La Seconda Guerra Civile Americana

Una serata tranquilla

Michael sentì suonare il suo orologio da polso: erano le sei di sera. Chiuse i libri di scuola, prese il telefono, le cuffie e si sdraiò a letto. Fece partire la sua playlist preferita e chiuse gli occhi nel tentativo di scacciare dalla sua testa le immagini delle ambulanze che sfrecciavano per la città, della gente che faceva la fila fuori dai supermercati e dei posti di blocco della polizia disseminati in ogni isolato.

Quando le orecchie iniziarono a sudargli, si tolse le cuffie e controllò i messaggi sul telefono, ma sobbalzò per degli spari in lontananza. Si alzò e andò alla finestra. Non vedeva niente di insolito, ma gli spari si fecero più vicini: iniziò a sentirsi il cuore in gola. Il rumore dei colpi divenne sempre più forte, poi si allontanò e si disperse.

Michael aprì la finestra e l’aria fresca gli accarezzò i ricci spettinati. Ripensò allo scorso inverno, quando poteva ancora vedersi con i suoi amici senza dover indossare una mascherina e senza essere costretti a tornare a casa prima delle otto di sera, orario in cui scattava il coprifuoco: era stato introdotto a causa dei disordini provocati dai manifestanti, che protestavano per l’uccisione di George Floyd da parte della polizia.

“Ehi, Mike, tutto a posto?”, sentì urlare suo padre dal piano inferiore.

“Sì, sto bene”.

Tra poco è pronta la cena”.

Michael rimase ancora un po’ affacciato alla finestra, poi scese al piano di sotto. Sul divano del salotto c’era sua madre con in mano un bicchiere di vino rosso, mentre suo padre era in cucina: l’odore di carne arrostita si era diffuso in tutta la stanza.

Sua madre si voltò a guardarlo. “Vai a mangiare, tesoro”.

Tu non vieni?”.

Lei bevve un lungo sorso di vino. “No, non ho fame stasera”. Poi tornò a fissare lo schermo del televisore sintonizzato sul telegiornale, che mostrava il Presidente mentre teneva un discorso: “Non si è mai vista, nella storia della nostra nazione, un affronto così grande alla democrazia e alla libertà. Vi comunico quindi che il Congresso mi ha affidato pieni poteri per affrontare questa emergenza, sia sanitaria che di ordine pubblico. Per cui, oltre a confermare tutti i provvedimenti che ho già preso, ho deciso di annullare e rinviare le prossime elezioni. La Seconda Guerra Civile Americana, come l’hanno chiamata alcuni media, è solo agli inizi”.

La bistecca era al sangue e molto tenera, però Michael non riuscì a gustarsela: anche lui non aveva molto appetito. In più era intimorito dal fucile che suo padre aveva poggiato al tavolo: erano giorni che se lo portava ovunque.

Hai sentito il Presidente, gli scontri sono aumentati e bisogna premunirsi”. Suo padre doveva aver notato le sue occhiate all’arma e sembrò volersi giustificare. “Per fortuna abbiamo ancora il secondo emendamento. Alla faccia di quei criminali che volevano togliercelo”.

Michael annuì, anche se non gli fregava niente di quello che diceva. Poi si alzò. “Io torno in camera mia”.

Il padre passò una mano sulla canna del fucile. “Tieni gli occhi aperti”.

Certo, starò attentissimo, fece quasi per dire Michael, ma si trattenne: suo padre odiava il sarcasmo. Mentre saliva le scale, Michael pensò che non ce l’avrebbe fatta a sopportare tutto quello ancora per molto. Voleva andare con i suoi amici a mangiare un hamburger, guardare un film al cinema e rivedere lo sguardo di Rachel. Al ricordo delle sue curve adolescenziali intrappolate nei vestitini attillati che indossava di solito, un’erezione lo colse di sorpresa.

Entrò nella sua stanza, prese un paio di fazzoletti e si calò i pantaloni. Fu in quel momento che sentì uno sparo: questa volta, però, veniva dal piano di sotto. Subito dopo sentì le urla di sua madre e di suo padre, seguite da voci concitate e caotiche. Altre urla femminili, altri spari. Seguirono attimi di silenzio assoluto. Michael si rese conto di essere con i pantaloni calati, in piedi nella sua stanza, solo quando sentì dei passi pesanti salire su per le scale. Il panico e l’istinto di sopravvivenza lo risvegliarono. Si rivestì alla meno peggio e saltò di sotto dalla finestra. Nell’atterraggio sentì la caviglia storcersi e una fitta di dolore gli risalì per la gamba. Rotolò fino a un grande cespuglio nelle vicinanze e si nascose al suo interno. Sentì dei rumori provenire dalla sua stanza, ma non osò sbirciare tra le foglie. Rimase nascosto a lungo, con il fiato corto, il cuore che gli batteva all’impazzata e la caviglia in fiamme, finché non tornò a regnare di nuovo il silenzio. Tuttavia non aveva intenzione di muoversi da lì, nemmeno quando sapeva di essere al sicuro: aveva il terrore di andare dentro casa.

Sono morti, pensò. E non posso fare niente per salvarli. Non voglio vedere i loro corpi.

Ripeté questa frase tra sé e sé diverse volte, finché una macchina della polizia si fermò davanti casa. Lì per lì esitò, poi uscì dal suo nascondiglio e andò incontro ai due poliziotti che erano scesi dall’auto.

Che ne sarà di Michael?

  • Va con i poliziotti, ma non arriva al distretto (70%)
    70
  • Scappa dalla polizia (30%)
    30
  • Finisce in una casa famiglia (0%)
    0
Loading ... Loading ...
Categorie

Lascia un commento

102 Commenti

  • Ciao Lorenzo,
    leggo i tuoi ultimi due capitoli insieme. Direi che per Michael la storia finisce com’è iniziata: scappando. A differenza dei suoi genitori, però, non sapremo se Jan è sopravvissuta o no, se verrà arrestata o no. Per come è finito il capitolo, mi sono molto stupita che si trattasse del decimo e non del nono; hai lasciato un finale così aperto che mi stupisco a leggere nei commenti sotto che tu non abbia avuto sin dall’inizio intenzione di continuare il racconto!
    Qualunque cosa deciderai di fare a me questo “distopico” (ma neanche tanto) non è dispiaciuto affatto.
    A presto!

    • Hai ragione, in effetti più che un finale aperto ho scritto una sorta di “non finale”… Questo vuol dire che allora il seguito è d’obbligo, anche se, come dicevo a Keziarica, non arriverà a breve visto che ora voglio concentrarmi su un altro progetto… ma prima o poi arriverà!
      A presto 😀

  • Ciao, Lorenzo.
    Anche questa avventura è finita. Bravo.
    Il finale lascia spazio all’ipotesi di un seguito, sarebbe bello sapere che fine hanno fatto Michael e Jan.
    Il racconto, nel suo complesso, è riuscito: le scene d’azione, che hanno avuto un ruolo importante, lo hanno reso dinamico e scorrevole. Qualche dubbio sull’ultima frase, ma non voglio risultare pesante. Ultimamente forse ho un po’ esagerato nel cercare il pelo nell’uovo. 🙂
    Ci rileggiamo al prossimo racconto.
    Ciao!

  • Ciao Lorenzo!
    Finale quasi tragico, con Mike che è stato colpito e Jan in bilico tra vita e morte. Immagino che presto ne sapremo di più…
    La storia è andata in crescendo, hai progressivamente delineato i personaggi con i loro dubbi e turbamenti, ed il finale è degno di un film d’azione di prim’ordine. Bravissimo!
    Direi che, come già scritto, sentiremo ancora parlare del caos post pandemia americano. In attesa un caro saluto
    Ciao!

    • Ti ringrazio moltissimo!
      Devo dire che non avevo pensato al seguito, però con questo finale aperto ci potrebbe anche stare un proseguimento della storia… vedremo 😀
      Grazie ancora per tutti i consigli e le osservazioni, mi sono state molto utili per plasmare questo racconto senza troppe pretese, in cui volevo sperimentare uno stile un po’ diverso, e portarlo fino alla fine! A presto 🙂

  • Ciao, Lorenzo.
    Jan ha subito una trasformazione, mentre Michael è rimasto più o meno lo stesso. Il personaggio secondario viene cambiato dal protagonista; forse, sarebbe stato più indicato il contrario, ma sei riuscito a rendere interessante la storia anche così.
    Io chiuderei con la lotta, ti riescono bene le scene d’azione e sfrutterei questa dote.
    Vediamo come si conclude la storia.

    Alla prossima!

    • Vero, è una cosa su cui non avevo riflettuto. Probabilmente è dovuto al fatto che Jan, pur essendo un personaggio secondario, vuole raggiungere un obiettivo e ha delle motivazioni per farlo, mentre Michael, pur essendo il protagonista, è stato un po’ un burattino in balia degli eventi, senza una vera e propria personalità. Non era una cosa voluta e sì, normalmente bisognerebbe fare il contrario, ma sono contento che la storia risulti lo stesso interessante!
      Non so se effettivamente mi riescono bene le scene d’azione, ma grazie per l’incoraggiamento, vediamo che ne esce fuori 😀
      A presto!

  • Ciao Lorenzo!
    Ho votato per abbandonare l’idea della bomba, ma non necessariamente la vendetta. Negli ultimi due episodi più introspezione, questa volta dalla parte di Jan; ben scritto, confermo che è un tuo punto di forza il lavoro sui personaggi. Vediamo che succede, con Jan forse in mezzo al guado.
    Ciao!

  • Io dico che esita, magari rimanda la vendetta. Ti segnalo tre espressioni che mi lasciano perplesso…
    “era bravo a non farsi inseguire”. Forse meglio “era bravo a non farsi prendere”?
    “Saltò su un barbone a terra”. Forse meglio “saltò un barbone a terra”?
    “Jan gli fece un occhiolino…” data la drammaticità del momento un “occhiolino” mi pare fuori posto…
    La storia ha ritmo e si segue con piacere, appuntamento alla prossima… Ciao

    • Hai ragione, sono frasi che effettivamente suonano ambigue e che sarebbe meglio riformulare…
      Forse solo sull’ultima non ci vedo molta contraddizione visto che l’occhiolino è semplicemente un segnale d’intesa, e in quel momento mi serviva, ma forse era meglio inserire qualcos’altro!
      Grazie per le osservazioni e a presto!

  • Ciao, Lorenzo.
    È interessante l’idea di riscrivere la fuga di Michael dal punto di vista di Jan, tuttavia questa scelta ha rubato caratteri preziosi alla storia, ma immagino che avrai preso le misure?.
    Dico che piazza la bomba, e non sarà facile farglielo fare, dato che non è un esperto combattente.
    Vediamo come te la cavi.

    Alla prossima! .

  • Ciao Lorenzo!
    Bel capitolo direi il migliore della storia, con colpo di scena finale. Bella la descrizione della fuga, e quindi il rientro nella sua realtà. Intenso lo sfogo di un ragazzo che si misura con la perdita della famiglia. Dico vendetta! E dico anche complimenti!
    Ciao!

  • Bene il cambio di passo mi è piaciuto. Finalmente il coinvolgimento vero, profondo di M. E naturalmente il desiderio di vendetta. Per assurdo prendere atto della verità, della realtà sembra liberarlo più che bloccarlo: adesso da cosa fare. Voto vendetta… Alla prossima!?

    • Il tuo voto non mi risulta, sicura di aver votato?
      Grazie comunque per il feedback positivo, in effetti avevo bisogno anch’io di staccarmi un po’ dagli avvenimenti precipitosi per poter approfondire il dolore di Michael. Spero che questo porti a una sua evoluzione e a un finale che possa chiudere bene la storia.
      A presto!

  • Ciao, Lorenzo.
    Voto per la lotta. Non credo sarà facile e nemmeno che Michael riuscirà a sopraffare Jan, poi arriverà anche la vendetta.
    Ben reso l’attimo della fuga e la tensione durante la corsa. Il tempo stringe e i capitoli anche, come finirà questa storia?
    Non resta che aspettare ?

    Alla prossima!

  • Ciao Lorenzo!
    La vedo complicata per uno digiuno di esplosivi, quindi lui scappa, e vediamo cosa o chi incontra. Il racconto mi restituisce un mondo più allo sbando di quanto mi aspettassi all’inizio; mi piace come sta provando a reagire il nostro, tra totale inesperienza sua e diffidenza delle persone intorno, secondo me stai lavorando molto bene su di lui, come hai fatto d’altronde con i personaggi di casa Palleschi.
    Ciao!

    • Grazie mille come sempre per il bel commento, mi fa molto piacere anche perché la caratterizzazione dei personaggi, in particolare del protagonista, era all’inizio il punto più problematico del racconto e quello su cui mi ero trovato maggiormente in difficoltà, e anche se ora probabilmente continua a esserlo, sono molto contento di avere un feedback positivo in questo senso!
      Lavorare sui personaggi e farli evolvere in modo credibile è forse uno degli aspetti per me più difficili e su cui spendo più tempo, infatti quelli del racconto precedente ancora non sono riuscito a scrollarmeli di dosso, pretendono ancora di ricevere cure e attenzioni costringendomi a continuare a occuparmi di loro… 😀

  • Vediamo se affrontando la missione Michael diventa tosto quanto Jan!
    Ho letto tutti e sei i capitoli, storia interessante e devo ricredermi, non pensavo fosse fattibile scrivere qualcosa di coinvolgente a “tema pandemia”.

    • Sono d’accordo sul fatto che quei dialoghi siano forzati, infatti ho voluto fare un piccolo esperimento di dialoghi ibridi per cercare di renderli più realistici, ma mi sono reso conto che è molto difficile renderli spontanei e credibili. Mi fa piacere poi che il capitolo ti sia piaciuto e il fatto che non hai molto da farmi notare mi fa ben sperare 😀
      Grazie e a presto!

  • Ciao Lorenzo!
    Il municipio è difeso, il mio imprevisto. A mano a mano che scorre la storia, i dettagli suggeriscono uno scenario distopico. In effetti non sorprende l’apparente calma di chi non ha tempo nemmeno di riflettere su come la propria vita sia completamente cambiata.
    A presto ciao!

  • Ciao, Lorenzo.
    Eccoci arrivati a metà racconto. L’azione è sicuramente nelle tue corse e, forse, te lo avevo già detto, ma è così ?
    Il capitolo mi è piaciuto, senza fare la saputella (che non sono) ti vorrei segnalare: “ Svoltarono parecchie volte prima che Michael si fermò.” a me sarebbe suonato meglio “prima che Michael si fermasse”. Ma credo di tratti di un errore di battitura. Probabilmente manca un pezzetto di frase.
    Detto ciò, ti rinnovo i complimenti per la dinamicità dell’episodio e ti saluto.

    Alla prossima!

    • No non si tratta di un errore di battitura, quel tipo di congiuntivo lo avrò sbagliato almeno mille e volte e lo continuerò a sbagliare…grazie per la segnalazione 😀
      Grazie anche per i complimenti, non mi è capitato spesso di scrivere scene d’azione, anzi, quindi mi fa piacere sapere che almeno su questo aspetto ci siamo.
      A presto!

  • Qualcuno apre, ma non Andy.
    Lorenzo, devo dire che non ho apprezzato molto come Mike abbia accettato senza fiatare di entrare a far parte di una cellula terroristica, senza sapere nemmeno per cosa lotterà. Se non ho apprezzato che sia capitolato così, mi è piaciuta la seconda parte del capitolo in cui Jan si confida con lui riguardo alla morte del fratello.
    A costo di risultare bacchettona, ti esorto a mantenere il focus. Sei capace di caratterizzare i personaggi, lo hai già mostrato in altre storie e lo puoi fare anche in questa qui.
    A presto!

    • Grazie per il parere onesto! Sicuramente sto avendo dei problemi a caratterizzare i personaggi. L’ambientazione americana e il genere del racconto mi spingono involontariamente ad attingere a tutto un immaginario cinematografico e televisivo fatto di personaggi abbastanza stereotipati e poco approfonditi dal punto di vista psicologico: sto cercando di lottare contro questa tendenza, ma non è facile!
      In ogni caso volevo sottolineare come Michael sia stato praticamente costretto a unirsi a loro, e se accetta praticamente senza fiatare, è perché non vuole restare ostaggio di persone armate che potrebbero ucciderlo da un momento all’altro, come ha visto fare poco prima. Tuttavia hai mostrato una lacuna oggettiva e frutto senza dubbio di miei errori. Cercherò di prestare più attenzione a questo punto nei prossimi capitoli 😀

  • Ciao Lorenzo!
    Ho votato perché la porta si apra, ma non ci sia Andy; concordo con Keziarica che si legge molto bene, e questo è un pregio; credo che la sostanziale unità di tempo fino a qui vista aiuti in questo. Nella storia stiamo per vedere Mike all’opera; il personaggio me lo immagino un tantino sotto shock, per l’apparente tranquillità con cui affronta prove davvero difficili.
    Entriamo nel vivo quindi. Alla prossima!

    • Terrò a mente questo aspetto dello shock, magari lo potrò far “esplodere” più avanti con la storia. Il fatto è che mi sembra ripetitivo inserire più volte riferimenti a quello che gli è accaduto, anche perché il protagonista sta vivendo situazioni molto concitate e non ha molto tempo per fermarsi a riflettere. In ogni caso cercherò di prestare attenzione a questo aspetto, grazie per il commento e il suggerimento 😀
      A presto!

  • In ritardo ma ci sono, spero di non averti rovinato i piani, ho votato per la porta aperta non da andy e ti ho mandato in pareggio.
    Capitolato di passaggio ben scritto, le idee cominciano ad andare verso una direzione. Hai fatto bene a menzionare l’uccisione dei genitori e lo hai fatto nel posto giusto. Eviterei un passaggio troppo netto di Micheal al terrorismo, se è quello che vuoi ci sta, ma graduale, ma lo scrittore sei tu, è solo un consiglio.
    Alla peossima

  • Ciao Lorenzo, io dico che trovano chiuso.
    In quanto al capitolo avrei voluto un tantino più di scontro verbale prima che il terrorista passi dal non credere che M. starà zitto al proporgli addirittura di unirsi a loro…
    Per il resto tutto ok. buon lavoro, grazie. ciao

  • Ciao Lorenzo! Capitolo transitorio, ma scritto ugualmente bene. Ho apprezzato il riferimento alla morte dei genitori, continuo a pensare che dovrebbe essere un elemento trainante nella maturazione del personaggio di Michael. Curioso di vedere come si svilupperà il rapporto tra questo e Jan, resto in attesa del prossimo capitolo!
    A presto 😀

    • Ho aggiunto quel riferimento proprio in seguito agli scorsi commenti, in effetti è un elemento troppo importante per tralasciarlo. Tuttavia mi sono dovuto un po’ sforzare per inserirlo, come se fosse una tessera di un puzzle per cui non si riesce a trovare posto, ma hai senza dubbio ragione che si tratta di un elemento centrale per lo sviluppo del protagonista 😀
      Grazie per il parere, a presto!

  • Ciao, Lorenzo.
    Rieccoti 🙂
    Scusa, non ho capito chi è Andy. Forse mi sono distratta e non so dove collocarlo; comunque ho votato perché sia qualcun altro ad aprire la porta.
    Il capitolo si legge bene, non ci sono inciampi e rende bene l’idea di quel che vuoi dire, l’unico appunto è sulla formulazione della frase: “Le mani gli iniziarono a sudare” non che sia scorretta è solo che mi suona male, così come gli “occhi vitrei” che mi rimandano più all’immagine di un cadavere che di una persona in vita. Sono ovviamente miei punti di vista 😉

    Ci si legge alla prossima!

  • Ciao Lorenzo, ogni volta che leggo un tuo capitolo vedo sempre dei commenti critici e ciò vuol dire una sola cosa: ci aspettiamo molto da te! La storia è bene avviata, mi associo a Trix nel ricordarti il trauma che Michael ha subito e le conseguenze emotive che dovrebbe comportare. Detto ciò, aspetto con curiosità il prossimo capitolo 😀
    Ho votato per il rifiuto, giusto per dare un po’ di conflitto in più. A presto!

  • Dalla padella alla brace, portiamolo via di lì.
    Quei rivoltosi sono un poco, a mio avviso, “plasticosi”: sembra che Michael stia viaggiando in un videogioco e invece lo vogliamo nella vita reale, magari aiutato da un poco di ironia… Sempre che tu sia d’accordo!? comunque bravo perché hai davanti te mille strade che ti sei preparato per proseguire.? alla prossima. Ciao

    • Se devo essere sincero, non posso darti che ragione. Infatti sto avendo molte difficoltà a rendere credibili i personaggi e ho la netta sensazione che siano stereotipati e una sorta di macchiette, ma spero di renderli un po’ più verosimili nel tempo aggiungendo diverse sfumature; anche se l’ironia, per come ho pensato la storia, non penso troverà molto spazio.
      Comunque grazie per i pareri sempre molto utili, a presto!

    • Grazie per l’osservazione, sicuramente è una cosa di cui dovrò tenere conto e hai fatto bene a ricordarmelo visto che il rischio di perdere i pezzi per strada è sempre dietro l’angolo! Nel secondo capitolo, per esempio, ho completamente tralasciato la storta che Michael si era preso prima…ho cercato poi di mettere una pezza nel terzo, ma ormai il danno era fatto.
      Grazie ancora e a presto 🙂

  • Bene, ancora azioni ben descritte. Se mi posso permettere (non voglio fare la guasta feste) solo un piccolo appunto: lo legano perché non sanno da che parte sta; gli dicono “torniamo domani attento A ciò che ci dirai”; decido di liberarlo perché decidono che è innocuo. Cosa ha determinato la svolta? Se è sfuggito a me chiedo scusa, è molto probabile.

    • A dire il vero che è innocuo lo decidono dopo poco tempo, solo che lo lasciano legato per tutta la notte per ulteriore precauzione e per fargli capire che rimarrà imprigionato lì se non accetta di unirsi a loro. Effettivamente però mi rendo conto che questo passaggio mi è uscito un po’ contorto, per cui se hai avuto questo dubbio vuol dire che va sicuramente aggiustato 😀

  • Ciao, Lorenzo.
    Ecco arrivata la chiamata all’azione, e di qui in poi comincia la vera avventura.
    Bene, mi è piaciuto questo capitolo, ben descritto. Piche pennellate bene assestate.
    Non mi sono piaciute le frasi:

    “gli sono andata a sbattere “
    “La pelle nera di Ryan luccicava dal sudore”

    “Le viscere di Michael si attorcigliarono su se stesse.”

    Troppi colloquiali a parer mio ?
    Tuttavia, poco male. Anche se, per me, le budella si attorciglierebbero su LORO stesse ?

    Voto per la prova, sono curiosa,

    Alla prossima!

  • Bel capitolo, descrizioni chiare che mostrano le immagini descritte e anche la loro violenza. La riflessione sul morire con una pallottola in testa è stata fatta come se avesse visto che è andata così, invece credo che non abbia visto niente, se non mi sbaglio crea un po’ di confusione. Il resto mi ha incuriosito parecchio, anche il ruolo che avrà la ragazza nera dagli occhi verdi. La immagino bellissima.

    • In quel passaggio volevo intendere che, pur non avendo visto niente, Michael si immaginava che le cose fossero andate così, però rileggendo in effetti mi sono accorto che non ho specificato questo aspetto per cui hai ragione sul fatto che crei un po’ di confusione. Grazie per queste osservazioni, sempre molto utili! A presto 😀

  • Ciao, Lorenzo.
    Un capitolo intenso e brutale. Un po’ frettolosa la parte riguardante il sopralluogo effettuato dalla polizia, ma capisco che i caratteri sono pochi e, s volte, bisogna tagliare.
    Non ho capito i “clacson sfuriati” è un refuso?
    Il posto che ci racconti mette paura, avvenimenti tragici personaggi ambigui… dove ci porterai? Non resta che scoprirlo. Voto per la sorpresa alle spalle e speriamo bene per Michael?.

    Alla prossima!

    • No, quello purtroppo non è un refuso, volevo evitare il solito “clacson che strombazzano all’impazzata” o espressioni simili, però effettivamente la parola scelta non è appropriata.
      Grazie per la lettura attenta e per la curiosità che dimostri, vediamo che fine farà Michael. A presto!

  • Ciao Lorenzo, e bentornato! Hai coraggio a scrivere dei problemi attuali, probabilmente ti sarà d’aiuto l’ambientazione distante rispetto alla nostra, anche se la cultura americana è molto diversa e per questo “tricky”. L’incipit mi è piaciuto, mi aspetto tanta azione, imprevisti, scelte difficili e nuove amicizie. A presto!

    • Grazie mille! Hai ragione, l’ambientazione americana nasconde sempre delle insidie e di solito non la gradisco, anche se in questo caso l’idea di “fantapolitica” l’ha resa una scelta obbligata. Spero proprio di andare in questa direzione e scrivere una storia movimentata, vediamo cosa esce fuori 😀
      A presto!

  • Ciao Lorenzo!
    Confermo che scrivi assai bene e affronti con naturalezza descrizioni “scomode”. Nel piccolo accenno al confronto con il padre rivedo Cesare “progressista” alle prese con il padre “conservatore”. In entrambi i casi la sintesi tra i due mondi pare difficile.
    Ho votato per l’ipotesi più popolare al momento, vediamo dove si va…
    Ciao!

  • Ciao, ecco qualcuno che ha il coraggio di partire da questa tragedia epocale per raccontare una storia. Partendo da Floyd e transitando in un mondo di fantapolitica te la potrai cavare, che inseguire l’attualità è dura. Si soffre già, leggendoti della scarsa disponibilità di spazio per dire tutte le cose che si vorrebbe. Comunque ti seguirò curioso, complimenti e auguri.

    • Bentrovato! In effetti l’attualità sarà soltanto un punto di partenza e tutt’al più uno sfondo, non il protagonista della storia. Per la sensazione del poco spazio, forse ha influito il fatto che questo primo capitolo è una versione accorciata di un racconto poco più lungo che avevo scritto per altri scopi e che poi ho deciso di ampliare qui, ma è indubbio che il solito problema dei pochi caratteri sarà una costante anche di questo racconto 😀
      Grazie per il parere, a presto!

  • Questo sito usa i cookies per migliorare l'esperienza utente. Cliccando su Accetto acconsenti all'utilizzo di cookie tecnici e obbligatori e all'invio di statistiche anonime sull'uso del sito maggiori informazioni

    Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

    Chiudi