivelata dai morti che tornano dagli abissi!
01/12/2020 at 13:51
Diventa sempre più intrigante…Riesco a immedesimarmi nel protagonista e faccio il tipo per lui!
12/11/2020 at 21:56
Mi è piaciuta la descrizione di ciò che il protagonista vive, che, attraverso le parole, è in grado di far visualizzare al lettore luoghi e oggetti. Ho apprezzato l’alternanza tra racconto in terza persona e i pensieri espressi in prima persona dal personaggio. In alcuni punti si potrebbe raccontare ciò che accade in modo diretto.
07/11/2020 at 15:01
Ciao Paolo!
Racconto strano, molto affascinante. La prima cosa che mi viene in mente è un’agonia, un’allegoria di un passaggio, forse a miglior vita.
Sono curioso di vedere come andrà
Ciao!
02/11/2020 at 14:14
L’inizio mi piace, è aperto a diverse possibilità, ed è comunque permeato del fascino dell’uomo che, s’intuisce, vive da solo confinato in un posto da dove non se nè può andare e il motivo si apprenderà più in là nel racconto. Ho anche imparato una parola nuova, ossia sbrecciare, visto che io conoscevo solo la versione senza “i”.
17/10/2020 at 14:39
Bellissimo! Certo, un po’ corto lo è, questo incipit… Te lo faccio notare perché anche io, nella mia storia, scrivevo molto poco e poi, grazie ai numerosi commenti e ai consigli che mi hanno dato gli altri utenti su The Incipit, ho capito che provare a usare almeno 3000 caratteri su 5000 è una buona cosa. Perché ti aiuta a sviluppare di più la tua storia e a rapire il lettore, capisci? Ciao!
18/10/2020 at 22:04
Grazie. Sono al lavoro sul secondo capitolo e sto puntando ad allungare e approfondire 😉
20/10/2020 at 19:15
La seconda prova è decisamente più lunga. Spero ti piaccia 😉
16/10/2020 at 15:51
Oddio ti giuro sono stato troppo indeciso tra il punto di vista del cane e il proseguo del vagabondaggio dell’uomo.
Wow, da tempo non venivo rapito così tanto da una storia. Le atmosfere che descrivi hanno portato anche me su quell’isola, dalla quale però mi hai riportato troppo presto alla realtà, con mio grande dispiacere; e questa è l’unica – mi permetto di dire grande – pecca: la durata troppo corta del capitolo.
16/10/2020 at 16:07
Grazie Luca. L’ho buttata giù in mezz’ora e l’ho riletta per poi pubblicarla. Sicuramente nel prossimo capitolo conto di allungare un po’ la permanenza e il viaggio sull’isola 🙂
16/10/2020 at 13:52
Questa storia è scritta bene, con parole che trasmettono immagini chiare e nitide direttamente in testa. La conclusione finale è una vera chicca e mi fa venire voglia di sapere come la pensa il fedele (e finora l’unico, pare) amico sull’isola. Attendo di leggere con piacere ulteriori sviluppi!