PIOGGIA ACIDA

Dove eravamo rimasti?

Cosa calpesta? Un piccolo frammento di calce (67%)

PRIME INDAGINI

Il manto erboso è accuratamente tagliato corto, e sebbene abbia calpestato qualche sassetto, questa volta Giancarlo sente che qualcosa si sgretola sotto la fine suola dell’Adidas sinistra.
Toglie il piede e si piega a vedere da vicino.
È un frammento di calce.
Si infila un guanto e raccoglie i detriti, esaminandoli nel palmo della mano.
« Qualcuno mi dà una bustina per le prove, per favore? » domanda ai poliziotti che nel frattempo hanno tirato giù la ragazza, l’hanno infilata in un sacco nero, posta sulla barella, e affidata alla scientifica, che l’ha caricata su una seconda ambulanza sopraggiunta nel frattempo.
Arriva un uomo in tuta anticontaminazione bianca e gliela porge.
Il Commissario si avvicina e domanda: « Cos’è? »
« Sembra essere un frammento di calce. Esaminatelo per favore.»
Poi un pensiero lo travolge: La cava.
Dà i frammenti al Commissario e gli chiede di getto:« Voglio fare un salto alla cava, mi fai venire una pattuglia appresso per favore? »
« Pensi provenga da lì? » 
« Non lo so, ho pensato che magari qualcuno aveva quel sassolino incastrato sotto la suola della scarpa, magari lo ha calpestato su un pavimento di massetto ancora da mattonare. »
« Oppure in qualche casa abbandonata, dal ferramenta, in qualsiasi posto. Controllare le suole delle scarpe della gente e domandar loro se nelle ultime ore sono stati in qualcuno di questi posti richiederebbe un’eternità… comunque certo, ti mando una volante sul posto appena mi dici tu. »
« Lo so, però intanto diamo un’occhiata lì, ti ringrazio; se puoi mandamela adesso allora, ci vado subito. »
Squilla il telefono del Commissario.
« Scusami un attimo Giancà », l’uomo prende il telefono e risponde: « pronto? » 
Nel mentre Giancarlo si perde in un altro pensiero:
Strano mi sia venuta in mente proprio la cava, spero che sia un’intuizione.
Giancarlo Zanichelli è un uomo modesto ma perfettamente consapevole delle proprie capacità investigative e della sua innata dote intuitiva di cui si fida ciecamente.
Il Commissario al telefono annuisce con un’espressione solenne sul faccione rossastro tipico di chi è dedito spesso a qualche bicchiere di troppo la sera o nel fine settimana. 
Giancarlo fa per riprendere la strada verso la sua Ford Fiesta nera parcheggiata insieme alle volanti nel piazzale sulla collinetta, ma si ferma e si volta immediatamente quando sente il Commissario domandare: « È bionda? Sui venticinque anni?»
Un attimo di pausa, poi:« Può venire in centrale? »
« Adesso, se può…»
«C’è un cadavere da identificare, penso sia lei…»
« Va bene, grazie.»
Il Commissario chiude la chiamata, rimette il telefono nella giacca e si rivolge a Giancarlo: « Era il Direttore del Centro comportamentale, dice che una sua paziente questa notte è scappata dalla struttura ».
« Il Signor Marconi? Bene, andiamo in centrale allora, per vedere cosa dice. »
Strano, il Direttore ha chiamato adesso. Si sono accorti adesso che una paziente è scappata… oppure sa del ritrovamento del cadavere? E se sì, chi glielo ha detto, come lo sa?
Giancarlo cerca di rallentare il flusso di pensieri, cercando di valutarne uno alla volta.
Vediamo intanto che dice, però questa cosa per adesso tienitela per te, anche perché non penso che al Commissario, che conosce Marconi da una vita, sia venuto questo dubbio, anzi non penso proprio che abbia pensato a una simile eventualità. Vediamo.
«
Ci vediamo in centrale allora » annuncia, poi si avvia verso il piazzale.

È mentre percorre i tornanti della salita che conduce su in paese, fuori dalle campagne, che la marea di pensieri ritorna impetuosamente. Questa volta non riesce a tenerli a bada.
Ma quanto è strana questa cosa della chiamata del Direttore. Può essere che se ne siano accorti adesso, sì, d’altro canto sono le otto di mattina, qualche inserviente del Centro avrà fatto il giro delle stanze, per le colazioni e le medicine mattutine, e si sarà accorto dell’assenza di una paziente.
A questo si accavalla un altro pensiero:
Ma come avrà fatto, nel caso, a scappare? Io so che sono controllati e che comunque le finestre delle stanze sono sbarrate.
La cava… perché mi è venuta in mente proprio la cava non appena ho visto quel frammento?
Infine viene folgorato da un ricordo, mentre osserva mentalmente quella stella a cinque punte incisa su quel volto martoriato.
Questo simbolo si vede dappertutto, è il classico simbolo del satanismo. Ma io l’ho visto disegnato su una delle pareti del cementificio nella cava tanti anni fa, quando ero ragazzino, mi sembra al quarto piano, ero con Maurizio…
Maurizio, il suo migliore amico di infanzia. Da quello che ne sa, adesso è autista di Cotral a Roma.

Un quarto d’ora dopo è nell’obitorio, con lui il medico legale e la scientifica che, arrivata quasi in contemporanea con lui, ha appena posto il cadavere sul tavolo di acciaio.
Arriva anche il Commissario, che ha un leggero fiatone e puzza di fumo di sigaro. Poco dopo arriva anche il Direttore del centro.

Cosa dirà il Direttore?

  • È sua sorella (78%)
    78
  • Non è lei (22%)
    22
  • È lei (0%)
    0
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13 Commenti

  • Non è lei.
    Ti vorrei incoraggiare per l’uso non sempre agevole del tempo presente perché si rischia di scrivere una specie di cronaca e non un racconto. Mi auguro che tu sappia gestire la cosa, anche perché nel giallo non sono ammessi errori temporali e i ruoli dei personaggi debbono essere necessariamente credibili (vedi il commissario ….) Auguri Maori?

  • Ciao, Maori.
    Si vede che ti piacciono i thriller: questo racconto mi pare proprio che rientri nel genere.
    Mi piace lo stile asciutto che hai adottato tuttavia, ti vorrei far notare qualche incongruenza:
    dici che l’ispettore le alza le palpebre e il mento e questi ricadono, però la salma è in pieno rigor mortis e non credo sia possibile che ciò avvenga. Inoltre, il protagonista è un investigatore che impartisce ordini con il commissario presente. Potrei sbagliarmi, ma non mi pare verosimile.
    Si vede anche che ti piace documentarti, il tralcio di ulivo mi fa venire in mente un noto caso italiano, solo che in quel triste frangente si trattava di vite.
    Al di là delle incongruenze, il racconto fila e mi pare anche ben ideato.
    Ora aspetto il quarto episodio e voto per la sorella.

    Potresti avere molti più lettori, fatti conoscere un po’ 😉

    Alla prossima!

  • Una pallina di carta… forse conterrà un messaggio da parte dell’assassino?
    Della tua storia, Maori, mi ha colpita in particolar modo la “crudezza” (passami il termine) delle immagini che sei riuscito ad evocare, come se dessi al lettore l’opportunità di trovarsi lì sulla scena.
    La trama scorre bene, e credo che ci sia molto da scoprire.
    Ti seguo, a presto!

  • L’idea alla base del racconto mi sembra molto ritrita, però l’inizio è scritto bene quindi ci possono essere i presupposti per qualcosa di interessante! Forse si poteva gestire meglio il passaggio dal contadino ai poliziotti, a me è sembrato un po’ confusionario e non si capisce bene quello che sta succedendo, anche se forse è solo una mia impressione.
    Voto per la stella a cinque punte, a presto!

    • Ciao, il passaggio dal contadino ai poliziotti è uno stacco che ho voluto rendere più netto possibile, ma non è stato così perché mentre passavo ai poliziotti ho accennato al fatto che avevano trovato il contadino poggiato su una pianta in preda ad un malore causato dalla vista del cadavere.
      Un’altra problematica che cercherò di affrontare è il fatto che la trama SEMBRA trita e ritrita.
      Grazie per il parere.

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