L’Androide

Metropolis e La Base

In un appartamento situato all’ultimo piano del Grattacielo, Lucas, un giovane ragazzo dai capelli castani portati a spazzola e gli occhi bicromi blu e verde, sta giocando alla Console.

In quell’istante una ragazza fa il suo ingresso nella stanza. Indossa solo un body nero che lascia scoperte le spalle. Lunghi capelli castani ricadono sulla schiena. Due occhi dello stesso colore scintillano come fossero dotati di luce propria. Si siede sul divano e Lucas si getta sulle sue gambe. La ragazza sorride amorevolmente e gli accarezza la testa.

«Helen ho raggiunto il livello 100!» annuncia lui.

«Ottimo Lucas! – risponde lei con voce melodiosa – Come Androide di Classe H sono contenta per te»

«Ma lo devi dire proprio tutte le volte?» si lamenta Lucas.

«Si Padroncino. Anche se sono stata create per assomigliare al 100% ad un essere umano, non lo sono»

«Potremmo cambiare argomento?» dice scocciato.

«Certamente Padroncino – si rialza e si avvicina alla grande vetrata – Venga qui e mi dica cosa ne pensa di quello che vede»

La finestra mostra un’ampia veduta della città, con le sue strade tentacolari, i taxi autoguidati che sfrecciano nell’aria, il treno monorotoia che si muove velocissimo e gli innumerevoli palazzi illuminati. Diversi Torri Ascensore si notano qua e là.

«Metropolis – risponde Lucas – un giorno sarò io a dirigerla. Senti, è vero che Metropolis poggia su un’altra città?»

«La Base? Certamente! È una città specchio della nostra. Assolutamente identica tranne il fatto che le mancano molte comodità»

«È pericolosa come dicono»

«Né più né meno di questa: anche qui se attraversi la strada senza guardare, è pericoloso. Ma è da La Base che noi prendiamo tutto quello che ci serve. Siamo molto grati a chi vive a La Base: pensi che vi sono squadre apposite che vanno periodicamente a vedere come stanno ed a portare aiuti di qualsiasi genere, quando ne hanno bisogno»

***

Il giorno appresso Lucas si accinge ad andare a scuola.

«Aspetta: ti accompagno!» dice Helen giungendo.

Indossa un tubicino rosso acceso ed una calzamaglia nera. Ha a tracolla una piccola borsa nera.

«Ancora con questa storia? – dice Lucas – Guarda che non marino mica la scuola»

«Ne sono certa – risponde lei indossando degli stivaletti – ma la mia programmazione mi impone di accompagnarti. Andiamo»

Poco dopo salgono sulla monorotaia.

«Lucas! – dice un altro ragazzo – Ti fai ancora accompagnare dalla Bella Gnocca?»

«La Bella Gnocca ha un nome» risponde l’androide senza scomporsi.

«Senti Helen, io questo pomeriggio vado con Tom: inutile che mi vieni a prendere»

«Registrato»

***

A scuola Tom consegna una tessera magnetica a Lucas.

«Questa è per quello che ti serve. Sei sicuro che…»

«Sì, oggi visito La Base!»

***

Dopo scuola Tom raggiunge uno degli ascensori abilitati, entra inserisce la tessera ed una luce verde si accende.

«Velocità umana» dichiara.

L’ascensore si chiude e scende. Ci vogliono più di cinque minuti prima che tocchi il suolo. Subito una strada si apre davanti ai suoi occhi. È in penombra, illuminata da poche luci ma profumata. Nessuno in giro. Lucas inizia a camminare guardandosi intorno curioso. Come gli aveva detto Helen La Base è molto simile a Metropolis ma più buia. Mentre cammina urta una lattina vuota che rotola con gran fracasso.

«Chi c’è?» chiede una voce femminile

Una ragazza fa capolino da un vicolo. Ha i capelli rossi mossi lunghi fino alle spalle e gli occhi verdi, indossa una tunica azzurra ed una calzamaglia verde. Ai piedi indossa degli scarponcini. Nessuna borsetta appresso.

«Oh ciao! – dice sorridendo – Pensavo fossi uno “degli altri”. Io mi chiamo Giada, Giada Rossi» si indica occhi e capelli.

«Io sono Lucas. Che intendi con “gli altri”?»

***

Nello stesso istante Helen, che sta sfaccendando in casa, solleva la testa.

«Non è dove dovrebbe essere» dice.

Si avvicina ad un tavolo e preme dei tasti; subito una mappa compare nell’aria, si sposta rapidamente e scende. Helen non guarda nemmeno: preme dei tasti facendo comparire un terminale e digita dei comandi. Poco dopo una tessera compare da uno scomparto segreto. Helen prende la tessera, getta via il vestito ed indossa la calzamaglia ed il tubicino. Prende la borsetta ed esce. Raggiunge un ascensore. Infila la tessera.

«Velocità androide» dichiara

L’ascensore letteralmente precipita! I freni fermano l’ascensore prima che si schianti e Helen raggiunge La Base in meno di un minuto. Con passo veloce raggiunge Lucas.

«Lucas!» lo richiama

Il ragazzo fa un salto.

«Helen – dice – io…»

«Lo sa che non dovrebbe trovarsi qui»

«E tu sei venuta per riportarmi a casa»

«Negativo. Io sono stata creata per seguirla in ogni esperienza, anche questa – si volta verso la ragazza – Maestra Giada» si inchina.

«Mi conosce?» fa lei stupita.

«Negativo. Però come androide di classe H ho l’accesso a tutto il database anagrafico»

«Questo spiega tutto»

«Un momento – interviene Lucas – Come sarebbe a dire “Maestra”? Ha la mia età! Dovrebbe andare a scuola!»

Giada ride portandosi una mano alla bocca.

«Si vede che abiti “di sopra”. Venite: vi faccio da guida»

Chi abita a La Base?

  • Altre forme di vita (non ho mai detto che siamo sulla Terra) (33%)
    33
  • Mutanti (saranno uomini-animale, inutile girarci sopra) (0%)
    0
  • Umani, semplici umani (67%)
    67
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105 Commenti

  • Ciao Red!
    Complimenti, sei arrivato alla fine, e non deve essere stato facile con tutti gli elementi inseriti da valorizzare nel corso dei capitoli. Comunque il lieto fine magari annuncia più avanti un sequel…
    Per il nuovo racconto forse hai già deciso, io direi un’avventura, perché la fiaba è più vicina alla fantascienza. Quindi un genere nuovo
    Ciao e ancora complimenti!

  • Dunque, penso sia una storia partita con ottime premesse, ma che si è un po’ persa per strada per via dei tanti personaggi e del poco spazio a disposizione, tant’è che l’impressione che dà questo finale è che sia proprio mancato un capitolo e si sia passati direttamente all’epilogo, peratro fatto di tante spiegazioni tutte insieme. Mi ha comunque fatto piacere leggerla perchè hai sempre delle belle idee, ma forse per le prossime storie potresti inserire un po’ meno elementi e magari pensarle come se dovessero essere raccontate in ancora meno spazio, così avresti poi tutto il tempo per allungarle e approfondirle senza dover sacrificare tanta roba alla fine.
    Comunque attendo la prossima, ciao!

  • Ciao Red! Finale acceso, si vede che hai sacrificato molto per dare tutte le informazioni. Alla fine sei riuscito comunque a unire tutti i punti e a creare un intreccio interessante che fornisse delle rispose agli eventi sparsi lungo il racconto, complimenti 😀
    Per quanto riguarda la prossima storia, mi piacerebbe leggere l’avventura, è il titolo che mi piace di più.
    A presto!

  • Ciao Red super grazie per questo racconto e un bel lieto fine. Vedremo come andrà per il futuro di Metropolis e se ci saranno altri capitoli alla saga 🙂
    Per il prossimo a me piacerebbe vedere il fantasy. È il mio genere preferito e Draconia sembra già accattivante come titolo. Ma perché horror no?
    Grazie mille ancora e keep going!

    • Gli horror mi fanno paura. A volte ne metto un pizzico per dare un po’ di atmosfera ma io preferisco che gli eroi possano affrontare le minacce e non esserne soverchiati. Difatti quando una Ghost Story si basa più sul mistero che sulla paura, accende il mio interesse.

      Sono contento che il finale ti sia piaciuto e ci leggiamo alla prossima storia 🙂

      Ciao 🙂

  • Ciao, Red.
    Siamo arrivati alla fine. Quindi dietro tutto c’era Rosa Scarlatta, giusto? Scusa, ma io sono sempre un po’ impedita con la fantascienza e non capisco mai alla prima 😉
    Un bel finale, comunque, con un lieto fine che non guasta mai.
    Non ho capito la frase: “Non mi sarei mai aspettata che lei fosse stato dietro a tutto” a chi è rivolta? Parla Helen a Lucas dandogli del lei, ma questo comporterebbe un coinvlgimento da parte del ragazzo; oppure parla di Rosa Scarlatta, in questo caso ci starebbe meglio “stata”…

    Per il prossimo racconto, vediamo… io direi: avventura. Vediamo che t’inventi. 🙂

    Allora, alla prossima!

    • Ok, devo averlo scritto malissimo: dietro tutto c’era Giada (il lei detto da Lucas era riferito a Giada, come poi viene, nelle mie intenzioni, fatto capire poco più avanti). Rosa Scarlatta sarebbe Mirage. Mirage ha avuto gli stessi accessi di Giada, ma mentre la prima ha pensato di creare un vantaggio per se stessa, l’altra ha pensato di salvare la cultura de La Base; Samaritan, il computer centrale, per preservare la sua direttiva (che andava contro le direttive imposte da Giada), ha creato per lei l’identità segreta di Rosa Scarlatta. Ogni volta che Giada ordinava di colpire i libri e le conoscenze nascoste di Mirage, il computer interveniva anche all’opposto per preservare tali conoscenze. Si comportava in modo efficiente in entrambe le situazioni, creando quello che a Lucas è sembrato un vero e proprio sdoppiamento di personalità (ma Samaritan non ha una personalità, non per ora, almeno).

      Spero sia più chiaro ^_^

      Ciao 🙂

  • E qui si conclude la storia dell’Androide. Ditemi se il finale vi è piaciuto od avreste preferito uno stile diverso.

    Per la prossima settimana sono indeciso se iniziare un’avventura (L’Isola degli Uomini Bestia), una fiaba (La Gatta ed i Gattini) od un Fantasy (Draconia). Se avete qualche preferenza, ditemelo ^_^

    Ciao 🙂

  • In questo capitolo hai corso un sacco ed è stato un po’ sacrificato, quindi per il prossimo direi di stare su Lucas in maniera da non concentrarsi su troppe cose e chiudere con calma (più o meno)

    Forse in una storia di questo tipo un cattivo vero e proprio non era neanche necessario, magari per la prossima potresti sperimentare qualcosa di un po’ diverso e raccontare una vicenda senza bisogno di grandi colpi di scena o azione, magari ti verrebbe bene!

    • Ci provo ma poi le cose puntano sempre su un cattivo di qualche tipo perché è il modo più veloce per chiudere nei dieci capitoli. Molto più lungo sarebbe stato un cambio lento e graduale delle due società, portando a molti più dei 10 capitoli (e poi non so se sarei riuscito a tenere il ritmo per tutto quel tempo). Inoltre, ho notato, che è una mia “deformazione professionale” (chiamamola così, va): senza un cattivo non riesco a mantenere un ritmo soddisfacente della questione e mi viene più tipo “manuale da enciclopedia”.

      Ciao 🙂

  • Ciao Red!
    Perdonami, sono in ritardo, ho dovuto lasciar perdere per un po’ il sito, e rientro solo con il tuo penultimo atto. Ho ripreso gli ultimi eventi, nelle ultime tre puntate sono successe tante cose; le hai gestite con stile molto immediato e chiaro. Complimenti! Voto per capire gli equilibri rinnovati tra i due mondi.
    Ciao!

  • Ciao Red! Complimenti per aver inserito così tante informazioni in questo capitolo senza risultare pesante, hai spianato bene la strada per il finale! Ho votato per seguire Lucas, visto che hai detto che ci svelerai il traditore in ogni caso. Aspetto il finale 😀

  • Ciao, Red.
    Ci sei riuscito: hai trovato il modo per mettere in mezzo il computer centrale, senza attribuirgli tutta la colpa.
    Ti segnalo una dimenticanza nella frase: “ Le consiglio di rimanere con Rubin Red: dovrebbe darle una copertura. Io vado a parlare con Mirage. Ti faccio sapere appena ho scoperto qualcosa»” passi dal “lei” al “tu”. Piccolezze.
    Ora non resta che scoprire chi è il Giuda, il fatto che ancora non la sappia neanche tu rende tutto più interessante.
    Ci si vede per il finale.

    Alla prossima!

    p.s. buona festa anche a te. Finalmente sono finite ?

  • Premessa: qualunque sia il risultato della votazione, vi prometto che vi dico chi è il “Giuda” (ho due persone che fanno al caso mio e devo vedere quale funziona meglio). In ogni caso ci sarà un finale. Quello che è importante e su cosa concentrarsi perché non c’è lo spazio per concentrarsi su tutto 😉

    Ciao 🙂
    PS: E Buona Epifania!

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